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DISPENSA ANTOMIA UMANA (DOMENICO TAFURI)

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APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO

Il cuore
Il cuore è un muscolo che svolge la funzione di pompare il sangue in tutto il corpo. Si presenta a forma di
goccia e si trova verso sinistra tra i due polmoni in una cavità detta mediastino. Il mediastino occupa la
parte centrale del torace e presenta come limiti laterali i due polmoni. Come limite superiore presenta la
prima costa, mentre come limite anteriore presenta lo sterno. Il limite posteriore è invece rappresentato
dalle vertebre toraciche. Il cuore presenta diverse pareti:
- endocardio, che è la parete interna
- miocardio, che è invece la parete muscolare
- epicardio, che è invece la prete poggiante sul pericardio
Il pericardio è la struttura fibrosa che evita che il cuore si sposti dal mediastino.
Essenzialmente il cuore si divide in 2 atri e 2 ventricoli. I due atri sono divisi tra loro da un setto
interatriale, mentre i due ventricoli invece dal setto interventricolare. Atrio e ventricolo sono invece divisi
dal setto atrioventricolare. Ogni atrio e ogni ventricolo presenta un tetto, una faccia mediale, una faccia
laterale e un pavimento. Quindi ogni confine sarà delimitato da una particolare regione del cuore: ad
esempio l’atrio destro ha come tetto le 2 vene cave, come pavimento la valvola tricuspide, come faccia
laterale la parete dell’atrio e come faccia mediale il setto interatriale.

La circolazione
Per quanto riguarda la circolazione del sangue, questa si divide in 2 tipi:
- piccola circolazione
- grande circolazione
La piccola circolazione ha come sito di partenza l’atrio destro, a cui arriva attraverso le vene cave, il sangue
non ossigenato. In questo modo l’atrio riempiendosi di sangue si dilata, determinando quindi il periodo di
diastole. Successivamente si assiste alla contrazione dell’atrio, detta sistole , che permette il passaggio del
sangue al ventricolo destro, attraverso la valvola tricuspide. Da qui il sangue passa, con la valvola
semilunare destra al tronco polmonare, che si divide nelle due arterie polmonari. Il sangue attraverso
queste arterie va ai due polmoni, dove negli alveoli avviene l’ossigenazione del sangue per poi ritornare al
cuore attraverso le vene polmonari, che trasportano quindi sangue ossigenato all’atrio sinistro.
La grande circolazione parte dall’atrio sinistro che si dilata con l’arrivo del sangue ossigenato proveniente
dalle vene polmonari. Il sangue passa dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro tramite la valvola bicuspide. A
questo punto dal ventricolo sinistro il sangue viene pompato all’aorta mediante la valvola semilunare
sinistra. Attraverso l’aorta il sangue va ad ossigenare tutti i tessuti. Successivamente dopo l’ossigenazione
dei tessuti, il sangue ora povero di ossigeno confluisce nella vena cava inferiore (se è sangue che deriva
dalla parte sottodiaframmatica) oppure nella vena cava superiore (se è sangue che deriva dalla parte
sovradiaframmatica). Le due vene cave confluiscono entrambe all’atrio destro del cuore, dove poi avrà
inizio la piccola circolazione.

Ventricoli
All’interno dei ventricoli si trovano delle strutture fibrose chiamate trabecole che si dividono in:
-1° ORDINE, che sono collegate da un lato ai muscoli papillari e dall’altro alla valvola tricuspide o bicuspide
(a seconda di quale ventricolo prendiamo in considerazione). Questi servono a far chiudere le valvole o a
farle aprire e nel caso della valvola ticuspide avremo 3 muscoli papillari, mentre per la valvola bicuscpide ne
avremo 2
-2° ORDINE, muscoli che si legano a ponte sulla parete del ventricolo
-3° ORDINE, muscoli che rivestono la superficie del ventricolo

Vene e Arterie
Le arterie sono vasi che portano il sangue dal cuore alla
periferia, mentre le vene invece trasportano il sangue
dalla periferia al cuore. Sia le arterie che le vene sono
composte da 3 tonache:
- tonaca intima, in cui ci sono le cellule endoteliali
- tonaca media, in cui ci sono le fibre elastiche e le cellule
muscolari
- tonaca avventizia, in cui ci sono i fibroblasti
Inoltre, le arterie si dividono in:
- elastiche, che sono quelle che si trovano vicino al cuore
che necessitano di dilatarsi molto perché il cuore pompa
con molta forza
- muscolari, sono quelle che si trovano più lontano dal cuore perhcè necessitano di far rimuovere la “forza
pompante”
Per quanto riguarda le vene, queste si dividono in:
- recettive, sono quelle che si trovano nella regione diaframmatica e non sono dotate di valvole
- propulsive, sono quelle che si trovano nella regione sottodiaframmatica e che hanno una struttura
muscolare sviluppata. Presentano inoltre valvole a nido di rondine per impedire il reflusso del sangue.

Sangue
Il sangue è un liquido di color rosso che si estende grazie ai vasi sanguigni e il cuore che lo pompa, in tutto il
corpo. Questo è costituito da una parte liquida detta plasma e una parte corpuscolata, che è costituita da
globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il sangue ha numerose funzioni, quali:
- respiratorie; avviene grazie ai globuli rossi che trasportano ossigeno ai tessuti e asportano (anche insieme
al plasma) anidride carbonica.
- depuratrici; il sangue rimuove i prodotti di rifiuto del metabolismo dai tessuti invogliandoli nei organi che
provvedono ad eliminarli (reni, polmoni..ecc).
- ormonica; il sangue funge da veicolo per gli ormoni che riescono così a spostarsi.
- nutritiva;
- di difesa; questo ruolo lo hanno globuli bianchi e alcuni componenti del plasma.
- mantenimento della temperatura corporea;
- regolatorie; il sangue regola pressione osmotica, pH e pressione arteriosa.

Il sangue, che si rinnova costantemente pur non alterando la sua composizione, scorre all’interno delle
arterie, delle vene e dei capillari. In particolare vediamo che è proprio grazie a quest’ultimi che il sangue
viene trasmesso ai tessuti. Analizziamo ora più nello specifico le varie componenti del sangue:

- IL PLASMA
Il plasma corrisponde alla parte liquida del sangue. E’ un fluido di colore giallo pallido costituito dal 91% di
acqua, la quale si comporta da solvente e permette la sospensione del restante 9% rappresentato da
proteine, ioni (coinvolti nell’osmosi), nutrienti, gas e prodotti di degradazione. Per quanto riguarda le
proteine, troviamo:
- albumina; è responsabile della pressione oncotica, che non è altro che la pressione osmotica che
permette gli scambi idrici tra sangue e tessuti.
- globulina; alcune fanno parte del sistema immunitario, mentre altre funzionano come molecole di
trasporto.
- fibrinogeno; è responsabile della coagulazione del sangue.

- ELEMENTI CORPUSCOLATI
il 95% degli elementi corpuscolati è costituito dai globuli rossi (eritrociti), mentre nel restante 5% troviamo
globuli bianchi (leucociti) e piastrine.

I globuli rossi sono cellule anucleate che hanno la forma di dischi con i bordi spessi. La loro funzione
principale è quella di trasportare ossigeno ai polmoni e anidride carbonica dai tessuti ai polmoni. L’anidride
carbonica in particolare può essere trasportata in tre modi: disciolta nel plasma, in combinazione con
alcune proteine del sangue, oppure sotto forma di ioni carbonato. I globuli rossi, i quali vengono trasportati
passivamente, presentano un colore rosso grazie alla presenza dell’emoglobina, che è un protide costituito
da 4 catene polipeptidiche e 4 gruppi eme. Ciascuna catena, chiamata globina è legata ad un gruppo eme,
il quale è una molecola di color rosso che presenta un atomo di ferro. La funzione dell’emoglobina è
principalmente respiratoria, quindi hanno il compito di trasportare ossigeno e (in minor quantità) anidride
carbonica.
I globuli bianchi, così chiamati perché privi di pigmenti, hanno il ruolo di difesa dell’organismo.
Diversamente dai globuli rossi, i leucociti riescono a muoversi grazie a estroflessioni citoplasmatiche in
modo da raggiungere l’eventuale zona d’infiammazione. Una volta accumulatisi sul punto d’infezione
infatti, fagocitano i batteri presenti e successivamente muoiono. L’accumulo dei globuli bianchi morti, dei
batteri e frammenti cellulari danno origine al pus! Questi si dividono in vari tipi:
- neutrofili: sono il tipo più comune di globuli bianchi. Possono presentare nuclei di diversa forma, ed
hanno la caratteristica di passare (dopo circa 10-12 ore) dal sangue ai tessuti, dove giunti in quest’ultimi
acquistano mobilità e hanno il ruolo di fagocitare batteri o materiale estranei. Oltre a fagocitare batteri,
possono anche distruggerli attraverso la secernazione di alcuni enzimi.
- eosinofili: sono mobili e più grandi dei neutrofili. Grazie alla loro capacità di inibire gli effetti di alcune
reazioni, si presentano in maggior numero quando è in corso un’allergia. Inoltre rilasciano sostanze
chimiche tossiche che attaccano certi parassiti.
- basofili: anche questi sono mobili ed emigrano verso i tessuti, dove hanno un ruolo importante nelle
reazioni allergiche ed infiammatorie.
- linfociti: sono presenti nel sangue, nella linfa e nei tessuti. L’80% dei linfociti può sopravvivere mesi ed
anni. Hanno modesti movimenti e sono coinvolti nell’immunità. In particolare vediamo che ci sono delle
cellule B che possono formare a loro volta delle cellule che producono anticorpi, i quali attaccano i batteri.
Ci sono poi delle cellule T che proteggono contro i virus e sono coinvolte nella distruzione di cellule
tumorali.
- monociti: hanno un nucleo tondeggiante, possono muoversi e hanno la capacità di fagocitare agenti
patogeni.
Le piastrine sono prive di nucleo e se colorate possiamo osservare che queste sono formate da una parte
centrale granulosa detta cromomero ed una parte periferica non colorabile detta ialomero. Le piastrine si
producono per frammentazione del citoplasma di alcuni componenti del midollo osseo e vivono dai 5 ai 9
giorni. Il loro ruolo è fondamentale nell’omostasi, ovvero prevengono la perdita di sangue in caso di lesioni
attraverso dei veri e propri tappi piastrinici.

APPARATO RESPIRATORIO

L’apparato respiratorio svolge la


funzione dello scambio gassoso del
nostro organismo collaborando col
sistema respiratorio. Per ciò che
riguarda la respirazione, l’aria entra
dal naso e finisce nel meato
superiore, medio e inferiore. Queste
sono cavità delimitate dalle conche,
superiore media e inferiore. L’aria
passa poi nella coana e arriva alla
rinofaringe. Da qui passa alla
orofaringe, dove incontra l’aria
proveniente dalla bocca che
raggiunge anch’essa l’orofaringe, e
passa successivamente per un
restringimento chiamato istmo delle
fauci. A questo punto l’aria dalla
orofaringe passa alla laringofaringe e poi alla laringe, attraverso l’apertura adito laringeo (è un’apertura
dovuta allo spostamento dell’epiglottide che si alza). In seguito l’aria prosegue nella trachea che poi andrà
a dividersi in 2 bronchi extrapolmonari. Questi entrano nei polmoni (divenendo bronchi intrapolmonari) e
si dividono in bronchioli (2 nel polmone sinistro e 3 nel destro). I bronchioli terminano con gli alveoli, che
sono il luogo in cui avviene lo scambio di gas.

Laringe
La laringe è costituita da 15/20 anelli cartilaginei
tenuti insieme da legamenti anulari. Nella parte
superiore sono presenti 3 cartilagini: epiglottide,
che apre e chiude il canale detto adito laringeo,
cartilagine tiroide e cartilagine cricoide. Sono
presenti inoltre 2 cartilagini aritenoidi su cui si
trovano le corde vocali, che permettono
l’emissione di suono. Nella laringe, e nei bronchi,
si trovano due tipi di cellule:
- cellule che producono muco
- cellule ciliate, che sono addette alla pulizia delle vie respiratorie.

Polmoni
I polmoni sono circondati da un rivestimento esterno chiamato pleura polmonare. Entrami i polmoni sono
divisi con compartimenti definiti lobi. In particolare il polmone destro presenta 3 lobi, in quanto è più
grande e per questo motivo viene definito trilobato, mentre il polmone di sinistra presenta invece 2 lobi, in
quanto è più piccolo perché confina con la cavità del mediastino, in cui è posizionato il cuore. Viene per
questo definito bilobato. Attraverso le arterie bronchiali, che si ramificano dall’aorta, il polmone viene
ossigenato.

Alveoli
Gli alveoli si trovano nella parte terminale dei bronchioli e sono il luogo in cui avviene lo scambio di
ossigeno col sangue. In particolare il sangue cede anidride carbonica e accumula invece ossigeno,
divenendo per questo sangue ossigenato. Un alveolo è composto al suo interno da 3 tipi di cellule:
- pneumociti, che si dividono in pneumociti di 1° tipo, ovvero cellule strutturali dell’alveolo, e pneumociti
di 2° tipo, che invece producono surfactante per far dilatare l’alveolo nello scambio di ossigeno.
- macrofagi alveolari, sono invece cellule adibite alla pulizia del polmone dalle polveri residue.
- cellule connettive, che invece sono cellule fibrose che tra le quali si trova una fitta rete di capillari.

SISTEMA LINFATICO
Il sistema linfatico ha il compito di difendere l’organismo attraverso organi detti organi linfoidi, i quali si
dividono in:
- linfoidi 1°, che comprendono milza e timo, adibiti al drenaggio della linfa derivante dai vasi sanguigni
- linfoidi 2°, che comprendono invece adenoidi, tonsille e linfonodi. I linfonodi producono e si occupano
della maturazione dei linfociti, ovvero delle cellule adibite alla protezione dell’organismo da eventuali
patogeni.
In particolare i linfociti si dividono in due tipi principali:
- linfociti B, che si occupano della difesa dell’organismo producendo anticorpi. In particolare questi linfociti
durante l’attacco di un patogeno si moltiplicano producono due elementi: cellule di memoria, utilizzate per
memoria contro un patogeno, in modo che se vi sarà in seguito un attacco successivo dello stesso
microrganismo, i linfociti B interverranno più velocemente e efficacemente contro quel patogeno, e
anticorpi, che invece si occupano della distruzione del patogeno
- linfociti T, che si dividono in Helper, ovvero cellule che, dopo aver individuato la cellula infetta dal
patogeno, hanno il compito di richiamare linfociti B per la distruzione del patogeno, e citotossici, che
invece si occupano della cosiddetta immunità cellulo-mediata in cui una cellula colpita da un patogeno
viene riconosciuta e degradata, evitando che l’antigene si diffonda.

SISTEMA NERVOSO
Il sistema nervoso si divide in SNC (sistema nervoso centrale) e SNP (sistema nervoso periferico). Il sistema
nervoso centrale comprende cervello e midollo spinale, mentre quello periferico invece comprende nervi
periferici.

Vie Nervose
Le vie nervose sono le vie di trasmissione dell’impulso nervoso che trasportano l’informazione per uno
stimolo. Abbiamo due vie principali:
- via discendente, che si divide in piramidale (ovvero una via monosinaptica in cui si ha un controllo punto
per punto) e extra piramidale (ovvero una via plurisinaptica in cui il controllo è automatico). Nella via
discendente l’impulso parte dal telencefalo, da cellule dette cellule piramidali. Da qui si sposta al
diencefalo, in una sezione definita talamo, che si occupa proprio della trasmissione del segnale.
Successivamente arriva al tronco encefalico, e in particolare a livello del ponte avviene un cambiamento di
direzione del segnale, definito decussazione. Successivamente raggiunge la radice anteriore del midollo
spinale in cui è presente un motoneurone che invia l’impulso al muscolo.
- via ascendente, si divide invece in via ascendente che raggiunge la coscienza e in quella che non
raggiunge la coscienza. Per quanto riguarda il primo caso abbiamo dei recettori (come recettori presenti
sotto l’epidermide) che captano lo stimolo. Il segnale viene trasportato al 1° neurone gangliare, che si trova
al di fuori del midollo spinale. Da qui si passa per la cosiddetta filtrazione dell’informazione, ovvero si
arriva al 2° neurone gangliare, presente nella radice posteriore del midollo in cui avviene una decussazione.
Si passa poi al 3° neurone nel diencefalo, e si arriva al 4° neurone nella corteccia celebrale (o telencefalo).
Per ciò che invece riguarda la via ascendente che non raggiunge la coscienza, lo stimo parte sempre da
recettori che lo captano. Successivamente lo stimolo viene trasportato al 1° neurone gangliare, poi al 2°
neurone della radice posteriore del midollo in cui avviene la decussazione e successivamente al 3° neurone
nel cervelletto.

Midollo Spinale
Alla nascita il midollo spinale ha una lunghezza che corrisponde
alla colonna vertebrale, ma con la crescita la colonna si allunga
mentre il midollo non effettua questo processo. Per questo
motivo i nervi spinali tendono a “verticalizzare” per raggiungere
il foro intervertebrale. Nella porzione più bassa si formano dei
fasci di nervi che vengono detti coda di cavallo. Abbiamo
inoltre un cordoncino fibroso che ha la funzione di fissare il
midollo spinale, in modo che quest’ultimo assuma la forma
terminale a cono. All’interno viene detto a forma di farfalla e presenta:
- sostanza bianca, ovvero le fibre che percorrono il midollo. Queste fibre sono fasci di assoni ricoperti di
mielina che si occupano della trasmissione del segnale, e nella zona superiore la sostanza bianca aumenta
-sostanza grigia, ovvero i motoneuroni e i neuroni sensitivi che si uniscono a un unico nervo detto nervo
spinale, sia all’uscita che all’entrata del midollo. Questo nervo viene detto anche nervo misto.

Tronco encefalico
Il tronco encefalico è diviso in bulbo, ponte e mesencefalo. È circondato dal cervelletto e per questo la
sostanza bianca e la sostanza grigia rispetto al midollo spinale sono sistemate in modo diverso. Si dice che
sono sistemati in nuclei di sostanza grigia. Troviamo inoltre una struttura, detta sostanza reticolare, che ha
il compito di interagire con altre zone del cervello.

Telencefalo
Il telencefalo si divide in diversi lobi, quali:
-lobo frontale, che si occupa dei muscoli
-lobo occipitale, che si occupa della vista
-lobo parietale, che si occupa delle sensazioni tattili
-lobo temporale, che si occupa del linguaggio e
dell’udito
-lobo limbico, che si occupa della memoria e delle
emozione, e si trova internamente.
Viene inoltre diviso in parte destra (dedicata alla razionalità) e parte sinistra (dedicata invece
all’immaginazione). Nel telencefalo vi sono inoltre delle cellule, definite cellule piramidali, che si occupano
dell’impulso motorio e dell’attivazione dell’impulso sensitivo.

Diencefalo
Nel diencefalo vi sono 2 ghiandole importanti:
- epifisi, che si occupa dell’equilibrio e dell’alternanza giorno-notte. In particolare durante il giorno stimola
la produzione di arginina, che a sua volta permette la produzione di serotonina, detto anche ormone della
felicità, mentre durante la notte stimola la produzione di melatonina, che inibisce la produzione di
gonadotropine.
-ipofisi, si divide in neuroipofisi e adenoipofisi. La adenoipofisi presenta in particolare un’attività
endocrina, ovvero stimola la produzione di ormoni, quali ormoni GH(ormone della crescita), TSH(ormone
tiroideo) , prolattina, ormone surrenale (come l’adrenalina), melatonina e ormoni per la maturazione di
ovuli e spermatozoi.

Meningi
Le meningi sono il rivestimento esterno del cervello e si
dividono principalmente in 3 membrane:
-dura madre, il rivestimento più esterno
-aracnoide, il rivestimento intermedio costituito da una
membrana fibrosa, al cui interno troviamo il liquor (o liquido
cefalo-rachidiano, LCR) che è un liquido che fuoriesce da vene
e arterie e forma la linfa. Serve principalmente ad attutire gli
urti e ad alleggerire il cervello. Inoltre passando attraverso 4
ventricoli (1° e 2° del telencefalo, 3° nel diencefalo e 4° tra
tronco encefalico e cervelletto) arriva al midollo spinale
attraverso un altro canale, detto canalino midollare e termina
alla base del rachide circondando tutti i fasci di nervi.
- pia madre, è la membrana più interna. Ha la funzione di drenare il liquido cefalo-rachidiano che finisce
nella circolazione di scarto e di filtrare e regolare il sangue che entra nel cervello (ulteriore filtro)

Cervelletto
Ha la funzione di regolare la coordinazione dei movimenti e l’equilibrio. È costituito essenzialmente da 3
lobi: emisfero destro, emisfero sinistro e un lobo centrale che prende il nome di verme. Sulla superficie
troviamo dei peduncoli cerebellari superiori, medi e inferiori che comunicano con il tronco encefalico. In
particolare il peduncolo superiore comunica col mesencefalo, quello intermedio col ponte, mentre quello
inferiore col bulbo.
Neuroni
I neuroni sono cellule nervose che hanno la funzione di ricevere e inviare informazioni. Sono costituiti da 3
regioni:
-Soma, è il corpo centrale del neurone, al cui
interno è presente il nucleo
-dendriti, sono dei prolungamenti del soma a
forma di ramificazione e incaricati dell’input
-assone, è un singolo prolungamento del soma
che si genera da un segmento iniziale detto sia.
Si dirama nella parte finale in terminazioni
sinaptiche che sono incaricate dell’output delle
informazioni. Al termine di queste vi è un
rigonfiamento detto bottone terminale, in cui
al suo interno vi sono le vescicole sinaptiche.
A seconda della lunghezza dell’assone, i
neuroni si dividono in:
-neuroni di proiezione, con assone lungo
-interneuroni, con assone corto

Potenziale d’azione
Una delle caratteristiche fondamentali delle cellule nervose è quella di reagire a stimoli producendo
risposte sotto forma di potenziale d'azione. Questa capacità delle cellule è definita eccitabilità. Questa si
realizza attraverso la stimolazione elettrica della membrana cellulare. Infatti tra interno (negativo) e
esterno(positivo) vi è un potenziale elettrico definito potenziale di membrana la cui differenza di
potenziale tra interno e esterno è di circa -90mV. Quando una cellula nervosa viene stimolata, questo
potenziale subisce una variazione che lo porta verso valori positivi (processo definito depolarizzazione) e il
fenomeno complessivo viene chiamato potenziale d'azione. Questa particolare capacità di risposta agli
stimoli dipende dalla presenza nella membrana di canali ionici(Na+/K+) che sono voltaggio-dipendenti,
ovvero la cui apertura e chiusura dipende dal potenziale elettrico di membrana.Il potenziale d'azione
presenta diverse caratteristiche comuni in tutte le cellule:
- si instaura quando lo stimolo determina una depolarizzazione di almeno 15 mV, quando, cioè, viene
superata la soglia di eccitazione
- è caratterizzato da : una rapida depolarizzazioe,variazione di potenziale elettrico, seguita da una
ripolarizzazione piu lenta in cui il potenziale si riporta a valori di riposo. In alcuni casi il ritorno al valore di
riposo può essere preceduto da una iperpolarizzazione, ovvero un potenziale d'azione molto più negativo
del potenziale di riposo.
- non si genera mai per valori inferiori alla soglia , ma una volta sperata la fibra nervosa risponde con la
massima ampiezza. In pratica o la fibra non risponde per niente o risponde completamente(processo detto
legge del tutto o nulla).
- dopo che un punto è stato eccitato oltre la soglia, segue un periodo di refrattarietà assoluta, in cui la fibra
è ineccitabile qualunque sia l'intensita dello stimolo. Successivamente segue un periodo di refrattarietà
relativa, in cui la fibra è eccitabile ma solo con stimoli molto superiori anche alla soglia.
- si propaga molto velocemente e senza decremento di intensità per tutta la lunghezza dell'assone.
La propagazione dipende molto dalla concentrazioni degli ioni tra interno e esterno della cellula(sopratutto
dell'assone). Per quanto riguarda l'ambiente extracellulare, questo presenta una concentrazione maggiore
di Na+ e Cl-, mentre invece nell'ambiente cellulare è molto piu concentrato il K+. La prima fase
(depolarizzazione) è dovuta all'apertura dei canali del Na+,in modo da consentire l'ingresso di questo ione
all'interno. La ripolarizzazione invece è dovuta prima alla inattivazione del canale del Na+ (che blocca cosi
ingresso di sodio) e poi all'apertura dei canali del K+,in modo che il potassio esca all'esterno e riporti il
potenziale di membrana a valori di riposo.
Il potenziale d'azione è molto importante perchè è il meccanismo attraverso cui le cellule nervose
comunicano tra di loro e con altre cellule. Come già detto la soglia è l'intensità dello stimolo da applicare
per avere una risposta (e dunque un potenziale d'azione). Quando la membrana è depolarizzata(ovvero
circa 15mV) avviene l'ingresso di sodio per attivazioni dei canali (dunque secondo gradiente
"elettrochimico") e questo depolarizza ulteriormente la memrbana che a sua volta aumenta l'ingresso di
Na+. Questo farebbe tendere il potenziale di memrbana a circa +55/60 mV , che però non viene raggiunto
perchè l'inattivazione dei canali del sodio blocca l'ingresso di Na+ quando questo raggiunge un valore di
+30mV. Anche con stimoli superiori il potenziale non raggiunge valori superiori. Durante la ripolarizzazione
vi è anche la fase di refrattarietà relativa in cui la membrana è dinuovo in grado di rispondere a un nuovo
stimolo la cui intensità deve però essere superiore a quella normale.
Il potenziale d'azione una volta che viene generato , è condotto lungo la membrana della fibra nervosa fino
alla terminazione dell'assone. Questa propagazione si realizza attraverso flussi detti correnti locali. Quando
un punto della fibra viene eccitato e dunque supera la soglia, la membrana diviene positiva internamente e
l'ambiente extracellulare diviene negativo. Questo accade perchè a questo punto i canali del sodio di
aprono e cariche positive(ovvero Na+) entrano nella cellula deporalizzandola. Quando quel punto ha
raggiunto una carica positiva, il potenziale si sposta unidirezionalmente (non torna in dietro perchè dopo la
depolarizzazione e la ripolarizzazione segue il periodo refrattario), e dunque raggiunge un nuovo punto in
cui accade lo stesso processo fino a raggiungere la terminazione dell'assone. In altre parole quando quel
punto della fibra viene eccitato ,in quel punto l'esterno dell'assone è negativo rispetto ai punti vicini che
sono ancora a riposo, e determina cosi un flusso di correnti che vanno dal punto di attivazione nel mezzo
esterno e dalle regioni a riposo (all'interno) verso l'assoplasma. Queste correnti depolarizzano la membrnaa
oltre il valore soglia proprio al confine tra zona attiva e zona a riposo. A questo punto il potenziale di azione
si propaga in un unica direzione a causa del periodo refrattario per tutta la fibra. La velocità di conduzione
può essere influenzata sia dalla sturttura della membrana(spessore o permeabilità) sia dalle resistenze delle
soluzioni intra e extra-cellulari. Inoltre maggiore è il diametro e maggiore sarà la velocità di
propagazione.Per quanto riguarda l'assone dei vertebrati però , anche se di piccole dimensioni presenta
una velocità 2 volte superiore all'assone gigante di calamaro. Questo avviene grazie alla guaina mielinica
che ricopre le fibre dei vertebrati, che per questo motivo vengono dette mieliniche(mentre quelle degli
invertebrati ,che non presentano mielina, vengono dette amieliniche). Questa guaina non è continua ma è
interrotta in alcuni punti in cui l'assone è a contatto diretto con il liquido extracellulare, e questi punti sono
detti Nodi di Ranvier. Nei tratti rivestiti dalla guaina(che è formata da mielina), vi sono pochi canali Na+, e
questi tratti sono chiamati internodi. A livello di ciascun nodo di Ranvier vi sono numerosi canali Na+ e
proprio in questi punti si innesca il potenziale d'azione, che "salta" letteralmente da un nodo a un altro
senza passare per tutta la lunghezza dell'assone(e dunque senza passare per gli internodi in cui sono
presenti gli strati di mielina) aumentando in questo modo notevolmente la velocità di propagazione.
Proprio per questo motivo la guaina mielinica permette di avere una buona propagazione anche in assoni di
piccolo diametro. Inoltre proprio grazie a questo meccanismo di propagazione vi è un minor dispendio di
energia richiesta per lattivazione dei canali Na+/K+ in quanto la trasmissione è saltatoria. Anche se durante
la propagazione un numero di ioni Na+ e K+ abbandonino per diffusione elettrochimica i propri
compartimenti, una fibra nervosa può rispondere a numesoi stimoli senza risultare ineccitabile per troppo
tempo. Questo dipende dal fatto che gli ioni coinvolti nel potenziale d'azione sono solo quelli situati nelle
vicinanze della membrana e inoltre ne sono solo una minima parte del totale.

Trasmissione sinaptica

Il sistema nervoso è costituito da neuroni che comunicano tra loro attraverso segnali elettrici, sotto forma
di potenziali d'azione. Le informazioni portate da questi potenziali sono trasmesse da una cellula all'altra
attraverso strutture intercellulari dette sinapsi, le quali sono costituite da un contatto tra terminazione
assonica di un neurone e dendriti di un altro neurone. Tutte le sinapsi sono formate da un elemento
presinaptico(dal quale provengono i segnali), uno spazio intersinaptico(detto anche fessura sinaptica) e un
elemento postsinaptico a cui i segnali vengono trasmessi. In base a come il segnale viene trasmesso le
sinapsi si possono dividere in :
-sinapsi elettriche, dove la trasmissione viene mediata da correnti elettroniche con un meccanismo
identico a quello del potenziale d'azione
-sinapsi chimiche, in cui invee la trasmissione del segnale è mediata da una sostanza chimica che viene
detta neurotrasmettitore e che viene rilasciata nella regione presinaptica per andarsi a legare nella
regione postsinaptica.

TESSUTO MUSCOLARE
Il tessuto muscolare è costituito essenzialmente da :
-fibre muscolari, ovvero cellule specializzate nella contrazione muscolare
-tessuto connettivo, che è utilizzato per ancorare le fibre muscolari al sistema scheletrico
Tutti i muscoli presentano cellule di forma allungata con nuclei ben definiti e con un citoplasma detto
sarcoplasma. Sono inoltre circondate da una membrana detta sarcolemma. Esistono 3 tipi di tessuto
muscolare:
-scheletrico
-cardiaco
-liscio
Il tessuto muscolare liscio e quello
cardiaco sono definiti involontari in
quanto si trovano sotto il controllo del
sistema nervoso autonomo, mentre il
tessuto muscolare scheletrico è invece
innervato direttamente dal sistema
nervoso centrale e per questo viene
detto volontario. Il muscolo scheletrico è
anche detto striato e si origina a partire
da masse solide del mesoderma, mentre
quello liscio deriva dal mesenchima.
Viene detto striato proprio per la sua
caratteristica di presentare striature
trasversali dovuta alle miofibrille.
Le funzioni del muscolo scheletrico sono permettere il movimento di diverse parti dello scheletro,
mantenere la postura, mantenere la temperatura corporea e proteggere gli organi interni. Un muscolo
risulta essere costituito da diversi involucri connettivali che, a partire dall’esterno sono:
-epimisio, che avvolge l’intero muscolo
-perimisio, che avvolge invece un fascio di fibre che compongono il muscolo
-endomisio, che avvolge una singola fibra muscolare che compone il fascio di fibre.
Le fibre collagene che fanno parte dei diversi involucri, all’estremità del muscolo si fondono una nell’altra a
formare il tendine.
La singola fibra muscolare, quella protetta dall’endomisio, è definita un sincizio polinucleato, in quanto è
dotata di diversi nuclei perché deriva dalla fusione di cellule mononucleate che si uniscono durante lo
sviluppo (può arrivare fino a 10cm di lunghezza ogni singola cellula). La struttura che determina la
contrazione, e quindi l’unità contrattile più elementare, è il sarcomero, il quale è formato da bande. Ogni
sarcomero è delimitato da 2 linee Z ed è diviso in bande: banda A e banda I. La banda A si trova al centro di
due bande I ed è di una colorazione più scura. Il sarcomero è costituito da miofibrille, la quale è formata da
filamenti ancora più piccoli detti miofilamenti. I filamenti più spessi sono quelli contenuti nella banda A, e
sono formati da miosina, mentre i filamenti più sottili delle bande I sono formati da actina. Nel citoplasma
che circonda le miofibrille si trovano elementi indispensabili per la contrazione quali reticolo
sarcoplasmatico, tubuli T e mitocondri.
I muscoli volontari, come detto, sono in stretto contatto col sistema nervoso e in particolare le terminazioni
nervose che si uniscono al muscolo lo fanno per mezzo di giunzioni, che vengono dette placca motrice o
giunzione neuromuscolari (e sono sostanzialmente delle sinapsi). Quasi tutte le fibre muscolari sono
innervate da un singolo assone di un motoneurone e questi 3 elementi (assone, motoneurone e fibra)
formano la cosiddetta unità motoria. Dunque, gli impulsi nervosi inducono un impulso elettrico nel
sarcolemma della fibra muscolare attraverso il rilascio di acetilcolina nello spazio intersinaptico della placca
motoria. Questo determina il cosiddetto potenziale d’azione che determina il rilascio di ioni calcio dal
reticolo sarcoplasmatico. Questi ioni si diffondono nel sarcoplasma, raggiungendo le miofibrille e
permettendo cicli di legami da actina e miosina che compongono le miofibrille, determinando la
contrazione muscolare. L’energia per effettuare legami tra actina e miosina viene fornita dall’idrolisi
dell’ATP. Quando il potenziale d’azione termina, il calcio torna nel reticolo sarcoplasmatico, determinando
la fine delle interazioni actina-miosina.
Le fibre muscolari, a seconda del modo di contrarsi, possono essere classificate in :
-contrazione rapida, sono fibre che presentano una contrazione breve
-contrazione lenta, che vanno incontro a contrazioni ripetitive di lunga durata, e sono resistenti alla fatica
(muscoli posturali).
Esiste poi una fibra definita intermedia, che presenta caratteristiche intermedie tra le due appena
descritte.
Le fibre lente presentano una ricca vascolarizzazione e abbondante mioglobina; la loro attivazione avviene
con la presenza di ossigeno, mentre le fibre rapide utilizzano un metabolismo anaerobico e presentano un
numero minore di capillari.
Il muscolo cardiaco, pur essendo striato, non fa parte dei muscoli volontari. Presenta elementi cellulari
mononucleati più piccoli delle fibre, detti miociti. Ogni cellula è unita alle altre attraverso dischi intercalari
che sono usati per la trasmissione elettrica. Anche in questo muscolo sono presenti sarcomeri simili al
muscolo scheletrico, ma qui i miofilamenti formano una massa continua interna, interrotta da regioni di
citoplasma contenenti mitocondri e reticolo sarcoplasmatico. Per la contrazione viene sempre utilizzato
calcio, ma stavolta non proviene dal reticolo sarcoplasmatico ma dall’esterno della cellula ed entra nel
sarcolemma in risposta al potenziale d’azione.
Il muscolo liscio presenta cellule fusiformi mononucleate. Il muscolo è privo di striatura trasversale in
quanto actina e miosina non sono allineate come nella fibra scheletrica. Anche questi muscoli fanno parte
della contrazione involontaria e sono presenti sulle pareti di organi come tubo digerente o vasi sanguigni.
La loro contrazione è lenta e non vi è la presenza di sarcomeri.
A seconda dei movimenti che essi imprimono alle ossa, i muscoli si dividono in flessori, estensori,
adduttori, abduttori, rotatori, pronatori e supinatori.

APPARATO SCHELETRICO
L'apparato scheletrico è costituito dal cranio, dalla colonna
vertebrale, dalla gabbia toracica, dall'arto superiore e
inferiore.
Cranio
Il cranio si divide in neurocranio e splancnocranio. Il neurocranio
presenta diverse ossa: frontale, occipitale, 2 parietali, 2 temporali
(in cui è presente l’unico caso di sutura squamosa), etmoide e
sfenoide (questi ultimi due si trovano all’interno del cranio).
Il neurocranio presenta principalmente delle suture dentate.
E’ presente poi uno splancnocranio, che contiene gli organi di
senso e si divide in ossa: mandibolare, 2 mascellari, 2 nasali, 2
zigomatiche, 2 palatine, 2 lacrimali, un vomero e una conca
nasale inferiore.
Nello splancnocranio abbiamo soprattutto suture armoniche.

Colonna vertebrale
Il rachide, o colonna vertebrale, è una struttura ossea che
funge da sostegno del corpo e serve ad ammortizzare gli
urti. Si divide essenzialmente in 4 porzioni:
-cervicale (composta da 7 vertebre)
-toracica (composta da 12 vertebre)
-lombare (composta da 5 vertebre)
-sacro (composto da 5 vertebre), di cui la regione coccigea
(fatta da 3-4 vertebre)
Il rachide è formato da circa 33-34 ossa corte chiamate
vertebre e presenta 4 curvature per distribuire meglio il
peso. Le curvature, in base alla zona in cui si effettua e alla
concavità si dividono in:
-lordosi cervicale e lordosi lombare, in cui la concavità è
rivolta posteriormente
-cifosi toracica e cifosi sacro-coccigea, in cui la concavità è
rivolta anteriormente.
Le vertebre sono l’unità funzionale della colonna
vertebrale e sono composte da un arco vertebrale e da un
corpo vertebrale. Si dividono in:
Le vertebre cervicali sono formate da un corpo vertebrale
che presenta un processo uncinato, e da un arco vertebrale
su cui vi sono un processo articolare, un processo spinoso
bifido (ovvero con due punte) e processi trasversi che hanno
2 peduncoli e 2 fori trasversali che permettono il passaggio di
vene e arterie.
Tra il corpo vertebrale e l’arco ci sono 2 incisure che unendosi
a quelle delle altre vertebre formano il foro intervertebrale
che permette il passaggio dei fasci di nervi spinali. Inoltre
sempre tra corpo e arco vertebrale si forma il foro vertebrale
che permette il passaggio del midollo spinale. Le prime 2 vertebre cervicali sono particolari e sono:
-atlante, che è la prima vertebra cervicale a cui manca il corpo vertebrale e il processo spinoso sull’arco
vertebrale. È costituita dal solo arco vertebrale che si divide in processi articolari e processi trasversi. Questi
ultimi presentano un foro trasversario. Vi sono inoltre sempre nell’arco vertebrale le masse laterali, che
consentono il sostegno dell’osso occipitale del cranio, permettendo i movimenti di flesso e estensione (su e
giù della testa)
-asse che è la seconda vertebra cervicale che presenta il corpo vertebrale fuso col corpo vertebrale della
prima vertebra e per questo motivo prende il nome di dente. È costituita quindi da :
-un corpo vertebrale
-un arco vertebrale su cui vi sono i processi articolari, i processi trasversi con 2 peduncoli e 2 fori
trasversari, che come prima, permettono il passaggio di vene e arterie, e un processo spinoso.
Il dente permette i movimenti di rotazione del cranio.
Le vertebre toraciche sono 12 e formate da :
-un corpo vertebrale, su cui, a differenza di quelle cervicali, ci sono 2 faccette costali, che si articolano con
le coste.
-un arco vertebrale su cui sono presenti i processi articolari, i processi trasversi (su cui sono presenti anche
qui 2 faccette costali, che fungono da articolazione della costa) e un processo spinoso molto lungo
Le vertebre lombari sono formate da:
-un corpo vertebrale più grande e tozzo degli altri
-un arco vertebrale su cui sono presenti i processi articolari, i processi trasversi, divisi in processi
castiforme, mammillare e accessorio, e un processo spinoso più corto di quello toracico.
Le vertebre sacro-coccigee sono invece delle vertebre tutte unite insieme e possono essere 3 o 4 vertebre.

Cassa Toracica
Risulta essere formata da 12 vertebre toraciche e 24
coste, che a loro volta sono formate da:
-una testa, che attraverso una artrodia si unisce al
corpo vertebrale
-un collo
-un tubercolo costale, che attraverso un’artrodia si
unisce al processo trasverso
-un corpo, che mediante la cartilagine costale si
articola con lo sterno
-cartilagine costale, che grazie ad una sintrondosi
(ovvero un’articolazione che può ossificare,
divenendo cosi una sinostosi) si unisce allo sterno
-uno sterno che è costituito da un manubrio, un
corpo e un processo xifoideo.
Le prime 7 paia di coste sono dette vere perché si uniscono allo sterno nella porzione anteriore, mentre le
restanti sono invece definite false in quanto la 8, la 9 e la 10 si uniscono allo sterno solo grazie a della
cartilagine costale della settima costa, mentre le altre 2 non sono collegate allo sterno (sempre dette false)

Articolazioni
Le articolazioni sono strutture che tengono insieme 2 o più ossa. Si
dividono in sinartrosi e diartrosi. Le sinartrosi sono articolazioni fisse
che si dividono in:
-suture, si formano tra ossa piatte (come quelle del cranio) e possono
essere dentate, (è una sutura a forma di zig-zag nel cranio) squamose
(come quelle dell’osso temporale del neurocranio e è costituita da due
ossa che si sovrappongono. In un osso abbiamo un'inclinazione verso il
basso, mentre nell'altro abbiamo un'inclinazione che va verso l'alto,
sovrapponendosi), armoniche (come quelle delle ossa nasali dello
splancno cranio e sono soprattutto suture lineari);
-sinfisi, (dette anche articolazioni semimobili) si formano tra i corpi vertebrali e permettono movimenti
limitati dovuti al fatto che sono costituite da un disco di cartilagine e presentano al centro un nucleo
polposo che ha il ruolo di lubrificare e ammortizzare gli urti;
-sincondrosi, si forma tra cartilagine costale e sterno. È costituita da cartilagine che poi può ossificare
prendendo il nome di sinestosi.
Le diartrosi sono invece articolazioni mobili composte da tre parti principali: superficie articolare, che è una
copertura di cartilagine con una struttura complementare all’osso, una capsula articolare, che è invece la
struttura che serve a mantenere le ossa della diartrosi, e la cavità articolare, che presenta internamente un
liquido, detto liquido sinoviale. Le diartrosi, in base al movimento, si dividono in:
- enartrosi, in cui la superficie articolare è di forma sferica. I movimenti consentiti sono flesso-estensione,
adduzione e abduzione, e rotazione (articolazione del ginocchio).
- condiloartrosi, presenta una superficie articolare ellittica, e il
movimento consentito è la circumduzione (articolazione del polso).
- a sella, con una superficie articolare a forma di sella. I movimenti
consentiti sono movimenti angolari (articolazione del pollice).
- ginglimo angolare, con una superficie articolare cilindrica e
perpendicolare al piano del movimento. I movimento consentiti
sono flesso-estensione (gomito).
- ginglimo laterale, con una superficie articolare cilindrica e parallela
al piano del movimento. I movimenti consentiti sono quelli di
rotazione (gomito).

APPARATO URINARIO
La funzione dell’apparato urinario è quella
della depurazione del sangue dalle scorie del
metabolismo cellulare e dell’eliminazione
dall’organismo di queste sostanze mediante
l’urina. L’apparato comprende un organo
che elabora l’urina, ovvero il rene, un
sistema escretore fatto da calici, pelvi renali
e bacinetto e uretere, un serbatoio che è la
vescica e un canale che collega la vescica con
l’esterno che è l’uretra. Il rene è a forma di
fagiolo e filtra e purifica il plasma sanguigno,
portando quindi alla formazione dell’urina. È
una grossa ghiandola che si trova nella
regione lombare ai lati della colonna vertebrale, essenzialmente vicino alle ultime due vertebre dorsali e
alle prime 3 vertebre lombari. Il rene destro è situato più in basso rispetto al sinistro, a causa della
pressione esercitata dalla presenza del fegato. Il rene è formato da una parte corticale, che è formata da
una zona labirintica e dalla zona delle piramidi del Ferrein, e una parte midollare, formata dalle piramidi
del Malpighi e dalle colonne del Bertin. La zona labirintica, o convoluta contiene le unità funzionali del
rene, i nefroni, i tubuli contorti di 1° e 2° ordine (o tubuli convoluti prossimale e distale). Le piramidi del
Ferrein sono strutture midollari che si proiettano verso la parte corticale, e sono formate da tubuli
collettori. Le piramidi del Malpighi sono formate contengono i tubuli collettori che convergono nei tubuli
retti. Le colonne del Bertin sono dei raggi costituiti dalle anse di Henle, che sono in pratica dei tubuli
deputati all’assorbimento. In particolare sono costituiti da una parte discendente, che è permeabile e per
questo d eputata all’assorbimento dell’acqua, e una parte ascendente, che è invece impermeabile e per
questo deputata all’assorbimento dei soluti.
Il nefrone (la parte filtrante del rene) è formato da tubuli di cui il primo segmento, a fondo cieco, prende il
nome di capsula del Bowman ed accoglie dei capillari arteriosi (glomerulo renale) che si originano dalla
suddivisione della arteria afferente al glomerulo. Da questi capillari, invece di originarsi una vena, si origina
invece un’altra arteria (arteria efferente), che fornisce il nome a questa regione di rete mirabile (con questa
singolare caratteristica). Questo glomerulo vascolare, insieme alla capsula di Bowman formano il
corpuscolo renale del Malpighi, che presenta due poli: uno vascolare, attraverso cui penetra l’arteria
afferente e fuoriesce l’arteria efferente, e un polo urinifero, attraverso cui il plasma filtrato viene
trasportato nel secondo segmento del nefrone, ovvero nel tubulo convoluto prossimale (1° ordine).
Questo è un sottile tubulo ripiegato su se stesso che convoglia il plasma verso l’ansa di Henle, per poi finire
successivamente nel tubulo convoluto distale (2° ordine). Quest’ultimo si collega col sistema dei tubuli
collettori, da cui inizia il trasporto dell’urina verso l’esterno. Questi tubuli infatti convergono nei tubuli retti
che terminano all’apice delle piramidi del Malpighi (nella parte midollare del rene). L’urina viene raccolta
nei calici renali maggiori che si aprono poi in una cavità, detta bacinetto (o pelvi renale). Proprio dal
bacinetto si origina l’uretere, che è un lungo canale muscolo-membranoso, che termina con la vescica.
Tutte le vie renali sono parti (calici, bacinetto, uretere), ma infine si uniscono in un’unica formazione, la
vescica, e da qui poi si continua nel canale dell’uretra. La vescica è una sacca di forma appiattita (quando è
vuota) o di aspetto ovalare (se riempita). In basso, nell’uomo, poggia sulla prostata, mentre nella donna,
sulla vagina. Dei legamenti la sostengono e sono collegati in alto con l’ombelico e posteriormente con gli
organi intestino retto, utero e vagina. Alla base della vescica vi sono le aperture dei due ureteri, e una volta
riempitasi, la vescica viene sollecitata a contrarsi grazie alla robusta parete muscolare liscia, spingendo così
l’urina nel canale uretrale. Questo canale nella donna è molto corto e termina con la regione della vulva,
mentre nell’uomo è più lungo e il suo ultimo tratto è contenuto nel pene, terminando nella parte centrale
del glande, mediante un orificio detto meato urinario (nella donna è detto meato uretrale). Solo nel
secondo tratto del canale uretrale c’è una porzione di muscolatura striata che permette la regolazione
volontaria dell’emissione dell’urina.

SISTEMA DIGERENTE
Il sistema digerente presenta la struttura di un lungo tubo in
cui sono presenti numerosi organi adibiti alla digestione del
cibo. La digestino inizia con la bocca, che è costituita da un
solco sottolinguale, da un palato duro, un palato molle,
dall'arcata dentale e in posizione anteriore dal vestibolo
labbiale della bocca. Lateralmente abbiamo le guance e
posteriormente l'istmo delle fauci. Nella bocca sono
presenti numerose ghiandole salivari maggiori e minori:
- le minori sono le labbiali, le palatine e le sottolinguali
- le maggiori sono sottomascellari, sottomandibolari,
sottolinguale e parotide.
Per quanto riguarda il ruolo della saliva, è quello di rendere il
cibo più compatto, iniziare la digestione, e un ruolo di difese con plasmacellule per la difesa immunitaria e
per lubrificare la cavità boccale. Poi sono presenti enzimi, quali amilasi salivare per iniziare la digestione.
Dopo l'istmo delle fauci, il cibo entra nell'orofaringe, passa nella laringo-faringe, senza entrare nella laringe
grazie all'azione dell'epiglottide (ovvero la struttura cartilagine che chiude l'adito laringeo).
Successivamente c'è l'esofago, e presenta nella parte interna delle cellule che producono una sostanza
mucosa per far scivolare il bolo alimentare. L'esofago si divide in zona cervicale, zona toracica, zona
diaframmale e zona addominale. Quando il bolo attraversa il diaframma e arriva nella zona addominale,
attraversa un canale detto cardias, attraverso cui entra nello stomaco. Qui il cibo non può risalire grazie alla
formazione di una bolla d'aria che non permette il reflusso del cibo. In questa regione del sistema digerente
vi sono i succhi gastrici, che servono a demolire i carboidrati, a emulsionare i grassi e iniziare la digestione
delle proteine. Successivamente, dopo lo stomaco, vi è un altro canale attraverso cui passa il bolo
alimentare che ora prende il nome di chimo, detta piloro, che è un muscolo che si apre quando il cibo vi
passa attraverso, mentre si richiude una volta che il cibo è transitato . Dopo il piloro, inizia l'intestino.
l'inizio dell'intestino è l'intestino tenue e si divide in tre porzioni di cui la prima è il duodeno, diviso in 4
zone: una porzione superiore, una porzione discendente, una porzione orizzontale e una ascendente, in cui
è presente una flessura, detta flessura duodeno-digiunale. Nel duodeno viene rilasciata la bile e il succo
pancreatico (la bile deriva dal fegato) e sono utilizzati per digerire carboidrati, proteine e emulsionare i
grassi. Dopo il duodeno sono presenti il digiuno, che continua la digestione e l'assorbimento delle sostanze
nutritive, e l'ileo, che svolge la stessa funzione. L'ileo è seguito dall'intestino crasso, attraverso la valvola
ileo-ciecale. L'intestino crasso è diviso in cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente,
sigma e retto, e durante il passaggio del chimo nell'intestino crasso vi è l'assorbimento dell'acqua e di
sostanze nutritive.

SISTEMA RIPRODUTTORE
MASCHILE
Per quanto riguarda gli organi
della riproduzione maschile,
questi sono il testicolo e il pene.
Il testicolo è a forma di noce e si
trova in una sacca detta scroto,
che è posizionata all'esterno del
corpo. Questo avviene perchè
nei testicoli vi è la maturazione
degli spermatozoi, che per maturare hanno bisogno di una temperatura inferiore rispetto alla temperatura
corporea. All'interno dei testicoli ci sono diversi tubuli seminiferi, in cui vengono prodotti gli spermatozoi e
il rilascio di alcuni ormoni maschili come il testosterone. Dopo la produzione, gli spermatozoi si spostano
attraverso il canale deferente, in cui entrano in contatto con diverse ghiandole, quali vescicole seminali, la
prostata e la ghiandola bulbo-uretrale. Le vescicole seminali nutrono gli spermatozoi attraverso l'utilizzo di
zuccheri. La prostata protegge gli spermatozoi attraverso un liquido che li protegge dall'acidità vaginale,
mentre le ghiandole bulbo-uretrali producono un liquido viscoso e fluidificante emesso durante
l'eiaculazione. Quando questo liquido è unito agli spermatozoi si parla di sperma. Gli spermatozoi
continuano lungo il canale deferente e infine sbocca nell'uretra. Da qui poi fuoriusciranno attraverso
quest'ultimo canale, la cui parte terminale termina nel pene, che è l'organo copulatore maschile.

SISTEMA RIPRODUTTORE FEMMINILE


I principali organi genitali femminili sono interni e comprendono la vagina,
l'utero, le tube di Falloppio e le ovaie. I genitali esterni formano nel loro
insieme la vulva che comprende il monte di Venere, il clitoride, le grandi
labbra e le piccole labbra, tutti direttamente visibili.
Le ovaie sono organi pari che si trovano contro la parete laterale del piccolo
bacino. Hanno il compito di produrre le cellule germinali femminili od oociti
e di secernere gli ormoni estrogeno e progesterone, oltre ad una piccola
quantità di androgeni (funzione endocrina). Gli oociti una volta maturati in
ovuli raggiungono le tube di falloppio che sono due organi tubolari pari e
simmetrici che collegano l'ovaio alla cavità uterina. Le tube sono rivestite dal peritoneo e hanno il compito
di captare sia l’ovocita che lo spermatozoo per permettere la fecondazione. Se la fecondazione avviene,
l’ovulo fecondato si sposta nell’utero che è un organo impari a forma di pera con una spessa parete
muscolare costituita da tre tessuti: il perimetrio, il miometrio e l’endometrio (è un epitelio cilindrico
monostratificato che ad ogni ciclo mestruale si stacca causando la perdita di sangue durante le
mestruazioni). L’utero presenta un corpo ed un collo, il collo in particolare anche detto cervice comunica
con la vagina che è un canale muscolare dalle pareti sottili ma robuste attraverso il quale passa il feto
durante il parte e termina con la vulva. È anche la "camera" che accoglie il pene maschile durante il
rapporto sessuale. Alcune ghiandole poste attorno alla sua apertura secernono un muco lubrificante
durante l'eccitazione sessuale, per favorire l'accoppiamento. L'apertura verso l'esterno della vagina è
parzialmente chiusa da una sottile membrana, l'imene, che può rompersi durante i primi rapporti sessuali.
Per quanto riguarda la vulva abbiamo già detto che comprende:
- Monte di Venere: è un cuscinetto adiposo situato sopra l'osso pubico (“monte del pube”) a formare una
lieve rilevanza. Durante la pubertà si ricopre di peluria.
- Clitoride: è una piccola gemma situata nella parte superiore della vulva, alla congiunzione delle grandi
labbra. È ricchissimo di nervi e di vasi sanguigni e influisce insieme alle grandi labbra costituisce la parte più
sensibile ed erogena per la maggior parte delle donne.
- Grandi labbra: localizzate nella vulva, le grandi labbra sono le pieghe cutanee più esterne dei genitali
femminili e possono variare, per forma e dimensioni, da una donna all'altra. Dopo la pubertà, si ricoprono
di peluria.
- Piccole labbra: Localizzate nella vulva, le piccole labbra sono le pieghe cutanee che si trovano più
all'interno.

OCCHIO
Il bulbo oculare è allocato nella cavità orbitaria, che lo
contiene e lo protegge. Essa è una struttura ossea a forma di
piramide, con apice posteriore e base anteriore.
La parete del bulbo è formata di tre tuniche concentriche che,
dall'esterno verso l'interno, sono:
- Tonaca esterna (fibrosa): formata dalla sclera e dalla cornea.
- Tonaca media (vascolare) detta anche uvea: formata
dalla coroide, dal corpo ciliare e dal cristallino.
- Tonaca interna (nervosa): la retina.

La tonaca esterna funge da attacco per i muscoli estrinseci del


bulbo oculare, quelli cioè che permettono la sua rotazione
verso il basso e l'alto, verso destra e sinistra ed obliquamente,
verso l'interno e l'esterno.
E’ formata dalla sclera, che è una membrana resistente ed
opaca ai raggi luminosi, e dalla cornea, che è una struttura
trasparente priva di vasi sanguigni, e che viene perciò nutrita da quelli della sclera. La cornea è formata da
cinque strati sovrapposti, di cui quello più esterno è formato da un epitelio pluristratificato; i sottostanti tre
strati sono formati da tessuto connettivo e l'ultimo, il quinto, di nuovo da cellule epiteliali ma in un unico
strato, chiamato endotelio.
La tonaca media o uvea è una membrana di collagene ricca di vasi e di pigmento ed è interposta tra sclera e
retina. Ha funzione di sostegno e nutrizione per gli strati della retina che sono a contatto con essa. È divisa,
dall'avanti all'indietro, in iride, corpo ciliare e coroide.
L'iride è quella struttura che porta il colore dei nostri occhi. È a diretto contatto col cristallino ed ha un foro
centrale, la pupilla, attraverso cu passano i raggi luminosi.
Il corpo ciliare è posteriore all'iride ed è rivestito all'interno da una porzione di retina detta "cieca" perché
non contiene alcun fotorecettore e non partecipa perciò alla visione.
La coroide è un supporto per la retina ed è molto vascolarizzata, proprio per nutrire l'epitelio retinico. È di
colore bruno ruggine, per la presenza di un pigmento che assorbe i raggi luminosi impedendone la
riflessione sulla sclera.
La tonaca interna è formata dalla retina che è una sottile pellicola trasparente formata di dieci strati di
cellule nervose, tra cui, nella sua porzione non cieca detta retina ottica, i coni ed i bastoncelli, che sono
i fotorecettori deputati alla funzione visiva.
I bastoncelli sono deputati alla visione crepuscolare, cioè vedono solo in bianco ed in nero.
I coni sono in numero minore e servono per la visione distinta dei colori, contenendo tre tipi diversi di
pigmento. Sono concentrati quasi tutti nella fovea centrale, che è un'area a forma di ellissi e che coincide
con l'estremità posteriore dell'asse ottico (la linea che passa per il centro del bulbo oculare). Essa
rappresenta la sede della visione distinta.
I prolungamenti nervosi dei coni e dei bastoncelli si uniscono tutti insieme in un'altra porzione di retina
molto importante, che è la papilla ottica. Essa viene definita come il punto di emergenza del nervo
ottico (che porta l'informazione visiva alla corteccia cerebrale, la quale a sua volta la rielabora e ci permette
di vedere le immagini), ma anche dell'arteria e della
vena centrale della retina.

ORECCHIO
L'orecchio umano si compone di tre parti distinte:
- orecchio esterno: è il collegamento con l'esterno,
ha il compito di convogliare e amplificare i suoni. E’
infatti costituito dal padiglione auricolare e dal
condotto uditivo esterno. Il padiglione auricolare è
costituito da cartilagine rivestita dalla pelle
strettamente adesa ad una sottostante membrana di
tessuto connettivo, il pericondrio. La sua funzione è
quella di raccogliere i suoni per inviarli all'interno del
condotto uditivo. Il condotto uditivo è una galleria
dalle pareti lisce provvista di peli e di ghiandole
sebacee e ghiandole ceruminose, il cui secreto ricco
di cere ha una funzione protettiva.
- orecchio medio: è il tramite tra l'esterno e l'interno, trasforma le onde di pressione sonora in vibrazioni
meccaniche. E' una cavità ossea contenuta nella rocca petrosa dell'osso temporale. Al termine del condotto
uditivo si trova la membrana del timpano, che è una sottile membrana sensibile alle onde sonore. Le
vibrazioni raccolte dalla membrana del timpano, vengono trasmesse a tre ossicini detti catena ossiculare (i
più piccoli del corpo umano): il martello, direttamente a contatto con la membrana del timpano attraverso
il manico, l'incudine e la staffa a contatto col labirinto attraverso la finestra ovale e stabilizzata dal muscolo
stapedio (il più piccolo muscolo del corpo umano lungo circa 1 mm). I tre ossicini sono contenuti in una
cavità, la cassa del timpano, che comunica all'esterno attraverso un piccolo canale lungo 3-4 cm, la Tromba
di Eustachio, che sbocca nella faringe. In questo modo l'orecchio è collegato con la gola e ciò permette di
mantenere in equilibrio la pressione dell'aria al di là e al di qua del timpano.
- orecchio interno: è l'elemento organizzatore e recettore dei suoni: trasforma l'energia cinetica delle
vibrazioni meccaniche in energia elettro-chimica per inviarla all'area acustica della corteccia cerebrale.
L'orecchio interno comprende anche l'apparato vestibolare, responsabile del senso dell'equilibrio.
In generale è composto da due porzioni, definite "labirinti":
- Labirinto osseo: la cavità interna ossea scavata nell'osso temporale.
- Labirinto membranoso: presente internamente al labirinto osseo.
Tra le due porzioni di labirinto è presente un liquido, definito perilinfa, mentre internamente agli organi del
labirinto membranoso è presente l'endolinfa. Nell'orecchio interno, assieme all'apparato cocleare troviamo
gli organi del senso dell'equilibrio, detti apparato vestibolare. L'apparato vestibolare utilizza l'endolinfa e
cellule neurosensoriali allo stesso modo della coclea per spedire al cervello informazioni riguardanti
posizione, rotazione e accelerazione della testa e del corpo. E' formato da due organi otolitici, il sacculo e
l'utriculo, e da tre canali semicircolari. I canali semicircolari recepiscono le accelerazioni angolari grazie alla
forza inerziale che l'endolinfa esercita sulla cupola nelle ampolle.
GLI ARTI

Gli arti sono quattro: due arti


superiori e due arti inferiori. L'arto
superiore è formato dal braccio,
dall'avambraccio e dalla mano, si
collega alla colonna vertebrale per
mezzo del cinto scapolare (formato
da due ossa: la scapola e la caviglia).
Lo scheletro del braccio è costituito
da un solo osso, l'omero. Lo
scheletro dell'avambraccio
comprende invece il radio e l'ulna.
La mano infine, è costituita da ben
27 ossa: le ossa del carpo, quelle
del metacarpo e le falangi (che si dividono in falangi prossimali, medie e distali). Gli arti inferiori sono
collegati alla colonna vertebrale mediante il cinto pelvico, formato dalle ossa
del bacino (ilio, ischio e pube). Nell'arto inferiore distinguiamo tre parti: la coscia, la gamba e il piede. Lo
scheletro della coscia è costituito da un solo osso, il femore. lo scheletro della gamba comprende invece
la tibia e il perone. Il piede è costituito da ben 26 ossa: le ossa del tarso, quelle del metatarso e le falangi
(che si dividono in falangi prossimali, medie e distali).

Le articolazioni dell’arto superiore comprendono quelle della cintura toracica e quelle dei diversi segmenti
della parte libera dell’arto. Le articolazioni sono quindi:
- Articolazione sterno-clavicolare.
- Articolazione acromio-clavicolare
- Articolazione scapolo-omerale (o della spalla)
- Articolazione del gomito.
- Articolazione radio-ulnare distale
- Articolazioni della mano

Le articolazioni dell’arto inferiore comprendono le articolazioni della cintura pelvica e le articolazioni della
parte libera. Le articolazioni sono quindi:
- Articolazione sacro-iliaca.
- Sinfisi pubica.
- Articolazione sacro-coccigea.
- Articolazione dell’anca (o coxo-femorale).
- Articolazione del ginocchio.
- Articolazioni tibio-fibulari prossimale e distale.
- Articolazione tibio-tarsica.
- Articolazioni del tarso.
- Articolazioni tarso-metatarsali.
- Articolazioni intermetatarsali.
- Articolazioni metatarso-falangee.
- Articolazioni interfalangee.

FINE.

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