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Reni e sistema urinario

Rene deriva dal verbo greco rhin= scorrere

Il primo a studiare l’anatomia del rene fu Malpighi. Il rene fa padre del l’addome e
fa parte del sistema
urinario che ci fa
ripulire il sangue da
soluti e scorie escrete
attraverso l’urina. Il
sistema urinario
contiene sia organi
addominali che organi
pelvici e peritali. Tra gli
organi addominali
troviamo il rene e i
dotti da cui esce
l’urina. L’urina è
prodotta proprio dal
rene. Gli ureteri (parti
della parete
addominale come il
rene) che sono gli
organi collettori che
conducono l’urina
dalla pelvi renale alla
vescica. Tra gli organi
pelvici e peritali
abbiamo i già citati
ureteri che trasportano
l’urina, la vescica che conserva l’urina proveniente dagli ureteri e l’uretra deputata
al trasporto dell’urina
dalla vescica
all’esterno. Il rene ha
funzione esocrina ed
endocrina. La
produzione di urina
è esocrina. Questa
funzione non si
limita a ciò. Produrre
urina signi ca
regolare i uidi
corporei
mantenendo
costante la quantità
di liquido e di
plasma nel sangue.
D’estate produco
meno urina perché
fl
fi
l’escrezione è data dalla
sudorazione. Oltre alla
regolazione dei uidi
corporei esso regola il
bilancio salino e quindi
l’osmolarità del corpo.
Quando c’è
l’eliminazione di acqua,
va via anche glucosio
sali amido etc quindi
vari soluti. Ciò signi ca
che c’è anche
regolazione metabolica
di ph perché alcuni
soluti sono carichi
(bicarbonato o sodio ad
esempio). Inoltre elimina
i ri uti nitrogeneati
idrosolubili ossia tutti
qui composti a base di
azoto che non servono
al corpo per nessuna
funzione metabolica. La
funzione più importante
è la regolazione della pressione sanguigna. Per la funzione endocrina del rene
ricordiamo l’importante sistema renina-angiotensina-testosterone che regola il ph,
la pressione del sangue e il volume dei uidi corporei. La renina è prodotta dal rene
e interagisce con aldosterone e angiontensina. I reni producono anche
prostaglandine e bradichidine che sono mediatori della regolazione arteriosa e
quindi dei uidi corporei. Il rene è un regolatore di growth factors producendo
l’eritropoietina che fa produrre al midollo osseo globuli rossi che aumentano le
prestazioni respiratorie (facendo analisi dell’epo vedi chi si è dopato). Altro bilancio
dato dai reni è il bilancio del calcio fondamentale agli osteoblasti per formare osso.
Il rene produce vitamina D3 che si attiva però solo con Ia luce solare. Senza
Vitamina D3 aumenta il rischio di osteoporosi.

Anatomia e siologia del rene:

i due reni a destra e sinistra


nono sono nella stessa
posizione perché il fegato fa
si che il rene di destra sia più
basso. I reni sono vicini ai
grandi vasi perché devono
ltrare il sangue dalle
impurità. Le arterie renali
escono perpendicolari
all’aorta perché per il
principio di Bernoulli se sul
usso mettiamo un uscita a
fl
fi
fi
fl
fi
fl
fi
fl
T sfruttiamo il usso
laminare al 100% con una
maggiore intensità e una
maggiore pressione. Il
rene è un viscero
retroperitoneale e occupa
la zona della fossa renale.
È in una regione della
fossa lombare situata al
di sotto del diaframma.
Non ha mesi. Le fosse o
logge renali si trovano tra
T11 ed L3
concettualmente.
Attorno ai reni c’è
adipe detto
capsula adiposa
(se si è
anoressico i reni
si possono
disclocare perché
c’è la beanza che
si assottiglia)
(L’adipe forma
una specie
sacchetta), il
grasso infatti
entra dentro al
rene. T11 indica
il lato superiore del
rene di sinistra e L11 il polo inferiore del rene di destra. Le coste false ossa 11 e 12
abbracciano i reni a protezione. Il muscolo trasverso dell’addome crea una fascia
muscolare (ossia tessuto connettivo) detta fascia renale di Gerota, che va sopra al
rene e sorregge i reni tenendoli in posizione senza farli spostare. La fascia del
trasverso si divide in due foglietti che abbracciano i reni anteriormente e
posteriormente. Avanti e dietro la fascia c’è grasso. Il grasso tra fascia e peritoneo
e in generale tra altri muscoli addominali si chiama grasso parafrenico. Il grasso tra
rene e fascia renale del Gerota è il grasso perifrenico. (Vicino alle vertebre c’è il
muscolo psoas). Superiormente, anteriormente e mediamente al rene i foglietti del
trasverso si riuniscono. Solo inferiormente la loggia renale è aperta e riempita di
grasso. Se ho un tumore renale, le cellule tumorali possono cadere nella pelvi. Con
la perdita di peso e la perdita di grasso si può avere infatti nefroptosi in cui il rene
cade sulla cresta iliaca e l’arteria renale che è perpendicolare si piega provocando
occlusione. Può interferire anche con gli ureteri e con il usso urinario creando
anche calcoli e altre complicanze.

Rapporti dei reni: il rene destro ha rapporti superiormente quasi solo con il fegato
e con la ghiandola endocrina detta surrene. medialemente e a destra con la
fessura colica. Mediamente a sinistra con colon discendente e digiuno.
fl
fl
Inferiormente con
l’intestino tenue. Il
rene sinistro prende
contatto
superiormente e a
sx con lo stomaco la
milza e il pancreas.
Mediamente con la
fessura colica
sinistra e con il
colon discendente e
inferiormente con il
digiuno.Il muscolo
psoas ha rapporti con l’ileo renale. Esso si congiunge con l’ileo e forma l’ileopsoas
e va a nire nella gamba connettendo cavità addominale e arti inferiori. I reni hanno
rapporto ai nervi ilioipogastrici e ilioinguinale. Quando il rene da fastidio a questi
nervi come ad esempio un ascesso, il dolore riferito è inguinale. (dal plesso
lombare): nervi motori per i muscoli della parete del tronco e sensitivi per la cute
sovrastante. Un anomalo ingrossamento del rene (specie se di Dx) provoca un
dolore riferito in questa zona anteriore

Facce anteriore e posteriore sono convesse, la parte mediale è concava e contiene


l’ilo renale che permette l’entrata di vasi. È avvolto da una capsula brosa
connettivale

L’esterno del rene è


detta corteccia o
corticale e l’interno
midollare. La
corteccia può
estendersi tanto verso
l’interno con le
colonne corticali e la
midollare verso
l’esterno con le
piramidi e i raggi.
Queste due strutture
si inembricano e non
sono nettamente
divisi. La corteccia
che si estende dentro
forma le colonne del
berten o renali. Invece le piramidi con la base rivolta verso la corteccia e la punta
verso i calici renali sono invece parte della midollare. Le punte delle piramidi della
midollare niscono all’interno dei calici renali. I calici a contatto con la punta sono
calici minori che con uiscono Neil calice maggiore. Nella piramide si forma l’urina
che poi va verso i calici. I calici maggiori con uiscono nella pelvi renale che
sboccano nell’uretere. Il rene è diviso in lobi e lobuli importanti per la distribuzione
vascolare. La cavità interna è detta seno renale ed è in contatto con l’io renale
ossia la parte esterna. L’Unità funzionale del rene è il lobo e non è facile da

fi
fi
fl
fl
fi
identi care. Il lobo renale è
compreso tra due
emicolonne del berten
(mezze colonne) e
comprende all’interno la
piramide. Comprende
qhindi un pezzo di
midollare e un pezzo di
corticale. I lobuli sono le
divisioni dei lobuli
identi cato come la
propaggine della piramide.

Vascolarizzazione del
rene: il sangue arriva
dalle arterie renali di dx
e sx che fuoriescono al
di sotto del tripode
celiaco
perpendicolarmente e
direttamente dall’aorta.
Entrano nell’ilo e si
dividono in 5 rami
segmentali. Le arterie
segmentali si indovano
nella colonna del berten
te le due piramidi
chiamandosi arteria
interlobare. Da questa
interlobare si diramano le
arterie arcuate che percorrono
la base della piramide e si
dividono poi in arterie
interlobulari ossia nei lobuli da
cui poi esce la nale arteria
a erente che serve per ltrare
il sangue. Questa arteria
a erente fa un gomitolo detto
glomerulo che sta a contatto
con la capsula di Bowman. Dal
glomerulo esce l’arteria
e erente che esce da esso e
segue il tubulo renale dove
ff
ff
ff
fi
fi
fi
fi
incontra delle venule renali e può uscire dal rene attraverso le vene arcuate. Ci
sono due letti capillari è quindi il primo letto, è artero-arterioso e poi si ha quello
artero-venoso questo sistema è detto rete mirabils importante perché tra arteria
a erente e glomerulo vi è una ultra ltrazione. Questa via segue il tubulo dove
avviene il riassorbimento e la secrezione di soluti. L’arteria a erente dove c’è la 1°
rete capillare ossia il glomerulo, entra nell’arteria e erente e va nei capillari
peritubulari ossia, nella 2° rete capillare, dove avviene la parte di riassorbimento e
secrezione. Solitamente l microcircolazione generale dei tessuti è composta da un
sistema ateria-capillare-vena. Invece, la microcircolazione renale, è composta da
arteria a erente-glomerulo-arteria e erente-capillare peritubulare-vena. Inoltre una
seconda distinzione si può fare tra rete mirabilis e sistema portale. Nella rete
mirabilis i 2 letti capillari sono uniti da una arteriola e ha la funzione di favorire gli
scambi di sangue nelle due reti modi cando la pressione. Nel sistema portale
invece, ad unire i due letti capillare c’è una venuta la cui funzione, è quella di
mantenere la concentrazione uguale di sostanze tra le due reti. L’Unità funzionale
del rene è il Nefrone che ultra ltra il plasma, riassorbe, secerne acqua e soluti e poi
fa escrezione. La prima
parte del nefrone è il
corpuscolo renale in cui
c’è l’arteriola a erente che
forma il glomerulo da cui
poi esce l’arteriola
e erente che poi segue la
seconda parte detta
tubulo renale. Nel
corpuscolo avviene
ultra ltrazione nel tubulo il
riassorbimento e la
secrezione. Il sangue
contiene sostanze che
vanno tenute o eliminate o
solo parzialmente
eliminate. Una sostanza A viene ultra ltrata e va direttamente nel tubulo perché
non ne abbiamo bisogno (scoria ad esempio). Una sostanza B come ad esempio
ff
ff
fi
ff
ff
fi
fi
ff
fi
fi
ff
ff
tanto glucosio che viene prima ultra ltrato
nel glomerulo e poi riassorbito nel tubulo e
in parte buttata o secreta via ( ltrazione e
parziale riassorbimento). Una sostanza C
viene prima ultra ltrata poi riassorbita
completamente. Sostanza D viene
ultra ltrata e poi secreta direttamente nel
tubulo perché di scarto. L’80% dei nefroni
sono nella zona corticale utilizzata molto
durante il giorno e avrò urina meno
concentrata. I nefroni possono essere di
due tipi:

-juxtamidollare •(approx. 20%):

a) Situati nella regione juxtamidollare


corticale

b) Concentrano l’urina

-corticale •(approx. 80%):

a) Situati nella parte superiore della


corteccia

b) Non concentrano l’urina

Il 20% sono nefroni juxtamidollari (in


prossimità della midollare e
concentrano l’urine; (quelli che usiamo
durante la notte e cosi da avere urina
più concentrata). La parte del tubulo
che provoca una maggiore
concentrazione è detta ansa di Henle
che è molto più lunga nel nefrone
juxtamidollare. Il tubulo renale ha
funzione quindi di riassorbimento
secrezione ed escrezione. 180 litri di
ultra ltrato vengono prodotti dal
corpuscolo che ultra ltra poi in un
ordine di 10 dove il resto viene
riassorbito dal tubulo. Infatti noi
facciamo 1.8 litri di urine. Il corpuscolo
è fatto da arteria a erente che entra in
un glomerulo che forma dei podociti
ossia dei ripiegamenti aggomitolati. Il

glomerulo è circondato dalla capsula di Bowman che presenta una parte vuota in
cui si concentra l’ultra ltrato. Vi è poi un’arteria e erente. Ricorda che il
corpuscolo renale ultra ltra; mentre, tubuli renali riassorbono, secernono e
escretano

fi
fi
fi
ff
fi
fi
fi
fi
fi
ff
L’endotelio del capillare del
glomerulo (che prende il nome di
ltro glomerulare) è fenestrato poi
vi è una lamina basale e sopra a
questo ci sono cellule dette
podociti che contengono delle
propaggini. Le propaggini sono
un po’ separate e formano il
foglietto di ltrazione che fa
ltrazione. Per ltrare ho bisogno
quindi di endotelio fenestrato con
fenestrazione di 70-100 nm. La
membrana basale glomerulare è
in parte creata dall’endotelio e in
parte dai podociti. Le due
membrane non si fondono ma si
sovrappongono nella lamina
densa. Questa membrana mi
permette di fare il rolling di
alcune cellule più grosse come i
leucociti. La lamina basale è una
rete acelllulare di
glicoproteine e
proteoglicani. I podociti
hanno pedicelli adiacenti
separati da fessure di
ltrazione larghe 20-30
nm e chiuse dal
diaframma di ltrazione.

Il ltro renale blocca


molecole più pesanti di
70 kDa questo mi
permette di far passare
albumina ca. 67 kDa che
in parte verrà ltrata ma
la maggior parte no. Altra
cosa che regola il ltro è
la pressione idrostatica
alta data dalle arterie che
escono perpendicolari
dall’aorta e il usso
laminare che fa si che ciò
che sta al centro del usso vada più veloce e ciò che va ai lati va più lentamente.
Gli eritrociti anche se grandi possono passare nella parte centrale quindi in un
usso laminare, mentre nella parte laterale, c’è la componente plasma e ioni del
ltro. Se aumento la pressione dell’arteriola a erente e diminuisco la pressione del
l’arteriola e erente, aumento la capacità di ltrare quindi ltro più velocemente. 

fi
fi
fi
fi
fl
fi
ff
fi
fl
fi
fi
fi
fi
fl
fi
ff
fi
(Endotelio e podociti)


Se ho tanta pressione succede


il contrario. La pressione
idrostatica del glomerulo è
60mm Hg mentre la pressione
colloido osmotica (quella che i
soluti esercitano) è di 32 mm
hg mentre la pressione della
capsula di bowman è 18 mmhg
quindi la di erenza netta è 10
mmhg (pressione netta =
60-32-18= 10 questa pressione
di 10 mmhg permette la
ltrazione di 180 litri di liquidi al
giorno). Nel plasma abbiamo
ioni proteine etc che sono
cariche positivamente e creano
la pressione colloide osmotica.
Lo Shunt del glomerulo fa si che i capillari siano uniti da tante connessioni che
permettono
che il sangue
si mischi. Nel
glomerulo
troviamo le
cellule del
mesangio che
sono
macrofagi
specializzati.

Sono cellule
fi
ff
con capacità fagocitaria e contrattile: puliscono il ltro glomerulare da complessi
immuni e residui cellulari. Con le loro capacità contrattili contribuiscono a regolare
il usso sanguigno nei capillari glomerulari. Derivano dalle Cellule Mesangiali
Extraglomerulari (Lacis Cells),  poste fuori del glomerulo, nel polo vascolare e parte
dell’apparato iuxtaglomerulare

SHUNT del GLOMERULO

Il tubulo renale è fatta da 4 parti diverse:

• tubulo prossimale che esce dalla capsula di bowman che si occupa del
Riassorbimento del 65% ultra ltrato

• ANSA di Henle che nella sua parte ascendere va nel tubulo distale che si
occupa del riassorbimento del 25% dell’ultra ltrato

• Il tubulo contorto distale prosegue nei dotti collettori e si occupa del


riassorbimento del 5% di ultra ltrato

• dotti collettori che vanno alla pelvi renale che si occupa del 4% del
riassorbimento dell’ultra ltrato

fl
fi
fi
fi
fi
fi
Il tubulo contorto prossimale riassorbe 65% di acqua concentrando di più il
ltrato.

Il tubulo prossimale nella super cie apicale ha tanti microvilli che assorbono
acqua. Le cellule dello strato basale non sono piatte ma hanno delle escrescenze
che buttano fuori acqua in un altra zona detta interstizio renale dove ci sono i
capillari peritubulari che avvolgono tutto il tubulo e permettono di reimmettere
l’acqua recuperata dai microvilli nel sangue. Con il riassorbimento dell’acqua vi è
anche assorbimento di sodio tramite delle pompe Na/Cl con spesa di energia da
parte di ATP prodotto dai mitocondri che in questa zona sono tanti. Il
riassorbimento di acqua è sale è dovuto al mantenimento di un costante ambiente
isosmotico evitando shrinking o swelling. Le pompe del tubulo distale si possono
aprire e chiudere perché dipendenti dal sistema RAAS. Il sistema delle pompe
renina dipendente da questo sistema endocrino sono spente d’estate. L’ansa Di
Henle avendo una parete sottile permette che l’acqua esca ma viene subito
riassorbita dai capillari della parte sottile. Nella parte spessa vi è un riassorbimento
fi
fi
di soluti perché l’acqua è maggiore e l’ambiente è iposmotico con il 25% di
riassorbimenti di ultra ltrato.

Il riassorbimento di acqua è ADH-dipendente, senza esso abbiamo il diabete


insipido. Il tubulo contorto prossimale tira acqua dentro mediante dispendio di ATP
usando pompe Na/Cl. Il tubulo distale sfrutta il riassorbimento facoltativo e l’ansa
di henle riassorbe acqua con un sistema controcorrente. La parte sottile dell’ansa
è permeabile ad acqua e soluti quella spessa impermeabile all’acqua ma assorbe
attivamente i soluti. Tubuli e dotti collettori riassorbono acqua mediante sistema
ADH-dipendente. Il rene è strettamente collegato al cuore e pur essendo dislocati,
sono in continua comunicazione perché il rene deve ltrare il sangue che deve
arrivare con un certo volume e possiede dei recettori per capire ciò. L’apparato
juxtaglomerulare assurge alla funzione di percepire cambi di volume e comunicare
col cuore. Il tubulo distale passa al centro tra arteria a erente ed e erente
comunicando con l’arteria a erente grazie ad un gruppo di cellule che formano
l’apparato juxtaglomerulare. Questo apparato ha sensori di osmolarità e recettori
della pressione con un epitelio un po’ diverso perché vicino all’arteriole a erente
(pressocettori o barocettori e sono dette cellule iuxtaglomerulare); i pressocettori
controllano la pressione idrostatica dell’arteriosa a erente. Le cellule che
percepiscono l’osmolarità, ossia gli osmocettori, della pre urina nel tubulo contorto
distale sono detti cellule della “Macula Densa”; essi intervengono quando
diminuisce la pressione arteriosa, il volume ematico e il livello di ultra ltrazione ed
è correlato al sistema RAAS. Inoltre in questa parte vi sono le cellule mesangiali
che ripuliscono e fagocitano scorie e sono macrofagi specializzati del rene. Le
osmocellule e i pressocettori funzionano tramite il sistema RAAS (renina
angiotensina aldosterone) e serve per regolare la pressione. La renina quando si
abbassa la pressione, comunica con il fegato che produce l’angiotensinogeno,
convertendolo in angiotensina I che arriva nel polmone e trova i recettori ACE che
producono angiotensina II Vasocostrittore. Questa ang II attiva il sistema nervoso
simpatico che vasocostringe. Inoltre comunica con il sistema pituitario e con
l’ipo si per produrre ADH che nel rene aiuta l’assorbimento dell’acqua nei dotti
collettori. L’Angiotensina II agisce anche sul surrene (gh. Endocrina) che nella parte
corticale produce aldosterone ossia, un corticoide che fa si che la pressione
sanguigna si alzi e aumenti anche la frequenza cardiaca e aumenta la capacità dei
tubuli di assorbire acqua e NaCl con secrezione di K. Tramite feedback negativo
posso anche spegnere il sistema RAAS (quando sto collassando/svenendo la
prima cosa che succede in ambulanza viene inserita con un ago la siologica per
lo stabilimento dei volumi). L’ADH è un ormone prodotto dalla Neuroipo si che ha
e etto sul rene. È detto vasopressina o ormone antidiuretico. Esso regola la
pressione dei vasi e fa si che i dotti collettori possano assorbire acqua che è una
sorta di ultimo sistema di controllo. Questo sistema agisce molto di notte perché
riassorbiamo la maggior parte dell’acqua e le urine sono più scure. Il rene produce
eritropoietina (EPO) è un ormone che stimola il midollo osseo a produrre globuli
rossi. Questi portando ossigeno ai mitocondri nel tubulo prossimale che serve per
produrre energia. Questo fa si che arrivi più ossigeno ed è una delle zone che
consuma più ATP. Fa si che le cellule staminali della serie eritroide si specializzino
per diventare eritrociti. Nel doping è usato questo ormone perché mi permette di
avere più ossigeno e posso immagazzinare più O2 e quindi fare meno sforzo.
Prodotta dal rene è la vitamina D3 (detta Calcitriolo) che serve a rinforzare la
ff
fi
fi
ff
ff
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ff
ff
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fi
fi
ff
capacità dell’apparato scheletrico di avere calcio ed evitare l’osteoporosi. La
produzione di vitamina D3 stimola la produzione di paratormone (prodotto dalle gh.
Paratiroidee) che ssa il calcio nelle ossa e permette agli osteociti di catturare
calcio. Questo avviene con l’attivazione del Calcitriolo tramite i melaninociti che
assorbono luce che ne permette l’attivazione.

URETERI

Sono i collettori dei reni che portano l’urina alla vescica fanno più parte della cavità
pelvica. Sono dei tubuli muscolari che fanno scorrere urina. L’urina non scorre
come acqua in una grondaia ma a pezzi. Questo perché hanno dei restringimenti
che ne regolano il passaggio. Il primo restringimento sta all’origine nelle pelvi renali
maggiori (giunzione uteropelvica) il terzo decide quando spruzzare urina nella
vescica. Il
secondo passa
nell’incrocio tra le
arterie Iliache
interne ed
esterne. Quando
ci sono i calcoli
essi rimangono
bloccati negli
ureteri (colica
renale) il dolore è
più forte del parto
perché i calcoli si
formano dove
passano vicino a
tanti nervi. Negli
ureteri la mucosa
circolare è
esterna e la
mucosa longitudinale è esterna (al contrario dello stomaco). Gli ureteri prendono
nel maschio contatto con il dotto deferente e nelle donne con le arterie uterine.

fi
PELVI E PERINEO
Quando si parla di pelvi bisogna distinguere due aspetti:

1. LA PELVI COME STRUTTURA OSSEA (CINGOLO PELVICO) E’ un anello osseo


a forma di imbuto formato da: Ilio, Pube e Ischio che connette la colonna
vertebrale ai 2 femori

2. 2. LA PELVI COME CAVITA’ (CAVITA’ PELVICA) E’ uno spazio a forma di


imbuto delimitato dal Cingolo Pelvico

Le ossa della
pelvi ci danno la
stabilità nella
marcia negli
sport e nella vita
praticamente.
Per pelvi o
cavità pelvica si
intende la cavità
con al dietro
l’osso sacro e il
coccige. Parte
dall’ultima
vertebra lombare
L5. L’osso sacro
è fatto da 5 ossa fuse e l’ultima parte
è dato dal coccige. La pelvi bisogna
distinguerla in:

Pelvi ossea e pelvi come cavità. La


pelvi è riferito alla parte ossea. La
cavità pelvica è uno spazio. (Antero
superiormente) La pelvi ossea è detto
cingolo/anello osseo perché le ossa
ossia ileo pube e ischio formano un
anello. Essi si articolano tra di loro
con articolazioni e fusioni. La sin si
pubica è simile al disco
intervertebrale che serve a far
scaricare il peso della parte superiore
del corpo sugli arti inferiori ed è un’articolazione cartilaginea che mette in
comunicazione il corpo del pube di destra con il corpo del pube di sinistra. Il peso
grava maggiormente sul
sacro e sul promontorio
sacrale ma una parte del
peso deve scaricare sulla
sin si pubica (è un sistema
ingegneristico simile alla
cupola di Brunelleschi). La
sin si da addirittura una
indicazione sull’età della
persona. La sin si pubica
fi
fi
fi
fi
è importante per il parto perché la testa
del bimbo passa li vicino e deve potersi
alzare per allargare il pube di dx e sx.
Mediamente l’ileo ha un “ala”
superiormente delimitata dalla spina
iliaca che è un osso piatto. Poi ci sono
delle faccette che si articolano con il
sacro e poi abbiamo il pube che ha due
rami inferiore e superiore a forma di V.
L’ischio ha una tuberosita a forma di M è
una parte sporgente detta spina
ischiatica. La V del pube e la J dell’
ischio formano il forame otturatorio.

Il “promontorio” dell’ileo è
detto linea arcuata che
arriva no al tubercolo
pubico. Lateralmente
osserviamo una strutta
detta acetabolo sul quale
si articola il femore (che ha
una forza con cui si lega di
450 joule) posteriormente
nella formazione del
cingolo troviamo l’osso
sacro e la L5 e il coccige.
La parte promontoriale del
sacro si articola con ileo.
Vi sono dei legamenti che
la rinforzano, la
stabilizzano e che reggono
il sacro e tra strutture
ossee formano 5 forami.
La natura però non ha
pensato alla L5 che può
slittare in avanti e portarsi
con se il nervo sciatico. I
legamenti sono:
sacroiliaco, sacrospinoso
(spina iliaca),
sacrotuberoso e la
membrana otturatoria
dove ci sono due muscoli
superiore ed inferiore
importanti per il
movimento e la
defecazione
rispettivamente. I
legamenti del cingolo
fi
osseo evitano il
ribaltamento ossia
la rotazione
all’indietro e la
disarticolazione
con L5 ed evitano
che cada in avanti
il sacro. Le ossa
pelviche sono
diverse tra uomo e
donna, si dice infatti che il cingolo pelvico è dimor co. Le di erenze principali sono
l’angolo del pube >90° nella donna e <90° nell’uomo. L’entrata superiore del
cingolo pelvico è più
grande e tondeggiante
nella donna quella
maschile è più piccola
e a cuore. Le pelvi
femminili sono di 4 tipi
diversi: androide
(piccola per il parto
per di coltà a far
incuneare la testa)
ginecoide (migliore per
il parto) antropoide e
platipelloide. Le
di erenze nella forma
sono più etniche.

Se noi tratteggiamo
una Linea virtuale
dall’osso
sacro alla
sin si pubica
a forma di C
creiamo la
linea
terminalis o
innominata
che ci fa
capire che
sopra c’è
l’addome e
sotto c’è la
pelvi. Parte
dell’ileo
superiore sta
nell’addome (
è detta pelvi
falsa) e
ff
fi
ffi
fi
ff
abbraccia le anse intestinale. È coincidente con la linea arcuata e sopra essa c’è
l’addome e sotto la pelvi. La cavità pelvica vera è completamente circondata dalle
ossa; quella falsa ha anteriormente parete muscolare e alcuni visceri e lateralmente
ossa. La cavità pelvica vera circondata da ossa, ha un’apertura superiore ed
inferiore. Lateralmente tra sin si pubica e sacro tirando una linea dal promontorio
(parte più alta del sacro) alla sin si delineamo la pelevic brim (stretto superiore
della pelvi) dove passa il vertice della testa del feto. Tra la parte inferiore del
coccige alla sin si c’è una linea immaginaria che è lo stretto inferiore della pelvi ed
è l’uscita. Nello stretto superiore fondamentale per far uscire il bambino, ci deve
essere in angolo di 50/60° che si crea in maniera immaginaria dal piano coronale
dell’ileo al pelvic Inlet (entrambi immaginari). Lo stretto inferiore posteriormente
non ha solo ossa come l’entrata ma ha legamenti quelli sacrotuberosi e nel
momento in cui si indova il bambino con una testa grande questi legamenti si
allungano un po‘. La posizione di ingresso del bimbo è laterale e poi alla ne
perpendicolare.

Il piano che passa attraverso l’illeo ossia l’entrata superiore è obliquò rispetto al
piano coronale. Inoltre vi sono strutture legamentose come legamento
sacrotuberoso

Cosa c’è dentro la pelvi? E com’è fatta?

C’è un pavimento e delle pareti. Il peritoneo è il tetto. I muscoli striati che formano
pareti e pavimento pelvico delimitano una cavità a concavità interna. A causa di
questa concavità i
muscoli del pavimento
contribuiscono a formare
in parte anche le pareti
della cavità. Il peritoneo è
il tetto ed è come un
lenzuolo sulla cavità
pelvica.

Le pareti sono anteriore,


laterale e posteriore e il
pavimento è il diaframma
pelvico. I muscoli del
pavimento sono: (il
muscolo piriforme che si
inserisce nella fossa
ischiatica e prende
contatto con il bacino e si
inserisce anche sul
femore anche se non
forma il pavimento per
una parte della pelvi è
importante)

Il muscolo coccigeo o
ischiococcigeo (ha un
tendine nella tuberosita
ischiatica e un tendine al
coccige) il muscolo
fi
fi
fi
fi
otturatore che ottura il forame tra pube e
ischio; e muscoli elevatore dell’ano fatti dai
muscoli puborettale, pubococcigeo e
iliococcigeo. È quello che impedisce alle
feci di cadere e possiamo controllarlo. È un
muscolo in parte striato quindi è volontario
ma per la tonicità ha un controllo
autonomo. Il muscolo elevatore dell’ano
forma, con la fascia del muscolo elevatore
interno, un arco tendineo. Questi partono
dalle ossa pubiche di dx e sx e vanno a
contattare altre strutture alcuni connettono
due ossa e il puborettale si connette con la
onda del retto. La loro interazione forma
iati: uno anteriore che viene chiuso dai
Muscoli Perineali Profondi (Diaframma
Urogenitale) attraverso cui passano l’Uretra
e la Vagina e uno posteriore che viene
chiuso dal passaggio del Canale Anale e
forma lo S ntere Anale Esterno; entrambi
sono detti elevatori. Questi tre muscoli
hanno un epimisio (capsula connettivale di
collagene di protezione) e si intendinano
formando un tendine
grande detto arco
elevatore dell’ano.
Inferiormente
osserviamo un
particolare
interessante. Il
muscolo puborettale fa
un arco che va da
pube a pube; il
pubococcigeo e
iliococcigeo si innestano
sul coccige e formano tecnicamente il muscolo elevatore dell’ano. Il muscolo
otturatore fa si che si vedano i forami. Forame anale e forame dell’uretra(il
piriforme serve per la postura) e l’otturatore forma il pavimento pelvico. Sotto
questi muscoli abbiamo il perineo e sopra la pelvi. L’arco tendineo fa si che quei 3
muscoli convergono nell’ischial spine. Lo iato anteriore viene chiuso dai muscoli
perineali profondi e ci passano uretra e vagina lo iato posteriore è chiuso dal
passaggio anale e forma lo s ntere anale. Il muscolo puborettale viene chiamato
onda che tira l’ano che è contratto. Il muscolo elevatore dell’ano si protrae alla
vagina potendo causare la vaginite e attorno a uretra grazie alla quale possiamo
fare minzione. (Nel maschio il muscolo elevatore regge anche la prostata. La
caduta di questi organi è detto prolasso)

Il pavimento è fatto dai muscoli elevatori dell’ano e otturatorio e dai muscoli


perineali alcuni profondi e altri super ciali che corrono sotto la pelle. Le fasce di
fi
fi
fi
fi
fi
questi muscoli ci permettono di coprire gli iati laddove non servono tipo vagina e
uretra e creano pressione per separarli anche. Muscoli perineali profondi (più forti)
e super ciali fanno il diaframma urogenitale diverso da maschio a femmina. I
muscoli perineali profondi disegnano lo s ntere dell’uretra sia nel maschio che
nella femmina. Nella femmina disegna anche un 8 tra vagina e uretra. Il muscolo
puborettale abbraccia il retto tirandolo e il suo rilascio permette la defecazione. Sta
sopra i muscoli perineali profondi e nella donna abbraccia la vagina rendendola
stretta e impedendo che ci sia un lume e se la ristrettezza è troppa c’è il
vaginismo, infatti la su contrazione determina la compressione di vagina e uretra.
Tra le due curvature dell’ilio c’è la pelvic brim immaginaria che separa addome e
pelvi. Al di sotto del muscolo otturatorio e elevatore dell’ano c’è il perineo. Nella
parte perineale c’è il grasso areorale. Il puborettale prende dietro contatto con il
rettò e davanti in parte con la vagina sia a dx che sx. Pubococcigeo e iliococcigeo
prendono contatto con
il coccige che fanno da
“tiranti”. La pelvi ha
forma di imbuto.
DALL’ESTERNO LA
CUTE E IL GRASSO
NASCONDONO LA
FORMA PIU’ INTERNA
AD IMBUTO
DETERMINATA DAL
PAVIMENTO PELVICO
Ai lati dell’Ano si
formeranno le FOSSE
ISCHIO ANALI

Il tetto della pelvi è il


peritoneo. Alcuni organi pelvici sono coperti dal peritoneo come la vescica che non
è coperta tutta ma solo superiormente. Nella pelvi femminile il peritoneo deve
lasciare dello spazio
per l’ovulo che
permette alle mbrie
di catturare l’ovulo. Il
peritoneo maschile è
una struttura chiusa
quello femminile
aperto (copre la pelvi
femminile per 1/3).
La cavità pelvica
presenta delle fosse
e dei recessi dati
dall’indovazione del
peritoneo. Nel
maschio tra vescica
e retto (recesso
vescico rettale) nella
fi
fi
fi
femmina sia tra retto e
utero che tra utero e
vescica. Le fasce pelviche
legamento sono importanti
nella donna in quanto,
stabilizzano e ssano la
cervice uterina. Fascia
pelvica legamentosa nel
maschio. Nel maschio
rettò e vescica sono
ssate perché potrebbero
disturbare la digestione (es
vescica piena che 4 duplica la sua grandezza può comprimere un’ansa intestinale.
Stessa cosa quando il rettò è pieno che può comprimere sia anse intestinali che la
vescica creando
francodolori). Un sistema di
tiranti tiene ferme queste
strutture. Un tirante è il
legamento puboprostatico e
dalla vescica al rettò un
legamento rettovescicale. A
proteggere la prostata c’è la
fascia prostatica che ci
protegge ma ci può
danneggiare perché non fa
entrare antibiotici (es
prostatiti sono di cili da
curare ad esempio
nell’ipertro a prostatica o tumori quando si gon a va ad imprimere ciò che c’è
sopra ossia la vescica). Per la fascia pelvica femminile ci sono tiranti anteriori detti
legamento pubovescicali (utero e vescica femminile sono uniti bene) legamento
trasversali che si instaurano nella cervice uterina e legamento uterosacrale tutti e
tre sono legati alla cervice quello trasverso mantiene utero aperto. Il tessuto
adiposo è importante nella fascia pelvica perché deve permette movimento di
alcune strutture come il rettò o l’utero o la vescica. Infatti ci sono degli spazi:
spazio retropubico al davanti della vescica e della prostata (nell’uomo); nella donna
c’è uno spazio tra uretra e vagina e vescica detto spazio vescicovaginale i
uretrovaginale. Poi tra vagina e rettò c’è il centro tendineo del perineo e tra rettò e
colonna detto spazio retroperitoneale (sia maschio che femmina). Il rettò è pieno di
batteri e se supera la mucosa va nella colonna e provoca mielite o encefalomielite.
Ginecologicamente il tessuto adiposo areolare prende dei nomi. Attorno all’ano si
chiama paraproctium (procteo è l’ano) il parametrio attorno al collo dell’utero e
della vagina e poi il paracistio attorno alla vescica (cistico=vescica ). Una lesione
della la fascia pubo cervicale fa si che essa va sulla vagina e si ha incontinenza
perché l’uretra si slabbra e anche un colpo di tosse può provocare perdita urinaria.

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fi
fi
ffi
fi
Visceri pelvici:
Vescica e rettò sono comuni. Nella donna c’è la vagina e cervice uterina e uretra
con forma speci ca. Nell’uomo c’è l’uretra, prostata e scroto. L’utero
embriologicamente
nell’uomo si è involuto.

Sistema urinario: fatto da


ureteri, vescica e uretra.
C’è di erenza tra maschio
e femmina nella discesa
degli ureteri. Nella femmina
sono più lateràli anche la
vescica è diversa e ha una
forma di bisaccia.

La vescica ha una faccia


superiore, due facce
inferolaterali dove ci sono
le imminenze dei due
ureteri e posteriormente
c’è il fundus o base. Dove
ci sono le imminenze degli
ureteri si formano un
triangolo
detto trigone
che fa
convogliare
l’urina verso
l’uscita
dell’uretra. A
parte il
trigone tutto
si può
distendere e
riempirsi. Nel
maschio sotto
la vescica c’è
la prostata che
quando si
ingrossa non
permette alla
vescica di
svuotarsi.
Nella donna la
vescica ha
sotto l’utero.
Siccome la
vescica si può riempire se trattengo troppo tempo la minzione, ho dolore perché
comprimo dei nervi. Il peritoneo poggia sulla faccia superiore della vescica. Tra
vescica e utero c’è il recesso vescico-uterino fatto da peritoneo. Tra utero e retto
ff
fi
c’è un altro recesso detto
vescico uterino. Nel
maschio solo recesso
vescico rettale. La
vescica è un muscolo di
tre fasce muscolari. Uno
strato longitudinale
esterno uno mediano
circolare e uno
longitudinale interno che
assieme fanno il muscolo
detrusore della vescica
che permettono la
spremitura della vescica.
Prima di arrivare all’uretra
ci sono due s nteri fatti
dal muscolo s ntere della
vescica. La prostata sotto
la vescica ha funzione
sessuale anche se sono
collegati perché
l’eiaculazione e la
minzione avvengono dalla
dalla stessa parte. Il
trigono convoglia nel
meato dell’uretra. Il primo
restringimento/s ntere
detto interno
(LISSOSFINTERE) è
quello del muscolo dello
s ntere della vescica e
questo non lo
controlliamo e controllato
dal simpatico e dal
prasimpatico quindi dal
SNA che ne permette la
spremitura. L’epitelio della
vescica è di transizione ed è cubico ma man mano che si riempie diventa
pavimentoso. Lo s ntere esterno è più in alto nella femmina e più in basso
nell’uomo perché il maschio lo ha vicino alla prostata e quindi la donna è più
incontinente. Il muscolo detrusore e muscolo s ntere interno (lissos ntere) sono
lisci. Quello dello s ntere esterno è striato ed è controllato dal SN somatico ed è
chiamato diaframma urogenitale. Il parasimpatico della vescica viene dal plesso
sacrale, dal plesso ipogastrico inferiore e dai nervi splancnici pelvici. Il sistema
simpatico viene dal plesso ipogastrico superiore e dai nervi ipogastrici. Il simpatico
fa rilassare la vescica e contrarre lo s ntere uretrale interno perché non mi serve
minzionare, il parasimpatico fa il contrario. Quando siamo emozionati e il simpatico
fa aumentare la pressione sanguigna avrò maggiore lavoro del rene che non riesce
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
a controllare la pressione e farà si che gli ureteri porteranno urina e il fatto che si
stia riempiendo viene percepito dal corpo come urgenza di minzione. 

Sistema simpatico o toraco-lombare

Sistema parasimpatico

S ntere interno ed esterno devono
essere allineati a nché la minzione
si inneschi.

Retto

Il retto è uguale nel maschio e nella


femmina ma anteriormente avrà
l’utero e nel maschio avrà la
vescica. È un imbuto, l’elevatore
dell’ano lo tira e lo “piega”. Ha 2
essure esterne e 3 pieghe interne.
L’ultima piega si riversa nell’ano
tramite delle trabecole dette tasche
del malpighi che mi di erenzia la
mucosa rettale e quella
anale. Le essure servono
a contenere le feci.
Contiene le colonne del
Morgagni ossia le pieghe
longitudinali del canale
anale, le ghiandole anali o
di Herman e Desfosses
tra s ntere anale interno
ed esterno che secernono
muco per facilitare il
passaggio delle feci;
l’ampolla rettale che
raccoglie e feci; il corpo
cavernoso del retto che è
un sistema artero-venoso
senza capillari; e s ntere
interno ed esterno.
Quando l’elevatore si
rilascia il rettò si rilassa e
riusciamo a defecare. Qui
non ci sono
appendici
epiploiche, tenie,
haustre o pieghe
semilunari che
troviamo nel
colon. Le essure
sono le valvole di
Huston. È
contornato dal
paraprotium ossia
tessuti connettivo.
Se recidiamo il
rettò perdiamo la
fl
fi
fi
fl
fl
ffi
fi
ff
continenza per la regola degli otto centimetri . Servono 8cm per essere continenti.
La linea dentata separa retto e ano. Il sistema autonomo sopra la linea dentata
permette il controllo dell’ ampolla e quello somatico sotto la linea dentata ci
permette lo svuotamento dell’ampolla. I nervi rettali sono i rami del pudendo e
quelli che innervano il muscolo elevatore dell’ano come il nervo puborettale.

Apparato femminile
Utero, tube di
falloppio che si
connette all’utero e
mbrie che
circondano l’ovaio e
in ne la vagina.
Cervice e vagina sono
tirati dai legamenti
mentre il corpo
dell’utero, può
muoversi. Quando il
corpo dell’utero va
verso la cervice c’è la
retro essione
dell’utero che non è
normale. Il peritoneo
cade giù su utero tube
e ovaio chiamato
legamento largo
bucato tra tube e
ovaio per lasciare il
passaggio. Il
legamento largo viene
chiamato meso e in base a ciò che ricopre abbiamo il mesometrio sopra l’utero,
mesovario sopra ovario e mesosalpinge sopra le tube

Dal latino uter o dal greco ystera ( isteritomia operazioni mediche con istero) sta al
di sopra della vescica (Antero verso) ma non è sso solo la cervice uterina lo è
fi
fi
fl
fi
perché vescica e rettò possono essere pieni. Esso disegna attraverso il peritoneo
due recessi (vescico uterino tra vescica e utero; retto-uterino ossia tra rettò e utero
e qui cadono i liquidi peritoneali etc in posizione supina) tube e ovaio sono dietro
all’utero e spostate verso l’alto. Il peritoneo si stende sopra l’utero e prende il
nome di legamento largo e si divide in mesi: mesoovario, mesosalpinge e il
mesometrio. Il mesoovario è bucato così che le mbrie possono catturare l’ovulo.
L’ovaio presenta Il suo meso che lo ssa e lo mantiene in quella posizione ma non
lo ricopre tutto infatti le cellule mesoteliali del peritoneo si continuano con quelle
dell’epitelio germinativo; c’è una estro essione che lo mette in collegamento con
le tube. Ha un legamento ovarico che lo mette in contatto con la tuba soprastante
e lo tiene vicino all’utero. Esso produce gli ovuli e il mesovario si fonde con l’ovaio.
Le mbrie delle tube uterine si spostano sopra all’ovaio.

L’utero si suddivide in fundus, corpo o crevice/collo/portio. Per la vita della donna


la parte più importante è la cervice mentre corpo e fondo sono fondamentali in
gravidanza.
L’ovaio
produce gli
ovuli ma
solo uno
predomina
in genere la
vittoria è
dettata
dall’attività
ormonale.
Esso
diventa
maturo. Le
tube sono
divise in
tube
intramurali
nella parte
iniziale a
seguire
l’istmo delle tube e poi slargano nell’ampolla dove c’è l’ovulo catturato dalle
mbrie viene fecondato qui. Dopo la fecondazione (6-7-8 gg) c’è la fase di
impianto dello zigote nel corpo dell’utero. Le mbrie sono delle delle frange di
tessuto intorno all’ostio (per ostia si intende l’ori zio terminale di un condotto) della
tuba. C’è ne una che fa da guida e capta l’ovulo. Il corpo dell’utero durante la vita
è collabito su se stesso e stretto e si allarga in gravidanza. Spesso l’ovulo
fecondato va o nel fundus o nel corpo. Fuori da queste zone (nelle tube o se cade
fuori dalle mbrie) ci sono le gravidanze extrauterine. La mucosa tra corpo e
cervice sono diverse perché quelle del corpo sono di accoglienza mentre quella
della cervice sono speciali per la riproduzione. La vagina abbraccia il collo
dell’utero formando un angolo ben preciso che permette agli spermatozoi di salire
quindi non è perpendicolare. La zona della cervice è importante perché può essere
colonizzato da HPV cioè papilloma virus. Alcuni tipi di papilloma possono mutare
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fl
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la mucosa della
cervice e portare
a neoplasia della
cervice. Tra
vagina e utero ci
sono degli angoli
ossia l’angolo di
anteversione e di
ante essione
quello della
vagina che
abbraccia la
cervice. Il fornice
vaginale
(allargamento
vicino alla cervice
per permettere il
transito degli
spermatozoi). Se
l’uterò nisce
troppo in avanti o
troppo indietro ci
sono delle
patologie. L’utero
è un muscolo
grande come un
pugnetto anche
se la sua grandezza e lo spessore e le mucose cambiano durante la vita. Il
perimetrio è una capsula derivante dal peritoneo. L’endometrio rappresenta la
mucosa che ha le ghiandole ormonali e il miometrio è muscolo liscio. Il miometrio
ha 3 strati ciascuno con una propria funzione: strato esterno ossia tonaca
muscolare sopravascolare e sono dei fasci longitudinali stabilizzanti; strato medio
tonaca muscolare e strato vascolare che formano i fasci circolari e obliqui, questi
ultimi detti motore del parto; stato interno fatto di tonaca muscolare e strato
sottovascolare che formano i fasci trasversali per le mestruazioni. Il Simpatico
arriva dalle vertebre toraciche basse mentre il parasimpatico dal plesso sacrale
S2-S4. Una eccessiva quantità di muscolo può produrre miomi escrescenze di
muscolo che occupano molto spazio e non permettono l’innesto dello zigote. Nella
parte dell’endometrio vi sono delle ghiandole che nella fase proliferativa fanno si
che ci siano nuove cellule e vasi sanguigno e nella fase secretoria secernono un
liquido zuccherino e lattiginoso per accogliere il feto. Adulti nullipari senza
gravidanza e pluripari che hanno avuto gravidanza. Questi termini si usano per
distinguere le dimensioni. Se si ha un tumore alcuni prendono tamoxifene ossia un
medicinale che anche in menopausa innesca di nuovo le mestruazioni. La
menopausa è una non risposta ormonale. L’utero della neonata è più grande di
quello di una bimba di 4 anni perché ha assorbito alcuni ormoni materni infatti le
neonate possono avere anche accenni di mestruazioni. Le tube sono muscolo che
hanno delle ghiandole lubri canti. Si distingue una sierosa una subserosa una
fl
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fi
muscolare e una mucosa interna. Questi lubri canti permettono all’ovulo di
spostarsi verso lo spermatozoo e verso L’utero. L’Ovaio produce progesterone e
se avviene
fecondazione il
corpo luteo (fatto
di cellule
germinative che
provengono dalla
parte dove c’è la
corona radiata e
sono cellule
endocrine e
neuroendocrine)
dell’ovaio
accoglie e
sopporta la
gravidanza. Per i
primi tre mesi è
lui che sostiene la
gravidanza
mentre dopo la
formazione della
placenta esso si
disgrega. La
vagina abbraccia il collo dell’utero formando lo slargo detto fornice vaginale. Essa
è un tubo muscolo-membranoso che si estende dalla cervice al vestibolo fra le
piccole labbra, ha quindi una porzione muscolare e una zona mucosa. Per gran
parte ha anche un organo esterno che lo protegge. Questo esterno non è pelle
cheratinizzata. Essa ha rapporto con il fondo della vescica e con l’uretra che si
trova anteriormente ad essa e disegna una proiezione su essa. (Uretra femmina più
delicata) e posteriormente con il retto. Il fornice vaginale ha rapporti con gli ureteri
e il sistema urinario e riproduttivo sono uniti (sistema genitourinario infatti le
infezioni della vagina possono in uire sul sistema urinario). Il fornice posteriore è
più profondo di quello anteriore ed è un accesso strumentale al recesso retto-
uterino e quindi alla pelvi. Ricorda che la vagina non è dritta! Ma c’è l’angolo. La
vagina rispetto all’uretra e al retto forma una H. Le pareti anteriori e posteriori
aderiscono normalmente tra loro e impediscono l’entrata di batteri. Prima della
pubertà la vagina è sterile e solo le piccole e grandi labbra contattano con
l’esterno. In pubertà c’è una sorta di prolasso e anche la cervice comunica con
l’esterno. Il limite fra l’epitelio cilindrico monostrati cato della Cervice e quello
squamoso pluristrati cato della Vagina cambia in base allo stato ormonale. Gli
estrogeni producono una esteriorizzazione del tessuto ghiandolare cervicale
funzionale per la fertilità. Questo epitelio cervicale va incontro ad una metaplasia
siologica che lo trasforma in epitelio squamoso pluristrati cato. Come si difende
la vagia da infezioni virali batteriche o micotiche? Innanzitutto vi è un microbiota
vaginale. La vagina non è fatta di cellule cornee cheratinizzate che fanno da
barriera ma producono glicogeno che rappresenta il cibo per i batteri che possono
mangiare il glicogeno come i lattobacilli. Questi sono in grado di creare un certo
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fi
fl
fi
fi
fi
PH acido che impedisce l’entrata di batteri virus e funghi come la Candida
albicans. (La candida vive nella bocca ma il dentifricio che è alcalinizzante rende
impossibile l’innestarsi di batteri. Sulle nostre mani posiamo avere strepto sta lo e
candida) gli antibiotici possono debellare i lattobacilli della vagina e provocare
infezioni. La cervice ha quattro funzioni principali: mestruale, da qui esce il liquido
mestruale; statica, per l’utero; sessuale poiché ha ghiandole che secernono un
liquido che in uenza l’entrata degli spermatozoi; gravidanza forma, tramite
l’escreto ghiandolare, il tappo cervicale che forma una barriera tra vagina e utero.
Nel caso di lesioni precancerose si procede con l’intervento detto conizzazione
che rimuove parte della cervice lesionata.

Apparato maschile
L’apparato maschile si compone di, deferente, vescichette seminali, prostata e
ghiandole bulbouretrali o del Cowper.

Abbiamo innanzitutto il dotto deferente ossia un canale disegnato dalle fasce


addominali che parte dall’epididimo risale nel canale inguinale e sbocca all’uretra
maschile. È il dotto dove vengono convogliati gli spermatozoi dall’epididimo alla
prostata durante l’eiaculazione; essi sono fatti dal 5% di spermatozoi e il resto da
fruttosio zinco
etc. Il dotto è
lungo 40 cm e
largo 3mm è in
comunicazione
con molte
strutture e sbocca
nell’uretra. Ha una
potente struttura
di muscolatura
liscia disposta in
3 strati. Le
strutture che
compartecipano
sono le
vescichette
seminali la
prostata e le
ghiandole bulbo
uretrali che
partecipano alla
formazione di un
liquido (prima
dell’emissione del
liquido seminale)
trasparente ,
alcalino e incolore
che serve a
ripulire l’uretra da
ph acido e residui
fl
fi
di urina. Ha un’alta
concentrazione di fruttosio e
l’alcalinità serve anche a
contrastare il ph acido della
vagina. Le vescichette fanno
il 70% del liquido e la
prostata il 30% del liquido
seminale. La prostata
produce un succo proststico
alcalino che contrasta il ph
acido della vagina. Le
vescichette seminali derivano
embriologicamente dal dotto
deferente anche se questo è
un tubo muscolare mentre le
vescichette sono ghiandole. Il
dotto dall’epididimo quindi
dallo scroto, passa nel canale
inguinale e si rigetta a livello
della pelvi e incontra le
vescichette seminali. Anche se adese hanno due sbocchi (il dotto convoglia solo
spermatozoi mentre le
vescichette solo
fruttosio) ma
con uiscono nei dotti
eiaculatori. (Le
vescichette e il dotto
sono simili alle strutture
del dotto del wirsung e
all’ampolla del Vater)
dal quel momento in
poi si ha già l’eiaculato.
Se ho pressione sul
dotto c’è il blocco del
passaggio degli
spermatozoi. Il dotto è
muscolo maggiormente
e ha una piccola parte
di mucosa che produce
muco che fa scorrere
gli spermatozoi verso la
prostata. Il dotto
deferente si slarga e si
chiama ampolla del
dotto dove si conservano spermatozoi. Le vescichette seminali producono
fruttosio e succo alcalino. La prostata è un organo (grande come una castagna
con l’apice che va verso il basso e la base che punta alla vescica) particolare. È un
po’ obliqua rispetto alla vescica e si trova nell’imbuto della pelvi che è stretto. Esso
fl
presenta un
utricolo
( canalini)
prostatico che
coinvoglia
quello che
esce dalla
prostata
Questo
sistema è
nemente
regolato da
simpatico e
parasimpatico.
Sotto l’utricolo
ci sono le
aperture dei
dotti
eiaculatori che
sono l’ultimo
tratto del
deferente
ormai unito
alle
vescichette
che fanno
uscire
l’eiaculato nel
momento
dell’orgasmo.

La prostata
presenta
anche il
passaggio per
i nervi
cavernosi
diretti verso il
pene che
passano nel
plesso
nervoso
prostatico, la
loro
preservazione
deve assicurata durante gli interventi di prostatectomia. La prostata presenta 5
zone funzionali. Le zone periferica e anteriore. La zona periuretrale che sta attorno
all’uretra. Una transizionale (non produce succo prostatico), zona centrale dove si
immettono i dotti eiaculatori e la zona periferica piena di ghiandole che producono
fi
succo prostatico. Queste zone sono importanti perché si può incorrere in 3
patologie ossia prostatite (infezione della prostata di cile da curare perché i
farmaci arrivano con di coltà) gli anziani so rono l’ipertro a prostatica che si
sviluppa nella zona periuretrale/centrale (ingrandimento) o il carcinoma della zona
periferica (tumore comunissimo che ha la capacità di metastatizzare ovunque)
l’ipertro a fa si che l’uretra si schiacci e la pipì esce a gocce e si può comprimere
anche il dotto deferente e avere eiaculazione precoce. Se c’è il carcinoma si può
toccare posteriormente la prostata con una esplorazione rettale. Se la consistenza
è dura come l’osso della mano c’è il carcinoma se ha la consistenza della mano
non c’è. Per i controlli c’è il PSA analisi del sangue che cerca l’antigene prostatico
e se è alto c’è di solito carcinoma e più raro ipertro a. La prostata ha 30-50
ghiandole tubuloalveolari producono una secrezione leggermente acida
contenente numerosi composti necessari per la motilità degli spermatozoi: calcio,
zinco, acido citrico, fosfatasi acida, albumina e il “Prostatic Speci c Antigen”
(PSA). Il PSA è un enzima in forma di glicoproteina che aiuta a mantenere il liquido
seminale nella sua forma liquida. La secrezione prostatica rappresenta circa il 30%
dell’eiaculato. Il Velo di Afrodite è una zona fondamentale della prostata formata da
nervi motori del pene che stimolano i nervi cavernosi del pene nervi sensitivi che
sono adesi alla prostata e se durante operazioni vengono tranciati l’uomo non ha
più piacere sessuale. Il PSA è un prodotto della prostata aiuta a dare alcalinità al
succo prostatico e in base ai suoi valori e quantità. Il perineo sta al di sotto dei
muscoli profondi e super ciali del diaframma pelvico. Il perineo è fatto da due
triangoli
infatti ha
forma a
losanga:
triangolo
anteriore
urogenitale
e l’angolo
anale che
ospita l’ano.
La
membrana
perineale è
una
robusta lamina  brosa, di forma più o meno triangolare, che si estende
nell’arco pubico tra i rami ischiopubici. La base diretta posteriormente è attaccata
centralmente al corpo perineale, mentre superiormente si attacca alla fascia
endopelvica e inferiormente allo strato membranoso della fascia
super ciale del perineo dietro il muscolo perineale super ciale trasverso.
L’apice diretto anteriormente, appiattito e ispessito, forma il legamento perineale
trasverso. Il suo bordo libero posteriore presenta un’ispessimento detto corpo
perineale che è una importante CONDENSAZIONE CONNETTIVALE presente nel
bordo libero della Membrana Perineale che o re attacco ai muscoli perineali e allo
S ntere Esterno dell’Ano. E’ anche un elemento di stabilità per la parete posteriore
della Vagina. Durante il parto questa struttura potrebbe essere lesionata Viene
indicata anche con altri nomi: aponeurosi perineale, strato super ciale
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ff
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del legamento triangolare, legamento perineale di Carcassonne, fascia
diaframmatica urogenitale inferiore, strato super ciale (o inferiore )
del diaframma urogenitale, legamento triangolare di Colles. Essa è formata dai
muscoli perineali profondi . La fascia perineale profonda o di Gallaudet è formata
dai muscoli perineali profondi. La funzione del perineo è di sorreggere e
compartimentalizzare
(quello che succede a
livello urogenitale
rimanga lì es rottura
uretra la pipì non
nisce da nessuna
parte perché le fasce
perineali isolano tutto
e vengono dalle fasce
di scarpa
dell’addome che si
chiamerà
diversamente che poi
nirà nella coscia.
Nello scroto e nel
pene ha nomi
diversi ma la
derivazione è
quella).Tra queste
fasce passa un
nervo importante
detto nervo
Pudendo che ha
fasce simpatiche
fi
fi
fi
e parasimpatiche (erezione pene e clitoride) ha fasce sensoriali e somatiche (per
minzione e defecazione). Il nervo pudendo con l’arteria e la vena pudenda
contenute nel canale di Alcock si trovano nella fossa ischio-anale. Essa presenta
dei limiti: medialmente c’è il muscolo elevatore dell’ano; lateralmente il muscolo
otturatore interno; inferiormente il muscolo trasverso profondo; posteriormente il
muscolo grande gluteo.

Sistema endocrino
Splancnoanatomia (tutto ciò che non è sistema nervoso)

Sistema endocrino e sistema nervoso sono strettamente collegati perché riesco a


far arrivare messaggi tra parti anche molto distanti tra loro. Abbiamo già visto
pancreas endocrino, fegato in parte, surrene. Il sistema endocrino permette ad una
sostanza chiamata ORMONE (dal greco όρμάω = lanciare) prodotta da una
determinata ghiandola di agire su visceri lontani dalla ghiandola stessa utilizzando
la via ematica. Nel circolo ematico sono trasportati in forma libera o legati alle
proteine carrier. L’ormone rimane attivo per poco tempo e poi viene metabolizzato
per questo non esistono dei depositi di ormoni ma sono prodotti all’occorrenza.
L’ormone è un ligiando che si lega ad recettore che può essere di membrana
idrosolubile o intracellulare quando l’ormone è liposolubile. Tutto ciò è governato
da una zona del cervello che collega ciò che c’è cerebralmente a ciò che fanno le
ghiandole. Questa zona si chiama ipotalamo. Il cervello ha una barriera
ematoencefalica che fa
passare solo sostanze.
Una parte dell’ ipotalamo
non ha questa barriera
perché deve
continuamente ricevere e
mandare segnali nel
circolo ematico esso per
esempio è responsabile
della febbre. Ci sono 9
zone deputate a funzione
diverse. 2 di queste zone
secernono dei pre
ormoni e
neurotrasmettitori
deputati a inviare segnali
all’ipo si, che si può
toccare se si ci in la un
dito nel naso perché di
tocca la sella turcica
dello sfenoide. Essa è la
fusione di 3 porzioni ed è il comandante del sistema endocrino perché è l’ipo si a
capo della regolazione delle ghiandole endocrine. L’ipo si si divide ipo si anteriore
o adenoipo si e ipo si posteriore o neuroipo si. Gli ormoni nel circolo ematico non
possono stare disciolti infatti nel plasma c’è tanta albumina che fa da trasportatore
a questi ormoni come ad esempio ormoni lipo li o ormoni molto potenti come il
cortisolo che ci permette il risveglio alla mattina. L’albumina permette che questi
ormoni potenti non “scoppino” ovunque ma in zone particolari. Gli ormoni non
sono depositabili se non in particolare situazione e organi. Ogni ormone ha il suo
ligando. Ad esempio i diabetici II hanno recettori che diventano resistenti al
ligando. I recettori ormonali si dividono in 3 classi. Anche gli ormoni si dividono in
fi
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3 classi: peptidici, steroidei e derivati dalla tirosina come le catecolamine. I due
e etti importanti degli ormoni sono 2 :

Ampli cazione dell’e etto ossia ormoni hanno e etto a cascata che fanno si che
dall’ipotalamo venga prodotto un altro ormone a valle

Controllo a feedback positivo o negativo.

Il sistema endocrino è importante nell’omeostasi. Gli organi endocrini sono divisi in


primari e secondari.

Gli organi primari sono: la tiroide nel collo, le ghiandole surrenali, il timo e il
pancreas endocrino e ciclo ovarico e testicolo. Alcune sostanze detti interferenti
endocrini ossia sostanze chimiche esogene che introdotte nel sangue possono
bloccare o mimare gli ormoni provocando e etti biologici indesiderati (es la luce
blu del telefono fa si che si modi chi l’equilibrio melatonina-serotonina; ancora il
PM10, o zinco o cadmiò che ci sono nell’ambiente possono impattare su
ghiandole come la tiroide etc o anche detergenti che fanno si che le donne che li
usano siano più esposte a malattie autoimmuni e comunque abbiano piu fenomeni
di apoptosi)

IPOFISI: è una escrescenza che esce sotto al cervello. Anche se sta nella scatola
cranica non ha tessuto cerebrale e sta vicino all’ipotalamo che è parte
dell’encefalo. L’ipo si è una ghiandola. L’ipo si ha 3 porzioni: posteriore,
intermedia e anteriore. La pars intermedia nell’uomo è pochissimo rappresentata
perché quegli ormoni non servono tanto a noi umani quanto ad alcuni animali
inferiori. La neuroipo si ossia parte posteriore ha caratteristiche cerebrali e
comunica con l’ipotalamo mentre l’adenoipo si (adeno signi ca ghiandola in
greco) è la ghiandola vera e propria. Istologicamente uno ha epitelio ghiandolare
mentre la neuroipo si epitelio cerebrale. L’ipotalamo comunica con l’ipo si tramite
le RH e le RIH rispettivamente releasing e inibitore. L’adenoipo si produce gli
ormoni tutti quanti insieme ma in concentrazioni diverse:

GH = 50% (crescita delle ossa, metabolismo nel fegato per indurre anabolismo)

ACTH= 20% (ormone che stimola il surrene a produrre cortisolo prodotto dalle 5
alle 9 del mattino che attiva il corpo)

PRL = 20% (prodotta anche nel maschio. Nell’allattamento viene prodotta alla
vista del bambino)

FSH/LH= 5% (ciclo del testosterone nel maschioed estrogeni nella femmina)

TSH= 5%

Lo stress proviene dalla produzione di ACTH

La neuroipo si ha cellule di tipo neuronale, essa non produce ormoni ma rilascia


gli ormoni prodotti dal ipotalamo:

ADH tubulo collettore molto prodotto di notte fa concentrare l’acqua

OXT ormone dell’amore, favorisce il parto, l’allargamento e l’attività sessuale.


(Quando si deve favorire il parto Viene immesso dall’esterno) nelle mamme dopo
aver partorito è responsabile dell’a abilità e amorevolezza delle neo-mamme e
stima empatia e la socialità ed è anche antidepressivo e antiansioso. I livelli di
ossitocina sono abbassati quando si sta al telefono etc

EPIFISI, è una ghiandola che regola il sonno e la veglia. Sta sopra al l’ipo si ed è
chiamata epitalamo ed è diversa da ghiandola pituitiaria anche se erroneamente
vengono confuse. E' uno dei centri dell'organizzazione circadiana dell'organismo:
con la comparsa della oscurità i pinealociti producono l'ormone Melatonina

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che si riduce in prossimità del risveglio, regolando il RITMO CIRCADIANO
SONNO-VEGLIA La Melatonina viene sintetizzata dalla Serotonina. La melatonina
è un ormone antagonista degli ormoni gonadotropi-ipo sari ostacolando la
maturazione sessuale: soprattutto negli animali è uno dei principali responsabili
delle variazioni stagionali dell'attività sessuale stagioni di buio = poca riproduzione
stagioni di luce = più riproduzione

Con l'età adulta tende a calci care (Sabbia Cerebrale)

TIROIDE: farfalla sotto la lamina cricoide in comunicazione con arterie carotidi e


vene giugulari.
Ha una parte
centrale detta
istmo e due ali
che circondano
la trachea quasi
nito
all’esofago. Ha
due lobi di Dx e
Sx. La cricoide
è il cosiddetto
pomo d’Adamo.
Da quel punto in
giù c’è la tiroide.
Se ingoiamo si
sente sotto i
polpastrelli e si
stira la tiroide.
Essa è in una
zona molto
stretta e se una
delle zone come
trachea, esofago ci sono problemi. La tiroide produce due ormoni T3 e T4 e
calcitonina.

Essi sono ormoni anabolizzanti. Il T3 è più potente del T4. La tiroide è l’unica
ghiandola endocrina che accumula grandi quantità di ormone in forma inattiva
all’interno di compartimentò extra cellulari chiamati follicoli. Il T4 può essere
convertito in T3 per rimozione di iodio. Essi agiscono sulle cellule nervose e
muscolari senza questi ormoni nei bambini non c’è crescita cerebrale. L’ormone
tiroideo è in regolazione con il GH infatti l’assenza di uno comporta l’inibizione
dell’altro.

Attività regolatoria su tutti i metabolismi con aumento di

produzione di energia e consumo di O,

Azione sinergica con il GH: il GH favorisce la crescita generale,

la tiroxina in uisce sulla loro di erenziazione e organizzazione 2. Aumenta l'as

cellulare

Stimola la glicogenolisi e il catabolismo proteico

Essenziale per lo sviluppo del Sistema Nervoso

Nella tiroide ci sono le cellule C che producono calcitonina e sono diverse dalle
cellule follicolari che producono T3 e T4. La calcitonina entra in una triade che
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fl
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serve alla regolazione del calcio e del fosfato. È ipocalcrmizzante e
ipo sforemizzante. Abbassa i livelli ematici di calcio inibendo la decalci cazione
(inibizione osteoclasti; osteoblasti produzione tessuto osseo; osteoclasti nelle
lacune di Howship secernono acidi ed enzimi proteolitici e servono al
riassorbimento del tessuto osseo; osteiti rimodellamento del tessuto osseo) e
favorendo l’ossi cazione (attivazione osteoblasti). Aumenta l’assorbimento di
calcio dall’intestino al rene. Il controllo della secrezione di calcitonina dipende dai
livelli ematici di gastrina, calcitriolo, estrogeni e calcio. Il paratormone aumenta il
livello di calcio.

I tirerociti contengono un laghetto con una sostanza detta colloide (ossia un mix di
tireoglobulina, tirosine, tironine e iodio disciolti in acqua) che inattivano le T3 e T4.
Quando questi laghetti si prosciugano questi sono rilasciati. La tiroide ha bisogno
di iodio per i suoi due ormoni T3 e T4. TSH dall’ipo si fa si che la tiroide produca
ormone tiroideo. Lo iodio si può assumere per respirazione ad esempio dal mare o
dal sale iodato. Quando il sale non viene assunto, si forma il gozzo nodulare
perché la tiroide inizia a iperproliferare e può essere anche un segno di carcinoma.
Chi ha il gozzo solitamente ha anche l’esoftalmo occhi fuori per l’ipertiroidismo e
sono anche molto attive metabolicamente. Con una scintigra a si può capire se
c’è un carcinoma maligno. Se te la tolgono puoi usare dei farmaci (eutirox) per
prendere ormoni dall’esterno e ti tolgono anche spesso le paratiroidi e devi
prendere un altro farmaco per avere il paratormone. La tiroide è esposta infatti le
radiazioni facilmente la colpiscono e provocano tumore.

Le paratiroidi si trovano ai lati della tiroide o meglio quasi dentro. Il paratormone è


un ormone ipercalcemizzante prodotto dalle paratiroidi con diversi organi bersaglio
ossia:

Osso: aumento dell’attività degli osteoclasti

Reni: aumento del riassorbimento di calcio nel tubulo prossimale Intestino:


aumento dell’assorbimento di calcio. Il calcio è fondamentale per la
mineralizzazione ossea, per la contrazione muscolare e per l’eccitabilità nervosa.

Il Paratormone è un ormone essenziale per la vita, la Calcitonina non é essenziale

Le paratiroidi hanno due tipi di cellule:

Cellule principali che producono paratormone e sono le più abbondanti;

Cellule ossi le disposte in agglomerati, con nucleo più piccolo e citoplasma molto
eosino lo. Non producono ormoni vengono considerate come uno stadio
funzionale delle cellule principali. Il
loro numero aumenta con l’età

TIMO (riquadro rosso accanto): è


una ghiandola immunologica che si
trova nel mediastino superiore. Qui i
linfociti T prodotti dal midollo
osseo, sono educati (tramite
presentazione di parti di cellule
corporee) per riconoscere ciò che è
self o non self. Esso produce
ormoni legati all’immunologia ossia
timopoietina e timulina e timosina
che ha due funzioni come la
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maturazione dei linfociti T e il potenziamento del sistema immunitario. Il Timo dopo
la pubertà progressivamente involve. Se questo non avviene si va incontro ad una
grave patologia neuromuscolare autoimmune: Miastenia Gravis

SURRENE: sopra ai reni e hanno contatto con la vena cava e con rami dell’aorta.
Hanno dei rami surrenalici. Il ramo del surrene di Dx dall’aorta mentre quello di sx
dalla renale di sinistra. Se lo taglio noto che ci sono due tipi di cellule diverse.
All’interno troviamo una midollare che produce adrenalina e all’esterno una
corticale. La corticale si divide in 3 zone: glomerulare (aldosterone), fascicolata
(cortisolo) e reticolata (androgeni). Ognuna di queste zone produce un ormone
diverso in concomitanza l’una con l’altra. Le arterie surrenali sono o lunghe o brevi.
Le lunghe dall’aorta e le brevi dalle renali (ma principalmente a Sx) questo succede
poiché alcuni tipi di cellule hanno bisogno di irrorazione a pressioni diverse. I rami
dell’aorta irrorano la corticale mentre quelli corti maggiormente la surrenale. La
di usa rete capillare surrenalica che va dalla corticale alla midollare fa in modo che
grandi quantità di cortisolo entrano a contatto con la midollare. Questo sarà
funzionale per l’adrenalina prodotta sempre qui. Quando siamo stanchi i livelli di
cortisolo sono bassi e dobbiamo dormire. L’adrenalina è utilizzata dal simpatico.

La zona fascicolata produce cortisolo. La zona reticolata produce androgeni


(testosterone anche nelle donne che poi viene modi cato) e la zona glomerulare
aldosterone. La midollare produce adrenalina. Quando ad esempio sei allergico e
mangi qualcosa inietti cortisone e adrenalina per far sì che ci si riprenda.
(Mineralcorticoidi prodotti dalla midollare e corticoidi dalla corticale). Il cortisolo è
anche un glucocorticoide perché la base di un carboidrato. Tutto questo sistema
corticale e midollare e anche il simpatico è regolato dall’ ACTH ipo saria. Il rilascio
di ACTH ha un e etto sui ritmi circadiano. La midollare produce anche la
noradrenalina ossia la base di anfetamine e tante droghe. Adrenalina noradrenalina
acetilcolina sono catecolamine. L’epinefrina ha un e etto sulla forza molto forte
ma piccolo in termini di tempo.

Il tratto gastrointestinale produce tantissimi ormoni e fattori di crescita.

FSH e LH prodotti dalla ipo si hanno come bersaglio l’ovaio. FSH prodotto nella
fase ovulatoria con formazione della cellula uovo (nei primi 14 gg viene prodotta
tanta FSH) LH Invece fa si che il corpo luteo non si stacchi. Il follicolo mentre si
produce, rilascia estrogeni. Quando il follicolo diventa corpo luteo LH fa produce
progesterone. Quando LH cala, c’è lo sfaldamento del corpo luteo con
mestruazioni. Se non voglio rimanere in cinta si prende la pillola estoprogestinica
che fa si che ci sia una retroazione dell’ipo si che si blocca. (Fino al corpo luteo:
FSH estroginico; LH progestinico e si mantiene attivo nella gravidanza)

LH dell’uomo fa smettere di produrre testosterone



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COLLO

Il collo sorregge la testa e le da nutrimento. Contiene visceri come la tiroide o altri


visceri che ci passano come faringe ed esofago (digerente) laringe e trachea
(respiratorio e fonatorio), tiroide e paratiroide (endocrino) vene giugulari e arterie,
carotidi interna all’encefalo ed esterna alla testa , plesso branchiale nervi autonomi
(sistema vascolare e arterioso). Il collo è delimitato dalla testa dalle vertebre
cervicali e posteriormente dalla mastoide e dall’ occipite; lateralmente
dall’acromion ossia estensioni ossee clavicolari. Il collo dei mammiferi è uguale per
tutti cioè ha le stesse 7 vertebre cervicali. Sono le più importanti perché
permettono essioni estenzioni laterali e rotative che servono per la stabilizzazione,
il movimento, la vista. Si parla di colonna cervicale. Il corpo vertebrale di questa
zona è piccolo e ha una estro essione verso l’alto detta processo uncinato. Il
forame vertebrale è triangolare e largo. I processi trasversi presentano un forame
per il passaggio dei vasi vertebrali come arterie e vene tranne in C7 dove passa
fl
fl
solo la vena. I processi spinosi sono diversi e più articolari e da C3 a C6 sono
piccoli e bi di. Il C1 è detto atlante ed epistrofeo C2. Articolazione C1 e C2
permette il movimento. La C7 ha un processo uncinato lungo che sostiene la
colonna cervicale ed è detta
prominente. Queste vertebre C1
e C2 prevengono traumi al
cranio perché ammortizzano i
movimenti della testa
addossandoseli. Ci sono cinque
tipi di articolazioni in questa
zona:

-comuni: intervertebrale e
zigapo seale;

-speci che: uncovertebrale,


atlantepistrofeo,
altranteoccipitale;

L’epistrofeo penetra in parte


nell’Atlante con una parte detta
dente ed è l’asse per la rotazione
dell’Atalante e della testa. La
colonna cervicale presenta il
legamento nucale che presenta
anche grasso Bruno che serve
per ammortizzare i colpi. Il
grasso Bruno è tipico dei neonati
(dove regola l’omeostasi termica)
ma con la crescita diventa
grasso bianco. I forami laterali
della colonna cervicale contiene
a dx e sx le arterie vertebrali e i
nervi spinali del parasimpatico. Questi rami vertebrali creano anastomosi con la
carotide interna che irrora il cervello. Se c’è l’artrosi della vertebra si bloccano le
arterie vertebrali e bloccano la carotide così abbiamo ictus. Anteriormente al collo
sopra la lamina cricoidea c’è l’osso joide coperto dal platisma un muscolo che si
pone davanti. L’osso joide è sospeso e divide una zona anteriore e una zona
superiore ad esso. I muscoli soprajoidei importanti per la masticazione e
sottojoidei importanti per la fonazione. È sospeso non ha collegamenti. Nel collo
c’è anche un sistema fasciale. I fasci servono a dividere il collo in compartimenti
perché qui ci passano parti di tanti sistemi del corpo che devono essere divise.

FUNZIONE FISIOLOGICA • Separare strutture funzionali diverse permettendo il


loro scorrimento nei piani dello spazio • Dividere lo spazio del Collo in
compartimenti funzionalmente indipendenti

IMPORTANZA CLINICA • Formano dei piani di clivaggio utili al chirurgo (es. lo


Spazio Retrofaringeo) • Determinano la direzione del pus/sangue impedendone la
di usione alle altre strutture compartimentali

Servono perché se si infetta una zona del collo quella infezione rimane lì (es la
faringite rimane nel faringe non va nel laringe). Le fasci si dividono in fasce
super ciali sottile strato di tessuto connettivo sottocutaneo con grasso, nervi e
ff
fi
fi
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fi
vasi cutanei e, anteriormente, il muscolo Platisma che provocano con l’età le rughe
nelle donne perché un po’ prolassano. Fasce cervicali profonde che sono 3 e
hanno 1 guaina:

• Fascia di Rivestimento: ricopre tutto il Collo, avvolgendo i mm. Trapezio e SCM

• Fascia Pretracheale: ricopre solo la parte anteriore del Collo: mm Infraioidei,


Tiroide, Faringe, Laringe, Trachea ed Esofago

• Fascia Prevertebrale: ricopre solo la parte posteriore del Collo: Colonna


Vertebrale e i muscoli attorno

• Guaina Carotidea: addensamento delle 3 fasce attorno all’Arteria Carotide


Comune, alla Vena Giugulare Interna e al Nervo Vago. Le due Guaine Carotidee
sono unite dalla Fascia Alare

Fra la Fascia Pretracheale e quella Prevertebrale esiste uno spazio retroviscerale


contenente del connettivo lasso, linfonodi e nervi simpatici. Questo spazio sarà
dettagliato più avanti come “SPAZIO PARAFARINGEO”. La parete posteriore della
Fascia Pretracheale rivolta verso questo spazio prende il nome di Fascia
Buccofaringea. Questo spazio è diviso in 2 parti, anteriore e posteriore, dalla
Fascia Alare. Fisiologicamente questo spazio permette una libertà di scivolamento
dei visceri contenuti nella Fascia Pretracheale rispetto alle strutture più sse
circondate dalla Fascia Prevertebrale. Le fasce che contornano i vasi sono
importantissime e coprono carotide e giugulare che se tagliate provocano morte.
Nel collo c’è un punto molto debole tra la fascia buccofaringea e retrofaringea c’è
uno spazio detto danger space poiché se ad esempio c’è una faringite e tonsillite i
germi se superano la fascia retrofaringea nisce nel torace. Gli Ascessi dentali o
tonsillari hanno pus che può scendere nel mediastino posteriore e anche intaccare
il cuore e provocare miocardite. Il muscolo che circonda il collo e passa dalle
clavicole è il muscolo sternocleidomastoideo fatto da vari fasci che dall’inizio del
manubrio dello sterno superiore ossia dalla testa sternale alle clavicole si uniscono
fi
fi
alla mastoide. Questo muscolo si articola con i muscoli vertebrali trapezi . Questi
muscoli disegnano dei triangoli anteriore e laterale. Ogni triangoli dall’osso joide si
può dividere i triangoli in subtriangoli (mentale submandibolare cariotide). Per la
suddivisione
sono importanti
il muscolo di
gastrico e
omoioideo il
primo
importante per
masticazione e
deglutizione il
secondo per la
fonazione. Il
primo è
sopraioideo il
sotto è
sottoioideo.
Esistono anche
due zone: zona
scm e nucale.
(Quando sentiamo il sangue dal collo sentiamo il triangolo della carotide quindi il
battute della carotide, dove c’è anche il glomo carotideo che è un barocettore.
L’altro sta all’uscita dell’arco aortico dove c’è la biforcazione ci sono cellule che
sono barocettori. Se tocco il glomo carotideo provoco sincope ossia svenimento).

Il collo presenta tanti linfonodi posizionati scendendo sotto la mastoide sulla linea
dello smc e sotto la mandibola e sopra la clavicola. Il digastrico è sotto il mento e
ha due corpi del muscolo che si articolano su due altri muscoli diversi ed è
connesso ad una zona del cervello al sistema limbico ossia il sistema delle
emozioni (quando piangiamo muoviamo il mento). Nel triangolo submandibolare
[Pavimento: M. Miloioideo; Tetto: M. Platisma; CONTENUTO: Ghiandola
Sottomandibolare (Gh. Salivare, occupa gran parte del triangolo) Linfonodi
Submandibolari (drenaggio da cavità orale) Nervo Ipoglosso (Innervazione motoria
lingua) Arteria e Vena Faciale (parte del loro percorso da/verso il volto)] ci sono
delle ghiandole sottomandibolari che sono ghiandole salivari, ai lati delle orecchie
ci sono le parotidi e delle ghiandole minori nel palato che concorrono tutte a
formare la saliva. Nel triangolo submandibolare quindi quello formato dal digastrico
troviamo dei nervi che vengono direttamente dal cranio. Infatti la faccia il cranio e
la mandibola è controllata dai nervi
cranici. Nel triangolo
submandibolare c’è il nono nervo
cranico ossia l’ipoglosso che innerva
lingua (glosso) il laringe. Contiene
vari rami sia motori che sensitivi che
autonomi. (Nervo trigenico è
sensitivo del viso) poi qui passa
anche il nervo accessorio qui in
questo triangolo arrivano anche
nervi toracici. La parte anteriore del
collo ossia il triangolo muscolare
super ciale contine strap muscles
che sono un gruppo di muscoli
SOTTOIOIDEI avvolti dalla Fascia
Pretracheale e coprono la Tiroide, la
Trachea e l’Esofago. Hanno la
funzione di abbassare lo Ioide e la
Laringe (per la FONAZIONE). Il
triangolo muscolare profondo
contiene tiroide, trachea, laringe ed
esofago. Il triangolo posteriore (nella
parte laterale del collo) è fatto dal
triangolo occipitale e succlavio divisi
dal muscolo omoioideo. Il triangolo occipitale è fatto da: Pavimento: Mm.
Splenio, Elevatore Scapola, Scaleno Medio e parte Anteriore Tetto: fasce Collo,
parte Platisma; CONTENUTO: Vena Giugulare Esterna (parte) Nervo Accessorio
(Nervo Cranico XI per Mm. Trapezio e SCM) Rami Cutanei Plesso Cervicale N.
Piccolo Occipitale N. Grande Auricolare N. Cutaneo Cervicale Trasverso N.
Sopraclavicolare Linfonodi Cervicali Plesso Brachiale (parte).

Nel triangolo succlavio: Pavimento: prima costa e prima digitazione M. Serrato Ant.
Tetto: fasce collo, parte M. Platisma CONTENUTO: Vena Giugulare Esterna (parte)
Art. Succlavia (3° parte) Art. Soprascapolare Plesso Brachiale (parte) Linfonodi
Sopraclavicolari

Nel triangolo carotideo abbiamo: Guaina Carotidea (A. Carotide Comune e Interna,
V. Giugulare Interna, N. Vago) Nervo Ipoglosso (Innervazione motoria lingua) Nervo
Accessorio (N. cranico XI per Mm. Trapezio e SCM) Tronco e Gangli Simpatici.
Nella regione posteriore del collo c’è lo scalpo che è la parte muscolare che si
estende sopra al cranio. Questa Regione (NON Triangolo) ha come limiti la
Protuberanza Occipitale Esterna, il processo spinoso della 7° Vertebra Cervicale e i
bordi anteriori del M. Trapezio.

La radice del collo, corrisponde alla Apertura Toracica Superiore. Vi sono diverse
importanti strutture: VASCOLARI (Carotide Comune, Succlavia, Giugulare Interna,
Vv. Brachiocefaliche….) NERVOSE (Vago, Ricorrenti vagali, Frenico, tronco
Simpatico e parte del Plesso Brachiale) LINFATICHE (Dotto Toracico)

Nella radice del collo ci sono l’arteria succlavia e la carotide. Poi c’è la
brachioencefalica che si tu a nel cuore(giugulare+succlavia che si uniscono). La
carotide a C4 si divide in interna che irrora il cervello e alcune zone della faccia e
fi
ff
carotide esterna che irrora la faccia e il cranio. 2 gruppi (sopraiodiei e sotto ioidei)
di muscoli con 4 muscoli ciascuni ci fanno rispettivamente deglutire e parlare.

ARTERIE: dall’arco
artico la carotide
si biforca a livello
di C4 in interna
ed esterna e si
biforca sia nella
parte destra che
sinistra. La
carotide esterna
irrora faccia e
scalpo. Ha 4
rami, anteriore,
mediale,
posteriore e
terminali. Alla
biforcazione ci
sono delle zone
molto particolari.
C’è il seno
carotideo e il
glomo carotideo
che misurano la
pressione
sanguigna e di
CO2. Il seno
carotideo è un
barocettore che
controlla che il
sangue arrivi con
la giusta
pressione al
cervello e se non
arriva bene
sveniamo così
quando siamo
per terra stesi le pressioni di tutto il corpo si equivalgono. Il glomo invece è più un
chemocettore perché vede quanto ossigeno e anidride carbonica che arriva al
cervello. Entrambe stanno alla biforcazione. Il glomo carotideo ha dei sinusoidi
all’interno dell’arteria dove si indova un po’ Di sangue in maniera calma quindi
poca pressione per capire quanto ossigeno c’è. Questo sistema è sottoposto al
simpatico e al parasimpatico. Il glossofaringeo lo innerva. Nella “V” della
biforcazione si formano le placche aterosclerotiche che riducono il lume della
carotide diminuendo l’a uenza di sangue al cervello. Se non vanno bene si agisce
con uno stant che mi tiene aperta la biforcazione. Se questo passaggio è chiuso
più del 90% avviene ictus (ictus signi ca non sangue al cervello). Le due carotidi di
abbracciano a livello orbitale stenoide etc comunque al livello del viso creando
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anastomosi. Questo
per via retrograda
permette che la
carotide esterna porti
sangue al cervello è
un po’ di cervello si
riesce ad irrorare.
L’arteria succlavia
che esce dall’arco
aortico, a dx è legata
con la carotide, quasi
la carotide esce da
essa. Può capitare
che il sangue ogni
tanto vada più nella
succlavia che nella
carotide. (Sintomo
del furto della succlavia che può essere motivo di ictus perché prende 80/90% del
sangue e alla carotide rimane 10%). Lirrorazione del collo è sia succlavica che
carotidea. Le arterie vertebrali a livello di C6 entra nella scatola cranica e forma
l’arteria basilare che forma il circolo del Willis assieme alle carotidi e irrorano il
cervello.

Anche le vertebrali possono dare ictus. Le giugulari drenano il collo. La giugulare


interna è più grande dell’esterna (quando canto la giugulare si gon a perché
aumenta la pressione intratoracica perché le vene toraciche vengono costrette.
Anche i cirrotici hanno la giugulare fuori anche a riposo) quella interna drena il viso.
La giugulare è un barometro.

Il drenaggio venoso è costituito dalle giugulari, anche qui è presente la giugulare


esterna più corta e la giugulare interna più grande, tanto che è possibile vederla
ingrossarsi quando si canta; questo accade perché il diaframma spinge, il torace
aumenta la pressione interna e nei vasi del torace questo provoca una costrizione
e di conseguenza tutti i vasi che stanno al di fuori del torace si allargheranno
portando al gon arsi della giugulare. Le giugulari in realtà sono tre, anche se la più
importante è quella che va anteriormente a far de uire il sangue del viso;
necessario notare anche che la giugulare esterna può essere considerata un
barometro in quanto se si gon a quando non si sta compiendo alcuno sforzo può
far presumere una patologia al torace o al fegato

I linfonodi cervicali sono sia super ciali che profondi quelli di dx drenano nella
parte toracica mentre quelli di sx drenano nella brachioencefalica. I linfonodi del
collo gon sono un carattere prognostico negativo. I linfonodi non vanno confusi
con le ghiandole del waldayer che si chiudono ad anello dal naso no a giù la gola
e ritornano su e comprendono le tonsille, le adenoidi (dietro al naso) quindi le
coane ossia le cavità nasali che mettono in comune bocca e naso e l’istmo delle
fauci ossia il passaggio tra bocca e faringe. Linfatico del collo: Parlando del collo è
importante prendere in considerazione il suo sistema di drenaggio, infatti presenta
una grande quantità di linfonodi (quando si ha ad esempio una tonsillite è facile
percepire l’ingrossamento dei linfonodi del collo). Questi sono posizionati a livello
dello sternocleidomastoideo, nella parte al di sotto della mastoide scendendo la
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linea del trapezio, a livello della clavicola, poi ci sono dei linfonodi sottomentonieri
che seguono tutta la linea della mandibola e in ne sono presenti al davanti
dell’orecchio. Si può pensare al loro posizionamento come se fosse una barriera,
infatti si tratta di una zona che va particolarmente controllata. La maggior parte di
questi linfonodi drenano al livello della brachiocefalica ed è importante ricordare
che quelli di destra hanno un sistema di drenaggio proprio. Questi linfonodi
possono essere attaccati dal virus della mononucleosi che va proprio ad indovarsi
in quest’ultimi andandoli ad ingrossare e poi lasciandoli sensibili anche per mesi;
anche tumori
come il linfoma
vanno ad
attaccare
soprattutto i
linfonodi del
collo. I
linfonodi
possono
essere sia
super ciali che
profondi e non
vanno confusi
con altre
ghiandole
chiamate
anello del
Waldeyer che
servono a
protezione di
quello che si mangia in quanto potrebbe presentare batteri; questo anello parte dal
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naso arrivando no alla gola ed è costituito dalle tonsille e dalle adenoide e sono
delle strutture simili a quelle linfonodali piene di linfociti e di cellule dell’immunità.

CRANIO
Il vertex è la parte più superiore della testa. Per quanto riguarda la forma del
cranio, insieme allo sviluppo dell’encefalo, è una delle cose che si è modi cata
maggiormente in seguito all’evoluzione. Il termine “cervello” indica tutto ciò che è il
SNC quindi anche il midollo spinale, “l’encefalo” è invece solo il contenuto della
scatola cranica, SNC indica quindi appunto encefalo e midollo spinale. Quando si
parla di cranio, lo si suddivide sia da un punto di vista scheletrico che viscerale, in
neurocranio, la parte contenente l’encefalo, e splancnocranio/viscerocranio,
racchiude il volto e tutto ciò che non è nell’encefalo, cioè tutte quelle ossa che
concorrono per formare il volto. Si tratta di due tipologie di ossa diverse e due
conformazioni che provengono embriologicamente da punti diversi.

Le giunzioni del neurocranio non sono articolazioni vere e proprie, sono infatti delle
suture in cui c’è solamente una minima possibilità di movimento.

Al contrario le articolazioni dello splancnocranio sono particolarmente mobili, si


pensi all'articolazione temporo-mandibolare; questo dimostra come nel primo
caso, le ossa hanno la sola funzione di racchiudere e proteggere l’encefalo senza
mai cambiare conformazione, mentre nel secondo deve poter avvenire il
movimento.

Come nel caso del bacino, anche dalle ossa del cranio si possono comprendere
molte informazioni dell’individuo come il sesso e l’evoluzione; ed è proprio l’osso
frontale che presenta la maggior parte delle diversità tra maschi e femmine e nelle
diverse etnie. Si tratta di millimetri di di erenza, di minimi spostamenti nelle ossa
che però vanno a modi care il volto, generando ad esempio l’allungamento
dell’occhio asiatico o la prominenza del naso di etnia nera.

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NEUROCRANIO

Per quanto riguarda la suddivisione regionale del cranio, il neurocranio si suddivide


in 4 regioni: parietale, occipitale, temporale e frontale.


Le ossa sono di tipo piatto e presentano due architetture:

- all’esterno è un osso compatto

- all’interno è invece spongioso e presenta delle trabecole




Nella maggior parte della nostra vita in questo osso possono esserci gemme di
midollo osseo, il

luogo dove vengono prodotte le cellule del sangue.

La struttura ossea è poi ricoperta da periostio, il quale si trova sia al di sopra della
parte compatta esterna, sia al di sotto della parte spongiosa.

Subito al di sotto della parte spongiosa ci sono le vene diploiche, che raccolgono il
sangue proveniente dell'osso cranico, e le vene emissarie che attraversano la
parte spongiosa dell’osso e con uiscono con i seni venosi durali.

Noi abbiamo 3 meningi, quella più esterna è la dura madre dove sono presenti le
vene emissarie. In questa immagine è ben visibile come le vene diploiche
con uiscono nelle emissarie, che a loro volta con uiscono nei seni della dura
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madre (quei piccoli laghetti).

Nel loro insieme le ossa del neurocranio formano due tipologie di strutture:


- volta cranica, una struttura convessa la cui parte superiore forma il cosiddetto
calvario, le ossa sono inoltre unite dalle suture craniche.


- base cranica, una struttura che internamente presenta 3 concavità chiamate


fosse e numerosi forami per il passaggio di vasi e nervi.

Quando si sviluppano le ossa, queste crescono in due modalità:



- encondrale, la modalità di crescita delle ossa lunghe, all'estremità di esse
abbiamo della cartilagine che pian piano viene sostituita dall’osso, quando essa
viene completamente sostituita dall’osso, esso ha raggiunto la sua massima
estensione. Dopo i 25 anni infatti smettiamo di crescere in quanto la cartilagine
encondrale dei nostri arti è stata completamente sostituita da osso. Questo tipo di
sviluppo riguarda soltanto alcune ossa del cranio quali l’osso occipitale e l’osso
sfenoide del cranio che si interfaccia con le ossa dello splancnocranio.

-intramembranosa, questa modalità di crescita comprende le ossa della volta
cranica; in questo caso la matrice mesenchimale dell’osso va a frapporsi tra un
osso e un altro e si creano le cosiddette suture. Il cranio dei neonati è aperto
perchè tra una sutura e un’altra c’è la parte membranosa; man mano che il
neonato cresce le ossa andranno ad aderire l’una all’altra e saldandosi formeranno
le suture. Le aperture membranose prima della formazione delle suture si
chiamano fontanelle. I neonati non nascono con un cranio formato perchè sarebbe
ancora più di coltoso l’incunearsi nel canale del parto, le ossa sono quindi
deformabili per facilitare il parto.

Tra splancnocranio e neurocranio c’è una netta divisione, data anche dal fatto che
ci sono delle articolazioni tra l’una e l’altra. La parte più fragile del volto è a livello
orbitale cioè il punto di articolazione tra il neurocranio e lo splancnocranio. Un altro
punto particolare fragile è quello del condilo mandibolare, punto in cui la
mandibola va ad articolarsi con l’osso temporale.

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Un cranio può dividersi in base agli assi e a volte possono esserci delle di erenze,
in quanto può non esserci simmetria tra le ossa nella loro sutura. Ciò accade per
vari motivi tra cui genetici, in alcune malattie genetiche infatti la migrazione di
organi, tessuti e cellule in certe zone interferisce con la forma del viso. In altri casi
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è possibile che eventi successivi alla nascita, come una caduta di un neonato,
generi malformazioni del cranio.

Nella base cranica ci sono 3 fosse, anteriore, centrale e posteriore, ognuna di esse
serva a qualcosa, forami,

fuoriuscita di nervi e vene. Lo scalpo è un acronimo che racchiude i diversi strati


della testa: pelle, tessuto connettivo, fascia aponevrotica, connettivo lasso o
lamina subaponeurotica e pericranio, al di sotto abbiamo le meningi.

Lo strato connettivo lasso L permette una mobilità degli strati superiori rispetto al
più rigido Pericranio. Questa lassista del tessuto fa in modo che i lembi di una
ferita dello scalpo rimangano distanti.

SPLANCNOCRANIO
È la regione che ci rende animali sociali, attraverso il viso e la mimica facciale è
possibile comunicare più delle parole. Abbiamo 23 espressioni base (le lettere
dell’alfabeto sono 21) e attraverso la combinazione di esse è possibile comunicare.

Ciascuno di noi ha delle piccole di erenze di forami nello splancnocranio, che
cambiano anche nel corso della vita.


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ORBITA

È sicuramente il forame più conosciuto, tantissime ossa e tessuti concorrono per
costituire l’orbita in uno spazio piccolissimo. Essa è circondata da strutture cave
quali seno mascellare e seni frontali, i quali servono ad ammortizzare il peso
dell’encefalo e soprattutto colpi esterni. Se ci fosse tutto osso, qualsiasi colpo e
qualsiasi vibrazione in quella zona si trasferirebbe direttamente all’encefalo.

NASO

Il naso è la struttura più vicina all'encefalo che ci sia, già sopra l'osso etmoide
infatti troviamo materia grigia. Il vomere è quella parte ossea del naso che serve a
dividere le due narici. Abbiamo 3 turbinati del naso, e ciascuno di essi serve a far
incuneare aria in punti precisi. Le incisure presenti tra un turbinato e un altro
servono per far entrare l’aria nella faringe e poi nella trachea, sono presenti anche
altri forami che fanno arrivare aria in altre zone come nella mascella e nel frontale;
infatti nei cosiddetti seni mascellari e seni frontali è presente aria.



La sinusite è l’in ammazione di questi seni, è solitamente dovuta all’aria che
ristagna e non riesce a uscire per diversi motivi, provocando dolore a livello
temporale o di tutto il volto perché appunto comprende tutte queste strutture.
L’epitelio del naso è molto simile all’epitelio della parte superiore della trachea, si
tratta di un epitelio ciliato il quale ha il compito di catturare il pulviscolo che non
deve entrare all’interno del corpo; il naso è il primo ltro dell’aria che immettiamo.
Lo stesso epitelio è presente nei seni paranasali, un epitelio contenente mucosa e
cigliato. Dal naso e dai seni paranasali è come se ingoiassimo dell’aria, la quale va
a nire nella parte posteriore della bocca, la rinofaringe; questa è una zona al di
sopra del naso e al di sotto della bocca in cui passa sia aria che cibo, i quali
prenderanno poi strade diverse, è una zona che ha una doppia funzione. Il naso è
anche il drenaggio dell’occhio, esso infatti è uno di quei organi che non è
innervato, se avessimo un arteria sulla cornea non vedremmo niente, il nutrimento
dell’occhio proviene dalle lacrime. Il sistema lacrimale umetta la parte esterna
dell’occhio e quindi nutre la cornea; questo sistema si genera dalla ghiandola
presente sulla parte superiore dell’occhio, lo drena, continua nella caruncola e
goccia per goccia scende nel caso e in ne nello stomaco. Quando piangiamo
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infatti il naso cola perché le lacrime sono drenate all’interno del naso e nei seni
paranasali.

FOSSE TEMPORALI

Abbiamo 3 fosse temporali: fossa temporale che permette l’innesto del sistema
uditivo (al di sotto di essa), fossa infratemporale, generalmente chiamata tempia è
situata al davanti dell’orecchio, in ne la fossa pterigopalatina situata proprio al di
sotto di quest’ultima. La fossa temporale è quella che contiene l'osso temporale
ma soprattutto il muscolo temporale che permette la masticazione; ci passano
molte strutture quali la carotide esterna dalla quale partono poi le rami cazione di
tutto il volto. La fossa infratemporale è frapposta tra la mandibola (lateralmente) e
la faringe (posteriormente), zona in cui passano strutture importantissime quali
plessi muscoli vasi e nervi. Tutte le 3 fosse sono in comunicazione tra loro e anche
con altri fori e fosse del neuro e splancnocranio; per questo una lesione a livello
dell’occhio è possibile che arrivi anche a livello dell’orecchio, del naso, della
mandibola e della bocca.

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FOSSA INFRATEMPORALE

Si tratta di uno spazio irregolare al di sotto dell’arcata temporozigomatica, tra il


ramo della mandibola (lateralmente) e la parete della faringe (mediamente).

Attraverso questa fossa passano diverse strutture importanti:


Complesso delle arterie


Dall’arteria carotidea esterna si diramano due arterie: l’arteria temporale
super ciale e l’arteria mascellare, la quale a sua volta si dirama in:


• Arteria alveolare inferiore che diventa poi arteria mentale

• Arteria boccale

• Arteria temporale profonda

Complesso delle vene


Attraverso questa fossa, passano anche strutture venose, che sono più fragili
rispetto alle arterie per cui un eventuale ematoma ha più probabilità di svilupparsi a
seguito di una rottura venosa. Si tratta di vene che con uiscono nelle vene
giugulari.

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Complesso dei nervi.


La componente nervosa è essenzialmente formata dalla branca mandibolare del
trigemino che entra nella regione attraverso il foro ovale e il ganglio ottico.

Nota: il dentista fa la puntura di anestesia proprio nella parte interna della mascella
perché proprio qui si trovano le strutture nervose che controllano tutta l’arcata
dentaria.

Fossa pterigopalatina
È una stretta fossa
posteriore al palato e a
forma di tetraedro
invertito compresa fra
tre ossa craniche:
sfenoide, mascellare e
palatino.


Inoltre, questa fossa
comunica con
tantissime strutture
diverse, in particolare
sottolineiamo la
presenza del nervo
trigemino fondamentale
per la sensibilità della
faccia. Nota: un altro
nervo importantissimi per la faccia è il nervo facile responsabile dell’attività
motoria. Un’in ammazione della zona della fossa palatina può causare un dolore
talmente forte da condurre al suicidio.

Vasi arteriosi della fossa pterigopalatina.


Attraverso questa fossa passa l’arteria mascellare, un ramo dell’arteria carotide
esterna che irrora tutta la parte inferiore all’occhio.

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Innervazione della fossa pterigopalatina.


I nervi si diramano dalla fossa infratemporale verso la fossa pterigopalatina, in cui
si trovano una serie di gangli in cui si annida il virus dell’Herpes.

ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE (ATM).


Si tratta dell’articolazione più complessa del corpo umano.
In generale nel corpo
umano, attraverso vari
sistemi si riesce a
muovere la muscolatura
che a sua volta
accompagna il
movimento dell’osso. Nel
caso di questa
articolazione, invece, è
proprio l’osso a muoversi.

Questa articolazione
riguarda l’estremità ossea
della mandibola, ovvero il
condilo mandibolare, che
va ad incastrarsi in un
foro, la fossa glenoidea
del temporale.

Il condilo, durante i
movimenti mandibolari,
entra ed esce da questo
foro.

Mandibola

È un osso particolare al cui interno ospita l’arcata dentaria inferiore. È un osso


impari, simmetrico, resistente ed è l’unico osso facciale dotato di una particolare
motilità che permette all’uomo di parlare e masticare. La porzione orizzontale
prende il nome di corpo o base; le due porzioni verticali invece prendono il nome
di rami che terminano con una parte che prende il nome di condilo.

Il

Il condilo si suddivide
in processo condilare e
testa del condilo:
quest’ultima è la parte
coinvolta
nell’articolazione
temporo-mandibolare.
Il rapporto tra
mandibola e ATM è
uguale a quello degli
arti con le proprie
articolazioni (es.
gomito). Un’alterata
chiusura dei denti può
causare uno spostamento della posizione mandibolare e della sua articolazione,
che a sua volta squilibra i rapporti con le cervicali alte e mette in funzione una serie
di scompensi neuromuscolari discendenti che possono arrivare, nei casi gravi, a
portare problemi alle ginocchia e ai piedi. Altera anche la corretta visione oculare
che può variare in base all’apertura/chiusura della Bocca

L’articolazione temporo-mandibolare ha tre legamenti che permettono il


movimento dell’osso in varie direzioni:

- Legamento laterale: è il più forte. Chiamato anche temporomandibolare

- Legamento stilomandibolare

- Legamento sfenomandibolare 


Tra il condilo mandibolare e la componente ossea temporale dell’articolazione si


trova il disco mandibolare, una struttura brocartilaginea che 

permette lo scorrimento del condilo, prevenendo che si consumi. Tra le cartilagini
si trova, inoltre, la membrana sinoviale costituita da un liquido che permette di
ammortizzare il movimento mandibolare.

Struttura del condilo.

È costituito da una spessa struttura cartilaginea organizzata in speci ci strati in cui


troviamo collagene di tipo I e II.

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SCHEMA DEL CICLO DI UNA MASTICAZIONE.

Questo processo in realtà avviene anche ogni volta che si parla, si sbadiglia o si
apre la bocca in generale. Il condilo scivola sul disco mandibolare e fuoriesce: è un
processo delicato per le numerose strutture coinvolte. A volte succede che il
condilo esce troppo fuori oppure il legamento si incastra non permettendo al
condilo di rientrare facilmente.

LA MADIBOLA PUO ESSERE INTERESSATA DA UNA DISFUNZIONE OSSIA IL


CLICK DISFUNSIONALE CHE OCCORE OGNI VOLTA CHE SI APRE E CHIUDE LA
BOCCA CHE E’ SINTOMO DELLA PATOLOGIA INTRACAPSULARE.

MOVIMENTI DELLA MANDIBOLA.



Rotazione: con bocca chiusa avviene l’elevazione della

mandibola; con la bocca aperta avviene la depressione. Traslazione: protrusione e


regressione della mandibola. Lateralità: attività di triturazione e masticazione.

INNERVAZIONI DELLA MANDIBOLA.



La mandibola è innervata dal nervo
facciale il quale lancia

impulsi motori ai muscoli principali


tramite: Nervo temporale profondo

Nervo massetere

Nervo auricolotemporale

Uno dei muscoli principali è il muscolo


massetere, il secondo muscolo più
forte dopo il muscolo adduttore della
coscia.

BOCCA.

È l’ori zio attraverso cui gli animali si cibano, infatti è la prima parte dell’apparato
digerente e inizia con l’apertura boccale.

È costituita in generale, nell’essere umano, anteriormente dalle labbra,


lateralmente dalle guance,
posteriormente dalla faringe,
superiormente dal palato e
inferiormente da un pavimento
muscolare situato all’interno
dell’arco formato dalla mandibola
(o mascella inferiore).

Per quanto riguarda la parte


ossea, la cavità orale è costituita
da due mascelle, una inferiore
(detta anche mandibola) e l’altra
superiore; quest’ultima è formata
da due strutture ossee che si
fondono in maniera
intramembranosa, cioè si crea una
specie di sutura tra la mascella
destra e quella sinistra.

Nota: il labbro leporino è una


patologia per la quale la sutura tra
le due mascelle superiori non si
forma, causando un’apertura tra
le labbra e, in casi più gravi,
anche sul naso.

In questa immagine sono


sottolineate le componenti più
importanti della cavità orale, tra
cui ad esempio il vestibolo, ovvero
la parte che si trova tra le labbra e
l’arcata dentaria e può essere considerata una cavità virtuale: ad esempio, se si va
ad inserire la lingua in quello spazio, ma NON è una cavità vera e propria in quanto
le labbra
aderiscono
all’arcata
dentaria.

All’interno del
vestibolo si
trovano dei
batteri
completamente
diversi rispetto a
quelli che si
trovano nella
cavità orale,

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perché in genere nel vestibolo troviamo batteri aerobi (infatti vi è un quantitativo
maggiore di ossigeno), mentre posteriormente si trovano batteri anaerobi, in
quanto si trovano in una zona più nascosta dal passaggio dell’ossigeno.

La maggior parte della cavità


orale è occupata dalla lingua, il
muscolo che più viene utilizzato
dall’essere umano. Si tratta di un
muscolo molto grande che
rappresenta la massima
espressione sensitiva (oltre che
sulle mani, più

precisamente il pollice).

Nota: i bambini hanno l’istinto di


“esplorare” gli oggetti attraverso
la lingua, infatti sono soliti
inserirli in bocca proprio perché
fanno questa esperienza
sensoriale attraverso la lingua.

I muscoli della cavità orale sono


stati analizzati in precedenza
durante la spiegazione del collo.

Inoltre, da questa immagine si


può notare la comunicazione
attraverso le coane con il naso
nella zona della rinofaringe.

Da una visione anteriore (a


destra) si possono notare
le varie strutture come il
palato, la lingua, l’istimo
della bocca, l’ugula (non è
sempre presente oppure
può capitare che alcuni ne
abbiano due oppure può
avere una morfologia
diversa) e, in ne, nella
zona più posteriore
troviamo la faringe, più
precisamente è la parte
inferiore della rinofaringe.

A sinistra, vi è una visione


anteriore solo della parte

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ossea in cui possiamo osservare la fossa pterigopalatina situata posteriormente
alla tonsilla palatina (un’in ammazione delle tonsille può andare ad alterare anche
le strutture che passano attraverso la fossa nei casi un po’ più gravi).

PALATO
Il palato si di erenzia in:

-palato vero o palato duro: detto così perché al di sopra si esso di trova la sua
struttura ossea per un tratto e poi prosegue posteriormente solo con una struttura
mucosa.

-palato falso o velo palatino: non ha una struttura ossea sottostante.

Deglutizione.
Il processo di deglutizione è molto ne, bisogna solo sapere che questi
nell’immagine sono i muscoli coinvolti in questo processo.

In sostanza, i muscoli durante la deglutizione fanno sì che la lingua spinga, il palato


si abbassi e che il cibo prenda la via della faringe e, successivamente, quella
dell’esofago.

In particolare entrano in gioco otto nervi e 34 muscoli ogni volta che si deglutisce,
anche solo la saliva.

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PALATO
MOLLE.

Questa è
la
struttura
del palato
molle.

Come si
può
osservare
attraverso
le
immagini,
tra naso e

bocca
non c’è alcuna struttura ossea, ma si trova soltanto una struttura mucosa: questo
perché nel momento in cui si mangia qualcosa è importante sentirne anche
l’odore, il quale si percepisce sia dall’esterno che dall’interno, durante il processo
di deglutizione
proprio attraverso
questa zona senza
parte ossea.


Tutto questo, in
sostanza, perché il
cibo bisogna tastarlo
con il gusto e sentirlo
con l’olfatto.

Nota: uno dei sintomi


del covid è la perdita
di gusto e olfatto che portava a non voler mangiare perché appunto nel momento
in cui si perde l’olfatto, in automatico si perde anche il gusto.

Innervazione e
vascolarizzazione del
palato.
La zona del palato è ricca
di innervazioni in quanto si
trovano diversi tipi di
muscoli tra i quali muscoli
per la deglutizione, per la
masticazione, per il gusto
e per l’olfatto ecc.


Troviamo anche dei
muscoli per le ghiandole
salivari che servono a
comprimerle per far
fuoriuscire la saliva.

TONSILLE.

È un linfonodo specializzato che aiutano le adenoidi facenti parte dell’anello di


Waldeyer (in pratica fungono da prima barriera).


Se vanno incontro ad un’infezione, le tonsille aumentano la propria dimensione


rendendo di cile la deglutizione e, nei casi più gravi, la respirazione.

Infatti, sono molto comuni gli interventi di rimozione delle tonsille.


RAPP. ISTOLOGICA TONSILLE

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IL GUSTO.

L’organo che percepisce questo senso è la lingua, la quale possiede un certo tipo
di conformazione muscolare fortemente vascolarizzata specializzata nella ricezione
di questo senso.

Si tratta di una struttura più grande rispetto a quello che si riesce a vedere la una
visione anteriore, in quanto continua posteriormente nella parte della lingua che
prende il nome di radice, la quale poggia poi sul pavimento boccale.

Sulla lingua troviamo le bre sensitive che ci permettono di percepire sensazioni


diverse non solo legate al gusto e le papille gustative, piccole protuberanze
connettivali in grado di riconoscere il sapore di ciò che si mangia.

Le papille gustative che possono essere a vallate ed escrescenze, contornate da


papille fungiformi che fanno con uire le particelle odorose o saporifere all’interno
delle vallate facendoci percepire il gusto.

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Ogni zona della lingua, inoltre, percepisce un gusto diverso. In questa immagine si
evidenziano, a destra, i nervi coinvolti nella capacità sensitiva, mentre a sinistra i
nervi coinvolti nella capacità di percepire il gusto.

IL SISTEMA NERVOSO
Il sistema nervoso è un organo elettrico, tutto dipende dalle variazioni di elettricità
prodotte dai neuroni. L’elettricità prodotta dai neuroni può essere registrata dallo
Scalpo e varia a seconda delle loro attività producendo onde diverse. Il sistema
nervoso come organo elettrico segue due grandi direzioni di ricerca che provocano
variazioni elettriche nei circuiti neuronali e producono o azioni motorie o
cambiamenti emotivi/comportamentali. Il nostro sistema nervoso ha caratteristiche
uniche e speciali fra tutti gli altri esseri viventi. Pur essendo dei Primati, il sistema
nervoso degli umani si distingue nettamente dagli altri primati. Inizialmente, molti
scienziati pensavano che tutti i cervelli di mammiferi fossero fatti tutti allo stesso
modo, con un numero di neuroni sempre proporzionale alle dimensioni del
cervello. Questo signi ca che due cervelli delle stesse dimensioni e peso
dovrebbero avere un numero simile di neuroni e simili attività cognitive. Il nostro
cervello è più grande del dovuto circa 1.5Kg.

Nei cervelli dei roditori, la taglia media dei neuroni aumenta facendo aumentare la
dimensione del cervello più velocemente di quanto aumenta il numero dei neuroni.

I cervelli dei primati acquisiscono neuroni senza che il neurone medio diventi più
grande: è un modo semplice di aggiungere neuroni al proprio cervello. L’uomo ha
più neuroni totali e più neuroni corticali rispetto a tutti gli altri Primati.

Il sistema nervoso è composto da:

- 2 tipi di “sostanze”

- 2 tipi di cellule

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Generalità strutturali:

Anche ad occhio nudo possiamo vedere che l’intero sistema nervoso è composto
da 2 sostanze: sostanza grigia e sostanza bianca. Il sistema nervoso è formato da
2 tipi di cellule: neuroni e glia.

NEURONI
Stesso modello cellulare di base, ma di erenze nella dimensione e forma del
soma, dei dendriti e degli assoni. 

La membrana ha proprietà elettriche (potenziale a riposo= -70 mV) 

L’informazione passa da un neurone all’altro a livello delle sinapsi con il rilascio di
neurotrasmettitori e co-trasmettitori. 

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GLIA

Abbiamo 2 gruppi principale: macroglia (astrociti e oligodendrociti),

microglia (microglia)

1. Astrociti: lunghi processi con terminazione perivascolari. Supportano i neuroni e


trasferiscono materiale fra il sangue e i neuroni.

2. Oligodendrociti: formano la mielina che aumenta la velocità di conduzione.

3. Microglia: azione
macrofagica,
specie dopo danno
cellulare

Sinaptogenesi vs Mielinogenesi

-  sinaptogenesi: inizia precocemente durante la gestazione, ma si compie


soprattutto fra l’8°mese di gravidanza e il 2° anno di vita. 


-  Mielinogenesi: inizia a metà della gestazione e non è completa alla


nascita. La mielinizzazione non avviene simultaneamente in tutte le aree del
sistema nervoso e termina durante la 2° decade di vita. 

Fino ai primi 20 anni il nostro cervello può ancora modi care la velocità delle sue
connessioni. 


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TOPOGRAFIA DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE

3 principali generali di macrostruttura:

• 7 macroregioni

• 4 ventricoli intercomunicanti e un canale centrale contenenti il uido cerebro-
spinale (Liquor)

• 3 membrane che lo avvolgono (meningi)

Le 7 macroregioni circolando un sistema di 4 cavità interconnesse contenenti il


liquido cerebrospinale (liquor)

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Sistema Glimfatico e Sistema Linfatico


I prodotti degradati e l’eccesso di liquido interstiziale portati via dal Sistema
Glimfatico poi ritornano nello Spazio subaracnoideo che a sua volta in relazione
con i linfatici durali. Durante il sonno, le dimissioni e l’e cienza del sistema
glimfatico aumentano del 50%. Il sonno rappresenterebbe un mezzo attraverso il
quale ilSNC si libera delle sostanze nocive, come la beta-amiloide e l’alpha-
sinucleina, due proteine che si accumulano in grandi quantità rispettivamente nelle
malattia di Alzheimer e nel morbo di Parkinson. Alterazioni del sistema glimfatico
potrebbero essere alla base o una concausa, nella patogenesi delle malattie
neurodegenerative, cosi come la privazione o i disturbi del sonno potrebbero
accelerare l’invecchiamento cerebrale.

L’encefalo comprende il cervello (telencefalo e diencefalo) + cervelletto + tronco


cerebrale.

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Corteccia cerebrale

La super cie esterna degli Emisferi forma una complessa struttura di


Circonvoluzioni (GIRI), che vengono separate da fessure con varia profondità
(SCISSURE o SOLCHI)

La super cie degli emisferi è composta da un sottile strato di sostanza grigia


esterna (corteccia) e una sottostante Sostanza Bianca. Nel loro insieme prendono
il nome di “PALLIO” (mantello). Dal punto di vista logenetico il Pallio presenta tre
momenti di sviluppo:

- PALEOPALLIO (il più antico): allocortex 3-5 strati - ARCHIPALLIO (antico):


allocortex 3-5 strati

- NEOPALLIO (nuovo): isocortex 6 strati

Queste tre tipologie hanno: diversa struttura istologica e un numero di strati


cellulari (allo- e isocortex) e formeranno parti di erenti dell’Encefalo adulto.

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L’organizzazione tissutale in Circonvoluzioni/ Solchi serve ad ampli care la
super cie della corteccia cerebrale: circa il 70% della corteccia è nascosta dentro i
Solchi.

Queste 3 importanti Scissure e altri Solchi dividono ciascun Emisfero in: 6 Lobi
Telencefalici, 4 più esterni e 2 più interni: frontale, parietale, temporale, occipitale,
(esterni), insula e limbico (interni).

Ciascun Lobo Cerebrale è coinvolto in speci che funzioni superiori che lo


caratterizzano ma che si possono esplicare solo in connessione con altri Lobi.

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Giro fusiforme: il giro fusiforme è uno speci co giro del Lobo Temporale (Area 37)
dedicato al riconoscimento del volto umano. I suoi neuroni rispondono solo se la
corteccia visiva occipitale invia l’immagine di un volto umano ma non altre parti del
corpo o un oggetto o un animale. Vi sono associati i neuroni del solco temporale
superiore.

Riconoscimento volto: l’informazione visiva proviene dalla corteccia occipitale


viene inviata una a un primo “Core Center” del riconoscimento formato da 3 aree: il
giro fusiforme (FFA), il solco temporale superiore (STS) e l’area occipitale del volto
(OFA). Queste tre aree identi cano il volto e inviano le informazioni ad un secondo
“extended center” formato da varie zone cerebrali (amigdala, insula, cingolo, etc)
che associano a quel volto una serie di informazioni emotive/sensitive.

Il neuroni del giro fusiforme rispondono esclusivamente alla visione di un volto e tra
di loro hanno una specializzazione nel riconoscimento delle singole parti di un
volto. La loro azione è cosi speci ca che se noi mostriamo una foto di un volto
capovolto, non percepiamo più le di erenze, se è un volto reale o è stato
modi cato. I neuroni del Giro Fusiforme, quindi, non riescono a fare il loro lavoro se
il volto non si presenta in una posizione “ siologica”. L’analisi che fa il Core Center
dell’immagine di un volto è cosi speci ca da segnalare immediatamente se quel
volto appartiene ad un gruppo che riteniamo simile a se stesso (il noi) o a erisce
ad un gruppo diverso (gli altri).

1. Nel primo caso l’analisi del volto del Core Center è approfondita e i neuroni
dell’Extended Center ci danno razionalmente tutte le informazioni di rapporti avuti
con chi ci sta di fronte e ci mettiamo in posizione empatia e di ducia.

2. Nel secondo caso l’analisi del Core Center è più approssimativa (una volta
capito che è un altro non ci si interessa più un analisi ulteriore del volto), ma
immediatamente l’informazione “è un altro”, viene inviata a due speci ci nuclei
dell’Extended Center: l’amigdala (sollecita la nostra di denza, paura e
precauzione) e l’insula (reagisce con la stessa modalità con cui abbiamo un senso
di disgusto se vediamo del cibo guasto).

Corteccia cerebrale e neuroni a specchio


Negli anno ’90 Rizzolatti ha individuato nelle scimmie dei gruppi di neuroni corticali
che vengono attivati non solo quando le scimmie compiono una azione motoria,
ma anche quando vedono compiere un azione simile da parte di un altra scimmia
o dall’uomo. Rizzolatti chiamo questi neuroni, neuroni a specchio. L’importanza dei
neuroni a specchio nell’evoluzione della persona e della specie riguarda: il
linguaggio, l’imitazione e l’apprendimento, l’empatia e le emozioni. La principale
funzione dei neuroni a specchio non è l’imitazione, ma è la comprensione dello
scopo dell’azione, della sua intenzione. Nel neonato i neuroni a specchio hanno un
ruolo chiave nello scambio comunicativo fra madre e bambino. Un loro de cit è
alla base dell’autismo.

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VI SONO TRE IMPORTANTI TEORIE su come queste strutture lavorano, pensano e
ci fanno prendere delle decisioni cognitive e comportamentali:

- teoria dei 3 cervelli in uno avanzata negli anni ’60 dal neuro siologo mcLean che
divide l’encefalo in 3 parti ciascuna con speci ci compiti:

1. Reptilian brain

2. Lymbic system

3. Neocortex

Un esempio dell’attività
che risiede nel «Reptilian
Brain» è l’innamoramento
con una forte attivazione
dell’area Tegmentale
Ventrale del Mesencefalo
(VTA, Formazione
Reticolare) e del Caudato.
C’è un forte rilascio di
Dopamina. Attivazioni
simili accadono anche
nelle tossicodipendenze

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Nei casi di rigetto dal partner, la VTA continua ad essere attiva (continui a sentire
innamoramento), ma si accendono anche altre regioni del Cervello emozionale
come il Cingolo e l’Insula (senso di dolore, emotività) e il Nucleo Accumbens
(centro del calcolo, valutazione rischio vincita/perdita)

Curiosità sulla psicologia cognitiva:



I due sistemi sono sempre attivi. Il sistema 1 è sempre in modalità di massima
attività il sistema 2 min modalità di minimo sforzo.

La nostra mente ha un budget limitato di attività cognitiva e di attenzione che


destiniamo alle nostre varie attività: se lo superiamo falliamo. L’evoluzione ha
sviluppato i 2 sistemi per ridurre al minimo lo sforzo mentale e ottimizzare il suo
rendimento per farci sopravvivere Il Sistema 1 si basa su situazioni e modelli
conosciuti e generalmente porta a soluzioni rapide e appropriate che passa al
Sistema 2 che però è un «controllore pigro»: fa proprie le soluzioni del Sistema 1 e
così crediamo fermamente di aver agito nel migliore e nel più razionale dei modi.
Spesso è vero, ma molte volte il credere nella giustezza delle nostre decisioni è
solo una illusione. IMPARARE A SOLLECITARE IL SISTEMA 2 ED EVITARE LE
BIAS DEL SISTEMA 1


INTELLIGENZA COLLETTIVA

La mente umana non è come il desktop di un computer progettato per avere


grandi quantità di informazioni: ci sono limiti rigidi sulla quantità di informazioni che
un singolo individuo sa elaborare. Il nostro cervello si è evoluto per un solo
obiettivo principale: farci sopravvivere dandoci una straordinaria capacità di
produrre movimenti complessi e adattabili ad ogni situazione. Il pensiero serve per
l’azione e si è evoluto come una estensione della capacità di agire in modo
e cace permettendoci di scegliere, fra le azioni motorie possibili, la migliore e
prevedendo i suoi e etti successivi L’AZIONE HA PRECEDUTO IL PENSIERO.

Nello sviluppo del cervello anche i circuiti della memoria si sono sviluppati per
indicarci quali sono state le azioni più e caci fatte nel passato che si possono
adattare alla situazione presente. La nostra mente è organizzata per ragionare su
CAUSALITA’: determinare in che modo le nostre azioni e le altre cause producono
e etti. Questo ha anche prodotto la decisione di vivere in una società e di adottare
delle regole di base. In ogni contesto e situazione il pensiero seleziona ciò che gli
serve e rimuovendo tutto il resto in modo da stabilire la migliore azione da fare.

L’attività cognitiva superiore, la capacità di astrazione sono invece processi molto


più elaborati in cui la mente del singolo ha prestazioni inferiori e più lente Tuttavia,
rispetto agli altri animali abbiamo sviluppato una importante qualità: la
CONDIVISIONE DELLA CONOSCENZA Viviamo in una comunità della conoscenza
LA CHIAVE DELL’INTELLIGENZA DELL’ESSERE UMANO NON E’
NELL’INTELLIGENZA DEL SINGOLO MA NELLA ENORME QUANTITA’ DI
CONOSCENZA COLLETTIVA CHE UN SINGOLO PUO’ UTILIZZARE
INTELLIGENZA AD ALVEARE

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Fine.
delle Fave Antonio Pio.

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