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RENE

Il sistema urinario depura il sangue da tutte


le sostanze di rifiuto, in particolare i prodotti
azotati, in quanto essi poi sono eliminati
attraverso l’urina.

L’apparato urinario contribuisce


all’omeostasi termica del corpo modificando
la composizione in base agli elettroliti, il ph
(espellono H+ e conservano HCO3-), il
volume del sangue e quindi a pressione. La
pressione viene modulata anche dal sistema
renina-angiotensina-aldosterone. Si ha
l’eliminazione di sostanze di scarto in
particolare cataboliti proteici (urea e acido
urico).

L’apparato urinario è costituito dai reni,


organi con il compito di filtrare il plasma e
produrre l’urina in cui sono immesse le sostanze di rifiuto; inoltre ha il compito di regolare il volume (la pressione
oncotica) dei liquidi extra cellulari. Oltre ai reni l’apparato urinario è costituito dalle vie urinarie il cui compito è di
eliminare l’urina prodotta dal rene e convogliarla all’esterno.

Dato che il rene filtra il sangue ci devono essere numerosi capillari. Il rene ha anche funzione endocrina producendo
eritropoietina, stimolante la produzione dei globuli rossi (è una sostanza dopante trovata nel ciclismo), aumenta
l’apporto di ossigeno.

L’apparato urinario è costituito da organi, come i reni hanno una funzione attiva, cioè attivamene partecipano, loro
sono gli artefici del processo di filtrazione e quindi produzione dell’urina (in cui sono raccolti tutti i prodotti che
devono essere eliminati, di rifiuto), e inoltre ci sono degli organi che costituiscono le vie urinarie con la funzione di
immagazzinare e poi eliminare all’esterno (per mezzo dell’uretra che è l’ultimo organo dell’apparato urinario)
queste sostanze di rifiuto sottoforma di urina.

MACROSCOPICA RENE
I reni sono organi pari alloggiati in cavità addominale, in una situazione profonda. Sono appoggiati a livello della
parete addominale posteriore. I vasi interposti tra questi 2 reni sono la vena cava inferiore e aorta. Inoltre, i reni
sono in stretto rapporto con ghiandola endocrina che è il surrene.

Ureteri dal rene convogliano urina fino alla vescica a livello della pelvi. Poi l’urina
è portata all’esterno attraverso l’uretra.

Se noi guardiamo questi organi dalla parete addominale posteriore essi si


trovano nella regione lombare. Sono a livello della 11-12 vertebra toracica e si
portano fino a 2-3 vertebra lombare. Il rene di destra raggiunge la 3 vertebra
lombare, il rene di sinistra no. Il rene di sinistra contrae rapporto con la 11 e 12
costa, mentre il rene di destra solo con la 12, perché è abbassato dal fegato. I 2
reni non sono entrambi alla stessa altezza, ma il rene destro è più in basso del
sinistro, perché al di sopra del rene destro c’è il fegato che porta leggermente in
basso il rene di destra. Entrambi sono in posizione retro-peritoneale, sono nella
regione lombare, sono profondi. Al di sopra dei reni c’è il diaframma. Entrambi
contraggono rapporto con le ultime coste, sono organi tronco addominali (come
fegato e stomaco).
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FORMA

Il rene ha forma a fagiolo, presenta una faccia

- Anteriore
- Posteriore
- Margine laterale (convesso)
- Margine mediale, è particolare perché è convesso all’estremità superiore e inferiore e la porzione centrale è
concava. A livello di questa porzione centrale c’è l’ILO (tipico di tutti gli organi parenchimatosi), che immette
all’interno del rene, ma a differenza degli altri organi come fegato e polmone l’ilo immette in uno spazio che
si trova tra la porzione centrale del margine mediale (che è concava) e il parenchima vero e proprio del rene.
Nell’ilo c’è una depressione che è il seno renale.
- Il rene ha un POLO SUPERIORE, che è in rapporto con la ghiandola surrenale endocrina.
- Un POLO INFERIORE, si trova in corrispondenza della cresta iliaca, siamo a livello del bacino che si va a
articolare con l’osso sacro. Il rene destro è più in diretto rapporto con la cresta iliaca, in confronto al rene di
sinistra.

Attraverso l’ilo del rene c’è questa fessura che abbiamo nel margine mediale, abbiamo strutture, che sono l’arteria
renale (che entra nel rene), vene renale (che porta sangue all’esterno) e la PELVI. La pelvi è la prima struttura che si
forma all’interno del seno renale e che passa attraverso ilo del rene e subito dopo si continua con uretere. Quindi la
pelvi passa l’ileo che poi si continua come uretere fino a vescica. (la parte slargata prima dell’uretere è la pelvi
renale).

RENE DESTRO:

FACCIA ANTERIORE rapporti:

- Fegato (che sta superiormente, per il


rapporto diretto tra rene e fegato c’è
l’impronta del rene destro sul fegato)
- Medialmente, la faccia anteriore (in
prossimità, e che lo va anche coprire, l’ilo) è
in rapporto con duodeno, con la porzione
discendente del duodeno
- Più in basso è in rapporto con il colon (con
la fessura destra del colon), poi con il primo
tratto del colon trasverso.

RENE DI SINSITRA

FACCIA ANTERIORE rapporti:

- Faccia posteriore stomaco


- Lateralmente con la milza
- Pancreas
- Colon, la fessura sinistra del colon, il colon
discendente
- Anteriormente per la sua posizione, dato che sono
profonde, un pochino anche con delle anse
intestinali. Non la ho a destra perché la fessura di

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sinistra del colon è più in alto e infatti il rene di sinistra tocca anche la matassa intestinale (o anse
intestinali)).

FACCIA POSTERIORE ENTRAMBI I RENI:

- RAPPORTI CON I MUSCOLI: Faccia posteriore di entrambi (essendo una posizione profonda retro-
peritoneale) sono in rapporto con muscoli della parete addominale posteriore. Entrambi, in senso medio-
laterale, sono in rapporto con il muscolo GRANDE POAS, IL MUSCOLO QUADRATO DEI LOMBI, e più
LATERALMENTE CON IL MUSCOLO TRASVERSO DELL’ADDOME, e superiormente è in rapporto con il
DIAFRAMMA.
- RAPPORTO CON STRUTTURE
SCHELETRICHE: Inoltre, la faccia
posteriore del rene è in
rapporto con strutture
scheletriche, con l’ultima costa
la T12 per rene destro, e 11 e 12
costa per quanto riguarda il rene
di sinistra.
- RAPPORTO CON NERVI: Inoltre,
la faccia posteriore è in rapporto
con strutture nervose: NERVO
ILEO-IPOGASTRICO, e il NERVO
ILEO-INGUINALE (vanno a
sboccare a livello dei genitali
esterno, se ho il calice renale
sento dolore a livello dei genitali
esterni per dolore riferito allo scroto o alle grandi labbra). Sono importanti soprattutto come punto di
riferimento per il dolore riflesso.

COLLOCAZIONE DEL RENE

Il rene è in una posizione profonda retro-peritoneale, in realtà i reni sono alloggiati, accolti nella fossa lombare
chiamata LOGGIA RENALE. Uno spazio in cui sono racchiusi i 2 reni. Questa loggia renale è formata da uno
sdoppiamento, un differenziamento, del peritoneo, della sottosierosa del peritoneo, uno sdoppiamento della fascia
renale. Rene è un organo retro-peritoneale, cioè il peritoneo passa anteriormente e lateralmente per poi continuarsi
con il peritoneo parietale. Ciò che costituisce la loggia reale è una fascia renale un differenziamento della
sottosierosa che costituisce la loggia renale.

La loggia renale (connettivo sotto-peritoneale) (la loggia


renale è formata dallo sdoppiamento della fascia renale
(differenziazione della tela sottosierosa del peritoneo) è
formata da 2 foglietti: Uno che si porta anteriormente e
uno che si porta posteriormente. Questi 2 foglietti che si
sono differenziati dal peritoneo, quindi diversi da esso,
vanno a costituire la loggia renale. Quindi sarà costituita
da:

- un foglietto anteriore (che passa anteriormente


al rene) che si continua nella porzione contro-
laterale, che poi va a ricoprire il rene della parte
opposta, passando anteriormente a 2 grossi vasi
per delimitare 2 porzioni distinte della loggia
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renale. Questo foglietto è continuo tra quello di un lato e quello del lato opposto. Inoltre, passa davanti alla
colonna vertebrale.
- Il foglietto posteriore si porta posteriormente al rene in senso latero-mediale e si inserisce sulla colonna
vertebrale (che è interposta, si trova tra i due reni), sui copri delle vertebre lombari. Il foglietto posteriore si
arresta a livello della colonna vertebrale. Questi 2 foglietti creano uno spazio in cui sono accolti i 2 reni che è
la loggia renale, dove però la parte destra della loggia renale non è in comunicazione quello di sinistra.
Perché anche se il foglietto anteriore si continua, in realtà anteriormente alla colonna vertebrale, essendoci i
2 grossi vasi: la vena cava inferiore e l’aorta, per cui rende queste 2 strutture separate tra di loro.

I 2 foglietti, superiormente il foglietto posteriore si va a unire con quello anteriore, quindi i 2 foglietti si chiudono
superiormente dopo aver inglobato anche la ghiandola surrenale e si ineriscono sul muscolo diaframma, quindi
rendono questa loggia chiusa superiormente. Inferiormente i 2 foglietti si avvicinano molto tra di loro ma non si
uniscono mai, la loggia renale in basso è aperta, e si vanno poi a perdere nella cavità pelvica. Quindi la loggia renale è
aperta in basso.

All’interno della loggia renale,


oltre ai reni, c’è il tessuto adiposo
(un grasso peri-renale) in cui i 2
reni sono immersi. Questo
tessuto adiposo si immerge
all’interno del rene. Questo
tessuto adiposo ha la funzione di
mantenere il rene isolato
termicamente, riesce a costituire
un ambiente che mantenga una
determinata temperatura
corporea (così che il sangue
rimanga fluido); inoltre
contribuisce a mantenere il rene
nella sua posizione e ad
ammortizzare gli urti. Il tessuto
adiposo non è mai consumato.

Inoltre, tra i muscoli della parete


posteriore dell’addome ed il
foglietto posteriore ho il grasso
para-renale.

Ci sono patologie, in caso di forti dimagrimenti, in questo casi l’organismo ha necessità di una forma energetica, e
viene usato anche questo tessuto
adiposo, e una volta che esso è
consumato, il rene perde la capacità di
rimanere in sede. Soprattutto per il rene
di destra (sotto il peso del fegato) esso
cade, si porta verso il basso (dove i 2
foglietti non sono uniti) e avviene la
PTOSI RENALE, o scivolamento del rene
verso il basso. Il rene essendo unito a
uretere, il rene scivola in basso e
l’uretere con la pelvi si piegano
(chiamato inginocchiamento), si crea un

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angolo, una curva, un angolo acuto, questo inginocchiamento dell’uretere crea problemi di ristallo delle urine con
conseguente malfunzionamento renale, quindi tutto ciò porta a gravi complicanze.

ORGANIZZAZIONE RENE:

L’ilo del rene si immette nel SENO RENALE


(pelvi + calici) (quindi l’ilo non immette
direttamente nel parenchima reale, ma
immette in uno spazio che è il seno renale)
che viene ad essere occupato, oltre che a
tessuto adiposo, anche da strutture che
danno inizio alle vie urinarie, una serie di
CALICI MINORI che si inseriscono al
parenchima del rene (all’apice della piramide
renale), e poi si uniscono tra di loro a
formare 3 CALICI MAGGIORI, che poi
formeranno la pelvi renale (o bacinetto
renale) che attraverserà l’ilo del rene che poi
si continuerà con la uretre. I calici minori
raccolgono l’urina dalla piramide renale e danno origine così alle vie urinarie.

Dal seno renale abbiamo il parenchima renale, il PRENCHIMA, è costituito da 2 porzioni:

- Quella più intensamente colorata a forma di piramide con apice che guarda verso seno renale e la base che
guarda verso l’estero (verso quella che è la capsula che chiude il rene) è la MIDOLLARE DEL RENE (o
midollare interna).
- Tutto il resto è la CORTICALE DEL RENE.

La MIDOLLARE RENALE, corrisponde a quella che è la piramide renale (piramide renale del Malpighi), ha una base
rivolta verso esterno (verso la capsula connettivale che avvolge il rene), e un apice che sporge nel seno renale, che
prende il nome di papilla renale, che è avvolta, che va a essere racchiusa dal calice minore. La papilla renale presenta
dei forellini che sono lo sbocco dei dotti collettori che trasportano l’urina a questo livello e che viene raccolta dai
calici minori. Le piramidi sono staccate le une dalle altre da dei pezzi di corticale , e sono in numero uguale ai calici
minori.

La pelvi, essendo una via urinaria, otterrà l’urina dalle piramidi renali. Abbiamo organi cavi che fanno si che l’urina
venga poi espulsa all’esterno e sono i calici minori, i calici maggiori, pelvi renale, uretere, queste vanno a costituire le
vie urinarie. Quindi a livello degli apici ho praticamente l’urina già formata. Gli ureteri raggiungono la vescica e da lì
l’uretra. Le vie urinarie e la vescica NON vanno a modificare l’urina. La vescica è semplicemente un organo di
raccolta.

Ha forellini aperure che sono sbocco urina.

- apice o papilla renale (papilla cribrosa)


- Corpo
- Base

Aspetto striato, dovuto a dotti collettori, ansa di Henle


(dotto di nefrone) e parti più scure sono dati da vasi
sanguiferi.

Dalla base della piramide originano dei raggi che si


dirigono verso la periferia che sono raggi midollari (La
parte corticale è costituita da parte radiata e parte
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convoluta (dovrà da raggi midollari). I raggi midollari sono una parte della porzione corticale che si va a disporre tra
le piramidi corticali renali (andando a formare le colonne renali che separano una piramide dall’altra), e poi tutto
intorno alla base della piramide renale fino a raggiungere la porzioni più esterna al di sotto della capsula renale ( se
l’ultima porzione, quella più periferica della parte corticale è chiamata anche CORTEX CORTICIS).

Sostanza corticale: tubuli contorti e corpuscoli renali.

Sostanza midollare: tubuli collettori, ansa di Henle.

Nefrone è l’unità morfo funzionale del rene, è costituito da varie


componenti: Corpuscoli renali e tubuli contorti sono alloggiati
nella sostanza corticale. Nella parte midollare si trovano tubi
collettori e ansa ad L, anche se alcuni si possono trovare nella
porzione midollare della corticale (e nella papilla renale (apice
piramide renale) si parla di dotti papillari, e sono tubuli collettori).

Il parenchima del rene (oltre che in porzione midollare e corticale)


si può ulteriormente suddividere in LOBI e LOBULI.

LOBO RENALE= è costituito da piramide renale, e dalle 2 metà


contigue alla piramide renale che fanno parte delle colonne renali
(quella sostanza corticale che si torva a separar le 2 piramidi tar di
loro). E da quella porzione di sostanza corticale che è alla base
della piramide. Porzione midollare e porzione corticale. La
suddivisione territoriale più grande. È formato dalla porzione
midollare + porzione corticale contigua. È delimitato da arterie
inter-lobali. Piramide + parte delle colonne renali adiacenti +
corticale adiacente.

LOBULO RENALE = è la porzione più piccola. È costituito da sostanza corticale, perché fatto
da raggio midollare e dalle metà contigue al raggio midollare della porzione convoluta della
sostanza corticale. Delimitato da arterie inter-lobulari. Comprende un singolo raggio
midollare con la corticale adiacente.

Dalla base della piramide originano delle strutture di midollare che si inseriscono nella
corticale: RAGGIO MIDOLLARE. La parte ,midollare è fatta di tanti piccoli tubi. Nella corticale
ho buona parte dell’unità morfo-funzionale del rene che è il NEFRONE.

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VASCOLARIZZAZIONE DEL RENE

La porzione vascolare che


mostra come dall’arteria renale
(che entra all’interno del rene,
nel seno del rene questa arteria
renale si suddivide in arterie
segmentali che raggiungono il
parenchima, si vanno ad
apporre alle colonne renali,
entrano nelle colonne renali,
percorrono tutto il contorno
della piramide renale (porzione
midollare), arrivano alla base
della piramide renale dove si
biforcano e piegano andando a contornare la base della
piramide renale, a livello della base della piramide renale esse si anastomizzano a pieno canale, si inoculano, con la
biforcazione dell’arteria proveniente dal lato opposto, e formano un’arcata prendendo il nome di arterie arcuate o
arciforme. Da queste arterie si originano le arterie RETTE VERE, che poi alternandosi ai dotti e alle anse di Henle
insieme a quelli venosi danno la colorazione più scura e quindi l’aspetto striato alla piramide renale. Si formano
inoltre delle arterie inter-lobulari e inter-lobari. Quindi dall’arteria renale si origina l’arteria inter-lobari e inter-
lobulari. Si formano anche delle arterie INTER-LOBULARI, arterie che vanno a delimitare il lobulo renale. Esse danno
origine alle arteriole afferenti, che poi andranno a costituire la porzione vascolare del corpuscolo renale.

L’arteria renale si divide in arterie segmentali che percorrono la colonna renale, entrano nel seno renale,
raggiungono la base della piramide dando le arterie arcuate o arciformi.

Nella descrizione della vascolarizzazione del rene ne capiamo anche l’ultrastruttura e la funzione del rene. È
seguendo la vascolarizzazione che noi arriviamo a quella l’ultrastruttura, che è il corpuscolo renale deputato alla
filtrazione del sangue fino alla formazione dell’urina.

Le Arterie inter-lobari sono le arterie che entrano nelle colonne renali e che sono quelle arterie che vanno a
delimitare il confine di quello che è il lobo renale. Quindi si arriva alla formazione delle arterie arcuate (o arciforme)
che:

- dalla loro porzione concava danno origine alle arterie rette vere,

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- mentre nella porzione convessa, quella che guarda verso la periferia danno origine alle arterie inter-lobulari
che delimitano il lobulo renale, ma danno origine alle arteriole afferenti, che poi originano i capillari che
vanno a costituire il glomerulo renale. Da questi capillari si origineranno le arteriole efferenti e quindi tutto
un sistema di capillari e venule che tramite un processo a ritroso di quello appena descritto daranno origine
alla vena renale, che esce dal rene.

NEFRONE

Unità morfo funzionale del rene, costituito da:

- Una porzione più slargata, il Corpuscolo renale, o del Martili, porzione corpuscolare. Dal corpuscolo poi si
origina il tubulo contorto prossimale che prosegue con l’ansa di Henle. Dall’ansa si continua in tubulo
contorto distale il quale continua con il dotto collettore. I dotti collettori appartengono alla midollare.
- Porzione tubulare o tubulo reale

I nefroni completamente o parzialmente (mai il corpuscolo renale sarà nella midollare. L’ansa semmai potrei averla
nella midollare). Tanti dotti collettori si riuniscono a livello dei dotti papillari che sboccano a livello dell’apice della
piramide renale che è tutto cribroso.

Ci sono 2 tipi di nefroni:

- C’è il nefrone corticale


più localizzato verso la
porzione periferica, e
ho un corpuscolo più
piccolo ho il tubulo
renale che è più breve.
- Poi c’è il nefrone iuxta-
midollare, che si trova
più vicino alla
midollare, ha
corpuscolo più grande,
un tubulo più lungo e
l’ansa di Henle e si
inserisce nella
piramide renale.

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Il corpuscolo renale è la porzione del nefrone dove avviene l’ultra filtrazione del plasma, prende anche il nome di
urina primaria o pre-urina. Esso è costituito da:

- Capsula, o capsula di Bowman di natura epiteliale, più esterna.


La capsula è un foglietto parietale costituito epitelio
pavimentoso semplice con la funzione di delimitare uno spazio.
Queste cellule pavimentose in corrispondenza si modificano,
diventano cubiche e poi battirpismatiche nel tubulo contorto
prossimale, e poggino su una membrana basale. E poggiano su
una membrana basale. La capsula di Bowman è una delle due
estremità del nefrone (della parte tubulare del nefrone) che si
slarga (assume questa forma un po’ a calice) e all’interno di
questa sua porzione accoglie il glomerulo renale (come un
calice). Si può dire che la capsula di Bowman è costituita da 2
foglietti di natura epiteliale:
--- un foglietto esterno, chiamato anche foglietto parietale o
foglietto capsulare
--- un foglietto interno che si pone a contatto dei capillari, e si chiama foglietto glomerulare o viscerale che
entra in contatto con i visceri.
I 2 foglietti sono in contatto tra di loro, uno passa nell’altro, e questa continuità si ha nel POLO VASCOLARE
(un punto della capsula). A livello del polo vascolare uno entra nell’altro. POLO VASCOLARE perché a questo
livello entra l’arteriola afferente (che si capillarizza e da luogo al glomerulo) e esce l’arteriola efferente.
Si ha anche il POLO URINIFERO perché a questo livello il foglietto
parietale della capsula di Bowman si continua con il resto del
tubulo del nefrone più precisamente con il tubulo contorto
prossimale, cioè la prima porzione tubulare del nefrone.
L’arteriola afferente poi si riunisce a formare l’arteriola efferenti
che darà origine al sistema venoso.
- Porzione di natura vascolare, ed è il glomerulo renale. Dato da
capillari che si riuniscono a formare l’arteriola efferente, che poi
darà una rete capillare della corticale. Il glomerulo, si viene a
creare un rete mirabile arteriosa, per rete mirabile arteriosa ci si
riferisce a capillari che si interpongo tra una arteriola efferente e
una arteriola afferente. Epitelio pavimentoso semplice, e le
cellule che costituiscono il foglietto viscerale, i podociti, sono
cellule particolari, hanno particolarità atte alla filtrazione.

Tra foglietto parietale(costituito da epitelio pavimentoso semplice,


cellule che diventano più alte andando verso il polo urinario, membrana basale) e viscerale (dato da cellule epiteliali
molto specializzate, i podociti, delimitano lo spazio capsulare da un lato, si addossano ai capillari dall’altro) c’è uno
spazio detto spazio sub-capsulare o spazio della capsula del Bowman in cui è raccolta l’urina primaria, la pre-urina.
Per cui i podociti si dispongono sui capillari e dall’altra parte si sporgono nello spazio capsulare (in cui è raccolta la
pre-urina o urina primaria). I podociti sono cellule pavimentose, hanno dei prolungamenti, dei processi
citoplasmatici, vanno ad abbracciare il capillare fenestrato che ha la sua membrana basale. Hanno una forma
stellata, dal corpo della cellula originano i primi prolungamenti ad andamento parallelo all’asse vaso, i secondi
originano da questi e sono perpendicolari all’asse del vaso.

Tra un podocita e l’altro abbiamo la membrana basale (situazione simile


alla barriera aria-sangue). Si ha una parte centrale che contiene e nucleo e
tutti componenti citoplasmatici e poi si hanno 2 processi citoplasmatici:

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- Processi maggiori o prolungamenti
maggiori, che si dispongono
parallelamente all’asse maggiore del
capillare che fa parte del glomerulo
renale. Da questo si dipartono dei
processi che sono detti secondari che si
dipartono ad angolo retto dal processo
primario.
- Questi processi secondari che sono
perpendicolari ai processi primari e si
dispongono perpendicolarmente al
capillare, questi podociti hanno 3 serie di prolungamenti che si dispongono parallelamente al capillare, dei
processi secondari o minori che si dispongono perpendicolarmente al capillare, e questi processi secondari
terminano con slargature che prendono il nome di PEDICELLI, che in alcuni testi sono considerati come
processi terziari. Questi pedicelli poggiano sulla membrana basale che c’è a dividere i podociti con i capillari,
quindi sono perpendicolari ai capillari. Tra questi pedicelli ci sono delle fessure di filtrazione che sono chiuse
da diaframmi di filtrazione. Queste fessure di filtrazione NON comunicano direttamente con il capillare, ma
sono chiuse con dei diaframmi di filtrazione. I pedicelli sono perpendicolari alla membrana basale, con
estremità dilatate con cui si impiantano sulla membrana.

L’endotelio dei capillari glomerulari è fenestrato. Essi poggiano sulla membrana basale. Questi elementi andranno a
formare la barriera di filtrazione. Quella struttura che deve essere attraversata e he compie l’ultrafiltrazione della
pre-urina. L’endotelio dei capillari glomerulari è un endotelio fenestrato, le fenestrature sono prive di diaframma, e
queste cellule endoteliali poggiano su una membrana basale. Questi elementi andranno a formare la barriera di
filtrazione. Cellule del mesangio intraglomerulare hanno elementi contrattili e quindi favoriscono il passaggio del
sangue, e hanno una attività fagocitaria. I diaframmi vanno a chiudere le fessure di filtrazione. Le 3 strutture che
consentono la filtrazione, quindi, sono: fenestrature del capillare, membrana basale, diaframmi.

Attraverso l’endotelio dei capillari possono passare piccole molecole, gli aminoacidi, zuccheri.

La lamina basale è data dall’unione della lamina basale su cui poggia l’endotelio e la lamina basale del foglietto
viscerale epiteliale della capsula del corpuscolo renale. Se osserviamo questo capsula al microscopio a trasmissione
vediamo che è costituita da:

- lamina rara interna (stile e meno elettron densa) (sul versante endoteliale) che è adiacente al capillare;
- lamina densa, una zona centrale che è più elettron densa e più spessa; è il punto in cui le 2 membrane si
fondono. è costituita da proteoglicani, prevalentemente eparonsolfato
che conferiscono alla membrana una carica negativa.
- lamina rara esterna più sottile e meno elettron densa (che guarda il
podocita). Qui rimane solo 1 delle 2 membrane che non compenetra.

Si hanno questa 3 stratificazioni perché queste 2 lamine basali si compenetrano,


al centro si crea questa zona più elettron-densa.

FILTRAZIONE

Questa lamina basale nel processo di filtrazione, nel suo strato più interno funge
da barriera, diventa impermeabile, a dei corpuscoli, degli elementi corpuscolari
del sangue e alle proteine, questo perché la lamina basale è carica e respinge le
proteine cariche negativamente. Il sangue è nel capillare (sono capillari
fenestrati, formati da cellule endoteliali fenestrate, con pori privi di diaframma,
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poggiano su una membrana basale (membrana dializzante)) . Le fenestrature fanno passare il plasma, liquido ricco di
materiale. Il plasma incontra la membrana basale carica negativamente, quindi tutto ciò che è molto piccolo (come il
Cl-) passa pure avendo carica negativa; le molecole più grandi e con carica negativa non passano la membrana basale
. NON PASSANO LE PROTEINE, PASSA SOLTANTO L’ALBUMINA (nelle urine non ci devono essere le proteine, anche
perché toglierei dal sangue molecole che sono necessarie per il sostentamento dell’organismo. La parte centrale più
elettron-densa respinge le molecole per dimensione (ad ex piastrine, globuli bianchi etc..). ). Poi il plasma incontra
delle fessure di filtrazione chiuse dai diaframmi, costituiti da proteine molto strette: rete molecolare in base al peso,
l’ultimo elemento della barriera di filtrazione sono i diaframmi che chiudono le fessure di filtrazione che si vengono a
creare tra pedicelli, si basa sulla dimensione degli elementi che devono passare. Quindi passano ioni, acqua,
cristalloidi, piccole aminoacidi, piccole molecole di zucchero. Ho raggiunto lo spazio sub-capsulare. Ho un filtrato
ricchissimo di acqua, elettroliti, glucosio.

Processo di filtrazione, ossia dal sangue a pre-urina, ma proteine piastrine, globuli bianchi e rossi non passano
all’interno dell’urina.

Vi possono essere le cellule del Mesangio, sono cellule connettivali, con attività fagocitaria ed elementi contrattili.

PRESSIONE NEL PROCESSO DI FILTRAZIONE: Per poter filtrare il sangue devo avere una pressione netta di filtrazione
molto elevata:

la pressione netta di filtrazione = (pressione sanguigna) – (pressione idrostatica della camera glomerulare) –
(pressione colloidale osmotica) = 50 mmHg – 18 mmHG – 24 mmHG = 8 mmHg.

Questo spiega la presenza della rete mirabile arteriosa che comporta una pressione di 50 mmHG q quindi 8 mmHg di
filtrazione. Così il rene può filtrare. Se si ha la pressione molto bassa, si ha pressione di filtrazione negativa e il rene
non filtra più. Il processo di filtrazione è un processo passivo, avviene per differenza di pressione tra la pressione
all’interno dei capillari glomerulari e la pressione all’interno della capsula del Bowman. Nei capillari glomerulari la
pressione è elevata 70 mmHg, la pressione dei capillari glomerulari è così elevata perché i capillari glomerulari
originano da arteriole afferenti e si uniscono a formare l’arteriola efferente (è un sistema mirabile arterioso),
l’arteriola afferente ha una grandezza del lume maggiore della efferente. Il sangue che defluisce all’interno dei
capillari ha una velocità minore, questo contribuisce a rallentare il flusso del sangue in modo che venga tutto filtrato
e poi contribuisce ad aumentare, tenere elevata la pressione all’interno dei capillari del glomerulo. La pressione
all’interno dello spazio capsulare è 10-20 mmHg che si oppone a quella dei capillari glomerulari, e inoltre ai capillari
glomerulari si oppone anche la pressione degli elementi corpuscolari del sangue che è 30 mmHG (la somma di
entrambe è comunque minore di quella all’interno dei capillari glomerulari) . Quindi è un processo passivo, non
consuma energia ma avviene solo per differenza di pressione.

Nella capsula ho un volume che si aggira intorno a 100L al giorno. Nelle urine ho, nelle 24 ore, 1,5 L. infatti avviene
riassorbimento del filtrato glomerulare a livello tubulare.

11
12
TUBULO RENALE

Il Nefrone è costituito oltre che dal corpuscolo renale anche da


una parte tubulare, che prende il nome di tubulo renale, che è
formato da diverse parti: a seguire del corpuscolo renale in
seguito ad un breve restringimento del polo urinifero, che è il
colletto, abbiamo la prima porzione del tubulo che è il tubulo
contorto prossimale, al quale cui fa seguito una porzione più
rettilinea, del tubulo prossimale, che si continua poi con l’ansa di
HENLE (si trova nell’apice piramide renale).

L’ansa di Henle presenta un tratto sottile discendente molto


lungo (si parla del nefrone iuxta-midollare), che si piega ad U, e
quindi un tratto ascendente dell’ansa, e poi si continua, questo
tratto ascendente con una porzione più spessa (che dalla
piramide si porta nuovamente alla corticale), a cui fa seguito il
tubulo contorto distale.

Al tubulo contorto distale (se facciamo il tubulo renale, esso si trova in posizione più distale, più lontana, rispetto al
corpuscolo renale; in realtà la posizione viene ad essere di nuovo all’interno della corticale in prossimità con il
corpuscolo renale, che prende rapporto successivamente con polo vascolare del corpuscolo renale) fa seguito un
tratto REUNIENTE che immette il tubulo contorto distale nel dotto collettore, che riceve numerosi tubuli contorti
distali e decorre all’interno della midollare dove più dotti collettori si riuniscono a formare il dotto papillare, il dotto
papillare che si apre a livello dell’apice della piramide (a livello della papilla renale che è accolta dal calice minore
all’interno del quale la papilla renale riversa l’urina).

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TUBULO CONTORTO PROSSIMALE: parte convoluta
della s. corticale. La sezione del tubulo contorto
prossimale la sua parete è costituito da epitelio
battiprismatico semplice (c’è in prossimità del polo
urinifero, le cellule del foglietto parietale in prossimità
della capsula del Bowman aumentano di spessore e
lunghezza per diventare cubiche e poi cilindriche a
livello della parete del tubulo contorto prossimale)
(cellule monostratificate cilindrico semplice con lunghi
microvilli al polo laminale). Queste cellule batti-
prismatiche hanno una specializzazione a livello della
porzione del lume, il lume che guarda il tubulo ha una
serie di microvilli (poiché serve energia per il
riassorbimento attivo di sodio e cloro (a cui segue
quello di acqua), di glucosio e ioni bicarbonato) che
vanno a costituire l’orletto a spazzola, microvilli o
estroflessioni della cito membrana a livello apicale,
che costituendo il microvillo aumentano la superficie
di assorbimento; questo perché la maggior parte
dell’urina primaria viene assorbita a livello del tubulo
contorto prossimale (circa l’80%), e questo
assorbimento è chiamato ASSORBIMENTO
OBBLIGATORIO, cioè avviene fisiologicamente, non è
influenzato né da ormoni o da fattori esterni, ma in
maniera fisiologica è riassorbita circa l’80% della pre-
urina, inoltre oltre all’acqua è assorbito a questo
livello il sodio, cloro, piccole molecole di glucosio
(l’assorbimento di sodio fa sì che venga assorbita anche
l’acqua). Per fare ciò a livello della porzione basale di
queste cellule sono presenti invaginazioni, la cito-
membrana a livello basale va a formare invaginazioni, si
porta all’interno e forma questa specie di labirinto,
all’interno del quale di queste pieghe, tra queste invaginazioni si vanno a depositare numerosi mitocondri (è per
questo che si dice che a livello basale queste cellule hanno un apparato bastonciforme). I mitocondri (aspetto
allungato e bastoncellare) sono importanti perché l’assorbimento della pre-urina a questo livello avviene con il
consumo di energia (assorbimento attivo), è per questo che a questo livello ci sono numerosi mitocondri.

ANSA DI HENLE: Dal tubulo contorto prossimale, dalla porzione contorta poi al tratto rettilineo, e poi si ha l’ansa di
HENLE. L’ansa di Henle ha una porzione sottile, quella discendente, in cui la parete è costituita da un epitelio
semplice pavimentoso (cellule piatte con pochi mitocondri). Il riassorbimento NON è attivo, e qui si ha un
riassorbimento di acqua (questa è nella piramide o nel raggio midollare se si tratta di nefrone corticale). La parte più
spessa dell’ansa di Henle presenta un epitelio battiprismatico (soprattutto nel tratto ascendente spesso), non ci sono
microvilli e poi c’è principalmente un riassorbimento di cloro (mentre nel tratto discendente c’è riassorbimento di
sodio e di acqua). Il tubulo contorto distale ha un epitelio cubico simile a quello del tratto scendente dell’ansa di
Henle, ha pochi microvilli; ciò serve per riassorbimento di sodio e acqua, ma esso è facoltativo, non avviene in modo
fisiologico, ma è determinato da fattori (come quelli ormonali) e quindi si ha soltanto in condizioni particolari, non
fisiologicamente (per questo è epitelio cubico e non cilindrico).

Nel raggio midollare si divide in base al calibro in parte sottile e parte larga (o convoluta).

TUBULO CONTORTO DISTALE: Parte convoluta della s. corticale, forma la macula densa. C’è riassorbimento di sodio
e acqua. Il tubulo contorto distale si porta, torna in prossimità del polo vascolare del corpuscolo renale (si mette a

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contatto con l’arteriola afferente del corpuscolo renale). In questo punto subisce una specializzazione, va a formare
una macula densa, le cellule epiteliali di questo tubulo subiscono una differenziazione morfologica che forma un
struttura visibile a questo livello che prende il nome di macula densa. A questo livello il riassorbimento di sodio e di
acqua è di tipo facoltativo, regolato da ormoni. L’epitelio del tubulo contorto distale è formato da cellule
monostratificate cubico semplice, i microvilli diminuiscono. Anche qui ho invaginazioni di membrana basale. Ho
mitocondri per il riassorbimento di sodio indotto anche nell’aldosterone. ADH agisce sia su dotti collettori che su
tubulo contorto distale.

DOTTO COLLETTORE: Poi si passa nel dotto collettore che origina i raggi midollari, si porta nelle piramidi renali,
raccolgono molti nefroni, hanno una parete costituita da epitelio di tipo cubico. Si può avere ancora riassorbimento
di acqua, ed è facoltativo, regolato da ADH. Agiscono alcuni ormoni che ne influenzano il riassorbimento. (I canali
collettori iniziano nei raggi midollari, scendono nelle piramidi, raccolgono molti nefroni). Se non si hanno recettori
per ADH, o l’ADH non si forma, si ha urina normale (viene chiamato diabete insipido), e sono diabetico l’urina ha più
glucosio (è dolce e non insipida).

Il dotto papillare ha epitelio con parete di tipo battiprismatico, non c’è più nessuna funzionalità se non di tenere
l’urina nella sua porzione terminale per poi liberare l’urina nel calice minore. DUNQUE: La maggior quantità di
riassorbimento della pre-urina avviene a livello del tubulo contorto prossimale, e a questo livello è un epitelio
battiprismatico semplice che presenta un orletto a spazzola e numerosi microvilli per aumentare la superficie di
assorbimento, e nella sua porzione basale presenta un apparato bastonciforme, cioè presenta delle invaginazioni
della cito-membrana all’interno delle quali si vanno a disporre i mitocondri bastoncellari che forniscono energia
affinché avvenga questo assorbimento (soprattutto acqua, circa 80% dell’assorbimento dell’ultra filtrato, della pre-
urina).

Mentre nel tubulo contorto distale il riassorbimento è facoltativo.

Dotti collettori o obbligatorio (in maniera fisiologica , oppure se avviene tramite ormoni, variazioni di pressione
(come per tubulo contorto prossimale e dotto collettore)).

Nell’ansa di Henle (dove il riassorbimento dell’acqua non è consistente)(non è sotto controllo ormonale o di altri
fattori).

Nel tubulo contorto prossimale e nel dotto collettore l’assorbimento è controllato dall’ormone ADH, ormone secreto
da corticale del surrene.

Il tubulo contorto prossimale che fa seguito all’ansa di Henle, è localizzato nella parte convoluta della corticale e si
pone in rapporto con il corpuscolo renale, entra in contatto con il polo vascolare, con l’arteriola afferente ed
efferente del corpuscolo renale. A questo livello il tubulo contorto distale che è costituito da un epitelio cubico con
pochi microvilli (dato che il riassorbimento è facoltativo) forma la macula densa. La macula densa è così chiamata
perché dove il tubulo della parete del tubulo contorto distale entra in contatto con il polo vascolare, e in particolare
con la arteriola afferente del polo vascolare, le cellule della una parete da cubiche diventano più strette e lunghe,
diventa un epitelio più cilindrico, il citoplasma all’interno di
queste cellule è ridotto, e i nuclei sono più ravvicinato tra di loro.
Quindi in questa zona si ha come una macchia no visibile bene al
microscopio ottico, e prende il nome di macula densa, ed è
dovuta ad
addensamento di
nuclei. Sono cellule
epiteliali
ISOPRISMATICHE.

Queste cellule oltre


a cambiare la loro
morfologia, e

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formare la macula densa (cellule epiteliali isoprismatiche), funzionano anche dal chemiocettori, recettori sensibili a
variazioni chimiche. Altri tipi cellulari: A livello dell’arteriola afferente, nella parete dell’arteriola afferente, ci sono le
cellule IUXTA-glomerulari (sono meccanocettori, cellule muscolari che risentono di stiramenti; sostituiscono le
fibrocellule muscolari lisce), e si trovano a livello della tonaca media (la tonaca media è in genere costituita da cellule
muscolari lisce). Laddove entra in contatto con l’arteriola afferente le cellule muscolari che costituiscono la tonaca
media dell’arteriola afferente si specializzano e perdono la loro capacità di contrarsi ed assumono invece la
caratteristica di cellule secretrici, elaborano un secreto. E secernono un secreto che è la RENINA. Queste cellule sono
sensibili a variazioni di pressione. Dove c’è una variazione di pressione queste cellule per stiramenti che possono
subire o contrazioni, sono sensibili e rilevano le variazioni di pressione, sono come dei barocettori, e inoltre sono
cellule scernenti che secernono la renina.

Le cellule ILARI o DEL MESANGIO EXTRA-GLOMERULARE (sono simil fibroblasti) la loro membrana basale è in
continuità con quella delle cellule iuxta-glomerulari, e con quella delle cellule della macula densai. Questi 3 tipi
cellule vanno a costituire l’apparato iuxta-glomerulare che è legato alla funzione delle singole cellule.

- Le cellule iuxta glomerulari sono sensibili alle variazioni di pressione, quindi quando la pressione a livello
dell’arteriola afferente diminuisce, queste cellule che possono percepire la variazione di pressione secernono
la RENINA.
- Invece le cellule della macula densa (a livello del tubulo contorto prossimale) che sono sensibili a variazioni
di concentrazioni di sodio (nell’urina che si trova a livelli del tubulo distale), queste cellule, tramite le cellule
del mesangio extra-glomerulare che mediano la comunicazione tra questi 2 tipi cellulari, che sono in
continuità sulla membrana basale, stimolano le cellule della iuxta glomerulare a secernere la renina.

Quindi la renina è prodotta in 2 situazioni distinte


(quando c’è una riduzione di pressione a livello
dell’arteriola afferente, e quando c’è una riduzione
della concentrazione di sodio a livello del tubulo
contorto distale). La liberazione di renina nel circolo
sanguigno determina una serie di reazioni e si ha la
formazione di angiotensina che agisce sulle arteriole
(è un vasocostrittore, quindi costringe le arteriole a
restringersi), quindi aumenta la pressione e stimola
la secrezione di dell’ALTOSTERONE, che viene
rilasciata dalla corticale del surrene e determina un
riassorbimento di acqua e di sodio dal tubulo
contorto distale e dal canale collettore e questo
porta ad un aumento della pressione sanguigna. La
funzione dell’apparato iuxta glomerulare è quello di
regolare la pressione a livello fisiologico (questo
tramite le cellule della macula densa, delle cellule
iuxta glomerulari).

La renina agisce su angiotensinogeno (presente nel


circolo ematico ed è secreto dal fegato), e lo attiva
ad angiotensina I, e a sua volta deve essere attivato
per azione dell’ACE (angio-tensin converting
enzyme) (secreto dalle cellule endoteliali a livello
del polmone, ed anche esso è messo in circolo) e
attiva l’angiotensina I, che diventa ANGIOTENSINA II
(è il più potente vasocostrittore che esista), ha una
duplice azione, di andare a stimolare la contrazione

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di cellule muscolari lisce a livello di arteriole e vasi, contraendo la parete dei vasi, e agisce sulla corticale del surrene,
sulla porzione glomerulare del surrene che la stimola a secernere l’aldosterone. L’aldosterone, che va ad agire a
livello del tubulo contorto prossimale e dei dotti collettori, e opera il riassorbimento facoltativo, e viene riassorbito il
sodio, e per osmosi è riassorbita acqua. In questo modo è ripristinata, poiché c’è un aumento di volume e di
conseguenza aumenta la pressione del sangue.

Le cellule della macula densa sentono che è diminuito il sodio a livello delle urine, per cui grazie alle cellule del
mesangio mandano il segnale alle iuxtaglomerulari che rilascino renina ecc…

È un sistema che coinvolge rene, fegato, polmone.

INIZIO VIE URINARIE: URETERE


Dai calici minori, nel seno renale essi avvolgono le
papille renali e si uniscono a formare i calci
maggiori che poi formano le pelvi renali che poi si
continuano nell’uretere. Dai calici minori
prendono origine le vie urinarie che portano
l’urina finale dal rene verso l’esterno.

Gli URETERI sono dei condotti che sono lungi 30


cm e che dal rene si portano verso il basso (verso
cavità addominale), entrano in cavità pelvica, fino
alla vescica dove si aprono con l’orifizio ureterico.
Gli ureteri nel loro decorso si possono distingue 4
porzioni:

-
Una parte addominale che decorre in maniera profonda a ridosso
della parete addominale posteriore.
- Una porzione iliaca, quando giungono a livello della cresta
della fossa iliaca, passano la cresta iliaca e si immettono
nella fossa iliaca che è questa superficie interna formata
dall’ala iliaca dell’osso iliaco, siamo a livello del bacino.
- Entrano poi in cavità pelvica, passando lo stretto superiore
del bacino (che divide superiormente la grande pelvi dalla
piccola pelvi), scendono nella cavità pelvica.
- L’ultima porzione è intramurale che si trova all’interno della
vescica, il tratto dell’uretere che attraversa la parete
della vescica, decorre nello spessore della vescica e si viene a
creare una valvola ureterica, che si origina dalla
sovrapposizione della tonaca mucosa dell’uretere con la
tonaca mucosa della vescica (vescica è l’organo cavo di deposito, si riempie di urina, e poi con riflesso
nervoso porta all’apertura dello sfintere vescicale esterno con passaggio dell’urina dalla vescica all’uretra).

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Nel loro decorso gli ureteri decorrono in senso
latero-mediale, verso il basso leggermente, e
hanno dei restringimenti (calibro non uniforme
da inizio a fine), e hanno:

- un primo restringimento iniziale o


ISTMO, restringimento superiore,
- Il secondo è un ISTMO INFERIORE,
passaggio a livello della parte iliaca e
della pelvica dove scavalca lo stretto
superiore del bacino.
- L’ultimo restringimento è dovuto alla
sua porzione intramurale. Al punto in
cui l’uretere da esterno va a passare
attraverso la parete della vescica. Nello
spessore della parete della vescica, dove
per sovrapposizione della sua tonaca
mucosa con quella della vescicola forma
la VALCOLA URETERICA.

Se faccio una sezione dell’uretere esso è


un organo cavo e la parete è costituito
dalle 3 tonache: mucosa, muscolare e
avventizia, non ha la tonaca
sottomucosa. La tonaca mucosa si
presenta sollevata in pieghe longitudinali
che decorrono per tutta la lunghezza
dell’uretere. Quando c’è il passaggio
dell’urina questa dilatazione fa si che, la
presenza di queste pieghe longitudinali
permettano all’organo di dilatarsi, senza che subisca delle lesioni, dei danni. L’epitelio della tonaca mucosa è di
transizione, proprio per adattarsi alla sua funzione, non è stratificato, poi c’è la lamina propria della mucosa. Non c’è
muscolaris mucosae e neanche la sottomucosa, ma ha una tonaca muscolare di fibrocellule muscolari lisce molto
consistente. E poi la tonaca avventizia di connettivo che si trova esternamente all’organo. Nel suo decorso ha vari
rapporti che sono differenti tra maschio e femmina, ed infine raggiunge la vescica.

VESCICA:
Vescica è un organo impari collocato in cavità
pelvica in posizione mediana, posizionato nella
porzione anteriore della cavità pelvica, ha la forma
di un ovoide con una punta, un apice in avanti.

Si distinguono 4 facce:

- Superiore
- 2 inferiori
- Posteriore

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Anteriormente c’è l’apice, che è l’estremità superiore e anteriore è arrotondata, in cui convergono le facce infero-
laterali della vescica e dall’apice si origina il LEGAMENTO OMBELICALE MEDIANO (un elemento di fissità di questo
organo). Dalla parte diametralmente opposta, più declino, più in basso c’è l’estremità inferiore che corrisponde al
fondo della vescica. Il corpo è la parte più estesa ed è appiattita in senso antero-posteriore, e nel corpo distinguiamo
la faccia antero-superiore, la faccia postero-superiore e poi 2 margini. Il corpo è la parte più estesa e più
rappresentata.

L’ultima porzione che rimane,


quella del collo, è una porzione
piccola, poco estesa, è il punto
in cui la vescica si continua
nell’uretra, ed è un punto di
convergenza in senso inferiore
delle 3 facce che delimitano
questo organo. È un punto che
ha continuità con l’uretra.

La vescica nella femmina è più


grande, perché più arrotondata
e schiacciata, nel senso
trasversale asse maggiore

Mentre nel maschio è più arrotondare, inoltre la vescica è in rapporto alla vescica che va a circondare l’uretra.

Orifizi ureterici, i punti in cui l’uretere si apre con la sua porzione intramurale nella vescica. La vescica è un organo
che serve a contenere l’urina fino alla sua eliminazione durante la minzione. Quindi è un organo che cambia di
volume. Presenta una forma più appiattita quando è vuota, assume la forma di un ovoide nel maschio quando è
piena.

- MASCHIO
RAPPORTOI
VESCICA: rapporto il
fondo della vescica
è in rapporto con la
prostata, mentre
posteriormente è in
rapporto con i 2
ureteri, un rapporto
intra-parietale (dove
i 2 ureteri sboccano
all’interno della
vescica), dietro a
ureteri ci sono
vescichette seminali,
condotti deferenti, e
poi ancora più
posteriormente in
parte coperto dalle
vescichette seminali
è c’è il rapporto con il retto.
Il corpo è in rapporto anteriormente con pube e superiormente con anse intestinali e ultimo tratto colon
pelvico.

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Il peritoneo che scende da parete addominale anteriore a partire dall’apice si porta sulla faccia postero
superiore, coprendo il copro fino a raggiungere il fondo, dove piega posteriormente e verso l’alto a coprire la
faccia anteriore del retto per creare il CAVO RETTO VESCICALE (spazio, cavità ricoperto da peritoneo).
La pelvi nel maschio, c’è il rapporto della faccia postero-superiore con il retto e si viene a formare per mezzo
del peritoneo il cavo retto vescicale. Lateralmente ci sono e vescichette seminali e il condotto deferente con
i quali nel fondo della vescica del maschio viene a prendere rapporto.

- FEMMINA RAPPORTI VESCICA: il


fondo della vescica in rapporto
con vagina e con il collo
dell’utero, e lateralmente con gli
ureteri. Il Copro della vescica
sulla faccia postero superiore è in
rapporto on il corpo dell’utero;
mentre l’apice che è la porzione
più anteriore dà inserzione al
legamento ombelicale che si
porta all’ombelico. Il collo della
vescica della femmina è in
rapporto con il pavimento
pelvico. C’è la presenza di sfinteri uretrali (interni e esterni). Il collo è un punto di convergenza delle 2 facce,
che si continua poi con l’uretra. Il collo è in rapporto con il pavimento pelvico. Il peritoneo, dall’apice si porta
posteriormente a ricoprire la faccia postero-superiore del corpo, in modo analogo a ciò che succede nel
maschio, in corrispondenza del fondo della vescica esso piega a coprire il corpo dell’utero, che per sua
posizione antifelssione antiversione, poggia sulla vescica e quindi il peritoneo va a ricoprire il corpo
dell’utero e si viene a formare il CAVO VESCICO-UTERINO.

STRUTTURA VESCICA:

La vescica internamente ha rughe o pieghe ben visibili quando è deplete o


vuota. Le pieghe sono importanti per la distensione che questo organo deve
subire mano a mano che questo organo si riempie di urina. C’è una parte di
forma triangolare, il trigono verticale, alla base ha la piega intra-ureterica
(piega che porta a unire i 2 orifizi ureterali, è un rilievo di tonaca mucosa);
mentre l’apice del trigono è rivolto verso il basso e coincide con l’orifizio
ureterale interno.

Questo orifizio si viene ad aprire se per stimoli nervosi c’è lo stimolo della
minzione, dato che è costituito da fibrocellule muscolari lisce (che si
contraggono, distendono, dilatano a seconda del momento funzionale, aprendo o chiudendo l’orifizio ureterale che
permette lo svuotamento della vescica nell’uretra). Aprendo e chiudendo questi orifizio ureterale che permetto
svuotamento e riempimento vescica. C’è anche un orifizio ulteriore che permette il riversamento esterno della
minzione della vescica.

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Questo trigono vescicale appare sempre liscio. La
parete della vescica è costituita da tonache (come
tutti gli organi cavi) che a partire dall’interno sono la
tonaca mucosa, la sottomucosa (che era assente
nell’uretere), la tonaca muscolare ed esternamente
l’avventizia.

La tonaca mucosa ha queste pieghe con rughe


visibili quando vescica è vuota ed ha un epitelio di
transizione, in cui sono presenti vari tipi cellulari con
una morfologia non uniforme, non omogenea
(possono avere forma stellata etc..). La lamina
propria che è un connettivo con numerose fibre
elastiche. La tonaca sottomucosa, con connettivo
lasso, anche se non è particolarmente
rappresentata; e poi la tonaca muscolare formata da
3 strati (fibrocellule m; scolari lisce disposte in 3 strati) che vanno a formare il MUSCOLO DIFFUSORE della vescica,
quello che trova intorno all’orifizio uretrale interno e con la sua contrazione tiene chiuso l’orifizio interno. Poi
esternamente c’è la tonaca avventizia costituita dalla sierosa che è rappresentata dal peritoneo viscerale. L’orifizio si
pare soltanto in seguito a riflesso nervoso che stimola la mozione e quindi l’apertura di questo orifizio.

APPARATO ENDOCRINO
L’apparato endocrino rappresenta una modalità di
comunicazione intercellulare basata sugli ormoni.

Si distingue:

- Sistema nervoso viscerale (SNA) (ortosimpatico,


parasimpatico, metasimpatico).
- Sistema neuroendocrino diffuso (SED o APUD)
- Cellule sparse immerse nelle mucose, che hanno
un’origine nervosa secernono sostanze che
vengono liberate nel torrente ematico. Vengono
indicate come cellule argentaffini o cromaffini in
base a se si colorano in presenza di argento o
cromo e non con ematossilina-eosina (colorante
istologico normale).

GHIANDOLE ENDOCRINE: regolano l’omeostasi,


l’integrità interna rispetto all’esterno. Il sistema
endocrino è costituito dalle ghiandole endocrine e da quelle cellule endocrine che fanno parte del sistema
neuroendocrino diffuso. Le ghiandole endocrine
che insieme al sistema neuroendocrino diffuso e
insieme al sistema neurovegetativo, sono quei
sistemi che regolano attività degli organi, e sono
alla base della regolazione delle funzioni
vegetative che portano al mantenimento
dell’omeostasi dell’organismo. Queste funzioni
sono regolate principalmente dal sistema
neurovegetativo, è coadiuvato in questa azione
dalla funzione del sistema neuroendocrino diffuso

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che è dato dalle cellule con modalità dio secrezione ormonale (ad ex al livello intestinale, dove secernono
serotonina, o nello stomaco la gastrina), e a questo si unisce la funzione delle ghiandole endocrine che tramite
secrezione di ormoni che sono messi in circolo raggiugono le cellule bersaglio. Comunicano tra di loro tramite
liberazione di ormoni rilasciato nel circolo sanguigno e raggiungono gli organi bersaglio. Quindi le modalità di
secrezione del sistema endocrino sono modalità di azione che agisce anche a distanza, a differenza della
autocrina, dove la cellula secerne un ormone, una sostanza che agisce poi sulla cellula stessa, o paracrine,
ormone che agisce su una cellula nelle immediate vicinanze. La cellula endocrina, come la neurocrina (come le
cellule delle ipofisi) in grado di agire a distanza tramite il circolo sanguigno, e quindi tramite la produzione di
ormoni.

MODI DI COMUNICAZIONE TRA CELLULE:

- Le cellule endocrine secernono ormoni che vanno nel sangue e agiscono anche molto lontano
- Le cellule comunicano tramite sinapsi
- Comunicazione parasimpatica: terminazioni nervose che rilasciano il secreto nel mezzo intercellulare
andando a regolare l’attività di vaste popolazioni cellulari, come le cellule muscolari (che con recettori
riconoscono i neurotrasmettitori e si contraggono)
- Comunicazione paracrina: una cellula libera sostanze nel tessuto, le quali vanno ad agire vicino
- Comunicazione neuro-vascolare: la neuroipofisi ha i corpi cellulari localizzati a livello dell’ipotalamo, gli
assoni nel lobo posteriore dell’ipofisi che liberano ormoni nel letto capillare (neuroipofisi secerne
vasopressine (ADH e ossitocina).
- Comunicazione autocrina: la cellula regola sé stessa
- Trogocitosi: le cellule si scambiano frammenti di membrana, un frammento di membrana della cellula A
viene trovato nella cellula B
- Produzione di exosomi: piccole vescicole che le cellule rilasciano nel mezzo con tantissime molecole
(proteine, RNA, DNA) che possono essere riprese dalle cellule vicine.

Le ghiandole che vanno a costituire il sistema endocrino si classificano in base alla loro morfologia, cioè in base alla
disposizione delle cellule che costituiscono queste ghiandole. Abbiamo:

- Ghiandole a cordoni, le più comuni (vanno a costituire isolotti pancreatici, isole di Langerhans, adenoipofisi
(non la neuroipofisi perché essa è costituita da assoni e capillari), Surrene, Paratiroidi)
- Ghiandola a follicoli (tiroide)

Follicoforo, non è una ghiandola endocrina, ma in un momento del suo ciclo di maturazione, per il progesterone, può
essere paragonato funzionalmente ad una ghiandola a follicoli.

Interstiziali (gonadi, rene)

IPOFISI
Ghiandola endocrina impari
(quasi tutte le ghiandole sono
impari eccetto surrenali e
paratiroidi che sono pari) e si
trova a livello cerebrale, sulla
faccia ventrale dell’encefalo a
cui rimane collegata tramite un
processo che è il PEDUNCOLO IPOFISARIO. È connessa al
diencefalo tramite il peduncolo ipofisario. Questa ghiandola
è appoggiata all’osso SFENOIDE, che costituisce la base
cranica, in un sito chiamato SELLA TURICA, nel corpo dello

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sfenoide. Il chiasmo ottico gli si pone sopra: sono fibre nervose dei nervi ottici che si incrociano. L’ipofisi è di origine
ectodermica, dello stesso abbozzo del faringe.

L’IPOFISI è costituita da 2 porzioni:

- una parte anteriore (quella più espansa), di natura epiteliale (ectodermica), chiamata adenoipofisi o parte
anteriore dell’ipofisi. Di origine ectodermica.
- E una parte posteriore chiamata neuroipofisi. Di natura nervosa, più piccola di dimensioni. Deriva da una
invaginazione del diencefalo.

Le 2 porzioni sono separate da una porzione intermedia, da una fessura ipofisaria, che poi si va a ridurre
significativamente.

L’ipofisi non è solo la porzione espansa all’estremità del peduncolo ipofisario, ma anche il peduncolo ipofisario
stesso:

- Neuroipofisi, considerando il lobo posteriore e il lobo nervoso della neuro-ipofisi, ma anche la parte del
peduncolo ipofisario. La porzione iniziale ha una eminenza mediana (una sporgenza del pavimento del terzo
ventricolo, che collega ipofisi al diencefalo) infundibolo e poi peduncolo infundibolare. Quindi è costituita da
eminenza mediana, infundibolo e lobo posteriore.
- Adenoipofisi, lobo anteriore suddiviso da parete distale, e una parte intermedia. Una porzione della
adenoipofisi va a costituire il peduncolo ipofisario e una parte tuberale. Ha una parte tuberale, una parte
distale (che secerne 6 ormoni tranne MSH) e una parte intermedia (adiacente alla neuroipofisi che serene
MSH).

La parte infundibolare è di pertinenza dell’neuroipofisi, e la parte tuberale è di pertinenza della adenoipofisi.

I nuclei ipotalamici sono dei nuclei a livello di SNC,


quindi corpi cellulari agglomerati, Pirenopo, da qui
partono gli assoni che vanno alle neuroipofisi.
Alcuni assoni terminano prima perché rilasciano
fattori che andranno ad agire sull’adenoipofisi. Mi
aspetto capillarizzazione.

Il lobo posteriore con colorazione istologica non si


colora quasi per nulla, ma mette in evidenza la
pare ectodermica, di natura epiteliale, e non
colora il lobo posteriore (colorata con ematossilina
eosina) (le fibre di tipo nervoso non si colorano).

Perché questa diversa intensità di colorazione, di


grandezza, di forma delle cellule che costituiscono
le adenoipofisi? Perché all’interno della
adenoipofisi ci sono 2 grossi gruppi di popolazioni
cellulari:

- Le cellule cromofobe (35-40%), sono quelle che si


colorano meno, non hanno affinità per il colorante,
sono funzionalmente poco attive, o al momento della
colorazione hanno eliminato il loro secreto, o sono
invecchiate. Hanno scarsa attività secretoria.
- Invece il resto delle cellule sono le cromofile con una
elevata affinità per i coloranti, e si distinguono in base
all’affinità dei coloranti con cui reagiscono, e si
distinguono:

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-cellule pas negative, acidofile, sono circa un 30%
-pas positive, o basofile, che sono circa il 15%.

L’affinità più è meno espressa dimostrata per la colorazione pas dipende dal tipo di secreto che le cellule hanno al
loro interno. Le cellule acidofile o pas negative sono cellule che secernono ormoni di natura proteica (tra cui ci sono
le cellule che secernono l’ormone somatotropo (o ormone della crescita, o cellule somatotrope), o le cellule che
secernono la prolattina(o LTH)). Cellule basofile o pas positive, secernono ormoni di tipo glico-proteico, o cellule che
secernono l’ormone follicolo stimolante (per la maturazione del follicolo), oppure l’ormone gluteinizzante (LH o
ICSH) o ormone tireotropo. Omone adrenocorticotropo (appartiene ai proteici), il precursore è glicolato, quindi ha
una classificazione incerta. La classificazione di alcune di queste cellule è più incerta.

Ormoni secreti da adeno ipofisi

- AGH ormone della crescita, è un


ormone somatotropo, che agisce a
livello di muscolatura, tessuto osseo, a
livello dell’accrescimento, sulle
cartilagini, agisce stimolando EGF1
(fattore di crescita). Stimola un fattore
di crescita che è EGF1. È acidofilo.
(PASS -)
- Prolattina (LTH), produzione del latte,
che induce produzione di latte dopo
parte e mantiene la sua produzione
durante allattamento. È acidofilo.
(PASS -)
- Adenocorticoico, origina da cellule
meno colorate, con minore quantità di
granuli (quindi meno colorate). Agisce
sulla corticale del surrene stimolando
la produzione di glucocorticoidi,
imporrante per l’anabolismo dei
carboidrati. Da questo si origina la
beta-lipo tropina che è il precursore dell’ormone MSH e delle endorfine.
- MSH, melano-cito-stimolante, stimola secrezione di melanina dai melanociti he viene dal precursore che
sono le cellule ACTH. (PASS +)
- FSH, ormone follicolo stimolante, stimolazione follicoforo nella femmina con produzione degli oociti e degli
spermatozoi quindi agisce su cellule del Sertoli nelle gonadi maschili.
- Ormone luteinizzante, gonadotropina, agisce a livello dell’ovario e stimola produzione del corpo luteo e
quindi stimola l’ovulazione. Nel maschio è l’ICSH, agisce su cellule interstiziali e porta a produzione di
testosterone. (PASS+)
- Ormone tireotropo che stimola produzione ormoni tiroidei stimolando sintesi del T3 e T4. (PASS +)

Cellule adrenocorticotrope sono prodotte dal precursore glicolato pre-proopriomelanocortina (POMC), da cui
prendono origine le cortico tropine, la beta lipo tropina, La beta lipo tropina è clivata per liberare l’alfa SH,
melanocita stimolante, a livello del lobulo intermedio e poi porta alla formazione delle endorfine, in questo caso a
livello del lobulo intermedio della adeno-ipofisi della beta endorfina.

Altri tipi cellulari dell’ADENOIPOFISI:

- CELLULE FOLLICOLOSTELLATE: sono elementi piccoli, dalla forma stellata o irregolare, connesse tra loro e con
la parete dei sinusoidi tramite gap Junction. Ruoli proposti:
-sostegno
-creazione di microambiente adeguato attorno ai cordoni cellulari (metaboliti, ioni)
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-connettono il sistema endocrino adenoipofisario con il sistema immunitario: attive nella secrezione di
citochine, interleuchine (IL-6), fattori trofici (VEGF, bFGF)
-formazione di una rete sinciziale per la trasmissione di segnali chimici ed elettrici
-Partecipano alla regolazione a feedback della funzione gonadotropa: secernono follistatina (che lega le
attivino rendendole incapaci di legarsi al proprio recettore e quindi di stimolare l’attività delle cellule a FSH)
-possono differenziarsi in vitro in cellule gonadotrope
- Cellule specifiche della pars tuberalis: poco colorabili, formano follicoli o piccoli nidi basofili, secernono
FSH/LH e TSH, hanno attività macrofagica ed esprimono GFAP. Intercalate tra circolo sanguigno e liquor.
Abbondanti recettori per melatonina (regolazione circadiana dell’attività dell’ipofisi).

NEURO-IPOFISI

Neuroni magnocellulari localizzati nei nuclei sopraottico,


paraventricolare e con i loro assoni formano il fascio
paraventricolo-sopraottico-ipofisario. Ha una
neurosecrezione, questa neurosecrezione libera ossitocina
e vasopressina, 2 ormoni. La vasopressina agisce per
assorbire acqua e altre sostanze nel rene. L’ossitocina
agisce a livello dell’utero per stimolare contrazioni al
momento del parto. La neuroipofisi non sintetizza questi
ormoni ma li mette in circolo. Questi ormoni sono secreti
da neuroni che sono localizzati a livello ipotalamico nei
nuclei sopra-ottico e para-ventricolare. In questi nuclei
sono localizzati i copri cellulari che poi
tramite il loro l’assone raggiungono la
neuroipofisi. Gli assoni tramite la
porzione infundibolare del peduncolo
ipofisario e si portano al lobo
posteriore della neuroipofisi, dove a
ridosso dei capillari che vanno a
vascolare questa porzione rilasciano
vasopressina e ossitocina. Quindi la
neuroipofisi funge da
immagazzinamento e rilascia poi
tramite la terminazione di questi
neuroni a livello dei capillari che
circolano l’ipofisi i 2 ormoni.

L’assone agisce anche sull’adenoipofisi


perché va a regolare la secrezione
delle cellule secernenti
dell’adenoipofisi.

L’ipotalamo secerne queste liberine


che rilasciano ormoni da parte delle
adenoipofisi con l’effetto di inibire
l’adenoipofisi da parte dei propri
ormoni. Liberine e statine uno stimola
e l’altro inibisce le cellule a secernere.

VASCOLARIZZAZIONE DELL’IPOFISI,
dell’ adenoipofisi: a livello del
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peduncolo ipofisario ci sono e arterie ipofisarie superiori. Le arterie superiori si dividono e capillarizzano, ciò forma
dei capillari venosi, delle venule che poi decorrono lungo il peduncolo ipofisario, arrivano all’adeno ipofisi dove
entrano in contatto con le cellule delle adeno ipofisi. C’è questo sistema di capillarizzazione perché i neuroni a livello
ipotalamico che secernono statine e le liberine portano i loro assoni a livello della prima capillarizzazione, quella che
si forma nella porzione più alta del peduncolo ipofisario, e lì rilasciano liberei e statine, queste tramite sistema
corticale ipofisarie raggiungono l’adenoipofisi, le stimolano o inibiscono a liberare i loro ormoni.

L’ipotalamo agisce anche sull’adenoipofisi perché va a


regolare la secrezione delle cellule che costituiscono
l’adenoipofisi mediante la formazione e liberazione di fattori
che sono nelle loro 2 classi maggiori liberine e statine, cioè
sono 2 fattori. Uno che stimola il rilascio degli ormoni da parte
dell’adenoipofisi, e sono le liberine, ognuno ha la sua Liberina
(tiroliberina, corticoliberina). E insieme alle liberine secerne le
statine con effetto di inibire il rilascio da parte
dell’adenoipofisi i propri ormoni.

A livello del peduncolo ipofisario ci sono le arterie ipofisarie


superiori, che si portano al livello dell’origine del peduncolo
ipofisario a livello dell’eminenza mediana (vicino al pavimento
del 3 ventricolo), in questo punto queste arterie formano una
rete do capillari che poi a sua volta forma dei capillari venosi e
delle venule che decorrono lungo il peduncolo ipofisario
scendendo verso l’adenoipofisi dove si capillarizza
ulteriormente entrando a contatto con le cellule
dell’adenoipofisi. Si viene a creare un sistema portale (RETE
PORTALE IPOTALAMO-IPOFISARIA), perché ci sono capillari
venosi interposti tra 2 sistemi di vene, poiché dai capillari
venosi si origineranno delle venule che escono e costruiranno
il sistema venoso. C’è questo sistema di capillarizzazione
perché dei neuroni a livello ipotalamico che secernono le
statine e le liberine portano i loro assoni a livello della prima capillarizzazione, quella che si forma nella porzione più
alta del peduncolo ipofisario, a livello dell’eminenza mediana, e lì rilasciano le liberine e statine. Queste tramite
sistema portale ipofisario raggiungono l’adenoipofisi, entrano in contatto con le cellule dell’adenoipofisi e le
stimolano a liberare i loro ormoni. Le cellule dell’adenoipofisi hanno un’azione secretoria indipendente, sono loro
che elaborano i prodotti della loro secrezione, ma sono regolate dai neuroni ipotalamici che scernono statine e
liberine, e stimolano o inibiscono la secrezione di adenoipofisi, con i loro assoni raggiungono i capillari dell’eminenza
mediane e con il sistema portale raggiungono l’adenoipofisi ed entrando in contatto con le cellule liberano i fattori
secretori o inibitori.

Viceversa, altri neuroni, sempre a livello dell’ipotalamo, che sintetizzano ossitocina e vasopressina, i loro assoni,
scendono attraverso la parte infundibolare del peduncolo ipofisario, raggiungono il lobo posteriore della neuroipofisi
dove a livello dei capillari (che provengono da arteriole ipofisarie inferiori) rilasciano il loro secreto che è messo in
circolo e può raggiungere i suoi siti target, i suoi sitii bersaglio.

I neuroni che liberano gli ormoni della neuroipofisi o secernono ormoni di rilascio di liberine o statine, si distinguono
tra loro per la loro morfologia, si parla di neuroni parvo-cellulari (secernono fattori fisiotropi, come liberine e statine)
o manna-cellulari (secernono ossitocina e vasopressina).

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Nella terminazione dei neuroni ci sono i PITUICITI, che con i loro prolungamenti permettono ai terminali assonici di
rilasciare nel circolo il loro prodotto. Quindi in seguito a necessità, situazioni in cui vanno rilasciati questi ormoni,
permettono agli assoni di rilasciare nel circolo il loro secreto. Anche gli ormoni della neuroipofisi sono regolati.

27
SURRENE

Il polo superiore del rene è collegato al surrene, le


ghiandole surrenali sono piccole ghiandole
fondamentali, poiché il loro malfunzionamento o la
loro mancanza è un problema per la vita e per il
metabolismo, quasi incompatibile con le funzioni
vitali. Sono vascolarizzata direttamente dall’arteria
surrenale media che viene direttamente dall’aorta, e
riceve anche rami da arteria frenica inferiore e da
arteria surrenale inferiore, che è un ramo dell’arteria
renale. Sono ghiandole a cordoni.

La ghiandola è suddivisa in:

- una porzione esterna più estesa che è la


zona corticale
- una più interna che è la midollare, di origine
nervosa.

La porzione esterna è suddivisa in 3 zone che si


distinguono per la disposizione delle cellule, dove le
cellule assumono una conformazione diversa.

- La porzione glomerulare secerne i minerali


corticoidi che regolano la concentrazione
ematica dei minerali. I cordoni si pongono a
formare glomeruli. Intorno i capillari a
formare un gomitolo, i capillari sono
sinusoidali fenestrati. È il 15%. In determinate
condizioni le cellule della glomerulare
possono trasformarsi in cellule della
fascicolata in relazione ai mitocondri.
- Fascicolata secerne glico-corticoide, che
agiscono sul metabolismo dei carboidrati, è la
più estesa, i cordoni si pongono paralleli tra
di loro. Intorno ai capillari (fenestrati). È il
75%.
- Zona reticolare dove i cordoni cellulari
formano una sorta di rete che conferiscono
questa caratteristica a questa porzione che
confina con la porzione midollare. Secerne
androgeni che sono anabolizzanti, una secrezione proteica. Rete intorno ai capillari (fenestrati). È il 10%.

Tutti questi ormoni lipidici si chiamano steroidi. Il


capostipite degli ormoni corticali è il colesterolo, perciò
proni steroidei.

La midollare del surrene secerne le catecolamine, ormoni


particolari in quanto sono ormoni che sono anche

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neurotrasmettitori, infatti secerne adrenalina e noradrenalina. Secerne le catecolamine e rilascia nel circolo, sono
neurotrasmettitori secreti in maniera ormonale.

La zona glomerulare secerne i mineral-corticoidi, di cui il


principale è l’aldosterone che regola la concentrazione di
minerali, come tutti gli ormoni secreti da questa porzione
della ghiandola surrenale. Regola soprattutto sodio e
potassio. Agisce su tubulo contorto distale e sui dotti
collettori del rene, crea un riassorbimento di sodio ed una
eliminazione del potassio, e determina un riassorbimento di
acqua che per osmosi una volta assorbito il sodio viene
assorbita. La sua secrezione è regolata dal sistema renina-
angiotensina (sistema iuxta-glomerulare). L’aldosterone
regola la concentrazione ematica degli elettroliti soprattutto
di sodio e potassio agendo sul tubulo contorto distale del
rene: aumento della secrezione di potassio, aumento del
riassorbimento di sodio; aumento del riassorbimento di
acqua attraverso l’osmosi. La secrezione dell’aldosterone
dipende dalla concentrazione ematica dell’angiotensina II
che dipende dalla presenza di renina secreta dall’apparato
iuxtaglomerulare.

La zona fascicolata secerne i glucocorticoidi di cui uno di


questi è il cortisolo. Il cortisolo è un ormone che va a
modificare il metabolismo, stimola glicolisi, stimola la sintesi
di amminoacidi, ed è rilasciato da questa porzione che è
sotto l’azione dell’adenoipofisi. Il cortisolo è un
antinfiammatorio, quindi riduce l’infiammazione.

Zona reticolare produce anabolizzanti, androgeni, in


particolare il testosterone (o anche l’androstenedione). La funzione di questi ormoni è di aumentare la massa
muscolare dato che stimolano la sintesi proteica, stimolano l’accrescimento cellulare. Sono coinvolti anche nello
sviluppo di caratteristiche sessuali secondarie, quindi questi ormoni sono anche androgeni. Questo ormone stimola il
rilascio di aminoacidi, la lipolisi e la gluconeogenesi.

La midollare del surrene produce le catecolamine, in particolare adrenalina e noradrenalina, a partire dal cortisolo.
Alla corticale del surrene arrivano vasi, che hanno circolato la zona corticale e si sono arricchiti degli ormoni della
zona corticale, in particolare di cortisolo. Il cortisolo tramite questi vasi arriva alla midollare. Alla midollare il
corticale subisce, ad opera della metil-transferasi, l’azione della metil-transferasi che trasferisce sulle molecole di
cortisolo un gruppo metilico sulla noradrenalina e adrenalina. L’ormone adeno-corticotipo della adenoipofisi agisce
controllando la secrezione della zona reticolata della corticale del surrene e ne stimola la produzione di cortisolo. La
produzione del cortisolo rilasciato in circolo porta alla produzione di adrenalina e noradrenalina. Queste 2
catecolamine hanno una funzione a livello del sistema nervoso simpatico. (la corticale del surrene è considerata un
ganglio, un po’ particolare, del sistema nervoso simpatico). Adrenalina e Noradrenalina vanno a stimolare la
frequenza cardiaca, aumentando così la pressione arteriosa. Inoltre, aumentano la glicogeno-lisi. Hanno azioni,
effetti simili azione del sistema ortosimpatico del sistema neurovegetativo. La midollare del surrene è sotto il
controllo del sistema nervoso. Il cortisolo è portato alla midollare del surrene tramite vascolarizzazione.

La midollare del surrene è formata da cellule cromo-affini che


secernono granuli di catecolamine (secrezione controllata dal
sistema nervoso simpatico).

A livello della porzione esterna della porzione glomerulare arrivano


le arterie capsulari, che danno dei rami arteriosi da arterie brevi
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che si capillarizzano a livello della porzione glomerulare e questi capillari formano poi dei vasi che decorrono lungo
tutto la zona fascicolata fino alla zona reticolare dove si capillarizzano ulteriormente. Da queste arterie si formano le
arterie lunghe che attraversano poi tutta la zona corticale e si portano al confine tra zona reticolare e la midollare
(nella zona più profonda della zona corticale) dove si capillarizzano, danno origine a capillari venosi, e danno poi
origine alle vene della midollare. Queste arterie lunghe, nel loro decorso, ricevono il cortisolo che è stato
sintetizzato, a livello della zona fascicolata, ed è portato a livello della zona corticale dove è usato per la sintesi delle
catecolamine, quindi poi di adrenalina e noradrenalina.

Ognuna delle 3 porzioni oltre al fatto che si distinguono per la posizione che assumono i vari cordoni cellulari,
secernono anche tipi di ormoni cellulari diversi.

TIROIDE
È una ghiandola che macroscopicamente si trova a livello della porzione
anteriore del collo, a contatto con le cartilagini cricoidea e tiroidea della
laringe e i primi anelli tracheali. La tiroide origina dal dotto tireoglosso (dalla
lingua). È formata da 2 lobi, c’è anche un 3 lobo più piccolo che è il lobo
piramidale che può anche essere assente. Sul margine posteriore dei lobi
tiroidei sono localizzate 4 piccole ghiandole endocrine che sono le
paratiroidi, che secernono ormoni antagonisti a quelli degli ormoni tiroidei. I
follicoli sono circondati da un singolo strato di cellule tiroidee che hanno
una doppia polarità, agiscono sul lobo e a livello del loro polo basale quindi
dal connettivo.

La tiroide è l’unica ghiandola endocrina a follicoli, le cui cellule


follicolari, o tireociti, si dispongono a formare questi follicoli
e quindi circoscrivono una cavità. I tireociti sono cellule
battirpismatiche semplici, assumono altezze diverse a
seconda dello stato funzionale della ghiandola. Infatti, si
para di:

- Macro follicoli (follicoli grandi con tanta colloide e


cellule appiattite)
- micro follicoli (follicoli piccoli con meno colloide e
cellule cubiche, se non cilindriche)
Il prodotto, la sintesi di questi tireociti avviene
continuamente. Il precursore degli ormoni attivi
tiroidei è immagazzinato nella cavità follicolare. I
parla di macro-follicoli, essi diventano più bassi, si
appiattiscono, se sono accumulati in questa
cavità. Se la ghiandola è attiva, i precursori sono
rimossi per mettere poi in circolo questi ormoni,
i TIREOCITI assumono una conformazione più
alta, la cavità follicolare immagazzina meno contenuto, meno precursori ormonali, e quindi si parla di micro-
follicoli.
Le cellule della tiroide sono i tireociti (cellula follicolare, origine tireoglosso), ci sono anche intercalate le
cellule C (cellule para follicolari, origine nervosa e producono calcitonina).

Il precursore all’interno del follicolo tiroideo il precursore è il COLLOIDE (glicoproteina) (che contiene all’interno i
precursori tiroidei che sono la tiroxina e la iodio-tireonina), essa è costituita da una tireoglobulina, una proteina, che

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si lega agli ioni iodio che si legano ai gruppi tirosinici della tireoglobulina. La tireoglobulina è prodotta e sintetizzata
dai tireociti. Il tireocita è una cellula estremamente raffinata nella sua funzione, elabora a partire dai precursori
ormonali e porta alla produzione degli ormoni, e il tireocita è una cellula che funziona in maniera bidirezionale. La
cellula ha una porzione basale che è a contatto con i capillari sanguigni, e la tiroide è avvolta da un sistema vascolare
estremamente ramificato, estremamente complesso.

C’è una porzione basale, che guarda verso i capillari, e una apicale con piccoli
microvilli che sporge nella cavità follicolare. Il tireocita preleva dal sangue con la sua
porzione basale gli ioni ioduro (non sono prodotti dall’organismo, ma assunti con
respirazione o nutrimento, dall’esterno), quindi assorbe lo iodio e i tireociti al tempo
stesso sintetizzano la tireoglobulina e legano gli ioni ioduro ai gruppi tirosinici della
tireoglobulina formando così il colloide, che è poi riversato all’interno della cavità
follicolare.

Con la pinocitosi vengono assunte piccole gocce di colloide le portano nel tireocita e
così sono attivate le T3 e T4 e trasportati in circolo. Gli ormoni tiroidei non hanno come sito di azione un organo
bersaglio ben preciso, agiscono sul metabolismo in generale.

T3 e Th sono le sigle che stanno a indicare il legame con 3 molecole di iodio o 4 molecole
di ioni ioduro. Per formare queste 3 o 4 molecole di ioni ioduro, all’interno del tireocita la
tireoglobulina si può legare o a 1 o a 2 molecole di ioni iodio formando i precursori che
sono i MIT (mono-iodio-tirosina, con 1 molecola di iodio)e il DIT (di-iodio-tirosina, con 2
molecole di iodio), e sono organizzati sottoforma di colloide. Una volta riassorbiti con
pinocitosi e fusi con i lisosomi essi si riuniscono a formare la tetra-iodio-tireonina (o
tiroxina), o la tri-iodio-tireonina. T4, la maggioranza, ha azione meno potente e meno
rapida e spesso è trasformato da Th (1 DIT e 1 DIT)a T3 (1 MIT e 1 DIT) (T3 e Th sono
ancora legati dalla turo globulina). Quando è stimolata da adenoipofisi, essa rilascia il
TSH ormone tireotropo, essa si lega ai suoi recettori presenti sulla superfice dei tireociti. E così stimola la ghiandola
tiroide ad assorbire la tiroide, processarla e liberare in circolo gli ormoni T3 e Th in forma attiva, anche se questo
ormone agisce anche nella sintesi della formazione della colloide. Così da T3 e Th si forma la Tri-iodio-tironina (T3) e
la tetra-iodio-tironina (Th). Sono aminoacidi che hanno bisogno di un carrier per viaggiare nel sangue. Entrano bene
nelle cellule, nel nucleo e agiscono su DNA. T3 è rapida e potente, mentre Th è meno rapida, e può essere convertita
in T3.

La tiroide ha anche, in numero le cellule, la cellule para-follicolari (cellule C), si


dispongono esternamente al follicolo in posizione para follicolare. Queste cellule
derivano dalle creste neurali e successivamente migrano nel corpo ultimo branchiale
(V); esse producono TIREOCALCITONINA, che riduce la concentrazione di calcio
ematico inibendone il riassorbimento dal tessuto osseo (calcemia). Queste cellule
producono la tiro-calcitonina, la quale riduce la concentrazione ematica di calcio,
poiché va ad inibire da parte del sangue il riassorbimento di calcio da parte del
tessuto osseo. Quindi regolano la calcemia, e la riducono dato che inibiscono il
riassorbimento del calcio, e quindi il rilascio da parte delle cellule del tessuto osseo di
ioni calcio nel sangue.

L’azione della calcitonina è antagonizzata dalle cellule delle ghiandole paratiroidi, piccole ghiandole poste sul
margine posteriore dei lobi tiroidei, 4 piccole ghiandole che al loro interno ha 4 tipi di cellule, hanno le cellule
ossifile, poi le cellule principali e poi cellule esaurite, che hanno un citoplasma chiaro e non si colorano perché hanno

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esaurito la loro funzione, non rilasciano più secreto. Le cellule principali delle ghiandole paratiroidi sono ricche di
granuli, sono cellule che secernono l’ormone paratiroideo che deriva dalla processazione dell’ormone pre-pro-
paratiroideo (prima ho il pre-paratiroideo, che poi è processato in pro-paratiroideo che ha sua volta è processato e
ottengo il paratiroideo), l’ormone paratiroideo è lasciato in circolo e aumenta la concentrazione ematica di calcio in
quanto stimola la mobilizzazione da parte degli osteoclasti, fa sì che gli ioni calcio siano liberati nel torrente ematico.
Ha altre sedi di azioni dove la concentrazione di ioni calcio aumenta anche a livello dei tubuli contorto distali del
rene, poi a livello intestinale dove mediante è anche l’azione della vitamina D che promuove il riassorbimento di
calcio.

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