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Golubas Veronica

LEZIONE 2 9/12/2021

La vescica accumula al suo interno l’urina che viene prodotta dal


rene e via via trasportata attraverso le vie escretrici a livello del
serbatoio vescicale.

Dalla vescica ci sarà lo svuotamento del suo contenuto.

Il controllo nervoso della minzione è di tipo neurologico (decisione


si ha a livello encefalico).

Componente involontaria: ci sono meccanismi intriseci al sistema vescico-uretrale che sovraintendono lo


svuotamento della vescica (che avviene in maniera diversa rispetto a uomo o donna).

È presenta anche una componente volontaria in grado di interferire per inibire tendenza allo svuotamento
(aspetto sociale: ne tempo ne luogo per mingere).

La donna ha sia svuotamento per semplice rilasciamento del


pavimento pelvico (rilassando il sistema sfinteriale volontario
si va ad avere una fuoriuscita perché non c’è più ostacolo al
flusso) sia contrazione del detrusore vescicale (componente
muscolare involontaria nello spessore di parete che però
sufficientemente stimolato e non inibito, aumentando
pressione può riversa contenuto della vescica all’esterno) sia
quando la donna usa il torchio addominale (aumenta la pressione endoaddominale questo comporta una
pressione trasmessa alla vescica che superata la resistenza all’uscita fa fuoriuscire l’urina).

Nell’uomo c’è il secondo meccanismo (detrusore) e terzo meccanismo (pressione endoaddominale


aumentata volontariamente, torchio).

La donna ha un uretra di 3-4cm.

L’uomo ha un uretra ben più lunga (16-18cm) e la parte iniziale è all’interno della ghiandola prostatica oltre
ad avere come la donna lo sfintere interno ed
esterno (le resistenze per l’uomo sono più
elevate per la fuoriuscita, la trabecolatura è
più pronunciata).

Nell’anziano ipertrofico prostatico la


trabecolatura è ancora più pronunciata
(prostata voluminosa).
Componente nervosa che sovraintende la minzione:
parasimpatica e simpatica (entrambi non volontari).

Il sistema parasimpatico governa la risposta del rilassamento,


induce la contrazione del detrusore e inibisce lo sfintere alla
contrazione che si traduce nel mingere.Il sistema simpatico o
ortosimpatico si attiva nell’ambito emergenza urgenza ed
inibisce contrazione della vescica e induce la contrazione dello
sfintere (quindi continenza).

La vescica è un contenitore che risponde al contenuto


(tanta urina è distesa, poca urina è acquattata).

L’uretra davanti alla vagina nella donna mentre nell’uomo è contenuta nella prostata.

Il perineo è lo spazio che va osservato in posizione ginecologica sia nell’uomo che nella donna (supino
gambe divaricate).

Il pavimento pelvico (diaframma pelvico) sostiene e contiene tutto ciò che vi sta al di sopra, il contenuto
della piccola pelvi, tra il peritoneo viscerale pelvico e il pavimento pelvico stesso.

VESCICA E URETRA FEMMINILE

L’uretra ha dei rilievi longitudinali come l’uretere (il quale ha un aspetto stellato se tagliato in sezione).

Quando passa l’urina la mucosa esuberante si dilata mentre quando è rilassata è l’uretra stessa che diventa
un sistema di contenimento perché chiude il
lume attraverso il quale passa l’urina.

Lo sfintere uretrale interno si trova a livello


della vescica, ha una muscolatura liscia (è
quindi involontario) che per posizione è interno
al piano del diaframma pelvico. L’esterno
invece è in corrispondenza del passaggio, ha
una muscolatura striata (è quindi volontario).
La vescica quando è molto piena per riflessi locali
induce la tendenza all’apertura dello sfintere
interno. Si può però stringere l’esterno e mantenere
la continenza volontariamente.

L’uretra intorno ha anche una componente vascolare


venosa, un plesso che può essere più o meno pieno
in funzione delle necessità (es. nella vaginite c’è più
sangue che accorre).

L’uretra superato il piano sfinteriale esterno giunge


ad aprirsi nel perineo a livello del vestibolo della
vagina (grandi e piccole labbra divaricate, sopra
apertura dell’uretra e al di sotto l’aditus della
vagina).

Rivestimento interno per la parte muscolare:


muscolare longitudinale interno e muscolare circolare esterno.

La mucosa è un epitelio di transizione urinario (urotelio). Continua in quello della vescica e sfuma con un
epitelio pavimentoso non cheratinizzato a livello dell’apertura vestibolo della vagina.

Il pavimento pelvico è una struttura muscolare che sostiene ma non è l’unica struttura che garantisce il
sostegno al contenuto della pelvi (che è vescica, utero, vagina e retto nella donna). Ci sono anche dei
rinforzi legamentosi che consentono di aumentare la consistenza di questo piano.

Questo piano può essere alternato.

C’è stato uno studio che ha visto come una certa postura influenza una tensione contrattile del pavimento
pelvico ed è una sorta di palestra che fa sto pavimento pelvico. Queste strutture sostengono i visceri e
possono essere compromessi.

Ad esempio, una 50 enne madre attempata (pluripara o multipara) con anche fecondazione artificiale
magari al terzo o quarto parto naturale complicato lungo con travaglio problematico e parto gemellare
vengono messe a stress tutte queste strutture. Ciò può comportare compromissioni nervose muscolari
strutturali per esempio relative ai legamenti. Il danno e la capacità di recupero dei tessuti e la consistenza
di partenza è diversa da cinquantenne a ventenne.

Si può fare però della riabilitazione del pavimento pelvico prima di arrivare ad un’eventuale chirurgia.
L’alterazione va incontro ad una qualche forma di recupero
ma ciò del dipende dal soggetto. Questa possibilità di
recupero esiste per l’intervento di figure della riabilitazione
che possono sostenere questo effetto non da ultimo
utilizzando per esempio un dispositivo a molla resistente
per fare gli esercizi di Kegel, un oggetto di ferro che che si
pone tra le cosce. Questo movimento contro resistenza
induce un rinforzo del pavimento pelvico e aiuta a
recuperare l’incontinenza fecale e l’incontinenza urinaria.
Rinforzare il pavimento pelvico vuol dire rinforzare lo sfintere esterno (striato volontario).

A quel punto la signora di base ha la stessa debolezza ma nel momento in cui sa che se ride o tossisce
avrebbe perdita della goccia di urina volontariamente trattiene per quanto dura quel sovraccarico di
funzione che porterebbe l’incontinenza.

URETRA E GENITALE MASCHILE

Dal collo della vescica (orifizio uretrale interno) si passa ad un tratto di uretra che viene definita
preprostatica.

Tra la prostata e la vescica c’è una sorta di collare circolare in tessuto muscolare liscio involontario, lo
sfintere interno prossimale preprostatico.

L’uretra attraversa la prostrata con il tratto chiamato uretra prostatica, ghiandola maschile che si trova al
di sotto della vescica (la base della prostata è a contatto con la vescica) e riceverà poi i condotti eiaculatori.

Segue il tratto di uretra cosiddetta peniena perché entra nel corpo cavernoso dell’uretra (detto anche
corpo spongioso).

Il primo tratto di uretra è nel perineo


dopodichè c’è una parte di uretra libera
all’interno del pene.

Nell’uretra maschile abbiamo un primo


andamento con una concavità verso l’alto in
avanti poi, superata la prostata in
corrispondenza dello sfintere esterno, assume
il nome di uretra membranosa, lunga 1 cm.
Poi si trova l’uretra bulbare.
Questo del primissimo tratto viene chiamato bulbo del corpo
spugnoso (una sorta di ampliamento), qui riceve le ghiandole
bulbo uretrali che emettono del secreto lubrificante.

L’uretra raggiunge la parte finale del pene che si chiama glande


con una dilatazione terminale, la fossa navicolare. Da qui
tramite orifizio uretrale esterno si ha la fuoriuscita dell’urina.

Il prepuzio è una componente cutanea mucosa di copertura del


glande che si può scoprire.

In ordine abbiamo l’uretra preprostatica, uretra prostatica,


uretra membranosa, uretra cavernosa (con la prima parte che è
quella bulbare e poi quella peniena cioè del pene).

Nelle lacune uretrali sono presenti delle ghiandole dove si possono annidare gli spermatozoi con
eiaculazione che possono sopravvivere anche per 4-7 giorni. Al successivo rapporto col coito interrotto gli
spermatozoi che si erano annidati grazie al lubrificante possono uscire (metodo contraccettivo inefficace
che porta a gravidanze).

Ci sono due veri corpi cavernosi ma c’è anche il corpo cavernoso dell’uretra o corpo spongioso che in
erezione diventa un po’ meno turgido dei due veri cavernosi.

Gonadi: testicoli nel maschio, ovario nella femmina.

Dai testicoli le vie spermatiche consentono di veicolare i gameti (le cellule riproduttive cioè gli
spermatozoi) al luogo dove devono raggiungere. Sono una successione di tratti che partendo dal testicolo
giungono a livello dell’orifizio uretrale esterno.

Si compongono di tubuli retti (nel testicolo), condottini efferenti (uscendo dal testicolo), epididimo
deferente (condotto eiaculatore che finisce in prostata e diventa poi uretra).

Le ghiandole annesse al sistema genitale maschile sono la prostata, le ghiandole bulbo uretrali (nello
spessore del piano muscolare dello sfintere esterno dell’uretra che poi giungono nei loro dotti al livello
dell’uretra bulbare), le vescichette seminali (che si trovano sul retro della vescica, tra vescica e retto).

All’esterno abbiamo l’asta peneina e borsa scrotale che fa da contenimento ai testicoli.

Al concepimento e nelle successive fasi fetale ciascun individuo è presente tutto ciò che potrebbe evolvere
in senso femminile o maschile dal punto di vista dell’apparato riproduttivo. Cosa prevalga è in funzione del
profilo ormonale del corredo cromosomico che uno assume. Una quota viene rinforzata e sviluppata
mentre l’altra viene inibita. Di solito scompare quasi del tutto ma non esattamente (avremo alcuni
elementi che nell’uomo sono presenti e corrispondono al residuo involuto della cavità uterina della
femmina). Ci possono essere delle anomalie con presenza di elementi dell’altro sesso.

Lo scroto contiene e tutta una serie di involucri e il testicolo all’interno che produce gli spermatozoi.
Il dotto deferente che dallo scroto risale alla radice e oltre perché si introduce nel canale inguinale in cui
entra nella piccola pelvi, costeggia la vescica, si fa posteriore e termina nella prostata con i condotti
eiaculatori.

I testicoli per essere efficienti nella loro attività devono essere ad una temperatura più bassa rispetto al
nucleo caldo del corpo e per questo si trovano all’interno dello scroto all’esterno perché così la loro attività
è più efficace.

Una causa possibile infertilità tra le tante concause è l’utilizzo di mutande slip tipo particolarmente strette,
jeans aderenti. Tutto ciò che aumenta la temperatura locale peggiora la capacità di produzione degli
spermatozoi.

Lungo la via del deferente e dell’epididimo avviene la maturazione di spermatozoi che intanto che vanno
continuano il loro percorso maturativo.

La vescichetta seminale si pone tra la vescica


e il retto.

Quando si fa l’esplorazione prostatica digito


rettale il dito può percepire irregolarità della
prostata allora e lo stato di deplezione delle
vescichette seminali. Nella donna
esplorazione consente di percepire la parte
posteriore della vagina prima e la parte più
bassa del collo uterino sopra.

I testicoli si trovano nello scroto ma si


formano all’interno della cavità addominale
a ridosso dei reni. Successivamente la parte
inferiore del corpo si sviluppa per cui i
testicoli discendono. Nel discendere escono
anche dalla cavità addominale e si pongono
all’interno dello scroto. Portano con sé i vasi
gonadici che li nutrono, l’arteria e la vena
testicolare (nella donna sarebbero vena e
arteria ovarica). I testicoli sono irrorati non
da vasi che nascono vicini ma che arrivano al testicolo partendo dall’addome superiore con un percorso
lungo: sono i cosiddetti vasi gonadici maschili che hanno un destino diverso a destra ed a sinistra a secondo
la circostanza.

Le vene che emergono dal testicolo sono le vene del plesso venoso cosiddetto pampiniforme ed in alcuni
casi può avere un gesto varicoso (patologia varicocele).

Il varicocele (dilatazione patologica del plesso venoso


pampiniforme) si ha più frequente a sx che a dx (ma può essere
anche bilaterale).
Il plesso poi risale nel canale inguinale e via via vede questi vasi che convergono gli uni con gli altri e si
formano la vena testicolare e la vena spermatica interna.

Negli strati dello scroto abbiamo la cute e sottocute minima con la pelle di superficie e gli annessi piliferi e
una serie di strati più interni. Abbiamo la tonaca spermatica esterna, la cremasterica, la spermatica interna
e il vero e proprio funicolo.

Il testicolo discende dalla cavità endoaddominale e passa


attraverso il canale inguinale. Nel passare attraverso il canale
inguinale il testicolo che viaggia prende degli strati della parete e se
li porta dietro. Tutti questi strati corrispondono gli strati muscolari
e fasciali della parete addominale che trascinati in giù
rappresentano gli involucri del testicolo nello scroto. Il percorso di
discesa del tessuto all’interno dello scroto variabilmente in epoca
successiva alla nascita entro qualche mese o settimana si oblitera,
per cui non c’è più un dotto o con condotto peritoneo vaginale
dove arriva il testicolo ma c’è un legamento (un cordino) che
rimane esito della chiusura di questo passaggio. Se così non fosse
noi potremmo avere un’ansa o del liquido peritoneale che
discendono lungo la via e si accumulano all’interno dello scroto
(erniazione). È possibile vederle nel neonato che quando piange tanto è visibile un bozzetto che che si
sviluppa, aumenta la pressione e i visceri tentano la via di uscita con minor resistenza cioè quella dello
scroto.

Testicolo sinistro più basso rispetto a quello destro in tutti i maschi.

Come è vero che queste strutture possono scendere anche il testicolo può risalire ed è il classico testicolo
cosiddetto in ascensore proprio perché sale e poi discende a seconda delle pressioni che ci sono (può
essere fissato se non si chiude nel tempo e si fa un intervento che fissa a sutura il testicolo alla parete).

Lo strato più immediato al testicolo è la tonaca cosiddetta vaginale.

La tonaca vaginale è costituita da due foglietti sottili che circoscrivono una cavità chiusa all’interno della
quale c’è pochissimo liquido, giusto per lubrificare lo scivolamento di un foglietto sull’altro. la cavità che
nello scroto circoscrivono questi due foglietti viene chiamata cavità vaginale. La cavità è autonoma per
ciascun testicolo. La cavità di destra è indipendente e separata dalla cavità vaginale di sinistra proprio
perché lo scroto e caratterizzato da due componenti saldate su una linea mediana a livello di un setto. Così
i testicoli nello scroto possono muoversi (es nell’eiaculazione vi è una contrazione cremasterica con una
mobilizzazione dei testicoli).

La cavità vaginale non circonda unicamente il testicolo e non lo fa completamente perché nella parte più
posteriore avvolge anche una componente dell’epididimo che circoscrive una regione nuda dove ci sono i
vasi che entrano nel testicolo ma anche la fuoriuscita delle vie di trasporto degli spermatozoi (vie spermali,
il primo tratto)

La forma del testicolo è a fagiolo (ovoide appiattito).


Ha una capsula particolarmente spessa e
resistente chiamata tonaca albuginea.

È rivestito poi dalla tonaca vaginale che


racchiude la cavità vaginale (due foglietti come
per il peritoneo).

È presente un foglietto più intimo al testicolo


che è il foglietto cosiddetto interno ed uno
invece che esterno cioè il foglietto che riveste
l’interno della sacca scrotale. Tra questi due foglietti c’è lo spazio con del liquido.

La tonaca albuginea contiene la parte nobile del testicolo cioè la parte che fa il lavoro funzionalmente, la
parte di parenchima caratterizzato dall’insieme dei tubi seminiferi che producono e consentono la
maturazione degli spermatozoi che poi vengono liberati.

L’albuginea emana dei setti che sono come dei tralci che
entrano dentro il testicolo dividendolo in tanti piccoli
lobuletti. Si parla di logge testicolari i quali sono gli spazi
racchiusi all’interno del testicolo. A livello posteriore
questi setti convergono a definire un corpo unico nel
quale si troverà poi la rete testis cioè la rete del
testicolo, un insieme di piccoli condottini che derivano
dai tubuli seminiferi che via via convergono.

Convergendo lasciano emergere un numero molto più


contenuto di condottini efferenti che via via
confluiscono a formare l’epididimo (epi=sopra, diciamo=testicolo).

La testa dell’epididimo continua con il corpo che diventa più affusolato e infine una coda che via via si
rettilineizza per diventare dotto canale deferente (condotto che veicola gli spermatozoi di destra e di
sinistra).

Il dotto deferente è una componente muscolare molto rappresentata non comprimibile.

Gli spermatozoi partono da una condizione più aspecifica per poi passare ad una fase più matura. Questo
passaggio avviene attraverso stadi successivi di maturazione per cui da 46 cromosomi di corredo iniziale si
passa alla metà. Poi si uniscono l’altra metà dell’ ovocita e quindi nel complesso fanno un uomo individuo
con il corredo completo. Nel percorso di maturazione queste cellule assumono via via la conformazione
delle spermatozoi liberandosi dalla sovrabbondanza di citoplasma assumendo una conformazione tipica
per cui vi è una testa e una coda che consentono di indurre mobilità e capacità di avanzamento all’interno
di vie genitali femminili.

Intorno le cellule avranno una componente di sostegno alla maturazione. Le cellule del sertoli che
rappresentano la parete del gruppo che veicolano piano piano gli spermatozoi che dallo stato di
spermatogonio diventano spermatozoi maturi.

Lo spermatozoo maturo viene liberato nel lume del tubulo e si arriva fino alla fine del deferente.
Sono maturi morfologicamente ma non funzionalmente perché la loro attività di maturazione funzionale
(la capacitazione) avviene nelle vie seminali nel mentre che sono trasportati.

Il deferente entra nel canale inguinale passando la parete, le vescicole seminali e poi arriva alla prostata. Il
plesso venoso pampiniforme con il suo deferente risale, entra nel canale inguinale ed esce allo sbocco
interno del canale inguinale e passa in un piccolo tratto di parete.

Il canale inguinale contiene il deferente, le arterie (la testicolare in particolare), le vene del plesso
pampiniforme e linfatiche, i nervi, il muscolo cremastere (che da contrazione e avvicinamento del testicolo
alla radice dello scroto), il legamento vaginale (se effettivamente il dotto peritoneo-vaginale è obliterato).

La torsione del funicolo porta a infarto ischemico o emorragico testicolare in quanto non arriva sangue.

Tra il retto e la prostata abbiamo un setto che si


frappone tra i due e assume il nome di fascia retto
vescicale perché oltre che con la prostata si pone
il rapporto con la vescica.

Al di sopra di questa abbiamo il cavo retto


vescicale che si pone tra la vescica davanti e il
retto dietro. Se c’è sversamento di liquido
all’interno dell’addome si può accumulare a
questo livello (sia nell’uomo che nella donna ma
in quest’ultima sarà nel cavo del douglas).

Il tratto di uretra ha un andamento concavo verso


l’alto nel mentre che attraversa la prostata. La
ghiandola prostatica produce il liquido seminale e
lo mescola con gli spermatozoi verso i condotti
eiaculatori.

Il deferente che era risalito si unisce con le


vescichette seminali e penetrando nella prostata
sbocca nell’uretra. Da qui in poi l’uretra
maschile è ambivalente sia genitale che urinaria. Il primo tratto è solo urinario, la via seminale si unisce
dopo.

La base della prostata ha rapporto con la parte più declive della vescica.

L’uretra prostatica presenta sulla sua parete posteriore un rilievo mediano chiamato collicolo seminale. È
un rilievo che da all’uretra un aspetto a semiluna. Nasce a livello mediano ed attorno ha i seni prostatici. Il
collicolo è a forma di C aperta posteriormente. Presenta l’apertura dei dotti eiaculatori e appena al sopra
ha un’apertura minima verso una cavità cieca , l’utricolo prostatico. Esso è il residuale maschile della cavità
uterina nella femmina (inutile nell’uomo).
L’utera preprostatica con il suo sfintere interno fa un anello circonferenziale, poi l’uretra prostatica,
l’uretra membranosa, l’uretra peneina.

La prostrata è subito al di sotto della vescica e appoggia sul piano muscolare del diaframma urogenitale.
Attorno ha del grasso e i vasi del plesso venoso vescico prostatico. È difficile da raggiungere perché
infossata in una piccola cavità che è quella pelvica.

Sfintere esterno coincidente con l’uretra membranosa, il punto più stretto dell’uretra nel suo percorso
mentre il punto più largo è il bulbo dell’uretra.

I deferenti passano al di sopra degli ureteri che incrociano (uncina il deferente) e il deferente si fa mediano
per unirsi con la vescicola seminale del suo stesso lato. La vescicola seminale contiene parte del liquido
seminale che viene immagazzinato tra una eiaculazione all’altra. La vescicola seminale che è fatta da un
tratto di questo condotto dilatato che è più volte ripiegato su se stesso (non cavità unica) e rappresenta
forma di accumulo di questo liquido che viene liberato in occasione dell’eiaculazione.

Il deferente quando arriva nella sua parte più terminale si espande con una dilatazione che viene chiamata
ad ampolla deferenziale. Una volta che questo si unisce con la vescicola trae origine il condotto eiaculatore
destro e sinistro che sbocca a livello dell’uretra prostatica superficie posteriore collicolo seminale sotto
l’utricolo.

Il trigono genitale nel cui spessore ci sono le


ghiandole bulbo uretrali, qui se ne esce l’uretra che
passa dalla pelvi al perineo e intorno c’è lo sfintere
esterno striato volontario. Una volta uscita si trova
entrata all’interno del corpo spungioso dell’uretra e
piegando in avanti con la curva fissa lo percorre fino a
diventare parte dell’asta e poi sboccare all’apice di
essa in corrispondenza del meato orifizio uretrale
esterno.

Il muscolo clemastere contrae all’eiaculazione e


contrae allo stimolo del freddo.

Il plesso venoso pampiniforme che via via risale diventa un unico elemento.

I muscoli ischio cavernoso e bulbo cavernoso che si occupano di rivestire la parte iniziale di questi corpi che
sono i corpi cavernosi (quello mediano dei l’uretra o corpo spongioso dell’uretra). Per loro contrazione
spremono il sangue e si ha l’erezione e aiutano l’eiaculazione (il bulbo cavernoso aiuta soprattutto
l’eiaculazione insieme alla contrazione del pavimento pelvico).

Le radici dei corpi cavernosi si uniscono agli altri per formare un corpo unico, l’asta del pene. Le radici si
inseriscono al profilo inferiore del ramo ischio pubico e si agganciano alle componenti ossee.

Le tuburosità ischiatiche sono la zona dove ci si appoggia quando si sta seduti.


Se si tira linea sia trova la base congiunta di due
triangoli uno che va indietro apice al coccige uno che
corrisponde alla radice dello scroto. I due triangoli
non sono complanari ma sono inclinati gli uni agli
altri con un angolo acuto.

Nel triangolo posteriore si avrà il coccige, nel


triangolo anteriore ci sarà il profilo inferiore della
sintesi pubica.

Il triangolo anteriore è quello urogenitale (uretra e vagina nella donna), quello posteriore è quello anale.

Il corpo spongioso dell’uretra e cavernoso hanno tutti la stessa funzione, racchiudono l’uretra e terminano
espandendosi con il glande.

I due corpi cavernosi partono separati e poi si uniscono sulla linea mediana applicandosi al corpo spongioso
dell’uretra con il glande che incappuccia la parte terminale.

I vasi hanno un elemento di controllo sfinterico che regola la quantità di sangue.

Durante l’erezione l’arteria si apre e riversa il suo sangue all’interno delle lacune, la pressione all’interno
del corpo cavernoso sale e questo spinge le vene che dovrebbero drenare il sangue che arriva verso
l’involucro esterno (una tonaca spessa). Spremendo le vene addosso a questa parete le chiude giungendo
all’erezione su base neurologica. Una volta che lo stato di eccitazione svanisce viene meno l’apporto
ematico arterioso, diminuisce la pressione, le vene si aprano e c’è il drenaggio e detumescenza
dell’organo.

I testicoli si trovano nello scroto, sono usciti dal canale inguinale e se ne sono discesi.

I vasi gonadici sono arterie gonadiche che nascono a livello dell’aorta addominale e poi se ne discendono.

Le vene testicolari risalgono dal plesso che diventano un singolo condotto normalmente (a destra sbocca a
livello della cava inferiore con un angolo acuto, a sinistra risale e sbocca con un angolo retto nella vena
reale di sx).

GENITALE FEMMINILE

L’ovaie è la gonade femminile e l’equivalente al testicolo.

È grande 4cmx2cm ma le dimensioni sono variabili per l’età della paziente. Se soggetto in menopausa le
ovaie sono molto più piccole, meno trofiche e più dure.

L’ovaio ha rapporto soprattutto con la tuba uterina (tuba di fallopio).

La tuba di fallopio è un condotto muscolo membranoso che ha lo scopo di raccogliere gli ovuli liberati
dall’ovaio in superficie per via dell’ovulazione e veicolarlo all’interno del suo decorso nella cavità uterina.
In questo decorso incontra gli spermatozoi che
risalgono vagina-utero se è avvenuto il rapporto.

La fecondazione avviene nel terzo medio laterale di


tuba e tempo che giunge in cavità uterina ci sarà poi
l’impianto.

Se qualcosa va storto la cellula fecondata si impianta


in tuba e si ha una gravidanza extrauterina.

L’utero normalmente si adagia sul versante postero


superiore della vescica, in avanti piegato.

Le tube si trovano all’interno della cavità pelvica.

L’ovaio ha un legamento proprio che lo mantiene


ancorato.

È presente in prossimità della tuba uterina l’ostio


addominale tubarico e un legamento che lo correla a
strutture vicine.

Il legamento sospessore dell’ovaio è il peritoneo che si appoggia sui vasi ovarici che scendono dall’alto (vasi
che aggiungono l’ovaio sono ricoperti dal peritoneo e l’increspatura del peritoneo a questo livello ha
l’aspetto di un legamento ovarico sospessore).

L’ovaio è in relazione con l’apertura di tuba attraverso una fimbria specifica. Una delle sfrangiature è una
fimbria ovarica, che ha un rapporto più stretto di connessione con l’ovario.

L’ovario ha da un lato il legamento ovarico proprio e dall’altro ha la fimbria che lo fissa alla tuba e il
legamento sospessore che rappresenta l’arrivo dei vasi ovarici.

L’ovaio non è ricoperto da peritoneo, è l’unico organo che non guarda alla cavità peritoneale come fa
l’utero (che è rivestito da peritoneo), non guarda l’ovario che è contenuto nella cavità peritoneale, tant’è
che quando l’ovulo viene liberato per ovulazione, il liquido che si libera dal fatto traumatico finisce
nell’endoperitoneo dentro la cavità peritoneale e lo si ritrova nel cavo retto uterino del daglas dove si
accumula (minima falda liquida).

Pericolo: nell’uomo la cavità peritoneale è tutta chiusa ma nella donna no, perché si apre al vestibolo della
vagina (genitale esterno). In ordine si ha agina, cavità vaginale , utero, cavità uterina, tuba, cavità tubarica
e ci si apre nel peritoneo (facile arrivare a peritonite settica).

La cavità uterina ha forma triangolare, la cervice uterina, collo dell’ utero, tuba

Superficie dell’ovaio è irregolare perché oggetto di continui scoppiettii dei follicoli a diverso stadio di
maturazione (quando arrivano a maturazione per lo stimolo si rompono e rimane cicatrice).

Nell’ovaio si riconosce un estremità uterina che è quella che guarda all’utero ed è correlata attraverso il
legamento proprio dell’ovaio all’utero. La lamina peritoneale riveste tutta la rimanenza, sia il legamento
proprio sia l’utero in se e altre strutture che si trovano a livello della piccola pelvi.
La struttura stessa della tuba può essere suddivisa in diversi tratti. L’estremità libera della tuba si apre alla
cavità peritoneale, quello che con i piccoli movimenti delle fimbria giunge a ridosso dell’ ovocita liberato
dall’ ovulazione e lo porta al suo interno perchè questo possa transitare. Il primo tratto è definito
infundibolo della tuba, più laterale, più lontano dall’utero, ampio, irregolare e ha mucosa elevata in pieghe
disordinate. Secondo tratto è quello dell’ ampolla tubarica, meno irregolare per le pieghe, lume più lineare
ma riempito sempre da formazioni epiteliali che permettono ovocita di incamminarsi facendo presa su
parete, via via il lume diventa più ristretto e questa è la porzione più lunga del fallopio. Al tratto ampollare
segui il tratto istmico, il tratto più prossimo l’utero della tuba in se e infine c’è un tratto intramurale.

L’ovaio ha l’estremità uterina, l’estremità tubarica al lato opposto, ha una superficie mediale che guarda a
tutto ciò che sta sul piano saggittale mediano (guarda verso utero, vescica, retto), una superficie laterale
che poggia sulla parete della piccola pelvi dove è adagiato e due margini, quello tubarico che per come è
disposto è anteriore (guarda la tuba) e un margine posteriore che è invece libero.

Anche l’ovaio ha il suo ilo che è l’ingresso delle strutture vascolari, linfatiche. L’ilo corrisponde al margine
tubarico.

Il peritoneo non è ricoprente dell’ovaio, si ferma in corrispondenza del margine tubarico e lascia libero la
superficie della gran parte dell’ovaio e il suo margine libero
posteriore.

Si ha continuità del lume tubarico, il punto più ristretto dove si


passa dall’istmo alla piccola porzione intramurale.

Vasi dell’ovaio: arterie gonadiche dall’aorta, vene ovariche di


ritorno a dx incava con angolo acuto verso il basso, a sx angolo
retto vena renale di sx (uguale a gonade maschile). In questo caso l’ovario ha un sistema di sicurezza,
rappresentato da una circolazione accessoria. L’arteria ovarica si anastomizza a pieno canale (vaso con
vaso, faccia a faccia) con un ramo arterioso che proviene dall’arteria uterina che a sua volta fa riferimento
all’ilo. Abbiamo una discesa a provenienza aortica, una risalita a provenienza iliaca. I due vasi, dal basso
all’alto si incontrano per cui una lesione a uno dei due vasi consente all’altro di provvedere comunque al
sostentamento dell’ovario (doppia valenza arteriosa nell’irrorazione della gonade).

Nella donna ci sono delle cellule gametogeniche primordiali che per maturazione successiva comportano di
volta in volta alla liberazione di uno (delle volte più di uno) ovociti pronti per la fecondazione.

L’uomo può continuare a produrre spermatozoi in maniera più o meno efficiente fino al centinaio di anni,
la donna ha il suo pool di cellule destinate alla maturazione di ovociti dalla nascita e che al massimo
possono essere utilizzate per tutta la vita (non c’è possibilità di continuare all’infinito).

Componente ovocitica giunge a maturazione attraverso una serie di stadi. Si parte dal follico primario (si ha
lo sviluppo di componenti in cellule che comportano maturazione, dal
primordiale), dal secondario al terziario il follico maturo vede l’ovocita
che ha completato il percorso di riduzione della componente
cromosomica. Una volta che è pronto con lo stimolo ormonale al
14ecismo giorno c’è l’ovulazione, si rompe il follico, riversa il contenuto
all’esterno dell’ovaio nella cavità peritoneale e si ritrova nella parte
declive del cavo del daglas (cavo retto uterino). Rimane in zona della tuba con la sua fimbria che poi
raccoglie l’ovocita che intraprende il suo percorso. Quello che rimane è la cicatrice del follicolo scoppiato
che da prima risulta corpo luteo (giallo) e poi involverà a ruolo ormonale di mantenimento delle fasi
contestuali al ciclo mestruale. Se non c’è gravidanza evolve a corpo albicante (bianco).

La parte più esterna dell’ovaio è la parte più utile alla maturazione, parte del parenchima mentre nella
parte più interna (la midollare) abbiamo il sostegno da parte delle strutture che costituiscono l’ilo, cioè i
vasi che irrorano. Questo continuo proliferare infatti disperde energia e si ha bisogno di una discreta
irrorazione.

L’ecografo può identificare quale delle due ovaie sta per ovulare riconoscendo in superficie il suo follicolo
in via di maturazione a seconda dell’ovulazione.

L’ovario è intra peritoneale, tutto il resto è ricoperto da peritoneo.

Le tube sono lunghe 10-12cm.

L’interno della tuba ha un epitelio che si solleva in pieghe che presenta questa forma esuberante che
consente l’ovocita di trovare un ancoraggio per essere trasportato verso l’utero.

Uretra posteriormente è a rapporto con la vagina che presenta un angolo rispetto all’utero. È adagiato
quasi con il suo corpo fondo al di sopra della vescica. Nel loro intermezzo si frappone la cavità utero
vescicale (cavità vescico uterina che assume conformazione dipendente a stato gravidico e allo stato di
riempimento della vescica).

L’utero è piccolo soprattutto nella nullipera (a forza di distendersi con i parti nella multipara ha dimensioni
maggiori), sviluppo di circa 7.5cm longitudinale, diametro trasversale intorno ai 5cm. Forma simile alla
pera, in base al soggetto forma e la dimensione si modifica (gravidanza, fertilità, menopausa).

Nell’ utero si riconosce una parte del fondo, la parte che rispetto ad un piano orizzontale che passa per gli
osti tubarici interni è al di sopra. Abbiamo un corpo che è la parte più rappresentata dell’utero, poi
abbiamo un istmo che è la parte di passaggio tra il corpo e il collo (la parte più inferiore).

La cavità uterina (triangolare) si continua il lume tubarico (dx e sx).

Cavità uterina ha forma triangolare, apice inferiore che si continua con il canale cervicale, canale all’interno
del collo cervicale uterino che ha dele sue pieghe palmanti al suo interno.

Tratto cervicale dell’utero è al di sotto del peritoneo ma il collo dell’utero a sua volta può essere diviso in
una parte sopra vaginale e una parte intra vaginale.

A metà del collo dell’utero la vagina si attacca e descrive un anello scavato attorno, la fornice vaginale che
fa da contorno alla parte del collo uterino.

L’utero presenta una sua curvatura interna in avanti. Il corpo fondo è inclinato rispetto al collo, questa
inclinazione si chiama angolo di antiflessione di 100-170 gradi e dipende quanto è riempita la vescica.

Un altro angolo è quello tra il collo dell’utero e la vagina: angolo di antiversione, intorno a 90-100 gradi.

La vagina ha il suo angolo rispetto alla pineale, intorno al 70 gradi.


Tra vagina e vescica c’è il setto vescico vaginale, una lamina connettivale che si frappone tra queste due
strutture.

Dietro tra vagina e retto c’è invece il setto retto vaginale.

La combinazione tra antiflessione e antiversione può essere variabile sul piano saggittale e non
necessariamente comporta un problema. Possiamo avere delle inclinazioni variabili anche sulla lateralità.

Ciclo mestruale:

L’utero deve essere pronto ad accogliere l’eventuale oovocia fecondato.

Una parte di base, lo strato profondo, rimane invariato al livello della superficie interna della cavità uterina
e uno strato più superficiale, l’endometrio, in funzione del ciclo si sviluppa, prolifera e ha attività secreta e
si predispone ad accogliere l’ovocita. Ciò va di pari passo con la maturazione dei follicoli.

Sulla base, la radice che rimane, si svilupperà il successivo ciclo.

La parte basale ha tutto quello che serve che in volta in volta viene smaltita tra un ciclo a l’altro.

La componente muscolare del miometrio, caratterizzata da fibre intrecciate, comprime il diametro


dell’utero per espellere il prodotto del concepimento. Da
resistenza all’organo e capacità contrattile.

Anche la vagina ha un suo rivestimento di tipo epiteliale che


risente dei cicli ormonali. Il ciclo infatti sfalda la vagina un po’
come l’endometrio.

Genitali esterni: monte del pube, monte di venere, perineo tra


la piega delle cosce, un triangolo anteriore genito urinario
inferiore anale, le grandi labbra omologhe allo scroto, le piccole
labbra che si uniscono definendo la struttura di copertura del
prepuzio del clitorite con il suo glande, tra le piccole labbra abbiamo il vestibolo della vagina dove si apre
più anteriormente l’uretra, più posteriormente la vagina stessa. Punti di continuità laterali come la fossa
vestibolare, lo sbocco di piccole ghiandole che consentono di produrre lubrificante (pavimentoso non
cheratinizzato). Ci sono anche ghiandole sebacee, annessi piliferi in funzione allo stato di maturazione e
sviluppo della persona (dopo maturità)

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