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Lezione 1 7/12/2021

Il primo tratto dell’apparento urogenitale è quello urinario ed è condiviso da entrambi i generi.

Nel maschio da un certo punto della prostata in poi c’è una condivisione di funzione, da un lato l’uretra
trasporterà l’urina dall’altro trasporterà anche lo sperma.

Nella femmina invece il genitale è separato dall’urinario e quindi l’uretra è impegnata nell’esclusivo
trasporto dell’urina.

APPARATO URINARIO

Apparato urinario è un insieme di organi che hanno una


convergenza funzionale. È costituito da due reni, due
ureteri, la vescica urinaria e l’uretra.

Ha una funzionalità emuntoria: si occupa di filtrare il


sangue per depurarlo da tutto ciò che è considerato di
scarto dall’organismo perché frutto del metabolismo
dell’organismo stesso, o perché si tratta di sostanze
introdotte nell’organismo per necessità (alcuni farmaci
metabolizzati o anche non metabolizzati sono poi
eliminati attraverso la via urinaria), per necessità di
sopravvivenza e mantenimento dell’omeostasi
dell’organismo (nell’eliminazione di tossici inquinanti
come i metalli pesanti, tossine ambientali).

Apparato urinario ha anche una funzione ormonale e regolatoria dal punto di vista della pressione.

Il rene produce l’eritropoietina, un ormone in grado di interagire dal punto di vista midollare per indurre la
produzione di serie cellulari, tra tutti i globuli rossi sostenendo la capacità di trasportare ossigeno del
sangue.

Viene usata anche come doping dagli atleti.

Si ha un calo di produzione nel soggetto con organo deficitario (es. soggetto affetto da insufficienza renale
cronica che ha necessità di dialisi e somministrazione di eritropoietina).

RENI

I reni sono organi pari (coppia) simili a due fagioli che si localizzano all’interno della cavità addominale nel
retroperitoneo (assieme con gli ureteri, la vescica urinaria, l’arteria e la vena renale, le ghiandole surrenali).
Hanno una dimensione di 12cm di lunghezza, 6cm di larghezza e 3cm di spessore.

I reni producono l’urina e tutto ciò che c’è a valle serve al suo trasporto. Essa viene prodotta a livello
dell’addome superiore e deve essere poi conservata tra gli atti di eliminazione del corpo, detti minzione.

L’urina deve quindi essere trasportata in altro luogo, la vescica nella piccola pelvi (scatola ossea del bacino),
e questo passaggio tra l’addome superiore e il bacino ben più basso avviene grazie ad un condotto (via di
trasporto), l’uretere.

L’urina non subisce modificazioni qualitative e


quantitative dai reni in poi.

La vescica è quindi l’organo di accumulo e da essa


periodicamente con il controllo di volontà si
procede al suo svuotamento dal suo collo
all’esterno attraverso un unico condotto impari e
mediano, l’uretra.

Piccola pelvi: vescica, utero nella femmina e vagina


al di sotto, la prostata nel maschio, retto in
entrambi.

I reni si affacciano alla cavità addominale (non sono dentro alla cavità addominale) e sono applicati al
versante anteriore della parete addominale posteriore (dietro ai reni ci sono gli strati muscolari).

Tra i reni dove ci sono i grossi vasi dell’addome c’è il rachide.

Si trovano quindi nella cavità addominale a livello dell’addome superiore e dall’apice della cupola del
diaframma alla sinfisi pubica i reni si pongono nella metà superiore.

La loro posizione è relativamente fissa ma in base ai movimenti respiratori modificano la loro posizione. Ad
esempio, durante l’ispirazione il diaframma si appiattisce e nel far questo porta più in basso i reni.

I reni sono organi retroperitoneali (la lamina si pone al


davanti) che hanno applicato ciascuno il proprio surrene.

I surreni sono organi ghiandolari che non hanno funzioni


legati ai reni ma sono adiacenti gli uni agli altri.
IL PERITONEO

Il peritoneo è una membrana sierosa sottile e quasi trasparente costituente l’involucro degli organi
addominali e il rivestimento interno delle pareti dell’addome.

Questa lamina ricopre tutto ciò che guarda all’interno della cavità del peritoneo ma non vi è nessun organo
contenuto nella cavità peritoneale, solo uno nella femmina, l’ovario. Tutto il resto è al di fuori della cavità
peritoneale.

È una cavita chiusa virtuale, dentro ha qualche


millilitro di liquido peritoneale che, come
lubrificante, permette a questi foglietti di scivolare
uno sull’altro senza che si creino attriti.

Lo spazio si divide in intraperitoneale e


extraperitoneale.

Lo spazio extraperitoneale si divide ulteriormente


in retroperitoneale e sottoperitoneale.

Il grande omento è una porzione della sierosa


peritoneale collocata, al pari di quest’ultimo, nella
grande cavità addominale. Ha una funzione di difesa dai processi infettivi.

Il peritoneo costituisce il rivestimento della cavità addominale e di parte di quella pelvica (peritoneo
parietale) e ricopre anche gran parte dei visceri contenuti al suo interno (peritoneo viscerale), fissandoli al
contempo alle pareti della cavità (legamenti dei visceri). Essendo un foglietto che chiude una cavità è in
continuità con tutte le sue porzioni, quindi è chiuso.

Se prendiamo reni e gli proiettiamo nella superficie dorsale con la loro sagoma si cade in corrispondenza
delle ultime coste. Non sono nel torace per la presenza del diaframma.

Il rene di dx è un po’ più basso caudalmente rispetto al rene di sx. È dovuto al fatto che al di sopra del rene
di dx troviamo il fegato.

Rene di dx ha un profilo che si sovrappone all’ultima costa di dx (12esima) mentre il rene sx intercetta
invece le ultime due coste a sx (la 11esima-12esima).

Un traumatismo della colonna lombare può essere problematico per l’integrità di un rene.
RAPPORTI (RELAZIONI ANATOMICHE)

Il destro ed il sinistro contraggono rapporti con strutture simili:

● Diaframma superiormente;

● Muscolo Psoas posteriormente

● Muscolo Quadrato dei Lombi posteriormente

● Grossi vasi renali medialmente

Rapporti anatomici del rene destro

● Ghiandola surrenale

● Fegato

● Colon

● Duodeno

Rapporti anatomici del rene sinistro

● Ghiandola surrenale

● Milza

● Coda del pancreas

● Stomaco

● Colon

● Anse intestinali (tenue)

Anteriormente il rene di dx si trova vicino alla cava mentre il rene di sx vicino alla aorta addominale.

Nel rene dx la vena renale è più corta rispetto alla vena renale di sx e viceversa l’arteria renale di sx sarà
più corta dell’arteria renale di dx.

L’arteria renale di dx passa al di dietro della vena cava per raggiungere all’ilo il rene di dx.

I rapporti del rene con gli altri organi sono mediati dal rivestimento peritoneale.
Nel versante posteriore (da dietro) il rene di dx e sx dono inclinati verso il davanti.

PORZIONI DEI RENI

Si riconoscono alcune porzioni:

● Un polo superiore (in rapporto con la ghiandola surrenale)


● Un polo inferiore
● Una superficie anteriore dx e sx
● Una superficie posteriore sx e dx
● Un margine laterale dx e sx (convesso)
● Un margine mediale suddivisibile in tre porzioni (terzo superiore convesso, terzo inferiore
convesso, terzo medio a volte un po’ lineare a volte un po’ concavo).

A livello del terzo medio del margine mediale si presenta l’ilo renale.

L’ilo è il punto in cui entrano ed escono strutture di quell’organo, cioè i vasi arteriosi, vasi venosi, vasi
linfatici, e le componenti nervose (che possono avere bidirezionalità).

Il rene è addossato alla parete addominale posteriore.


L’URETERE

L’uretere se ne discende nell’extraperitoneale retroperitoneale e poi si fa sottoperitoneale per giungere alla


vescica.

Gli ureteri quindi passano posteriormente alla vescica ed entrano in essa dal basso, passando obliquamente
attraverso la sua parete muscolare e aprendosi nel suo pavimento. Un piccolo lembo di mucosa agisce
come una valvola all'apertura di ciascun uretere nella vescica, impedendo all'urina di refluire nell'uretere
quando la vescica si contrae.

L’uretere rimane sempre extraperitoneale da prima retro e poi sotto, e in basso converge con il contro
laterale verso l’organo impari mediano che è la vescica.

FASCIA RENALE

Nello spazio retroperitoneale abbiamo dei complessi


costituiti da fasce, lamine di tessuto connettivale più o
meno denso.

La fascia renale si divide in due, una componente


anteriore (foglietto anteriore della fascia renale, detta
fascia di Gerota) e una lamina posteriore che passa
dietro al rene (foglietto posteriore della fascia renale).
Questo circoscrive uno spazio frapposto tra i due dove si
trova il rene.

Il foglietto posteriore si inserisce nelle vertebre.

Il foglietto anteriore passa al davanti dei grossi vasi ma si continua con il suo omologo dell’altro lato, non si
interrompe.

Lo spazio tra foglietto anteriore e posteriore definito loggia renale prevede che la loggia renale di dx
teoricamente possa comunicare con quella di sx ma è sufficientemente denso da non presentare
comunicazione fra i due lati (ma si dice che sono in continuità).

LOGGIA RENALE

Davanti al foglietto anteriore c’è il peritoneo parietale posteriore.

Cranialmente si fondono: la loggia renale in alto è chiusa.


Nella loggia renale troviamo rene e surrene ma in basso è aperta perché foglietto posteriore e quello
anteriore si portano caudalmente senza mai unirsi e si perdono nel grasso retroperitoneale.

All’interno della loggia renale intorno al rene abbiamo del grasso perirenale e rispetto alla parete
posteriore e il peritoneo abbiamo altro grasso, detto
pararenale (esterno rispetto alla fasci mentre il
perirenale è dentro la loggia sempre nel retro
peritoneo).

Il rene quando si forma e nei primi anni dell’infanzia ha


un aspetto pseudolobulato.

Andando avanti con l’età la superficie diventa lascia. Nell’


adulto può rimanere il segno di primitiva lobatura ma
non da patologia.

Il rene ha un suo rivestimento, la capsula fibrosa che lo


delimita.

Le vie urinarie superiori consente di portare l’urina che


produce il rene verso il basso attraverso l’uretere in
vescica.

SEZIONI DEI RENI

Si riconosce una parte corticale che è una


parte esterna e una parte midollare che è una
parte più interna.

La midollare si organizza in una sorta di


piramidi, le piramidi midollari. Troviamo le
colonne renali del Bertin, corticale che si
approfonda tra le piramidi. Alla base delle
piramidi c’è una porzione di corticale che ha aspetto raggiato.

L’insieme della piramide, della sua base corticale e di parte delle colonne renali rappresentano nell’insieme
un lobo renale.

L’apice della piramide renale, definita anche


papilla, ha un aria un po’ bucherellata perché da
qui si aprono dotti che producono urina e si ha
continuamente il gemizio di gocce di urina che
vengono poi raccolte e convogliate per essere
portate giù dall’uretere (una sorta di imbuto di
raccolta).

All’interno dell’ ilo vi è una componente di


grasso che riempie gli spazi tra le strutture.

A questo livello abbiamo le vie escretrici, una


convergenza verso un sistema unico che sarà
l’uretere.

Sono presenti dei calici minori che abbracciano l’apice delle piramidi e questi confluiscono a formare un
calice maggiore ad un livello più basso.

Ci sono tre calici maggiori: uno superiore, uno intermedio o medio , uno inferiore. Ogni calice maggiore ha
il suo gruppo di calici minori.

Questi calici minori possono essere correlati ai calici maggiori direttamente o attraverso una parte più
lunga, l’infundibolo caliceale.

Calici maggiori e minori convergono gli uni con gli altri a creare una cavità ampia unica all’interno dell’ ilo,
chiamata pelvi renale. Essa raccoglie l’urina (collettore) e continua all’interno dell’uretere.

I calici minori abbracciano l’apice della piramide.

La filtrazione avviene a livello del parenchima (tessuto renale) e una volta che viene prodotta l’urina essa è
veicolata da vie che non modificano il suo carattere.

Il sangue arriva al rene in modo copioso, il rene fa da filtro attraverso l’arteria renale che si dirama in
divisioni via via più minute per giungere all’unità funzionale del rene, il nefrone.

Finemente ramificata la vascolarizzazione anterioriosa e le vie escretrici si addentrano nel parenchima.


SISTEMA VASCOLARE RENALE

Zone specifiche del rene possono avere una autonomia vascolare: i segmenti renali (i quali nell’uomo non
sono costanti ma variabili).

Le arterie renali sono rami dell’arteria addominale. Quando raggiungono l’ilo del rene si dividono
solitamente in due rami (arterie segmentali),
uno davanti e uno dietro, quello sul davanti di
dimensioni maggiori. Da questi rami originano
le arterie interlobari, che si portano nelle
colonne renali per proseguirsi a livello della
base delle piramidi nelle arterie arcuate o
arciformi, che percorrono il contorno della
piramide per poi chiudersi a cappio sull’arteria
interlobare dalla quale originano. Dalle arterie
arcuate (o arciformi) nascono le arterie
interlobulari, che si dirigono verso la superficie
del rene perpendicolarmente alle arterie dalle
quali originano. A loro volta le arterie
interlobulari irradiano piccole ramificazioni, le arteriole afferenti , che daranno origine al glomerulo
all’interno di un corpuscolo renale. Parte del sangue esce dai capillari glomerulari e rimane all’interno del
corpuscolo renale, mentre la parte restante viene
condotta all’esterno tramite un’arteriola efferente. A
seconda della distanza del glomerulo dalla zona
midollare i capillari originatisi dall’arteriola efferente
saranno di due tipi diversi, capillari peritubulari o vasa
recta.

-I capillari tubulari nel caso in cui ci si trovi distanti


dalla zona midollare. Questi capillari sono associati ai
tubuli contorti.

-Nel caso invece in cui il glomerulo sia più vicino alla


zona midollare l’arteriola efferente si ramifica in una
serie di capillari paralleli all’ansa di Henle ed associati ad essa, i vasa recta, che quindi scendono fino nella
zona midollare. In entrambi i casi questi capillari drenano in venule riportando il sangue nel sistema venoso.
Le vene non fanno che percorrere a ritroso la strada
tracciata dalle arterie. Dai capillari peritubulari e dai
vasa recta il sangue drena nelle vene interlobulari, che
a loro volta drenano nelle vene arcuate (o arciformi).
Da queste il sangue torna a livello delle colonne renali
con le vene interlobari che infine confluiscono a livello
della pelvi renali nella vena renale. Le vene renali (una
per rene) si gettano poi nella vena cava inferiore.

Il glomerulo di per se è una struttura eccezionale


perché seppur con caratteristiche di capillarità è
interposta tra due arterie e non da un versante
arterioso e venoso perché c’è una pressione da
mantenere per garantire la funzione di filtrazione del
sangue che ci passa (questione idrodinamica).

Il nefrone è costituito dai glomerulo, dalla capsula di Bowman e dal tubulo renale, quest’ultimo distinto
nelle sue diverse parti.

Tubuli e condotti modificano l’urina per partire da un ultrafiltrato per arrivare all’urina definitiva che viene
poi scaricata.

Glomeruli si trova nella corticale, i tubuli invece hanno una prevalente espressione nell’ambito della
piramide.

Il glomerulo è contenuto nella capsula di Bowman, una sorta di raccoglitore che abbraccia il glomerulo.

Il glomerulo ha una struttura di delimitazione dei vasi arteriosi che rappresenta il filtro.

Prima passa il sangue, poi il glomerulo lascia filtrare l’acqua e i soluti, la capsula la raccoglie e comincia a
farle fare il percorso nei tubuli che poi la modificheranno (pre-urina).

A livello del polo vascolare abbiamo a ridosso dell’arteria afferente delle cellule che fanno parte
dell’apparato iuxtaglomerulare (sistema che controlla pressione sanguigna dell’organismo). È struttura che
fa parte del rene che controlla l'attività dei singoli nefroni, le
unità morfo-funzionali del rene.

Se soggetto, per esempio, ha un’emorragia la diuresi si contrae.

A livello del glomerulo si estrae il liquido e non gli elementi


figurati del sangue.

Vi è un sistema basato su un filtro strutturato in maniera molto


specifica per garantire la fuoriuscita di liquidi e soluti. Da un
lato è presente l’endotelio che delimita vaso nel glomerulo e
dall’altro avremo i podociti che sono delle cellule
circostanti, propaggini a pedicello di primo e
secondo ordine.

Nell’ insieme rappresentano un sistema di filtro


che consente al corpuscolo di far si che nella
capsula del Bowman si accumuli il filtrato senza
che elementi figurati del sangue vi arrivino.

Lo spazio pericapsulare è contenuto all’interno


della capsula del Bowman dove si raccoglie la
preurina.

Quest’ultima inizia il suo percorso nel polo urinoso nel lume dei tubuli.

Dei tubuli riconosciamo una sequenza: un tubulo contorto prossimale (più vicino al glomerulo) a cui segue
un tratto sottile e costituisce con una prima porzione discendente e una seconda porzione ascendente
sottile l’ansa di Henle. Poi si continua con un tratto ascendente ma più spesso in tubulo contorto distale.
Fino a questo livello il filtrato viene modificato.

Si passa poi ai dotti collettori che sboccano a livello dell’area


cribrosa dell’apice della papilla renale (piramide renale).

All’interno dei dotti collettori non c’è più modificazione ma


solo trasporto.

La sezione del tubulo a vari livelli ha diversa presentazione.


All’inizio presenta addirittura microvilli per facilitare
assorbimento di sostanze che possono essere state riversate in
maniera inefficace nello spazio pericapsulare.

Diventa un epitelio sempre meno interattivo con l’urina fino ad


arrivare ad un epitelio che non la altera più.

L’ansa di Henle è il punto più critico per la concentrazione


dell’urina.

L’urina eliminata costituirà la minima quantità di acqua necessaria ad eliminare le sostanze che devono
essere eliminate (farmaci, residui di scarto, metalli pesanti). Il sistema deve infatti essere il più efficiente
possibile per non perdere quella quota significativa di acqua di cui noi siamo costituiti.
LE VIE ESCRETRICI

Cominciano poi le vie escretrici: calici minori, calici maggiore,


l’infundibolo renale che raccoglie il contributo dei calici maggiori e
poi si sfina divenendo un cono cilindrico che si continua con
l’uretere.

Il passaggio tra la pelvi renale e uretere identifica il giunto


pielo-ureterale. È un punto di passaggio che dal punto di vista della
dimensione è un po’ più stretto della rimanenza dell’ uretere (un
restringimento).

Il giunto pielo-ureterale è importante perché se ci sono una serie di calcoli, questi si possono mobilizzare
ed entrare nelle vie escretrici. Qui possono arrestarsi o permettere comunque il passaggio di urina.

In questo modo l’urina si accumula e in entrambi i casi può essere percepito del dolore, la colica renale
(dolore ad andamento colico, che va e viene).

La pelvi renale può avere aspetto ampollare o aspetto più ramificato (racemoso).

Primo tratto di uretere è quello addominale (si trova infatti nella cavità addominale).

Quando l’uretere accavalla i vasi iliaci (arteria e vena) descrive un tratto che viene chiamato flessura
marginale dell’uretere. Da questo punto in poi caudalmente entra nella piccola pelvi.

Inizia con il giunto pielo-ureterale, tratto addominale, flessura marginale, tratto pelvico (siamo nella piccola
pelvi).

Il tratto addominale è extra retroperitoneale, il tratto pelvico è extra sottoperitoneale.

All’interno della pelvi si porta caudalmente medialmente per confluire nella vescica.

Qui c’è l’ultimo tratto: tratto addominale, tratto pelvico, tratto intramurario vescicale (tratto finale dell’
uretere che penetra nella parete della vescica, terzo e ultimo restringimento).

L’uretere ha quindi tre restringimenti fisiologici: il giunto pielo-ureterale, la flessura marginale (dove si
accavallano i vasi illiaci), lo sbocco della vescica.

La lunghezza dell’uretere è di circa 25-30cm.

Nel genere femminile solitamente gli ureteri sono poco più corti che nel genere maschile perché l’altezza
media delle donne è minore di quella degli uomini. È più corto il destro rispetto al sinistro perché il rene
destro è più basso per la presenza del fegato.

Nella sezione rileviamo il lume delimitato da un epitelio di transizione, l’urotelio (il rivestimento della
vescica e delle vie urinarie). Questo epitelio è formato da tre tipi di cellule: ad ombrello, clava e basali.
Essi consentono nell’insieme di determinare l’impermeabilità di questo rivestimento epiteliale.

L’urina non va modificata ma solo trasportata e sarebbe grave se l’urina (acqua con prodotti di scarto)
dovesse essere dispersa nell’addome.

È presente una lamina o tonaca propria, ma non una tonaca sottomucosa. Importante è il doppio strato
muscolare, uno interno che è longitudinale (secondo andamento cranio caudale dell’uretere), uno
all’esterno circolare. All’esterno si trova l’avventizia.

L’uretere presenta peristalsi come intestino.

Con un coordinamento della contrazione questa organizzazione muscolare permette di spingere contenuto
dell’uretere (urina).

L’attività peristaltica si ha da un onda di contrazione che comincia da calici minori.

La peristalsi se trova ostacolo non avanza e giustifica il dolore colico.

VESCICA

La vescica è un serbatoio che si trova contenuto nella piccola pelvi, nello spazio extraperitoneale
sottoperitoneale.

Si colloca nella regione anteriore del bacino, appoggiata al pavimento pelvico; è situata dietro la
parete addominale e la sinfisi pubica, davanti al retto e sopra la prostata nel maschio, davanti
ad utero e vagina (che sovrasta) nella femmina. Riceve lo sbocco degli ureteri e comunica con l'esterno
attraverso l'uretra.

La forma dipende da quanto è piena, se l’abbiamo vuota nella femmina ha una sezione sagittale quasi
triangolare.

Una normale vescica contiene medialmente 350-500mL che portano allo stimolo e alla naturale minzione.

Ha una forma grossolanamente sferica, parlare di rapporti varia in funzione di quanto sia piena.

Peritoneo parietale anteriore diviene poi peritoneo


viscerale pelvico, cala come un grembiule come
ottenuto della piccola pelvi, poi si riflette e risale
come peritoneo parietale posteriore.

È una lamina unica che assume nomi diversi in base


alla sua posizione sia per l’uomo che per la donna.
La vescica viene suddivisa in tre regioni: fondo (o base), corpo ed apice. Sul fondo della vescica si trovano,
uno per lato, gli sbocchi degli ureteri; la zona compresa tra questi e l'orifizio dell'uretra è denominata
trigono vescicale.

Quando si ha il riempimento della vescica la parte di parete anteriore e la base vescicale si continuano in
basso con il collo e rimangono invariate, quello che aumenta sono l’infero laterale e il postero superiore,
apici che si sviluppano in maniera importante fino a raggiungere la linea dell’ombelico (profilo della vescica
piena supera profilo superiore sinfisi pubica e quindi è palpabile).

La vescica ha la superficie interna sollevata in rughe e pieghe. È una superficie trabecolata sia nell’uomo che
nella donna ma più nell’uomo in età avanzata.

In età avanzata infatti la prostata dell’uomo aumenta di volume e la vescica che deve vincere questa
resistenza per fare uscire l’urina deve spingere di più.

Il muscolo della vescica si chiama muscolo detrusore e si compone di tre strati indistintamente separati di
muscolatura liscia.

Internamente è presente la mucosa con l’uretere.

Esternamente c’è come sempre l’avventizia.

Nel pavimento della vescica esiste un’area permanentemente liscia, il trigono vescicale, un triangolo
delimitato dalle aperture dei due ureteri e dall’uretra.

Tra i due orifizi abbiamo un sollevamento della mucosa che rappresenta la barra interureterica.

Il terzo angolo inferiore corrisponde a livello del collo vescicale con l’orifizio uretrale interno. L’uretra le
esterno è quello all’apice del glande nel maschio, nel vestibolo della vagina per la donna. Di qui l’aspetto
triangonale del trigono.

L’uretere entra nella parete della vescica con


un andamento obliquo.

Il punto di ingresso e il punto di scarico


dell’urina della vescica non sono coassiali
secondo il minimo spessore della parete.
L’uretere infatti non ha una valvola antireflusso
che prevenga la risalita dell’urina verso il rene.

Questo sistema fa si che la vescica si riempia,


la pressione che esercita sulla parete schiacci
l’uretere che passa in obliquo nella parete e si
autoregoli.

Più aumenta carico di urina nella vescica, più


aumenta la pressione, più aumenta la spinta
sulla parete, più aumenta pressione di chiusura dell’uretere.

Meccanismo di antireflusso funzionale (no valvola vero e propria) che agisce da valvola, che matura nei
primi anni di vita.

Nei bambini reflusso vescico ureterale è un reflusso parafisiologico senza problematiche serie.

Nella femmina l’uretra è lunga 4cm, 18cm maschio.

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