E INFORMATIVO
Il corso rivolto a Chirurghi con poca esperienza personale di chirurgia colorettale laparoscopica
che:
- Desiderino iniziare questo tipo di, chirurgia presso la loro istituzione;
- Desiderino verificare la loro esperienza per incrementare e standardizzare lattivit;
- Desiderino riprendere la chirurgia laparoscopica colo-rettale che hanno abbandonato.
SCOPO DEL CORSO E METODO
Corso per lo sviluppo del learning in chirurrgia laparoscopica avanzata
Insegnamento della chirurgia laparoscopica colorettale con il contatto diretto, interventi chirurgici
e teleconferenza
Programma di contatti successivi con garanzia di assistenza futura di tutoraggio in sala operatoria
nella sede dellallievo, di supporto teorico diretto ed in teleconferenza.
Insegnamento di un argomento importante ma strettamente definito (anatomia e tecnica chirurgica
laproscopica del colon )
Scelta di docenti qualificati nel fare e nellinsegnare.
Rapporto stretto tra docenti ed iscritti ( pochi iscritti e pochi docenti).
Esposizione completa e semplice dellargomento in oggetto 8 lezione, non relazione).
Verifica immediata della percezione dellinsegnamento.
Interventi chirurgici in diretta commentati dagli stessi docenti della parte teorica.
Puntualizzazioni successive di anatomia e chirurgia condotte sulle registrazioni degli interventi del
mattino con i docenti ed i chirurghi in collegamento.
Verifica finale del livello di apprendimento
Docenti ed Operatori
P. Buccianti, Pisa
A. Cagnazzo, Genova
F. Corcione, Napoli
P.C. Giulianotti, Grosseto
C. Huscher, Roma
G. lotti, Alessandria
G. Melotti, Modena
G. Palazzini, Roma
U. Parini, Aosta
G. Pignata, Monfalcone (GO)
R. Pugliese, Milano
F. Ruotolo, Roma
C. A.Sartori, Treviso
Giuseppe Spinoglio, Alessandria
c)
foglietto sinistro del mesenterio che si fuso con il foglietto prerenale primitivo per
formare il foglietto di Toldt: i due primi foglietti si fondono e scompaiono come foglietti
sierosi restando in loro luogo una semplice lamina connettiva, la lamina di Toldt.
Il terzo foglietto, il pi superficiale, lantico foglietto destro del mesenterio primitivo,
persiste e costituisce il peritoneo parietale defnitivo.
Fascia di Gerota
Rappresenta il foglietto prerenale della fascia renale: si estende dapprima sulla faccia
anteriore del rene che ricopre in tutta la sua estensione; poi passa dinanzi allilo renale e
ai grossi vasi prevertebrali (vena cava inferiore e aorta) e viene sulla linea mediana a
fondersi con quello del lato opposto. Questo foglietto pi sottile di quello retrorenale di
Zuckerkandl, ma in corrispondenza del colon riceve un rinforzo da una lamina connettivale
speciale, il foglietto di Toldt che risulta dalla coalescenza del mesenterio primitivo del
colon con il peritoneo parietale primitivo.
Il foglietto rinforzato dalla fascia prerenale pi esteso in altezza a sinistra che a destra,
perch il colon discendente in rapporto con i due terzi della faccia anteriore del rene
sinistro, mentre il rene destro ricoperto dal colon ascendente solo sulla parte inferiore
della sua faccia anteriore.
Ci premesso la descrizione che segue si baser ampiamente anche sui dati
dellanatomia topografica.
CONFORMAZIONE ESTERNA E COSTITUZIONE ANATOMICA DEL COLON
Il colon fa seguito al tenue e a livello della terza vertebra sacrale si continua con lintestino
retto. La sua lunghezza varia da 140 a 180 cm. ( 25-35 per lascendente, 50-60 per il
trasverso, 25-35 per il discendente, 45-55 per il sigma). Il suo calibro diminuisce
progressivamente dal cieco al sigma passando da 7-8 cm. a 2,5-3,5 cm. La
conformazione esterna del colon presenta alcune caratteristiche: tenie, benderelle
muscolari longitudinali, larghe circa 1 cm, che in numero di tre originano alla base
dellappendice cecale e percorrono senza interruzione la parete intestinale. Secondo la
loro situazione si distinguono in anteriore, taenia omentalis, postero-mediale, taenia libera,
e postero-laterale, taenia mesocolica. A livello dei colon pelvico esse si riducono a due;
gibbosit, solchi e haustre: la parete intestinale negli intervalli tra le tenie come
increspata in maniera da presentare, nella superficie interna, tasche emisferiche (haustre)
separate da pieghe falciformi (pieghe semilunari), che sono perpendicolar allasse
dellintestino e sporgono in cavit.
Sulla superficie esterna alle tasche corrispondono gibbosit, e alle pieghe corrispondono
solchi.
Se le tenie vengono asportate la descritta disposizione sparisce e lintestino diventa
regolarmente cilindrico;
appendici epiploiche, situate lungo le tenie e costituite da prolungamenti peritoneali pieni
di grasso, pertanto particolarmente sviluppate nei soggetti obesi.
Il colon si compone di quattro tuniche concentriche, sovrapposte nello stesso ordine di
quelle dellintestino tenue e che procedendo dallesterno allinterno sono:
tunica sierosa o peritoneale, che riveste in maniera pressoch completa il cieco, il colon
trasverso e lileo-pelvico, e incompleta il colon ascendente, il discendente e gli angoli colici
contribuendo cos a definire le porzioni mobili e quelle fisse del colon;
tunica muscolare, composta da uno strato longitudinale esterno di cellule muscolari lisce
che si raggruppano in tre strisce nastriformi a costituire le tenie e da uno strato circolare
profondo che abbraccia tutta la circonferenza del colon in un piano continuo. Tra i due
strati muscolari situato il plesso mioenterico di Auerbach;
lungo laorta al di dietro del peritoneo parietale, fornisce larteria colica sinistra, e le arterie
sigmoidee e termina, come arteria emorroidaria superiore, nella parete del retto.
Queste arterie in prossimit del colon, per mezzo delle loro divisioni e delle anastomosi
che si stabiliscono tra rami vicini, danno origine ad una serie di arcate paracoliche
analogamente a quanto descritto per il colon destro.
La colica sinistra contribuisce con il suo ramo ascendente alla formazione dellarcata di
Riolano e con la porzone terminale della VMI prende parte alla costituzione dellarco
vascolare di Treitz.
Le arterie sigmoidee, nate isolatamente o come tronco comune, sono contenute nel
mesocolon pelvico e si anastomizzano in alto con l a. colica sinistra e in basso con l a.
emorroidaria superiore.
Questultima anastomosi, definita per la sua precariet punto critico di Sudeck, non ha, in
tempi di exeresi colorettali ampie, che un interesse storico.
La. emorroidaria superiore, continuazione dellAMI si dirige in basso incrociando i vasi
iliaci comuni di sinistra; contenuta dapprima nel mesocolon pelvico, si porta verso la parte
posteriore del retto e, allinizio dellampolla rettale, si divide nelle arterie rettali superiori (ilo
di Mondor) che s anastomizzano in basso con l a. emorroidaria media.
La. marginale d Drummond o arcata anastomotica intermesenterica decorre
parallelamente al margine mesenterico del grosso intestino, dal cieco alla giunzione
rettosigmoidea e si anastomizza, a livello del tratto ileocecale, con larteria parallela di
Dwigt disposta lungo linserzione mesenteriale del tenue. Larcata di Drummond definita
il vaso funzionale del colon e come un cerchio di bicicletta, di cui le aa. coliche
costituiscono i raggi, costeggia il colon sul versante mesocolico.
Essa nel tratto corrispondente al colon trasverso distale, alla flessura splenica e al
discendente prossimale s identifica nellarcata di Riolano.
Lungo il decorso dellarcata marginale possono esservi dei punti nei quali le connessioni
anastomotiche sono poco sviluppate o addirittura assenti:
- punto critico di Jaboulay (arcata di Treves) a livello ileocecale;
- punto critico di Griffiths a livello della flessura splenica;
- punto critico d Sudeck allaltezza del gunto rettosigmoideo.
Larcata di Riolano, detta anche arcata intermesenterica vera, formata dallanastomosi
tra la branca ascendente della. colica sinistra, ramo dellAMI, e il ramo discendente della.
colica media, ramo dellAMS.
La circolazione venosa del colon corrisponde sostanzialmente per distribuzione e per
decorso a quella arteriosa omologa.
La vena mesenterica superiore inizia presso lestremit terminale dellileo, sale quasi
verticalmente nella radice del mesentere, passa davanti alla porzione orizzontale del
duodeno, infine si porta dietro la testa del pancreas per continuarsi nel tronco della vena
porta. Essa decorre a destra dellarteria e in basso ne rimane anche al davanti. Riceve in
alto, sul suo margine destro, il tronco di Henle, costituito dalla confluenza della v. colica
media, della v. gastroepiploica destra e talora della v. pancreatico-duodenale anteroinferiore.
La vena mesenterica inferiore (VMI) facendo direttamente seguito alla vena emorroidaria
superiore, si dirige in alto lungo la parete posteriore delladdome a sinistra dellarteria
omonima.
Nel suo cammino ascendente viene a far parte dellarco vascolare di Treitz, arcata per
met arteriosa e per met venosa, alla cui formazione prendono parte la porzione iniziale
della. colica sinistra e la porzione terminale della VMI. La concavit di questa arcata
guarda le fossette paraduodenali, possibili sedi di ernia interna (ernia duodenale di Treitz).
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presacrale. Questultima ricopre i vasi sacrali medi, le vene presacrali, il plesso sacrale e i
nervi splancnici pelvici.
Il piano di clivaggio per lo scollamento del blocco retto-mesoretto, avvolto dalla fascia recti
corre nel connettivo cellulo-adiposo dello spazio presacrale ed praticamente avascolare
essendo attraversato soltanto da sottili rami dellarteria sacrale media (holy plane di
Heald);
- legamento retto-sacrale, le cui fibre, distaccandosi dalla fascia presacrale a livello della
quarta vertebra sacrale, si fondono con la fascia recti, 3-5 cm. al di sopra dellanello
anorettale, costituendo il pavimento dello spazio retrorettale. Il legamento ha funzione di
supporto e di fissazione per cui la mobilizzazione del retto ne comporta necessariamente
la sezione trasversale;
- aponeurosi prostato-peritoneale di Denonvilliers nelluomo e fascia retto-vaginale nella
donna.
E una lamina muscolo-aponeurotica che sul piano frontale assume la forma trapezioidale
a base superiore, estesa dalla tasca del Douglas al pavimento pelvico, lateralmente
inserita sulle lamine sacro-retto-genito-pubiche e in continuit con la faccia anteriore del
legamento laterale del retto.
Nelluomo i due foglietti costitutivi, fusi al di sopra della giunzione vescico-prostatica,
delimitano uno spazio potenziale, spazio retroprostatico di Proust, piano di clivaggio
avascolare tra retto e prostata. Limportanza chirurgica di questa fascia prescinde
dallinterpretazione ontogenetica (teoria della fusione peritoneale, pertinenza urogenitale,
accollamento fasciale) e risiede nella possibilit che essa offre di una metodologia
dissettiva corretta;
- legamenti alari dei retto (ali del retto) che contribuiscono a fissare il viscere alle pareti
laterali del piccolo bacino e a mantenerlo in posizione mediana. Essi si distaccano dalle
lamine sacro-retto-genito-pubiche tese dai fori sacrali anteriori al pube, costituite da
tessuto connettivo che, nello spazio pelvi-rettale, si addensa attorno allarteria iliaca
interna e ai suoi rami inglobando le strutture nervose del plesso pelvico. La componente
costante del legamento laterale del retto non larteria rettale media, come
tradizionalmente descritto, ma il plesso pelvico o ipogastrico inferiore, situato tra i vasi
iliaci interni ed il retto, che permette di dividere il legamento suddetto in un segmento
laterale e in uno mediale. In questultimo decorrono i rami del plesso pelvico destinati al
retto e i vasi rettali medi.
RETTO PERINEALE
La porzione perineale del retto corrisponde al canale anale chirurgico, esteso dallanello
anorettale al margine anale. Essa va distinta dal canale anale anatomico compreso fra la
linea dentata e il margine anale.
Invero la linea anorettale, che corrisponde allanorectal ring, anello muscolare costituito
dal complesso sfinteriale alla giunzione dei retto pelvico con il canale anale, situata al di
sopra della linea dentata o linea delle valvole rettali, localizzata in corrispondenza del
punto di mezzo dello sfintere interno.
Nel canale anale chirurgico, che risulta pertanto pi lungo del canale anatomico, si
distinguono, procedendo in senso distale, una zona colorettale, una zona di transizione - il
cui limite inferiore corrisponde alle valvole rettali (valvole semilunari di Clacson) - e una
zona squamosa.
Il canale anale, circondato dagli elevatori e dagli sfinteri, fissato alla punta del coccige
dal rafe o legamento anococcigeo. Anteriormente esso in rapporto nelluomo con il
centro tendineo del perineo (o corpo perineale), il diaframma urogenitale in cui
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contenuta la porzione membranosa delluretra, il bulbo delluretra; nella donna con il corpo
perineale e la parete vagnale posteriore.
Lateralmente il canale anale in rapporto con la fossa ischiorettale la cui parete mediale
costituita dal muscolo elevatore dellano e dallo sfintere esterno e quella laterale
dallischio, ricoperto dal muscolo otturatore interno e dalla sua fascia.
In uno sdoppiamento di detta fascia contenuto il canale di Alcock in cui decorrono il
nervo pudendo e i vasi rettali inferiori.
Alla costituzione dellapparato sfinterico del retto perineale partecipano i muscoli sfintere
interno, longitudinale congiunto, sfintere esterno ed elevatori dellano.
Lo sfintere interno rappresenta la diretta continuazione della muscolatura circolare della
parete rettale che progressivamente si ispessisce fino a costituire un manicotto muscolare
liscio che circonda il rivestimento interno del canale anale.
E innervato dal sistema nervoso autonomo e garantisce la continenza involontaria. Da
esso e dalla muscolaris mucosae deriva il legamento sospensore di Parks situato nel
punto di mezzo del canale anale e costituito da fibre che ancorano il rivestimento mucoso
al piano muscolare.
Il muscolo longitudinale congiunto del canale anale deriva dalla muscolatura longitudinale
del retto che a livello dellanello anorettale si unisce alle fibre striate provenienti dal
muscolo elevatore dellano. Alla sua costituzione partecipano anche strutture
aponeurotiche provenienti dalla fascia pelvica e nel tratto inferiore del canale anale anche
la porzione profonda dello sfintere esterno.
Esso si interpone nel canale anale tra sfintere interno e sfintere esterno ed alcuni suoi
fasci attraversano lo sfintere interno, concentrandosi sulla sua superficie mediale, dove
costituiscono, insieme a fibre della muscolaris mucosae, il muscolo della sottomucosa
dellano. Altre fibre possono attraversare lo sfintere esterno per formare un setto trasverso
che divide la fossa ischiorettale in spazio perianale ed in spazio ischioanale.
Lo sfintere esterno, muscolo striato con una componente liscia, circonda il canale anale,
lateralmente al muscolo sfintere interno e al muscolo longitudinale congiunto. Esso risulta
di tre componenti, una sottocutanea, una superficiale e una profonda.
Le fibre prossimali del muscolo non sono ancorate posteriormente ad alcuna struttura e
avvolgono la parete dorsale dei canale anale delimitando anteriormente, insieme al
muscolo puborettale, lo spazio retrosfinterico di Courtney o spazio postanale profondo
compreso tra le fibre del rafe anococcigeo dellelevatore dellano, superiormente, e quelle
del legamento ano-coccigeo dello sfintere esterno, inferiormente. Questo spazio pone in
comunicazione posteromedialmente lo spazio ischioanale di ciascun lato.
Anteriormente il contingente periferico delle fibre prossimali segue il decorso in avanti del
puborettale, mentre le fibre-centrali si congiungono alle controlaterali per formare un
anello completo sulla parete anteriore dei canale anale.
Il muscolo elevatore dellano separa la cavit pelvica dal perineo e svolge la duplice
funzione di sostenere i visceri e provvedere alla continenza.
Prende inserzione lateralmente sulla superficie interna della parete laterale della pelvi e
medialmente si unisce alle fibre controlaterali per formare la maggior parte del pavimento
pelvico.
Classicamente viene considerato costituito da tre parti: il muscolo leococcigeo che
esercita una funzione d sostegno senza contrarre rapporti diretti con la parete rettale; il
muscolo pubococcigeo le cui fibre incrociandosi anteriormente e posteriormente al retto
formerebbero un sistema ad 8 la cui tensione avrebbe funzione di sospensione e di
chiusura dellorifizio rettale del diaframma pelvico;
il muscolo puborettale le cui fibre formano una fionda che, sospendendo il retto al pube,
costituisce e mantiene langolo anorettale.
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Il peduncolo inferiore raccoglie la linfa dei retto distale e dei canale anale sovrastante la
linea dentata e, seguendo i vasi rettali inferiori, raggiunge i linfonodi iliaci interni.
I linfatici che raccolgono la linfa della porzione del canale anale sottostante la linea
dentata drenano nei linfonodi inguinali superficiali.
La regola che la linfa del retto intraperitoneale sia drenata esclusivamente dal
peduncolo superiore e quella del retto sottoperitoneale sia raccolta da uno o anche due
dei complessivi tre collettori.
INNERVAZIONE DEL COLON E DEL RETTO
Il plesso simpatico mesenterico superiore emana dal plesso celiaco e accompagna i rami
dellAMS.
Esso contiene anche fibre parasimpatiche del vago ed innerva il cieco e il colon fin verso
la flessura sinistra
Il plesso mesenterico inferiore nasce dal plesso aortico-addominale e accompagna i rami
dellAMI provvedendo alla innervazione del colon sinistro e della parte prossimale del
retto.
Il plesso aortico-addominale, continuazione inferiore del plesso celiaco, si estende al
dinanzi dellaorta fino alla sua biforcazione.
Alla sua formazione concorrono, oltre alle fibre provenienti dal plesso celiaco, anche i
nervi splancnici lombari che derivano come fibre pregangliari dai centri simpatici toracolombari.
Al davanti dellaorta addominale, tra lorigine dellAMI e la biforcazione aortica, le tre
radici, quella mediana proveniente dal plesso preaortico e le due laterali costituite dai
nervi splancnici lombari di ciascun lato, si uniscono a formare il plesso ipogastrico
superiore (o nervo presacrale di Latarjet) che fornisce innervazione simpatica alla parte
medio-distale dei retto, al canale anale, alla vescica e agli organi sessuali.
Il nervo presacrale quindi situato nello spazio interiliaco tra i due ureteri, posteriormente
allarteria rettale superiore, tra la fascia presacrale posteriormente e la fascia mesorettale
anteriormente.
Esso, superato il promontorio, si biforca nei due nervi ipogastrici che, divergendo uno a
destra e uno a sinistra, decorrono adiacenti al versante posterolaterale dei retto e si
dirigono in basso sulle pareti laterali della pelvi dove formano, da ciascun lato, il plesso
pelvico con il contributo del parasimpatico sacrale costituito dai nervi erigentes che
originano dal II, III e IV nervo sacrale.
Il plesso pelvico si trova allaltezza del terzo distale del retto, subito al di sopra del piano
degli elevatori dellano in rapporto con le ali del retto, interposto tra il mesoretto e la parete
laterale della pelvi.
Dalle cellule gangliari di questo plesso originano fibre post-gangliari che si distribuiscono
al retto distale, al canale anale e ad altri visceri pelvici.
Si ritiene che le fibre del plesso pelvico, destinate al retto, decorrano nel segmento
mediale delle ali del retto, mentre nel segmento laterale decorrano i nervi splancnici
pelvici o erigentes, posteriormente ed inferiormente rispetto ai vasi rettali medi.
Alla costituzione dei plesso pelvico partecipano anche fibre provenienti dal contingente
simpatico sacrale, i cui gangl sono localizzati medialmente ai fori sacrali anteriori.
Di particolare interesse il nervo cavernoso che origina dal plesso pelvico. Di aspetto
plessiforme largo 12 mm, si riduce progressivamente fino a 6 mm nel punto in cui
raggiunge il bordo posterolaterale della prostata, al di fuori dellaponeurosi di Denonvilliers
in stretta vicinanza della faccia anterolaterale del retto distale. A questo lvello, data
lestrema sottigliezza delle fibre, il tragitto del nervo reso visibile per la presenza dei vasi
satelliti che con esso formano la benderella neurovascolare di Walsh.
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Lo sfintere anale esterno innervato dal nervo rettale inferiore, ramo del nervo pudendo e
dal ramo perineale del IV nervo sacrale.
Il muscolo elevatore dellano innervato dai rami perineali del III e IV nervo sacrale per le
sue fibre mediali e dal nervo pudendo per i fasci periferici
Linnervazione sensitiva della porzione del canale anale sottostante la linea dentata
dipende da fibre afferenti somatiche dei nervo emorroidario inferiore, mentre la sensibilit
del canale anale sovrastante la linea dentata, come quella del retto, dipende da fibre
afferenti viscerali dirette in senso centripeto attraverso gli stessi nervi in cui decorrono le
fibre efferenti.
Lo sfintere interno innervato dal plesso pelvico.
Linnervazione intrinseca, o plesso enterico, costituita dal plesso mioenterico di
Auerbach e da quello sottomucoso di Meissner, estesi dallesofago fino alla zona di
transizione del canale anale al di sotto della quale tale apparato nervoso scompare
completamente.
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questi chirurghi dedito alla chirurgia laparoscopica, solo il 48% di questi esegue resezioni
laparoscopiche nel 21% dei propi pz; nel 74% dei casi lintervento laparoscopico eseguito
per patologia diverticolare, nel 68% per polipi e 61 % per adenomi villosi e nel 36% per M. di
Crohn.
Invece soltanto il15% opera pz con cancro, percentuale che si riduce al l 8.5 e 7% nel
trattamento
comunque limitato.
Infine sebbene il 56% dei partecipanti si sarebbe esso stesso sottoposto a procedura
laparoscopica per un adenoma villoso del retto, solo il 9% avrebbe fatto altrettanto in caso di
patologia maligna rettale.
La spiegazione in parte nella revisione pubblicata da Chapmann nel 2001 su Annals of
Surgery.
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Egli scrive infatti che Little high-level of evidence was available.The new procedures
advantages revolve around early recovery from surgery and reduced pain.
Cos su 52 voci bibbliografiche evidenziate a tutto il 1999 con 2 strategie di ricerca da
Madline,Current Contents, Embase, Cochrane Library, si evince un livello EBM 2 per 4 di
queste, EBM3-2 per 11, EBM 3-3 in 4 ed infine un livello EBM 4 per 18 ulteriori voci
bibliografiche.
Ancora, del 2002 uno studio randomizzato ( RCT ), pubblicato da Weeks et al. per The
Clinical Outcomes of Surgical Therapy Study Group su Jama in cui la valutazione della QOL (
Quality of life ) basata su uno score con punteggi predeterminati ( SDS = Symptoms distress
scale e QLI= quality of life index ) riporta: compared with open colectomy, laparoscopic
colectomy for colon cancer results in statistically significant but clinically modest decreases in
the duration of post-operative hospital analgesia and lenght of stay (P<.001). However these
differences do not translate into statistically significant improvements in symptoms or QOL in
immediate postoperative period or over 2 month of follow up..(the only statistically
significant differences observede betwenn groups was the global rating scale score for 2
weeks postsurgery-P=.009.
Ad una attenta analisi tale studio risulta peraltro randomizzato a favore della chirurgia open,
visto che la valutazione della analgesia e della durata del ricovero con un P-value per
entrambi i parametri <.001, viene ottenuto sommando nel gruppo dei laparoscopici anche i
risultati derivanti dai pz convertiti, significativamente peggiori rispetto ai pz vls.
Tuttavia appare evidente come la diffidenza di molti chirurghi verso la laparoscopica venga
alimentata pur in presenza di numerose pubblicazioni di buon livello a favore di questa, ma
in assenza di studi multicentrici prospettici randomizzati e con un follow up adeguato che soli
potranno derimere definitivamente il dubbio sulla validit della tecnica mininvasiva nei
confronti di quella tradizionale.
Vale la pena allora di ricordare un altro dei fattori tanto discussi in questi anni, quello della
risposta immunitaria al trauma chirurgico e la diversa immunodepressione indotta
nellindividuo a seconda del tipo di intervento chirurgico.
Moltissimi sono gli studi sperimentali e non pubblicati infatti sullargomento negli ultimi dieci
anni. Proporzionalmente difficile risulta tuttavia linterpretazione dei dati che ne scaturiscono.
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Ci per molti fattori come la quantit dei parametri, riflesso della complessit della risposta
immuno-mediata, e la loro misurazione nel periodo postoperatorio con tempistiche diverse, in
presenza di altre significative variabili come differente durata degli interventi in base alla
esperienza degli operatori ed uso di analgesici morfinici.
Il tutto a giustificare lindubbia difficolt nellinterpretare dal punto di vista fisiopatologico le
variazioni dei parametri.
E doveroso a questo proposito sottolineare la recente pubblicazione su Lancet di un primo
studio randomizzato in cui Lacy, autore di altre precedenti pubblicazioni sullargomento,
riporta per i pazienti in stadio III sottoposti ad intervento laparoscopico una sopravvivenza
migliore rispetto a quelli operati con tecnica open, malati in cui si associa anche una minor
incidenza di recidive, una ridotta morbilit perioperatoria ed una pi breve ospedalizzazione.
In particolare lautore ipotizza che tale risultato sia correlato ad una miglior sorveglianza
immunitaria, associata alla laparoscopia, che offrirebbe a lungo termine dei benefici
sostanziali in pazienti con tumore pi avanzato e per questo pi a rischio dal punto di vista
prognostico qualora il sistema immunitario sia maggiormente compromesso dallintervento
chirurgico.
Alla stessa conclusione era precedentemente giunto anche Franklin, Schiedbach con
Kocherling ed altri autori con risultati sulla sopravvivenza decisamente favorevoli, seppur in
lavori retrospettivi e di minor valore dal punto di vista EBM.
Lo stesso Lacy conclude che se questi risultati troveranno conferma in studi multicentrici
attualmente in corso, lapproccio laparoscopico nella chirurgia oncologica colo-rettale potr
divenire il gold standard del trattamento chirurgico stesso.
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1 trocar di Hasson
3 trocars da 10-12 mm
2 pinze di Babcok da 10 mm
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INTERVENTO
Dopo adeguata esplorazione della cavit addominale, manovra fondamentale che
permette di reperire le strutture anatomiche e di identificare eventuali alterazioni si
procede con lesecuzione dei tempi principali dellintervento che sono: 1) mobilizzazione
dellangolo colico sin con abbassamento della radice del mesocolon trasverso; 2) tempo
vascolare e dissezione della doccia parietocolica sinistra: al contrario della chirurgia
open il mantenimento degli accollamenti parieto-colici fondamentale per una buona
esposizione, pena la medializzazione ed occupazione del campo operatorio da parte del
colon mobilizzato; 4) isolamento del retto con escissione del mesoretto; 5)
esteriorizzazione e resezione del pezzo operatorio; 6) reinduzione del pneumoperitoneo
e confezionamento di anastomosi termino-terminale transanale sec. Knight-Griffen; 7)
eventuale ileostomia di protezione.
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mesenterica inferiore in due porzioni: una parte superiore (la prima ad essere aperta),
o finestra aorto-mesenterica-vena ed una inferiore, o finestra aorto-mesenterica-arteria.
Il bordo inferiore per entrambe le finestre corrisponde al piano aortico. Larcata della
vena mesenterica inferiore, cos come larcata dellarteria mesenterica inferiore,
trazionate dalla pinza delloperatore, formano il bordo superiore delle due rispettive
finestre. In prossimit ed a sinistra dell angolo duodeno-digiunale di Treitz si reperta la
vena mesenterica inferiore. Questa viene sottesa dalla Babcok delloperatore, mentre il
bisturi ad ultrasuoni al di sotto di essa inizia la dissezione a livello della finestra aortomesenterica-vena. La procedura facilitata in parte dalla pneumo-dissezione ma
soprattutto perch a questo livello risulta meglio evidenziabile il piano avascolare Toldt.
Lo scollamento si estende in alto fino allinserzione sotto pancreatica della radice del
mesocolon trasverso, unendosi cos al precedente piano di scollamento allestito nel
tempo di mobilizzazione dellangolo colico sinistro e lateralmente, sul piano avascolare
fra Toldt e Gerota, abbattendo cos luretere ed i vasi gonadici fino a raggiungere la
doccia parietocolica sinistra. Utile in queste fasi una lunghetta sia come tampone che
per mantenere esangue il campo operatorio. Verso il basso la procedura porta allarteria
mesenterica inferiore che viene isolata a due cm dallemergenza aortica. Il passaggio
della lunghetta posteriormente allarteria, dallalto verso il basso consente estendere in
senso caudale la finestra aorto-mesentericavena direttamente nella finestra aortomesenterica-arteria. Anche a questo livello vengono riconosciuti ed abbattuti luretere
con i vasi gonadici, mentre la Babcock delloperatore solleva adesso larcata creata
dallarteria mesenterica inferiore.
Si procede quindi alla sezione di arteria e vena mesenterica inferiori; la legatura
dellarteria verr eseguita a due centimetri dallemergenza aortica prestando attenzione
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monte con i due tronchi simpatici paraortici, a valle con i due nervi ipogastrici (o
presacrali) che divergono nel piccolo bacino e si accollano alla guaina del mesoretto
prossimale, dal quale sono peraltro embriologicamente distinti e quindi dissociabili. I
rami che originano dal plesso ipogastrico inferiore, possono confluire dapprima in un
unico tronco, il nervo presacrale di Latarjet, che poi si sfibra nei due nervi ipogastrici.
La dissezione del peritoneo pelvico anteriore continua 1-2 cm al davanti della riflessione
rettovescicale (nelluomo) e retto-vaginale (nella donna) per un tratto di 3-4 cm
anteriormente all' aponeurosi di Denonvilliers, a stretto contatto con la parete anteriore
del retto. Anche la dissezione laterale non deve essere spinta troppo distalmente per
non danneggiare i plessi nervosi pelvici situati in corrispondenza delle ali del retto.
La pinza da presa delloperatore attira il retto verso l'alto. Una seconda pinza da presa (
del II aiuto) effettua una controtrazione prendendo il peritoneo che ricopre la vescica.
La riflessione peritoneale incisa da destra verso sinistra. Lo spazio prerettale, limitato
dal colon e dallaponeurosi di Denonvilliers allora aperto e pu essere liberata la
parete anteriore del retto.
Si inizia lo scollamento retrorettale lungo il piano che separa il foglietto parietale della
fascia pelvica posteriormente ed il foglietto viscerale anteriormente. Questultimo
ricopre il mesoretto e bisogna prestare molta attenzione a non lederlo per garantire una
dissezione adeguata dal punto di vista oncologico. In questa fase molto importante
seguire il plesso ipogastrico fino alla sua dicotomizzazione ed identificare a livello della
biforcazione aortica i due nervi ipogastrici. La dissezione viene iniziata a livello della
divisione dei nervi, si continua lungo la linea mediana e per proseguire poi verso il
basso. La buona visualizzazione dei nervi ipogastrici e del plesso pelvico laterale
garantisce una corretta exeresi lungo il piano corretto, senza aprire il foglietto viscerale
26
che avvolge il mesoretto. Le ali del retto non vanno scheletrizzate troppo lateralmente
poich si rischia di danneggiare o di recidere il plesso pelvico laterale.
Lungo le ali del retto decorre larteria rettale media (presente nel 30 % dei casi) che
viene
questultima deve essere eseguita senza trazione poich in stretto rapporto con il
plesso pelvico laterale.
Durante questo tempo il retto con il mesoretto lussato e trazionato in avanti cos da
lasciare i nervi addossati alle pareti della pelvi. La dissezione si estende verso il basso in
direzione del piano degli elevatori fino a sezionare il legamento sacro-rettale che
consente la resezione della parte terminale del mesoretto.
Anteriormente la dissezione viene condotta a contatto con le vescicole seminali, al
davanti allaponeurosi prostatoperitoneale di Denonvilliers sino alla base della prostata.
A questo livello, lungo la linea mediana non vi sono rischi di lesionare i nervi, mentre
lateralmente, al di fuori dellaponeurosi di Denonvilliers, decorrono i nervi cavernosi
che originano dai rami sacrali S2, S3, S4 (nervi erigentes) e che si dirigono verso la
fascia
posterolaterale
della
prostata
(bandelletta
neurovascolare
di
Walsh)
27
suturatrice siano perpendicolari. La sezione potr essere eseguita a seconda dei casi
con carica blu o verde per i tessuti spessi.
Esteriorizzazione e resezione del colon
Attraverso la minilaparotomia in FIS viene estratto il colon. Essa protetta da un
dispositivo in plastica tipo Vi-drape con anello di 123 mm di diametro o con il sistema
Lap-disc.
E indispensabile controllare l'integrit dell'arcata marginale di Drummond, vaso
funzionale del colon che nel tratto corrispondente al colon trasverso distale, flessura
splenica e discendente prossimale si identifica nell'arcata di Riolano e che pu
presentare punti in cui le connessioni anastomotiche sono poco sviluppate o addirittura
assenti. Essa ha un percorso anastomotico paracolico dal cieco al sigma, lungo il
versante mesenteriale a circa 3 cm dal margine intestinale e pu essere paragonato ad
un "cerchio di bicicletta", di cui le arterie coliche principali costituiscono i raggi (cinque
pilastri: ileocolica, colica destra, colica media, colica sinistra, sigmoidea).
Verificata la vascolarizzazione del colon si procede alla sua resezione. Posizionata la
pinza a rastrello, si confeziona la borsa di tabacco sul moncone colico prossimale. Una
testina di una suturatrice meccanica n 29 introdotta nel colon dopo aver realizzato la
borsa di tabacco. Il colon con la testina riposto in cavit addominale. Seguono la
chiusura a strati della minilaparotomia di servizio e la reinduzione del pneumoperitoneo.
Anastomosi
La suturatrice circolare introdotta per via transanale e
viene confezionata un
28
1) il pistone dellEEA va fatto fuoriuscire a met della linea di sutura del moncone di
resezione distale.
2) indispensabile un buon coordinamento tra chi introduce la stapler e il primo
operatore. Allorch la stapler mette delicatamente in tensione il moncone rettale,
loperatore afferrando con le Babcok le due estremit a cul di sacco della linea di sutura
orienta e dispone correttamente il moncone consentendo il passaggio del pistone della
suturatrice nel punto ideale.
3) prima di serrare definitivamente la EEA va verificata lassenza di torsione del colon
prossimale.
4) lanastomosi deve essere senza tensione e ben vascolarizzata
Lintervento si conclude con il confezionamento di una ileostomia temporanea di
protezione in tutte le resezioni basse per neoplasie del retto medio-distale o in
relazione al giudizio delloperatore nei casi di anastomosi ritenute a rischio.
29
30
31
32
33
.
Sezione della Vena Mesenterica con bisturi ad Ultrasuoni
34
Plesso Ipogastrico
35
36
37
Bibliografia
i
Sauer L., Bacon H.E.; Influence of lateral spread of cancer of the rectum on radicability of operation and prognosis;
American Journal of Surgery 1951; 81:111-20;
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Pikarsky A.J., Rosenthal R., Weiss E.G., Wexner S.D.; Laparoscopic total mesorectal excision;
38
39
17 (10,2%)
6 (3.6%) (2 rioperati)
3 (1.8%)
2 (1.2%) (1 rioperato)
3 (1.8%) (2 rioperati)
1 (0.6%)
1 (0.6%)
1 (0.6%) (rioperato)
9 (5.4%)
9 (5,4%)
6 (3.6%)
3 (1.8%)
1 (0.6%)
1 (0.5%) (decesso)
1 (0.6%) (decesso)
Tab. Il. Confronto tra la morbilit maggiore nei primi 50 e quella dei successivi 116 casi
Complicanza
Deiscenza anastomosi
Raccolte addominali
Sanguinarnenti
Ischemia colon
Lesione uretere
Lesione a. mes. inf.
Chiloperitoneo
TOTALE
Primi 50 casi
5 (10%)
1 ( 2.0%)
1 ( 2.0%)
1 ( 2.0%)
1 ( 2.0%)
9 (18,0%)
40
41
42
colon trasverso, e le anse del tenue verso destra in modo che il campo operatorio sia
perfettamente sgombro e I'esposizione costante. Una perfetta preparazione intestinale preoperatoria con intestino tenue completamente vuoto da rnateriale liquido e gassoso sar di
grande aiuto in questa fase, facilitandone notevolmente I'esecuzione. Una volta individuato il
Treitz, questo viene afferrato dal primo aiuto con pinza da presa atraumatica iniserita nel
trocar a livello del processo tifoideo e tenuto sollevato e un poco discosto verso destra. Il
secondo aiuto afferrer il meso del sigma a livello dell'incrocio con i vasi iliaci di sinistra e lo
terr teso caudalmente, sollevando cos l'arteria mesenterica inferiore dalla sua origine a
livello aortico. Queste manovre degli aiuti consentiranno all'operatore di agire con entrambe le
mani libere dalla preoccupazione di mantenere I'esposizione e, in caso di emergenza, di poter
disporre della massima libert di movimento.
8. Individuazione del piano e sezioni vascolari
L'operatore a questo punto provvede a staccare il Treitz da quelle aderenze lasse ed
avascolari che lo tengono unito alla vena mesenterica inferiore. Successivamente viene
aperto tutto il peritoneo, dal Treitz allo scavo pelvico, lungo il decorso dellaorta ed a sinistra
dei vasi iliaci di destra, procedendo poi con la dissezione medio-lateralmente, ricercando il
piano tra la fascia di Toldt (anteriore) e la fascia di Gerota (pesteriore), immediatamente al
disotto dei vasi mesenterici inferiori. Il piano esatto viene ricercato inizialmente e pi
facilmente posteriormente alla vena mesenterica inferiore, che viene sollevata per facilitare Ia
dissezione posteriore. Eseguita questa manovra, il primo aiuto lascia cadere il Treitz e afferra
con la sua pinza la vena mesenterica inferiore, ,mantenendola solleva. In questo modo tutte
le strutture retroperitoneali, tra cui vasi gonadici, uretere, plesso nervoso parasimpatico,
vengono lasciate posteriormente ed il meso del colon anteriormente. Procedendo su questo
piano caudalmente, si incontra l'origine dell'arteria mesenterica inferiore, che viene isolata,
legata secondo le preferenze individuali (legatura con lacci, uso di clip, uso di suturatrice
meccanica vascolare) e sezionata. Questa una manovra che si consiglia di eseguire
indipendentemente dal tipo di patologia del colon che si affronta in laparoscopia, in quanto la
dissezione risulta molto pi agevole e si limita il numero di legature vascolari da eseguire.
Successivamente I'operatore passa all'isolamento ed alla sezione della vena mesenterica
inferiore. A questo punto il primo aiuto afferra il moncone distale della vena mesenterica
inferiore ed il secondo aiuto il moncone distale dell'arteria mesenterica inferiore, mantenendo
cos la tenda che si viene a formare sollevata dal piano posteriore: questa tenda deve essere
mantenuta sollevata e tesa verso la destra del paziente. L'operatore separa per via smussa la
fascia di Gerota dalla fascia di Toldt da destra verso sinistra fino alla doccia parieto-colica
sinistra ed alla flessura splenica. A questo punto visibile in alto il margine inferiore del
pancreas, e I'operatore passa anteriormente ad esso e da destra verso sinistra, sezionando
la radice del mesocolon trasverso, il che faciliter notevolmente il successivo abbassamento
della flessura sinistra. Pi caudalmente si seguir il piano creato in precedenza rimanendo
sempre strettamente a ridosso e posteriormente all'arteria mesenterica inferiore, sino a
giungere in prossimit della parete addominale laterale sinistra, preparando la fase
successiva del distacco colo-parietale.
9. Distacco colo-parietale
Il peritoneo parietale viene sezionato lungo il margine laterale del colon a partire dal sigma
prossimale per proseguire in direzione della flessura splenica incontrando il piano preparato
43
in precedenza con lo scollamento mediale. Il primo aiuto afferrer il colon qualche centimetro
prossimamente rispetto alla presa dell'operatore e terr in tensione il colon spostandolo verso
destra e sollevandolo leggermente, per facilitarne il distacco dal peritoneo parietale.
10. Abbassamento della flessura splenica
L'operatore cambier a questo punto posizione collocandosi tra le gambe del paziente ed
utilizzando con la mano destra il trocar da 10 mm. posto in fianco sinistro e con la mano
sinistra il trocar da 10 mm posto in fianco destro del paziente. Il primo aiuto potr utilizzare,
oltre alla telecamera, il trocar da 12 mm in fossa iliaca destra ed il secondo aiuto il trocar da 5
mm posto a livello del processo xifoideo. Il paziente viene mantenuto in posizione di
Trendelemburg: il primo aiuto afferrer il colon discendente, tenendolo in tensione
caudalmente, il secondo aiuto afferrer il colon trasverso, in prossimit della flessura,
tenendolo in tensione caudalmente e leggermente verso destra. L'operatore proseguir Iungo
il piano creato in precedenza con lo scollamento colo-parietale dirigendosi verso la radice de!
mesocolon traverso staccata in precedenza lungo il margine inferiore del
pancreas. Se necessario si potr eseguire anche un parziale scollamento coloepiploico della
met sinistra del colon trasverso.
11. Sezione del mesoretto e del retto
Ritornato I'operatore nella posizione iniziale, alla destra del paziente, proseguir nella
dissezione, che si consiglia di effettuare con il bisturi ad ultrasuoni, al fine di poter isolare e
sezionare il tesoretto ed infine il retto, sezionando i vasi emorroidali superiori. Il primo aiuto in
questa fase afferrer I'asse dell'arteria mesenterica inferiore; il secondo aiuto il sigma, dalla
sua parte antimesenterica, trazionando il sigma cranialmente ed a destra o a sinistra, a
seconda delle necessit. L'eccellente visione data dal laparoscopio e una buona esposizione
consentono la discesa nello scavo pelvico se necessario fino al piano degli elevatori dell'ano.
Terminata questa fase e avendo avuto cura di preparare il retto per un tratto di 3-4 cm.,
sezionando
il grasso perirettale in modo ortogonale alla futura linea di sezione rettale, senza
scheletrizzare, eccessivamente il moncone rettale distale, si proceder all'introduzione della
cucitrice meccanica lineare attraverso il trocars da 12 mm. posizionato in fossa iliaca destra.
Nella mano sinistra si consiglia l'uso di una pinza da presa atraumatica che possa clampare il
colon subito prossimalmente alla sede prescelta per la sezione, il che comporta il vantaggio di
poter lavare con soluzione acquosa di Betadine dall'ano il retto prima dell'utilizzo della
suturatrice meccanica e di preparare il retto all'ingresso della suturatrice meccanica lineare
laparoscopica. Nella nostra esperienza preferiamo ricorrere all'utilizzo di due successive
applicazioni della suturatrice lineare endoscopica da 30 mm, in quanto possibile introdurla
da un trocar da 12 mm, anzich da 18 mm.
Si posiziona una pinza da presa atraumatica sul moncone colico distale per poterlo reperire
con facilit all'apertura dell'addome e ci si prepara al confezionamento della minilaparotomia
di servizio.
12. Mini-laparotomia di servizio, estrazione del pezzo operatorio e confezionamento
dell'anastomosi colo-rettale
44
45
46
Paziente in decubito dorsale, in posizione litotomica con il braccio destro lungo il corpo, le
gambe divaricate e le ginocchia flesse a non pi di 15 gradi
Il chirurgo si posiziona a destra del paziente, laiuto alla sua destra e la strumentista tra le
gambe del paziente.
Strumentario
3 o 4 trocars da 10-12 mm
Pinze da presa da 10 mm
Dissettore ad Ultrasuoni con manipolo da 10 mm.
Ottica da 30 gradi
Lunghette di garza cm. 20 x 3
Protettore di parete in plastica tipo Vi-Drape con anello da 123 mm. O Lap-disc
Suturatrice laparoscopica da 45-60 mm. con caricatore intestinale e vascolare
Pinza a rastrello per confezione della borsa di tabacco sul colon resecato
Suturatrice meccanica circolare 29 mm.
47
48
Procedure preliminari
Il paziente posto in anti-Trendelenburg di 10 gradi e ruotato verso destra di circa 20 gradi
Il grande epiploon viene portato sullo stomaco al di sopra del lobo sinistro del fegato,
esponendo il colon traverso. La posizione di anti-Trendelemburg vie aumentata fino a
30gradi. Le anse intestinali sono poste nello spazio sopramesocolico esponendo langolo
duodenodigiunale di Treitz. Per favorire la completa esposizione della pelvi necessario
posizionare verso alto il cieco e lultima ansa ileale.
49
inciso con il bisturi ad ultrasuoni dal basso verso lalto, dal promontorio lungo laorta sino al
terzo duodeno.
Lincisione prosegue per 2-3 cm in direzione dellangolo colico di sinistra scoprendo in tale
maniera la vena mesenterica inferiore.
Il distacco ed il sollevamento del mesocolon sigmoideo creano una finestra attraverso la
quale prosegue la dissezione retroperitoneale verso sinistra, tra la fascia di Toldt(anteriore) e
la fascia renalis (posteriore) composta da un foglietto anteriore(Gerota) ed uno posteriore
(Zuckerkandl).
In tal modo le strutture retroperitoneali, vasi gonadici, uretere, e plessi nervosi simpatici, sono
lasciate posteriormente ed il meso del colon anteriormente. Proseguendo al dissezione
posteriore in direzione craniale
50
mesocolon trasverso che viene distaccata dalle inserzioni parietali facilitando il successivo
abbassamento della flessura splenica.
Nella chirurgia laparoscopica del colon non si inizia lintervento con lo scollamento della
doccia parietocolica sinistra per due motivi:
Il colon cos liberato si medializzerebbe occupando il campo operatorio laparoscopico
Lasse di visione dalla destra del paziente e sarebbe necessario andare a vedere da
dietro per scollare il mesocolon a questo livello.
La visione pi semplice si ottiene lasciando il colon connesso alla doccia parietocolica e
prendendo il foglietto peritoneale del mesocolon a livello della legatura dei vasi mesenterici
inferiori si prosegue nel piano di clivaggio tra Toldt e Gerota secondo un asse obliquo da
destra a sinistra e dallalto in basso.
Ne risulta che il mesocolon sinistro viene portato in alto ed in avantim mentre i vasi genitali,
luretere e la loggia renale di sinistra sono disposti in un piano posteriore.
Si crea in tal modo una tenda la cui sommit costituita dalla pinza di prensione,il limite
superiore dello scollamento in bordo inferiore del pancreas ed il limite sinistro la doccia
parietocolica destra. Nel momento della dissezione lungo la fascia di Toldt verso il basso,
prima di giungere alla fascia perirettale, si incontrano le branche del plesso nervoso del colon
discendente e del sigma che bisogna sezionare.
Scollamento della fascia perirettale
A livello del promontorio si inizia la dissezione della fascia recti il cui piano di dissezione in
diretta continuazione del piano di scollamento della fascia di Toldt; ci evita di entrare nello
spazio presacrale. Si prosegue agevolmente fra il foglietto viscerale del mesoretto ed il
foglietto parietale che ricopre i nervi ipogastrici.
La Tecnica Nerve Sparing prevede come primo tempo lisolamento del plesso ipogastrico
superiore , localizzato a livello della biforcazione aortica posteriormente allarteria
emorroidaria superiore. Questo plesso si continua prossimalmente
addominale e distalmente con i nervi ipogastrici.
51
52
53
Anastomosi
Introdotta la suturatrice per via transanale si perfora il retto lungo la linea di sutura e si
accompagna il colon con la pinza da presa controllando che lo stesso non si sia ruotato.
Lavvicinamento della testina alla suturatrice e lesecuzione dellanastomosi devono essere
condotte sotto visione diretta del colon e del retto, dopo averne controllato tutta la
circonferenza: lanastomosi deve essere senza tensione, ben vascolarizzata e verificata
mediante prova idropneumatica. Drenaggio aspirativo nello scavo pelvico e sutura a strati di
tutte le breccie chirurgiche, concludono lintervento.
Estratto da :
CHIRURGIA COLORETTALE LAPAROSCOPICA
Cristiano G.S. Huscher
Novembre 2002
54
LANESTESIA E LA VENTILAZIONE
NELLA CHIRURGIA LAPAROSCOPICA AVANZATA
Giorgio A. Iotti
Anestesia e Rianimazione
Ospedale Santi Antonio e Biagio
Az. Opedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo
Alessandria
Sommario
1.
2.
3.
3.4
3.5
Apparecchiature: presente e futuro
4.
Conclusioni
55
1.
2.
Problemi emodinamici
56
Il cuore destro, oltre a trovarsi con un precarico ridotto, dovr anche lavorare contro un
postcarico in una certa misura aumentato, per leffetto delle pressioni di ventilazione sul
piccolo circolo.
Il risultato una riduzione della portata cardiaca, limitata da meccanismi compensatori e
da effetti di redistribuzione della volemia dipendenti dal pneumoperitoneo stesso. La
pressione arteriosa tende ad essere mantenuta per meccanismi compensatori da aumento
del tono adrenergico.
Stante il meccanismo alla base della riduzione della portata cardiaca, la risposta pi
razionale consiste in unespansione volemica transitoria, facilmente realizzabile con
plasma expanders con emivita lunga come gli idrossietilmidi. Nei rari casi in cui una
ragionevole espansione volemica apparisse non sufficiente, e in particolare si osservasse
una compromissione rilevante della pressione arteriosa, non bisogner esitare a ricorrere
allinfusione di amine vasoattive, come la dopamina o la noradrenalina.
Curiosamente, il paziente obeso sembra risentire meno di quello normale della
combinazione di pneumoperitoneo artificiale e ventilazione meccanica, probabilmente per
ladattamento a un aumento cronico della pressione addominale e forse per una ridotta
trasmissione toracica delliperpressione addominale sviluppata dal pneumoperitoneo.
Al contrario, la compromissione emodinamica potr essere particolarmente evidente nei
pazienti ipovolemici e in quelli in cui i meccanismi compensatori risulteranno inibiti da
determinati regimi farmacologici abitualmente assunti per patologie croniche.
Leffetto di riduzione della portata cardiaca tipico del pneumoperitoneo rappresenta
purtroppo la principale controindicazione alluso in ventilazione di una PEEP generosa,
che, come si vedr pi avanti, potrebbe antagonizzare alcuni dei problemi respiratori
associati al pneumoperitoneo stesso.
3.
Problemi respiratori
57
58
respiratorio. Bisogna a tale proposito ricordare che, da un punto di vista fisiologico, lintero
addome rappresenta una parte della parete toracica. Pertanto, un pneumoperitoneo a
pressione controllata corrisponde, dal punto di vista della meccanica respiratoria, a una
sensibile riduzione della compliance toracica, e quindi:
a una riduzione della capacit funzionale residua e della capacit polmonare totale,
a una riduzione della compliance totale del sistema respiratorio (polmoni pi torace)
a un aumento della abituale tendenza allatelettasia delle zone postero-basali dei
polmoni, tipica dellanestesia generale con miorisoluzione,
a una riduzione della compliance del polmone stesso, di fatto pi piccolo e meno
aperto alla ventilazione,
e a un aumento della resistenza delle vie aeree, particolarmente in fase espiratoria e
nei soggetti patologicamente predisposti al collasso espiratorio bronchiale e alla
limitazione di flusso espiratorio (broncopneumopatici cronici ostruttivi e grandi obesi).
Questo complesso di alterazioni meccaniche del sistema respiratorio, peraltro esacerbato
dalla posizione di Trendelenburg, peggiora le alterazioni della funzione polmonare tipiche
della ventilazione passiva in anestesia generale, disturbando lo scambio gassoso sia in
termini di ossigenazione che di eliminazione di CO2. Si viene cos a realizzare una
condizione di insufficienza respiratoria reversibile che, dal punto di vista puramente
meccanico e funzionale, presenta molti aspetti simili al modello dellARDS secondaria con
compromissione maggiore della compliance toracica. Tale situazione
da una parte pu essere ancora perfettamente compensata con un appropriato utilizzo
della ventilazione meccanica,
e dallaltra, dal punto di vista della gestione della ventilazione, impone una via molto
pi stretta, e perdona molto di meno, rispetto alla facile condizione dellanestesia
generale senza pneumoperitoneo.
3.3
59
PEEP.
Per cercare di limitare lazione pro-atelettasia determinata dallaumento della pressione
addominale, indicata lapplicazione di una PEEP di almeno 5 cmH2O. Livelli di PEEP
superiori, fino a 10 cmH2O o oltre, sarebbero sicuramente pi efficaci, ma non vengono
comunemente utilizzati, se non in presenza di disturbi dellossigenazione tali da dover
richiedere una compensazione con una FiO2 superiore a 0.6. La limitazione nel livello
di PEEP applicato discende da problemi, effettivi o potenziali, di interferenza
emodinamica. Sarebbe sicuramente auspicabile poter disporre, in futuro, di maggiori
dati sperimentali sugli effetti della PEEP nel contesto qui considerato, perch un livello
di PEEP insufficiente potrebbe risultare, in linea teorica, un fattore lesionale
significativo per il parenchima polmonare.
Volume Corrente
La riduzione della compliance del sistema respiratorio legata direttamente e
indirettamente allaumento della pressione addominale comporta vincoli stretti nella
scelta del volume corrente. Lo stesso volume di 8-10 ml/Kg che, nella fase precedente
al pneumoperitoneo, coincideva con una pressione alveolare di picco sicuramente non
pericolosa, potrebbe associarsi, nella fase di pneumoperitoneo, a una pressione
alveolare di picco meno tranquillizzante.
Questo argomento presenta tuttavia un margine di incertezza per la mancanza di dati
certi su quale sia il vero limite di sicurezza per la pressione alveolare di picco, in
particolare in un contesto in cui la riduzione di compliance del sistema respiratorio
discende essenzialmente da una riduzione della compliance toracica, piuttosto che di
quella polmonare. Volendo mantenere un certo margine di sicurezza, si potrebbe dire
che bisogna scegliere un volume corrente sufficientemente piccolo da consentire una
pressione alveolare possibilmente non superiore ai 25 cmH2O, e comunque mai
superiore ai 30 cmH2O.
In pratica questo significa che, nella fase di pneumoperitoneo, non potremo pensare di
fronteggiare laumento della richiesta di ventilazione alveolare da assorbimento di CO2
con un aumento di volume corrente al di sopra del valore basale di 8-10 ml/Kg. Anzi, in
alcuni casi, al fine di garantire la sicurezza meccanica della ventilazione, sar
necessario apportare una riduzione del volume corrente basale, eventualmente anche
al di sotto degli 8 ml/Kg, nonostante un pattern respiratorio a volume corrente ridotto
coincida necessariamente con una riduzione di efficienza in termini di eliminazione di
CO2.
Se, come auspicabile, lapparato per anestesia dispone di mezzi per la valutazione
della pressione alveolare di picco (cio della funzione di occlusione manuale di fine
inspirazione), e/o della possibilit di lavorare in ventilazione a pressione controllata,
saranno semplici lindividuazione del massimo volume corrente teoricamente sicuro, e
quindi la scelta individualizzata di un volume corrente che abbia un buon margine di
sicurezza senza per penalizzare leliminazione di CO2.
Se invece lapparecchiatura non dispone di queste funzioni, sar giocoforza optare per
una riduzione di volume corrente essenzialmente alla cieca, operando una scelta di
60
Frequenza respiratoria
Laumento della frequenza respiratoria nella fase di pneumoperitoneo rappresenta il
meccanismo fondamentale di compensazione dellaumentata richiesta di ventilazione
alveolare, e dovr essere tanto pi marcato quando i vincoli di sicurezza meccanica del
sistema respiratorio abbiano imposto un volume corrente ridotto.
I comuni apparecchi per anestesia non sono molto tolleranti nei confronti di una
frequenza respiratoria elevata, in quanto la via espiratoria presenta una struttura
piuttosto complessa e quindi una discreta resistenza al flusso. In presenza di un tempo
espiratorio ridotto, lalta resistenza pu comportare facilmente una iperinflazione
polmonare dinamica, con un effetto di PEEP intrinseca che pu sfuggire alloperatore,
quando manchino i mezzi idonei di verifica (funzione di occlusione manuale di fine
espirazione) e monitoraggio (rappresentazione grafica del segnale di flusso-tempo e/o
del loop flusso-volume). La PEEP intrinseca cos generata pu compromettere sia
lemodinamica che la sicurezza meccanica del setting ventilatorio prescelto.
Fortunatamente la ridotta compliance del sistema respiratorio legata al
pneumoperitoneo velocizza considerevolmente lespirazione, rendendo meno probabili
liperinflazione dinamica e la PEEP intrinseca.
Pertanto, con linstaurarsi del pneumoperitoneo, dopo avere eventualmente
riaggiustato al basso il volume corrente, bisogner semplicemente aumentare la
frequenza respiratoria tanto da mantenere adeguati valori di PaCO2, con i seguenti
accorgimenti:
verificare lassenza di iperinflazione dinamica sul tracciato di flusso-tempo, e/o sul
loop flusso-volume, e meglio ancora con una manovra di occlusione di fine
espirazione;
ricordare che le alterazioni indotte dal pneumoperitoneo a CO2 possono modificare
la relazione tra ETCO2 e PaCO2, e che quindi non ci si potr fidare ciecamente del
dato non invasivo di ETCO2, ma bisogner procedere a un controllo
emogasanalitico;
ricordare che la sospensione anche temporanea dellinsufflazione peritoneale (in
particolare in caso di laparotomia di servizio) immediatamente ripristina le
condizioni meccaniche antecedenti al pneumoperitoneo: lespirazione risulter
rallentata, e quindi lelevata frequenza respiratoria generer immediatamente
iperinflazione dinamica e PEEP intrinseca.
A seconda del grado di assorbimento di CO2, delle scelte operate sul volume corrente,
e della compromissione dellefficienza del polmone come scambiatore, laumento
necessario in frequenza respiratoria pu essere considerevole.
Manovre di reclutamento
61
3.4
EtCO2 (mmHg)
20
MV (l/min)
15
10
5
0
220
200
V'CO2 (ml/min)
180
160
140
120
100
80
Tempo (ore)
62
Nellesempio riportato nella figura sopra, al termine della 1a ora di anestesia si osserva un
aumento di ETCO2, coincidente con linizio del pneumoperitoneo. Questo primo aumento
di ETCO2, facilmente contenuto con un aumento del 25% della ventilazione minuto (MV),
corrisponde al normale, limitato, assorbimento di CO2 dal pneumoperitoneo, con basso
impatto sul valore di eliminazione di CO2 (VCO2), che si assesta al termine della 2a ora di
anestesia su un aumento del 20% circa.
Ben diversa la situazione che si produce a partire dalla seconda met della 3a ora di
anestesia: per controllare il nuovo aumento di CO2 occorre portare la MV a valori superiori
al doppio del basale, il tutto con un enorme aumento della VCO2.
Quella sopra descritta la tipica situazione che si produce quando da una parte un
importante enfisema sottocutaneo determina un iperassorbimento di CO2, e dallaltra
lanestesista riesce ad ottenere un efficace compenso mediante iperventilazione.
In casi di questo genere la soluzione ideale rappresentata dallidentificazione e dalla
chiusura della breccia attraverso la quale si infiltra la CO2 insufflata. In genere alla base
del problema c un trocar non pi a tenuta. Quando per una soluzione causale sia
impossibile o inopportuna, lanestesista dovrebbe tentare una serie di contromisure, prima
che lequipe consideri una conversione laparotomica dellintervento.
63
che pu essere attuata con sicurezza solo quando si disponga di un ventilatore idoneo,
con caratteristiche simili a quelle delle macchine dalta gamma per rianimazione.
Ipercapnia permissiva
Quando quanto sopra esposto risultasse insufficiente, comunque possibile accettare
con discreta sicurezza un certo grado di ipercapnia, con riduzione del pH fino a 7.25,
sempre che il paziente dimostri una buona tolleranza cardiaca ed emodinamica, che la
potassiemia si mantenga nel range della norma, e che non siano presenti altre
controindicazioni allipercapnia.
In questo contesto di acidosi respiratoria acuta con limitazione nelleliminazione di
CO2, non indicata, ed anzi controindicata, una correzione del pH con infusione di
bicarbonato, che risulterebbe in un immediato ulteriore aumento della PaCO2.
3.5
Fino ad oggi lo sviluppo degli apparecchi per anestesia stato focalizzato essenzialmente
sulla sicurezza e leconomia dellerogazione degli anestetici inalatori, sul monitoraggio
strettamente anestesiologico, e sul data management.
Al contrario, dal punto di vista della ventilazione meccanica, la gran parte degli apparecchi
per anestesia rimasta a un livello abbastanza elementare, eventualmente arricchito da
una sovrastruttura di monitoraggio respiratorio, che per a unanalisi attenta appare
spesso pi appariscente che completa.
64
4.
Conclusioni
65
66
67
68
69
Per tutta la chirurgia oncologica necessario applicare tecniche ereditate dalla chirurgia
open: no touch tecnique, dissezione in piani avascolari con minore traumatismo
possibile, protezione di parete, evitare leffetto camino dai trocar. Solo cos possibile
ottimizzare i vantaggi dellapproccio mini-invasivo anche nel campo della chirurgia
oncologica.
In conclusione proponiamo la nostra casistica nel campo della chirurgia colorettale
laparoscopica, aggiornata al settembre 2004.
Resezioni
anteriori di retto
AAP
71
10
74 18
15
45
224
Resezioni parziali
Emicolectomie
destre
Emicolectomie
sinistre
Resezioni del
trasverso
Colectomie totali
Resezioni di
sigma
70
LEmicolectomia destra
G. Spinoglio
Descriviamo la tecnica da noi ormai sempre utilizzata e lo strumentario attualmente in uso.
Esistono, ovviamente , altre varianti di tecnica e di strumentario utilizzate da altri chirurghi.
Posizione del paziente
Il paziente in decubito dorsale, con il braccio sinistro lungo il corpo, le gambe unite, con
letto operatorio in posizione piana e rotazione laterale di 15-20 gradi sul fianco sinistro.
Il chirurgo si colloca alla sinistra del paziente con il primo aiuto alla sua sinistra ed il
secondo alla destra.Lo strumentista alla sinistra del primo aiuto.
Strumentario
71
72
Incidendo con il bisturi ad ultrasuoni il peritoneo subito al di sotto della salienza dei vasi
ileocolici si disseca il cellulare lasso che separa la fascia di Toldt dalla fascia di Gerota , o
meglio i due foglietti della fascia di Toldt. La dissezione smussa ed esangue pu essere
estesa in senso caudocraniale dalla riflessione peritoneale sui vasi iliaci esterni alla
porzione orizzontale del duodeno, mentre lateralmente si pu guadagnare spazio sino alla
doccia parietocolica, lasciando uretere e vasi gonadici al di sotto del foglietto profondo
della fascia di Toldt.
Proseguendo cranialmente lincisione del peritoneo si espone la faccia anteriore della
vena mesenterica superiore liberandola dal margine sinistro verso destra in modo da
asportare in blocco tutto il tessuto linfograsso. Si identificano facilmente i vasi ileocolici che
vengono isolati allorigine e sezionati tra clips. Di norma si isola e si seziona per prima la
vena mentre larteria si dispone dietro di essa, alla sua destra, e viene meglio
scheletrizzata dopo la sezione venosa. Nei casi non frequenti in cui larteria ileocolica
appaia per prima davanti ed alla sinistra della vena, lisolamento di entrambi i vasi pi
difficile.
ARTERIA ILECOLICA
73
74
Estrazione ed anastomosi
Si pratica una breve laparotomia sottocostale destra trasversale (5-6 cm di lunghezza) e
si introduce un telo ad anello. Si estrae il colon e si procede alla sezione colica con
asportazione dellepiploon ed alla sezione ileale. Si pratica la ricostruzione della continuit
mediante anastomosi extracorporea, secondo la tecnica preferita. Particolare cura va
posta nel controllo della corretta posizione delle anse per evitare la confezione di
anastomosi con torsione del mesentere ileale.. . Non eseguiamo la riperitoneizzazione
della breccia sui mesi.
Una ulteriore esplorazione laparoscopica dopo la sutura della laparotomia di servizio,
completa lintervento. Non posizioniamo drenaggi.
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limite oltre la quale linnovazione non possa fare breccia, come hanno dimostrato in campi
diversi Albert Einstein e George Bernard Shaw. Pertanto la logica dominante pu essere
controllata con una unlearnig curve, che non altro che un processo di disposizione
allapprendimento rifiutando giudizi preliminari non controllati (pregiudizi). Tutto ci ha
condotto a porre la curva dapprendimento al centro di tutte le discussioni usandola,
talvolta, come una strumento di dissuasione alla diffusione degli interventi pi impegnativi,
piuttosto che considerarla correttamente quale strumento indispensabile della formazione
chirurgica. Le conseguenze di questo atteggiamento estremo sono state soprattutto tre:
La tecnica ed i risultati della laparoscopia sono stati attentamente controllati ed
hanno potuto dimostrare la loro validit e riproducibilit
Molti chirurghi hanno, purtroppo, sviluppato eccessiva sfiducia nelle possibilit del
proprio centro di accedere routinariamente ad interventi di laparoscopia avanzata (
cosiddetta chirurgia per pochi )
E diventato evidente a tutti come la consuetudine dellesercizio della chirurgia
laparotomica abbia fatto dimenticare in questo settore limportanza della curva di
apprendimento, relegandola a strumento di controllo per le innovazioni.
A seguito di queste considerazioni esaminiamo i caratteri che noi riteniamo cruciali nella
nostra curva di apprendimento con lintento di condividere e rivedere le nostre esperienze,
ricordando che un training adeguato il fondamento per il successo di qualunque
chirurgia.
La chirurgia laparoscopica del colon e, ancor pi, del retto difficile per la dissezione dei
piani anatomici, per il controllo di vasi sanguigni importanti, per le numerose porte
daccesso ed il coinvolgimento di diversi quadranti addominali, per la manipolazione di
grosse strutture e per lesecuzione di manovre non abituali quali le resezioni intestinali ed
il confezionamento di anastomosi. Le modalit di apprendimento si fondano su:
Perfetta conoscenza dellanatomia chirurgica
Approfondita cultura oncologica
Adeguato training in chirurgia laparoscopica di base
Esperienza in chirurgia laparoscopica di base in casi complessi
Approccio graduale alla chirurgia laparoscopica del colon
Perfetta conoscenza dellanatomia chirurgica: le strutture devono essere dissecate
accuratamente con tecnica microchirurgica; per questo indispensabile una perfetta
conoscenza dei peduncoli vascolari nella loro costituzione e suddivisione ed una
conoscenza assoluta dei piani di accollamento.
Approfondita cultura oncologica:legatura allorigine dei vasi scheletrizzati con rispetto
delle strutture nervose, linfadenectomia completa, resezione corretta del tratto colico, no
touch technique, sono mezzi per la cura della malattia ma anche per la facilitazione della
riuscita tecnica dellintervento poich consentono una standardizzazione del metodo ed un
campo operatorio esangue. Per questo motivo non differisce molto la tecnica resettiva per
patologie benigne o maligne.
Adeguato training in chirurgia laparoscopica di base ed esperienza in casi
complessi: occorre familiarizzare con la strumentazione e migliorare il coordinamento
occhio-mano con un buon affiatamento dellequipe; necessario un addestramento per la
scelta corretta dei siti dei trocars, nei diversi tipi di addome, per prevenire la conflittualit;
lesperienza nei casi di base complessi ( viscerolisi, dissezione dei tessuti infiammatori,
riconoscimento degli elementi anatomici sovvertiti, abitudine ad una chirurgia in campo
esangue ) importante per la sicurezza e tranquillit che pu trasmettere.
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Approccio graduale alla chirurgia del colon: la selezione dei casi deve essere rigorosa,
soprattutto nella fase iniziale; bene iniziare con neoplasie coliche benigne, per passare
successivamente alla malattia diverticolare, dove il fattore infiammatorio pu complicare
lesecuzione tecnica, per finire con le neoplasie maligne. Per quanto riguarda la sede della
resezione abbiamo ritenuto logico iniziare con emicolectomia sinistra con anastomosi
intraperitoneale per passare succesivamente allanastomosi sottoperitoneale,
allemicolectomia destra ed alla chirurgia vera e propria del retto per neoplasia maligna.
Definizione dei termini della curva di apprendimento: una curva di apprendimento
deve essere definita come metodo, come indicatori e come durata. Preferibilmente
lequipe operatoria deve essere la stessa per un certo numero di casi iniziali; la
registrazione dellintervento devessere rivista collegialmente; possono essere
programmate conversioni di controllo ad un momento predeterminato dellintervento; il
tempo operatorio e la disponibilit degli operatori devono essere predefiniti ( lottimale
non porre limiti troppo ristretti).
Gli indicatori, in genere, sono i tempi operatori, il % di conversioni, il % di complicanze
intra e postoperatorie, il numero di linfonodi asportati.
La durata della curva deve essere predeterminata in varie tappe per un controllo obiettivo
del suo delinearsi: occorre almeno un anno di continuit perch i risultati possano essere
significativi e momenti di sfiducia non interferiscano consigliando scelte emotive anzich
razionali.
Considerazioni finali sulla learning curve e sulle conversioni:
la chirurgia laparoscopica del colon faticosa e la curva di apprendimento ,
generalmente, lunga perch necessita di un certo numero di casi, che devono essere
anche selezionati e, quindi, non sempre reperibili in fretta. Questo fattore non deve essere
un elemento negativo determinante, ma uno stimolo cosciente a proseguire con metodo e
rigore. La fatica fisica e mentale, i lunghi tempi operatori che interferiscono con la normale
attivit routinaria, le critiche degli scettici o dei meno volenterosi che esistono allinterno di
ogni equipe sono scotti con cui fare quotidianamente i conti in questo, ma non solo in
questo, cammino dellinnovazione. Le complicanze sono, purtroppo, un bagaglio di
chiunque faccia qualcosa, ed aumentano con la difficolt del fare. Non siamo daccordo,
per, che la curva di apprendimento debba essere caratterizzata da complicanze:
sicuramente possono esser in numero maggiore che non nella fase dellesperienza
matura, ma noi crediamo che la curva di apprendimento debba essere costellata di
conversioni. La conversione non una vergogna o la cartina tornasole tra chi bravo e
chi no: la misura della prudenza del chirurgo ed il momento che precede, e previene,
la complicanza.
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