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Apparato digerente – tratto digestivo

Stomaco semplice
Lo stomaco è un organo sacciforme interposto fra l’esofago e l’intestino in cui avvengono i primi processi
digestivi grazie al succo gastrico che esso produce. Il cane, il gatto, il suino e il cavallo possiedono uno
stomaco semplice mentre i Ruminanti hanno uno stomaco multiplo suddiviso in più concamerazioni.

Soprattutto nel cane, gatto e suino la sede dello stomaco varia a seconda del grado di replezione. Quando lo
stomaco è vuoto occupa la regione dell’ipocondrio sinistro. La forma dello stomaco è leggermente diversa
nelle varie specie (vedi in seguito), tuttavia la suddivisione è analoga in tutti gli animali con stomaco
semplice.

 faccia parietale: craniale, a contatto con la parete addominale, il fegato e il diaframma


 faccia viscerale: caudale, a contatto con l’intestino, il rene sx, pancreas e grande omento
 grande curvatura: è il margine ventrale, a contatto con la milza e il grande omento
 piccola curvatura: è il margine dorsale, presenta il cardias (apertura dell’esofago) e l’incisura
angolare, che è il limite fra la parte pilorica dal corpo. Rapporti con piccolo omento, fegato
(pancreas)
 parte pilorica: comprende l’antro pilorico più ampio e il canale pilorico ristretto che si continua con
il piloro
 fondo: è l’estremità sinistra a fondo cieco posta a sinistra del cardias. Il fondo nel suino presenta
una tasca conica (diverticolo dello stomaco), nel cavallo forma il sacco cieco dello stomaco.
Rapporti con diaframma e fegato.
 piloro: è l’estremità destra; si continua con il duodeno attraverso l’ostio pilorico, delimitato dallo
sfintere pilorico.

Conformazione del cardias e del piloro

Carnivori: Il cardias è generalmente ampio e ciò rende facile il vomito. Il piloro è invece stretto e non sono
infrequenti nell’animale giovane le stenosi piloriche

Suino: Il cardias ha caratteri simili a quelli dei Carnivori. Il piloro, come avviene nei Ruminanti, è marcato da
una protuberanza (torulo pilorico).

Cavallo: Lo sfintere cardiale è particolarmente ben sviluppato e per questo motivo, oltre al fatto che
l’imbocco dell’esofago si presenta obliquo, si ritiene il cavallo incapace di eruttare o vomitare mentre il
vomito, anche se raro, è comunque possibile. Il canale pilorico è dotato di una componente muscolare più
abbondante rispetto alle altre parti dell’organo. Anche quando lo sfintere pilorico si presenta
completamente rilassato, l’effettiva apertura dell’ostio pilorico è molto ristretta.

Rapporti: variano notevolmente in relazione al grado di replezione nei Carnivori (soprattutto nel cane) e nel
suino dove lo stomaco può arrivare a raggiungere la regione ombelicale. Nel cavallo lo stomaco rimane
comunque sempre al di sotto dell’arco costale cartilagineo indipendentemente dal grado di riempimento
essendo poco mobile (vedi legamenti).

Legamenti: grande omento forma il legamento gastrolienale (grande curvatura-ilo della milza) – piccolo
omento forma il legamento gastroepatico (piccola curvatura-ilo del fegato) – legamento gastrofrenico
(fondo-pilastro sinistro del diaframma) presente solo nel cavallo.

Caratteri fisici: a capacità dello stomaco varia da 0,5 a 6 litri nel cane, da 0,2 a 0,6 litri nel gatto, da 5 a 10
litri nel suino e nel cavallo il colore della mucosa gastrica, che si presenta sollevata in pieghe permanenti,
varia dal biancastro (regioni aghiandolari) al rosso giallastro o grigiastro (regioni ghiandolari). La regione
occupata dalle ghiandole fundiche presenta in genere colore rosso più scuro.

Distribuzione delle ghiandole gastriche: sono di tre tipi: cardiali, gastriche propriamente dette (fundiche) e
piloriche: va sottolineato comunque che la loro distribuzione non coincide esattamente con le regioni che
macroscopicamente portano lo stesso nome. Le ghiandole cardiali e piloriche producono muco, mentre le
ghiandole gastriche propriamente dette sono le uniche deputate alla secrezione del succo gastrico

Vascolarizzazione e innervazione

Le arterie originano da tutti tre i principali rami dell'arteria celiaca e si dispongono lungo le due curvature.
L’arteria lienale, prima di raggiungere la milza, dà origine a rami brevi destinati al fondo. Un ramo più
consistente (arteria gastroepiploica sinistra) contorna la grande curvatura e si anastomizza con l’arteria
gastroepiploica destra (ramo dell’arteria epatica). L’arteria gastrica sinistra irrora il fondo, la regione del
cardias e, dopo aver distaccato un ramo per l’esofago, si continua sulla piccola curvatura fino all’anastomosi
con un altro ramo dell’arteria epatica, l’arteria gastrica destra.

Le vene hanno una disposizione simile alle arterie e confluiscono a formare rami venosi che, attraverso la
vena lienale, si gettano nella vena porta. Numerose anastomosi arterovenose regolano il flusso sanguigno
nella mucosa, di modo che gran parte del sangue non entra nel letto capillare quando l'organo è vuoto.

I vasi linfatici raggiungono i linfonodi gastrici, che fanno parte del linfocentro celiaco, il quale si trova in
prossimità dell’arteria celiaca e dei suoi rami.

Lo stomaco è innervato da fibre sensitive viscerali provenienti dal nervo vago, da fibre motrici
parasimpatiche provenienti dai due tronchi del vago e da fibre motrici simpatiche che derivano dai neuroni
dei gangli prevertebrali (principalmente dal ganglio celiaco) e si portano all'organo seguendo le arterie. Le
fibre parasimpatiche del vago (pregangliari) formano sinapsi con le cellule gangliari dei plessi intramurali
sottomucoso e mienterico, esercitando un notevole controllo sulla motilità gastrica. La resezione bilaterale
del nervo vago comporta una diminuzione della motilità e della secrezione gastrica.

La stimolazione vagale sulle regioni prossimale e distale dello stomaco comporta effetti contrapposti. Nella
parte prossimale dello stomaco (fondo) l'attività vagale deprime la contrazione muscolare favorendo la
distensione della parete, mentre nella parte distale dello stomaco (porzione pilorica) la stimolazione vagale
provoca intensa attività peristaltica. La motilità della parte antrale, dovuta a stimolazione vagale, è mediata
dall'acetilcolina, mentre il peptide vasoattivo intestinale (VIP) presente assieme all’acetilcolina nelle
terminazioni del vago probabilmente svolge azione inibitrice sulla regione pilorica. I plessi intramurali sono
coinvolti nei riflessi locali con cui la parete dello stomaco risponde a stimoli diretti che agiscono sulla
mucosa. Alcune fibre simpatiche e parasimpatiche terminano sulle cellule endocrine intramurali e ne
regolano l’attività secretoria.

Secrezione ormonali: La stimolazione vagale agisce in particolare sulle cellule a gastrina (cellule G), disperse
singolarmente tra quelle dell'epitelio delle ghiandole gastriche, in particolare nella regione antrale. Il
rilascio della gastrina è favorito anche più direttamente dalla distensione meccanica della parete dello
stomaco provocata dalla presenza di ingesta al momento del pasto. La gastrina, immessa nella circolazione
portale, ritorna allo stomaco con il circolo arterioso e agisce sulla parete gastrica favorendone la motilità e
l'attività ghiandolare.

Stomaco dei ruminati


Lo stomaco dei Ruminanti è formato da quattro concamerazioni - il rumine, il reticolo, l’omaso e l’abomaso
- attraverso le quali l’alimento transita in successione Le prime tre, dette, nell’insieme, prestomaci
(proventricoli), si sono sviluppate nel corso dell’evoluzione per far fronte alla digestione dei carboidrati
complessi (cellulose) che sono larga parte della normale dieta dei Ruminanti, mentre solo l’ultima camera è
comparabile per struttura e funzione allo stomaco semplice degli altri animali domestici di primario
interesse in Medicina Veterinaria.

La topografia dell’addome nei Ruminanti è dominata dall’enorme sviluppo dello stomaco: nel bovino adulto
esso occupa quasi completamente la metà sinistra della cavità addominale, oltre ad una considerevole
porzione di quella di destra.

Lo stomaco del bovino ha complessivamente una capacità di 150-250 litri. Tale volume può essere suddiviso
nel seguente modo: rumine, 80%; reticolo, 5%; omaso, 8%; abomaso, 7%. Nei piccoli Ruminanti il volume
complessivo è di 25- 30 litri e proporzioni sono leggermente differenti: rumine, 75%; reticolo, 8%; omaso,
4%; abomaso, 13% Il rumine e il reticolo formano nell’insieme un contenitore entro il quale le ingesta sono
digerite da processi di fermentazione microbica Alcune delle sostanze nutritive più semplici sono già
assimilate direttamente a questo livello, mentre quelle più complesse vanno incontro ai normali fenomeni
digestivi nei tratti più distali del canale alimentare.

Reticolo

Sede: Il reticolo occupa la regione dell’ipocondrio sinistro, cranialmente al rumine, al di sotto della VI-VIII
costa Si estende dal cardias alla parte più craniale del diaframma. Oltrepassa il piano mediano, soprattutto
ventralmente, nella parte in cui si appoggia sul processo xifoideo dello sterno

Forma e rapporti

Il reticolo ha forma di sacco schiacciato in cui si riconoscono:

 faccia diaframmatica: a sinistra, è a contatto con il diaframma e la milza


 faccia viscerale: a destra, entra in rapporto la parte craniale dell’omaso
 grande curvatura: craniale, rivolta a sinistra, è a contatto con il diaframma
 piccola curvatura: caudale, rivolta a destra, è a contatto con l’omaso
 fondo: ventrale, è in rapporto con l’abomaso

Superficie interna: E’ di colore verde brunastro e forma una serie di creste (pieghe permanenti della
mucosa), che delimitano cellette poligonali (4-6 lati) ricoperte di papille coniche, fatta eccezione per il
fondo del solco rumino-reticolare che è liscio

Il solco rumino-reticolare o solco reticolare o doccia esofagea si estende dal cardias fino all’ostio reticolo-
omasale, l’apertura circolare che immette nell’omaso, situato lungo la piccola curvatura. È delimitato da
due labbra (destro e sinistro) L’estremità dorsale (craniale) del labbro sinistro si espande per circondare
l’apertura stretta e allungata del cardias che si trova nel punto di giunzione tra il rumine e il reticolo, per cui
l’alimento può cadere in entrambe le concamerazioni Un simile ispessimento dell’estremità inferiore del
labbro destro (caudale) maschera in parte l’ostio reticolo-omasale.

Nell’animale lattante il solco reticolare si può trasformare in un condotto tubulare che consente il passaggio
degli alimenti liquidi (latte) direttamente dall’esofago al canale omasale e, da qui, direttamente
nell’abomaso Le contrazioni muscolari che fanno avvicinare le labbra sono un riflesso provocato dal
succhiamento dei capezzoli o dalla presentazione del secchio del latte artificiale Quando l’animale cresce, le
modificazioni della dieta e del regime alimentare comportano un minor uso di tale meccanismo riflesso,
anche se, nell’adulto, alcuni nutrienti solubili rilasciati nella saliva durante la masticazione sono in grado di
provocare la chiusura del solco reticolare consentendo il transito diretto delle ingesta verso l’omaso.

Architettura

 Tonaca mucosa: l’epitelio della mucosa è pavimentoso stratificato corneificato e, dal punto di vista
istologico, ha molte analogie con l’epidermide
 Lo strato cheratinizzato superficiale crea una protezione contro le abrasioni provocate dagli
alimenti ricchi di fibra, mentre gli strati più profondi sono in grado di metabolizzare gli acidi grassi
volatili a corta catena prodotti nella fermentazione
 La lamina propria-sottomucosa, formata da una rete di fibre elastiche e collagene, nella parte
distale delle creste del reticolo è rinforzata anche da fasci di muscolatura liscia Rumine

Sede: Il rumine è un grosso sacco schiacciato latero-lateralmente che occupa la quasi totalità della metà
sinistra della cavità addominale, fino ad oltrepassare il piano mediano, specialmente nella parte caudale e
ventrale dell’addome. Si estende in direzione cranio-caudale dal cardias (posto subito sopra alla metà del
settimo spazio intercostale o dell’VIII costa) all’entrata della pelvi; in direzione dorso-ventrale dalla volta
alla parte più declive del pavimento dell’addome.
Forma: La presenza di solchi sulla superficie esterna consente di suddividere l’organo in più parti (sacchi)

 Atrio del rumine (sacco craniale): si trova tra il reticolo e il sacco ventrale
 Sacco dorsale: è la parte dorsale ai due solchi longitudinali
 Sacco cieco caudo-dorsale: è separato dal sacco dorsale dal solco coronario dorsale
 Sacco ventrale: è la parte ventrale ai due solchi longitudinali
 Recesso del rumine: è l’estremità craniale del sacco ventrale, da cui è separata dal solco craniale
 Sacco cieco caudo-ventrale: è separato dal sacco ventrale dal solco coronario ventrale.

 I solchi longitudinali assieme al solco craniale e al solco caudale separano fra loro il sacco dorsale e
ventrale.
 Il solco coronario dorsale separa il sacco cieco caudo-dorsale dal sacco dorsale
 Il solco coronario ventrale separa il sacco cieco caudo-ventrale dal sacco ventrale

Rapporti

 faccia parietale: a sinistra, è a contatto con la parete dell’addome e con la milza.


 faccia viscerale: a destra, è in rapporto con omaso, abomaso e gran parte degli altri visceri
addominali
 curvatura dorsale: a contatto con la volta della cavità addominale
 curvatura ventrale: a contatto con il pavimento dell’addome e abomaso
 estremità craniale: a contatto con il reticolo, diaframma e fegato
 estremità caudale: costituita dai sacchi ciechi, è in rapporto con alcuni organi pelvici
Ai solchi della superficie esterna corrispondono i pilastri, pieghe muscolari che sporgono sulla superficie
interna e hanno gli stessi nomi dei solchi corrispondenti.

Il contatto diretto del sacco dorsale con la parte più dorsale del fianco sinistro (fossa del fianco sinistro)
rende facile l’auscultazione e la palpazione e facilita, al tempo stesso, l’accesso chirurgico per la remissione
del timpanismo

Ostii e vie di comunicazione con altri compartimenti dello stomaco: Ostio intraruminale: mette in
comunicazione fra loro il sacco dorsale e ventrale. Solco rumino-reticolare: vedi Reticolo. Ostio rumino-
reticolare: punto di passaggio fra rumine e reticolo.

Superficie interna

È di colore verde brunastro e forma una serie di papille, fatta eccezione per i pilastri e per il fondo del solco
rumino-reticolare che, invece, sono lisci e di colore biancastro.

Singole papille possono presentarsi come rilievi rotondeggianti oppure conici di 1 cm di altezza, a forma di
lingua oppure di aspetto fogliaceo. Lo sviluppo delle papille viene stimolato dagli acidi grassi a catena breve
che si formano durante la fermentazione (in particolar modo il butirrico). L’assorbimento di questi ultimi è
facilitato dalla presenza delle papille che fanno aumentare la superficie epiteliale assorbente e da una ricca
rete vascolare subepiteliale. Nei Ruminanti selvatici sono notevoli le variazioni di forma e di grandezza delle
papille e, quindi, dell’area della superficie ruminale.

Architettura

• Tonaca sierosa: riveste l’intera superficie esterna, fatta eccezione per il tratto in cui la parete ruminale
aderisce dorsalmente alla volta dell’addome, cioè dallo iato esofageo del diaframma fino alla quarta
vertebra lombare. Esiste anche un’area di aderenza con la milza, priva di rivestimento peritoneale

• Tonaca muscolare: la muscolatura liscia si organizza su due strati che continuano la muscolatura striata
dell’esofago: lo strato esterno, sottile, ha direzione cranio-caudale. Lo strato interno più spesso ha
andamento circolare, pressappoco ad angolo retto rispetto allo strato superficiale. Entrambi si prolungano
anche all’interno dei pilastri.

Omaso
L’ultimo dei prestomaci dei Ruminanti. Nell’organo avvengono la triturazione meccanica fine delle ingesta e
il riassorbimento dell’acqua in esse contenuta. È un sacco sferoidale appiattito bilateralmente che occupa la
regione dell’ipocondrio destro. Nel cadavere l’asse maggiore è più o meno verticale, mentre nell’animale in
vita la direzione si modifica continuamente.

Sede:

Nel bovino di solito l’omaso è coperto dall’VIII-XI costa, anche se il polo inferiore si spinge frequentemente
verso il pavimento dell’addome, oltre l’arco costale. Pur essendo la maggior parte dell’organo inaccessibile
alla palpazione manuale diretta, l’organo può essere esaminato tramite auscultazione e percussione

Nella pecora e nella capra è in proporzione più piccolo e assume una forma di fagiolo: in condizioni normali
il suo asse maggiore è pressoché verticale. Si proietta contro la VIII- IX costa ma, a causa dell’interposizione
del fegato (vedi figura a lato), non prende alcun contatto diretto con la parete dell’addome e quindi non è
esplorabile clinicamente in maniera diretta.
Forma e rapporti

 faccia parietale: a destra, è a contatto con il fegato


 faccia viscerale: a sinistra, è in rapporto con il rumine
 curvatura: dorsale, rivolta a destra e caudalmente
 base: craniale e a sinistra, a contatto con il reticolo e l’abomaso. È percorsa internamente dal solco
omasale
 collo: a contatto con il reticolo, corrisponde internamente all’ostio reticolo-omasale

Conformazione interna: La superficie interna è caratterizzata da un centinaio di lamine che si inseriscono


sulle facce e sulla curvatura, mentre il margine libero si proietta verso la base e delimita un passaggio a
superficie liscia, il canale omasale. Le lamine sono di differente altezza e l’alternanza di lamine basse e alte
divide il lume in una serie di recessi stretti e uniformi.

Il pavimento del canale omasale detto solco omasale è liscio, fatta eccezione per alcune piccole creste che
corrono per tutta la sua lunghezza e rappresenta la prosecuzione della doccia esofagea nell’omaso. Il solco
omasale si estende dall’ostio reticolo-omasale all’ostio omaso- abomasale, ampio e di forma ovale,
collocato all’estremità opposta e chiuso parzialmente dai veli abomasali, pieghe delle mucosa dell’abomaso
che si spingono all’interno dell’ostio di comunicazione con l’abomaso.

Architettura: Tonaca mucosa: le lamine sono rivestite da un epitelio pavimentoso stratificato


cheratinizzato, che si presenta ispessito a livello delle papille. La maggior parte delle papille sono piccole e
lentiformi, mentre alcune sono larghe, di forma conica e si proiettano distalmente per favorire la
progressione delle ingesta.

Abomaso
L’abomaso è un sacco piriforme incurvato che costituisce l’ultimo compartimento dello stomaco dei
Ruminanti e ne rappresenta il vero e proprio stomaco ghiandolare. È situato quasi totalmente nella parte
destra della cavità addominale, nella regione xifoidea e nella parte profonda della regione dell’ipocondrio
destro.

Conformazione interna

La superficie interna forma una serie di pieghe spirali che decrescono in altezza a partire dall’ostio omaso-
abomasale fino a raggiungere il piloro. In corrispondenza dell’ostio le pieghe formano una sorta di valvola
che impedisce il reflusso (veli abomasali). A livello della piccola curvatura è presente una regione pressoché
completamente liscia (solco abomasale). A livello del piloro è presente il torulo pilorico.

Vascolarizzazione e innervazione dello stomaco dei ruminanti


Vasi sanguigni

Il rumine e il reticolo sono vascolarizzati dalle arterie ruminali provenienti dall’arteria celiaca L’arteria
ruminale destra, molto sviluppata, decorre in direzione caudale nel solco longitudinale destro
continuandosi poi in quello sinistro, passando nel solco caudale, tra i sacchi ciechi dorsale e ventrale. Essa
irrora gran parte della parete ruminale e termina anastomizzandosi con l’arteria ruminale sinistra, più
piccola, che decorre nel solco craniale, tra l’atrio e il sacco ventrale.
L’omaso e l’abomaso sono irrorati dalle arterie gastrica sinistra e gastroepiploica sinistra, anch’esse
derivanti dall’arteria celiaca, che seguono le curvature dei due organi. Esse si uniscono poi ai rami omonimi
di destra, provenienti dall’arteria epatica, che scendono lungo la parte craniale del duodeno.

Le vene sono satelliti delle arterie La vena ruminale destra raccoglie il sangue proveniente da vasi emissari
del reticolo, dell’omaso e dell’abomaso, mentre in quella sinistra confluiscono rami venosi provenienti dalla
milza. L’unione di entrambe le vene, che raccolgono anche il sangue refluo dal rumine, dà luogo alla radice
principale della vena porta (vena lienale)

Vasi linfatici

Si raccolgono nei linfonodi del linfocentro celiaco, costituito da piccoli linfonodi disseminati lungo il solco
rumino-reticolare, sui solchi longitudinali e sulle curvature dell’omaso e dell’abomaso (linfonodi ruminali,
reticolari, abomasali) e dai linfonodi epatici.

Nervi

Le fibre parasimpatiche, derivano direttamente dai tronchi vagali. Il taglio di entrambi i tronchi del vago
elimina completamente l’attività motoria La componente simpatica, che raggiunge lo stomaco attraverso i
plessi periarteriosi, ha un ruolo secondario. Infatti il taglio dei nervi splancnici comporta minime alterazioni
alla motilità gastrica.

Stomaco dei Ruminanti Modificazioni post-natali

Alla nascita, lo stomaco dei Ruminanti è predisposto per la digestione del latte e l’abomaso è quindi molto
più sviluppato che nell’adulto. Il rumine e il reticolo dei neonati sono invece molto piccoli: sono confinati
all’angolo dorso-craniale sinistro dell’addome e, di solito, si presentano collassati.

Anche l’omaso, posto a ponte tra reticolo e fondo dell’abomaso, manifesta nel vitello un lieve ritardo nello
sviluppo rispetto agli altri prestomaci. Il passaggio alla dieta a base di foraggio (intorno alla terza settimana)
comporta modificazioni strutturali profonde che portano al raggiungimento della situazione tipica
dell’adulto in età compresa frai 3 e i 12 mesi.

Intestino
L’intestino è il tratto del canale alimentare in cui avvengono l’assorbimento dei principi nutritivi e
l’eliminazione dei residui non assimilati. Ha inizio col piloro e termina con l’ano. Viene suddiviso in una
parte prossimale, in genere di diametro inferiore, con parete più sottile, detta intestino tenue o piccolo
intestino, e in una parte distale, di diametro maggiore e parete più spessa, detta intestino crasso o grosso
intestino.

Nell’intestino tenue si riconoscono in


successione duodeno, digiuno ed ileo,
mentre l’intestino crasso si suddivide in
cieco, colon e retto. La conformazione dei
diversi tratti dell’intestino, soprattutto del
crasso, è molto variabile nelle diverse
specie domestiche.
Duodeno
È la parte dell’intestino tenue compresa tra il piloro e la flessura duodeno-digiunale

Forma e suddivisione

Il duodeno ha forma di un tubo ripiegato a “U” con estremità rivolte cranialmente e lunghezza variabile a
seconda della specie. Si distinguono una parte craniale, posta fra il piloro e la flessura craniale, una parte
discendente, posta tra la flessura craniale e la flessura caudale, una parte trasversa che corrisponde alla
curvatura della U e una parte ascendente a valle di quest’ultima.

Sede e rapporti – carnivori e suidi

La parte craniale presenta, in tutte le specie, un tratto iniziale dilatato detto ampolla duodenale. Negli
Ungulati forma una doppia curvatura ad “S” detta ansa sigmoidea. La parte craniale si trova al di sotto delle
coste e del fegato nella regione dell’ipocondrio destro, a livello del IX spazio intercostale. Si dirige
dorsalmente. Rapporti: faccia viscerale del fegato.

La parte discendente si trova nella parte dorsale della regione addominale laterale destra, a contatto con la
parete dell’addome. La flessura caudale si trova a livello della IV-VI vertebra lombare. Rapporti: lobo destro
del pancreas, digiuno, colon ascendente e cieco.

La parte trasversa è molto breve e si porta da destra a sinistra del piano mediano passando caudalmente
alla radice del mesentere, subito cranialmente dell’ingresso del bacino (cavità pelvica). Rapporti: rene
destro.

La parte ascendente si dirige cranialmente decorrendo profondamente, leggermente spostata a sinistra del
piano mediano. Piega poi ventralmente per continuarsi nel digiuno. Rapporti: colon discendente, radice del
mesentere, rene sinistro.

Sede e rapporti – equidi

La parte craniale si trova nella regione dell’ipocondrio destro e si dirige dorsalmente. Rapporti: faccia
viscerale del fegato.

La parte discendente si trova nella parte dorsale della regione addominale destra. Rapporti: rene destro,
lobo destro del pancreas, colon dorsale destro e base del cieco..

La parte trasversa è molto breve e si porta da destra a sinistra del piano mediano, passando caudalmente
alla radice del mesentere. Rapporti: polo caudale del rene destro.

La parte ascendente, a sinistra del piano mediano, si dirige cranialmente e si continua con il digiuno.
Rapporti: rene sinistro.

Sede e rapporti – ruminanti

La parte craniale origina al di sotto delle coste, nella regione dell’ipocondrio destro. Rapporti: faccia
viscerale del fegato.

La parte discendente decorre superficialmente nella regione addominale laterale destra, per ripiegarsi nella
parte trasversa all’incirca all’altezza della tuberosità del coxale. Rapporti: faccia viscerale del rumine.

La parte ascendente si riporta verso il fegato, passando a sinistra dell’arteria mesenterica craniale.
Prosegue con il digiuno.
Legamenti: Il duodeno è poco mobile (parte «fissa» dell’intestino tenue) essendo ancorato alla volta della
parete addominale dal mesoduodeno, che è piuttosto corto. La parte craniale è unita al fegato mediante il
legamento epato-duodenale, che costituisce parte del piccolo omento.

Conformazione interna: a livello dell’ampolla duodenale sono presenti la papilla duodenale maggiore, con
lo sbocco del coledoco e del dotto pancreatico principale (quando presente), e la papilla duodenale minore,
dove sbocca il dotto pancreatico accessorio.

Digiuno/Ileo
Il digiuno/ileo è la parte dell’intestino tenue compresa tra la flessura duodeno digiunale e l’intestino cieco.
La distinzione tra digiuno e ileo negli animali è arbitraria in quanto non è possibile definire un limite netto di
separazione come, invece, avviene nell’uomo. L’ileo corrisponde ad una breve porzione terminale, con
maggior spessore della tonaca muscolare e con un collegamento peritoneale con il cieco (piega ileo-
ciecale).

Il digiuno/ileo ha forma di un tubo ripiegato ad anse (anse intestinali), molto mobile in quanto contenuto
all’interno del mesentere, il meso intestinale più lungo (mesentere maggiore).

Sede e rapporti – Carnivori

Il digiuno/ileo si trova nella parte ventrale della cavità addominale, occupando completamente la regione
ombelicale tra lo stomaco e la vescica, ed è ricoperto dal grande omento. Dorsalmente, è in rapporto con il
duodeno discendente a destra, il rene ed i muscoli sottolombari a sinistra.

La parte terminale dell’ileo si dirige cranialmente e a destra per immettersi nel colon ascendente, a livello
della I o della II vertebra lombare. La giunzione ileo-ciecocolica è particolare in quanto ileo e colon sono
allineati tra loro a formare un condotto che presenta, di lato, l’origine del cieco.

Sede e rapporti – Suidi

Le anse del digiuno occupano le regioni ombelicale e pubica, insieme alla massa del colon ascendente
(colon spiralato). Il digiuno può prendere contatti con alcuni tratti della parete addominale sinistra.

L’ileo, in prossimità del fianco sinistro, nella regione addominale laterale sinistra, si porta in alto per unirsi
al cieco, cui è collegato mediante la piega ileo-ciecale. La sua terminazione all’interno del cieco si eleva in
una papilla ileale ben distinta, provvista di uno sfintere che chiude l’ostio ileociecale e previene il reflusso
delle ingesta.

Sede e rapporti – Equidi

La maggior parte delle anse intestinali del digiuno è raggruppata nella parte dorsale dell’addome, nella
regione addominale laterale sinistra (fossa del fianco sinistro), dove si mescola con quelle del colon
discendente. Alcune anse possono raggiungere il pavimento dell’addome, tra il corpo del cieco e le parti
ventrali del colon ascendente, o tra quest’ultimo e la parete addominale.

L’ileo è molto breve; la sua parete si presenta più ispessita e consistente di quella del digiuno. Si dirige
dorsalmente, avvicinandosi alla base del cieco, nella regione addominale laterale destra, dove termina
aprendosi su una papilla ileale che sporge nel lume del cieco.

Sede e rapporti – Ruminanti


Il digiuno forma anse brevi nella regione addominale laterale destra in rapporto con l’intestino crasso. La
loro posizione dipende dal grado di replezione del rumine e dalla grandezza dell’utero. I limiti dell’ileo,
molto corto, sono definiti dall’estensione in lunghezza della piega ileociecale.

Legamenti: In tutte le specie, il digiuno/ileo è tenuto ancorato alla volta della cavità addominale dal
mesentere, che ne consente ampi movimenti. I vasi sanguigni e linfatici e i nervi raggiungono l’organo
attraverso il mesentere. La linea lungo la quale le anse intestinali si collegano al mesentere e, quindi, lungo
cui penetrano nell’organo i vasi di più grosso calibro e i nervi, viene definita chirurgicamente margine
mesenterico, all’opposto si trova il margine anti-mesenterico, nel quale sono presenti vasi sanguigni in
numero minore e di calibro inferiore.

Architettura: La superficie luminale ha un aspetto vellutato, per la presenza di numerose espansioni


digitiformi della mucosa, i villi intestinali. A differenza di quelle dello stomaco, le cellule enterocromaffini
dell’intestino sono sottoposte al controllo della componente nervosa intrinseca (plesso sottomucoso), che
esercita su di esse un effetto di gran lunga maggiore rispetto a quello dell’innervazione estrinseca.

Un importante prodotto di secrezione locale è la colecistochinina (CCK), che agisce sulla cistifellea
provocandone la contrazione.

Intestino cieco
Carnivori

Il cieco è breve e si avvolge a spirale (cane) o si incurva a virgola (gatto); è mantenuto addossato all’ileo da
pieghe peritoneali. È di poco più largo del tenue e presenta un’estremità cieca arrotondata

La connessione con le altre parti dell’instino è particolare in quanto il cieco non ha una diretta connessione
con l’ileo, ma con il colon; comunica infatti con il colon ascendente, subito oltre la giunzione ileo -colica,
attraverso l’ostio ciec -colico.

Nel cane il cieco è diretto cranio-caudalmente. Si trova a destra della radice del mesentere, al di sotto della
II-III vertebra lombare, nella regione addominale laterale destra, quasi perfettamente al centro della cavità
addominale nelle radiografie in proiezione latero-laterale. È in rapporto dorsalmente con il rene destro,
lateralmente con il duodeno discendente e il pancreas, ventralmente con il digiuno.

Nel gatto è molto piccolo. Alla palpazione può essere localizzato utilizzando come riferimento la giunzione
ileo-ciecale, che si trova all’altezza della IV vertebra lombare, nella regione addominale laterale destra. Tale
punto di fissità non deve essere scambiato con una massa tumorale o con una intussuscezione
dell’intestino.

Suino

Il cieco ha forma di un cilindro rettilineo con asse trasversale in cui si riconoscono una base, nella regione
addominale laterale sinistra e un’estremità cieca (apice), nella ragione addominale laterale destra. L’apice si
trova nella parte caudale della cavità addominale, quasi all’ingresso del bacino, mentre la base è posta
cranio-dorsalmente all’apice ed è in rapporto con il rene sinistro.

Presenta 3 tenie (ventrale, mediale e laterale). Le tenie sono nastri di muscolatura liscia longitudinale
ispessita che determinano la comparsa sulla superficie esterna di dilatazioni dette diverticoli, tasche o
haustra. I diverticoli sono compresi fra due pieghe semilunari che li separano fra loro.

Equidi
Il cieco ha complessivamente la forma di un grosso tubo ripiegato a virgola in cui si riconoscono una base,
dorsale, caudale e molto voluminosa; un corpo incurvato; un apice ventrale e craniale, a fondo cieco; una
piccola e una grande curvatura. Nei cavalli di grossa taglia può raggiungere la capacità di oltre 30 litri e
oltrepassare il metro di lunghezza.

 La base si trova nella fossa del fianco destro (quadrante dorso-caudale della regione addominale
laterale destra) e nell’ipocondrio destro. È in rapporto con la volta della cavità addominale, a
partire dalla XV costa fino alla tuberosità del coxale. Cranialmente è unita al colon dorsale destro.
Cranialmente e dorsalmente la base presenta un’ampia dilatazione sporgente; subito ventralmente
a questa dilatazione si trova l’origine del colon (giunzione cieco-colica).
 ll corpo si dirige ventralmente per poi piegare cranialmente. Inizialmente è a contatto con il fianco
destro e contorna il margine caudale del colon ventrale destro; si porta poi in profondità e si sposta
medialmente, raggiungendo il pavimento dell’addome nella regione ombelicale, dove rimane
compreso tra il colon ventrale destro e il colon ventrale sinistro.
 L’apice è in prossimità del processo xifoideo dello sterno, nella regione xifoidea, a contatto con la
flessura diaframmatica ventrale ..
 La maggior parte dell’organo è percorsa da 4 tenie (dorsale, ventrale, mediale e laterale), anche se
il loro numero diminuisce procedendo verso l’apice.

La superficie interna presenta numerose pieghe transitorie, mentre a livello della papilla ileale si osserva
una piega permanente, molto ampia, che separa incompletamente la dilatazione craniale dalla restante
parte della base. La papilla ileale è conica con un’apertura di forma circolare (ostio ileale) delimitata da un
bordo ispessito. Si trova a livello della piccola curvatura. L’ostio cieco-colico è situato a una certa distanza
dalla papilla ileale, è relativamente ampio nel vivente e delimitato da una valvola cieco-colica formata da
due pieghe della mucosa, circondata dallo sfintere cieco-colico.

Ruminanti

Il cieco si continua con il colon senza sensibili variazioni di diametro in quanto il punto di passaggio è
segnato solamente dallo sbocco dell’ileo. Ha forma di un cilindro rettilineo, privo di tenie. Occupa la
regione addominale laterale destra con direzione pressoché orizzontale o lievemente caudo-dorsale.
L’estremità cieca e arrotondata si proietta caudalmente, nella fossa del fianco destro; è sollevata quando è
piena di gas, mentre si affloscia quando non sono presenti gas di fermentazione.

Legamenti : In tutte le specie è presente la piega ileo-ciecale, una lamina triangolare che si porta dalla parte
terminale dell’ileo al cieco (inserendosi sul margine opposto a quello mesenterico). La piega cieco-colica è
una piega del peritoneo che
collega cieco e colon,
evidente negli Equidi.
Colon
In tutte le specie il colon è suddivisibile in tre parti, una parte ascendente, trasversa e discendente. Come il
cieco, questa porzione dell’intestino ha subito profonde modificazioni nel corso dell’evoluzione in relazione
alle abitudini alimentari dei diversi animali domestici.

Carnivori

Ha un diametro solo leggermente superiore rispetto al tenue. La forma è quella di un tubo ripiegato ad U,
con le estremità rivolte caudalmente.

Il colon ascendente è breve e posto profondamente nella parte dorsale della regione addominale laterale
destra, tra il duodeno discendente e la radice del mesentere. Solitamente prende contatto con la parte
pilorica dello stomaco. È sospeso alla volta della cavità addominale da un breve legamento viscerale, il
mesocolon (ascendente).

Il colon trasverso si porta da destra a sinistra, passando cranialmente alla radice del mesentere. Il
mesocolon è in questo tratto molto lungo per cui il colon trasverso è la parte più ventrale e più mobile di
tutto il colon.

Il colon discendente è il tratto più lungo del colon, si dirige caudalmente nella parte dorsale della regione
addominale laterale sinistra, tenuto in sito da un mesocolon discendente abbastanza lungo, per poi
raggiungere la cavità pelvica dove si continua nel retto. Dorsalmente è in rapporto con il rene sinistro e con
i muscoli sottolombari, ventralmente è a contatto con il digiuno. È l’unico tratto dell’intestino crasso che
può essere palpato attraverso la parete dell’addome

Suino

Il colon ascendente forma il colon spiralato, situato nelle regioni addominale laterale sinistra e ombelicale.
La base è dorsale, adesa alla volta della cavità addominale, in vicinanza del rene sinistro e del lobo sinistro
del pancreas, mentre l’apice è diretto ventralmente. L’asse è dorsoventrale e l’estremità ventrale, diretta
verso il pavimento dell’addome, è molto mobile. Iniziando dalla base del cieco, si osservano (dall’alto) una
serie i giri centripeti esterni, che ruotano in senso orario e si dirigono verso l’apice del cono. I giri centripeti
presentano 2 tenie e sono, quindi, bozzellati.

A questo punto il decorso dell’organo cambia bruscamente direzione. Il colon si avvolge su se stesso
formando alcuni giri centrifughi che ritornano verso la base. Questi sono più stretti, decorrono in senso
antiorario, hanno diametro minore di quelli centripeti e occupano la parte più interna della massa del
colon. I giri centrifughi sono lisci e privi di tenie.

Il tratto di giro centrifugo che raggiunge la base si continua, portandosi cranialmente a destra della radice
del mesentere, nel colon trasverso che, a sua volta, va a contornare la radice del mesentere.

Il colon discendente si comporta come nei Carnivori: è il tratto più lungo, si porta in direzione caudale nella
regione addominale laterale sinistra, a sinistra della radice del mesentere, e raggiunge la pelvi
continuandosi nel retto.

Equidi

Il colon ascendente (grosso colon) è molto sviluppato e formato da 4 bracci rettilinei, paralleli, separati da 3
flessure, per cui assume, complessivamente, l’aspetto di una doppia U con un collegamento a livello delle
estremità libere di sinistra.

In sequenza si distinguono: il colon ventrale destro, la flessura diaframmatica ventrale, il colon ventrale
sinistro, la flessura pelvica, il colon dorsale sinistro, la flessura diaframmatica dorsale e il colon dorsale
destro.

La zona cieco-colica di transizione è una flessura a S ruotata di 90° in senso orario: la convessità della prima
curvatura, craniale (fondo cieco della base del cieco), è diretta ventralmente, mentre quella della seconda
curvatura, caudale (prima parte del colon), è diretta dorsalmente.

 Colon ventrale destro: è un grosso tubo di calibro uniforme (fino a 40 cm) con 4 tenie (dorsale,
laterali e ventrale), leggermente ristretto nella parte iniziale. Si trova nelle regioni addominale
laterale destra (con direzione ventrocraniale) e ombelicale, dove poggia sul pavimento dell’addome
(con direzione caudo-craniale). Raggiunto il diaframma, attraversa il piano mediano da destra a
sinistra formando la flessura diaframmatica ventrale che si trova nella regione xifoidea.
 Colon ventrale sinistro: è anch’esso un tubo di grosso diametro, più o meno equivalente a quello
del colon ventrale destro, con 4 tenie. Si trova nelle regioni, ombelicale e addominale laterale
sinistra, con direzione cranio-caudale, e si dirige verso la pelvi, appoggiandosi sul pavimento della
cavità addominale.
 La flessura pelvica è caratterizzata da una netta riduzione di calibro e dalla scomparsa di 3 delle 4
tenie (rimane soltanto la tenia dorsale). La posizione della flessura varia in rapporto allo stato di
replezione del retto, della vescica e dell’utero. Essa può essere individuata con facilità alla
palpazione transrettale. La flessura pelvica divide il colon in due parti funzionalmente distinte. A
questo livello possono facilmente manifestarsi rallentamenti nel transito delle ingesta a seguito
della diminuita fluidità, del cambio di direzione e della riduzione di calibro del viscere.
 Colon dorsale sinistro: aumenta di diametro progressivamente, in parallelo con la ricomparsa di 3
tenie e dei diverticoli. Decorre nella regione addominale laterale sinistra dorsalmente al colon
ventrale sinistro, ma ventralmente al colon discendente e alle anse dell’intestino tenue. Si continua,
in prossimità del fegato, nel colon dorsale destro tramite la flessura diaframmatica dorsale, che
entra in rapporto con il fegato, il diaframma e la faccia posteriore dello stomaco.
 Colon dorsale destro: è la parte del colon ascendente più corta, ma di maggiore diametro, con 3
tenie. È poco mobile poiché presenta aree di adesione alla volta dell’addome, alla base del cieco e
alla radice del mesentere. Ha decorso cranio-caudale, al di sotto del fegato, nella regione
addominale laterale destra dove, in prossimità della parte craniale della base del cieco, si continua
nel colon trasverso.

Colon trasverso: è un breve tratto ad imbuto, con 2 tenie, che si porta da destra a sinistra passando al
davanti della radice del mesentere. Si trova nella regione sotto-lombare in prossimità del rene sinistro.

Colon discendente: è posto dorsalmente all’intestino tenue, nella parte dorsale e caudale della regione
addominale laterale sinistra (fossa del fianco sinistro), dove forma una serie di anse (anse del picccolo
colon) che si mescolano a quelle del tenue. Sono presenti due consistenti tenie che portano alla comparsa
di una serie lineare di diverticoli. Termina con il retto.

Legamenti

Il colon ascendente ha un certa libertà di movimento all’interno dell’addome, anche se limitata dalla
notevole massa, poiché è unito al cieco e al colon trasverso tramite attacchi retroperitoneali. Il mesocolon
ascendente è il legamento principale, disposto tra i bracci dorsale e ventrale. Il mesocolon ascendente è
abbastanza lungo per cui è possibile lo scivolamento del colon dorsale sinistro sul lato destro del colon
ventrale sinistro (in direzione mediale). Quando, invece, si verifica una rotazione di queste parti attorno
all’asse comune, si va incontro ad una torsione detta volvolo, estremamente pericolosa per il cavallo. Il
colon discendente (colon fluttuante) è sospeso alla volta della cavità addominale tramite un esteso
legamento viscerale (mesocolon discendente) detto anche mesentere minore.

Ruminanti

Il colon ascendente occupa la regione addominale laterale destra e si divide in tre parti:

 L’ansa prossimale (sigmoidea), di grosso calibro, forma una S, assottigliandosi progressivamente e


piegando ventralmente in una doppia spirale unita alla faccia sinistra del mesentere.
 L’ansa intermedia (spirale), detta anche colon spiroide o disco spiroide, è costituita da due giri
centripeti cui fanno seguito 2 giri centrifughi nel bovino, mentre nei piccoli Ruminanti si osservano
3-4 giri in entrambi i sensi
 L’ansa distale si dirige prima verso la pelvi e poi in direzione opposta, formando una specie di U con
le estremità rivolte cranialmente e parzialmente sovrapposte fra loro

Il colon trasverso è breve e attraversa il piano mediano al davanti dell’arteria mesenterica caudale

Il colon discendente continua il colon trasverso e si dirige poi caudalmente verso l’entrata della pelvi. Nel
primo tratto il mesentere del colon discendente (mesocolon discendente) è corto, mentre poi si allunga
tanto da permettere il ripiegamento dell’organo in un colon sigmoide, che prosegue, infine, nel retto.
Retto
È la parte pelvica dell’intestino crasso, compreso tra il colon discendente e il canale anale (ano). È cilindrico,
rettilineo, con asse maggiore pressoché orizzontale e estremità terminale dilatata (ampolla rettale).

Rapporti e legamenti

Cranialmente il retto ha con il peritoneo gli stessi rapporti del colon, mentre questi si modificano quando il
mesoretto, che lo tiene appeso alla volta della cavità addominale, si accorcia e il rivestimento sieroso si
riflette lateralmente, per continuarsi con il peritoneo parietale della cavità addominale, e ventralmente, per
proseguire a rivestire il pavimento dell’addome (fondi ciechi o tasche peritoneali).

La parte terminale è priva di sierosa, sostituita da un’avventizia nella cavità pelvica. In quest’ultima il retto è
posto dorsalmente agli organi dell’apparato urogenitale con differenze fra i due sessi (vescica e uretra nel
maschio – utero e vagina nella femmina).

Il canale anale è la parte terminale dell’intestino, rivestita da epitelio pavimentoso stratificato. È separato
dal retto dalla linea anorettale e si apre all’esterno con l’ano. Il canale anale è a sua volta suddivisibile in
una zona colonnare (più craniale), rivestita da epitelio pavimentoso stratificato non cheratinizzato, una
zona intermedia, dove l’epitelio non è cheratinizzato ma aumenta di spessore, e una zona cutanea
terminale, con epitelio cheratinizzato di tipo cutaneo.

L’ano è provvisto di due sfinteri: lo sfintere anale interno è un ispessimento dello strato circolare della
muscolatura liscia intestinale, mentre lo sfintere anale esterno è costituito da muscolatura striata
volontaria. Nella regione anale, sia nella cute che nello spessore della mucosa, si aprono numerose
ghiandole. Nel cane e nel gatto queste ghiandole sono localizzate nei seni paranali.

Nel cane i seni paranali sono tasche cutanee della grandezza di una nocciola, situate ventro-lateralmente
all’ano, tra gli sfinteri esterno ed interno e si aprono sulla superficie della cute in prossimità della giunzione
anocutanea. A questo livello (diaframma pelvico) sono presenti il muscolo retrattore del pene o del clitoride
e il muscolo elevatore dell’ano. Quest’ultimo ha la funzione di riportare l’ano in posizione normale dopo la
defecazione e concorre ai movimenti ventro-laterali della coda.

Vascolarizzazione e innervazione dell’intestino


Vasi sanguigni

L’arteria celiaca (ramo epatico) irrora il tratto iniziale del duodeno (arteria pancreatico-duodenale) L’arteria
mesenterica craniale irrora gran parte dell’intestino tenue, il tratto in prossimità della giunzione ileo-cieco-
colica e la parte centrale del colon.

L’arteria mesenterica caudale, più piccola, si distribuisce solamente al colon discendente e alla parte
craniale del retto Le anastomosi sono numerose e assicurano all’intestino una irrorazione diffusa e
costante, per cui è estremamente raro il verificarsi di infarti, anche nei casi di ostruzione completa.

L’arteria pudenda interna vascolarizza la parte caudale del retto (rami rettali) assieme all’arteria rettale
caudale. L’arteria rettale craniale si distribuisce alla parte craniale del retto.

Le vene si uniscono per formare le vene mesenterica craniale e caudale, che, assieme alla vena lienale,
andranno a costituire le tre radici di origine della vena porta Le vene che raccolgono il sangue refluo dal
retto (vene rettali) sono tributarie della vena mesenterica caudale, della vena iliaca comune (o delle vene
iliache interne) e delle vene pudende interne. Le vene rettali che non sono tributarie della vena
mesenterica caudale scaricano il sangue nel circolo della vena cava caudale bypassando la circolazione
epatica.

Vasi linfatici

La parete intestinale è ricca di tessuto linfatico (GALT). Alcuni prodotti della digestione nel tenue (acidi
grassi ad elevato peso molecolare) sono immessi direttamente nel circolo linfatico e non in quello
sanguigno. La linfa si raccoglie nei linfonodi del linfocentro mesenterico craniale e caudale Nel cane i
linfonodi sono scarsi, ma di notevoli dimensioni, collocati all’altezza della radice del mesentere. In altre
specie si presentano più numerosi, sono distribuiti in maniera più sparsa tra le due pagine del mesentere e,
in alcuni casi, si collocano in vicinanza dell’intestino.

Nervi

La componente motrice simpatica fa capo ai gangli celiaco, mesenterico craniale e caudale (gangli
prevertebrali), da cui originano fibre postgangliari che seguono le arterie di calibro maggiore per
raggiungere l’organo

La componente motrice parasimpatica spetta al nervo vago (tenue, colon ascendente e trasverso) e al
nervo pelvico (colon discendente e retto) Le fibre simpatiche e parasimpatiche formano fra loro plessi da
cui si staccano fibre simpatiche postgangliari e parasimpatiche pregangliari che si portano al margini
mesenterici

All’interno della parete intestinale queste fibre si distribuiscono al plesso mioenterico (peristalsi) e al plesso
sottomucoso (secrezione), in cui sono presenti numerosi raggruppamenti di cellule nervose che ricevono le
terminazioni parasimpatiche (gangli intramurali che costituiscono il cosiddetto sistema intrinseco)

 Il plesso mioenterico con i gangli annessi fornisce fibre parasimpatiche motrici alla muscolatura,
che viene quindi eccitata dagli stimoli vagali e depressa dagli stimoli simpatici
 Il plesso sottomucoso, con i gangli annessi fornisce fibre alle ghiandole della mucosa, che vengono
quindi stimolate alla secrezione dalle fibre vagali e depresse da quelle simpatiche.
 L’innervazione sensitiva fa capo principalmente al nervo vago

Fegato
È la più grande ghiandola dell’organismo. È responsabile di numerose funzioni tra cui la produzione della
bile, ma ha anche un importante ruolo nel metabolismo degli zuccheri, dei protidi e dei lipidi. Produce
anche alcuni ormoni [insulin-like growth factor 1 (IGF-1), angiotensinogeno, trombopoietina e betatropina)
per cui è da considerarsi a tutti gli effetti una ghiandola anficrina.

L’organo riceve una duplice vascolarizzazione: il sangue arterioso (vascolarizzazione nutritizia) giunge al
fegato attraverso l’arteria epatica, che deriva indirettamente dall’aorta, ma allo stesso tempo, il fegato è
interposto lungo il circolo sanguigno venoso che abbandona il tratto gastro-intestinale e la milza attraverso
la vena porta (vascolarizzazione funzionale).

Caratteristiche fisiche: Presenta notevoli variazioni interspecifiche relativamente alla grandezza (3-5% del
peso corporeo nei Carnivori, 2-3% negli Onnivori, 1-1.5% negli Erbivori). È più voluminoso e pesante negli
animali giovani che negli adulti o negli anziani, nei quali può presentare segni d’atrofia (patologica solo nei
giovani). Generalmente è di colore bruno rossastro, con consistenza friabile a fresco. In alcune condizioni
patologiche il colore può subire variazioni evidenti come nel caso della steatosi, dovuta ad un anomalo
accumulo di lipidi negli epatociti, nella quale l’organo assume una colorazione giallastra, nel cadavere può
avere colore verdastro per la bile.
Forma e rapporti: Il fegato ha un profilo irregolarmente ovalare e viene comunemente assimilato a una
lente con una faccia concava e una convessa. Vi si riconoscono:

• faccia diaframmatica: craniale, convessa


• faccia viscerale: caudale, concava, presenta l’ilo, la fossa della cistifellea e una serie di impronte
lasciate dagli organi circostanti
• margine dorsale: presenta l’impronta esofagea e quella della vena cava caudale. Nei ruminanti, a
seguito della rotazione in senso antiorario dell’organo, questo margine diviene il margine sinistro e si
trova quasi a ridosso del piano mediano
• margine ventrale: presenta una serie di incisure interlobari e l’incisura del legamento rotondo (nei
ruminanti diviene il margine destro)
• margine (estremità) destro/a: nei ruminanti diviene dorso-caudale
• margine (estremità) sinistro/a: nei ruminanti diviene cranio-ventrale

Sede: sebbene oltrepassi il piano mediano, la maggior parte dell’organo, in tutte le specie, è situata nella
regione dell’ipocondrio destro.

 Nei Carnivori e nel suino il rapporto tra la parte situata a destra e quella a sinistra del piano
mediano è di circa il 55/45%, per cui l’organo si viene a spostare in buona parte anche
nell’ipocondrio sinistro. L’asse maggiore è pressoché perfettamente orizzontale.
 Negli Equidi il rapporto parte destra: parte sinistra è di circa 3:2, l’asse è inclinato di 45°.
 Nei Ruminanti l’organo è contenuto totalmente nella regione dell’ipocondrio destro, l’asse
maggiore è verticale.

Legamenti: Il fegato è saldamente unito al diaframma tramite i legamenti triangolari destro e sinistro,
coronario e falciforme che si fissano sulla faccia parietale. Dalla faccia viscerale origina invece il piccolo
omento che dall’ilo raggiunge lo stomaco e il duodeno (legamento epatogastrico e legamento
epatoduodenale).

Suddivisione in lobi

 Lobo epatico destro: a destra della fossa della cistifellea. È a sua volta suddiviso in un lobo epatico
destro laterale e mediale nei Carnivori e nel suino
 Lobo epatico sinistro: a sinistra dell’incisura del legamento rotondo. È a sua volta suddiviso in un
lobo epatico sinistro laterale e mediale nei Carnivori, nel suino e nel cavallo
 Lobo quadrato: tra la fossa della cistifellea e il legamento rotondo; nel cavallo presenta molte
incisure che lo suddividono incompletamente in più parti secondarie
 Lobo caudato: caudalmente all’ilo, presenta a sua volta un processo caudato allungato a destra in
tutte le specie e un processo papillare nei Carnivori e nei Ruminanti

Vasi sanguigni

Il fegato è vascolarizzato dall’arteria epatica (circolazione nutritizia), ramo dell’arteria celiaca, e dalla vena
porta (circolazione funzionale). L’importanza relativa di questi due vasi presenta differenze di specie. La
circolazione funzionale è comunque generalmente più sviluppata di quella nutritizia I rami dell’arteria
epatica sono terminali; esistono anastomosi tra l’arteria epatica e gli altri rami dell’arteria celiaca, destinati
allo stomaco e al duodeno, che garantiscono una circolazione collaterale al di fuori del fegato.

Le arterie intraepatiche si suddividono in rami via via più piccoli e decorrono nello stroma dell’organo,
accompagnate da ramificazioni della vena porta e da vasi biliari affluenti del dotto epatico comune. Lungo il
loro decorso le arterie irrorano il connettivo dello stroma e, assieme ai vasi provenienti dalle divisioni della
vena porta e ai dotti biliari, vanno a localizzarsi negli spazi portali, tra i lobuli epatici, per gettarsi, infine, nei
sinusoidi epatici.

La vena porta si forma dalla confluenza di vasi provenienti dal tratto gastrointestinale, dal pancreas e dalla
milza (vene lienale, mesenterica craniale e caudale) e entra (!!!) nel fegato. Tutto il sangue che giunge al
fegato è drenato da un complesso di vene i cui rami più esili iniziano come vene centrolobulari o centrali
all’interno del lobulo epatico. Queste convergono in rami di calibro via via maggiore. Alla fine formano
poche grosse vene epatiche che si aprono nella parete della vena cava caudale a livello del solco che il vaso
forma sul margine dorsale del fegato.

Vasi linfatici : Non esistono vasi linfatici nel parenchima ma solo nello stroma. La linfa si raccoglie nei
linfonodi epatici posti in prossimità dell’ilo, linfonodi che fanno parte del linfocentro celiaco.

Nervi: L’innervazione simpatica e parasimpatica derivano, rispettivamente, dai plessi periarteriosi e dai
tronchi vagali.

Cistifellea
È un organo sacciforme in cui si accumula la bile. In essa si riconoscono un fondo, corrispondente
all’estremità cieca, un corpo e un collo. Occupa la fossa omonima visibile sulla faccia viscerale del fegato,
tra il lobo quadrato e il lobo destro (mediale).

È assente nel cavallo e nel ratto. Non serve solamente ad immagazzinare la bile, ma anche a concentrarla,
attraverso fenomeni di assorbimento dell’acqua che avvengono nella mucosa. Le specie in cui la cistifellea è
assente presentano un ampliamento del sistema canalicolare biliare che svolge analoghe funzioni di
accumulo temporaneo del secreto epatico.
Vie biliari
Sono l’insieme dei condotti che portano la bile dal fegato al duodeno. Si dividono in vie biliari intraepatiche
(capillari biliari, canalicoli biliari e alcuni dotti biliari intraepatici) ed extraepatiche (dotto epatico destro e
sinistro, dotto epatico comune, dotto cistico e coledoco).

Nelle specie in cui la cistifellea è assente, il dotto epatico comune sbocca direttamente nel duodeno. Nelle
altre specie il dotto epatico comune si riunisce con il dotto cistico e forma il coledoco che successivamente
termina nel duodeno. Nel gatto il coledoco riceve il dotto pancreatico prima di terminare nel duodeno a
livello della papilla duodenale maggiore (più probabile diffusione di un processo infiammatorio).

Pancreas
È una ghiandola annessa all’apparato digerente a funzione sia esocrina che endocrina (ghiandola anficrina),
strettamente addossata al duodeno.

La componente esocrina produce il succo pancreatico. La componente endocrina è formata dalle isole
pancreatiche, ammassi di cellule endocrine disperse tra gli acini esocrini, che secernono insulina,
glucagone, gastrina e somatostatina.

È di colore giallastro/rosato e ricorda l’aspetto di una ghiandola salivare per la lobulatura ben visibile
all’osservazione esterna.

Convenzionalmente viene suddiviso in un corpo e due lobi. Questa suddivisione corrisponde bene
all’aspetto del pancreas nel cane, ma non a quello assai più complesso in altre specie: Il pancreas del cane,
presenta una ripiegatura ad angolo acuto, con l’apice della V (corpo) che s’incurva verso la flessura craniale
del duodeno. Il lobo destro si sviluppa nello spessore del mesoduodeno, mentre il lobo sinistro, più spesso
e corto, si estende sulla faccia viscerale dello stomaco, in direzione della milza, incluso nel grande omento.
Vasi sanguigni

I vasi arteriosi sono le arterie pancreatico-duodenale craniale e caudale che si staccano rispettivamente dal
tronco celiaco e dall’arteria mesenterica craniale. La circolazione venosa confluisce nella vena porta (vene
pancreatico-duodenali)

I vasi linfatici: sono destinati ai linfonodi pancreatico-duodenali del linfocentro celiaco

L’innervazione è, al solito, duplice, parasimpatica e simpatica.

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