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Apparato digerente

È l’apparato che a partire dal cibo permette di ricavare energia e sostanze nutritive. Le sostanze
nutritive vengono estratte dal cibo attraverso il processo di digestione che avviene in due fasi:
 digestione meccanica: durante la quale il cibo viene sminuzzato,
 digestione chimica: ad opera di enzimi digestivi che rompono le molecole complesse in
molecole semplici.
Conclusa la digestione, le sostanze nutritive vengono assorbite nell’intestino e le sostanze di scarto
vengono espulse con le feci.
Di seguito vengono riportate in ordine le diverse parti che formano l’apparato digerente e le fasi della
digestione che avvengono in esse.
Cavità boccale
Nella cavità boccale viene introdotto il cibo.
Essa è delimitata lateralmente dalle guance,
anteriormente dalle arcate dentarie e dalle
labbra, ventralmente dal pavimento e
dorsalmente dal palato. La parte anteriore del
palato viene detta palato duro e ha come base
scheletrica il prolungamento dell’osso
mascellare e l’osso palatino. La parte posteriore
del palato viene detta palato molle (perché non
ha una base ossea) e termina con una struttura
pendula detta ugola che chiude le coane
(apertura delle cavità nasali) durante la
deglutizione e regola la fonazione.
Nella cavità boccale avviene la digestione meccanica ad opera dei denti. I denti sono formati da
tessuto osseo modificato che prende il nome di avorio o dentina; sono fissati all’osso mascellare
(superiormente) e alla mandibola (inferiormente) all’interno di cavità dette alveoli. In un dente
possiamo distinguere due parti:
 radice: è la porzione collocata dentro l’alveolo ed è
rivestita da un tessuto osseo modificato detto
cemento. Dal cemento partono delle fibre collagene
(tessuto connettivo fibroso molto resistente) che
legano la radice all’alveolo e impediscono al dente
di muoversi. Nel complesso queste fibre formano il
periodonzio,
 corona: è la porzione che emerge in cavità boccale
ed è rivestita da un tessuto osseo modificato detto
smalto (è la sostanza più dura presente
nell’organismo animale) che svolge una funzione
protettiva.
Il punto di passaggio tra corona e radice prende il nome di colletto ed è protetto da una mucosa molle
della cavità boccale detta gengiva (formata da epitelio che poggia su connettivo). All’interno del
dente si trova la cavità pulpare dove arrivano vasi sanguigni e nervi.
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I denti non sono tutti uguali ma in base alla forma e alla funzione vengono distinti in:
 incisivi: servono ad incidere il cibo,
 canini: servono a lacerare il cibo; sono molto sviluppati nei predatori,
 premolari: hanno una forma cubica e servono a sminuzzare il cibo,
 molari: simili ai premolari.
Nell’uomo avvengono due dentizioni (processo di sviluppo dei denti):
 prima dentizione che dà origine alla dentatura (insieme dei denti) decidua o dentatura da
latte. L’eruzione dei denti incomincia a 6,5 mesi e prosegue fino a 2,5 anni di età. Il numero
di denti viene indicato con le formule dentarie che sono riferite a mezza arcata. La formula
dentaria della dentatura da latte è la seguente: I 2/2 C1/1 Pm0/0 M2/2 = 10 denti × 2= 20
denti totali.
 seconda dentizione che dà origine alla
dentatura permanente. L’eruzione dei denti
incomincia intorno ai 6 anni e si conclude
intorno ai 12 anni di età. L’eruzione dei terzi
molari, detti denti del giudizio, avviene
generalmente tra i 18 e i 30 anni oppure non
avviene proprio. La formula dentaria della
dentatura permanente è la seguente: I 2/2
C1/1 Pm2/2 M3/3 = 16 denti × 2= 32 denti
totali.
All’interno della cavità boccale si trova un organo mobile detto lingua che porta le papille gustative
(che servono per percepire i sapori) e che serve per impastare il cibo triturato.
Collegate alla cavità boccale troviamo le ghiandole salivari. Le principali sono la parotide (collocata
in prossimità dell’orecchio), la sottomandibolare e la
sottolinguale. Queste ghiandole sono presenti in
coppia, una per ogni lato della cavità boccale.
Producono la saliva che contiene un enzima digestivo
detto ptialina (si tratta di un’amilasi vale a dire un
enzima in grado di digerire i carboidarati) e una
sostanza antimicrobica detta lisozima che serve a
eliminare parte dei microrganismi introdotti in cavità
boccale con l’alimento. Il cibo sminuzzato e impastato
nella cavità boccale prende il nome di bolo, il quale
prosegue il suo percorso nel canale digerente a seguito
della deglutizione.
Primo tratto del canale digerente
Il primo pezzo del tubo digerente che segue la cavità boccale prende il nome di faringe (lunghezza
12-14 cm) ed è una struttura in comune con l’apparato respiratorio. La faringe è formata da tre parti:
rinofaringe (che interessa solo l’apparato respiratorio), orofaringe e ipofaringe. L’ipofaringe si
ramifica in due strutture tubulari:

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 anteriormente prosegue con la laringe e poi la trachea che fanno parte dell’apparato
respiratorio,
 posteriormente prosegue con l’esofago che è un tubo molle lungo 25-30 cm, che si apre al
passaggio del cibo. Esso è collocato nel mediastino e attraversa il muscolo diaframma
passando in cavità addominale.
Nel momento della deglutizione, per impedire al
bolo di finire nell’apparato respiratorio, interviene
una struttura cartilaginea elastica detta epiglottide
che, a seguito della pressione esercitata dal bolo, si
abbassa e chiude l’apertura verso la laringe.
L’esofago termina con uno sfintere (lo sfintere è un
muscolo circolare disposto intorno ad un lume:
quando il muscolo si contrae, restringe o chiude il
lume; quando il muscolo si rilassa il lume si apre)
involontario detto cardias che si apre per
consentire il passaggio del bolo nello stomaco.
Dopo il cardias il tubo digerente presenta
un’espansione a sacco che prende il nome di
stomaco (collocato sotto il diaframma) dove
prosegue la digestione chimica grazie alla
produzione del succo gastrico che contiene
l’enzima pepsina (si tratta di una proteasi vale a
dire un enzima in grado di digerire le proteine). Il succo gastrico contiene anche HCl che ha una
funzione antimicrobica (abbassando il pH blocca lo sviluppo dei microrganismi). Quando la
digestione nello stomaco si è conclusa il cibo appare come una poltiglia grigia e acida detta chimo
che abbandona lo stomaco attraversando uno sfintere involontario detto piloro e passa nell’intestino.
Le uniche sostanze assorbite dalla mucosa dello stomaco sono l’acqua e l’alcool.
Intestino tenue
Il primo tratto dell’intestino prende il nome di intestino tenue. Nell’uomo è lungo circa 7,5 m e
presenta un diametro di 2-3 cm.
La mucosa dell’intestino tenue presenta delle estroflessioni dette villi intestinali. Le cellule epiteliali
che rivestono il villo prendono il
nome di enterociti e la loro
membrana presenta delle espansioni
dette microvilli che servono ad
aumentare la superficie di
assorbimento. In ogni villo arrivano
un’arteriola, una venula e un vaso
chilifero (si tratta di un vaso
linfatico). A livello dei microvilli
avviene l’assorbimento dei prodotti
della digestione. Tra un villo e
l’altro è presente un affossamento
detto cripta.

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Nell’intestino tenue possiamo distinguere 3 regioni:
 duodeno: lungo 25 cm,
 digiuno: lungo circa 2,5 m,
 ileo: la parte rimanente.
Nel duodeno si completa la digestione chimica grazie a tre liquidi:
 succo enterico: prodotto dalle cripte. Contiene proteasi, amilasi, lipasi (enzimi in grado di
digerire i trigliceridi) e nucleasi (enzimi in grado di digerire gli acidi nucleici),
 succo pancreatico: prodotto dal pancreas. È ricco di bicarbonato di sodio che serve a
tamponare l’acidità del chimo. Contiene amilasi, lipasi, proteasi e nucleasi. Le proteasi sono
la tripsina e la chimotripsina. Alcuni semi, soprattutto di leguminose come la soia, contengono
dei fattori antinutrizionali che bloccano l’azione di tripsina e chimotripsina e quindi
impediscono all’organismo di assimilare le proteine di quell’alimento,
 bile: prodotta dal fegato e accumulata nella cistifellea. Non possiede enzimi digestivi ma
favorisce l’emulsione dei lipidi. I lipidi sono insolubili e tendono a formare grossi agglomerati
che ostacolano l’azione delle lipasi. La bile rompe questi grossi aggregati e li riduce in piccole
gocce facilmente aggredite dalle lipasi del succo enterico e del succo pancreatico.
Dopo la digestione nel duodeno, il chimo da acido e grigiastro diventa un liquido biancastro e alcalino
detto chilo che prosegue il percorso nell’intestino. A livello del digiuno e dell’ileo avviene
l’assorbimento delle sostanze nutritive (l’assorbimento massimo si ha nel digiuno). I prodotti della
digestione che vengono assorbiti a livello dei villi sono i seguenti:
 monosaccaridi come prodotto finale della digestione dei carboidrati,
 acidi grassi come prodotto finale della digestione dei trigliceridi,
 amminoacidi come prodotto finale della digestione delle proteine.
Intestino crasso
Il secondo tratto dell’intestino prende il nome di
intestino crasso. Nell’uomo è lungo circa 1,5 m
e presenta un diametro di circa 7 cm. La mucosa
non possiede villi.
Nell’intestino crasso possiamo distinguere 3
regioni:
 cieco: è la parte più larga, collocata sul
lato destro dell’addome. È in
comunicazione con l’ileo grazie alla
valvola ileo-ciecale. Al cieco è collegata
l’appendice vermiforme, un organo
vestigiale (che ha perso la sua funzione
con l’evoluzione) considerato un residuo
dell’intestino degli erbivori. In alcuni
casi può andare incontro ad infezione
microbica (appendicite) e si rende necessaria l’asportazione chirurgica.
 colon: è la parte principale e viene distinto in colon ascendente, trasverso, discendente e
sigmoideo.

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 retto: è la parte terminale del canale digerente e termina con l’ano, un doppio sfintere dove
quello interno è involontario e quello esterno è volontario (quest’ultimo permette di trattenere
le feci).
Nell’intestino crasso ed in particolare nel colon vengono assorbiti acqua e sali minerali. Ciò che resta
del cibo dopo la digestione, forma le feci che vengono espulse attraverso l’ano.
L’avanzamento del cibo in digestione, lungo tutto il tubo intestinale, avviene grazie a dei movimenti
detti di peristalsi intestinale dovuti alla tonaca muscolare involontaria.
Ghiandole annesse all’apparato digerente
Fegato
Il fegato è la più grossa ghiandola del corpo (nell’uomo ha una massa di circa 1,5-2 kg) ed è diviso
in due lobi. È posizionato sotto il diaframma sul lato destro del corpo, accanto allo stomaco. Sotto il
fegato si trova la cistifellea, una struttura a sacchetto nella quale viene accumulata la bile. Dalla
cistifellea parte un canale detto coledoco che trasporta la bile al duodeno.
Il fegato svolge diverse funzioni, le principali sono riportate di seguito:
 produzione della bile,
 azione detossificante: le sostanze assorbite nell’intestino tenue, per prima cosa vengono
trasportate al fegato. Per questo motivo, in caso di gravi intossicazioni alimentari, è l’organo
che viene compromesso di più,
 riserva di glucosio accumulato come glicogeno,
 funzione emocateretica: insieme alla milza è l’organo deputato all’emocateresi ossia alla
distruzione dei globuli rossi vecchi del sangue. Dalla demolizione dell’emoglobina si libera
la bilirubina, sostanza tossica che viene eliminata dal fegato attraverso la bile,
 funzione emopoietica (produzione di globuli rossi del sangue): soltanto durante lo sviluppo
fetale.
Pancreas
È una ghiandola lunga e piatta (nell’uomo ha una massa di circa 80-100 g) posizionata sotto lo
stomaco nell’ansa del duodeno. Si possono distinguere tre regioni: testa (la porzione più grande che
poggia nell’ansa duodenale), corpo e coda, che si proiettano sul lato sinistro del corpo. Un canale
detto dotto pancratico collega il pancreas al duodeno e permette il passaggio del succo pancreatico.
La maggior parte della ghiandola ha funzione esocrina (produzione di succo pancreatico) mentre una
piccola porzione dispersa, che nel complesso prende il nome di isole di Langerhans, ha funzione
endocrina (produzione degli ormoni insulina e glucagone).

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