Indice
Guida alla lettura di Daniele Esposito VIII
CAPITOLO 1
Il microbiota 1
CAPITOLO 2
Indice | I
Nutrizione per disturbi intestinali
CAPITOLO 3
3.1 Diarrea 80
Dottore, soffro di diarrea… 80
Cause della diarrea 80
Trattamento della diarrea funzionale 83
3.2 Costipazione o stipsi 84
Fattori di rischio generali della stipsi 85
Fattori di rischio dietetici 85
Trattamento nutrizionale 85
3.3 Gonfiore e distensione addominale 89
Cause del gonfiore 90
Trattamento del gonfiore e della distensione intestinale 91
3.4 Dispepsia 93
Diagnosi differenziale 93
Cause della dispepsia 94
Trattamento 94
Conclusioni 96
3.5 Riepilogo e Take Home Message 96
CAPITOLO 4
Gastrite 101
CAPITOLO 5
II | Indice
Nutrizione per disturbi intestinali
CAPITOLO 6
Diverticoli 121
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
Indice | III
Nutrizione per disturbi intestinali
CAPITOLO 10
IV | Indice
Nutrizione per disturbi intestinali
CAPITOLO 11
Celiachia 241
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
Indice | V
Nutrizione per disturbi intestinali
VI | Indice
Nutrizione per disturbi intestinali
Intro
Introduzione agli
argomenti di
questo libro
Qual è l’organo più importante del corpo?
La maggior parte delle persone risponderebbe “il cuore” o “il cervello”. Tuttavia, non
per caso, il cervello è intimamente legato al tratto gastrointestinale e in particolare all’in-
testino. Quest’ultimo è anche chiamato “secondo cervello”. Il tratto gastrointestinale
è fondamentale per il nostro benessere e la nostra salute per tutta la vita. Un tratto
gastrointestinale non funzionante o mal funzionante può essere la fonte di molti pro-
blemi di salute cronici che possono interferire con la qualità della vita.
Per un libro che si pone l’obiettivo di descrivere come funziona il nostro apparato
digerente, di esplorare il fantastico mondo dei microrganismi che vivono nel nostro
corpo (e in particolare nel nostro colon) e di trattare lo spinoso e complesso argomento
della salute intestinale (e delle sindromi e dei sintomi intestinali), è inevitabile dedi-
care le prime pagine a quello che è il contesto, ovvero il mondo, su cui scriverò, e su
cui voi leggerete.
Non spendere due paroline sui fenomeni di digestione e assorbimento dei nutrienti,
le due principali funzioni dell’apparato digerente, e sull’anatomia e fisiologia (il come
è fatto e il come funziona) dei vari organi del tratto digerente, in un libro del gene-
re, sarebbe come scrivere un libro sulle automobili senza spiegare cosa sia un moto-
re e come questo funzioni. Inoltre, se vogliamo comprendere le criticità e la natura
dei disturbi gastrointestinali, con sintomi e sindromi di vario tipo, dobbiamo avere
ben chiara quale sia la fisiologia, ovvero il normale funzionamento di un apparato
gastrointestinale sano in tutto e per tutto.
Dunque, il tratto gastrointestinale inizia con la bocca e procede con l’esofago, lo sto-
maco, l’intestino tenue (duodeno, digiuno, ileo) e quindi con l’intestino crasso (cieco
e soprattutto colon), per finire con il retto e terminare a livello dell’ano. Tuttavia, ci
sono ancora altri organi che partecipano al processo digestivo: pancreas, colecisti o
cistifellea, fegato. Questo significa che una maldigestione, o sintomi legati alla maldi-
gestione, possono manifestarsi per problemi in cui può incorrere ciascuno di questi
organi (o più organi insieme).
Per digestione si intende quel processo di sminuzzamento del cibo e di rottura di
molecole più grandi in molecole più piccole. Queste molecole più piccole rappresente-
ranno i nutrienti che potranno successivamente essere assorbiti dall’intestino. Possia-
mo didatticamente affermare che la digestione avviene nello stomaco e nell’intestino,
La digestione può effettivamente iniziare prima che il cibo sia ingerito e addirittura
prima che il cibo sia messo in bocca. Infatti, quando annusiamo o ammiriamo qualco-
sa che possiamo mangiare, inizia già la prima fase del processo digestivo, che è quella
fase con cui il corpo si prepara ad accogliere il cibo e, quindi, i nutrienti che otterrà
dalla sua digestione. Qualcosa che potete forse notare è l’aumento della salivazione
(altri fenomeni interni corporei accadranno ma non sarete, ovviamente, in grado di
accorgervene).
Tuttavia, ci sono alcune sostanze che non vengono del tutto digerite. Queste giunge-
ranno nell’intestino crasso, dove si ha anche un riassorbimento dell’acqua e la forma-
zione delle feci. La non digeribilità di alcuni nutrienti è universale (vale per chiunque)
e la produzione di feci da materiale non digerito è fisiologica. Quello che cambia tra le
persone è, ovviamente, con quale efficienza digeriamo o assorbiamo alcuni cibi e nu-
trienti in essi contenuti, e soprattutto cosa avviene nel colon (fermentazione, produzione
di gas e sintomi conseguenti).
Faringe
Cavità orale
Spinta materiali
Digestione nell’esofago
meccanica e chimica
Esofago
Ghiandole salivari Trasporto materiale
Secrezione saliva che nello stomaco
contiene enzimi digestivi
(amilasi e lipasi linguale) Stomaco
Secrezione di succo
Fegato gastrico (acido,
pepsine, lipasi, muco,
Secrezione della bile,
fattore intrinseco)
stoccaggio di nutrienti
Pancreas
Cistifellea Secrezione di succo
Stoccaggio e gastrico (acido,
concentrazione bile pepsine, lipasi, muco,
fattore intrinseco)
Intestino crasso
Assorbimento vitamine, Intestino tenue
compattazione delle feci Secrezione di peptidasi,
e loro mantenimento nel enzimi per la digestione
retto dei disaccaridi,
assorbimento di acqua,
ioni e vitamine
Figura B.1 Visione d’insieme sul ruolo e funzione dei vari organi dell’apparato
digerente.
Iniziamo già a capire perché è complessa la diagnosi e la gestione dei sintomi in-
testinali. Le domande che ci dobbiamo porre e a cui gli specialisti dovrebbero trovare
una risposta sono molteplici e complesse. I sintomi aspecifici non aiutano, e quando
non sono spiegati bene, rendono il tutto ancora più complesso. In Figura B.1 c’è una
panoramica (semplificata) della realtà delle cose. Tutto ciò lo vedremo nel corso di
questo libro.
È importante capire bene di cosa stiamo parlando. Perché il trattamento dietetico,
quando determinante, è molto differente. Ad esempio, se la diarrea è dovuta a malas-
sorbimento da acidi biliari il focus è sui grassi (bisogna ridurli); se è dovuta a SIBO
bisogna trattare la SIBO (dieta + antibiotici); se è dovuta all’eccessiva fermentazione,
allora il focus sarà sui cibi che fermentano (quelli ricchi di FODMAP e alcune fibre
fermentabili, non tutte).
Disbiosi o SIBO
Fermentazione eccessiva Sindrome Intestino
a livello del colon irritabile
Varie patologie
intestinali Intolleranza alimentare
Disbiosi o SIBO
Sindrome Intestino Fermentazione eccessiva
Irritabile a livello del colon
Intolleranza
alimentare Questioni posturali
Gonfiore
Stipsi o distensione addominale? Stress / ansia
Diarrea
Patologia intestinale Consistenza feci? Presenza di Stress / ansia
muco? Presenza di sangue?
Disbiosi o SIBO
Sindrome Intestino Questioni anatomiche
Irritabile (dolicocolon e altri)
Stipsi
Patologia intestinale Frequenza? Consistenza feci? Stress / ansia
Dolore all'evacuazione?
Figura B.2 Schema che descrive la complessità nell’analisi di alcuni sintomi. Qua-
li domande dobbiamo porci? Quali condizioni sono associate? SIBO sta per “sindro-
me da sovracrescita batterica nel tenue”.
Masticare è importante
L’ingestione del cibo avviene quando i muscoli della lingua e della bocca spostano
il cibo nella faringe. Un piccolo lembo di pelle chiamato epiglottide si chiude sulla
faringe per impedire al cibo di entrare nella trachea facendoci soffocare. Le ghiandole
salivari producono fino a tre litri circa di saliva al giorno. Va da sé che la prima regola
per avere un buon benessere gastrointestinale è quella di mangiare lentamente, ma-
sticando molto più di quanto siamo abituati normalmente a fare, al fine di rendere
i pezzetti di cibo il più piccoli possibile. Perché è importante?
Perché queste particelle di cibo finiranno nello stomaco e quest’ultimo dovrà la-
vorare per rimpicciolirle ulteriormente. Se i pezzi di cibo che arrivano allo stomaco
sono ancora relativamente grandi, lo stomaco farà più fatica e la digestione potrebbe
risultarne, sebbene solo parzialmente, compromessa. Inoltre, a volte potreste provare
una vera e propria sensazione di “pesantezza di stomaco” durante il pasto o anche pochi
minuti dopo aver terminato di mangiare.
Masticare è comunque importante anche per tantissimi altri motivi, come migliora-
re la segnalazione del senso di sazietà che l’ingestione del cibo, graduale e non “velo-
ce”, innesca man mano che lo stomaco accoglie il materiale alimentare. Infine, man-
giare troppo velocemente, masticare poco ed essere voraci porta a inglobare più aria.
Quest’aria ingerita in eccesso può creare dei fastidi di gonfiore, dolore ed eruttazioni,
in alcune persone.
L’esofago
L’ esofago è il tubo attraverso il quale il cibo ingerito passa dalla gola allo stoma-
co. Dopo essere passato attraverso la gola, il cibo si sposta nell’esofago e viene spinto
verso il basso nello stomaco dal processo di peristalsi (immaginate l’esofago come un
tubetto del dentifricio: la peristalsi siete voi che progressivamente schiacciate coordi-
natamente il tubetto per far uscire il dentifricio). Alla fine dell’esofago c’è uno sfintere
che consente al cibo di entrare nello stomaco, quindi si richiude in modo che il cibo
non possa risalire nell’esofago.
Nelle persone con malattia da reflusso gastroesofageo c’è la possibilità che il “tono
muscolare” della “linguetta” che va a chiudere l’esofago una volta che il cibo è passato
nello stomaco sia troppo debole. In questi casi capita che lo sfintere esofageo abbia
una chiusura difettosa, e il reflusso acido dipende da questo. Ecco perché si tende
a consigliare, in questi casi, di fare pasti frequenti ma piccoli, e di masticare bene
cercando di ingerire meno aria possibile. Questa linguetta si apre normalmente a in-
tervalli di tempo per permettere anche la fuoriuscita normale di quel poco di aria che
è ingerita; ma meno masticate, più mangiate voracemente, più inglobate aria, e più
aumenterete la frequenza di apertura di tale linguetta, con le conseguenti eruttazioni
e il maggiore rischio di reflusso.
Lo stomaco
Lo stomaco è un organo che si trova tra l›esofago e la prima parte dell’intestino te-
nue. Si trova sul lato sinistro della cavità addominale. Sotto lo stomaco c’è il pancreas. Il
diaframma è a stretto contatto con il cuore. Alcune maldigestioni possono provocare
extrasistolie (alterazioni temporanee del battito cardiaco che causano una sensazione
di vuoto o di colpo all’interno del torace, prevalentemente dietro lo sterno) per una
serie di meccanismi riguardanti segnalazioni nervose e contatti stomaco-diaframma
e diaframma-cuore. Queste extrasistolie sono in realtà adattamenti benigni, e quindi
non devono preoccupare.
Una membrana mucosa riveste lo stomaco che contiene ghiandole che secernono
i succhi gastrici; fino a tre litri di questo liquido digestivo vengono prodotti giornalmen-
te. Anche in questo caso la natura ci stupisce: le ghiandole gastriche iniziano a liberare
succhi gastrici prima che il cibo entri nello stomaco, perché, come accennavo prece-
dentemente, il corpo si prepara preventivamente ad accogliere il cibo. Ciò è possibile
grazie agli impulsi nervosi (il cervello è collegato allo stomaco grazie al nervo vago).
I succhi gastrici
Dunque, la secrezione dei succhi gastrici avviene in tre fasi: cefalica, gastrica e in-
testinale. La fase cefalica viene attivata dall’odore e dal sapore del cibo, e dalla degluti-
zione. La fase gastrica è attivata dagli effetti chimici del cibo e dalla distensione dello
stomaco. La fase intestinale è attivata dal processo di svuotamento gastrico: l’intestino
si prepara ad accogliere il cibo – che è ormai una poltiglia acida – per completare la
digestione e successivamente assorbire i nutrienti.
Il succo gastrico contiene anche un enzima chiamato pepsina, che digerisce le pro-
teine. L’acido cloridrico fa sì che lo stomaco mantenga un pH di circa 2 (molto acido),
che aiuta a uccidere molti dei batteri che entrano nel sistema digestivo attraverso il
cibo. Ecco, chi soffre di acloridria, cioè ha un’incapacità (anche solo parziale) di se-
crezione di acido cloridrico (in genere può succedere nel caso di gastrite), avrà una
maggiore difficoltà nel digerire le proteine.
Le proteine saranno in gran parte comunque digerite grazie ad altri enzimi pancre-
atici, che si riversano nell’intestino. Cioè, le proteine saranno digerite completamente
a livello intestinale sopperendo in parte anche alla mancata digestione gastrica. Tut-
tavia, la non ottimale digestione a livello dello stomaco può causare disagio gastrico.
Inoltre, uno dei problemi che può causare la mancata capacità di secernere succhi
gastrici adeguati è la sindrome da sovracrescita batterica (SIBO). Perché?
Perché, come abbiamo appena detto, l’acido cloridrico fa sì che nello stomaco ci sia
un’acidità elevatissima che non permette a molti batteri di sopravvivere (fisiologica-
mente i batteri sono molto più numerosi nell’intestino crasso rispetto al tenue, e più
numerosi nel tenue rispetto allo stomaco). Se manca questa “protezione”, così come
altre (ci sono altri fattori che possono predisporre alla SIBO), cresce la probabilità che
si sviluppi una crescita incontrollata, maggiore, di batteri, nell’intestino tenue e in
altre parti del tratto digerente.
Per lo stesso motivo un abuso di inibitori della pompa protonica (i cosiddetti “ga-
stroprotettori”) può favorire la SIBO, perché questi farmaci (prescritti in genere in
seguito a bruciore di stomaco e reflusso) non fanno altro che inibire la produzione di
acido cloridrico.
Perché l’ambiente acido dello stomaco, nelle persone sane, non crea danni allo sto-
maco stesso?
Perché c’è del muco protettivo, e ci sono delle protezioni che rivestono le pareti ga-
striche, così che non ci siano danni. I farmaci antinfiammatori non steroidei (OKI,
aspirina, e via dicendo) hanno un’azione analgesica (e di solito vengono assunti per
queste ragioni) ma hanno anche un’azione appunto antinfiammatoria. Il paradosso è
che svolgono queste funzioni agendo su una classe di fattori chiamate prostaglandine.
Bene, le prostaglandine regolano, tra le altre cose, le protezioni della mucosa gastrica.
Dunque, uno dei fattori che potrebbe causare gastrite è proprio l’utilizzo eccessivo di
questo tipo di farmaci. In poche parole, l’Oki è un antinfiammatorio per molte parti
del corpo, ma per lo stomaco e l’intestino può fungere, al contrario, da infiammatorio.
Dopo aver ricevuto il bolo (cibo masticato) si avvia il processo di peristalsi gastrica (i
muscoli dello stomaco si contraggono in maniera coordinata per mischiare il cibo con
i liquidi gastrici); mescolato con i succhi gastrici, il bolo si trasforma in una sostanza
semiliquida chiamata chimo. I muscoli dello stomaco mescolano il cibo con enzimi
e acidi per creare pezzi più piccoli e digeribili. Lo sfintere pilorico, un tubo muscolare
a forma di noce all’uscita dello stomaco, mantiene il chimo nello stomaco fino a quan-
do non raggiunge la giusta consistenza per passare nell’intestino tenue.
Dunque, il cibo lascia lo stomaco a piccoli “schizzi”, anziché tutto in una volta. E
questo è importante (è fisiologico), perché se il cibo lasciasse lo stomaco e si riversasse
nell’intestino (duodeno) tutto in una volta, la digestione sarebbe compromessa (gli
enzimi digestivi a livello intestinale non riuscirebbero a fare il loro lavoro). Questo è
anche il motivo per cui pasti più abbondanti “rallentano la digestione”, e rallentano il
fenomeno di “svuotamento gastrico”: perché più cibo, sempre poco alla volta, dovrà
lasciare lo stomaco ed entrare nell’intestino. I grassi, nello specifico, rallentano lo
svuotamento gastrico.
Lo stomaco ha quindi un ruolo molto importante nel processo di digestione, non
solo diretto, ma anche indiretto. Lo stomaco deve spingere il cibo nell’intestino tenue
solo quando l’intestino non è pienamente occupato. Mentre l’intestino è pieno e dige-
risce ancora il cibo, lo stomaco funge da deposito per il cibo. Va da sé che se abbiamo
problematiche a livello digestivo, a livello intestinale, potremmo avere disagi anche
a livello gastrico (e viceversa). Attenzione: in questi casi è bene, ancora una volta, cer-
care di non sovraccaricare il fenomeno digestivo parzialmente compromesso, e quindi
la raccomandazione più utile è quella di fare piccoli pasti e non troppo ricchi di grassi.
Feci
SCFA
Cibo Grassi Amino Mono Altri Amido
Short Chain
sminuzzato acidi saccaridi nutrienti Fibre
Fatty Acid
Acidi grassi a
catena corta
Figura B.3 Continuum del fenomeno della digestione e dell’assorbimento nel trat-
to intestinale. Le fibre e altri nutrienti non digeriti raggiungono l’intestino crasso,
ovvero il colon, e contribuiscono alla formazione delle feci. Nel colon molti nutrien-
ti vengono metabolizzati e fermentati dal microbiota intestinale con produzione
di acidi grassi a corta catena (SCFA), che hanno poi una serie di effetti sul corpo
umano e per la salute intestinale stessa.
Il microbiota
Ci piace pensare che il mondo sia dominato dagli umani. Tuttavia, viviamo in un
mondo microbico. La terra è ricoperta di microrganismi, o microbi, e lo è stata per
miliardi di anni, molto prima che il primo degli esseri umani comparisse sulla ter-
ra. I microbi dimostrano una superiorità schiacciante anche dal punto di vista della
quantità. Ci sono più microbi presenti sulla nostra mano (e sono così piccoli che non
riusciamo a vederli) che persone nel mondo.
Bene, i microbi sono così tanti e sono dispersi in tutto il mondo e in ogni cosa
che sono anche dentro di noi. In particolare, una comunità composta da miliardi di
questi microbi è presente nel nostro tratto digerente, e in particolare nell’intestino
crasso (colon). Come sono entrati tutti questi batteri nel nostro sistema digestivo? E
che cosa ci fanno?
La realtà è che l’interno del nostro tratto digerente è esposto al nostro ambiente
esterno nello stesso modo in cui la nostra pelle è esposta all’esterno del nostro corpo.
Questa è la natura di un tubo, dopotutto; e il nostro tratto digerente è molto simile a un
tubo. Attraverso l’esposizione ripetuta ai microbi che ci circondano - sulle nostre mani,
nel cibo e sui nostri animali domestici - il nostro tratto digestivo è costantemente
esposto ai microbi. Alcuni di loro passano attraverso di noi, ma alcuni rimangono per
anni o addirittura per tutta la nostra vita. Basti pensare che un neonato si “sporca” di
miliardi di microbi già al primo respiro, semplicemente perché è entrato in contatto
con varie parti del corpo della sua mamma.
Riepilogando…
Il corpo umano è essenzialmente un tubo molto molto complesso che inizia con la
bocca e termina all’ano. Il tratto digestivo è l’interno del tubo. Il cibo va in un’estremità
del tubo, viene digerito mentre passa attraverso il tubo, e viene quindi espulso come
rifiuto all’altra estremità. Nonostante l’enorme impatto che i nostri microbi residenti
nell’intestino hanno sulla digestione, il cibo percorre la maggior parte della lunghez-
za del nostro tratto digestivo prima di incontrare la maggior parte di questi microbi.
Il cibo che ingeriamo scende nell’esofago fino allo stomaco, dove finisce in un bagno
di acido ed enzimi digestivi incaricati di avviare appunto il processo di digestione e di
estrazione dei nutrienti. Dopo circa tre ore di “sballottamento” in questo ambiente
aspro e acido, che è relativamente privo di microbi, il cibo parzialmente digerito viene
lentamente espulso dallo stomaco e finisce nell’intestino tenue. È qui che il sistema
digestivo inizia davvero ad assomigliare a un tubo. Questo tubo flessibile è lungo ap-
prossimativamente 7 metri, con circa 50 cm di diametro, e occupa poco spazio solo
perché è ammucchiato come un piatto di spaghetti al centro del nostro corpo.
Il cibo che viaggia attraverso l’intestino tenue è intriso di enzimi secreti dal pancre-
as e dal fegato per aiutare a digerire le proteine, i grassi e i carboidrati che abbiamo
assunto con gli alimenti. L’ultima tappa di questo viaggio di circa cinquanta ore è l’in-
testino crasso, o colon, dove il cibo transita molto lentamente. L’intestino crasso non è
lungo quanto l’intestino tenue - in media meno di un metro e mezzo - ma il suo nome
deriva dalla sua larghezza. Uno strato di muco viscido ricopre l’interno dell’intestino
crasso. È qui che il resto del cibo che abbiamo mangiato incontra finalmente la fitta
e vorace comunità di microbi denominata microbiota (l’intestino crasso contiene mol-
ti più batteri dell’intestino tenue).
I batteri intestinali vivono, e in effetti prosperano, grazie agli avanzi del nostro cibo
(ciò che non riusciamo a digerire), principalmente i complessi polisaccaridi vegetali
noti come fibra alimentare. Tutto ciò che i batteri non consumano (o non possono)
consumare, ad esempio i semi o la buccia esterna dei chicchi di mais, viene escreto
dalle 24 alle 72 ore attraverso l’ano, in una massa di consistenza solida o semi-solida
(feci). In questi rifiuti sono inclusi molti batteri, alcuni morti e altri ancora vivi, che
vengono spazzati via dalla corrente.
Una serie di cellule immunitarie vive all’interno del tessuto che riveste l’intesti-
no, monitorando costantemente l’ambiente intestinale e pronta a entrare in azione
se necessario. Queste cellule sono chiamate sistema immunitario della mucosa e il
loro compito è di proteggersi dai batteri cattivi, la cui missione è infiltrarsi nel nostro
intestino e causare infezioni. Il sistema immunitario della mucosa è un sottosistema
del sistema immunitario che monitora le interazioni con i microbi lungo le superfici
del corpo che sono vulnerabili all’esposizione dei patogeni.
Questa “parte” del sistema immunitario protegge i tessuti all’interno di polmoni,
naso, occhi, bocca, gola e intestino, che infatti sono tutti tessuti che hanno interazioni
quotidiane con l’ambiente esterno. Il sistema immunitario della mucosa è costante-
mente alla ricerca di microbi infettivi che cercano di penetrare nel corpo. Nell’intesti-
no il suo compito è duplice: proteggere dall’occasionale patogeno ingerito e comunica-
re quotidianamente con i microrganismi residenti (microbiota intestinale).
Il sistema immunitario della mucosa si divide in due “squadre”: una squadra che
reagisce in modo aggressivo a una minaccia (azione pro-infiammatoria) e una squa-
dra che smorza la risposta aggressiva una volta che la minaccia si attenua (azione
antinfiammatoria). La risposta adeguata alla presenza dei microrganismi implica un
continuo atto di bilanciamento tra queste due squadre, proprio come un’altalena è
bilanciata quando viene posto lo stesso peso su entrambi i lati.
Quando l’altalena è perfettamente bilanciata, l’armonia immunitaria è raggiunta.
Il sistema immunitario della mucosa esclude i microbi dalla violazione della parete
intestinale, ma impedisce anche che la parete intestinale si infiammi eccessivamente.
In queste circostanze i microbi intestinali e il tessuto intestinale umano vivono in pace.
Tuttavia, se la squadra pro-infiammatoria (diciamo lato destro dell’altalena) supe-
ra in quantità e azione la squadra antinfiammatoria (lato sinistro dell’altalena), il set
point immunitario sarà sbilanciato, ci sarà un’infiammazione che da acuta (tempora-
nea) diventerà cronica, e questo sarà l’inizio di future malattie. Sfortunatamente, una
volta che l’altalena è fuori equilibrio, può essere difficile riequilibrarla.
La malattia di Crohn e la colite ulcerosa sono due categorie di malattie infiammato-
rie intestinali (IBD) in cui i pazienti soffrono di infiammazione nel tratto gastrointesti-
nale. Sebbene gli agenti causali dell’IBD siano ancora poco conosciuti, è chiaro che sia
i fattori genetici che quelli ambientali contribuiscono all’insorgenza di queste malattie.
Banalmente, sembra che lo stile di vita occidentale abbia sbilanciato il rapporto tra le
squadre antinfiammatorie e quelle proinfiammatorie (a favore delle squadre proin-
fiammatorie), mettendo a repentaglio il delicato atto di riequilibrio che fa coesistere
pacificamente il nostro sistema immunitario con il nostro microbiota.
Il rivestimento intestinale (barriera intestinale) è protetto da uno scudo appiccico-
so di muco, una barriera fisica che impedisce ai microbi intestinali di vagare troppo
vicino al tessuto umano. Questo strato di sostanza viscida non solo mantiene il mi-
crobiota a una distanza di sicurezza, ma funge anche da ricca fonte di carboidrati
che alcuni batteri all’interno del microbiota possono mangiare. Producendo questa
secrezione ricca di carboidrati, l’intestino fornisce nutrimento per aiutare a sostenere
alcuni membri benefici della comunità microbica. Questi microrganismi, a loro volta,
ringraziano aiutando a difendere l’intestino dall’invasione di batteri patogeni e man-
tengono bilanciato il sistema immunitario.
Dunque, i batteri intestinali fungono da prima linea di difesa contro gli invasori,
fornendo un ostacolo sia fisico che biochimico all’ingresso dei patogeni. Inoltre, il
microbiota fa molto di più che servire da barriera aggiuntiva agli agenti patogeni: re-
gola anche l’entità e la durata della risposta del sistema immunitario, proprio come un
burattinaio controlla le corde del suo burattino.
Mucina
Antigene alimentare
Muco
IECs
Cellula dendritica
Lamina Propria
Linfocita T Macrofagi Linfocita B
E quindi cosa si intende per “intestino permeabile” o “intestino gocciolante” (cioè, “in-
testino che perde”)?
Si intende appunto una disfunzione della barriera intestinale tale che la sua fisio-
logica semi-permeabilità viene alterata. Cioè, l’intestino è più permeabile e quindi fa
entrare più “cose”, comprese sostanze nocive e batteri che normalmente (quando la
barriera intestinale funziona bene) non entrerebbero nell’organismo. La causa può es-
sere una disbiosi. Ma attenzione, la disbiosi stessa può essere una conseguenza e non
per forza un fattore causale.
Come abbiamo appena visto, in circostanze normali e sane, le cellule che rivestono
l’intestino sono tenute insieme saldamente da quelle che sono chiamate “giunzioni
strette’’. Nella permeabilità intestinale, in seguito ad alterazioni della mucosa, dello
strato di muco e di altro ancora, abbiamo anche un “allentamento” delle giunzioni
strette, e quindi le cellule epiteliali intestinali sono più larghe. Pensate a un maglione
che quando è nuovo è bello “compatto” e poi, nel tempo, le sue maglie iniziano ad
allargarsi Figura B.5.
ZONULINA DEFINIZIONE
Inoltre abbiamo visto che, dal punto di vista dietetico, a parte l’alcol, non c’è un vero
e proprio fattore determinante della permeabilità (o infiammazione) intestinale. Pos-
siamo certamente dire che esista una “dieta antinfiammatoria”, o meglio, una “dieta
non infiammatoria”, e che sia quella che va (ed è) raccomandata secondo le linee gui-
da: una dieta basata principalmente su cibi vegetali e povera di alimenti lavorati, e di
cui parlerò ampiamente più avanti nel corso del libro. Tuttavia, non ci sono singoli
cibi (e soprattutto singoli cibi vegetali) che sono causa della permeabilità intestinale o
debbano essere evitati perché causano (o peggiorano) la permeabilità intestinale!
Parleremo di Sindrome dell’intestino irritabile (IBS) ampiamente nel libro, con uno o
più capitoli dedicati a essa, ma in questo momento mi preme focalizzarmi solo sull’e-
ventuale relazione tra permeabilità intestinale e IBS. Partiamo dall’inizio e cerchiamo
di essere chiari: non sappiamo se i cambiamenti nella funzione della barriera intesti-
nale siano o meno parte della causa dell’IBS. In poche parole, alcuni studi suggerisco-
no di sì, e altri suggeriscono di no.
Il problema di base è sempre quello: non possiamo sapere realmente (gli attuali me-
todi di misurazione o diagnosi della disfunzione della barriera intestinale non sono ot-
timali e affidabili) se c’è permeabilità intestinale. Figuriamoci se possiamo identificarla
come causa di una determinata condizione. Sicuramente qualcuno di voi avrà sentito
parlare di test della zonulina o dosaggio della calprotectina fecale, ma purtroppo nes-
suno di questi test è veramente valido per una “diagnosi di permeabilità intestinale”.
Se la questione è l’IBS e non ci sono altre situazioni concomitanti, dovremmo evi-
tare di parlare di “intestino infiammato” e di “dieta per sfiammare l’intestino”, perché
ci porta totalmente fuori strada. Ad esempio, patologie in cui l’intestino è infiammato
sono le (non a caso) patologie infiammatorie intestinali (IBD) come il morbo di Crohn
e la colite ulcerosa. Che sono qualcosa di molto più grave dell’IBS.
Uno degli interventi dietetici più efficaci e raccomandati nell’IBS è la dieta a basso
contenuto di FODMAP, e questa non possiamo considerarla intrinsecamente una die-
ta antinfiammatoria, sebbene alcuni studi sui ratti (ma ricordiamoci sempre che noi non
siamo roditori) abbiano osservato una riduzione dell’infiammazione intestinale con
una dieta low FODMAP anche se ricca di alimenti vegetali. Ad ogni modo, di FOD-
MAP e IBS parleremo più avanti in modo esauriente.
Permeabilità e IBS
Non sappiamo se la permeabilità intestinale giochi un
ruolo chiave nell’IBS. Quello che sappiamo è che i soggetti
con IBS non hanno realmente un intestino infiammato, al
contrario di pazienti con IBD e celiachia (che hanno un
intestino permeabile).
Trattamenti
Non conosciamo un modo per “riparare” la barriera
intestinale. Quando la causa è un’infiammazione sottostante,
dovuta a infezioni o all’abuso di alcuni farmaci o sostanze
infiammatorie (alcol), la soluzione può essere appunto la
risoluzione dell’infezione e l’eliminazione o limitazione delle
sostanze infiammanti e irritanti per l’intestino.
L’asse intestino-cervello
Esiste una connessione primordiale tra il nostro cervello e il nostro intestino. Par-
liamo spesso di “istinto” quando incontriamo qualcuno per la prima volta. Ci viene
detto di “fidarci del nostro istinto” quando prendiamo una decisione difficile o che è
il “momento di controllare l’istinto” di fronte a una situazione che mette alla prova
i nostri nervi e la nostra determinazione.
Cognizione alterata,
comportamento, emozioni
e nocicezione
STRESS
PSICOPATOLOGIA
Microbiota perturbato
Microbiota normale
Attivazione immunitaria
Tolleranza immunitaria
Disfunzione barriera
Barriera intestinale intatta
Barriera intestinale intatta
e sulla barriera intestinale, oltre che sulla motilità del tratto gastro-intestinale.
Percezione viscerale.
Risposta da stress emotivo
COOH COOH
HO HO
NH2 NH2 NH2
N TPH N AAAD N
H H H
Secrezione gastrica
Motilità gastrointestinale
Secrezioni intestinali
Digestione e assorbimento
Digestione e assorbimento sono 2 cose differenti.
Sintomi
Sintomi Sintomi I sintomi possono derivare da aspetti diversi di una
A B
digestione o di un assorbimento.
"Permeabilità intestinale"
PERMEABILITÀ
INTESTINALE
La permeabilità intestinale è un’espressione abusata.
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