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SISTEMA ESCRETORE

L’apparato urinario è costituito dal rene e strutture accessorie.

FUNZIONE DEI RENI


La principale funzione dei reni è il bilancio idrosalino o idroelettrico, nonché la regolazione
omeostatica del contenuto di acqua e di ioni nel sangue. Possiamo dividere le funzioni dei reni in:

- Regolazione del volume extracellulare e della pressione del sangue

Alla diminuzione del volume del liquido extracellulare si sussegue una diminuzione della pressione
arteriosa. Se il volume del liquido extracellulare e la pressione arteriosa diminuiscono troppo,
l’organismo non è in grado di mantenere un flusso sanguigno adeguato al cervello ed altri organi
importanti. Reni e sistema cardiovascolare agiscono insieme per mantenere stabile la pressione
arteriosa e la perfusione dei tessuti.

- Regolazione dell’osmolarità

La funzione renale viene integrata con motivazioni comportamentali ( es.sete) per mantenere
l'osmolarità del sangue a 290 mOsM.

- Mantenimento del bilancio ionico

I reni mantengono le concentrazioni degli ioni fondamentali in un range di valori normali, bilanciando
l’apporto dietetico con la perdita attraverso le urine. Il principale ione coinvolto nella regolazione del
volume e dell'osmolarità extracellulare è NA+ (sodio), ma oltre ad essere sono strettamente regolate
anche il calcio e il potassio.

- Regolazione omeostatica del pH.


Il pH plasmatico generalmente è mantenuto entro un ristretto intervallo di valore. Nel caso in cui
subisca una variazione i reni agiscono:

→ Se il liquido extracellulare diventa troppo acido i reni rimuovono ioni H+ e trattengono ioni
bicarbonato, i quali agiscono come tampone

→ Se il liquido extracellulare diventa troppo alcani i reni rimuovono ioni bicarbonato HCO3- e
trattengono H+

I reni pur svolgendo un ruolo importante nell'omeostasi del pH, la loro azione è nettamente più lenta
rispetto a quella dei polmoni.

- Escrezione di prodotti di scarto


I reni rimuovono prodotti metabolici di scarto e sostanze estranee, come farmaci e tossine ambientali.
I prodotti di scarto possono essere:

→ Creatinina: deriva dal metabolismo muscolare


→ Urea e acido urico
→ Urobilinogeno: prodotto dal metabolismo dell’emoglobina ( conferisce il colore giallo)
→ Ormoni
Sostanze estranee : saccarina e anione benzoato (derivante del potassio benzoato).
- Produzione di ormoni

Pur non essendo ghiandole endocrine essi producono attraverso le proprie cellule:

→ Eritropoietina: regola la sintesi degli eritrociti

→ Renina: sintetizzata dai reni regola la produzione degli ormoni adibiti al bilancio di sodio e
omeostasi pressoria

→ Convertono la vitamina D3 in un ormone che regola il bilancio del ca2+

ANATOMIA DEL RENE

L’apparato urinario è costituito da reni, ureteri, vescica urinaria e uretra.

I reni sono il sito di produzione dell'urina. Sono compresi tra le membrana peritoneale e le strutture
ossee e muscolari del dorso. I reni sono irrorati dalle arterie renali, che nascono come rami dell'aorta
addominale. Le vene renali trasportano il sangue refluo dalla circolazione renale alla vena cava
inferiore. In ogni istante i reni ricevono il 20-25% della gittata cardiaca, nonostante costituiscano solo
lo 0,4% del peso corporeo totale.

Ciascun rene è costituito da una parte corticale, la parte esterna, e da una parte più interna chiamata
midollare. La midollare è suddivisa in regioni, chiamate piramidi, di forma triangolare. All’interno
di queste piramidi si trovano numerose strutture chiamate nefroni, posizionati in corrispondenza delle
piramidi renali e strettamente organizzati gli uni con gli altri. Il nefrone rappresenta la più piccola
parte del rene che svolge la funzione renale. Ognuna di queste strutture convoglia nel vertice della
piramide chiamato calice minore, dove viene raccolto tutto ciò che viene prodotto dal nefrone. Ogni
gruppo di nefrone convoglierà il proprio ultrafiltrato, che dovrà essere eliminato all’esterno.

NEFRONE

La struttura interna di un rene è divisa in una corteccia (o corticale) esterna e una midollare più
interna. Gli strati di queste due parti derivano da una serie di tubuli microscopici chiamati nefroni. Il
nefrone è l’unità funzionale del rene.

L’80% dei nefroni sono nefroni corticali il restane sono detti nefroni juxtamidollari presenti nella
zona midollare.
Il rene presenta un'organizzazione dei vasi sanguigni di tipo sistema portale, un sistema costituito da
due letti capillari in serie. Nel sistema portale renale il sangue entra dall'arteria afferente per poi
entrare nel primo letto capillare detto glomerulo. Il sangue uscente dal glomerulo finisce nell’arteriola
efferente, per poi entrare nella seconda rete di capillari chiamata capillari peritubulari che
circondano il tubulo

Nei nefroni juxtamidollari i letti capillari peritubulari sono detti vasa recta, che raccolgono in venule
e piccole vene che portano il sangue fuori dal rene attraverso la vena renale. La funzione del sistema
portale renale è quello di:

1. Filtrare il liquido dal sangue nei glomeruli


2. Raccoglierlo nel lume del nefrone
3. Riassorbire liquido dal tubulo a livello dei capillari peritubulari

Nefrone : elementi tubulari

Il tubulo renale è costituito da un singolo strato di cellule epiteliali collegate insieme presso la
superficie apicale, la quale è ripiegata in microvilli; mentre il lato basale è ancora alla membrana
tramite la lamine basale.

Il nefrone comincia con una struttura fisica chiamata capsula di Bowman che circonda il glomerulo,
in cui il liquido passa direttamente attraverso il lume del tubulo. L’insieme della capsula di bowman
insieme al glomerulo forma il corpuscolo renale.

Dalla capsula di Bowman il liquido si dirige verso il tubulo prossimale, poi nell’ansa di Henle che
scende verso la midollare e poi risale. L’ansa di Henle è divisa in due tratti: un sottile tratto
discendente e un tratto ascendente. Il liquido arriva poi nel tubulo distale. I tubuli distali di più
nefroni drenano in unico grande tubulo detto dotto collettore. Il tubulo distale unito al dotto
collettore di un nefrone costituiscono un nefrone distale. I dotti collettori passano dalla corteccia
attraverso la midollare e drenano nella pelvi renale, in cui il liquido viene filtrato e modificato
diventando urina, che passa nell'uretere per avviare la secrezione.

Tubulo prossimale + ansa di henle + tubulo distale = tubulo renale

APPARATO IUXTAGLOMERULARE

Insieme di formazioni in rapporto con il polo vascolare del corpuscolo,a contatto con l'arteriola
afferente e una parte del tubulo distale: funzione regolatrice glomerulare (controlla l'attività dei singoli
nefroni, le unità morfo-funzionali del rene).

L’apparato juxtaglomerulare è costituito da tre tipi di cellule:

1. Macula densa

Sono cellule modificate nell’epitelio di un breve tratto del tubulo distale . Nell’angolo tra l’arteria
afferente e l'arteriola efferente in contatto con le cellule iuxtaglomerulari. Sono cellule con nuclei
grandi e meno citoplasma, così i nuclei ad essere sovrapposti. La macula densa svolge ruolo di
chemocettore, ovvero un recettore chimico, specializzato nel rilevare la concentrazione del volume e
del filtrato di cloruro di sodio nel liquido tubulare.
2. Cellule juxtaglomerulari

Le cellule juxtaglomerulari, dette anche granulari o iuxtaglomerulari. si trovano nella parete del tratto
terminale dell’arteriola afferente. Le cellule granulari hanno un aspetto simile a delle cellule muscolari
lisce. Inoltre si possono trovare anche nella parete dell’arteria efferente per un breve tratto. Sono
considerati dei barocettori, più precisamente dei recettori di volume e sangue dell'arteria afferente.

Le cellule juxtaglomerulari secernono renina quando diminuisce la pressione attraverso un


meccanismo che vede l'entrata in gioco dell'angiotensina II che è un vasocostrittore.

Riassunto del meccanismo renina-angiotensina - aldosterone

Le cellule della macula densa sono osmocettori, sensibili alla diminuzione di concentrazione di Na+
all'interno del tubulo distale (nell'urina quasi definitiva). Le cellule iuxtaglomerulari sono invece dei
meccanocettori, sensibili alla pressione del sangue che scorre nell'arteriola afferente. Se la pressione
sanguigna diminuisce (e quindi diminuisce la filtrazione glomerulare e la produzione di ultrafiltrato,
per cui diminuisce anche la concentrazione di Na+ intratubulare), si verifica prima l'attivazione delle
cellule della macula densa, poi la liberazione nel sangue di renina da parte delle cellule
iuxtaglomerulari.

3. Cellule mesangio extraglomerulare

Dette anche agranulari: sono situate nel punto di biforcazione delle due arteriole, in continuità con le
cellule mesangiali intraglomerulari.

Renina: azione sia sistemica sia locale

Cellule mesangiali: hanno capacità contrattile e recettori per l’angiotensina II e per altre molecole
vasoattive (contraendosi regolano il flusso nei capillari).
Il compito del rene è quello di filtrare il sangue, quindi nella funzionalità renale è molto importante
l’apporto ematico. Il rene è fortemente irrorato, il sangue arriva principalmente attraverso l’arteria
renale, che a livello del rene si divide in 2 porzioni, le arterie segmentali, che si dividono in tanti vasi
che vanno a irrorare ogni singola piramide e nefrone.

Al nefrone il sangue arriva attraverso l’arteria interlobulare e da questa arteria prende origine
l’arteria afferente che va a costituire il glomerulo. Ogni singolo nefrone viene quindi irrorato a partire
dai vasi più grandi che si trovano a livello delle piramidi renali. L’arteriola afferente forma il
corpuscolo renale, esce formando l’arteriola efferente e va a costituire due letti capillari:

- Capillare peritubulare: serie di capillari che avvolgono completamente i tubuli renali, sia il
distale che il prossimale.
- Vasa recta: avvolge completamente l’ansa di Henle nel suo percorso nella parte più profonda
della midollare e verso la corticale.

Questi capillari intervengono


attivamente negli scambi e in tutti i vari
processi che riguardano il nefrone
stesso. I capillari si riuniscono in vasi
più grandi fino a formare la vena
interlobulare che porterà il sangue al di
fuori del rene.

FILTRAZIONE, RIASSORBIMENTO E SECREZIONE

Nel nefrone avvengono tre importanti processi: la filtrazione, il riassorbimento e la secrezione.

La filtrazione è il movimento di liquido nel sangue verso il lume del nefrone. Avviene soltanto nel
corpuscolo renale ( capillari glomerulari + bowman) al cui modifica permettere il passaggio di elevati
volumi di liquido. Quando il filtrato giunge nel lume del nefrone diventa parte all'ambiente esterno
dell’organismo come altre sostanze nel lume del tratto intestinale destinato all’escrezione.

L’escrezione è la rimozione di acqua e soluti dall’organismo sotto forma di urine. La quantità di


qualsiasi sostanza presente nell’urina (carico escreto) è risultato della seguente espressione:

Carico escreto= carico filtrato - carico assorbito + carico secreto

In altre parole la secrezione è data dalla seguente espressione:


Il riassorbimento avviene una volta che il filtrato ha lasciato la capsula di Bowman. Avviene lungo il
tubulo renale ed è il trasporto di sostanze dal lume del tubulo renale verso il liquido peritubulare,
che si trova tra il tubulo renale e i capillari, e poi verso i capillari sanguigni.

La secrezione rimuove selettivamente molecole dal sangue e le raggiunge al liquido presente nel lume
tubulare. La secrezione a differenza della filtrazione glomerulare è più selettiva grazie all’utilizzo di
proteine di membrana. E’ trasporto di sostanze dai capillari peritubulari verso il liquido peritubulare e
poi verso il tubulo renale, il meccanismo opposto del riassorbimento.

Riassorbimento e secrezione avvengono nel tubulo distale e prossimale, mentre la filtrazione avviene
esclusivamente a livello del glomerulo.

FILTRAZIONE E RIASSORBIMENTO ACQUA PLASMATICA

Il 180 litri di liquido filtrati nella capsula di Bowman al giorno hanno un osmolarità di 300 mOsM.
FILTRAZIONE

La prima tappa della formazione delle urine è data dalla filtrazione del plasma nei tubuli renali, in cui
il filtrato è simile al plasma se non per assenza di proteine plasmatiche. La percentuale di volume
plasmatico totale che viene filtrato nei tubuli è detta frazione di filtrazione.

La filtrazione avviene nel corpuscolo renale circondato dalla capsula di Bowman. Le sostanze che
lasciano il plasma devono passare attraverso tre barriere di filtrazione prima di raggiungere il lume
tubulare:

1. Endotelio Capillare
2. Lamina Basale
3. Membrana Capillare

I. Endotelio capillare

I capillari glomerulari sono capillari fenestrati che presentano dei pori che formano un vero e
proprio setaccio attraverso cui possono passare le varie sostanze che sono contenute nel plasma.
Potranno passare nella capsula di Bowman solo quelle sostanze abbastanza piccole in grado di
attraversare questi pori. Inoltre delle proteine cariche negativamente localizzate sulla superficie dei
pori contribuiscono a respingere le proteine plasmatiche, anch'esse cariche negativamente

II. Lamina basale

La lamina basale è costituita da glicoproteine cariche negativamente, da collagene e da altre proteine.


La lamina basale esclude la maggior parte delle proteine plasmatiche che sono troppo grandi per
passare.

III. Epitelio capsula di Bowman

Ogni singola parte del capillare che si trova nella capsula di Bowman è circondato dalle cellule
podociti, ovvero cellule epiteliale che rivestono la capsula. I podociti presentano un nucleo centrale e
lunghe estensioni citoplasmatiche dette pedicelli che protrudono dal corpo cellulare. I pedicelli
avvolgono i capillari glomerulari e s’intrecciano l’uno con l’altro lasciando strette fessure di
filtrazione chiuse da una membrana semiporsa che contiene nefrina e podocina. Le cellule
mesangiali sono situate tra i capillari glomerulari e attorno a essi, producono citochine.

VELOCITA’ DI FILTRAZIONE GLOMERULARE

Il volume di liquido che entra nella capsula di Bowman in un unità di tempo è detto velocità di
filtrazione glomerulare ( VFG).

La velocità di filtrazione glomerulare è il volume di filtrato che si forma nell’unità di tempo: 125
ml/min, 180 l/giorno ( 3 l plasma sono filtrati 60 volte in un giorno)

La velocità di filtrazione è influenzata da due fattori:

1. Pressione netta di ultrafiltrazione (Pf) risultante delle forze di Starling.

Dato che il passaggio di sostanze nell'ultrafiltrazione avviene per diffusione semplice ( a risparmio
energetico) e non sono presenti né trasportatori né canali. Perché questo possa avvenire intervengono
4 forze chiamate forze di Starling che si instaurano nelle pareti dei capillari e nella capsula di
Bowman.

Due forze agiscono favorendo la filtrazione glomerulare e due agiscono opponendosi alla filtrazione.
Le forze che favoriscono la filtrazione sono:

- Pressione idrostatica del capillare (Pi):pressione all’interno del capillare che è determinata
da un liquido, dall’acqua presente all’interno del plasma. Questa pressione di 55 mmHg
favorisce la filtrazione

- Pressione oncotica nella capsula di Bowman : è data dalla presenza di proteine, che
richiamano acqua dal capillare favorendo la filtrazione, ma all’interno della capsula di
Bowman non ci sono proteine quindi è uguale a 0.

Le forze che si oppongono alla filtrazione sono:

- Pressione idrostatica nella capsula di Bowman (PCB): si oppone alla filtrazione perché è
determinata dall’acqua presente all’interno della capsula di Bowman, quindi si oppone al fatto
che altra acqua venga filtrata e vada verso la capsula di Bowman. È uguale a 15 mmHg.

- Pressione oncotica glomerulare: è data dalle proteine all’interno del capillare perché queste
richiamano liquido, ed è di 30 mmHg. Si oppone alla filtrazione.

Possiamo quindi dire che la pressione netta di filtrazione è la risultante delle forze di starling data da:

π = pressione oncotica della capsula di bowman -pressione oncotica glomerulare

π = 0-30= -30 mmHg


2. Coefficiente di ultrafiltrazione (Kf) dipende da due fattori:
- Area disponibile della superficie dei capillari glomerulari disponibile per la filtrazione
- Permeabilità tra i capillari e la capsula di Bowman

In altre parole:

Kf = permeabilità x superficie filtrante)

Che nel rene è 400 volte superiore a quello degli altri distretti vascolari.

In sintesi la velocità di filtrazione glomerulare è data dalla seguente formula:

BARRIERA DI ULTRAFILTRAZIONE

La barriera di ultrafiltrazione è permeabile ad acqua e soluti con un PM inferiore a 70 KDa ( albumina


69 KDa).

Esercita azione selettiva in funzione di: dimensione (raggio molecolare) e carica elettrica (respinge
cariche negative: le proteine a pH fisiologico si comportano come anioni).

Filtrazione

● Libera: raggio < 20 Å (< 5 KDa)


● Parziale: raggio 20-42 Å (5-70 KDa)
● Nulla: raggio > 42 Å (> 70 KDa)

Composizione

● Endotelio fenestrato: (pori 50-100 nm) caricato negativamente


● Membrana basale: collagene + proteoglicani polianonicie mucopolisaccaridi acidi (cariche
negative fisse)
● Strato viscerale capsula di Bowman: podociti i cui prolungamenti (pedicelli) aderiscono alla
membrana basale grazie a ponti molecolari (integrine) e formano fessure (~5 nm) chiuse da
diaframma (con pori di 4-14nm) formato da nefrina e podocina ancorate all’actina del
citoscheletro tramite caderina (CD2AP)

Dimensioni e carica elettrica influenzano la filtrabilità

Lo studio della relazione tra raggio molecolare, carica e coefficiente di filtrazione (filtrabilità) con
polimeri di destrano dimostra che: la filtrabilità di macromolecole con raggio 18-42 Å dipende dalla
carica ed è maggiore per le forme cationiche. La filtrazione delle proteine è limitata perchè caricate
negativamente. Se l’albumina (raggio 35 Å) fosse neutra filtrerebbe molto di più, con conseguente
ipoalbuminemia

AUTOREGOLAZIONE VFG

L’autoregolazione della velocità di filtrazione glomerulare è un processo locale mediante il quale il


rene la VFg costante nonostante variazioni minime di pressione arteriosa. Un'importante funzione
dell’autoregolazione è quella di proteggere le barriere di filtrazione da pressioni sanguigne troppo alte
che potrebbero danneggiarle.

L’autoregolazione si manifesta mediante:


- Risposta miogena
- Feedback tubulo-glomerulare
- contrazione delle cellule del mesangio

Risposta miogena

La risposta miogena è dovuta all’aumento della pressione arteriosa che apre canali ionici per il Ca2+
attivati dallo stiramento della muscolatura liscia dell’arteriola afferente. La muscolatura liscia si
contrae facendo diminuire il calibro dell’arteriola. Di conseguenza
1) aumenterà la resistenza al flusso ematico nell'arteria;
2) si ridurrà il flusso ematico renale, la pressione di filtrazione glomerulare e, di conseguenza, il
volume del liquido filtrato.

Feedback tubulo-glomerulare

Le pareti del tubulo e quelle delle arteriole si modificano nel punto in cui vengono a contatto
costituendo l’apparato juxtaglomerulare. La porzione modificata dell’epitelio tubulare è una placca di
cellule detta macula densa. Le ce
Questi due eventi si bilanciano tra di loro e fanno in modo che la VFG tenda a rimanere costante. È un
meccanismo simile al precedente che va ad agire sulla resistenza offerta dalle arteriole, ma non è un
aumento meccanico a scatenare la costrizione della muscolatura dell’arteriola bensì è un evento di
natura chimica che induce la costrizione.

- Feedback tubulo: ipotensione

Contrazione delle cellule del mesangio

Le cellule del mesangio sono delle cellule totipotenti, sono i progenitori delle cellule muscolari che si
differenzieranno in seguito e sono presenti all’interno dei capillari. Se c’è un aumento della pressione
arteriosa media, questo aumento determina uno stiramento anche delle cellule mesangiali presenti tra
le cellule muscolari. In risposta a questo stiramento, le cellule mesangiali di riflesso si contraggono e
vanno a ridurre la superficie dei capillari disponibile per la filtrazione, in modo da mantenere la VFG
costante, perché mettono a disposizione della filtrazione una superficie minore del capillare.
Quest’altro meccanismo agisce insieme agli altri giocando sulla permeabilità del capillare e non sulla
resistenza delle arteriole. In un range di pressione compreso tra 80 e 180 mmHg la VFG si mantiene
costante nonostante la pressione arteriosa media possa variare. Per valori superiori a 180 mmHg
questi meccanismi intrinseci non riescono più a mantenere costante la VFG quindi tenderà ad
aumentare all’aumentare della pressione.

RIASSORBIMENTO

Lungo i tubuli renali viene riassorbito il 99% del liquido filtrato circa 178 l/al giorno.

VFG= 125 ml/min


Riassorbimento 124 ml/min
Escrezione= 1 ml/min
La maggior parte del riassorbimento, il 65% del carico filtrato di acqua e sodio viene riassorbito nel
tubulo prossimale.

Il riassorbimento tubulare dei soluti avviene grazie a:


- Meccanismi passivi (diffusione)
- Meccanismi attivi

TRASPORTO PASSIVO
➢ Riassorbimento per diffusione dipende dal gradiente di concentrazione ed elettrico per gli
ioni tra lume concentrazione tubulo-interstizio.
➢ Riassorbimento H2O per osmosi dipende dal gradiente osmotico. L’H2O trasporta soluti
(drenaggio del solvente).
Sappiamo quindi che nel trasporto passivo:
- L’urea, un catabolita azotato, può muoversi attraverso l’epitelio per diffusione in presenza di
un gradiente di concentrazione. L’urea si muove fuori dal lume tubulare verso il liquido
extracellulare usando trasportatori transcellulari o la via paracellulare.
- I soluti permeabili sono riassorbiti per diffusione per mezzo di trasportatori di membrana o
per via paracellulare.

TRASPORTO ATTIVO
➢ Primario accoppiato direttamente ad una fonte di energia (idrolisi di ATP). Pompa ATPasi
Na+/K+ attiva in quasi tutto il tubulo renale.
➢ Secondario: l’energia deriva dal movimento di un alto soluto accoppiato direttamente ad una
fonte di energia ( Meccanismi di co-trasporto e contro-trasporto)
Il riassorbimento di peptidi, piccole proteine e macromolecole avviene per pinocitosi

TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO DEL SODIO


Il sodio presente nel filtrato può entrare passivamente attraverso le cellule del tubulo muovendosi
secondo il suo gradiente elettrochimico.
Nel tubulo prossimale scambiatore sodio-idrogeno ( antiporto sodio-idrogeno è una proteina di
membrana) permette il riassorbimento di sodio facendolo entrare nella cellula secondo gradiente come il
canale epiteliale Na+ (ENaC)

Una volta che il sodio entra all'interno di una cellula tubulare è trasportato attivamente all’esterno
della cellula attraverso la membrana basolaterale grazie allo scambio operato dalla Na+, K+ -ATPasi.
Il risultato finale è il riassorbimento di Na- attraverso l'epitelio del tubulo.

TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO DEL SODIO


Il riassorbimento del sodio dipende dal glucosio attraverso l’epitelio del tubulo prossimale. La
membrana apicale del tubulo contiene un cotrasportatore Na+-glucosio (SGLT) , in cui il sodio si
muove secondo di suo gradiente concentrazione spingendo il glucosio dentro la cellula contro
gradiente di concentrazione.

ll glucosio diffonde fuori dal versante basolaterale della cellula grazie alla proteina GLUT., mentre i
Na+ è pompato fuori dalla cellula dalla Na+-K+-ATPasi.
SATURAZIONE
Il termine saturazione si riferisce alla massima velocità di trasporto che si ha quando tutti i
trasportatori disponibili sono occupati (ossia saturati) dal substrato. La velocità di trasporto che si ha
al punto di saturazione è il trasporto massimo, o ™

RIASSORBIMENTO GLUCOSIO
Il riassorbimento del glucosio nel nefrone è una conseguenza della saturazione. Tutto il glucosio che
entra nel nefrone deve essere riassorbito prima della fine del tubulo prossimale. Il riassorbimento del
glucosio avviene tramite l'azione di trasportatori presenti nell'epitelio tubulare che catturano il
glucosio mentre è nel filtrato.

La velocità di filtrazione del glucosio dal plasma alla capsula di Bowman è proporzionale alla
concentrazione del glucosio nel plasma. Poiché la filtrazione non mostra saturazione, il grafico
aumenta linearmente senza limiti: la concentrazione di glucosio nel filtrato è sempre uguale a quella
nel plasma.

Quando la concentrazione plasmatica del glucosio è abbastanza bassa da permettere il riassorbimento


del 100% del glucosio filtrato, non c'è escrezione di glucosio. Quando invece i trasportatori
raggiungono la saturazione, inizia l'escrezione di glucosio. La concentrazione plasmatica in
corrispondenza della quale si ha comparsa di glucosio nelle urine è detta soglia renale per il glucosio.

L'escrezione del glucosio nelle urine è detta glicosuria di solito è indice di un'elevata concentrazione
ematica di glucosio
SECREZIONE
La secrezione è il movimento di molecole dal liquido extracellulare verso il lume del nefrone. La
secrezione permette al nefrone di aumentare l'escrezione di una certa sostanza. Se una sostanza è
filtrata e non riassorbita, essa è escreta in modo molto efficiente.

La secrezione è importante perché:


● Aggiunge sostanze al liquido tubulare.
● Accelera l’eliminazione di queste sostanze dall’organismo
● Avviene con meccanismo passivo o attivo (caratterizzato da Tm)
La secrezione è un processo attivo perché richiede il movimento di substrati contro il gradiente di
concentrazione.
● Nel tubulo prossimale operano sistemi di trasporto poco specifici, che permettono la
secrezione di anioni e cationi organici.
La maggior parte dei composti organici è trasportata attraverso l'epitelio tubulare mediante trasporto
attivo secondario. I trasportatori responsabili dell'escrezione dei soluti organici hanno un'ampia
specificità. Per esempio i trasportatori di anioni organici (OAT) sono in grado di trasportare una
grande varietà di anioni endogeni ed esogeni
Endogene:
- Ioni H+
- Anioni: Formiato, Ossalato, Urati, anioni degli acidi biliari, ecc.
- Cationi: Creatinina, istamina, dopamina, adrenalina, acetilcolina
Esogene:
- Anioni: PAI, Farmaci: antibiotici (penicilline, cefalosporine), salicilati, FANS, ecc.
- Cationi: Farmaci: morfina, atropina, cimetidina, ranitidina, ecc
Sia gli anioni che i cationi organici competono tutti per lo stesso trasportatore. Quindi, l’elevata
concentrazione plasmatica di uno inibisce la secrezione degli altri, aumentandone il tempo di
permanenza nell'organismo.

MINZIONE
E’ un processo autoaumentante (feedback positivo): termina
solo con lo svuotamento completo della vescica.
CLEARANCE RENALE
La clearance di un soluto è la velocità con la quale tale soluto scompare dal corpo mediante processi
di escrezione o metabolismo.

La clearance renale esprime l’efficacia con cui i reni rimuovono varie sostanze dal plasma.
La clearance renale di una sostanza (Cs) è definita come il volume ipotetico di plasma
completamente depurato di quella sostanze nell’unità di tempo e rappresenta, quindi, il volume
virtuale di plasma necessario per fornire la quantità di sostanza che è escreta con l’urina nell’unità di
tempo. La clearance renale esprime l’efficacia con cui i reni rimuovono varie sostanze dal plasma.
Il calcolo della clearance renale permette di comparare la velocità alla quale il glomerulo filtra quella
sostanza (acqua o soluti), con la velocità alla quale la sostanza viene eliminata dall’urina.

Es: Se il plasma che fluisce attraverso il rene contiene 1 mg/ml di sostanza, e 1 mg/min della stessa
sostanza viene escreto nell’urina, il volume di plasma depurato di sostanza in 1 min(Cs) è 1 ml.

CONCETTO DI CLEARANCE

Qs eliminata dal plasma→ quantità di sostanza eliminata dal plasma


Qs nelle urine → quantità di sostanza nelle urine

Quindi la quantità di sostanza eliminata (depurata) dal plasma deve essere uguale alla quantità della
medesima sostanza escreta nelle urine.

La quantità di sostanza depurata dal plasma è data dalla formula

La quantità di sostanza escreta nelle urine è data dalla formula

L’equazione generale per calcolare la clearance è:


dove la clearance è mL di plasma depurati per X minuti. Possiamo quindi dire che l’unità di misura
della clearance sono mL di plasma e tempo (mL/min).
La Clearance di una sostanza non riassorbita e non secreta è uguale alla
VFG
RENE CONTROLLA L’OSMOLARITA’
Il controllo dell’osmolarità (∼ 300 mOsm/Kg H2O) e del volume del LEC dipende dalla capacità del
rene di eliminare o trattenere H2O indipendentemente dai soluti (principalmente NaCl)

- In caso di ipo-osmolarità del LEC (eccesso di H2O), il rene elimina l’H2O in eccesso

Riassorbimento soluti maggiore di riassorbimento H2O urina diluita (ipo-osmotica, fino a 50


mOsm/Kg H2O)

- In caso di iper-osmolarità del LEC (carenza di H2O), il rene elimina meno H2O.

Riassorbimento H2O maggiore di riassorbimento soluti urina concentrata (iper-osmotica, fino a 1200
mOsm/KgH2O)

Tempo di equilibrio all’ingestione di liquidi 30 min

La massima capacità di concentrazione dell’urina, stabilisce il volume minimo di urina che deve
essere escreto per poter eliminare dall’organismo i prodotti di scarto del metabolismo.
- Quantità soluti da eliminare è ∼ 600 mOsm/die
- Concentrazione massima dell’urina è ~1200 mOsm/KgH2 O

Il volume minimo di urina che può essere eliminato giornalmente (volume obbligatorio):

In un soggetto normale l’osmolalità dell’urina può variare da 50 a 1200 mOsm/KgH2 O mentre il suo
volume può variare da 0.5 a 18 l/die

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