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Alla diminuzione del volume del liquido extracellulare si sussegue una diminuzione della pressione
arteriosa. Se il volume del liquido extracellulare e la pressione arteriosa diminuiscono troppo,
l’organismo non è in grado di mantenere un flusso sanguigno adeguato al cervello ed altri organi
importanti. Reni e sistema cardiovascolare agiscono insieme per mantenere stabile la pressione
arteriosa e la perfusione dei tessuti.
- Regolazione dell’osmolarità
La funzione renale viene integrata con motivazioni comportamentali ( es.sete) per mantenere
l'osmolarità del sangue a 290 mOsM.
I reni mantengono le concentrazioni degli ioni fondamentali in un range di valori normali, bilanciando
l’apporto dietetico con la perdita attraverso le urine. Il principale ione coinvolto nella regolazione del
volume e dell'osmolarità extracellulare è NA+ (sodio), ma oltre ad essere sono strettamente regolate
anche il calcio e il potassio.
→ Se il liquido extracellulare diventa troppo acido i reni rimuovono ioni H+ e trattengono ioni
bicarbonato, i quali agiscono come tampone
→ Se il liquido extracellulare diventa troppo alcani i reni rimuovono ioni bicarbonato HCO3- e
trattengono H+
I reni pur svolgendo un ruolo importante nell'omeostasi del pH, la loro azione è nettamente più lenta
rispetto a quella dei polmoni.
Pur non essendo ghiandole endocrine essi producono attraverso le proprie cellule:
→ Renina: sintetizzata dai reni regola la produzione degli ormoni adibiti al bilancio di sodio e
omeostasi pressoria
I reni sono il sito di produzione dell'urina. Sono compresi tra le membrana peritoneale e le strutture
ossee e muscolari del dorso. I reni sono irrorati dalle arterie renali, che nascono come rami dell'aorta
addominale. Le vene renali trasportano il sangue refluo dalla circolazione renale alla vena cava
inferiore. In ogni istante i reni ricevono il 20-25% della gittata cardiaca, nonostante costituiscano solo
lo 0,4% del peso corporeo totale.
Ciascun rene è costituito da una parte corticale, la parte esterna, e da una parte più interna chiamata
midollare. La midollare è suddivisa in regioni, chiamate piramidi, di forma triangolare. All’interno
di queste piramidi si trovano numerose strutture chiamate nefroni, posizionati in corrispondenza delle
piramidi renali e strettamente organizzati gli uni con gli altri. Il nefrone rappresenta la più piccola
parte del rene che svolge la funzione renale. Ognuna di queste strutture convoglia nel vertice della
piramide chiamato calice minore, dove viene raccolto tutto ciò che viene prodotto dal nefrone. Ogni
gruppo di nefrone convoglierà il proprio ultrafiltrato, che dovrà essere eliminato all’esterno.
NEFRONE
La struttura interna di un rene è divisa in una corteccia (o corticale) esterna e una midollare più
interna. Gli strati di queste due parti derivano da una serie di tubuli microscopici chiamati nefroni. Il
nefrone è l’unità funzionale del rene.
L’80% dei nefroni sono nefroni corticali il restane sono detti nefroni juxtamidollari presenti nella
zona midollare.
Il rene presenta un'organizzazione dei vasi sanguigni di tipo sistema portale, un sistema costituito da
due letti capillari in serie. Nel sistema portale renale il sangue entra dall'arteria afferente per poi
entrare nel primo letto capillare detto glomerulo. Il sangue uscente dal glomerulo finisce nell’arteriola
efferente, per poi entrare nella seconda rete di capillari chiamata capillari peritubulari che
circondano il tubulo
Nei nefroni juxtamidollari i letti capillari peritubulari sono detti vasa recta, che raccolgono in venule
e piccole vene che portano il sangue fuori dal rene attraverso la vena renale. La funzione del sistema
portale renale è quello di:
Il tubulo renale è costituito da un singolo strato di cellule epiteliali collegate insieme presso la
superficie apicale, la quale è ripiegata in microvilli; mentre il lato basale è ancora alla membrana
tramite la lamine basale.
Il nefrone comincia con una struttura fisica chiamata capsula di Bowman che circonda il glomerulo,
in cui il liquido passa direttamente attraverso il lume del tubulo. L’insieme della capsula di bowman
insieme al glomerulo forma il corpuscolo renale.
Dalla capsula di Bowman il liquido si dirige verso il tubulo prossimale, poi nell’ansa di Henle che
scende verso la midollare e poi risale. L’ansa di Henle è divisa in due tratti: un sottile tratto
discendente e un tratto ascendente. Il liquido arriva poi nel tubulo distale. I tubuli distali di più
nefroni drenano in unico grande tubulo detto dotto collettore. Il tubulo distale unito al dotto
collettore di un nefrone costituiscono un nefrone distale. I dotti collettori passano dalla corteccia
attraverso la midollare e drenano nella pelvi renale, in cui il liquido viene filtrato e modificato
diventando urina, che passa nell'uretere per avviare la secrezione.
APPARATO IUXTAGLOMERULARE
Insieme di formazioni in rapporto con il polo vascolare del corpuscolo,a contatto con l'arteriola
afferente e una parte del tubulo distale: funzione regolatrice glomerulare (controlla l'attività dei singoli
nefroni, le unità morfo-funzionali del rene).
1. Macula densa
Sono cellule modificate nell’epitelio di un breve tratto del tubulo distale . Nell’angolo tra l’arteria
afferente e l'arteriola efferente in contatto con le cellule iuxtaglomerulari. Sono cellule con nuclei
grandi e meno citoplasma, così i nuclei ad essere sovrapposti. La macula densa svolge ruolo di
chemocettore, ovvero un recettore chimico, specializzato nel rilevare la concentrazione del volume e
del filtrato di cloruro di sodio nel liquido tubulare.
2. Cellule juxtaglomerulari
Le cellule juxtaglomerulari, dette anche granulari o iuxtaglomerulari. si trovano nella parete del tratto
terminale dell’arteriola afferente. Le cellule granulari hanno un aspetto simile a delle cellule muscolari
lisce. Inoltre si possono trovare anche nella parete dell’arteria efferente per un breve tratto. Sono
considerati dei barocettori, più precisamente dei recettori di volume e sangue dell'arteria afferente.
Le cellule della macula densa sono osmocettori, sensibili alla diminuzione di concentrazione di Na+
all'interno del tubulo distale (nell'urina quasi definitiva). Le cellule iuxtaglomerulari sono invece dei
meccanocettori, sensibili alla pressione del sangue che scorre nell'arteriola afferente. Se la pressione
sanguigna diminuisce (e quindi diminuisce la filtrazione glomerulare e la produzione di ultrafiltrato,
per cui diminuisce anche la concentrazione di Na+ intratubulare), si verifica prima l'attivazione delle
cellule della macula densa, poi la liberazione nel sangue di renina da parte delle cellule
iuxtaglomerulari.
Dette anche agranulari: sono situate nel punto di biforcazione delle due arteriole, in continuità con le
cellule mesangiali intraglomerulari.
Cellule mesangiali: hanno capacità contrattile e recettori per l’angiotensina II e per altre molecole
vasoattive (contraendosi regolano il flusso nei capillari).
Il compito del rene è quello di filtrare il sangue, quindi nella funzionalità renale è molto importante
l’apporto ematico. Il rene è fortemente irrorato, il sangue arriva principalmente attraverso l’arteria
renale, che a livello del rene si divide in 2 porzioni, le arterie segmentali, che si dividono in tanti vasi
che vanno a irrorare ogni singola piramide e nefrone.
Al nefrone il sangue arriva attraverso l’arteria interlobulare e da questa arteria prende origine
l’arteria afferente che va a costituire il glomerulo. Ogni singolo nefrone viene quindi irrorato a partire
dai vasi più grandi che si trovano a livello delle piramidi renali. L’arteriola afferente forma il
corpuscolo renale, esce formando l’arteriola efferente e va a costituire due letti capillari:
- Capillare peritubulare: serie di capillari che avvolgono completamente i tubuli renali, sia il
distale che il prossimale.
- Vasa recta: avvolge completamente l’ansa di Henle nel suo percorso nella parte più profonda
della midollare e verso la corticale.
La filtrazione è il movimento di liquido nel sangue verso il lume del nefrone. Avviene soltanto nel
corpuscolo renale ( capillari glomerulari + bowman) al cui modifica permettere il passaggio di elevati
volumi di liquido. Quando il filtrato giunge nel lume del nefrone diventa parte all'ambiente esterno
dell’organismo come altre sostanze nel lume del tratto intestinale destinato all’escrezione.
La secrezione rimuove selettivamente molecole dal sangue e le raggiunge al liquido presente nel lume
tubulare. La secrezione a differenza della filtrazione glomerulare è più selettiva grazie all’utilizzo di
proteine di membrana. E’ trasporto di sostanze dai capillari peritubulari verso il liquido peritubulare e
poi verso il tubulo renale, il meccanismo opposto del riassorbimento.
Riassorbimento e secrezione avvengono nel tubulo distale e prossimale, mentre la filtrazione avviene
esclusivamente a livello del glomerulo.
Il 180 litri di liquido filtrati nella capsula di Bowman al giorno hanno un osmolarità di 300 mOsM.
FILTRAZIONE
La prima tappa della formazione delle urine è data dalla filtrazione del plasma nei tubuli renali, in cui
il filtrato è simile al plasma se non per assenza di proteine plasmatiche. La percentuale di volume
plasmatico totale che viene filtrato nei tubuli è detta frazione di filtrazione.
La filtrazione avviene nel corpuscolo renale circondato dalla capsula di Bowman. Le sostanze che
lasciano il plasma devono passare attraverso tre barriere di filtrazione prima di raggiungere il lume
tubulare:
1. Endotelio Capillare
2. Lamina Basale
3. Membrana Capillare
I. Endotelio capillare
I capillari glomerulari sono capillari fenestrati che presentano dei pori che formano un vero e
proprio setaccio attraverso cui possono passare le varie sostanze che sono contenute nel plasma.
Potranno passare nella capsula di Bowman solo quelle sostanze abbastanza piccole in grado di
attraversare questi pori. Inoltre delle proteine cariche negativamente localizzate sulla superficie dei
pori contribuiscono a respingere le proteine plasmatiche, anch'esse cariche negativamente
Ogni singola parte del capillare che si trova nella capsula di Bowman è circondato dalle cellule
podociti, ovvero cellule epiteliale che rivestono la capsula. I podociti presentano un nucleo centrale e
lunghe estensioni citoplasmatiche dette pedicelli che protrudono dal corpo cellulare. I pedicelli
avvolgono i capillari glomerulari e s’intrecciano l’uno con l’altro lasciando strette fessure di
filtrazione chiuse da una membrana semiporsa che contiene nefrina e podocina. Le cellule
mesangiali sono situate tra i capillari glomerulari e attorno a essi, producono citochine.
Il volume di liquido che entra nella capsula di Bowman in un unità di tempo è detto velocità di
filtrazione glomerulare ( VFG).
La velocità di filtrazione glomerulare è il volume di filtrato che si forma nell’unità di tempo: 125
ml/min, 180 l/giorno ( 3 l plasma sono filtrati 60 volte in un giorno)
Dato che il passaggio di sostanze nell'ultrafiltrazione avviene per diffusione semplice ( a risparmio
energetico) e non sono presenti né trasportatori né canali. Perché questo possa avvenire intervengono
4 forze chiamate forze di Starling che si instaurano nelle pareti dei capillari e nella capsula di
Bowman.
Due forze agiscono favorendo la filtrazione glomerulare e due agiscono opponendosi alla filtrazione.
Le forze che favoriscono la filtrazione sono:
- Pressione idrostatica del capillare (Pi):pressione all’interno del capillare che è determinata
da un liquido, dall’acqua presente all’interno del plasma. Questa pressione di 55 mmHg
favorisce la filtrazione
- Pressione oncotica nella capsula di Bowman : è data dalla presenza di proteine, che
richiamano acqua dal capillare favorendo la filtrazione, ma all’interno della capsula di
Bowman non ci sono proteine quindi è uguale a 0.
- Pressione idrostatica nella capsula di Bowman (PCB): si oppone alla filtrazione perché è
determinata dall’acqua presente all’interno della capsula di Bowman, quindi si oppone al fatto
che altra acqua venga filtrata e vada verso la capsula di Bowman. È uguale a 15 mmHg.
- Pressione oncotica glomerulare: è data dalle proteine all’interno del capillare perché queste
richiamano liquido, ed è di 30 mmHg. Si oppone alla filtrazione.
Possiamo quindi dire che la pressione netta di filtrazione è la risultante delle forze di starling data da:
In altre parole:
Che nel rene è 400 volte superiore a quello degli altri distretti vascolari.
BARRIERA DI ULTRAFILTRAZIONE
Esercita azione selettiva in funzione di: dimensione (raggio molecolare) e carica elettrica (respinge
cariche negative: le proteine a pH fisiologico si comportano come anioni).
Filtrazione
Composizione
Lo studio della relazione tra raggio molecolare, carica e coefficiente di filtrazione (filtrabilità) con
polimeri di destrano dimostra che: la filtrabilità di macromolecole con raggio 18-42 Å dipende dalla
carica ed è maggiore per le forme cationiche. La filtrazione delle proteine è limitata perchè caricate
negativamente. Se l’albumina (raggio 35 Å) fosse neutra filtrerebbe molto di più, con conseguente
ipoalbuminemia
AUTOREGOLAZIONE VFG
Risposta miogena
La risposta miogena è dovuta all’aumento della pressione arteriosa che apre canali ionici per il Ca2+
attivati dallo stiramento della muscolatura liscia dell’arteriola afferente. La muscolatura liscia si
contrae facendo diminuire il calibro dell’arteriola. Di conseguenza
1) aumenterà la resistenza al flusso ematico nell'arteria;
2) si ridurrà il flusso ematico renale, la pressione di filtrazione glomerulare e, di conseguenza, il
volume del liquido filtrato.
Feedback tubulo-glomerulare
Le pareti del tubulo e quelle delle arteriole si modificano nel punto in cui vengono a contatto
costituendo l’apparato juxtaglomerulare. La porzione modificata dell’epitelio tubulare è una placca di
cellule detta macula densa. Le ce
Questi due eventi si bilanciano tra di loro e fanno in modo che la VFG tenda a rimanere costante. È un
meccanismo simile al precedente che va ad agire sulla resistenza offerta dalle arteriole, ma non è un
aumento meccanico a scatenare la costrizione della muscolatura dell’arteriola bensì è un evento di
natura chimica che induce la costrizione.
Le cellule del mesangio sono delle cellule totipotenti, sono i progenitori delle cellule muscolari che si
differenzieranno in seguito e sono presenti all’interno dei capillari. Se c’è un aumento della pressione
arteriosa media, questo aumento determina uno stiramento anche delle cellule mesangiali presenti tra
le cellule muscolari. In risposta a questo stiramento, le cellule mesangiali di riflesso si contraggono e
vanno a ridurre la superficie dei capillari disponibile per la filtrazione, in modo da mantenere la VFG
costante, perché mettono a disposizione della filtrazione una superficie minore del capillare.
Quest’altro meccanismo agisce insieme agli altri giocando sulla permeabilità del capillare e non sulla
resistenza delle arteriole. In un range di pressione compreso tra 80 e 180 mmHg la VFG si mantiene
costante nonostante la pressione arteriosa media possa variare. Per valori superiori a 180 mmHg
questi meccanismi intrinseci non riescono più a mantenere costante la VFG quindi tenderà ad
aumentare all’aumentare della pressione.
RIASSORBIMENTO
Lungo i tubuli renali viene riassorbito il 99% del liquido filtrato circa 178 l/al giorno.
TRASPORTO PASSIVO
➢ Riassorbimento per diffusione dipende dal gradiente di concentrazione ed elettrico per gli
ioni tra lume concentrazione tubulo-interstizio.
➢ Riassorbimento H2O per osmosi dipende dal gradiente osmotico. L’H2O trasporta soluti
(drenaggio del solvente).
Sappiamo quindi che nel trasporto passivo:
- L’urea, un catabolita azotato, può muoversi attraverso l’epitelio per diffusione in presenza di
un gradiente di concentrazione. L’urea si muove fuori dal lume tubulare verso il liquido
extracellulare usando trasportatori transcellulari o la via paracellulare.
- I soluti permeabili sono riassorbiti per diffusione per mezzo di trasportatori di membrana o
per via paracellulare.
TRASPORTO ATTIVO
➢ Primario accoppiato direttamente ad una fonte di energia (idrolisi di ATP). Pompa ATPasi
Na+/K+ attiva in quasi tutto il tubulo renale.
➢ Secondario: l’energia deriva dal movimento di un alto soluto accoppiato direttamente ad una
fonte di energia ( Meccanismi di co-trasporto e contro-trasporto)
Il riassorbimento di peptidi, piccole proteine e macromolecole avviene per pinocitosi
Una volta che il sodio entra all'interno di una cellula tubulare è trasportato attivamente all’esterno
della cellula attraverso la membrana basolaterale grazie allo scambio operato dalla Na+, K+ -ATPasi.
Il risultato finale è il riassorbimento di Na- attraverso l'epitelio del tubulo.
ll glucosio diffonde fuori dal versante basolaterale della cellula grazie alla proteina GLUT., mentre i
Na+ è pompato fuori dalla cellula dalla Na+-K+-ATPasi.
SATURAZIONE
Il termine saturazione si riferisce alla massima velocità di trasporto che si ha quando tutti i
trasportatori disponibili sono occupati (ossia saturati) dal substrato. La velocità di trasporto che si ha
al punto di saturazione è il trasporto massimo, o ™
RIASSORBIMENTO GLUCOSIO
Il riassorbimento del glucosio nel nefrone è una conseguenza della saturazione. Tutto il glucosio che
entra nel nefrone deve essere riassorbito prima della fine del tubulo prossimale. Il riassorbimento del
glucosio avviene tramite l'azione di trasportatori presenti nell'epitelio tubulare che catturano il
glucosio mentre è nel filtrato.
La velocità di filtrazione del glucosio dal plasma alla capsula di Bowman è proporzionale alla
concentrazione del glucosio nel plasma. Poiché la filtrazione non mostra saturazione, il grafico
aumenta linearmente senza limiti: la concentrazione di glucosio nel filtrato è sempre uguale a quella
nel plasma.
L'escrezione del glucosio nelle urine è detta glicosuria di solito è indice di un'elevata concentrazione
ematica di glucosio
SECREZIONE
La secrezione è il movimento di molecole dal liquido extracellulare verso il lume del nefrone. La
secrezione permette al nefrone di aumentare l'escrezione di una certa sostanza. Se una sostanza è
filtrata e non riassorbita, essa è escreta in modo molto efficiente.
MINZIONE
E’ un processo autoaumentante (feedback positivo): termina
solo con lo svuotamento completo della vescica.
CLEARANCE RENALE
La clearance di un soluto è la velocità con la quale tale soluto scompare dal corpo mediante processi
di escrezione o metabolismo.
La clearance renale esprime l’efficacia con cui i reni rimuovono varie sostanze dal plasma.
La clearance renale di una sostanza (Cs) è definita come il volume ipotetico di plasma
completamente depurato di quella sostanze nell’unità di tempo e rappresenta, quindi, il volume
virtuale di plasma necessario per fornire la quantità di sostanza che è escreta con l’urina nell’unità di
tempo. La clearance renale esprime l’efficacia con cui i reni rimuovono varie sostanze dal plasma.
Il calcolo della clearance renale permette di comparare la velocità alla quale il glomerulo filtra quella
sostanza (acqua o soluti), con la velocità alla quale la sostanza viene eliminata dall’urina.
Es: Se il plasma che fluisce attraverso il rene contiene 1 mg/ml di sostanza, e 1 mg/min della stessa
sostanza viene escreto nell’urina, il volume di plasma depurato di sostanza in 1 min(Cs) è 1 ml.
CONCETTO DI CLEARANCE
Quindi la quantità di sostanza eliminata (depurata) dal plasma deve essere uguale alla quantità della
medesima sostanza escreta nelle urine.
- In caso di ipo-osmolarità del LEC (eccesso di H2O), il rene elimina l’H2O in eccesso
- In caso di iper-osmolarità del LEC (carenza di H2O), il rene elimina meno H2O.
Riassorbimento H2O maggiore di riassorbimento soluti urina concentrata (iper-osmotica, fino a 1200
mOsm/KgH2O)
La massima capacità di concentrazione dell’urina, stabilisce il volume minimo di urina che deve
essere escreto per poter eliminare dall’organismo i prodotti di scarto del metabolismo.
- Quantità soluti da eliminare è ∼ 600 mOsm/die
- Concentrazione massima dell’urina è ~1200 mOsm/KgH2 O
Il volume minimo di urina che può essere eliminato giornalmente (volume obbligatorio):
In un soggetto normale l’osmolalità dell’urina può variare da 50 a 1200 mOsm/KgH2 O mentre il suo
volume può variare da 0.5 a 18 l/die