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Dal plasma, eliminando il fibrinogeno, si ottiene un liquido chiamato siero, ricco di anticorpi e,
sterilizzato e purificato, può potenziare le difese immunitarie (sieroterapia).
Il processo di coagulazione del sangue inizia quando si rompe un vaso sanguigno e il fibrinogeno
è convertito in una proteina detta fibrina che, condensandosi, forma una rete (agglutinazione) che
intrappola globuli rossi e piastrine dando origine a un coagulo.
Nel sistema cardiovascolare dei vertebrati il cuore pompa il sangue nelle grosse arterie, poi
passa nelle arteriole (più piccole e ramificate) e infine nei i capillari. Dai capillari il sangue
passa in piccole vene, le venule, poi in vene più grosse e, attraverso queste, di nuovo al cuore.
Nell'uomo il diametro iniziale dell'arteria più grossa, l'aorta, è di circa 2,5 cm, quello del più
piccolo capillare è di 0,0005cm e quello della vena più grossa, la vena cava, è di circa 3 cm.
Poiché le arterie devono opporre resistenza alla pressione esercitata dal cuore, le loro pareti
essendo ricche di fibre elastiche sono estremamente resistenti. Quando il sangue esce dal cuore,
crea un'onda di dilatazione delle arterie che dall'aorta si propaga in tutto il sistema periferico;
grazie a questa dilatazione, che corrisponde al battito cardiaco, è possibile registrare la frequenza
delle pulsazioni del cuore (polso arterioso). L'interno delle vene è più grande di quello delle arterie,
e le pareti sono più sottili; ciò consente al flusso sanguigno di tornare al cuore incontrando meno
resistenza. Inoltre, nelle vene sono presenti numerose valvole implicate in un meccanismo di
chiusura temporanea dei vasi per impedire al sangue di rifluire verso il basso. Arterie e vene
hanno pareti costituite dalle tonache. La tonaca intima è lo strato interno a contatto con il flusso
sanguigno, formato da un tessuto epiteliale che poggia su fibre elastiche. La tonaca media è
costituita da diversi strati di fibre muscolari lisce che rispondono agli stimoli dati dal sistema
nervoso autonomo e dalla presenza di ormoni o sostanze chimiche mediante vasocostrizione o
vasodilatazione. La tonaca esterna è costituita da fibre elastiche e collagene intercalate a tessuto
connettivo. Nella porzione più interna sia le vene sia le arterie sono rivestite da un tessuto
epiteliale chiamato endotelio. I capillari sono formati da tessuto endoteliale, che permette lo
scambio dei gas respiratori tra il sangue e gli altri tessuti dell'organismo.
Il cuore è un organo che si trova nella cavità toracica, ha le dimensioni di un pugno e pesa
300g. All'interno è suddiviso in due atri e due ventricoli. Le pareti del cuore sono formate dal
muscolo cardiaco o miocardio e internamente sono rivestite dal pericardio (due membrane
costituite da tessuto epiteliale con funzione protettiva). Per fornire sufficiente energia al miocardio
occorrono quantità adeguate di ossigeno e di sostanze nutritive e di questo se ne occupano le due
arterie coronarie (circondano il cuore come una corona) che si ramificano dal tratto iniziale
dell'aorta. Il sangue giunge al cuore attraverso la vena cava superiore e la vena cava inferiore,
poi entra nell'atrio destro; una volta pieno, l'atrio destro si contrae per spingere il sangue,
attraverso la valvola tricuspide, nel ventricolo destro, che si contrae e il sangue fluisce nelle
arterie polmonari tramite cui raggiunge i polmoni per arricchirsi di ossigeno; attraverso le vene
polmonari il sangue torna al cuore, precisamente nell'atrio sinistro. Parallelamente a quanto
avviene nella parte destra del cuore, il sangue passa dall'atrio al ventricolo sinistro tramite una
valvola (la bicuspide) e quindi fluisce nella circolazione sistemica immettendosi nell'aorta.
All'uscita dei ventricoli destro e sinistro ci sono le valvole semilunari polmonare e aortica, che si
chiudono dopo la contrazione dei ventricoli impedendo il riflusso del sangue. La contrazione degli
atri e dei ventricoli avviene tra loro contemporaneamente. Le valvole tra gli atri e i ventricoli si
chiudono per la pressione del sangue, evitando un ritorno di sangue negli atri. Al termine della
sistole (contrazione) il miocardio si rilassa, le sue cavità si distendono e durante la fase di
diastole possono venire nuovamente riempite di sangue. Ascoltando da vicino il battito cardiaco
si può udire un duplice suono: quello più profondo che corrisponde alla chiusura delle valvole tra
gli atri e i ventricoli, e quello dovuto alla chiusura delle valvole semilunari. In un essere umano
adulto in condizioni di riposo il battito ritmico del cuore si ripete circa 70 volte al minuto,
mentre sotto sforzo la frequenza può diventare più
del doppio. A differenza dei muscoli che si contraggono
quando stimolati da un nervo motorio, la contrazione delle
cellule cardiache è stimolata dal muscolo cardiaco stesso
in una regione chiamata nodo senoatriale: se mantenuto in
una soluzione nutritiva ossigenata, il cuore continua a
battere anche dopo essere stato rimosso dal corpo. Nei feti
il cuore comincia a pulsare molto presto, prima dello
sviluppo di ogni innervazione.
Il sistema escretore
L'omeostasi rappresenta l'insieme dei processi finalizzati al mantenimento di un ambiente
interno costante e una sua funzione è la regolazione della composizione chimica dei liquidi
nell'organismo. Nei vertebrati molte complesse funzioni legate alla regolazione dell'ambiente
chimico interno (per esempio la composizione del plasma sanguigno) sono svolte dal sistema
escretore, che garantisce un equilibrio tra acqua e soluti all'interno del
corpo, il mantenimento di un pH costante e l'eliminazione delle scorie
che l'organismo produce. Il sistema escretore è costituito principalmente
dai reni, che hanno il compito di filtrare il sangue, da due ureteri, che
collegano i reni alla vescica (l'organo di raccolta delle urine) e
dall'uretra, che permette lo svuotamento all'esterno del contenuto della
vescica. Le arterie e le vene renali mettono in collegamento i reni col
sistema circolatorio. I reni umani sono due organi di colore rosso scuro,
a forma di fagiolo, lunghi circa 10 cm e situati posteriormente allo
stomaco e al fegato. Sopra ciascun rene si trovano le ghiandole
surrenali, dalla forma di un piccolo ventaglio e molto importanti dal punto di vista endocrino.
Nella sezione longitudinale di un rene si distinguono una regione esterna, detta corticale, e
una regione situata più profondamente, chiamata midollare. L'unità funzionale del rene è il
nefrone, costituito da un ammasso di capillari, il glomerulo, e da un lungo e stretto tubo, il
tubulo renale, che parte da una struttura a forma di coppa, la capsula di Bowman. Il tubulo
renale è formato dai tubuli prossimale e distale, che sono collegati tra loro dall'ansa di Henle.
I tubuli di diversi nefroni confluiscono nel dotto collettore. Ciascuno dei due reni umani
contiene circa un milione di nefroni. L'urina si forma nei nefroni e dal dotto collettore va a
finire nella pelvi renale (un imbuto); da qui l'urina passa lungo l'uretere grazie alla peristalsi
e si riversa nella vescica, nella quale essa si raccoglie fino al momento della sua eliminazione
attraverso l'uretra.
La regolazione dell'ambiente chimico interno da parte dei reni comporta la soluzione di tre
problemi differenti, ma collegati tra loro:
1. L'escrezione, cioè l'eliminazione, delle sostanze di rifiuto prodotte dal metabolismo cellulare
che si accumulano nel sangue. I principali materiali di rifiuto che le cellule liberano nella
corrente sanguigna sono l'anidride carbonica e i composti azotati, principalmente ammoniaca,
che derivano dalla demolizione degli amminoacidi. Nei mammiferi l'anidride carbonica viene
eliminata attraverso le superfici respiratorie; l'ammoniaca essendo molto tossica deve essere
rapidamente trasformata dal fegato in urea che, tramite il sistema circolatorio, viene portata
ai reni per essere eliminata in soluzione acquosa.
2. La regolazione della concentrazione degli ioni e di altre sostanze chimiche. I reni hanno
anche la funzione di mantenere costanti le specifiche concentrazioni ioniche. Gli ioni Nat, K+,
H+, Mg²+, Ca2+ e HCO, per esempio, svolgono un ruolo fondamentale sia nel mantenimento
della struttura delle proteine e di un determinato valore di ph del sangue sia nella
propagazione dell'impulso nervoso e nella contrazione dei muscoli.
3. Il mantenimento dell'equilibrio idrico tra i liquidi di persi e quelli introdotti nel corpo.
Anche il controllo della percentuale d'acqua presente nel nostro corpo è un aspetto importante
della regolazione dell'ambiente chimico interno degli organismi animali. La quantità d'acqua
corporea dipende dall'equilibrio fra le «entrate» e le «uscite». In media, ogni giorno un
essere umano assume 2200 ml di acqua tramite i cibi e le bevande, e ne ottiene 350 ml
dall'ossidazione delle molecole nutritive. L'acqua viene persa dai polmoni sotto forma di aria
umida, viene eliminata con le feci, perduta attraverso il sudore, e rimossa dal sangue tramite
l'eliminazione di urina, modalità che rappresenta la principale via attraverso cui avviene la
perdita d'acqua. Per un normale stato di salute è necessaria l'eliminazione di almeno 500
mL al giorno poiché c'è bisogno di una certa quantità d'acqua per rimuovere a livello renale i
prodotti di rifiuto tossici. Diversi ormoni intervengono nella regolazione del processo di
escrezione: l'ormone antidiuretico, prodotto dalla ghiandola ipotalamo presente nel cervello,
favorisce il recupero di acqua da parte del corpo; sia il freddo intenso sia il consumo di alcol
impediscono la secrezione di ADH e quindi fanno aumentare la produzione di urine;
l'aldosterone, è prodotto dalla corticale surrenale e ha la funzione di riassorbire dalla corrente
sanguigna gli ioni sodio e di favorire l'eliminazione degli ioni potassio. Vi sono diversi altri
ormoni che regolano la funzione renale, in risposta agli aumenti di volume o della pressione
del sangue: il peptide natriuretico atriale fa aumentare l'escrezione dell'acqua e fa abbassare
la pressione sanguigna; questo ormone, rilasciato a livello del cuore, agisce direttamente sul
nefrone stesso e inibisce anche la produzione di aldosterone.
Il sistema immunitario
L'ambiente in cui viviamo è popolato da un gran numero di microrganismi patogeni, causa di
malattie, essendo in grado di penetrare nei nostri tessuti e danneggiarne le funzioni vitali. La
difesa contro questi microrganismi è uno dei compiti più importanti che il nostro corpo svolge
per conservare la propria omeostasi. Tale difesa è attuata dal sistema immunitario. I tre
principali tipi di organismi patogeni sono i virus, i batteri e i parassiti (tra cui protozoi,
funghi, vermi piatti). Nel corso della loro lunga evoluzione gli organismi hanno sviluppato un
certo numero di strategie per impedire l'ingresso di sostanze e microrganismi nocivi o per
eliminarli una volta entrati. Negli esseri umani una prima protezione è affidata a un insieme
di difese che prende il nome di immunità innata, tali difese sono costituite da:
1. barriere anatomiche, come la pelle o le cellule specializzate nella secrezione di muco
che ostacolano l'ingresso di patogeni;
2. una serie di azioni che distruggono in maniera indiscriminata qualsiasi materiale estraneo
con cui il corpo viene a contatto.
Il sistema immunitario però può reagire anche in modo altamente specifico, dando luogo a
reazioni mirate in base alle caratteristiche di ciascun invasore: costituiscono l'immunità
acquisita. Sia la risposta innata sia la risposta acquisita dipendono dall'azione combinata di
diversi tipi di globuli bianchi, o leucociti. Queste cellule hanno una vita limitata e devono
essere continuamente rimpiazzate. Tutti i differenti tipi di globuli bianchi (e di globuli rossi),
derivano dalla divisione e dal differenziamento delle cellule staminali multi-potenti,
localizzate nel midollo delle ossa lunghe come quelle delle gambe e delle braccia.
Il liquido che, spinto dalla pressione sanguigna, esce dai capillari non rientra del tutto nel
circuito venoso: la parte chiamata liquido interstiziale, rimane nei tessuti e viene raccolto dal
sistema linfatico, che lo riconduce nella corrente sanguigna. Il liquido trasportato da questo
sistema è detto linfa. Il sistema linfatico è costituito da una rete di interconnessione di vasi
sempre più grandi. Un'importante differenza consiste nel fatto che i capillari linfatici finiscono
a fondo cieco negli spazi intercellulari dei tessuti e non fanno parte di un circuito continuo. Il
liquido diffonde nei capillari linfatici, da dove passa in grandi canali che si versano in due
vene sotto le clavicole, le vene succlavie, che si incontrano poi tutte nella
vena cava superiore. La linfa circola sia grazie alle contrazioni dei
muscoli del corpo che premono sui vasi linfatici sia grazie a contrazioni
peristaltiche dei vasi stessi, inoltre la presenza di valvole ne impedisce il
reflusso. Il sistema linfatico contribuisce al trasporto dei lipidi introdotti
con l'alimentazione, ma è anche fondamentale per il sistema immunitario, che attraverso di
esso è connesso con tutti gli altri sistemi del corpo. Trasportati dai vasi linfatici, i globuli
bianchi prodotti dal midollo osseo si accumulano e maturano all'interno di organi e tessuti
specializzati detti linfoidi, come il timo, le tonsille e la milza. Per questo motivo i tessuti
linfoidi sono soggetti a infiammazioni causate da infezioni batteriche; le tonsille, essendo nota
la loro importante azione di difesa, oggi si preferisce curarle con antibiotici anziché
asportarle. Situati in mezzo al sistema di vasi linfatici ci sono i linfonodi, masse di tessuto
spugnoso divise in comparti e anch'esse particolarmente ricche di linfociti e di macrofagi. La
linfa che entra nel linfonodo porta con sé batteri, virus e altri agenti pericolosi; i linfonodi,
quindi, hanno funzione di filtri che si attivano per rimuovere dalla corrente circolatoria
microbi, particelle estranee, detriti di tessuti e cellule morte.
Immunità innata
Quando un microrganismo patogeno cerca di entrare nel nostro corpo, incontra una prima
barriera costituita da un rivestimento esterno rappresentato dalle cellule morte della pelle e
da uno interno formato dalle mucose e dai succhi gastrici. Raramente la pelle, se è integra,
lascia passare batteri e virus, ed è quindi un'ottima protezione. Anche le mucose ostacolano
l'ingresso di microrganismi pericolosi secernendo muco (per esempio nel naso, nella trachea o
nel canale vaginale), mentre i succhi digestivi contenuti nello stomaco demoliscono gli agenti
patogeni ingeriti col cibo. Se un microrganismo riesce a oltrepassare questa prima linea di
difesa del corpo, incontra un secondo fronte difensivo costituito dalle cellule dendritiche e da
globuli bianchi detti macrofagi, che si trovano strategicamente nelle zone dell'organismo in cui
è più facile incontrare agenti invasori, per esempio nei tessuti a contatto con l'ambiente
esterno o nella milza e nel fegato. Cellule dendritiche e macrofagi svolgono due funzioni:
1. demoliscono un microrganismo invasore dopo averlo fagocitato (processo mediante cui le
cellule possono avvolgere e inglobare altre cellule o particelle estranee);
2. poi lo «presentano» sulla loro superficie cellulare esterna, esponendo frammenti
delle sue proteine e di altre sostanze derivate dalla sua digestione .
Un altro gruppo di cellule con funzioni di difesa non specifica è costituito dalle natural killer,
globuli bianchi importanti perché sono in grado di distruggere quelle cellule che presentano
sulla loro superficie anomalie dovute al fatto di essere cancerose oppure infettate da virus.
Nel plasma sanguigno sono presenti diverse proteine che hanno un'importante funzione di
difesa: una ventina di proteine che fanno parte del sistema del complemento che, interagendo
tra loro, svolgono molteplici funzioni difensive contro l'aggressione di microrganismi patogeni
(attraggono i leucociti verso il sito dell'infezione oppure si attaccano a una cellula patogena
(come un batterio) e praticano un'apertura nella sua membrana determinando così la rottura.
Un'altra ampia serie di sostanze proteiche coinvolte nella risposta innata è costituita dalle
citochine, messaggeri chimici potenti prodotti dai globuli bianchi; il loro compito è di
sincronizzare le comunicazioni tra le varie componenti della risposta immunitaria: gli
interferoni, importanti proteine in grado di rendere le cellule più resistenti ai virus, e le
interleuchine, messaggeri chimici che consentono la comunicazione tra cellule anche lontane: in
caso di infezione, una interleuchina può raggiungere una zona del cervello preposta al
controllo della temperatura corporea e determinare l'insorgere della febbre.