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FISIOLOGIA CARDIOVASCOLARE

Dati da ricordare:

 Pressione sanguigna arteriosa a riposo (pressione sistolica)= 120/80 mmHg


 Frequenza cardiaca= 60-70 battiti/minuti
 Gittata cardiaca a riposo(gittata sistolica* frequenza cardiaca)= 5 L/min
 Gittata sistolica= 70 ml

La gittata è il volume di sangue che viene espulso a livello cardiaco in un minuto. In condizioni di sforzo fisico
o stress, il valore della gittata può aumentare fino a 25-30 L/minuto. La pressione è la forza propulsiva del
cuore che, con le sue contrazioni ritmiche genera una pressione che spinge il sangue in circolo all’interno dei
vasi. Questi ultimi possono essere divisi in base alle loro caratteristiche. Esistono i:

- Vasi di pressione (arterie)


- Vasi di capacità (vene)
- Vasi di resistenza (arteriole)
- Vasi di scambio (capillari)

Le arterie sono vasi di grosso calibro, con pareti elastiche e robuste che riescono ad accogliere l’onda di
pressione generata a livello cardiaco: si distendono e accolgono così le variazioni di pressione. È importante
sottolineare la differenza tra distensione e dilatazione. Nel primo caso di fa riferimento all’azione delle arterie
di pressione che riescono a distendere le loro pareti permettendo il transito del sangue. Nel caso della
dilatazione (e anche della costrizione), si fa riferimento alle arteriole (vasi di resistenza). Esse sono
paragonabili a veri e propri rubinetti in quanto possono aumentare o diminuire il diametro di un vaso. La
pressione viene quindi viene generata a livello cardiaco e viene successivamente regolata sia a livello
cardiaco sia a livello delle arteriole/vasi di resistenza.

Arterie: trasportano il sangue ad alti regimi pressori verso i tessuti e funzionano da serbatoi di pressione.
Hanno pareti robuste e elastiche.
Arteriole: funzionano da valvole di controllo attraverso le quali il sangue passa ai capillari. Hanno pareti con
componente muscolare che consente la variazione del calibro del vaso (regolato dal SNA)
Capillari: permettono gli scambi tra plasma e LEC. Pareti sottili e permeabili.
Venule: raccolgono il sangue refluo dai capillari.
Vene: funzionano da serbatoi di volume. Pareti sottili ed elastiche con componente muscolare che consente
la regolazione del calibro.

Il SNA è divisibile in simpatico e parasimpatico: la loro azione è antagonista ma l’unico che effettivamente
regola il diametro dei vasi è il simpatico. È sempre il simpatico che regola entrambi gli eventi.
Nel caso della costrizione il simpatico aumenta la sua scarica e così induce la contrazione della muscolatura
liscia attorno ai vasi, di conseguenza il diametro dei vasi si restringe. Nel caso della dilatazione, il simpatico
riduce la sua scarica, stimola meno la muscolatura liscia, non ne induce la contrazione e in conclusione il
diametro del vaso risulta più largo. Pertanto in entrambi i casi viene modificata soltanto la quantità di scarica
simpatica sulla muscolatura liscia dei vasi. L’azione del parasimpatico a livello cardiovascolare è
praticamente nulla.
A livello arterioso troveremo sempre un’alta pressione, mentre a livello venoso troveremo sempre una bassa
pressione. I vasi venosi vengono infatti definiti vasi di capacità proprio per la loro caratteristica simile a dei
serbatori: possono infatti accogliere un volume di sangue.

Il circolo sanguigno è organizzato in distretti disposti in parallelo. Questa disposizione è fondamentale


perché permette che:

- Tutti gli organi ricevano sangue ugualmente ossigenato


- Il flusso di un organo venga regolato in maniera indipendente da un altro, in base alle sue esigenze
metaboliche. Questo secondo punto è particolarmente importante durante l’esercizio fisico. Questa
regolazione ci permette di avere una gestione del flusso ematico che varia in base alle esigenze dei
vari distretti.

Vengono alimentati più organi con una bassa resistenza in quanto la Rtot è più piccola delle resistenze
in parallelo.
Essendo ΔP uguale in tutti i condotti ed il flusso F, la somma dei flussi attraverso i singoli elementi risulta
che 1/Rt= 1/R1+1/R2+1/R3. La resistenza totale è inferiore alle resistenze dei singoli segmenti e si riduce
proporzionalmente al numero dei condotti in esame. Se n vasi posti in parallelo hanno la stessa
resistenza R:
Rtot= R/n
La resistenza vascolare sistemica totale è inferiore ad ogni singola resistenza degli organi (sistemi
vasali in parallelo).

 Nel sistema circolatorio, la maggiore resistenza al flusso è determinata dalle arteriole, che
hanno diametri inferiori a quelle delle arterie.
 I capillari, pur essendo in assoluto i vasi con diametro minore, offrono bassa resistenza perché
sono disposti in parallelo ed il loro numero è molto superiore a quello delle arteriole.

Man mano che il fluido scorre nel sistema, la pressione diminuisce con la distanza, poiché l’energia
viene persa per vincere le resistenza. Questa è la situazione che si verifica nel sistema circolatorio.
La maggior caduta pressoria e quindi la maggior resistenza si verifica a livello delle arteriole. La
maggior caduta pressoria e quindi la maggior resistenza si verifica a livello delle arteriole.
L’andamento della pressione lungo l’albero circolatorio è modificato da variazioni del tono vascolare
che determina il calibro dei vasi e quindi la resistenza.

In contenitori con parete distendibile (organi cavi, vasi), la parete sottoposta ad una forza
distendente (P) sviluppa una forza resistente, ossia la tensione T.
Per la LEGGE DI LAPLACE: la tensione parietale (T), dipende da: P, spessore della parete (d), e
raggio del contenitore (r), secondo l’equazione: T = (P x r)/d

La parete di un baso è in equilibrio se la forza distendente P è bilanciata da T. La parete di un vaso


si rompe se la T sviluppata non è sufficiente a sostenere P. La legge di Laplace applicata ai vasi
ematici spiega perché:

 Vasi di piccolo calibro (capillari) possono sostenere pressioni intravasali relativamente


elevate senza rompersi. Per sostenere P è sufficiente una T bassa.

La distensibilità delle pareti dei vasi rende il circolo dipendente dalla forza di gravità. La pressione esercitata
da una colonna di liquido aumenta con l’altezza secondo la relazione (legge di Stevino)= ΔP= densità x
altezza x g

La pressione idrostatica (Pi) esercitata da una colonna d’acqua è 0.74 mmHg. Poiché sangue= acqua.
Pi= [(h) x 0.74] mmHg

IL CUORE

è un organo muscolare cavo di forma conica (9 cm x 12 cm) che pesa circa 300-350 g. Esso è posto in
posizione obliqua rispetto alla linea mediana del torace e la sua punta (apice), rivolta verso il basso si trova
dietro il 5° spazio intercostale SX. è ruotato intorno al suo asse longitudinale in modo tale che atrio e
ventricolo DX rappresentino la superficie anteriore. È costituito da 4 camere e da uno scheletro fibroso
formato dai 4 anelli fibrosi che circondano i 4 orifizi valvolari: 2 valvole atrioventricolari (bicuspide a sx e
tricuspide a dx) e 2 valvole semilunari arteriose. Una caratteristica importante è che possiede un anello
fibroso che si trova a livello del piano delle valvole. Esso ha una duplice funzione:
1) strutturale, che permette la disposizione delle valvole
2) isolante.
Il cuore è costituito da un tessuto muscolare particolare, infatti le cellule che lo compongono sono unite tra di
loro tramite dischi intercalari. La funzione di questi dischi è quella di permettere la trasmissione veloce delle
cariche tramite una sinapsi elettrica. L’impulso elettrico viene generato livello del nodo senoatriale,
trasmesso a livello delle pareti atriali, condotto a livello del nodo atrioventricolare tramite i fasci
internodali e infine condotto a livello ventricolare tramite il fascio comune. Se non ci fosse l’anello fibroso,
l’impulso risalirebbe a livello degli atri; invece il tessuto cartilagineo che costituisce l’anello fibroso non
permette la sinapsi elettrica poiché non possiede i dischi intercalari e proprio per questo blocca l’impulso alla
base del cuore.
Poiché non ci sono valvole a livello dell’atrio e vena corrispondente, durante tutto il ciclo cardiaco, il sangue
continua a fluire indisturbato a livello dell’atrio, mentre il ventricolo lavora. Il sangue che torna al cuore e
riempie l’atrio fluendo dalle vene prende il nome di ritorno venoso ed è continuo per tutta la durata del ciclo.
Bisogna ricordare che il ciclo cardiaco, comprensivo di sistole e diastole, dura circa 0,8 secondi. Nel
soggetto normale a risposo, la fase di rilassamento (diastole), dura circa 0,5 secondi; solo 0,3 secondi sono
costituiti dalla fase contrattile vera e propria (sistole).

La muscolatura degli atri è leggermente più sottile di quella ventricolare e risulta esserci una notevole
differenza di spessore tra il ventricolo sx e quello destro. Quest’ultima caratteristica è importante per il
passaggio delle coronarie. Durante la sistole ventricolare, la pressione che viene ad essere esercitata nel
ventricolo di sx (120 mmHg) va quasi ad azzerare il flusso delle coronarie. Invece durante la fase di diastole,
mentre il ventricolo di sx si riempie, nelle coronarie di sx avviene il recupero del flusso.
La situazione cambia nel cuore di destra. Durante la fase di sistole il flusso nelle coronarie continua poiché la
pressione nel cuore di dx è più bassa e non va ad interferire eccessivamente con il passaggio di sangue.

Di seguito valori da ricordare:

 Il flusso ematico attraverso il muscolo cardiaco è circa 20 volte superiore a quello attraverso
il muscolo scheletrico.
 Il consumo di ossigeno del miocardio è 7-9 ml/min per 100g contro 0.15 ml/min per 100g del
muscolo scheletrico a riposo.
 Densità capillare del cuore (molto elevata): 3 x 103 capillari /mm2
 Flusso a riposo del cuore: 60-80 ml/min/100 g tessuto (circa 5% GC)
 Flusso in attività fisica: 200-300 ml/min per 100g tessuto.

LE CORONARIE

Originano immediatamente al di sopra della valvola aortica. La disposizione delle coronarie non è uguale in
tutti i soggetto, infatti si parla di dominanza di dx e di sx.
L’arteria coronaria DX irrora la porzione libera della parete del ventricolo DX, mentre l’arteria coronarica SX
irrora il ventricolo SX e il setto interventricolare. Infine l’arteria discendente posteriore nasce dalla coronaria
dx nel 50% e dalla sx nel 20% della popolazione; ma anche nel 30% da entrambe (flusso bilanciato).
Il nodo senoatriale è irrorato dalla coronaria DX nel 70% della popolazione, dalla SX per il 25% e da
entrambe per il 50%. Il nodo atrioventricolare è irrorato dalla coronaria DX nell’80% della popolazione, dalla
SX per il 10% e da entrambe per il restante 10%.

LA CONTRAZIONE

Ci sono 3 concetti riguardanti la contrazione fondamentale da ricordare:

- La contrazione deve essere coordinata e simultanea in tutte le cellule che costituiscono atri e
ventricoli
- La contrazione è innescata dal potenziale d’azione che nel cuore insorge spontaneamente
- L’innervazione del SNA modula l’attività cardiaca ma non la genera.

Prima di iniziare il discorso sulla conduzione cardiaca è importante conoscere i tessuti cardiaci nel dettaglio:
Distinguiamo:

- Tessuto nodale: responsabile dell’insorgere, a livello del nodo seno-atriale, dell’eccitamento


periodico. Esso è dotato di auto eccitabilità e genera spontaneamente il potenziale d’azione. Il
potenziale di membrana è instabile e raggiunge in maniera del tutto autonoma il valore soglia, non
c’è quindi bisogno di alcuna stimolazione esterna. Questo è possibile grazie a canali ionici molto
particolari, espressi proprio nel tessuto nodale, che sono in grado di depolarizzare la cellula. Il
tessuto nodale poi necessità di un tessuto di conduzione.
- Tessuto di conduzione: presenta le stesse caratteristiche del tessuto nodale. È responsabile della
propagazione dell’eccitamento a tutta la muscolatura ventricolare, che può così svolgere
efficacemente l’azione di pompa. Ha alta velocità di conduzione e garantisce così l’attivazione
sequenziale delle diverse parti del cuore. Costituisce l’1% delle cellule cardiache. Anche se la
funzione principale di questo tessuto è condurre il segnale dal nodo del seno, in condizioni particolari
di mancata comunicazione tra nodo del seno e restante parte del sistema di conduzione, il tessuto di
conduzione sarà comunque in grado di creare il potenziale d’azione. Infatti possiede gli stessi canali
ionici anche se meno rappresentati. Nonostante ciò, il tessuto nodale non risulta superfluo in quanto
è l’unico tessuto in grado di mantenere la corretta frequenza di scarica. Riassumendo, non si può
fare a meno del tessuto nodale perché esso ha una frequenza di scarica (numero di potenziali di
azione che vengono ad essere generati da una particolare struttura) elevata, è in grado cioè di
generare un numero di potenziali di azione decisamente maggiore rispetto alle altre strutture. Le
scariche generate dal nodo del seno sovrastano quelle generate dal resto del tessuto di conduzione
(proprio perché sono più frequenti) per cui il resto del tessuto non genererà delle scariche proprie,
ma si limiterà a condurre quelle generate a livello del tessuto nodale.
- Tessuto muscolare: è responsabile della contrazione ritmica che permette l’azione meccanica di
pompa. È attivato dal potenziale d’azione proveniente dalle fibre muscolari vicine. Senza la scarica
generata dal tessuto nodale, il tessuto muscolare mantiene stabile il suo potenziale di membrana
(intorno ai -90 mV) e non avviene alcuna contrazione.

Scala gerarchica del sistema di conduzione:

 Nodo del seno: ha la maggior frequenza di scarica, genera il ritmo sinusale di 70 battiti al minuto.
 Nodo atrioventricolare: comanda soltanto nel momento in cui il nodo del seno non riesce a farlo.
Genera il ritmo nodale con una frequenza di scarica di 50 battiti al minuto.
 Resto del sistema di conduzione: comanda quando tutte le strutture superiori non possono generare
una scarica. Viene generato un ritmo idioventricolare che causa circa 20 battiti al minuto, insufficienti
per vivere.

La capacità di generare una frequenza di scarica più o meno elevata dipende dalla diversa espressione dei
canali ionici. Dove sono espressi in maggior numero, la frequenza di scarica sarà più elevata.

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