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SISTEMA CARDIOVASCOLARE

07/12/2023
LEZIONE PRECEDENTE:
- Da cosa è costituito?
- Differenza tra grande e piccola circolazione
- Distinzione: arterie, vene e capillari
Nella parete di un vaso si identificano tre strati di rivestimento: (A partire da quello più interno e
procedendo verso l’esterno)
 TONACA INTIMA, quella più profonda ed è data da un epitelio pavimentoso semplice più
una lamina basale di tessuto connettivo lasso sulla quale poggia questo strato (quindi cellule
endoteliali + strato)
 TONACA MEDIA, è lo strato intermedio e la composizione è prevalentemente muscolare,
parliamo di muscolatura liscia totalmente involontaria + uno strato più o meno spesso di
fibre muscolari lisce
 TONACA AVVENTIZIA, è uno strato di tessuto connettivo lasso ma rinforzato da fibre
collagene e fibre elastiche
Questa è una descrizione generale che non fa riferimento a un vaso specifico, esistono in termini di
spessore, di composizione delle varie tonache delle differenze, a seconda che si parli di arterie, vasi
o capillari e a seconda del tipo di vena, arteria o capillare che si prende in considerazione
Quali sono le principali differenze?
 La tonaca intima è sempre presente
 Tonaca media nei capillari non c’è, nelle arterie e nelle vene ci sono differenze: più spessa
nelle arterie e nelle vene è più sottile (in quelle di periferia è assente) perché?
La tonaca media è formata da fibre muscolari lisci e in merito alla loro funzione le arterie devono
essere elastiche; quindi, la dotazione di una tonaca capace di dilatarsi e restringersi e capace di
“sopportare” la pressione arteriosa alle arterie fa comodo; ecco perché nelle arterie anche di piccolo
calibro c’è sempre. Contribuisce in maniera importante alla elasticità delle arterie
 Tonaca avventizia: nei capillari non c’è, il rapporto tra arterie e vene è esattamente
all’opposto. Cioè le arterie hanno una tonaca avventizia più sottile rispetto a quella delle
vene (nelle arteriole, arterie di minor calibro, non c’è), nelle vene è lo strato più
rappresentato.
Nella tonaca avventizia delle arterie si trova il maggior quantitativo di fibre collagene e fibre
elastiche per lo stesso motivo della tonaca media (perché alle arterie serve una parete elastica e non
rigida) e quindi le vene sono più rigide.
SEZIONE TRASVERSALE: Se facessi una sezione trasversale in una zona dove c’è sia un’arteria che
una vena: l’arteria la vedo perfettamente circolare, le vene invece tendono a collassare molto
facilmente quindi una sezione trasversale di una vena, è molto facile che le pareti delle vene si
accartoccino le une sulle altre.
Nel complesso le arterie hanno lo strato di rivestimento molto più spesso delle vene tuttavia il
calibro, il diametro delle vene è maggiore.
Le arterie decorrono molto più in profondità rispetto alle vene.

Nell’ambito di vene, capillari e arterie si classificano diversi tipi di arterie, vene e capillari.
Quali sono le principali tipologie?
ARTERIE: le arterie di maggior calibro prendono il nome di arterie elastiche o di conduzione
(aorta, tronco polmonare e arterie polmonari), da queste si assiste ad una riduzione del diametro e
avremo un’arteria di distruzione o anche chiamate arterie muscolari (si ha a che fare con delle
arterie aventi calibro minore); le arterie di minor calibro generalmente presenti in periferia
prendono il nome di arteriole, parliamo di vasi con calibro e parete molto più piccole e sottili.
Dalle arteriole il sangue passa nei CAPILLARI dove avviene la conversione da una tipologia di
sangue all’altra e superati i capillari inizia il DRENAGGIO VENOSO cioè la raccolta del sangue
venoso dalla periferica per far sì che questo possa tornare al cuore
VENE: In termini di diametro il discorso è al contrario, in periferia
abbiamo vene di piccolissimo calibro alle quali si dà il nome di
venule, poi gettano il sangue che passa al loro interno in vene di
calibro maggiore che prendono il nome di vene di medio calibro e
alla fine gettano il loro contenuto nelle vene di grosso calibro che
sono quelle che tornano agli atri quindi: VENE CAVA
SUOERIORE E INFERIORE E LE 4 VENE POLMONARI
PARTIAMO DALLE ARTERIE: Complessivamente distringiamo tre tipologie
 elastiche o di conduzione, sono quelle di calibro maggiore, il diametro va da 1 a 2,5 cm;
conducono il sangue lontano dal cuore e la loro parete (soprattutto la tonaca avventizia) è
particolarmente ricca di fibre elastiche;
 muscolari o di distribuzione, il diametro va da 0.5 a 1 cm, si chiamano di distruzione perché
distribuiscono il sangue agli organi, quindi sono più lontane dal cuore e generalmente
prendono il nome del distretto anatomico o dell’organo che vanno a irrorare, (esempi: arterie
mesenteriche, responsabili della vascolarizzazione del tratto intestinale o l’arteria brachiale,
renale, Eliache); le fibre elastiche sono raggruppate in due lamine : elastiche interna(sotto la
tonaca media) ed elastica esterna ( quella collocata sotto la tonaca avventizia); oltre che di
distribuzione si chiamano muscolari perché e cospicua la presenza di fibre muscolari nella
loro tonaca media.
 arteriole, il diametro arriva a 0,3 cm e abbiamo a che fare con una tonaca intima e un
singolo strato di cellule muscolari lisce (come tonaca media).
LE ARTERIE SACRIFICANO SEMPRE LA TONACA AVVENTIZIA
Nelle prime due abbiamo più stati di fibre muscolari lisce
CAPILLARI: Sono dei vasi di piccolissimo calibro, sede degli scambi gassosi nei quali avviene
anche la cessione dei nutrienti e l’acquisizione delle sostante di rifiuto. Quindi sono una vera e
propria sede di scambio. Sono formati solo dalla tonaca intima costituita da uno strato di cellule
endoteliali più la lamina basale. (Non è un caso che l’endotelio sia dato da cellule pavimentose
presenti in singolo strato, perché? Devono passare le sostanze).La velocità di movimento del sangue
dei capillari è bassissima e anche questo non è casuale, per agevolare gli scambi che devono
verificarsi.
Generalmente i capillari sono organizzati in PLESSI CAPILLARI, cioè in gruppi e sono dei vasi di
racconto tra le arterie e le vene, sia a livello periferico, sia a livello polmonare. Distringiamo 3 tipi
 capillari continui
 capillari fenestrati
 sinusoidi
Essi hanno un grado di apertura nelle pareti dei capillari crescente, nel senso che i continui hanno la
tonaca intima senza interruzioni, sono quelli che troviamo più frequentemente e questo comporta
che i capillari continui permettano soltanto il passaggio di molecole che hanno dimensioni
piccolissime.
I fenestrati sono una via di mezzo, cioè la lamina basale non presenta interruzioni ma ci sono
numerosi pori sulla superficie delle cellule endoteliali e questo agevola il passaggio di molecole
comunque non grandissime, compatibili con le aperture di questi pori (li troviamo a livello renale).
I sinusoidi: hanno delle vere e proprie interruzioni tra una cellula endoteliali e l’altra e anche la
lamina basale presenta delle ampie interruzioni e quindi questo tipo di capillare si localizza in tutte
quelle sedi nelle quali si devono spostare dal lume all’esterno del capillare non solo delle molecole
ma delle cellule intere. (li troviamo a livello del midollo osseo, o nel fegato perché è predisposto a
sottrarre al sangue sostanze di rifiuto e si occupa della distruzione di globuli rossi invecchiati che
appunto per uscire dal capillare devono incontrare delle aperture tali da poter passare).
VENE. Abbiamo detto che partendo dalla periferia e tornando al cuore dal punto di vista del
diametro l’andamento è nettamente opposto rispetto a quanto visto per le arterie. Quindi partiamo
da vene di piccolo calibro che prendono il nome di venule che si gettano nelle vene di medio
calibro le quali a loro volta riversano sangue venoso nelle vene di grosso calibro ( le 2 vene cave e
le 4 vene polmonari, quelle che tornano agli altri).
Abbiamo già descritto in che modo differiscono le 3 tonache delle vene, nel complesso lo spessore
della parete delle vene è più sottile rispetto alla parete dell’arteria, ma il diametro di una vena è
molto più grande rispetto a quello di un arteria
Abbiamo detto che tendono facilmente a collassare, quindi è difficile riuscire ad individuarle aperte
e se il sangue che viaggia nelle arterie riesce a raggiungere distretti molto lontani dal cuore e anche
talvolta a viaggiare contro forza di gravità è perché le arterie, o meglio al sangue arterioso viene
impressa una pressione che si chiama PRESSIONE ARTERIOSA, tutto questo non è presente nelle
vene che però dalla periferia questo sangue deve tornare al cuore quindi anche per le vene è valido
il discorso che molto spesso il sangue venoso è costretto a muoversi contro forza di gravità ma non
essendo sottoposto a una pressione, come fa il sangue a spostarsi?
Lo fa perché all’interno delle vene la tonaca intima che viene rinforzata da fibre di collagene,
talvolta forma delle vere e proprie VALVOLE. Quindi le vene differiscono dalle arterie anche per il
fatto che il passaggio di sangue è guidato continuamente dall’apertura e dalla chiusura delle valvole,
che si chiudono posteriormente al sangue che si sta muovendo obbligandolo a risalire verso l’alto e
così arriva al cuore. Questa è una caratteristica unica delle vene e non presente nelle arterie.
Le vene e le arterie decorrono sempre parallelamente le une alle altre, nel senso che, accanto ad un
vaso venoso c’è sempre un vaso arterioso e viceversa e generalmente sono somiglianti per calibro,
quindi le venule decorrono quasi sempre parallelamente alle arteriole, le vene di medio calibro
decorrono parallelamente alle arterie muscolari, le vene di grosso calibro decorrono nelle vicinanze
rispetto le arterie elastiche.
 Le vene di grosso calibro tornano agli altri, hanno diametro maggiore e tonache
particolarmente spesse,
 il tutto si riduce passando alle vene di medio calibro, nelle quali il diametro è tra i 2 e i 9
mm, la tonaca media comincia ad assottigliarsi;
 passando alle venule, sono quelle che hanno il diametro minore di tutte, talvolta hanno perso
la tonaca media mantenendo la tonaca avventizia.
Questa è l’organizzazione delle valvole, componente fondamentale delle vene (se
malfunzionamento: patologie) ? queste valvole si originano da dei piegamenti della tonaca intina
che in alcuni punti viene rinforzata da fibre collagene proprio con la finalità di fornire queste
valvole; soprattutto negli arti inferiori sono presenti delle strutture che prendono il nome di pompe
muscolari scheletriche, ovvero l’insieme della muscolatura scheletrica e della valvola del vaso
venoso di riferimento perché da una contrazione della muscolatura scheletrica prosegue uno
schiacciamento della valvola venosa permettendo l’avanzamento del sangue contro forza di gravità.
Quindi la pompa muscolo-scheletrica altro non è che la collaborazione tra la muscolatura
scheletrica degli arti soprattutto inferiori e il funzionamento delle valvole presenti.
SISTEMATICA VASALE
Il

principale vaso arterioso che ha origine


dal ventricolo di sx è l’AORTA, la forma è quella di avere un tratto ascendente (si porta su dal
ventricolo di sinistra) creando poi un arco detto arco aortico e dato origine ad una lunga porzione
discendente nella quale si individuano due tratti: aorta toracica e aorta addominale.
Quindi complessivamente il vaso aortico è divisibile in quattro regioni: aorta ascendente, arco
aortico, aorta toracica e aorta addominale. Ognuno di questi tratti dà origine a delle diramazioni
1. AORTA ASCENDENTE hanno origine sono due vasi arteriosi: coronaria di destra e
coronaria di sinistra (vascolarizzazione del muscolo cardiaco rispettivamente di destra e
sinistra);
2. ARCO AORTICO:
- SINISTRA: arteria carotide comune
sinistra (vascolarizza la porziona sinistra
del collo e dell’encefalo) e la succlavia
sinistra (vascolarizza l’arto superiore
sinistro e la spalla sinistra)
- destra: TRONCO
BRACHIOCEFALICO e da qui hanno
origine l’arteria carotide comune di
destra (vascolarizza la porzione destra
dell’encefalo e del collo) e l’arteria
succlavia di destra (vascolarizza l’arto
superiore destro e la spalla destra)
Perché a destra ho il tronco brachiocefalico e a sinistra no? perché il cuore è localizzato
medialmente ma con la punta, con l’apice un po' più rivolto verso sinistra quindi i vasi per arrivare a
destra hanno bisogno di un pezzetto in più, quindi la parte destra è un po' più lontana dall’aorta e
dal cuore, quindi il tronco brachiocefalico è quel pezzetto di vaso arterioso che compensa questa
maggiore distanza rispetto il cuore,
3. AORTA TORACICA:
- TERMINA all’estremità con
l’arteria iliaca comune di sx e
l’arteria eliaca comune di
destra (vascolarizzano sx: arto
inferiori sinistro e la porzione
sinistra della pelvi, mentre a
destra la parte destra)
- Dall’AORTA TORACICA
emergono solo due vasi ovvero
l’arteria bronchiale di sx e l’arteria bronchiale di destra che vascolarizzano i
polmoni
4. AORTA ADDOMINALE da qui emergono diversi vasi:
- dalla SUPERFICE ANTERIORE emergono tre vasi, tutti e tre responsabili della
vascolarizzazione del tratto gastrointestinale, sono (sono vasi impari): tronco
celialo, arteria mesenterica superiore (vascolarizza la porzione superiore del tubo
digerente) e arteria mesenterica inferiore.
- dalla SUPERFICIE LATERALE emergono le due arterie renali (sx: vascolarizza il
rene sx e a dx vascolarizza il rene di destra)
- sempre dall’aorta addominale emergono l’arteria gonadica di sinistra che
vascolarizza le gonadi sinistri sia maschili che femminile e l’arteria gonadica di
destra che vascolarizza le gonadi localizzate a destra.
(SISTEMA PORTALE: è un sistema, un insieme di più letti capillari messi in comunicazione tra di
loro dalle vene)
SISTEMA PORTALE EPATICO prevede l’insieme di 5 vene tutte di derivazione gastrointestinale
che confluiscono in un’unica grossa vena che prende il nome di VENA PORTA (uno dei vasi che
entra nel fegato), l’esistenza di questo sistema portale garantisce al sangue proveniente da queste 5
vene; quindi, sangue venoso e carico di nutrienti (assorbiti nel tratto intestinale) di entrare nel
fegato, il quale lavora su questo sangue.
I 5 vasi venosi sono:
- VENA MESENTERICA SUP drena il sangue dallo stomaco e dall’intestino crasso
- VENA MESENTERICA INF drena il sangue dall’intestino crasso
- VENA SPLENICA drena il sangue da milza e pancreas
- VENA GASTRICA drena il sangue dallo
stomaco
- VENA CISTICA drena il sangue dalla cistifellea
Dopo che viene elaborato dagli epatociti il sangue lascia il
fegato mediante tre vene, che gettano il loro contenuto
nella vena cava inferiore:
- Vena epatica media
- Vena epatica superiore
- Vena epatica inferiore
Tra vena porta e vene epatiche c’è il fegato che riceve il sangue dalla vena porta e lavora con questo
sangue
CIRCOLAZIONE CELEBRALE (arteriosa):
vascolarizzazione arteriosa dell’encefalo
Il vaso di partenza è sempre l’aorta, abbiamo visto che
dall’arco aortico si origina l’arteria carotide comune sx e
dx e l’arteria succlavia sx e dx, tutte sono coinvolte nella
generazione di vasi che andranno ad irrorare l’encefalo.
Partiamo dalle diramazioni delle CAROTIDI COMUNI (vale sia a destra che a sx). Si originano
una
1. Arteria carotide esterna
2. Arteria carotide interna, da questa si originano due vasi arteriosi:
- l’arteria celebrale anteriore (vascolarizzano lobi frontali e parietali)
- arteria celebrale media (vascolarizzano il mesencefalo)
Dall’ARTERIA SUCCLAVIA (sia a destra che a sx) si origina un’arteria vertebrale che risale
superiormente attraversa il FORAME MAGNO entra così in scatola cranica e lo stesso vaso
cambierà nome e si chiamerà arteria basilare, da qui si originano le arterie celebrali posteriori che
vascolarizzano la porzione posteriore dell’encefalo.
Alcuni di questi vasi generarono intorno
alla SELLA TURCICA (zona dello
sfenoide in cui alloggia l’ipofisi) una
sorta di struttura vasale chiusa che prende
il nome di poligono di Willis è un
insieme di vasi che formano una struttura
chiusa intono all’ipofisi la cui funzione è
quella di garantire un’irrorazione
encefalica ininterrotta. Il poligono di
Willis mette in comunicazione le carotidi
interne e l’arteria basiale, utilizzando le
arterie celebrali anteriori e posteriori.

CIRCOLAZIONE POLMONARE
Sappiamo che ha origine dal ventricolo destro mediante il tronco polmonare che si biforca a
formare le due arterie polmonari, il sangue va nei polmoni e dai polmoni torna mediante le 4 vene
polmonari
Dal tronco polmonare originano quindi due arterie:
- Arteria polmonare di destra, si originano 3 arterie lobari esse si ramificano in arterie più
piccole che prendo il nome di arterie segmentali (sono 10) e poi arteriole e infine capillari
polmonari
- Arteria polmonare sinistra, si originano 2 arterie lobari, da qui si originano 8-9 arterie
segmentali, arteriole e poi capillari polmonari
Le diramazioni delle arterie polmonari si chiamano arterie lobari
(I due polmoni non sono tra di loro uguali, quello di destra è più grande di
quello di sinistra e in quanto tale nel polmone di destra riesco a suddividere tutta
la superfice il 3 lobi: uno superiore, uno intermedio e uno inferiore. Il polmone
di sinistra essendo più piccolo presenta solo due lobi: superiore e interiore)
SISTEMA LINFATICO, decorre parallelamente al sistema cardiovascolare.
Si avvale dei vasi linfatici (simili alle vene) all’interno dei quali scorre l’altro
tipo di tessuto connettivo liquido ovvero la LINFA, c’è anche un tessuto
associato al sistema linfatico che si chiama TESSUTO LINFOIDE, ossia un tessuto connettivo
associato ai vari visceri e contenente per lo più linfociti, esplicando quindi anche la sua funzione
protettiva.

FUNZIONI
- Produrre maturare e portare in circolo i LINFOCITI per garantire sempre una rapida risposta
immunitaria in tutti i distretti dell’organismo. •
- Riassorbire l’eccesso di LIQUIDO INTERSTIZIALE e riportarlo nella circolazione venosa
- Regolare VOLEMIA (volume totale del sangue di un organismo e comprende sia il volume
del sangue circolante nei vasi sanguigni sia quello del sangue immobilizzato in alcuni organi
come, ad esempio, fegato o milza.)
- TRASPORTO di lipidi e vitamine liposolubili
i VASI LINFATICI sono un componente del sistema linfatico e volendoli assimilare ai vasi ematici
pensiamo alle vene; quindi non sono soggetti a pressione e quando la linfa si muove contro forza di
gravità sono dotati di valvole che permettono
l’avanzamento della linfa. Iniziano a fondo cieco, in
periferica e da essa si muovono verso il centro aumento il
loro calibro, per cui si distinguono diversi tipi di vasi
linfatici e a partire da quelli di minor calibro
- Capillari linfatici
- Vasi linfatici
- Tronchi linfatici
- Dotti linfatici
I capillari linfatici essendo intrecciati al letto dei capillari periferici riescono a svolgere quella
funzione di recupero del liquido interstiziale in eccesso. Ci sono dei particolari capillari linfatici a
livello intestinale che prendono il nome di VASI CHIRIFERI che svolgono un ruolo
importantissimo perché permettono l’assorbimento dei lipidi assunti con la dieta.
I dotti linfatici presenti nel nostro organismo sono due:
- Dotto linfatico di destra, si occupa del drenaggio linfatico solo della parte destra della testa,
del collo, del torace e l’arto superiore destro
- Dotto toracico, drena tutto il resto dell’organismo; inizia anteriormente alla seconda
vertebra lombare in una zona chiamata CISTERNA DEL CHILO, poi risale superiormente e
getta il suo contenuto nella vena succlavia di sinistra (responsabili del drenaggio venoso
degli arti superiori).
ORGANI LINFOIDI. Sono disseminati lungo i vasi linfatici sono 4 e si distinguono in:
- PRIMARI: timo e midollo osseo, primari perché in essi si assiste ad una maturazione dei
linfociti ovvero i linfociti B e T diventano immunocompetenti, vuol dire che diventano
capaci di riconoscere un antigene che proviene dall’esterno, legarlo e attivare un
meccanismo di difesa contro quell’antigene e conservarne memoria.
- SECONDARI: milza e linfonodi, secondari perché in essi i linfociti arrivano già maturi, già
immunocompetenti.
Il MIDOLLO OSSEO: dal punto di vista istologico è un tessuto
connettivo lasso, è un organo emopoietico (midollo osseo rosso),
nel quale avviene la formazione delle cellule mature del sangue
(globuli rossi, bianchi e piastrine).
- Ma come è fatto questo midollo osseo? Alterna delle zolle
di midollo nelle quali ci sono tantissime cellule in vario
grado di differenziamento.
- Quali cellule? Precursori dei globuli rossi, precursori dei
globuli bianchi, precursori dei megacariociti e a queste zolle si alternano dei sinusoidi
(capillari con grosse interruzioni), perché quando queste cellule avranno raggiunto un
sufficiente grado di maturazione, dal midollo osseo entrano all’interno del sinusoide e
quindi entrano in circolo.
LINFONODI: sono tantissimi e sono presenti lungo il corso di tanti vasi
linfatici, per questo controllano cosa transita nella linfa. Sono prevalentemente
formati da linfociti e monitorano il contenuto della linfa che viaggia all’interno
dei vasi linfatici.
LA MILZA: è il più grosso organo linfatico, è incastrata tra il diagramma (sopra)
lo stomaco (posizionato anteriormente) e rene sx (posizionato posteriormente).
Ha una funzione di distruzione dei globuli rossi invecchiati ( simile al fegato) e la
funzione è identica a quella dei linfonodi ma espletata sul sangue quindi essendo
piena di linfociti e macrofagi controlla la composizione del sangue innescando
risposte immunitarie qualora individui degli antigeni all’interno della
circolazione ematica.

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