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I circuiti distrettuali

ATTIVITA’ CARDIACHE
ATTIVITA’ CARDIACHE
ATTIVITA’ CARDIACHE
ATTIVITA’ CARDIACHE
Organi di senso arteriosi
Recettori che
trasmettono le
informazioni al tronco
celebrale per regolare
battito cardiaco,
vasomotilità e la
respirazione.

•Seni carotidei
(barocettori sensori di
pressione) carotide
comune interna ed
esterna

•Glomi carotidei
chemorecettori nelle
Regolano la composizione del sangue mandando dei carotidi comunni
segnali al tronco celebrale per regolare pH, CO2 e O2 •Glomi aortici nell’arco
aortico
Arterie e Vene
• Arterie
– Portano il sangue dal cuore verso i capillari
– Sostengono alta pressione
– Pareti posseggono strato di muscolatura
• Vene
– Riportano il sangue dai tessuti al cuore
– Pressione minore
• Si distinguono tre strati
– Tonaca intima (TI)
– Tonaca media (TM)
– Tonaca avventizia (TA)
STRUTTURA DEI VASI
•TONACA INTIMA è esposta al sangue, epitelio squamoso semplice (endotelio),
membrana basale e tessuto connettivo lasso. Agisce da barriera selettiva per i
materiali che entrano ed escono dal flusso sanguigno. L’endotelio secerne sostanza
chimiche che stimolano contrazione e dilatazione dei vasi. Quando l’endotelio è
danneggiato, le piastrine possono aderire ad esso e formare un coagulo di sangue.

•TONACA MEDIA è lo strato centrale più spesso, costituito da muscolo liscio.


Collagene e tessuto elastico. Il calibro di questo strato varia da un vaso all’altro. Da
rinforzo ai vasi e permette variazioni di calibro (vasocostrizione e vasodilatazione)

•TONACA AVVENTIZIA è costituito da tessuto connettivo lasso. In questo strato si


apprezzano i vasa vasorum, piccoli vasi che apportano il sangue alla metà esterna
dei vasi, mentre per altra metà interna il sangue arriva per diffusione dalle cellule
del lume
VASI SANGUIGNI

SEGUE
STRUTTURA CARDIACA
Schema delle tonache
Endotelio Tonaca Intima
Connettivo Lasso

Valvola

Tonaca Intima
Tonaca Intima
Capillare Tonaca Media
Tonaca Media
Tonaca
Tonaca
Avventizzia
Avventizzia
Vena
Arteria

Venula

Arteriola
Tonaca Intima
• È lo Strato più interno
• Suddiviso in tre strati
– Endotelio
– Sub-endotelio
• Tessuto connettivo
– Lamella elastica interna (iEL)
• Non visibile nelle vene
• È lo Strato intermedio
Tonaca Media
• Composto da fibre
– Muscolo Liscio
– Collagene
– ECM
– Tessuto Elastico
• Ridotta nelle vene
• Presenza di lamella
elastica esterna
• Questo strato tende ad
essere più largo in molte
Fino a 40 strati di muscolo liscio
arterie
nelle arterie!
– Elevata Pressione
Tonaca Avventizia
• È lo Strato più esterno
• Costituito
principalmente da
Tessuto Connettivo
• Contiene i Vasa Vasorum
– “Vasi dei vasi”
– Osservabile nelle grandi
arterie e vene

Nelle vene può essere difficile distinguere TA dalla TM


Aspetto dei 3 strati

Arterie Vene
Aorta, carotidi comuni e succlavia, tronco polmonare, dette arterie di
conduzione, presentano uno strato Lamina elastica interna tra la tonaca intima
e la tonaca media. Tonaca media molto sviluppata è una lamina elastica
esterna tra tonaca media e tonaca avventizia. Si espandono durante la sistole
per ricevere sangue e ritornano in posizione con la diastole.

ARTERIE DI DISTRIBUZIONE (MEDIE) sono rami più piccoli diretti agli organi, hanno
particolari nomi anatomici. Hanno molta muscolatura liscia.
ARTERIE
Allontanano il sangue dal cuore e lo conducono ai tessuti, ampio diametro.

L’aorta (la + grossa) ha un calibro di 12.5 mm e uno spessore di 2 mm. Le altre tra 2 e 6
mm e lo spessore di 1mm.

Le arterie + grandi offrono poca resistenza al flusso proprio perche’ hanno grosse
quantita’ di tessuto fibroso ed elastico che consente di sopportare alte pressioni.
Mano a mano che si suddividono in vasi + piccoli, perdono tessuto elastico e acquistano
tessuto muscolare tanto da essere definite arterie muscolari (quelle inferiori a 0.1 mm).

La caratteristica di avere un notevole spessore della parete arteriosa con tessuto elastico
conferisce alle arterie una certa rigidità associata ad una buona capacità di espandersi e
contrarsi al variare della pressione sanguigna.
Queste caratteristiche (elasticità e rigidità) permette alle arterie di agire come SERBATOIO
DI PRESSIONE (principale caratteristica)
• Arterie elastiche
Sono Arterie di conduzione (Aorta)

– Hanno Tonaca media 40-70 membrane


elastiche fenestrate
– Presentano Cellule muscolari liscie
intersperse
– Hanno Vasa Vasorum nella parte
esterna della T. media e nella T.
avventizia
•Arterie muscolari

–Arterie di distribuzione
–40 foglietti cellule muscolari lisce
–Spessa lamina elastica esterna
–Vasa Vasorum non prominenti
Caratteristiche dei vasi
ARTERIOLE
ARTERIOLE
Il tono arteriolare puo’
essere variato da
meccanismi intrinseci
(metaboliti locali) ed
estrinseci (fibre nervose e
ormoni) che hanno come
scopo finale la regolazione
della Pressione arteriosa
Capillari
• Estremamente stretti e sottili
Arteriola
– 5-10 mm di diametro
Sfintere
– 0.5 mm lo spessore delle pareti precapillare

• Sono composti solo da endotelio e


Meta-arteriola
dalla membrana basale
• Periciti
– osservabili tra l'endotelio e la lamina
Capillare vero
basale
– Cellule indifferenziate che
assomigliano a muscolari liscie
– Hanno Funzione di supporto
– Aiutano la contrazione
– Potenzialmente utili nella
rigenerazione Venule
Capillari
•Si distinguono tre tipi
–Continui
• Strato continuo di
endotelio
– Tipo più comune
–Fenestrati
• Endotelio
saltuariamente
interrotto da spazi
–Discontinui/Sinusoidi
• Endotelio incompleto e
lamina basale
Capillari
Per scambi fra cellule e sangue
Mantenimento di una normale distribuzione del
liquido extracellulare
Capillari
Capillari
CAPILLARI
Strutture principali dove avvengono gli scambi di nutrienti e di cataboliti tra il
sangue e i tessuti.
Diametro tra i 5 e 10 micron, parete sottilissima (poco + di uno strato di cellule),
area di circa 6000 m2
Capillari
Capillari Continui
• Si trovano nella maggiorparte dei
tessuti
• Le loro cellule endoteliali sono tenute
insieme da giunzioni strette; Privi di
fenestratura
• Cervello, pelle, muscolo, tessuto
connettivo, timo, polmoni, ghiandole
esocrine, tessuto nervoso
• Si possono osservare vescicole
pinocitotiche
– Trasporto attraverso endotelio
– No nel sistema nervoso
• Barriera sangue-cervello
Capillari Continui
• Un sottile strato di proteine e carboidrati, lamina
basale circonda endotelio e lo separa dal tessuto
sottostante.
• Soluti di piccole dimensioni glucosio, Ossigeno e
anidride carbonica e diffondono liberamente mentre
proteine plasmatiche e cellule del sangue sono
trattenute.
• I capillari encefalici mancano di fessure intercellulari
a hanno giunzioni più strette e complete
• formando la barriera ematoencefalica
Trasporto attraverso l’endotelio

• Pori piccoli
– discontinuità tra le giunzioni delle
endoteliali
– Acqua e molecole idrofiliche piccole
attraverso le giunzioni
• Pori grandi
– Fenestrae o Vescicole di trasporto
• Periciti (P)
– Sostengono le cellule endoteliali dei capillari
• Fibroblasti (F)
– Producono il connettivo di supporto ed il collagene (C)
Capillari Fenestrati
• Presentano cellule endoteliali con
pori di filtrazione Fenestrae 60-80
nm, spesso rivestiti da una
glicoproteina di membrana
• Lamina basale continua
• Permettono il passaggio di piccole
molecole ma trattengono proteine
e particelle più grandi del sangue.
• Sono impegnati in assorbimento e
filtrazione
• Rene, intestino e ghiandole Fenestrae
endocrine

Permettono gli scambi tra il sangue ed i tessuti


Fenestratura dell'endotelio
Fenestratura dell'endotelio

Fenestrae

Lamina
Basale.
Capillari discontinui o Sinusoidi
• Diametro più ampio con spazi
irregolari e pieni di sangue
• Rallentano la circolazione
• Fegato
• Midollo Osseo
• Milza

• Fenestrae di 30-40 µm
• Alcune proteine e cellule
del sangue possono
attraversare i pori
(albumina, fattori di
coagulazione, proteine del
fegato)
Capillari discontinui e
Sinusoidi venosi

• Più ampi dei capillari


• Delimitati da
endotelio squamoso
semplice
Ci sono tre vie lungo le quali i materiali
possono attraversare una parete capillare:
•Le fenditure intercellulari tra le cellule
endoteliali;
•I pori di filtrazione dei capillari fenestrati
•La membrana plasmatica e il citoplasma
della cellula endoteliale
• Molecole non polari come
Ormoni tiroidei O2 CO2 e lipidi
diffondono facilmente attraverso
le cellule endoteliali
• Sostanze idrofile come glucosio,
elettroliti e insulina si spostano
attraverso pori di filtrazione e
fessure intercellulari si spostano
per transcitosi
Internalizza molecole e gocciole lipidiche per
endocitosi da un lato della parete capillare e rilascia
sostanze per esocitosi dall’altro.
VASI SANGUIGNI
Letti capillari
Quando gli sfinteri capillari sono aperti, i capillari
sono ben perfusi di sangue e eseguono gli scambi
tissutali, quando gli sfinteri sono chiusi, il sangue
bypassa i capillari e scorre lungo il canale
continuo a raggiungere la venula.
I ¾ dei capillari sono chiusi.
Nei muscoli il 90% dei capillari ha apporto ridotto
nel periodo di riposo. Quando si svolge attività
fisica, essi ricevono sangue mentre altri letti
capillari (inetstino, pelle) si arrestano per
compensazione
Le vene sono
considerate vasi di
capacità, presentano
pareti sottili e flaccide
e si dilatano
facilmente per
ospitare un maggior
volume di sangue
rispetto alle arterie
(54%) contro 11%
delle arterie.
VENULE E VENE
Le venule contengono poca muscolatura
liscia, come I capillari anche queste
consentono lo scambio di nutrienti
essendo formate da un solo strato
cellulare

Vene
Simile diametro e struttura delle arterie
(ma spessore < delle arterie)
Presenza di valvole unidirezionali verso il
cuore (solo nelle vene perifiriche non
centrali
La principale funzione e’ di costituire un
serbatoio di VOLUME. Pareti sottili ed
Estensibili.
Vene
Differenza tra arterie e vene
Vene
Le vene hanno pareti sottili e accomodanti, in
quanto essendo lontane dai ventricoli, sono
sottoposte a basse pressioni (circa 10 mm Hg)
(contro 90-100 Hg delle grosse arterie), per
questo non necessitano di grosse pareti e
collassano quando sono vuote
Vene
Molte vene medie, soprattutto negli arti, mostrano delle tasche
nella tonaca interna del lume. Le valvole venose

La pressione delle
vene non è
sufficientea
spingere il sangue
verso l’alto. La
risalita dipende
dalla contrazione
dei muscoli
scheletrici e dalla
capacità delle
valvole di impedire
ilreflusso. I muscoli
contraendosi
spingono il sangue
attraverso le valvole
La propulsione del
sangue venoso
attraverso il masssaggio
muscolare, aiutato dalle
valvole venose è detto
pompa muscolare
scheletrica.
PRESSIONE SANGUIGNA
Anastomosi
È un punto in cui due vene o due arterie si fondono senza interposizione di
capillari.
Anastomosi arterovenosa (shunt) in cui il sangue scorre da un’arteria
direttamente in una vena bypassando i capillari.
Gli shunt si verificano nelle dita dei piedi e delle mani, nel palmo e nelle
orecchie e riducono la perdita di calore nella stagione fredda.
Anastomosi artero-arteriosa: due arterie si fondono fornendo vie collaterali di
apporto di sangue al tessuto. Sono comuni intorno alle articolazioni, in cui
il movimento può ostruire afflusso di sangue.
Anastomosi veno venose dove le vene si svuotano in altre vene.
VASI SANGUIGNI
PERCORSI CIRCOLATORI
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO

SEGUE
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA ARTERIOSO
SISTEMA VENOSO
SISTEMA VENOSO
SISTEMA VENOSO
SISTEMA VENOSO
SISTEMA VENOSO
SISTEMA VENOSO
SISTEMA VENOSO
Il sangue bypassa i polmoni
fluendo:

• dall’atrio dx attraverso il forame


ovale nell’atrio sinistro.
•Dal tronco polmonare
attraverso il dotto arterioso
dell’aorta
•Il sangue povero di O2 e ricco di
CO2 fluisce attraverso le arterie
ombelicali alla placenta
•La placenta elimina CO2 e
riossigena il sangue.
•Il sangue ossigenato ritorna
attraverso vena ombelicale
•Bypassa il fegato e fluisce
attraverso dotto venoso nella
vena cava inferiore.
•Il sangue della vena ombelicale
si mescola con il sangue vena
cava e ritorna al cuore
Sistema linfatico e immunità
SISTEMA LINFATICO
Il sistema linfatico è un
sistema di drenaggio ad una
via che trasporta i fluidi dello
spazio interstiziale dei tessuti
al torrente circolatorio
SISTEMA LINFATICO
La sua principale funzione è
quella di trasportare proteine,
liquidi e lipidi (assorbiti a
livello intestinale)
dall’interstizio al torrente
circolatorio.
Svolge anche ruoli di filtraggio
e funzioni immunitario
favorendo l’arrivo degli Ag agli
organi linfoidi
Funzioni del sistema linfatico
• Riassorbimento dei fluidi dalla parete dei capillari sanguigni del
liquido si accumula nello spazio interstiziale. I capillari ne riassorbono l’85%, il restante 15%
non viene riassorbito. Compito del sistema linfatico è riassorbire questo liquido e restituirlo al
sangue. Liquido ammonta 2-4 litri al giorno si morirebbe per insufficienza respiratoria.

• Immunità, il sistema linfatico drenando il liquido in eccesso a livello dei linfonodi, riconosce
possibili patogeni

• Assorbimento dei lipidi particolari vasi chiliferi assorbono i lipidi introdotti


con la dieta
FUNZIONI DEL CIRCOLO LINFATICO
Funzione di recupero
reimmette in circolo le proteine plasmatiche (fino a 1/3 delle
proteine plasmatiche totali) e l’acqua (fino a 5l/die) perse dai
capillari

Funzione di assorbimento
trasporta I chilomicroni dai villi intestinali al circolo sanguigno

Funzione immunitaria
la linfa viene filtrata nei linfonodi che trattengono gli agenti
patogeni.
SISTEMA LINFATICO
Non tutti gli organi sono
drenati dal sistema linfatico:
•Il SNC
•Ossa
•Midollo osseo
•La placenta
•Endomisio dei muscoli
•Mancano di vasi linfatici ma
riescono a drenare il liquido
interstiziale ai linfonodi zonali
attraverso dei condotti
prelinfatici
DOVE NON C'È IL SISTEMA LINFATICO
•Cristallino
•Cornea
•Epidermide
•Tonaca intima delle arterie di grosso calibro
•Mancano sia di vascolarizzazione linfatica sia
sanguigna
Organizzazione del sistema linfatico
• Consiste di una serie di vasi che originano a fondo
cieco nei tessuti (forma di dito di guanto) e
costituiscono i capillari linfatici, formati da cellule
endoteliali sovrapposte ai margini
• I capillari linfatici confluiscono in vasi linfatici
propriamente detti (vasi precollettori) dotati di
valvole a nido di rondine, le quali obbligano lo
scorrimento della linfa in un’unica direzione
centripeda
• I vasi precollettori confluiscono nei collettori
pre-linfonodali i quali sfociano in varie stazioni
linfonodali.
• La linfa rilasciata nei linfonodi ricircola
all’interno per poi riversarsi nei collettori post-
linfonodali che confluiranno nei tronchi
linfatici e nei dotti linfatici attraverso cui
riversano la linfa residua nelle vene alla base
del collo (vene succlavie).
I dotti linfatici
• Dotto Toracico drena le regioni inferiori del
corpo e della regione toracica sinistra (arto
superiore sx, metà sx di testa e collo)
• Dotto linfatico destro drena porzione destra
del cuore, arto dx, testa e collo di dx,
diaframma, polmone di dx
STRUTTURA DEL SISTEMA LINFATICO
Vasi
•Capillari linfatici
•Precollettori linfatici
•Collettori linfatici
•Tronchi o Dotti linfatici

Linfonodi

Organi linfoidi
•Primari (Midollo osseo, timo)
•Secondari
•Tonsille
•Adenoidi
•Placche di Peyer
•Appendice vermiforme
•Milza
I vasi linfatici più grandi sono
istologicamente simili alle vene con
tonaca intima, tonaca medie e
tonaca avventizia.

•Il liquido entra nel linfatico grazie ai


capillari linfatici (sono dei dotti) ed e’
detto LINFA.
Dai capillari linfatici la linfa si sposta
nelle vene linfatiche fino a raggiungere
uno dei 2 dotti che drenano nel letto
circolatorio:
•Dotto linfatico Dx
•Dotto toracico
Il liquido scorre grazie alla muscolatura
liscia delle pareti dei dotti + grossi, con
valvole unidirezionali.
Prima di rientrare nel sistema
circolatorio passa dai LINFONODI, in
cui il liquido viene “ripulito” e dove le
cellule immunitarie risiedono
SCAMBI CAPILLARI

A livello del letto capillare ci sono scambi di gas e liquidi

Non tutto il liquido che esce rientra nei capillari sanguiferi

Capillari linfatici evitano l’accumulo di liquido interstiziale


Vasi linfatici
Endotelio con parete discontinua
Membrana basale incompleta
Ampi spazi nella parete

Nell’intestino tenue raccolgono le


micelle lipidiche derivate dagli
alimenti

Assenti nel tessuto nervoso, nella


cornea e nelle cartilagini
I capillari linfatici sono
strettamente associati
ai capillari sanguigni
ma terminano a fondo
cieco.
Un capillare linfatico è
formato da un sacco di
cellule endoteliali che
si sovrappongono
senza aderire e sono
connesse da filamenti
proteici che
impediscono il collasso
Vasi linfatici
Valvole unidirezionali come le vene
Muscolatura liscia (scarsa)
Azione di pompa dei muscoli scheletrici

Inizia a fondo cieco, sbocca nel sistema


venoso
CIRCOLO LINFATICO
Vasi
•Capillari linfatici
•Precollettori linfatici
•Collettori linfatici
•Tronchi o Dotti linfatici
Tronchi o dotti linfatici
EDEMA
Accumulo di liquidi interstiziali

Accumulo di liquido nella cavità


peritoneale:ascite
Le cellule endoteliali dei capillari linfatici è tale da permettere l’ingresso in circolo
di fluido intersiziale e batteri, linfociti e detriti.
I margini appaiono come i lembi delle valvole e possono aprirsi e chiudersi
LINFA
È il liquido che scorre nei vasi linfatici e deriva dal fluido interstiziale.
Durante lo scorrimento del sangue all’interno dei capillari, una parte del plasma
(15ml/min) filtra attraverso le pareti e arriva nell’interstizio.
Di questo il 90% viene riassorbita dai capillari sanguigni venosi mentre la
rimanente parte del liquido extravasato non viene riversato rapidamente
formando il liquido interstiziale
LINFA
Il fluido interstiziale contiene alcune proteine che non riescono più a rientrare nel flusso
sanguigno.

Questo fluido si arricchisce di prodotti del catabolismo: ormoni, antigeni e sostanze


varie e si impoverisce di nutrienti.
LINFA
Le valvole dei vasi linfatici prevengono il reflusso della linfa.
La propulsione della linfa è determinata dalla compressione dei vasi linfatici
data dalla contrazione della muscolatura scheletrica.
Anche l’inspirazione richiama la linfa dalla cavità addominale alla cavità
toracica (chilomicroni).
LINFA
Caratteristiche
•cellule:
•leucociti (funzione immunitaria)
•APC (cellule presentanti l’antigene)

•matrice: simile al plasma (liquida, contiene proteine)


•Albumine (trasporto, pressione oncotica)
•Globuline (trasporto, funzione immunitaria)
•Fibrinogeno (coagulazione)

Liquido trasparente o leggermente giallognolo, isotonico al plasma


ma a basso contenuto di proteine.
Origina dal liquido interstiziale e viene convogliato nei vasi linfatici.

Se proviene dai villi dell’intestino tenue, è invece lattescente a causa


del contenuto lipidico, detto chilo.
Vasi linfatici
• Vasi linfatici periferici hanno un’alta capacità assorbente

•Vasi linfatici di conduzione predisposti soprattutto al trasporto


della linfa

CAPILLARI

PRECOLLETTORI

COLLETTORI

TRONCHI

DOTTI
Capillari linfatici
•Hanno forma cilindrica formati da cellule endoteliali
piatte.
•Tra le cellule sono presenti giunzioni intercellulari serrate
responsabili dell’integrità della parete.
STRUTTURA DEL SISTEMA LINFATICO

Organi linfoidi primari (genesi dei linfociti)


• Midollo osseo (emopoiesi adulta)
• Timo (differenziamento linfociti T)

Organi linfoidi secondari (maturazione dei linfociti)


• Linfonodi
• Tonsille
• Adenoidi
• Placche di Peyer
• Appendice vermiforme
• Milza

Cellule immunitarie tissutali


Organi del Sistema Immunitario
Tonsille ed
Adenoidi

Timo

Linfonodi

Milza

Placche del
Peyer
Appendice

Midollo Linfonodi

Linfatico
Il linfonodo
Sono stazioni
interposte lungo il
decorso dei vasi
linfatici.

Spezza un vaso
collettore in una
parte pre-
linfonodale e una
post-linfonodale
Il linfonodo
È un organo
parenchimatoso
Si presenta come
un piccolo organo
ovale a forma di
fagiolo.

Non supera i 3 cm
di larghezza
Presenta una
indentatura detta
ilo
LINFONODI
funzioni:
•Filtrare la linfa che viene
riversata dai numerosi vasi
afferenti nell’unico vaso
efferente
•Agire come sito di
attivazione dei linfociti B e T

Sono rivestiti da una capsula


connettivale che invia all’interno
delle trabecole (setti fibrosi) che
dividono il parenchima
dell’organo in compartimenti.
Linfonodi
Il parenchima è
costituito da
corticale a forma di
C che circonda
l’organo per i 4/5 e
da una midollare
interna che si
estende fino in
prossimità dell’ilo
LINFONODI
Dalla capsula si dipartono setti stromali,
trabecole, che si dirigono radialmente verso
l’ilo, ma non dividono il linfonodi in lobuli.

Nelle trabecole decorrono rami dei vasi


sanguigni che entrano (arteria) e escono (vena)
dell’ilo.

Ha diversi Vasi linfatici afferenti confluiscono


in seni e plessi linfatici e un solo vaso efferente
che convergono nell’ilo (vaso linfatico
efferente+ arteria+vena).
LINFONODI
Nel parenchima linfonodale distinguiamo tre aree:

La zona corticale è composta da follicoli linfatici ovoidali (area dei linfociti B). Distinguiamo
follicoli primari e secondari. I follicoli primari che appaiono più scuri sono costituiti da
linfociti maturi. Dai follicoli primari, in seguito a stimolazione antigenica, si formano i
follicoli secondari
I follicoli secondari sono costituiti dai linfociti maturi nella parte esterna (zona scura) e dai
follicoli immaturi nella parte più interna (zona chiara) a formare i centri germinativi dove
vengono prodotti i linfociti

La zona paracorticale (area dei linfociti T) si trova tra la zona corticale e quella midollare. È
una zona omogenea di linfociti T

La zona midollare è composta da cordoni cellulari separati da seni linfatici (alle cui pareti
sono presanti macrofagi). A livello dei cordoni troviamo numerosi linfociti B, plasmacellule
mature che producono Ab.
LINFONODI

Le cellule che presentano l’antigene


migrano nei linfonodi e attivano i linfociti B

I linfociti T completano l’attivazione:


risposta immunitaria completa
Funzione dei Linfonodi
• Posizionati
strategicamente in tutto il
corpo
• Ricevono e filtrano
antigeni ed altre cellule
– Dal sangue e dalla linfa
• Pieni di linfociti B e T
• Cellule epiteliali capsula corticale

• Istiociti mobili midollare


paracorticale
Follicoli linfatici
• Primari
– Completamente “scuri”
– Contengono solo linfociti B
• Secondari
– Mantello
• Linfociti
– Centro germinativo
• Plasmacellule
• Cellule dendritiche
follicolari
– APC
• Macrofagi specializzati
Paracorticale e Midollare
• Paracorticale
– Linfociti T (tutti i tipi)
– APC (antigen presenting cell)
• Cellule dendritiche stellate
– Venule post-capillari
• Midollare
– Cordoni midollari
• Plasmacellule, linfociti B
• Linfociti T helper
• Cellule della memoria
• Macrofagi
– Seni midollari
• Macrofagi
– Trabecole
• Estensioni dalla capsula
Quando il linfonodo sta combattendo un agente
patogeno, i noduli linfatici acquisiscono un
centro germinativo in cui i linfociti B si
differenziano a plasmacellule
Struttura di un linfonodo
MALT (TESSUTO LINFOIDE ASSOCIATO ALLE MUCOSE)

Il tessuto linfoide è cotituito da aggregati di linfociti presenti nel connettivo


delle mucose di diversi organi.
•Tessuto linfoide diffuso abbondante nei punti in comunicazione con l’esterno;
•Tessuto linfoide associato alle mucose MALT

Tonsille, adenoidi, appendice, placche di Peyer


GALT
• Tessuto linfoide associato all’intestino
• Placche del Peyer
• Intestino tenue (Ileo)
• Cellule M, con micropieghe, catturano antigeni e li
trasferiscono ai macrofagi
MALT (TESSUTO LINFOIDE ASSOCIATO ALLE
MUCOSE)
Ha una Struttura simile a quella dei linfonodi ma priva di capsula
L’Epitelio sovrastante fa da APC

Nell’ileo dei noduli linfoidi si


associano in aggregati dette
placche del Peyer (GALT)
Tessuto linfoide associato alle
mucose gastrointestinale (GALT)
• Mucose degli apparati
– Gastro-intestinale (GALT)
– Respiratorio
– Urinario
• Cellule mobili
• Aggregati diffusi di
cellule
Appendice
• Massa di tessuto linfoide che
pende al fondo del colon
ascendente
• Linfociti B e T
In base al loro posizionamento all’interno della
cavità orale vengono chiamate in modi diversi:

•Le tonsille palatine sono situate tra i pilastri


palatini nella parte posteriore del palato molle

•Le tonsille faringee dette


anche adenoidi hanno le stesse funzioni delle
tonsille palatine ma, trovandosi sulla parete
posteriore del rinofaringe, se crescono troppo
possono causare anche notevoli difficoltà di
respirazione.

•Le tonsille linguali si trovano dietro la


lingua, in basso, da entrambe le parti. La loro
superficie si presenta irregolare per la presenza
di sporgenze tondeggianti, che assumono varia
dimensione e rilievo. Tali sporgenze sono
dovute all'accumul ,nella lamina propria, di
tessuto linfoide con voluminosi follicoli
secondari.
Tonsille, Adenoidi
• Tonsille, adenoidi sono organi linfoidi
completamente capsulati localizzati nel faringe dove
sorvegliano l’eventuale presenza di patogeni ingeriti o
inalati.

– Masse di tessuto linfatico nella naso-


faringe
– Filtrano i patogeni che entrano dal
naso e dalla bocca
– Sono rivestite da epitelio che rientra
a formare tasche profonde dette
cripte tonsillari le quali sono rivestite
da noduli fibrosi
– Presenza di follicoli secondari
Tonsille
• Tonsilla faringea
• Tonsille palatine
• Tonsilla linguale
È l’organo linfoide più grande
MILZA dell’organismo, parenchimatoso che
filtra il sangue dal grande circolo

È di forma grossolanamente ovoidale


(spicchio di arancia), di colore rosso
scuro e di consistenza molle. È lunga
12 cm e pesa 160g

È localizzata nella cavità addominale


nell’ipocondrio sinistro subito sotto il
diaframma e posterolateralmente allo
stomaco ed è rivestita dal peritoneo.
Distinguiamo 3 facce:
•Faccia laterale o diaframmatica
convessa
•Faccia anteromediale o gastrica
• Faccia posteromadiale o renale
Separate tra loro da tra
margini:anteriore, mediale e
posteriore. Presenta una base ed un
apice
MILZA

È deputato alla rimozione e alla


distruzione degli eritrociti
invecchiati (emocateresi) e al
controllo immunitario del sangue
È protetta in avanti dalla X XI e XII
costa.

Un’area gastrica e un’area renale

Medialmente la milza presenta


l’ilo attraverso cui l’arteria
splenica la vena splenica e i vasi
linfatici penetrano nell’organo.

La milza è avvolta da una capsula


connettivale caratterizzata dalla
presenza di fibre elastiche e
cellule muscolari liscie.

Dalla capsula si dipartono brevi


setti stromali (trabecole) che
dividono l’organo in lobi
La milza è mantenuta nella loggia lienale grazie ai legamenti peritoneali e alla pressione
addominale positiva.

Nonostante questo è un organo piuttosto mobile.

Il peritoneo la avvolge completamente e da essa si distacca per portarsi allo stomaco, al


pancreas e al diaframma formando i tre legamenti:

•legamento gastrolienale: si porta dal labbro anteriore dell'ilo al fondo dello stomaco
contenendo nel suo spessore i vasi gastrici brevi, rami dell'arteria lienale, affluenti della
vena lienale e l'arteria gastroepiploica sinistra;

•legamento pancreaticolienale: si porta dal labbro posteriore dell'ilo alla parete


addominale posteriore;

•legamento frenicolienale: si porta dal polo superiore della milza e dal tratto superiore
dell'ilo al diaframma e corrisponde ad una piega formata dalla parte superiore del
legamento pancreaticolienale.
Vena
Milza Polpa rossa
splenica Molti vasi sanguigni e sinusoidi Vena Polpa bianca
Sinusoidi

Arteria Trabecole

Arteria
splenica
La milza è costituita da una capsula esterna
(tessuto connettivo denso), con scarso tessuto
muscolare.
Dalla capsula originano numerose trabecole
che si arrestano quasi subito non portando ad
una suddivisione lobare dell'organo e nelle
quali passano i vasi arteriosi prima di Polpa bianca: tessuto linfoide (produzione IgM,
approfondirsi nel parenchima. presentazione antigene)
La maggior parte della polpa splenica è Polpa rossa: macrofagi distruggono eritrociti
formata da polpa rossa ( ricco apporto vecchi e agenti patogeni.
sanguigno) e che svolge la funzione Nei seni venosi (elastici): 300 ml di sangue -
ematocateretica e dalla polpa bianca, la parte Innervazione simpatica spreme fuori fino a 200
linfoide della milza.
Vena
Milza Polpa rossa
splenica Molti vasi sanguigni e sinusoidi Vena Polpa bianca
Sinusoidi

Arteria Trabecole

Arteria
splenica

Polpa bianca: tessuto linfoide che circonda i


vasi arteriosi
Polpa rossa: è costituita da seni venosi
(sinusoidi a parete discontinua) (circolo aperto)
ai quali si interpongono i cordoni della polpa
rossa (circolo chiuso)
MILZA
Il parenchima splenico è
costituito da due parti:

La polpa rossa è composta da


tessuto connettivo noto come
CORDONI del BILLROTH e da
molti seni splenici che sono
irrorati di sangue, dandogli un
colore rosso
La sua funzione principale è
quella di filtrare il sangue
dagli Ag dai microrganismi, e da
globuli rossi difettosi o
consumati.

La milza è costituita da polpa


rossa e polpa bianca, separate
dalla zona marginale; in una
milza sana il 76-79% della milza
stessa è polpa rossa.
Funzioni della Milza
La milza presenta una doppia funzione: è sia un organo linfoide secondario implicato nella
risposta immunitaria, sia un "filtro" in grado di eliminare gli eritrociti e le piastrine
svolgendo una funzione emocateretica
• Polpa Bianca costituita da linfociti e macrofagi
– Tessuto linfoide che si attiva in risposta agli antigeni
circolanti
– Colore rosa
• Polpa Rossa costituita da seni venosi ricchi di
eritrociti
– Rimuove gli eritrociti "vecchi”
– Sinusoidi
– Macrofagi
Morfologia della Milza
Polpa bianca:
•Sinusoidi splenici
• guaina linfoide • Ricchi di Macrofagi
periarteriosa PALS •Fagocitano i detriti e gli eritrociti vecchi
(linf T)
• corpuscoli lienali del
Malpighi (linfB)
– Guaine linfoidi
periarteriolari
– Ricche di linfociti
T
• Follicoli
secondari
– Morfologia
classica dei
MILZA
La vena lienale entra nel sistema portale

Sangue refluo dalla milza passa per il fegato


Polpa Bianca Polpa Rossa
• Nella polpa rossa si ha la distruzione dei
globuli rossi invecchiati e il materiale ottenuto
dalla distruzione viene inviato al fegato
attraverso la vena splenica che confluisce nella
vena porta, mentre la polpa bianca ha una
funzione strettamente immunitaria
• AS, Arteria Splenica.
• C, Arteria Centrale.
• PALS, Rivestimento Periarteriolare Linfoide.
• AP, Arteriole Pennicillari. I rami dell'arteria lienale decorrono inizialmente
• CR, Capillari Rivestiti.
nelle trabecole della capsula (arterie trabecolari)
dove si ramificano riducendosi di calibro per poi
• PR, Polpa Rossa.
uscire nel parenchima come arteriole che si
• S, Seni Venosi.
circondano di una guaina di tessuto linfoide.
In sezione queste strutture, comprendenti un'arteriola centrale circondata dalla guaina linfoide,
si presentano come accumuli linfoidi tondeggianti, i corpuscoli di Malpighi.
La componente linfoide intorno al vaso viene chiamata guaina linfoide periarteriolare o PALS.
Questa arteria centrale si ramifica poi in piccoli vasi che sboccano in piccoli canali vascolari ai
margini dei follicoli linfoidi detti seni marginali
Dopo averli attraversati il diametro
delle arteriole si è ridotto a 50
μm e, passando nella polpa rossa, si
sfioccano in un ciuffo di arteriole
penicillari di 15 μm di diametro.
Le arteriole penicillari terminano in
capillari penicillari caratterizzati da
un epitelio formato da cellule
fusiformi prive di un apparato
giunzionale intercellulare che
permette al sangue di passare
attraverso le fenestrature
La circolazione splenica, da questo
punto in poi, può proseguire in
un circolo chiuso continuando nei
capillari penicillari o nei seni venosi
oppure in un circolo
aperto esondando nei cordoni della
polpa rossa e attraversando gli
spazi fra le cellule reticolari per
tornare in circolo attraverso i seni
venosi.
TIMO

È un organo impari e mediano,parenchimatoso linfoepiteliale, bilobato, posto nel


mediastino anteriore,dietro lo sterno, ed è deputato alla formazione dei linfociti T
È notevolmente sviluppato nel feto e fino alla pubertà. Successivamente in età adulta va
incontro ad una graduale involuzione con regressione del tessuto linfoide e formazione di
tessuto adiposo
Colore rosso scuro per la
Timo
presenza di vasi sanguigni

Contiene linfociti T
Nella corticale:immaturi
Nella midollare: immunocompetenti
TIMO E MILZA
Funzioni del Timo
• Organo linfoide primario, bilobato,
collegato da un ponte mediano di
tessuto.
• deputato alla produzione di Linfociti T
immunocompetenti
• Posizionato nel mediastino tra lo
sterno e l’arco aortico

• Involve dopo la pubertà

Timociti
cellule tonde in mezzo a cellule epiteliali
TIMO
Fa parte anche del sistema
endocrino
Avvengono i processi maturativi
del linfociti e secerne gli ormoni
che regolano l’attività dei linfociti
stessi.
Nei bambini è tonico e sodo, negli
adulti più grande
Morfologia del
Timo
• È circondato da una capsula
connettivale dalla quale si
dipartono i setti stromali che,
approfondendosi nel parechima,
lo suddividono in due lobi pari e
simmetrici e a loro volta in
lobuli
– Nel parenchima
distinguiamo una zona
corticale e una
midollare
Disposizione delle cellule

Capsula
Epiteliali
Trabecole corticali

Corteccia
Epitelio
Timociti
Giunzione
cortico-
midollare Epiteliali
midollari

Cellule
Medulla dendritiche
Corpuscoli di
Hassall Macrofagi
Corticale Meno maturi

• Che appare più scura


troviamo i timociti (linfociti in
fase di differenziamento)
maturazione

Più maturi
Midollare
• Che appare più chiara i timociti
sono meno abbondanti sono già
maturi e diffenziano tra loro
separati da
• Cellule epiteliali
– Nuclei pallidi
– Citoplasma eosinofilo
– Abbondante membrana basale
• Cellule dendridiche
Timo
• Il timo esporta solo una piccola percentuale di
linfociti perché la maggiorparte di essi (90-95%)
va incontro a morte programmata (apoptosi
all’interno dell’organo).
TIMO E MILZA
Midollo Osseo
• Fonte di tutte le
componenti cellulari
del sistema
immunitario
• Linfociti T e B rilasciati
immaturi

• Rilascio dipende da
stimolazione con
citochine
Midollo Osseo
• Si localizza nelle cavità midollari delle ossa
lunghe e tra le trabecole del tessuto spugnoso.
• Se ne distinguono due varietà:

• Midollo rosso (funzione emopoietica)


• Midollo giallo (tessuto apidoso)
MIDOLLO OSSEO

•Produce tutti gli elementi


figurati del sangue

•I linfociti vengono rilasciati


immaturi

•La maturazione avviene negli


altri organi linfoidi
MIDOLLO OSSEO

Ci sono due tipi di midollo


osseo:
•Midollo osseo giallo
•Midollo osseo rosso sede
emopoiesi e partecipa
immunità;
È un tessuto molle,
vascolarizzato, che si
localizza nelle cavità
interne delle ossa a
contatto con endostio.

Midollo osseo rosso nel


neonato è diffuso in tutto
lo scheletro mentre
Sintesi degli elementi figurati del sangue nell’adulto rimane solo a
livello dello scheletro assile
e nelle epifisi delle ossa
lunghe
MIDOLLO OSSEO

Fortemente vascolarizzato.
Piccole arterie entrano nei fori nutritizi sulla superficie dell’osso
e penetrano originando grandi sinusoidi (cellule endoteliali), circondati da Cellule reticolari
o stromali aiutano il differenziamento.
Il parenchima del MO è sede dei processi emopoietici e qui si localizzano cellule staminali da
Cui si differenziano cellule del sangue
TIMO E MILZA
SISTEMA IMMUNITARIO
sistema di difesa dell'organismo

1. Immunità innata
•Già presente alla nascita
•Barriere di difesa
•Cellule fagocitiche
•Linfociti NK e sistema del complemento

•2. Immunità acquisita


•Capacità di riconoscimento e memoria
•Umorale (anticorpi) e cellulare (linfociti)
•Linfociti T, B
•Attivazione su riconoscimento dell’antigene
•Cellule presentanti l’antigene
DIFESE ADATTIVE (SPECIFICHE) O IMMUNITA’
SISTEMA IMMUNITARIO
sistema di difesa dell'organismo

1. Immunità innata
•Già presente alla nascita
•Barriere di difesa
•Cellule fagocitiche
•Linfociti NK e sistema del complemento

•2. Immunità acquisita


•Capacità di riconoscimento e memoria
•Umorale (anticorpi) e cellulare (linfociti)
•Linfociti T, B
•Attivazione su riconoscimento dell’antigene
•Cellule presentanti l’antigene
Le due componenti dell'immunità
Innata
• Risposta immediata e generalizzata
• Macrofagi
• Granulociti
– Neutrofili
– Basofili
– Eosinofili
• Natural Killers
Adattativa
• Risposta tardiva e specifica
• Linfociti
– Linfociti B
• Umorale
– Linfociti T
• Cellula-Mediata
Differenziamento cellule del SI
Midollo osseo

Staminale ematopoietica

Progenitrici

Progenitrice linfoide Progenitrice Macrofagi Megacariociti


mieloide granulociti Eritrociti Megacariocita Eritroblasto

Linfociti Granuclociti

B T Neut Eosi Baso Indiff Mono Dendri Piastrine Eritrocita

Plasmacellula T attivato Mastocita Macrofago Dendri Dendritica


Cellule dell'immunità innata
• Macrofagi
• Neutrofili
– Fagocitosi dei
detriti/patogeni
• Eosinofili
– Agiscono sui parassiti
• Basofili
– Simili ai Mastociti
• Natural Killer
– Colpiscono le cellule
infettate da virus
Origine & Sviluppo dei Linfociti
• Linfociti B
– Originano e maturano nel midollo osseo
• Linfociti T
– Originano nel midollo osseo, ma migrano e maturano nel Timo
• Attivazione dei TCR (espressione di CD3, CD4, CD8)
• Subiscono selezione sia positiva che negativa
DIFESE ADATTIVE (SPECIFICHE) O IMMUNITA’
Linfocita a riposo

Linfociti
Citoplasma ridotto, no RER, cromatina
condensata

Linfoblasto

Nucleo ingrandito, cromatina diffusa, citoplasma


“attivo”

Linfocita B effettore Linfocita T effettore

Citoplasma abbondante, molto RER.


Linfociti T
• Due classi principali
– Thelper, Tcitotossici
• Una terza classe, meno caratterizzata
– Tsoppressori
• Linfociti T contribuiscono all'eliminazione dell'antigene
– Direttamente, attività citotossica nei confronti delle cellule infettate
da virus
– Indirettamente, attivando Linfociti B o i macrofagi

T citotossico riconosce complesso T helper (Th1) riconosce complesso peptide T helper riconosce complesso peptide
peptide virale-MHC I ed uccide la cellula batterico-MHC II ed attiva il macrofago antigenico-MHC II ed attiva il linfocita B
infettata
Linfociti T Helper
• Esprimono CD4
• Riconoscono antigeni presentati dal MHC II
• Inducono differenziamento dei linfociti B in
plasmacellule
• Produzione di anticorpi
• Regolano l'attività dei linfociti T citotossici
• Attivano i macrofagi
• Secernono le citochine (interleuchine)
Linfociti T citotossici
• Esprimono CD8
• Riconoscono gli
antigeni presentati
dal MHC I
• Colpiscono
selettivamente cellule
infettate da virus e
cancerogene
• Regolati dai T Helpers
Cos'è l’MHC?
• Major Histcompatibility Complex
– Sono proteine di membrana
– Sono codificate dai geni più polimorfici del nostro genoma
– Maggior problema nei trapianti
• MHC I
– Espresso da cellule somatiche “normali”, presenta antigeni originati
nel citosol
– Endogeni ed esogeni
– Riconosciuto da linfociti T
• MHC II
– Espresso da Antigen Presenting Cells (APC’s) professionali
– Presentano antigeni esogeni degradati dalle vescicole intra-cellulari
– Riconosciuto dai linfociti T
Antigen Presenting Cells (APC)
Pelle Langerhans
• Macrofagi Cervello Microglia

• Linfociti B Polmone
Macrofagi
– Non quelli fagocitanti! alveolari
Fegato Kupffer
• Cellule dendritiche Milza Macrofagi
Rene Fagociti
• Istiociti
Sangue Monociti

Linfonodi
Macrofagi

Precursori nel
midollo
Articolazioni
Cellule sinoviali
APC caricano gli antigeni sul MHC
• Li mangiano
– Tramite fagocitosi
• Li digeriscono
– Enzimi specializzati e
recettori intra-cellulari
• Li sputano
– MHC con l'antigene
vengono posizionate
in membrana
• Aspettano i linfociti T
Attivazione Richiede
Costimolazione
Stimolazione del linfocita T “naive” Proliferazione del linfocita T Linfocita T effettore attivato uccide la
cellula infettata da virus
Attivazione dei Linfociti B
• Richiede i T helper
• L'attivazione induce Espansione Clonale
– Rapida divisione e proliferazione dei linfociti B
– Centri germinali (follicoli secondari)
• Sintesi di Ig con specificità “singola”
– Avviene il cambiamento di classe: da IgM a IgG
– Vanno incontro a iper-mutazioni somatiche
Anticorpi (Immunoglobuline)

• Prodotti dalle plasmacellulle


• Possono essere tagliati in 2
frammenti
– Fab
• Contiene la regione
ipervariabile
– Fc
• Interagisce con i recettori
espressi dalle cellule
fagocitiche
Classi di Anticorpi
• Originano da differenze nella
Regione Costante
– IgE
• Risposta allergica
– IgA
• Secreti dai tessuti linfoidi della mucosa
– IgD
• Espressi dai linfociti B maturi, naïve
– IgG
• Sono i più abbondanti
• Maggior affinità
– IgM
• Prima classe che appare nei linfociti B
Natural Born Killers
•Natural Killer
– Sviluppano nel midollo osseo
indipendentemente dal Timo
– Linfociti non-T/B grandi e
granulari

• Non hanno recettori per antigeni specifici, per cui sono parte
dell'immunità innata
• NK attivati contengono le infezioni virali mentre la risposta immunitaria
adattativa genera linfociti T citotossici specifici
• Uccidono cellule tumorali linfoidi e cellule infettate da virus
Evitiamo una strage
MHC I normale riconosciuta da
• Si pensa che i NK abbiano recettori inibitorii (KIRs) o da
NIK cells, Natural Inhibited Killer
non uccide la cellula normale
recettori “inibitori” che CD94:NKG2, che inibiscono segnali
di attivazione
riconoscono MHC I “normale”
• Se l'espressione di MHC è
attenuata o alterata, i NK
uccidono selettivamente la
cellula bersaglio

MHC alterato o assente non stimola NK attivato rilascia il contenuto dei


inibizione. NK attivato dai segnali suoi granuli inducendo la morte per
che riceve apoptosi della cellual bersaglio
Uccide
Complemento
• Famiglia di 20 proteine del siero
• Prodotte dal fegato
• Facilitano l'opsonizzazione (rivestimento del bersaglio con
proteine specifiche) e la citotossicità
• Vie del complemento
– Classica
• Innescata direttamente da un patogeno o indirettamente da anticorpi
legati a patogeni

– Alternativa
• Indipendente dagli anticorpi, attivata dalla superficie batterica, non
dagli anticorpi
LINFOCITI T E B
Risposta alla presenza di un antigene (sostanza riconosciuta come estranea,
solitamente proteina o polisaccaride)
Legame di un recettore (BCR o TCR) con MHC2 legato all’antigene

Linfociti T: risposta cellulare


T helper
T suppressor
T citotossici
(T NK)

Linfociti B: risposta umorale


Produzione di anticorpi
LINFOCITI B, SELEZIONE CLONALE

Ogni linfocito va incontro a riarrangiamenti del DNA per riconoscere antigeni diversi

Proteine variabili (25 milioni di tipi!!!):

Attivazione dei BCR produce:

Plasmacellule
Cellule memoria
LINFOCITI T

Risposta cellulare
T helper
T suppressor
Regolano l’attivazione dei linfociti B

T citotossici: uccidono cellule infette


LINFOCITI T CITOTOSSICI
Uccidono le cellule con MHC-1 associato ad un antigene
Perforine: azione simile al complemento
LINFOCITI B
Linfociti B: producono anticorpi
Pochi antigeni possono stimolarli direttamente
Solitamente vengono attivati dai linfociti T
BCR: anticorpo legato alla membrana (IgM)
LINFOCITI B
DIFESE ADATTIVE (SPECIFICHE) O IMMUNITA’
DIFESE ADATTIVE (SPECIFICHE) O IMMUNITA’
DIFESE ADATTIVE (SPECIFICHE) O IMMUNITA’
DIFESE ADATTIVE (SPECIFICHE) O IMMUNITA’
DIFESE ADATTIVE (SPECIFICHE) O IMMUNITA’
IMMUNITA’ INNATA
•Pelle e mucose
•Muco e suoi movimenti
•Sbalzi di pH (succo gastrico, acido lattico nel sudore)
•Enzimi battericidi (lisozima nella saliva e nelle lacrime)
•Cellule fagocitiche (macrofagi, granulociti neutrofili ed eosinofili)
•Linfociti NK (natural killer)
•Complemento
GRANULOCITI

I granuli sono lisosomi o pieni di istamina


1) NEUTROFILI: Più abbondanti (circa 70% dei
leucociti). Fagocitosi dei batteri. Nucleo
multilobato, granuli neutrofili
2) EOSINOFILI: Azione nelle risposte allergiche e
parassitosi. Nucleo bilobato, granuli eosinofili
(rossi)
3) BASOFILI: Rari, simili ai mastociti, rilasciano
istamina. Nucleo bilobato, granuli basofili (blu)
MACROFAGI

Sistema reticoloendoteliale: cellule con azione fagocitaria nei


vari tessuti

Derivati dai monociti circolanti

Macrofagi (azione immunitaria)


• Organi linfoidi
• Tessuto connettivo
• Polmoni
• Sierose

Osteoclasti (riassorbimento della matrice mineralizzata)


• Osso

Cellule di Kupffer epatiche, cellule reticolari del sistema


linfatico

Microglia (azione immunitaria)


• Sistema nervoso centrale
MASTOCITI
Dal tedesco Mast: riempire
Inizialmente ritenute per errore cellule fagocitarie
Citoplasma pieno di granuli secretori

secrezione e
permeabilità epiteliale

Reclutamento ed
attivazione del sistema Riparazione delle
immunitario ferite e fibrosi

Flusso sanguigno,
permeabilità vascolare,
coagulazione
Interazioni neuroimmuni, peristalsi,
Reclutamento ed
broncocostrizione, dolore
attivazione del sistema
immunitario
IMMUNITA’ INNATA,
linfociti natural killer

Uccidono tutte le cellule che non hanno il complesso MHC


COMPLESSO MHC
Glicoproteina di membrana altamente polimorfica (100-1000 alleli)
Definisce il self (cosa fa parte dell’organismo)

MHC I
Espresso da tutte le cellule nucleate dell’organismo

MHC II
Espresso dalle APC

Coinvolte nell’attivazione dei linfociti T


COMPLEMENTO E NK
Proteine che provocano la morte cellulare
Complemento: nel plasma
NK uccidono cellule non-self
LINFOCITI T E TIMO
TCR diverso da BCR

Selezione per delezione clonale nel timo


STRUTTURA DEL SISTEMA LINFATICO
I movimenti delle cellule immunitarie sono necessari per l’attivazione dell’immunità
acquisita
DIFESE ADATTIVE (SPECIFICHE) O IMMUNITA’

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