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APPARATO CARDIOIRCOLATORIO

APPARATO CARDIOIRCOLATORIO
STRUTTURA CARDIACA
STRUTTURA CARDIACA
Organo centrale dell’Apparato circolatorio, situato
nella cavità toracica tra i due polmoni in una loggia
mediana detta mediastino.
Ha forma di tronco di cono, appiattito in senso
antero-posteriore con la base rivolta in altro indietro In avanti è racchiuso da sterno e
a destra e l’apice situato in avanti in basso a sinistra. cartilagini costali ( dalla terza alla
Non è centrato ma si spinge a sinistra per i 2/3 del sesta) che formano un valido scudo
suo volume. protettivo.
STRUTTURA CARDIACA
STRUTTURA CARDIACA
STRUTTURA CARDIACA
La faccia postero.-inferiore riposa sulla cupola
diaframmatica e lo separa dai visceri addominali.
Superiormente continua con i grossi vasi che
formano il peduncolo del cuore e sono (da dx
verso sx) la vena cava superiore, l’aorta
discendente e il tronco arterioso polmonare.

Il cuore è contenuto
in un sacco
fibro-sieroso detto Il volume del cuore varia in funzione
pericardio che lo del sesso, dell’età e della condizioni
fissa al diaframma del soggetto. Il suo peso è
isolandolo dagli compresio tra 280 e 340g nel
organi vicini. maschio e fra 230 e 280g nella
. femmina
Il pericardio
È un sacco fibro-sieroso che avvolge il cuore e le
radici dei grandi vasi.
È costituito da due parti:
• Pericardio fibroso
• Pericardio sieroso
Il pericardio
Isola il cuore dagli organi toracici e permette
alle camere di espandersi, opponendosi a un
espansione eccessiva

Pericardio fibroso costituito da tessuto


connettivo denso e irregolare

Il liquido pericardico lubrifica i foglietti


e permette al cuore di battere senza il
Il pericardio fibroso
• È un sacco di connettivo denso ancorato
inferiormente al diaframma ed anteriormente
allo sterno attraverso i legamenti
sternopericardiaci
Funzioni del pericardio fibroso
• Fornisce supporto strutturale al cuore soprattutto intorno alle valvole e
dei grossi vasi;
• Mantiene gli orifizi aperti e impedisce loro di stirarsi eccessivamente
quando il sangue fluisce attraverso di essi
• Ancora i cardiomiociti e fornisce loro punto di ancoraggio sul quale
esercitare la loro forza tensiva.
• Serve come isolante tra agli atri e i ventricoli importante nella conduzione
dell’attività elettrica e contrattile
Endocardio: riveste l’interno delle
camere cardiache. Costituito dsa
epitelio squamoso semplice su
sottile strato di tessuto alveolare.
Non ha tessuto adiposo. Riveste la
Epicardio: membrana sierosa disposta sulla
superficie valvolare e si continua
superficie del cuore, costituito da epitelio squamoso
con endotelio dei vasi sanguigni
semplice posta su un sottile strato di tessuto
alveolare. In alcuni tratti comprende strato di
tessuto adiposo in cui decorrono vasi coronarici
Pericardio sieroso
• È una membrana sierosa che avvolge il cuore.
– Come le altre sierose è costituito di
• un foglietto parietale (più esterno) che prende
contatti con il pericardio fibroso;
• un foglietto viscerale (più interno) che aderisce al
miocardio, anche detto epicardio.
Tra il foglietto parietale e quello viscerale troviamo la
cavità pericardica: un sottile spazio contenente 10-20
ml di liquido pericardico secreto dai due foglietti
sierosi.
Questo liquido ha lo scopo di ridurre l’attrito tra le
superfici opposte agendo come un lubrificante
STRUTTURA CARDIACA
STRUTTURA CARDIACA
STRUTTURA CARDIACA
Miocardio è la tonaca muscolare del cuore. È composto per il 70% da fibre
muscolari, mentre il restante 30% è costituito principalmente da tessuto
connettivo e da vasi. È lo strato più spesso ed effettua il lavoro del cuore. Il
suo spessore varia da una camera cardiaca all’altra.
Il tessuto muscolare che lo compone si avvolge a spirale intorno al cuore, di
modo che quando i ventricoli si contraggono, effettuano un movimento di
torsione e di spremitura.
• Il Solco coronarico circonda il cuore in prossimità
della base e separa gli atri dai ventricoli.
Gli altri due solchi si estendono obliquamente
rispetto al setto coronarico fino all’apice.
Sulla faccia anteriore distinguiamo il solco
interventricolare anteriore, sulla faccia posteriore
il solco interventricolare posteriore. Questi solchi
sottendono il setto interventricolare dividendo il
ventricolo dx dal ventricolo sx
Gli atri sono camere cuboidi costituite da pareti sottili e ricevono
il sangue che ritorna dalle grandi vene.
Sono separati tra loro da un setto interatriale molto sottile, nel
quale durante la vita fetale era scavato il foro ovale (di Botallo)
che metteva in comunicazione i due atri.
• Il foro di Botallo si chiude alla nascita,
rimanendo come suo vestigio, una
depressione detta fossa ovale.
• Ogni atrio si prolunga in avanti mediante delle
ridotte estensioni a forma di orecchio
chiamate auricole (una per l’atrio di destra e
una per l’atrio di sinistra).
• Queste sono percorse internamente da
trabecole muscolari che impartisocno un
aspetto irregolare
Gli atri mostrano pareti sottili e flaccide che rendono conto del
loro carico di lavoro relativamente leggero: la loro funzione è
di pompare il sangue all’interno dei ventricoli posti subito
sotto di essi.
Valvola atrioventricolare destra: valvola
tricuspide
Atrio destro
Presenta:
• orifizio di sbocco della vena cava superiore
(trasporta sangue refluo della metà
sopradiaframmatica del corpo);
• Orifizio di sbocco della vena cava inferiore (trasporta
sangue refluo della metà sottodiaframmatica del
corpo);
• Orifizio di sbocco del seno coronarico (raccoglie il
sangue venoso delle pareti del cuore)
• Orifizio atrioventricolare destro : che contiene
valvola tricuspide fa comunicare atrio di destra con
ventricolo di destra
Atrio sinistro
Presenta:
• quattro orifizi di sbocco delle veen polmonari
provenienti due dal polmone di destra e due da
sinistra (trasportano sangue ossigenato dai polmoni)
• Orifizio atrioventricolare sinistro che contiene valvola
mitrale : fa comunicare atrio di sx con ventricolo di sx
• Tra la parte destra e sinistra del cuore, dopo la
nascita non c’è alcuna comunicazione, con
possibilità di scambio, le cavità atriali sono
separate da un setto interatriale, mentre i due
ventricoli sono separati da un setto
membranoso detto interventricolare
I ventricoli
Hanno forma conica con base
superiore ed apice inferiore, le loro
pareti muscolari sono
notevolmente più spesse del
muscolo atriale, questo perche’ i
ventricoli devono mandare il
sangue anche in vasi molto lontani
e non solo nella camera
sottostante come fanno gli atri.
Nello specifico il ventricolo sinistro
e’ più spesso del destro (3 volte),
proprio perche’ il sinistro deve
inviare il sangue a tutti gli organi
del corpo (eccetto i polmoni)
Il ventricolo destro pompa il sangue solo nei polmoni e di ritorno da essi e per
questo la sua parete è solo moderatamente muscolare. La parete del ventricolo
sinistro è più spessa da due a quattro volte a causa del fatto che esegue la
maggiorparte del carico di lavoro rispetto a tutte le quattro camere, pompando il
sangue nell’intero organismo.
Entrambi i ventricoli mostrano delle creste dette trabecole carnee
La valvola atrioventricolare
• Mostra dei lembi triangolari dette cuspidi che
sono in numero di tre nella valvola
atrioventricolare destra (tricuspide) e due
nella valvola atrioventricolare sinistra
(bicuspide o mitrale)
• La valvola è costituito da un anello fibroso da
cui si dipartono dei margini che attraverso
corde tendinee si portano verso i muscoli
papillari (dei rilievi muscolari delle pareti del
ventricolo)
I muscoli papillari
I muscoli papillari sono
appendici di muscolatura
cardiaca che protrudono
all'interno delle cavità
ventricolari .
Sono la sede d'inserzione
delle corde tendinee e quindi
impediscono ai lembi delle
valvole atrioventricolari di
prolassare durante la sistole
ventricolare.
La muscolatura di entrambi gli atri è formata da fibrocellule muscolari scolpite
nella parete a fasci paralleli, per questo vengono detti muscoli pettinati.
Esternamente è presente il solco terminale a cui internamente corrisponde la
cresta terminale.
Tra atrio destro e atrio sinistro si trova il setto interatriale, sul quale si trova la
fossa ovale, che corrisponde al foro chiuso che nella vita fetale permetteva
la comunicazione tra i due atri, il foro di Botallo.
Valvole atrioventricolari
La valvola Atrioventricolate di sinistra e’ costituita da 2 lembi o CUSPIDI di
tessuto connettivo e viene percio’ chiamata BICUSPIDE (valvola mitralica),
La valvola Atrioventricolate di destra ne ha 3 e viene chiamata
TRICUSPIDE.
Il pericolo del prolasso atriale e’ evitato grazie alle corde tendinee (filamenti
di tessuto connettivo)
STRUTTURA CARDIACA
STRUTTURA CARDIACA
STRUTTURA CARDIACA
STRUTTURA CARDIACA
STRUTTURA CARDIACA
Valvole semilunari
Oltre alle valvole atrioventricolari, ci sono altre valvole, dette valvole
semilunari, poste tra i ventricoli e le arterie.
• La valvola semilunare aortica (valvola aortica) tra il ventricolo sx e l’aorta;
• La valvola semilunare polmonare (valvola polmonare) tra il ventricolo dx e
il tronco polmonare.
Anche queste valvole hanno la funzione di fare scorrere il sangue in una
direzione
I vasi coronarici
Il cuore è un organo sottoposto a un notevole carico
di lavoro e ha necessità di un notevole apporto di
ossigeno e nutrienti, queste necessità non sono
soddisfatte dalle camere cardiache, perché la
diffusione dal miocardio sarebbe troppo lenta.
Il miocardio possiede un proprio sistema di arterie e
capillari che irrorano e che rilasciano il sangue a
ciascuna cellula muscolare.
I vasi coronarici irrorano il miocardio con 250 mL di
sangue per min e costituiscono il 5% del sangue
circolante.
I vasi coronarici
Dopo che l’aorta lascia
il ventricolo sx, da
origine alle coronarie
di destra e di sinistra.
Gli orifizi di apertura di
queste due grandi
arterie sono localizzati
profondamente a livello
delle tasche formate da
due o tre cuspidi
valvolari aortiche
MIOCARDIO COMUNE
È costituito da uno scheletro fibroso al quale sono ancorate
lamine di tessuto muscolare (miocardio).
La peculiarità del tessuto miocardico è quella di essere
costituito da tessuto muscolare striato involontario.
A differenza del tessuto muscolare liscio, però, il miocardio
non è innervato, ma si contrae grazie al rilascio di cationi di
calcio Ca2+ da parte di canali ionici tensione-dipendenti
presenti presso i tubuli T del reticolo sarcoplasmatico.
Il muscolo è formato da cellule con le proteine contrattili
semi-organizzate (più organizzate dei muscoli lisci, ma
meno di quelli striati). Le cellule sono lunghe 100 – 500
micron ed hanno un diametro di 100 – 200 micron
Cardiomiociti sono cellule brevi tozze e ramificate.
Le estremità delle cellule sono ramificate
(indentature) così che ogni cardiomiocita ne
contatta molti altri formando una rete che abbraccia
le camere cardiache.
Ha un solo nucleo, localizzato centralmente. Un RE
poco sviluppato.
DISCHI INTERCALARI
L’onda di eccitazione parte dagli atri (contraendoli) e poi passa
ai ventricoli (contraendoli).
Il passaggio del segnale è veloce grazie alla presenza di
giunzioni
comunicanti tra le cellule (dischi intercalari).
I cardiomiociti sono uniti alle estremità mediante dei sistemi di conduzione detti dischi
intercalari:

•Pieghe interdigitanti
•Giunzioni meccaniche (fascia aderente e desmosomi) impediscono ai cardiomiociti di
separarsi durante la contrazione;
•Giunzioni elettriche (gap junction) formano canali che permettono agli ioni di fluire
da un citoplasma all’altro.
MIOCARDIO SPECIFICO
Sulla parete posteriore del CUORE, tra atrio destro e vena cava,
c’è un gruppo di cellule che è in grado di depolarizzarsi,
generando uno stimolo motore che si diffonde per le fibre
del fascio di HIS, provocando la contrazione del muscolo.
CELLULE PACEMAKER
Generano le contrazione del cuore e stabiliscono
il ritmo cardiaco generando la scarica di
potenziali d’azione.

Sono principalmente concentrate


in 2 regioni specifiche:
• Nodo seno-atriale (nodo SA)
• Nodo Atrio-ventricolare(nodo AV)
FIBRE DI CONDUZIONE
Trasferiscono i Potenziali di azione da un punto all’altro del
miocardio in modo molto veloce (rispetto alle altre cellule
del miocardio) fino ad arrivare a 4 metri al sec rispetto a 0,3.
Sistema di conduzione cardiaco:

•Cellule pacemaker
•Vie di conduzione

Esso genera e conduce segnali elettrici ritmici


Conduzione cardiaca
1 - Nodo seno-atriale (SA) una porzione di cardiomiociti posti vicino allo
sbocco della vena cava nell'atrio destro. In questo nodo ha origine
l’impulso. (pacemaker)
2 - Tre fasci atriali che collegano il nodo seno-atriale al nodo atrio-
ventricolare.
3 - Nodo atrio-ventricolare (AV) posto tra gli atri e i ventricoli, con fibre
specializzate a conduzione lenta.
4 - Fascio di HIS o fascio atrio ventricolare (AV) subito a valle del nodo
atrio-ventricolare
5 - Branche ventricolari destra (un ramo) e sinistra (due rami, uno
anteriore e uno posteriore). Le fibre specializzate sono a conduzione
elevatissima (2-5 metri al secondo) che scendono fino all’apice.
6 - Fibre di Purkinje; fibre che si sfioccano dalle branche ventricolari e
raggiungono praticamente ogni fibra muscolare dei ventricoli permettendo
una loro sicura attivazione. Esse formano una rete più elaborata nel
ventricolo sinistro rispetto al ventricolo destro.
I cardiomiociti trasmettono impulso mediante flusso ionico da una cellula
all’altra mediante gap junction
Innervazione cardiaca
Il cuore è innervato da un cospicuo numero di fibre nervose autonome che
nell'insieme prendono il nome di plesso cardiaco.

Anche se il cuore ha un proprio pacemaker riceve un’innervazione sia


simpatica sia parasimpatica che modificano la frequenza e la forza della
contrazione.

Oltre a queste due porzioni del plesso cardiaco si distinguono anche un


plesso coronario destro e dal plesso coronario sinistro e due plessi atriali
uno sinistro e uno destro.

 L’attività cardiaca è sottoposta a due influenze antagoniste:


-del sistema ortosimpatico (gangli cervicali) che accelera il battito cardiaco
e la forza di contrazione del cuore e di conseguenza la gittata sistolica
-del sistema parasimpatico (piccoli gangli dei plessi nervosi cardiaci che
ricevono fibre dai nervi vaghi ( X paio di nervi cranici) esplicano un’azione
inibitrice sulla funzione cardiaca determinando una riduzione della
frequenza e una riduzione del ritmo di contrazione.
CICLO CARDIACO
Il ciclo completo comprende sia la contrazione ventricolare
che il rilasciamento ventricolare.

Puo’ essere diviso in 2 fasi principali:

SISTOLE- periodo della contrazione ventricolare;


DIASTOLE- periodo del rilasciamento ventricolare.
Un ciclo cardiaco comprende la fase di contrazione (sistole) e di rilasciamento
(diastole).
●La maggior parte del sangue entra nei ventricoli quando gli atri sono rilasciati.
Solo il 20% del riempimento ventricolare è dovuto alla contrazione atriale.
●Le valvole AV impediscono il reflusso di sangue negli atri. Le vibrazioni
associate alla chiusura delle valvole AV causano il primo tono cardiaco.
●Durante la contrazione ventricolare, il volume di sangue nel
ventricolo non cambia, ma la pressione aumenta. Quando la P nel ventricolo
supera quella arteriosa, le valvole semilunari si aprono ed il sangue viene spinto
nelle arterie.

●Quando i ventricolo si rilasciano, la P intra-ventricolare diminuisce e le valvole


semilulari si chiudono, provocando il secondo tono cardiaco.
http://library.med.utah.edu/kw/pharm/hyper_h
eart1.html
http://it.wikipedia.org/wiki/File:ECG_Principle_f
ast.gif
STRUTTURA E FUNZIONE DEI VASI
SANGUIGNI
Sono classificati sulla base dello loro capacita’ di condurre
sangue dal cuore ai tessuti o viceversa e sulla base del loro
calibro.
ARTERIE
Allontanano il sangue dal cuore e lo conducono ai tessuti, ampio diametro.

L’aorta (la + grossa) ha un calibro di 12.5 mm e uno spessore di 2 mm. Le altre tra 2 e 6
mm e lo spessore di 1mm.

Le arterie + grandi offrono poca resistenza al flusso proprio perche’ hanno grosse
quantita’ di tessuto fibroso ed elastico che consente di sopportare alte pressioni.
Mano a mano che si suddividono in vasi + piccoli, perdono tessuto elastico e acquistano
tessuto muscolare tanto da essere definite arterie muscolari (quelle inferiori a 0.1 mm).

La caratteristica di avere un notevole spessore della parete arteriosa con tessuto elastico
conferisce alle arterie una certa rigidità associata ad una buona capacità di espandersi e
contrarsi al variare della pressione sanguigna.
Queste caratteristiche (elasticità e rigidità) permette alle arterie di agire come SERBATOIO
DI PRESSIONE (principale caratteristica)
ARTERIOLE
ARTERIOLE
Il tono arteriolare puo’
essere variato da
meccanismi intrinseci
(metaboliti locali) ed
estrinseci (fibre nervose e
ormoni) che hanno come
scopo finale la regolazione
della P arteriosa
CAPILLARI
Strutture principali dove avvengono gli scambi di nutrienti e di cataboliti tra il
sangue e i tessuti.
Diametro tra i 5 e 10 micron, parete sottilissima (poco + di uno strato di cellule),
area di circa 6000 m2
Capillari
Per scambi fra cellule e sangue
Mantenimento di una normale distribuzione
del liquido extracellulare
SISTEMA LINFATICO
Il liquido entra nel linfatico grazie ai
capillari linfatici (sono dei dotti) ed e’
detto LINFA.
Dai capillari linfatici la linfa si sposta
nelle vene linfatiche fino a raggiungere
uno dei 2 dotti che drenano nel letto
circolatorio:
•Dotto linfatico Dx
•Dotto toracico
Il liquido scorre grazie alla muscolatura
liscia delle pareti dei dotti + grossi, con
valvole unidirezionali.
Prima di rientrare nel sistema
circolatorio passa dai LINFONODI, in
cui il liquido viene “ripulito” e dove le
cellule immunitarie risiedono
VENULE E VENE
Le venule contengono poca muscolatura
liscia, come I capillari anche queste
consentono lo scambio di nutrienti
essendo formate da un solo strato
cellulare

Vene
Simile diametro e struttura delle arterie
(ma spessore < delle arterie)
Presenza di valvole unidirezionali verso il
cuore (solo nelle vene perifiriche non
centrali
La principale funzione e’ di costituire un
serbatoio di VOLUME. Pareti sottili ed
Estensibili.
Il sangue
IL SANGUE
• Tessuto connettivo fluido di colore rosso-bruno a
funzione trofica che attraverso una rete formata da vasi
sanguigni di diversa dimensione (arterie e capillari) e
sotto la spinta di un organo propulsore, il cuore,
raggiunge tutti gli organi. Esso è formato da
• una componente liquida: il plasma paragonabile alla
matrice extracellulare tipica dei tessuti connettivi
• e una componente corpuscolata
– globuli rossi o eritrociti
– globuli bianchi o leucociti
– piastrine o trombociti
• Il volume di sangue presente in un individuo è circa il 7 -
8% del suo peso
Composizione del sangue
Acqua Albumine
Proteine Globuline
Lipidi Fibrinogeno
55% plasma
Glucosio
Aminoacidi
Ioni Neutrofili
Linfociti
globuli bianchi Monociti
~1% e piastrine Eosinofili
Basofili

globuli
45% rossi
Elementi figurati del sangue
FUNZIONI DEL SANGUE
Funzione trofica Tramite il sangue vengono trasportate a livello cellulare
sostanze nutritizie provenienti dall’apparato digerente , ioni o altre molecole
prodotte a livello cellulare, come gli ormoni, mediando gli scambi chimici.

Il sangue rappresenta un efficiente mezzo per trasportare O2, e anidride


carbonica.
L’ossigeno legandosi all’emoglobina contenuta nei globuli rossi, viene veicolato
dal distretto polmonare atutte le cellule dell’organismo, mentre la CO2 oltre a
legarsi all’emoglobina, viene ltrasportata in soluzione nel plasma sottoforma di
ioni biacrbonato per essere eliminata a livello polmonare.

Funzione termoregolatrice

Funzione immunitaria Contiene cellule e molecole che combattono gli agenti


patogeni

Funzione comunicativa Contiene ormoni che mandano messaggi

Funzione protettiva (formazione di coaguli in seguito a danni)


Il plasma è costituito per il 90% da acqua, per il 9% da sostanze organiche (albumina,
anticorpi, enzimi ed ormoni), carboidrati (principalmente glucosio), lipidi (colesterolo,
trigliceridi e acidi grassi) e per l’1% da Sali minerali sottoforma di ioni (clorulo,
bicarbonato, sodio, potassio e calcio).

Nel plasma può essere anche misurata la frazione di azoto residuo indicata con il
termine azotemia.

Il rapporto volumetrico in percentuale tra gli elementi corpuscolati e il sangue viene


definita ematocrito.

Se al sangue prelevato non si aggiunge eparina si forma in breve tempo un coagulo


costituito dagli elementi corpuscolati imprigionati in una rete formata da alcune
proteine plasmatiche (fibrinogeno con piastrine e Sali minerali).

Dal coagulo si separa il siero che rappresenta plasma privo di fibrinogeno, da Sali
minerali e da proteine non inglobate nel coagulo.
Lo studio morfologico delle cellule del sangue viene fatto osservando al
microscopio ottico vetrini portaoggetto su cui è stata strisciata una goccia di
sangue subito dopo il prelievo, lo striscio viene fissato con il calore, e colorato
con May-Grunwals Giemsa per permette di distinguere i diversi tipi cellulari in
base alla diversa affinità con i coloranti usati.
Globuli rossi o ERITROCITI
• Negli mammiferi a differenza degli altri vertebrati,
Sono privi di nucleo e di tutti gli organuli
citoplasmatici. Hanno una forma a lente biconcava
più sottile al centro. Questa morfologia li rende
adatti a garantire gli scambi gassosi
• Rappresentano delle riserve di emoglobina
• Hanno un citoscheletro particolare che permette:
– di mantenere la forma
– di essere deformabili
• Quando diminuisce la loro capacità di entrare nei
capillari, vengono distrutti da istiociti della milza
Globuli rossi o
ERITROCITI
7-8 µm
4-6 milioni/mm3
Anucleati

Vita media 120g


Prodotti dal midollo osseo
Distrutti dalla milza e dal fegato

Contengono emoglobina e anidrasi


carbonica (trasporto gas respiratori)
In superficie: 300 antigeni variabili
(es.gruppi AB0, Rh)
In vivo i globuli rossi sono facilmente deformabili e si adattano alla forma dei capillari.

Nel citoplasma sono ricchi di emoglobina, una proteina tetramerica, ognuna delle quattro lega un atomo di
ferro e cui si lega un atomo di ossigeno.

Il ruolo dell’emoglobina è di legare l’ossigeno circolante con un legame poco stabile a livello polmonare a
trasferirlo tramite i vasi arteriosi a tutti i tessuti e agli organi del corpo.

Lì si carica di anidride carbonica che tramite i vasi venosi arriva ai polmoni


• Tramite il torrente circolatorio raggiungono il
sito di destinazione intervenengo in processi
di difesa nei confronti di agenti estranei.

• Possono fagocitare i patogeni distruggendoli


attrverso gli enzimi o producendo anticorpi
specifici.
La morfologia dei globuli bianchi può essere studiata osservando al microscopio ottico lo
striscio di sangue colorato con May Grunwald Griemsa e vengono classificati in:
Classificazione dei leucociti

• Granulociti
– Presentano voluminose inclusioni citoplasmatiche
– Si dividono in:
• Neutrofili
• Eosinofili
• Basofili
• Agranulociti (privi di granulazioni)
– Si distinguono:
• Monociti
• Linfociti
Granulociti neutrofili
• Di forma rotondeggiante, Diametro 12 - 14 µm, sono I più numerosi
• Caratteristico aspetto plurilobato del nucleo  g. polimorfonucleati
• Citoplasma pieno di granuli di colore grigiastro contenenti enzimi
lisosomiali e sostanze battericide che intervengono nei processi di
difesa
• Estremamente mobili si spostano con movimenti ameboidi per
portarsi in prossimità dei focolai infettivi dove, tramite il meccnismi
della fagocitosi, inglobano i patogeni o i complessi molecolari
estranei all’organismo (arrivano per primi sul luogo della lesione)
• Spiccata attività fagocitaria (pus)
• Vita breve (12 ore o meno)
• Spesso nei focolai infettivi gravi si autodistruggono a vanno a
costituire il pus
Granulociti neutrofili
Il nucleo è plurilobato (da tre a
cinque lobi a seconda dell’età.
È privo di nucleolo.

Nelle donne su uno dei lobi è


possibile vedere una struttura a
forma di bacchetta di tamburo
detto “drumstick” corrispondente
al cromosoma X eterocromatico
Fagocitosi 1

I recettori di membrana
(arancio) interagiscono con
ligandi sulla superficie del
batterio (nero)
Fagocitosi 2
Il batterio viene
progressivamente
inglobato da
estroflessioni
citoplasmatiche
(pseudopodi)
guidate dal
citoscheletro di
actina (rosa)...
Fagocitosi 3

...e
dall’ulteriore
legame fra
recettori di
membrana e
ligandi della
superficie
batterica
Fagocitosi 4

Il citoplasma
si richiude su
se stesso
inglobando il
batterio in
una vescicola
(fagosoma)
Fagocitosi 5

I lisosomi si
fondono con il
fagosoma,
riversando
enzimi idrolitici
al suo interno
(fagolisosoma)
Fagocitosi 6

Al termine del
processo, il
materiale
degradato
(corpo residuo)
può essere
espulso dalla
cellule
attraverso
l’esocitosi
Granulociti eosinofili
• Simili ai neutrofili rappresentano il 2% nella formula
leucocitaria.
• Nucleo tipicamente bilobato
• Rimangono in circolo 6-10 ore, poi migrano nel
connettivo, dove sopravvivono 8-12 giorni
• Non si occupano di fagocitare batteri
• Eliminano complessi antigene-anticorpo formati nel
corso di reazioni allergiche
• Partecipano alla reazione antiparassitaria
Granulocita eosinofilo
I granuli rotondeggianti occupano
tutti il citoplasma (specifici,
relativamente grandi) si colorano
con il colorante acido eosina  g.
acidofili e appaiono di colore
rosso-arancio.
Il numero degli eosinofili aumenta
durante i processi infiammatori, le
allergie e in seguitoa infestazioni
parassitarie.

Con movimenti ameboidi si


portano nei focolai e iglobano i
complessi antigeni anticorpo
Granulociti basofili
• Nucleo irregolare ovoidale o plurilobato ma
scherato da
• Granulazioni specifiche dense, molto grandi di
colore blu-viola contenenti
• eparina e istamina con funzione
vasodilatatrice
(e sono pertanto funzionalmente simili ai
mastociti del connettivo)
• Ruolo determinante nella patogenesi delle
reazioni di ipersensibilità immediata
Granulocita basofilo
Nel citoplasma sono presenti
ribosmi, glicogeno e mitocodri.

Sulla membrana plasmatica sono


presentirecettori per le IgE
prodotte da plasmacellule.

Il legame delle igE ai recettori


provoca rilascio di istamina e
causa vasodilatazione,
abbassamento della pressione
arteriosa, asma o riniti e nei casi
più gravi shock anafilattico
Monociti
• Più grandi dei granulociti (16 - 18 µm), nucleo
eccentrico, spesso a forma di rene o fero di cavallo
• Circolano per 1-4 giorni prima di migrare nel
connettivo, dove diventano macrofagi liberi
• Cellule in grado di fondersi fra loro in una cellula
fagocitaria gigante per aggredire particelle di grandi
dimensioni
• Danno origine a osteoclasti e condroclasti
• Partecipano alla risposta immunitaria “umorale” con la
presentazione dell’antigene
• Hanno un abbondante citoplasma con numerosi
lisosomi, poco RER e pochi mitocondri
Monocito e linfocito

Sono visibile delle


estroflessioni
citoplasmatcihe, gli
pseudopodi, che tramite
movimenti ameboidi,
permettono ai monociti di
migrare in prossimità di
processi infiammatori e
trasformarsi in macrofagi,
fagocitare detriti cellulari,
batteri
Linfociti
• La maggior parte sono di piccole dimensioni, (8 - 10
µm) nucleo rotondeggiante voluminoso, citoplasma
sottile debolmente basofilo
• Componenti del sistema di immunità specifica (a
differenza degli altri tipi di globuli bianchi)
• Cellule di lunga vita, non “terminali”, in grado di
trasformarsi in linfoblasti e di assumere nuovi
programmi funzionali in seguito all’interazione con
l’antigene
• Originano nel midollo osseo e in base a dove
acquistano immuncompetenza sono distinguibili in
linfociti T e B in base a markers di superficie
Linfociti B Linfociti T

• Originano nel midollo • Originano nel midollo


osseo e una volta attivati osseo, migrano nel timo .
dall’interazione con
l’antigene presentato dal • T-helper
macrofago… – Coadiuvano i B nella
risposta umorale
• Si trasformano in
plasmacellule e… • T-citotossici
– Secernono sostanze che
• Producono anticorpi uccidono cellule infette da
virus o cellule estranee
(per esempio, dopo
trapianti)
Piastrine o trombociti
• Frammenti cellulari anucleati derivanti dalla
gemmazione di grosse cellule plurinucleate del
midollo osseo i Megacariociti.
• Sono caratterizzati da una regione centrale più
scura e una periferica più chiara
• Di forma discoidale in genere non più di 2-4 µm
• 200.000-400.000 per mmc
• vita media: 8-10 giorni
Ruolo delle piastrine nell’emostasi
• a contatto con il collagene esposto dalla lesione, le
piastrine liberano serotonina e altre sostanze,
provocando vasocostrizione
• le piastrine si agglutinano formando un tappo
piastrinico che si ingrossa rapidamente occludendo la
soluzione di continuo
• il tappo piastrinico viene successivamente convertito in
coagulo in seguito alla precipitazione di fibrinogeno in
fibrina, formando una rete di filamenti che imbriglia
piastrine, globuli rossi e altre cellule del sangue
Il sangue
La composizione del sangue
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
LE CELLULE DEL SANGUE
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PLASMA
EMOSTASI
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GRUPPI SANGUIGNI E TRASFUSIONI
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