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EFFETTI DEL CICLO CARDIACO SUI VASI Lalternarsi, nel ciclo cardiaco, della sistole e della diastole (atriali

e ventricolari), con la conseguente immissione di sangue in circolo, determina variazioni cicliche della pressione sia nei vasi arteriosi, alluscita dei ventricoli, sia in quelli venosi, allentrata negli atri. Si definisce come polso lespansione ritmica dei vasi sanguiferi (arterie o vene) conseguente a variazioni di pressione nel loro interno, durante il ciclo cardiaco. Il polso arterioso quello che si registra sulle arterie, pi o meno vicino al cuore; determinato dalla sistole ventricolare, che immette sangue nelle arterie stesse, e si trasmette lungo le pareti in forma di onda (onda sfigmica). Il polso venoso, invece, quello che si registra sulle vene (particolarmente nella parte bassa del collo) e deriva dalla trasmissione retrograda delle variazioni pressorie insorte nellatrio destro. La registrazione dei polsi viene fatta con opportuni apparecchi detti sfigmografi. ONDA SFIGMICA Londa di pressione che si manifesta sotto forma di aumento del calibro delle arterie in corrispondenza di ogni sistole cardiaca detta onda sfigmica. La sua formazione e trasmissione dipendono dalle caratteristiche di distensibilit dei vasi arteriosi. Lintroduzione improvvisa di un certo volume di sangue in un vaso distensibile (grossa arteria) ne causa la dilatazione nel punto dentrata A: l aumenta la tensione della parete e perci la pressione interna. La pressione non si abbasser finch una piccola quantit di sangue non sar passata avanti, causando la dilatazione della parete nel punto B, vicino ad A. Ci avviene perch il ritorno elastico fa restringere la parete in A, causando lo spostamento di un piccolo volume di sangue verso B e perci il successivo aumento di pressione in B. In B la sequenza degli eventi si ripete con il risultato di causare una dilatazione nel punto accanto C, e cos via. Si forma in tal modo unonda di pressione (sfigmica) che si propaga molto rapidamente lungo la parete del vaso, nel cui interno, invece, il movimento del sangue molto pi lento. La velocit dellonda sfigmica , infatti, molto superiore alla velocit di scorrimento del sangue: nellaorta questultima di 1,5 m/s (150 cm/s), mentre la prima , nel giovane, circa 3-5 m/s. Unidea abbastanza chiara della relazione tra velocit di propagazione dellonda sfigmica e velocit di scorrimento ematico pu aversi ricorrendo allesempio delle palle di biliardo. Se si pone un certo numero di palle di biliardo luna accanto allaltra e se ne urta la prima a sinistra, lurto si trasmette rapidamente da una palla allaltra, sicch lultima si stacca quasi istantaneamente dopo lurto. Tuttavia, il movimento della colonna di palle estremamente modesto. La trasmissione dellurto corrisponde alla trasmissione dellonda sfigmica, mentre lo spostamento della colonna di palle corrisponde allo scorrimento del sangue. La velocit dellonda sfigmica dipende solo dalla distensibilit della parete vasale, in cui origina. La velocit dellonda sfigmica indipendente dalla gittata sistolica ed , perci, un indice del comportamento elastico delle arterie. evidente che ogni condizione che renda la parete arteriosa strutturalmente o funzionalmente pi rigida (meno distensibile) aumenta la velocit dellonda sfigmica. Cos, nelle arterie femorale e succlavia essa 5-10 m/s, mentre nelle piccole e piccolissime arterie della gamba, meno distensibili per la spessa tonaca muscolare, essa sale a 15-40 m/s. Let, che causa una sclerosi delle pareti arteriose riducendone la distensibilit, determina un

aumento della velocit dellonda sfigmica, proporzionale allet stessa. Infine, a parit di et, laumento della pressione arteriosa media, causando la distensione della parete dei vasi arteriosi, e perci il loro irrigidimento, induce un aumento della velocit dellonda sfigmica. POLSO ARTERIOSO Allapertura della valvola aortica, durante la prima parte della sistole ventricolare, inizia lefflusso di sangue dal ventricolo nellaorta, e la pressione in questa sale rapidamente. EFFETTI DEL CICLO CARDIACO SUI VASI Limmissione del sangue sotto pressione dal ventricolo sinistro nellaorta determina una dilatazione della parete dellaorta, che ha propriet elastiche per le proprie caratteristiche strutturali. Alla dilatazione segue il ritorno elastico della parete, che esercita in tal modo un effetto compressivo sul sangue in essa contenuto. La dilatazione dellaorta e il suo ritorno elastico determinano unonda di dilatazione e di costrizione, che viene trasmessa per tutta la sua lunghezza e per tutti i rami che ne derivano. La velocit di conduzione di questonda, che viene definita polso arterioso, di circa 3-5 m/s, notevolmente pi rapida dunque della velocit del flusso ematico, che nellaorta di 150 cm/s. Nelle arterie che si diramano dallaorta, la velocit di conduzione dellonda del polso sinnalza fino a 5-10 m/s. Il polso arterioso ben evidenziabile a livello dellarteria radiale, che di solito utilizzata per determinare la frequenza pulsatoria cardiaca. POLSO ARTERIOSO Inserendo un catetere nellaorta possibile registrare le variazioni di pressione che sono indotte dallattivit del ventricolo sinistro. La pressione presenta valori differenti, che vanno da quello minimo durante la diastole ventricolare (80 mmHg, in condizioni fisiologiche nelluomo adulto) a quello massimo di 120 mmHg durante la sistole isotonica ventricolare. La curva pressoria ha una forma caratteristica, con unincisura durante la fase discendente, definita incisura dicrota. Lincisura dovuta al rimbalzo pressorio, quando il sangue dallaorta tende a refluire verso il ventricolo e riempie e distende i lembi della valvola semilunare. In tal modo, la valvola viene chiusa; il sangue, a propria volta, rimbalzando sulla valvola semilunare chiusa, innalza la pressione e si porta verso la periferia vascolare. POLSO VENOSO Le variazioni pressorie che originano nellatrio destro, per attivit propria o in conseguenza di quella del ventricolo destro, durante il ciclo cardiaco, si ripercuotono sulle grosse vene, producendovi un caratteristico polso. Questo, che un polso venoso centrale, pu registrarsi, inserendo un catetere, a livello della vena giugulare (polso venoso giugulare) e si pu notare agevolmente poco al di sopra della clavicola nelluomo sdraiato. Cos la curva pressoria giugulare presenta tre onde positive: a, c, v; e due onde negative: x e y.

Onda a (da atrio): corrisponde allaumento pressorio nellatrio trasmesso alla giugulare, dovuto alla sistole atriale o presistole. Onda c (da carotide): mostra la fase di chiusura della valvola tricuspide, con il prolasso verso latrio dei lembi valvolari, ed in rapporto ad artefatti dovuti allaumento pressorio nella carotide allinizio della sistole isotonica (sistole isovolumetrica). Onda x (negativa): coincide con la riduzione della pressione nellatrio durante la sistole ventricolare, che comporta distensione delle pareti atriali e aumento del volume atriale. Vi uno spostamento in basso ed in avanti dellapice cardiaco, durante la sistole ventricolare isotonica. Questo, causando lo stiramento verso il basso del setto fibroso atrio-ventricolare, determina lallungamento dellatrio, il cui volume, perci, aumenta e la pressione diminuisce. Onda v (da ventricolo): corrisponde allaumento pressorio nellatrio dovuto al ritorno venoso durante la fase finale della sistole ventricolare. Il suo apice corrisponde alla fase di rilasciamento isovolumentrico. Onda y (negativa): corrisponde al cosiddetto collasso diastolico, quando si apre la tricuspide e il sangue passa dallatrio al ventricolo. Rappresenta la caduta della pressione nella vena giugulare in conseguenza dellapertura della valvola tricuspide e dello svuotamento dellatrio destro nel relativo ventricolo.

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