Marzilli Valvulopatie
Richiami di fisiologia
1) La legge di Starling (o di Frank-Starling)
Questa legge rappresenta la trasposizione di una caratteristica della cellula
miocardica allintera muscolatura ventricolare. Se prendiamo un cardiomiocita
isolato e lo esponiamo ad uno stimolo contrattile vediamo che si accorcia in senso
longitudinale per effetto dello scorrimenti dei filamenti di actina e miosina. Tale
accorciamento genera una tensione proporzionale alla lunghezza che presenta la
cellula nel momento in cui riceve lo stimolo. Per cui allaumentare della lunghezza la
tensione sviluppata con la contrazione maggiore.
La trasposizione di questa caratteristica cellulare a tutto il ventricolo sinistro
descritta dalla legge di Starling. Ne deriva allora che tanto maggiore la dilatazione
della camera ventricolare (e quindi tanto maggiore il suo riempimento diastolico),
tanto maggiore la forza di contrazione della parete ventricolare e la tensione
sviluppata dalla parete stessa. La forza di contrazione sistolica del ventricolo quindi
proporzionale alla sua dilatazione e quindi al volume di sangue che occupa il lume
ventricolare alla fine della diastole (volume telediastolico):
Gittata
sistolica
Plateau
Volume telediastolico
= (P x r) / 2h
Questa legge esprime il fatto che il trasferimento delle propriet della cellula
miocardica allintero ventricolo non avviene in maniera diretta e lineare, ma deve
tener conto della tridimensionalit. Inoltre indica che la tensione sviluppata dalla
parete per effetto della contrazione non si traduce tutta in pressione
intraventricolare, ma dipende dal diametro della cavit e dallo spessore parietale. In
pratica il trasferimento della tensione parietale in pressione endocavitaria
varia a seconda della dilatazione del ventricolo e dello spessore della sua
parete. La legge di Laplace non altro che la traduzione tridimensionale della legge
di Starling.
Per capire meglio il concetto immaginate di stringere con una mano una pallina. Se la pallina
di piccole dimensioni sar facile stringerla, se invece molto grande si avr difficolt a
strizzarla.
3) La curva pressione-volume
Diversi meccanismi regolano la funzione contrattile del cuore e la sua capacit di
rispondere adeguatamente alle richieste della periferia. Tutto questo si pu
rappresentare con la curva di pressione-volume, che non altro che la
Insufficienza mitralica
La valvola mitrale a differenza di quella aortica ha una struttura complessa. Da
questo ne deriva che per svolgere una normale funzione necessaria lintegrit di:
lembi valvolari
corde tendinee
muscoli papillari
la parete ventricolare in corrispondenza dellimpianto dei muscoli papillari. Si
possono avere infatti disfunzioni della valvola mitrale per alterazioni (ad es.: in
caso di infarto) della regione parietale del ventricolo dove prendono origine i
muscoli papillari. Si verifica in tal caso uninsufficienza mitralica nonostante le
varie strutture valvolari non siano sede di lesioni.
E una condizione in cui il cuore riesce effettivamente a far giungere alla periferia
una quantit normale di sangue, ma solo in condizioni di riposo. Gi in assenza di
esercizio fisico infatti il cuore lavora sfruttando gran parte del meccanismo di
Starling ed in prossimit del plateau. Se in queste condizioni si dovesse verificare una
richiesta maggiore di sangue da parte della periferia (es.: per esercizio fisico) il cuore
non sarebbe in grado di aumentare la portata pi di tanto, perch la riserva
contrattile di cui dispone normalmente gi ampiamente utilizzata per compensare
linsufficienza mitralica. In pratica gi in condizioni di riposo il cuore pompa una
quantit di sangue elevata ed unulteriore richiesta di incremento della portata non
pu essere completamente soddisfatta.
Questi meccanismi di compenso tuttavia a lungo termine
sono causa di una serie di conseguenze che finiscono per
comprometterne lefficacia:
fenomeni di apoptosi cellulare
fibrosi
slittamento dei fasci muscolari
fenomeno neuromediati alfa-adrenergici
rilascio paracrino di endoteline
rilascio di citochine infiammatorie.
Tutto questo porta ad una condizione di insufficienza mitralica scompensata, la forza
contrattile si riduce, la quota di sangue che passa in aorta scende a 60 ml, poi cala
ulteriormente ed il cuore finisce per non essere pi in grado di sostenere il
fabbisogno del circolo. Accade cos che dopo anni di compenso insorgono sintomi e
segni di una disfunzione valvolare severa.
Stenosi aortica
La valvola aortica ha una struttura molto pi semplice di quella della mitrale.
Presenta 3 lembi (cuspidi) a forma di semiluna, due dei quali si trovano in
corrispondenza dellapertura dei vasi coronarici. Questi lembi si appiattiscono sulla
parete dellaorta oppure si rigonfiano durante la chiusura della valvola a seconda di
valori di pressione in aorta e in ventricolo sinistro. Le cause di stenosi aortica sono
soprattutto:
valvola bicuspide: alterazione congenita in cui la valvola nasce con 2 cuspidi
fuse
degenerazione sclerocalcifica: tipica dellinvecchiamento e si manifesta
con la formazione di depositi calcifici e aree di sclerosi che rendono le cuspidi
ispessite e meno elastiche fino a costituire un vero e proprio ostacolo al
passaggio del sangue. Si ritiene che i meccanismi che portano a queste
alterazioni dei lembi della valvola aortica siano analoghi a quelli che sono alla
base dellaterosclerosi. Le similitudini sono evidenti anche dal punto di vista
istologico. Per questo si ritiene che il trattamento con le statine possa avere
effetti benefici anche sulla stenosi aortica su base degenerativa.
Leziologia
della
stenosi
aortica
influenzata dallet:
sotto i 70 anni la causa pi
frequente la bicuspidia congenita.
Solo una quota del 18% invece
legata
a
fenomeni
di
tipo
degenerativo. Poi si hanno anche
forme di tipo post-infiammatorio
(che corrispondono principalmente
alla malattia reumatica).
dopo
i
70
anni
cambia
completamente leziologia: il 50%
sono su base degenerativa, solo il
27% su base congenita, mentre
rimane pi o meno costante la quota post-infiammatoria (post-reumatica)
Lentit
del
gradiente
pressorio
dipende
dallentit della stenosi:
se larea dellorificio valvolare >1cm 2 la
resistenza al passaggio del sangue lieve e anche il gradiente pressorio
minimo
se invece la stenosi severa con unarea <0.7cm 2 il gradiente diventa molto
elevato.
fronte un paziente con valori pressori di 180/90 quasi sicuramente non avr una
stenosi aortica, perch avere 180 mmHg di sistolica significherebbe che a livello
ventricolare la pressione elevatissima (anche 300 mmHg), evento praticamente
incompatibile con la vita.