Oggi trattiamo la legge di Starling del cuore, partendo dal passaggio dal grafico pressione-tempo
che abbiamo fatto la settimana scorsa, al grafico pressione volume del ciclo cardiaco, che evidenzia
il fatto che si tratta di un vero e proprio ciclo. Vediamo questi punti A – chiusura della valvola
mitrale, B – apertura della valvola aortica, C – volume telesistolico, chiusura della valvola aortica,
D – apertura della valvola mitrale, come sono riportati nel grafico pressione-volume.
Vedete esattamente quello che abbiamo costruito sulla lavagna, indicati sugli assi dei volumi, il
volume telesistolico ESV e il volume telediastolico EDV, le corrispondenti pressioni importanti, il
EDP e ESP, la differenza tra i due volumi è il stroke volume, la gittata sistolica.
E tramite questo serbatoio venoso possiamo, diciamo, simulare o fare variare il ritorno venoso.
Un punto importante da tenere presente è che su questo serbatoio venoso agisce la pressione
atmosferica, ovvero in altre parole, è una circolazione aperta. Una circolazione “aperta”
significa che sul serbatoio venoso, in particolare su questo superficie, sul pelo(?) del sangue
contenuto in serbatoio venoso agisce sempre la stessa pressione, quella atmosferica, che ovviamente
cambia, ma su brevi periodi cambia di poco, e possiamo assumerla come costante. Questo è un
punto importante da capire: che questo è un sistema aperto; non siamo più in un sistema chiuso,
dove su ogni distretto circolatorio regnano pressioni differenti da quella atmosferica. Qui siamo su
un sistema aperto: sul telo(?) del sangue agisce la pressione atmosferica, ergo una pressione
costante.
Abbiamo tre tracciati. Cos'è un tracciato? Quando io ho della carta che scorre, e un pennino che
mi misura un indice di qualcosa, collegato a un misuratore, che si sposta su e giù, e dato che la carta
scorre lascia una traccia. Un altro esempio di tracciato è il tracciato dell'elettrocardiogramma, la
traccia che lascia un pennino sulla carta – tracciato.
Partendo dall'alto, il primo tracciato, questo abbastanza largo, è il tracciato che si chiama
ventricologramma, ovvero tracciato del volume ventricolare. A partire da questo tracciato, si
possono leggere questi tre volumi fondamentali nella legge di Starling, che sono, dall'alto in basso:
indicato in verde il volume telesistolico, limitato in verde, questo in giallo che è il volume
telediastolico, e la differenza tra i due, istante per istante, è il stroke volume. Di fatto, non si vedono
i singoli cicli cardiaci qua, perché ogni ciclo è contrazione-rilasciamento, solamente che la scala dei
tempi è abbastanza stretta, per cui i singoli cicli cardiaci in una sistole non sono visibili. Se io
adesso facessi una scala dei tempi più larga e accelerassi la velocità della carta, avrei un tracciato
sistole-diastole. Oltre a questo potete vedere che, per motivi tecnici, i volumi sono rappresentati in
contrario: il valore più elevato è verso il basso – pensate di capovolgere l'ordinata. Semplicemente,
è solo per i motivi tecnici di allora che le cose stanno così.
Abbiamo il volume, che tende verso l'alto durante la sistole, e verso il basso nella diastole, e
allora il volume telesistolico (che è il volume minimo) è in alto, e il volume telediastolico (che è il
volume massimo) è in basso. Ma non cambia nulla, è solo cambiare la direzione di lettura.
Il secondo tracciato è quello della pressione aortica. Ovviamente sappiamo che la pressione
aortica oscilla nel ciclo cardiaco, abbiamo delle oscillazioni di pressione da un massimo sistolico a
un minimo diastolico. Stesso discorso: il limite superiore di questo tracciato sarà la pressione
sistolica; il limite inferiore sarà la pressione diastolica in aorta. Stesso discorso vediamo in singoli
cicli, perché la velocità della carta è bassa.
Il terzo tracciato, in blu, rappresenta la pressione atriale, determinata dall'altezza del serbatoio
del sangue, dal ρgh, a seconda dell'altezza che posso scegliere.
Fisiologia II, Lezione 4 – La legge di Starling, pagina 4 05/10/2010
Preload
Adesso, in questo primo esperimento, quello che vogliamo studiare è l'effetto del cosidetto pre-
load, concetto fondamentale nell'esperimento di Starling, o precarico, che strettamente parlando
può essere definito come il volume ventricolare telediastolico (EDV), ma (ai fini sperimentali già
Starling introdusse questa approssimazione) può essere considerato coincidente, corrispondente, o
meglio determinato dalla pressione atriale.
Perché possiamo fare questa approssimazione? Perché sappiamo che fino alla fine della diastole
la valvola mitrale è aperta, e quindi la pressione ventricolare è identica alla pressione atriale, e per
questo la pressione atriale determina il volume ventricolare in diastole. E per questo appunto, il
volume ventricolare telediastolico rappresenta il precarico.
Per far capire meglio, il preload è propriamente una tensione, una pressione, a cui corrisponde
un allungamento delle fibre miocardiche. Questa pressione però è generata dal volume ventricolare
telediastolico (quindi una funzione del ritorno venoso!), che è un termine clinicamente più
manneggiabile, anche se non esattamente equivalente alla stretta definizione del preload.
Adesso vediamo la condizione sperimentale: lavoriamo in tre condizioni differenti di precarico.
In questa fase, il serbatoio di sangue è a un dislivello tale da avere una pressione atriale che è
espressa in millimetri di acqua, intorno ai 95mmHg, indicata nel grafico. Corrispondentemente,
abbiamo questo volume telesistolico, questo volume telediastolico, e questo stroke volume. Se io
alzo questo serbatoio di sangue, porto a un maggiore dislivello – il dislivello determina la pressione
atriale tramite pgh. Una cosa interessantissima è che i volumi cardiaci si spostano verso valori più
elevati, verso il basso, così che aumenta il volume telediastolico, aumenta il volume telesistolico, il
tracciato si sposta verso il basso, e la differenza (gittata sistolica) aumenta notevolmente.
Aumentando il precarico aumento la gittata sistolica, diminuendo il precarico diminuisco la
gittata sistolica.
Questo è il primo annunciato della legge di Starling, il precarico attraverso il volume ventricolare
telediastolico determina la gittata sistolica, nel senso che l'aumento di precarico fa aumentare la
gittata, la diminuzione del precarico fa diminuire la gittata. Quindi è come se il cuore regolasse, di
sua volontà, la gittata in funzione del precarico.
Adesso invece andiamo a vedere l'effetto dell'altro parametro, che sarà il postcarico., afterload,
che posso variare variando la resistenza, il resistore di Starling, e quindi variando la pressione
aortica. Di fatto, il postcarico non è veramente coincidente, ma può essere approssimato tramite la
pressione aortica.
In breve:
(
Preload: è la pressione che genera il sangue in entrata al cuore, la pressione telediastolica
che fa aumentare al massimo le dimensioni geometriche del ventricolo destro e sinistro per
via della necessità fisiologica variabile.
Afterload: è la pressione che il ventricolo deve generare per aprire la valvola, quindi la
conseguenza della pressione aortica/dell'arteria polmonare; ovvero un termine usato per
misurare la tensione prodotta dalla camera cardiaca (di solito ventricolo sinistro)
ventricolo si dilata a fine diastole in modo da scaricare tutto il sangue e far si che non si
accumuli nel sistema venoso. Tale corollario riguarda il preload.
Afterload
Tra l'altro, breve inciso, perché si chiamano precarico e postcarico? Fanno riferimento a quando
agiscono: precarico agisce prima che inizi la sistole, il postcarico agisce dopo l'inizio della sistole,
durante la sistole. Fanno riferimento al momento quando inizia la sistole.
Per variare il precarico, basta che alzo e abbasso il serbatoio venoso. Per variare il postcarico,
basta che comprimo questo tubo elastico in maniera molto semplice. Oggi non si fa più così, ma il
principio è sempre lo stesso. Vediamo qual'è il risultato: è indicato nel secondo grafico, che
leggiamo nella stessa lettura; nel senso che il primo tracciato è il ventricologramma, il secondo
tracciato pressione aortica, e terzo tracciato pressione atriale.
Qui, la variabile indipendente è la pressione aortica, la resistenza del resistore, e qui in vari step,
in fasi successive, chiudo, comprimo, sempre di più questo tubo flessibile, comprimendolo di più,
oppure lasciandolo dilatarsi. Comprimendolo, facendo la superficie di passaggio più piccola,
aumenta la resistenza e viceversa. Qui, aumento la resistenza, a monte aumentarà la resistenza in
aorta, e misurerò una pressione sempre maggiore, e quello che succede è che la risposta del
ventricolo del muscolo cardiaco è quella di adattarsi alla maggiore resistenza, shiftando verso valori
più elevati di volumi telesistolico e volumi telediastolico, ma lo stroke volume rimane lo stesso,
costante.
Il cuore si adatta in modo da mantenere costante lo stroke volume, la differenza rimane sempre la
stessa. Quando ritorniamo verso il basso, quando diminuiamo la resistenza, ritorniamo alla
condizione iniziale. Vedete che anche la pressione atriale ne risente, però in maniera indiretta.
Potrebbe sembrare che noi qui andiamo ad agire sul serbatoio venoso: invece no, l'abbiamo
mantenuto all'altezza costante.
Quindi vedete, una conseguenza dell'aumento del volume telediastolico, abbiamo anche un
aumento della pressione atriale, perché il ventricolo, se lavora a ritmi maggiori, viene passivamente
dilatato e la pressione telediastolica corrispondentemente aumenta, facendo aumentare la pressione
atriale.
Questo è il secondo corollario della legge di Starling: che il cuore è una pompa meccanica che
riesce a mantenere costante la sua gittata anche a fronte di variazioni della resistenza contro la quale
deve spingere il sangue. Possiamo rimanere stupiti e dire che il cuore è una pompa intelligente, se
vogliamo. Però non nel senso che ha un cervello dentro, o un ganglio, ma è un meccanismo proprio
della sua struttura biomeccanica e biochimica (perché non è solo una base biomeccanica la legge di
Starling, come vedremo) la capacità di adattarsi, di mostrare un adattamento, a variazioni del
ritorno venoso (quindi del precarico), ed è capace di adattarsi a variazioni del postcarico (della
resistenza periferica).
Invece, trattandosi di una circolazione aperta, da un certo punto abbiamo un punto dove la
pressione è costante, e quindi non influenza la pressione a monte, in questo modo e per questo
motivo si possono studiare separatamente i due fattori, precarico e postcarico.
considerato un modello grafico pressione-volume, e questo ci porterà un passo più in avanti. Questo
è il grafico pressione volume, sono indicati schematicamente due cicli cardiaci: un ciclo indicato in
marrone [in questo caso, rosso], e un altro ciclo indicato in blu [in questo caso, nero]: due cicli che
corrispondono a un precarico basso, volume telediastolico basso, e uno con precarico più alto –
volume telediastolico più alto. Il ciclo si sposta verso destra – abbiamo un aumento della gittata
sistolica.
Rappresentiamo un ciclo in questa fase, e un altro ciclo in questa fase. Vedete come nel grafico
pressione volume possiamo esprimere come abbiamo un aumento del precarico (abbiamo
aumentato il preload, aumento di volume telediastolico), piccolo aumento del volume telesistolico,
la differenza aumenta – quindi abbiamo una maggiore gittata sistolica, cioè il ciclo si sposta verso
destra. Tra l'altro (questo è stato scoperto dopo Starling, da altri ricercatori), tutti questi punti che
rappresentano il volume ventricolare in diastole si spostano lungo la linea verde [nera] continua, che
può essere approssimativamente considerato una retta. Tutti i punti che rappresentano il volume del
ventricolo durante la diastole, del ventricolo rilassato, giacciono tutti su questa linea verde [nera]
continua, che può essere approssimativamente considerato una retta. Viceversa, vedete, in
particolare, consideriamo questo punto qua, che abbiamo detto la coppia di valori EDV-EDP, si
spostano lungo quella retta.
Ma anche l'altra coppia di valori importanti, rispettivamente ESV-ESP, che è il volume-pressione
che io misuro in ventricolo a fine sistole, a momento della chiusura della valvola aortica, nell'istante
della chiusura della valvola aortica [retta nera superiore], e questi valori si spostano attraverso una
linea che può anch'essa essere considerata una retta, ma più ripida rispetto a questa linea in diastole.
Queste due linee, verde continua e tratteggiata (guardate Paolucci), la continua si chiamerà
elastanza diastolica, che rappresenta quindi l'elastanza minima del ventricolo. Quella verde
tratteggiata prenderà nome di elastanza sistolica, che rappresenta l'elastanza massima che raggiunge
il ventricolo a fine sistole. Questa elastanza può anche essere considerata una rigidità,
un'opposizione a essere deformato. Il ventricolo raggiunge la rigidità massima a fine sistole, dove
quindi questa linea è più ripida; elastanza diastolica (quella costante in diastole), elastanza sistolica
(il cui valore massimo viene raggiunto a fine sistole).
E quindi si è visto che il ciclo cardiaco è sempre delimitato tra questi due linee estreme, che
possono essere approssimate a delle rette, che sono l'elastanza diastolica e l'elastanza sistolica.
Abbiamo introdotto un'ulteriore concetto – adesso possiamo fare lo stesso esperimento: abbiamo
visto l'effetto della variazione del preload (come il ciclo si sposta delimitato da queste due linee),
vediamo se vale la stessa cosa per l'effetto per l'afterload – la risposta è si.
Qui abbiamo tre cicli, che rappresentano un ciclo iniziale, un ciclo intermedio, e un ciclo di
nuovo all'equilibrio, finale. Questo è il ciclo 1, [Y], prima di variare il postcarico, e siamo in una
condizione di equilibrio (il ciclo viene sempre lo stesso). Adesso aumentiamo il postcarico, e per un
breve periodo di tempo abbiamo il ciclo 2 [baseline], dove ovviamente dato che abbiamo aumentato
il postcarico, aumenta la pressione aortica, quindi il ventricolo deve generare una pressione
maggiore, quindi la sistole dura di meno e scarica meno sangue.
Allora, vuol dire che rimane in questo ciclo 2 [baseline] rimane più sangue nel ventricolo alla fine
della sistole, ma questo sangue residuo che non viene più scaricato contribuisce ad aumentare il
volume ventricolare, quindi il volume ventricolare, che si sposta verso valori più elevati, e questo fa
aumentare l'efficienza del ventricolo, che è di nuovo in grado di scaricare lo stesso volume di
sangue (ciclo 3 [X]) come nel ciclo 1 [Y], ritorniamo a questo valore iniziale della gittata sistolica
dopo una temporanea diminuzione in questa fase di assestamento, che è quello che possiamo
leggere anche dai grafici, dal tracciato che abbiamo visto prima:
Aumentiamo continuamente la pressione aortica arriviamo a una fase di transizione dove c'è un
passaggio da 1 a 2, e si può dire che la gittata sistolica è temporaneamente diminuita tra passaggio
di questa fase 1 e fase 2. Poi quando raggiungiamo un nuovo equilibrio, di nuovo la gittata sistolica
è costante. Questo è un classico fenomeno dove partiamo da una situazione di equilibrio A, poi
interviene un disturbo, e abbiamo una fase transiente, che rappresenta un disequilibrio, fino a che il
sistema si adatta di nuovo e ritorna a una nuova situazione di equilibrio, questa volta B.
Fisiologia II, Lezione 4 – La legge di Starling, pagina 9 05/10/2010
Filmato
Allora, dicevo, vi faccio vedere un filmato che rappresenta un modello meccanico della
circolazione del cuore costruito da un fisiologo che con tutti i suoi limiti mostra alcuno dei suoi
principi di cui vi ho parlato, e sottolinea molto bene, anche se esagerato un po', che il cuore ha una
capacità molto limitata di aspirare sangue, quindi di risucchiare attivamente sangue, ed è per questo
che il preload è un determinante fondamentale. Variando l'altezza del serbatoio di sangue, io vario la
gittata sistolica in maniera importante. Se il cuore avesse una forza di risucchio, potrebbe essere al
limite indipendente dell'altezza del serbatoio, perché è capace di generare da solo la forza di
risucchio che gli serve.
Invece, non è così, infatti, quando parliamo dell'aspirazione sistolica e diastolica, ci sono, ma
sono di significato relativamente piccolo, e inoltre vedremo anche per lo stesso motivo che la
manovra di Valsalva ha questo effetto importante. Aldilà che è un modello molto semplificato, fa
capire come funziona il muscolo cardiaco.
Determinants of cardiac output.mp4
Avete visto che questo indica il cuore sinistro, dove abbiamo in serie l'atrio sinistro, ventricolo
sinistro. Le piastre che vedete che lo coprono servono a comprimere il ventricolo, imitano la sistole.
Accanto a questo, vedete che abbiamo il cuore destro, atrio destro e ventricolo destro, che sono uniti
in una stessa pompa, ma sono inseriti in serie, come in condizioni fisiologici.
Importante che la circolazione sistemica e polmonare sembrano incrociarsi, ma non c'è nessuna
comunicazione. Se volessimo simulare il dotto di Botalo aperto, dovremo mettere in comunicazione
i due tubi quando si sovrappongono uno con l'altro.
La parola che viene spesso e “to suck” - risucchiare, indica una pompa che genera un risucchio,
rispetto al cuore che non è capace di generare un risucchio.
Quest'altro è invece un esempio di una pompa che genera un risucchio, classica pompa rotativa
che viene utilizzata in chirurgia, nel bypass cardiopolmonare. Vedete che il principio è che la pompa
gira e la rotella comprime il tubo, spingendo avanti il sangue. Il tubo, una volta che la rotella è
passata, il tubo grazie al suo ritorno elastico ritorna al suo volume, sezione originale, e questo
ritorno elastico risucchia sangue. Questo è una classica pompa rotativa che invece genera un
risucchio. Come vedremo, come verrà sottolineato, il determinante principale della gittata di questa
pompa cardiaca è la velocità con cui ruota la pompa, la velocità di rotazione, solo quella, il preload,
la pressione del liquido in entrata non ha nessuna influenza, come lo dimostrerà tra poco.
Un principio fondamentale della pompa che funziona a risucchio – alterando il livello di serbatoio
di sangue in entrata alla pompa non ha nessun effetto sulla gittata della pompa. L'unico
determinante fondamentale è 1. la frequenza (velocità) di rotazione, e 2. il diametro del tubo.
Quindi, in altre parole, il prodotto frequenza*gittata sistolica (stroke volume).
Fisiologia II, Lezione 4 – La legge di Starling, pagina 10 05/10/2010
Il cuore invece, in quanto pompa che non genera risucchio, è una pompa che ha una capacità
limitata di ritornare al suo volume originale. Di fatto, non è così, perché il cuore ha un suo ritorno
elastico proprio. Però, molto meno importante rispetto a quello di una pompa meccanica.
Ecco vedete, se il dislivello tra il punto in cui pesca il tubo nella bottiglia è tale che questo punto
in cui pesca il tubo è al di sotto a questo livello atrio-ventricolo, vedete che questo cuore non genera
nessuna gittata, per quanto uno può aumentare la frequenza.
Vedete, è molto simile al preparato di Starling: innalzando il serbatoio aumenta la gittata, se
abbasso il serbatoio diminuisce la gittata. Se il serbatoio è al di sotto al livello del cuore, la gittata è
nulla, perché il cuore non è capace di aspirare questo sangue.
Innanzitutto, vedete l'alternanza sistole atriale – sistole ventricolare, prima si contrae l'atrio e poi
il ventricolo. L'altra cosa è che più o meno il volume, lo stroke volume, è all'incirca quello
fisiologico, all'incirca 100mL, e quindi dato che la rata, la frequenza è circa 80 battiti/min, il cardiac
output, la portata è all'incirca 8 litri al minuto, simila a quella fisiologica di un cuore umano adulto.
In questa situazione in cui la pressione in tutto il sistema cardiocircolatorio è al di sotto di un
livello tale per cui il cuore non si riempie, di fatto non abbiamo nessuna gittata cardiaca, sebbene il
cuore funzioni. Questo è esattamente la situazione che si osserva in un shock ipovolemico, nella
situazione in cui la quantità di sangue, la volemia, presente nel sistema cardiovascolare, è al di sotto
un livello critico per riempire in maniera critica il cuore, la gittata cardiaca è nulla o molto bassa. E
questo sebbene il cuore di per sé funzioni completamente. Vuol dire che un altro determinante
fondamentale della gittata cardiaca è il riempimento del sistema cardiovascolare. Questo è un
principio che poi vedremo anche più avanti.
Adesso tentiamo una terapia di questo shock ipovolemico nello stesso modo esatto in cui agiremo
in una situazione in un paziente: aumentando il volume, introducendo volume nel sistema
cardiovascolare. Se non c'è sangue a disposizione, qualsiasi soluzione fisiologica è sufficiente:
anche una soluzione fisiologica 0.9% salina è fondamentale, anche se non c'è sangue a disposizione.
Proprio per ricuperare la gittata cardiaca, che altrimenti se la pressione nel sistema cardiovascolare
è sotto questo livello critico, la gittata è comunque nulla.
Ancora siamo sotto zero, non abbiamo abbastanza liquido. Aggiungiamo altri 250cL. Adesso
vediamo un po' di flusso. Vedete che con questo secondo intervento otteniamo un flusso nel sistema,
e siamo al di sopra di questa pressione critica in modo che il cuore può generare la gittata.
Adesso introduce altri concetti che dobbiamo ancora introdurre.
Comunque, quello che vi dimostra questo filmato è che con un semplice modello meccanico del
sistema cardiocircolatorio possiamo simulare almeno in parte le proprietà fondamentali del cuore
come pompa. Vi ricordate all'inizio vi avevo detto che Newton era un grande ammiratore di Harvey
perché Harvey aveva introdotto questa considerazione puramente meccanica della mozione
cardiaca? Di fatto, con un modello molto semplice, possiamo capire alcuni concetti molto
fondamentali. La meccanica cardiaca non è una meccanica di un Ferrari, ma è la meccanica di un
camion proprio, un qualcosa che deve reggere sollecitazioni molto grandi.
Torniamo al concetto di elastanza ventricolare, che avevamo introdotto all'inizio.
GRAFICO ELASTANZA TEMPO – questo non sono riuscito a trovare da nessuna parte,
nemmeno nel Conti, o nel Berne
Quello che vediamo, che abbiamo detto che l'elastanza in diastole è il valore minimo, la cosidetta
elastanza diastolica, poi inizia ad aumentare in sistole e raggiungere il suo valore massimo in
sistole, per poi tornare a diminuire rapidamente, nuovi ribassi, a inizio diastole. Quindi abbiamo in
diastole un valore minimo e in sistole un valore massimo di elastanza. Ripeto, l'elastanza può essere
considerata come approssimativamente come la rigidezza del muscolo, ovvero, la forza con la quale
il muscolo si oppone a un stiramento. Vedete che l'elastanza è minima in diastole quando il muscolo
è rilassato, oppone la resistenza minima in diastole, e invece il muscolo si oppone quando è
contratto in sistole, si oppone ad essere stirato, raggiunge la sua elastanza massima.
Tra l'altro, ecco un'altra osservazione interessante – la pressione, quando raggiunge il suo valore
massimo in ventricole? A metà sistole. Invece, l'elastanza o rigidezza ventricolare raggiunge il suo
valore massimo a fine sistole. E questo è un fenomeno interessante. Di fatto, se guardate il cuore a
fine sistole, il cuore si sta ancora contraendo, e lo spessore della parete raggiunge il suo valore
massimo. Quindi questo coincide molto bene con l'osservazione del fatto che lo spessore della
parete del muscolo cardiaco è massima non a metà sistole, ma a fine sistole. Il muscolo raggiunge la
sua rigidezza massima a fine sistole.
Tra l'altro, questi risultati possono essere misurati sperimentalmente, e vedete che questi sono
tracciati sperimentali, dove vedete queste variazioni dell'elastanza in tre condizioni differenti:
questo e la fine sistole, diastole, un'altro tipo di contrazione sistole-diastole e così via. Vedete che
hanno più o meno questo andamento che vi ho disegnato alla lavagna.
Ora, la cosa interessante e se adesso andiamo a considerare questi grafici sperimentali, tracciati
dei cicli cardiaci registrati in un preparato sperimentale, in un cuore di cane, questi sono differenti
cicli a differenti preload: questo è un ciclo a basso preload, preload più elevato e così via. Tutti i
cicli sono comunque delimitati con questi linee che sono quasi rette: la linea piatta che rappresenta
l'elastanza diastolica, e questa linea più ripida che rappresenta l'elastanza sistolica. Questo in
presenza di differenti valori di precarico, e questi cicli invece in presenza di differenti valori
postcarico – progressivamente viene aumentata la pressione aortica. Questo punto qua, che
rappresenta questi due valori ESV-ESP, vedete come si sposta lungo una linea che è
approssimativamente una retta, e anche questo ci fa vedere come questo è un modo molto elegante
per considerare un ciclo cardiaco in una maniera quantitativa.
Questi sono cicli cardiaci in assenza di un agente esterno, e questi invece indicati con una linea
tratteggiata, rappresentano cicli cardiaci in presenza di epinefrina, ovvero adrenalina, che è un
farmaco, agonista beta-adrenergico, che aumenta l'efficienza della contrazione ventricolare, viene
utilizzato in trapianti, per esempio. Aumenta la contrattilità del ventricolo, e il suo effetto è visto
benissimo dal fatto che adesso questa retta che congiunge questi punti che abbiamo detto ESV-ESP,
diventa più ripida. Quello che possiamo dire che la pendenza dell'elastanza sistolica è
proporzionale alla contrattilità, è un indice della contrattilità. Questo è importante per la
comprensione della funzione del cuore come pompa.
Abbiamo detto, determinanti della gittata cardiaca: precarico, postcarico, e adesso introduciamo
un terzo determinante fondamentale che è la contrattilità o lo stato contrattile, che può essere
interpretato come la capacità intrinseca dei cardiomiociti di generare forza. Diciamo così, dipende
da tutti i processi biochimici, l'efficienza dei processi biochimici che portano poi alla contrazione
dei sarcomeri. Un terzo determinante della efficienza ventricolare è la contrattilità.
Lei ha detto che a fine sistole l'elastanza è massima a differenza della pressione, perché c'è la
maggiore spessore delle pareti. Ma quindi nella formula dell'elastanza, il volume sotto la pressione
sarebbe il volume dello spessore del miocardio o il volume del sangue? Il volume del sangue
Fisiologia II, Lezione 4 – La legge di Starling, pagina 12 05/10/2010
Non è così – oltre un certo livello critico vedete che queste linee vanno congiungendosi. Se io mi
sposto da qui a qui, a volumi molto elevati, quindi possiamo dividere il grafico nella prima metà -
“Fisiologia”, e la seconda metà - “Patologia”. Per cui adesso, nella patologia, potrei trovarmi in
questo ciclo qua – qualcosa di questo genere. Allora vedete, un sprovveduto che non conosce la
legge di Starling, si trova davanti a un paziente con un cuore di questo genere, fortemente dilatato
quindi, e una gittata cardiaca insufficiente – questa è una classica insufficienza cardiaca. Cuore
dilatato e gittata cardiaca insufficiente per sostenere i fabbisogni metabolici dell'organismo.
Cosa potrebbe pensare il sprovveduto? “Diamo un farmaco a questo paziente che gli fa aumentare
la contrattilità, perché aumentando la contrattilità, aumento la gittata.” E così probabilmente lo fa
fuori. Invece, un medico che ha studiato al Campus, studente non sprovveduto, dice “Un momento.
Ma la legge di Starling? Cosa possiamo fare? Vediamo se per caso non riusciamo a far ritornare il
volume cardiaco da questo range patologico a un area fisiologica. Come si può fare?” Dei diuretici,
esattamente, abbassando il volume nel sistema cardiovascolare, ad esempio dando un farmaco che
favorisce la diuresi, l'escrezione di liquidi, di acqua, e quindi un diuretico, escrezione di acqua dal
rene, diminuendo il volume nel sistema cardiovascolare. Quello che faccio è che faccio ritornare il
cuore in un range dove abbiamo una maggiore efficienza ventricolare.
Infatti, i cardiologi, quello che vi insegneranno, e che nell'insufficienza cardiaca, l'ombra del
cuore che si vede su una lastra del torace oppure le misure che si fanno tramite ecocardiografia, una
diminuzione del volume delle dimensioni del cuore è considerato un fattore positivo – significa che
il paziente sta rispondendo alla terapia. Quindi vedete che tra l'altro anche qui si vede il limite del
modello meccanico, perché nel modello meccanico diminuire la pressione di riempimento,
diminuire il riempimento del sistema fa diminuire la gittata, ma quello perché è un modello
meccanico non simula la patologia. Quindi vediamo anche i limiti di un modello molto
semplificato. Però è comunque utile per capire quali sono i determinanti fondamentali, ovvero la
pressione di riempimento del sistema.
bisogno di una pressione di circa 3mmHg. Invece il ventricolo destro ha bisogno di una pressione di
solo 1 o 2mmHg per ottenere la stessa gittata. In altre parole, la curva di funzionalità del ventricolo
sinistro e ventricolo destro non sono identiche, sebbene poi invece la gittata nei due ventricoli in
condizioni fisiologiche è uguale. Questo infatti rappresenta l'effetto di precarico, secondo la legge di
Starling – l'aumento di precarico fa aumentare la gittata, la diminuzione del precarico fa diminuire
la gittata. Ovviamente, non ad infinitum, e poi oltre a una certa pressione la gittata raggiunge il suo
massimo.
E ovviamente, qua siamo ancora nel range fisiologico. Se andassimo a pressioni atriali molto
elevate, queste pressioni che dilatano il ventricolo eccessivamente, avremo un calo della gittata,
saremo nel range patologico della insufficienza ventricolare.