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Don Victor: Pseudocoscienza13/12/2010
Pseudocoscienza 
La pseudocoscienza è legata all'osservazione di tipo esistenziale in cui si dice che Kant ha ragione quando parla di factum rationis, cioè esiste nell'uomo un insopprimibile quesito morale spontaneo. Questo comporta che quando si fa il male quando si sa di fare il male nasce un conflitto di coscienza. Questo perchè intelletto e volontà che ha fatto il male entrano in conflitto. Questo si può affrontare secondo il
paradigma dei gufi
 che dice che quando un conflitto interiore non viene risolto è un qualcosa di attivo nella persona. Il male produce male e modifica la persona a seconda della natura dell'atto. L'assioma trasversale presente in tutta la deontologia medica dice che il medico deve agire secondi intelletto e coscienza. Dato che io non posso eliminare il factum rationis, ma questo mi tortura e non mi fa fare il male serenamente, sento la necessità di sostituire la coscienza con un pseudocoscienza in modo tale che sostituisco la coscienza razionale oggettiva con una pseudocoscienza che mi può dire diverse cose a seconda del suo tipo. Il
primo
 tipo mi dice di fare ciò di cui ho voglia e che le domande di senso sono domande sbagliate perchè nulla ha senso. Un
secondo
 tipo di pseudocoscienza è la pseudocoscienza emotivista che è stata veicolata dal movimento newage. Ha lasciato una realtà ancora efficacissima; dice che devo fare quello che sento. C'è un
terzo
 tipo di pseudicoscienza che è sottile e molto più articolata; può essere la pseudocoscienza più diffusa ed è un pseudocoscienza della superficialità. Questa di fatto deride il quesito morale, opponendogli la forza vitalistica (Nietzche). Fa coincidere la grandezza ddell'uomo con la sua volontà di potenza ( fare quello che voglio); pertanto il quesito morale elimita questo desiderio dell'uomo e viene derisa come morale di schiavi: obbedire alla verità è una verità di schiavo. È quindi deplorevole perchè distrugge l'uomo. Ecco che su questa base facciamo il salto in una forma dell'individualismo statunitense. Pertanto passiamo all'individualismo razionale. Questo sta avvenendo da decenni nel mondo occidentale. La nostra interpretazione è che la radice dell'individualismo ha radici Nietzcheiane ed ha una sua configurazione nel senso di solitudine e tristezza, di mancanza di senso. Per questo abbiamo guardati da vicino la risposta a questa sofferenza che dà Camus, perchè lo stesso Camus nel cercare di rispondere alla domanda “come faccio a campare quando i nodi vengono al pettine?” dice che le tre fasi non servono a nulla, tanto che il suicidio diventa il centro della filosofia. Shopenhauer dice che le dipendenze sono più plausibili. È più plausibile la sua risposta. Solo che nella misura in cui io accetto un ambito di virtualità perdendo la realtà su di me e sugli altri aumento il senso di solitudine perchè è lì che sviluppo l'incapacità di amare. Mi innamoro di tutti ma non mi innamoro mai di nessuno. Siamo passati poi ai doveri del medico,
articoli 20,21,39
. abbiamo parlato di errore professionale. Abbiamo parlato poi di prevenzione. Rischio globale: qualunque si la problematica della prevenzione, il problema radice è quello che noi chiamiamo rischio globale. Cosa intendiamo? Il concetto di rischiio è alla base del concetto di prevenzione. Tempo fa ci è capitato di parlare con un tizio di 23-24 anni che era molto preoccupato perchè il suo fratellino si drogava in casa. Quando uno si droga in casa è moto negativo. Il fratellino non capiva perchè il fratello maggiore si preoccupava. Se perdo il concetto di rischio io perdo il concetto di prevenzione. La categoria rischio è puramente etica. Se scoppia una sparatoria nella hall che devo fare? 11 Settembre, New York bisogna allontanarsi o accorrere? Che cosa è il rischio? Il rischio è una condizione che può impedire il raggiungimento di un fine. Pertanto il concetto che costruisce la categoria rischio è il fine. Nel suo costruirsi distinguiamo fini parziali e fine ultimo. Se entro in una situazione di neutralità etica, cioè perdo la
 
Don Victor: Pseudocoscienza13/12/2010consapevolezza del mio fine, la prevenzione diventa difficilissima. Il fratellino ha perso la categoria rischio perchè ha perso il senso del suo fine, ha solo il concetto nichilista dell'immediato desiderio. Se mi sorge un quesito di coscienza io a volte lo affronto fino a risolverlo, a volte lo evito, a volte lo ignoro. Se ho un quesito di coscienza perhcè non lo affronto? Perchè di fatto cerco di sostituire la categoria rischio con il mio desiderio immediato. Percepisco che è importante, ma lo allontano e quindi allontano parte di me da me stesso. Eco perchè la prevenzione ha come rischi globale la neutralità etica perchè io non so più quale è il mio fine. Gli emo sono sempre un po' depressi, tristi. Ci sono dimensioni emo, ma ci sono dimensioni pseudo emo quando io non affronto con coraggio e nobiltà d'animo i questi i che io stesso mi sto ponendo. Voglio guardare le cose come stanno. Se trasportiamo questo in ambito sanitario noi cogliamo il senso profondo di un'anamnesi. La prevenzione deve partire da un rischio globale. Bisogna saper motivare il paziente per fare qualcosa di pesante. La prevenzione non è staccata dal resto della vita. Nella tutela della vita abbiamo visto l'eutanasia e l'aborto. Abbiamo detto che è importante sapere che cosa facciamo quando eseguiamo un aborto. Abbiamo visto la natura multidimensionale dello zigote. Lo zigote è il minimo quindi tutto quello che si può dire dello zigote si può dire anche dell'embrione e di tutto il resto. Abbiamo visto anche la RU486 e la contragestione. Il concetto di contragestione che nasce nella pillola abortiva e nella fecondazione in vitro ha un riferimento antropologico molto particolare che è il vitalismo ciclico. Cosa che ci sorprese abbastanza e pertanto ha attirato la nostra attenzione. C'è una negazione della vita individuale mentre si sposta l'attenzione su organismi collettivi, per arrivare alla fine ad un unico ente collettivo che è la dea Gaia. Questa teoria è supportata da un'altra corrente id pensiaro che è la singolarità tecnologica di Curtzwai. La singolarità tecnologica fa riferimento al concetto fisico della singolarità. Y=1/X con X → 0. l'equazione tende all'infinito. La tecnologia vivrà nel 2043 il suo momento di singolarità, cioè l'intelligenza artificiale si renderà autonoma dall'uomo e sostituirà la specie umana. In questo modo l'universo prenderà coscienza di sé e si andrà oltre la specie umana. L'estinzione della specie umana è positiva secondo il filone catastrofista. Come vanno letti e intesi i film catastrofisti' l'uomo è un disastro e quindi non può che produrre disastri. Il mondo può essere salvato dagli extraterrestri, da un IA o da qualsiasi altra cosa. A meno che non ci sia un piccolo gruppo di persone illuminate che diventeranno il nuovo seme della nuova umanità.
L'articolo 32
 che porta da una parte il paternalismo buono del medico sapendo però che bisogna trattare in modo diverso le persone, che sono differenti.

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