In maniera semplice: il simpatico lavora con i suoi
neurotrasmettitori (catecolammine) che agiscono direttamente su recettori localizzati a livello del piano muscolare e dei nodi. Il parasimpatico agisce con acetilcolina con recettori localizzati prevalentemente nel nodo senoatriale. L’azione di questi due sistemi è prevalentemente sulle cellule auto ritmiche. Avevamo detto che nelle cellule auto ritmiche c’è una fase di depolarizzazione lenta perché si aprono i canali HCM responsabili della corrente funny sia il simpatico che il parasimpatico lavorano sui canali HCM. Il parasimpatico lavora direttamente sui canali responsabili della corrente funny mentre il simpatico lavora sullo stato di polarizzazione delle cellule. Il simpatico lavora con le catecolammine che agiscono sui recettori situati in corrispondenza delle cellule del nodo seno atriale e il recettore è legato ad una proteina G che attiva un’adenilatociclasi creando AMPc e i canali dipendenti da AMPc si aprono e + veloce sarà la fase di depolarizzazione dopo la stimolazione simpatica i potenziali sono + ravvicinati e la freq. cardiaca è aumentata. Il parasimpatico ha l’azione opposta, il recettore muscarinico per l’acetilcolina ha un’azione esercitata direttamente sui canali per il K+ che si aprono creando un’iperpolarizzazione; quindi, l’azione del parasimpatico è quella di andare a rallentare la frequenza dei potenziali d’azione perché quella curva diventa + lunga e quindi avremo una frequenza cardiaca bassa. La frequenza cardiaca media è data dall’equilibrio tra inibizione esercitata dal nervo Vago (para) e la stimolazione indotta dai nervi cardiaci (simpatici) sul nodo SA. La ghiandola surrenale è una ghiandola composita con una porzione corticale e midollare, quest’ultima produce catecolammine che vanno a influire sulla frequenza cardiaca. I fattori che influenzano la gittata cardiaca, abbiamo detto, che sono volume sistolico e frequenza cardiaca che è collegata al ritorno venoso. Il volume sistolico è influenzato da volume telediastolico e volume telesistolico. Il volume telediastolico nasce dalla quota di sangue che torna al cuore detto ritorno venoso e come ci torna al cuore questo sangue? Attraverso una serie di meccanismi che sono fondamentalmente 4: attività della pompa muscolare, respiratoria, delle vene e volume ematico. Pompa muscolare le vene sono vasi di accoglienza e affinché il sangue torni al cuore si sfrutta la muscolatura perché la compressione esercitata dal muscolo fa si che si comprima la parete del vaso. La presenza delle valvole garantisce che non ci sia un ritorno di sangue cioè che non ci sia un reflusso. La pompa muscolare negli arti è l’elemento + importante. Pompa respiratoria il diaframma che va verso l’alto e il basso ha un effetto importante: si crea un gradiente pressorio che favorisce il ritorno di sangue nel cuore passando dalla porzione addominale a quella toracica. Pompa delle vene il sistema venoso è un sistema a capacità variabile, l’azione del simpatico fa contrarre la muscolatura liscia delle vene che schiacciandosi richiama sangue al cuore. Arterie e venne vanno quasi sempre in parallelo e scorrono controcorrente e perciò quando il sangue scorre nelle arterie queste si dilatano andando a favorire il flusso comprimendo le vene che vi stanno accanto favorendo il ritorno venoso. Variazioni del volume ematico riprendiamo un attimo dei concetti del rene: la renina è prodotta dal rene per via di tutte le variazioni riscontrate dalle cellule dell’apparato iuxtaglomerulare, ad esempio, se cala la pressione nell’arteriola afferente verrà prodotta renina. La renina prodotta rientra all’interno di un sistema + grande detto sistema renina angiotensina aldosterone: la liberazione di renina attiva l’angiotensina che favorisce la liberazione di aldosterone che fa riassorbire Sali e H2O aumenta volume extracellulare, aumenta il volume ematico e quindi telediastolico allora aumenta la gittata. Altro ormone che ci aiuta è l’ADH che aumenta il volume telediastolico e quindi favorisce una variazione della gittata. Un ormone che favorisce la riduzione del volume, invece, è il peptide natriuretico atriale.