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Corso di laurea triennale in

Scienze Biologiche e
Biotecnologie
Corso a scelta in BIOCHIMICA CLINICA

Lezione 8

Il cuore e i marcatori
cardiaci

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Il cuore
Anatomia

Il cuore è posto al centro della cavità toracica, precisamente nel mediastino


anteriore fra i due polmoni, dietro lo sterno e le cartilagini costali, che lo
proteggono come uno scudo, davanti alla colonna vertebrale, da cui è
separato dall'esofago e dall'aorta, e appoggiato sul diaframma, che lo separa
dai visceri sottostanti. Negli esseri umani il cuore ha la forma di un tronco di
cono e l'apice è rivolto in basso.
• Pesa nell'adulto all'incirca 250-300 g,
• Misura 12 cm in lunghezza, 9-10 cm in larghezza e circa 6 cm di
spessore.

Questi parametri variano con età, sesso e costituzione fisica.

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Il cuore
Anatomia

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Il cuore
Anatomia

La parete del cuore può essere divisa in tre strati di tessuto sovrapposti:
-Endocardio: non è altro che un sottilissimo strato epiteliale che fodera le cavità
interne del cuore;
-Miocardio: la vera e propria struttura portante del nostro cuore, ovvero lo strato
muscolare composto da miocardiociti (cellule cardiache che assicurano
l’impulso nervoso necessario per il battito cardiaco, che stimola la circolazione);
-Epicardio: la membrana esterna fine e sierosa.

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Il cuore
Anatomia

Le cavità interne del cuore sono quattro e ben distinguibili:


Le cavità superiori (a pareti più sottili)
• atrio destro;
• atrio sinistro.
Le cavità inferiori (a pareti più spesse)
• ventricolo destro;
• ventricolo sinistro.

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Il cuore
Anatomia

Infine è necessario conoscere le valvole cardiache, fondamentali per il corretto


funzionamento del sistema cardio-vascolare. Come le cavità interne, anche le
valvole sono quattro:
• la valvola tricuspide (collocata tra l’atrio e il ventricolo destro);
• la valvola mitrale (collocata tra l’atrio e il ventricolo sinistro);
• la valvola polmonare (collocata tra il ventricolo destro e l’arteria
polmonare);
• la valvola aortica (collocata tra il ventricolo sinistro e l’aorta ascendente).
Le valvole garantiscono l'unidirezionalità del flusso sanguigno all'interno del
cuore e quindi il regolare reflusso nelle cavità. Il passaggio del sangue avviene
ad ogni battito cardiaco: la valvola si apre, il sangue fluisce e si richiude
rapidamente per evitare un flusso opposto che crei danni irreversibili al cuore.
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Il cuore
Fisiologia

Il cuore è costituito dalle cellule del miocardio, tipicamente striate, che si


occupano della contrazione e dalle cellule auto ritmiche non contrattili, da cui
origina lo stimolo di contrazione. Le cellule auto ritmiche possiedono la
capacità di auto depolarizzarsi, grazie all'apertura canali del sodio che
spostano il potenziale di membrana verso valori più positivi, consentendo
l'apertura dei canali del calcio. L'ingresso di calcio nella cellula è prolungato e
porta il potenziale a stabilizzarsi su valori positivi per qualche millisecondo,
generando un plateau. Il segnale termina grazie all'apertura dei canali del
potassio, che riportano il potenziale di membrana a valori negativi e
consentono ai canali di aprirsi nuovamente. La contrazione del miocardio inizia
grazie all'ingresso nel calcio della cellula, che provoca la fuoriuscita di altro
calcio dal reticolo sarcoplasmatico e quindi la contrazione.
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Malattie dell’apparato cardiovascolare

• Aritmie cardiache: la maggior parte delle aritmie sono innocue ma a volte


possono arrecare gravi danni a diversi organi;
• Ictus: l’ictus si verifica quando un coagulo di sangue blocca un’arteria
cerebrale o quando un’arteria del cervello viene danneggiata e si rompe,
provocando una interruzione dell'apporto di sangue ossigenato nell'area
cerebrale;
• Infarto del miocardio: l’infarto è la morte di una parte del muscolo cardiaco,
dovuta a un’ischemia prolungata, cioè al mancato apporto di sangue per un
certo periodo di tempo;

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Malattie dell’apparato cardiovascolare

• Ipertensione arteriosa: l'ipertensione arteriosa rappresenta il fattore di rischio più


importante per ictus, infarto del miocardio, aneurismi, arteriopatie periferiche,
insufficienza renale cronica e retinopatia;
• Malattie delle valvole cardiache: Le malattie valvolari possono essere presenti
dalla nascita oppure svilupparsi nel corso della vita a seguito di diverse malattie;
• Pericardite: la pericardite è più frequente tra gli uomini di 20-50 anni, ma
colpisce anche le donne di tutte le età;
• Scompenso cardiaco: è un’alterazione della struttura e della funzione cardiaca
che porta a un’insufficiente funzione di pompa del cuore;
• Trombosi venosa profonda: la trombosi venosa profonda è la formazione di un
coagulo di sangue all’interno di una vena profonda del corpo, che causa
un’ostruzione parziale o completa al flusso del sangue.
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Malattie dell’apparato cardiovascolare
Frequenza Cardiaca

La frequenza cardiaca normale è compresa tra 60 e 100 battiti per minuto


(bpm); una frequenza inferiore ai 60 bpm viene chiamata bradicardia; una
frequenza superiore ai 100 bpm è definita tachicardia. Nel neonato la frequenza
arriva a 120 bpm, nel feto è ancora superiore e decresce dalla nascita fino
alla pubertà.

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Malattie dell’apparato cardiovascolare
Frequenza Cardiaca

L'onda P corrisponde alla contrazione degli atri, il complesso QRS alla


contrazione dei ventricoli. Di seguito riportiamo il ciclo cardiaco correlato
all'elettrocardiogramma: tale diagramma evidenzia in modo molto chiaro la
relazione fra attività elettrica e la contrazione del miocardio.

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Malattie dell’apparato cardiovascolare
Pressione arteriosa

Durante il sonno il cuore pompa 5 litri di sangue in un minuto, mentre durante


un'attività fisica moderata la quantità raddoppia. Per un'attività pesante o una
vigorosa attività atletica si arriva sino a 20 litri al minuto. A riposo la pressione
normale non deve superare il valore di 130/80 mmHg, anche se valori più bassi
sono ugualmente considerati nella norma.

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Malattie dell’apparato cardiovascolare
Pressione arteriosa

La frazione di eiezione ovvero la quantità di sangue pompata a ogni battito è


pari a circa il 50-70% del volume telediastolico (quantità di sangue presente
nel cuore al termine della diastole). La quantità residua rappresenta una
riserva funzionale che il cuore può pompare se le richieste periferiche
aumentano.

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Infarto del miocardio (IMA)

Nel 2014 (ultimo dato di mortalità disponibile ISTAT) si sono verificati in Italia
complessivamente 220.200 decessi per malattie del sistema circolatorio
(96.071 negli uomini e 124.129 nelle donne); di questi, 69.653 decessi sono
stati attribuiti a malattie ischemiche del cuore (35.714 negli uomini e 33.939
nelle donne) e 57.230 a malattie cerebrovascolari (22.609 negli uomini e
34.621 nelle donne)

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Biomarcatori
Cosa sono

I biomarcatori cardiaci sono molecole rilasciate in circolo quando il cuore è


danneggiato o stressato. Questi biomarcatori sono usati come supporto nel
diagnosticare:
• la sindrome coronarica acuta (ACS);
• l’ischemia cardiaca,
• patologie associate ad insufficiente apporto di sangue al cuore.

I test per i biomarcatori cardiaci possono essere impiegati per determinare il


rischio di sviluppare una di queste patologie o per monitorare i pazienti affetti.

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Biomarcatori
Cosa sono

La causa scatenante sia dell’ACS che dell’ischemia cardiaca è di solito la


formazione di placche sulle pareti arteriose (aterosclerosi). Ciò può scatenare
un restringimento grave delle arterie che può portare al blocco delle arterie
coronarie che portano al cuore.

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Biomarcatori
Cosa sono

L’ischemia cardiaca si verifica quando l’apporto di sangue al cuore non è


sufficiente. Quando una quantità di sangue insufficiente raggiunge il cuore può
provocare:
• dolore al petto (angina),
• respiro corto,
• sudorazione eccessiva.
Di solito l’angina si instaura quando le coronarie si restringono nel tempo. Il dolore
inizia quando la persona è in attività, quando il cuore si affatica e scompare
velocemente col riposo o con farmaci che aumentano il flusso sanguigno al cuore,
come la nitroglicerina.

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Biomarcatori
Cosa sono

L’ACS è causata dalla rottura di una placca aterosclerotica. La rottura della placca
provoca la formazione di un coagulo (trombo) nelle coronarie, che porta ad una
rapida diminuzione di sangue e ossigeno al cuore, che a sua volta determina
prolungato dolore al petto chiamato angina instabile, che si instaura senza sforzi
particolari e non si risolve.
Quando il flusso sanguigno al cuore è bloccato o significativamente ridotto per un
periodo di tempo prolungato (di solito per più di 30-60 minuti), può provocare morte
cellulare e si chiama infarto acuto del miocardio. Può determinare la morte di una
parte del muscolo cardiaco con danno permanente e formazione cicatriziale; talvolta
può causare morte improvvisa per contrazioni irregolari del cuore (aritmia). L’angina
instabile e l’infarto acuto del miocardio fanno parte delle sindromi coronariche acute.

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Biomarcatori

L’ACS è causata dalla rottura di una placca aterosclerotica. La rottura della


placca provoca la formazione di un coagulo (trombo) nelle coronarie, che porta
ad una rapida diminuzione di sangue e ossigeno al cuore, che a sua volta
determina prolungato dolore al petto chiamato angina instabile, che si instaura
senza sforzi particolari e non si risolve.
Quando il flusso sanguigno al cuore è bloccato o significativamente ridotto per un
periodo di tempo prolungato (di solito per più di 30-60 minuti), può provocare
morte cellulare e si chiama infarto acuto del miocardio. Può determinare la morte
di una parte del muscolo cardiaco con danno permanente e formazione
cicatriziale; talvolta può causare morte improvvisa per contrazioni irregolari del
cuore (aritmia). L’angina instabile e l’infarto acuto del miocardio fanno parte delle
sindromi coronariche acute.
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Biomarcatori

Aumenti di uno o più biomarcatori cardiaci nel sangue possono identificare i


pazienti con ACS o ischemia cardiaca, consentendo una diagnosi rapida ed
accurata, nonché un trattamento appropriato.
L’intervento medico tempestivo è di cruciale importanza per prevenire la morte e
minimizzare il danno cardiaco e le future complicazioni. Il test dei biomarcatori
cardiaci deve essere disponibile negli ospedali 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 con
un turn-around-time (tempo che passa dalla richiesta al referto - TAT) rapido.
Alcuni di questi esami possono essere eseguiti al pronto soccorso o al letto del
paziente con degli strumenti portatili point of care (POC).
Di solito i test dei biomarcatori cardiaci
sono eseguiti ad intervalli successivi per
diverse ore per assicurare che l’aumento
delle concentrazioni sanguigne venga
rilevato e per stimare la gravità dell’infarto. 20
Diagnosi di Infarto del miocardio

L’ECG non è diagnostico nel 45% dei casi di infarto acuto del miocardio
(IMA).
La diagnosi precoce è essenziale per l’avvio della terapia trombolitica.

Per la diagnosi di IMA devono essere presenti almeno due dei seguenti
elementi:
• Dolore toracico severo e prolungato
• Variazioni tipiche ECG
• Incremento di enzimi cardiaci sierici

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Marcatori Cardiaci

Solo pochi biomarcatori cardiaci sono usati in routine. Il test di elezione per il danno
cardiaco al momento è la troponina. Gli altri marcatori sono meno specifici per il
cuore e possono aumentare per altri motivi tipo il danno al muscolo scheletrico.
I biomarcatori cardiaci usati come supporto per la diagnosi, la valutazione e il
monitoraggio dei pazienti in cui si sospetta la sindrome coronarica acuta, al
momento sono:

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Marcatori Cardiaci

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Marcatori Cardiaci
Troponina

• Troponina (I o T): è il test usato più frequentemente e più specifico per i


marcatori cardiaci. Aumenta entro poche ore dal danno cardiaco e rimane alto per
più di due settimane. L’aumento della serie di test della troponina nelle ore
successive, può aiutare a fare diagnosi di infarto. La troponina ad alta sensibilità è
un test usato nella determinazione delle stesse proteine dell’altro esame ma a
concentrazioni molto più basse. Poiché questa versione del test è più sensibile,
diventa positiva più precocemente e può essere di supporto nel determinare
sindrome coronarica acuta più velocemente rispetto all’esame standard. La
troponina ad alta sensibilità può inoltre essere positiva in pazienti con angina
stabile e anche in coloro che non hanno sintomi. Quando in queste persone è
aumentata, indica un rischio aumentato di eventi cardiaci futuri (infarto).

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Marcatori Cardiaci
Troponina

La troponina è un complesso proteico formato da tre subunità polipeptidiche ad


alto peso molecolare presente specialmente nel tessuto muscolare e composta
da tre subunità proteiche.

Le tre subunità proteiche sono:


• cTnC: lega il calcio
• cTnI: ATPasi-actinomiosinica inibente
• cTnT: legante la tropomiosina

Le tre troponine sono il prodotto di differenti geni

Forme cardio-specifiche della troponina I e T

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Marcatori Cardiaci
Troponina

Le forme cardio-specifiche della troponina sono la I e la T:


• TROPONINA I CARDIACA (Peso molecolare di 23.500 Dalton). In corso di
IMA si registra un aumento in 4-10 ore, con un picco a 10-24 ore e la
normalizzazione in 3-7 giorni;
• TROPONINA T CARDIACA (Peso molecolare di 37.000 Dalton). In corso
di IMA si registra aumento in 4-10 ore, con un picco in 10-24 ore e la
normalizzazione in 5-10 giorni.

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Marcatori Cardiaci
Troponina

La troponina non è quindi un marcatore precoce della necrosi miocardica,


tuttavia è molto più specifico della mioglobina (che aumenta anche in corso di
traumi muscolari). Infatti, aumenti della troponina si riscontrano soltanto in
patologie cardiache non ischemiche, quali il trauma cardiaco, la
cardiotossicità da chemioterapici, l’insufficienza cardiaca congestizia e
miocardite o pericardite che in genere non pongono problemi di diagnosi
differenziale con l’IMA.

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Marcatori Cardiaci
CK e Mioglobina

• Creatina chinasi (CK) e CK-MB sono stati ampiamente rimpiazzati dalla


troponina. Possono talvolta essere usati come supporto nel determinare l’arrivo
di un secondo infarto subito dopo il primo. Il CK-MB è una particolare
forma dell’enzima creatin- chinasi che si trova principalmente nel muscolo
cardiaco; aumenta quando è presente il danno cardiaco e può essere usato
come follow- up dopo la rilevazione di un aumento di CK e/o quando il test della
troponina non è disponibile.
• Mioglobina: è un esame che può essere usato insieme alla troponina per
diagnosticare precocemente l’infarto; non è usato frequentemente.

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Marcatori Cardiaci
Mioglobina

La mioglobina ha PM 18.000 Dalton, è una proteina muscolare che contribuisce


al trasporto di ossigeno. Presenta ridotta cardio specificità, in quanto aumenta
anche in diverse patologie quali:
• Miopatie,
• Rabdomiolisi
• Traumi
• Patologie infettive acute
• Patologie renali
La finestra diagnostica:
• Aumento: 2 – 4 ore
• Picco: 10 – 12 ore
• Durata: 30 – 36 ore
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Marcatori Cardiaci
Mioglobina

Utilità diagnostica: valore predittivo negativo: 98%


La mioglobina è un marcatore precoce di IMA, e ciò permette l’avvio rapido della
terapia trombolitica, ma soprattutto ha un’altissima predittività negativa. Quindi,
se il marcatore è negativo, è possibile escludere con altissimi margini di
sicurezza la presenza di infarto.

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Marcatori Cardiaci
Creatinkinasi (CK)

La CK ha PM 86.000 Dalton, localizzazione citoplasmatica e mitocondriale e


catalizza la reazione reversibile:

Creatina + ATP Creatinfosfato + ADP

L’isoenzima MB ha una maggiore specificità diagnostica per IMA.


Finestra diagnostica:
• Aumento: 6-8 ore
• Picco 24-36 ore
• Durata 3-4 giorni
L’utilità diagnostica è limitata per ridotta cardio specificità e cinetica di rilascio
tardiva.
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Marcatori Cardiaci
Altri biomarcatori

Altri biomarcatori sono:
• Lattico Deidrogenasi: l’LDH può essere misurato a intervalli regolari per
monitorare la progressione e/o la risoluzione della
patologia acuta o cronica rilevata;
• PCR ad alta sensibilità: può essere usato per stimare il rischio di un infarto
futuro in persone che hanno avuto episodi analoghi in passato;
• BNP (o NT-proBNP): di solito usato per riconoscere l’insufficienza cardiaca;
un’alta concentrazione in pazienti con sindrome coronarica acuta indica un
aumentato rischio di eventi ricorrenti.

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Marcatori Cardiaci
Lattico Deidrogenasi

La lattico deidrogenasi catalizza la reazione reversibile:

Lattato + NAD Piruvato + NADH + H

Le cause di aumento possono essere cardiache, quali infarto, cateterismo


cardiaco e aritmie gravi, e non cardiache, quali, anemie emolitiche, epatiti e
cirrosi, infarto polmonare e renale, neoplasie, traumi e distrofie muscolari.
Anche per la LD esistono 5 diversi isoenzimi e tra questi la LD1 è localizzata
prevalentemente nelle cellule del miocardio.
Finestra diagnostica:
• Aumento: 12-24 ore
• Picco 48-72 ore
• Durata 7-10 giorni
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L’utilità diagnostica è limitata per la ridotta specificità e la cinetica tardiva.
Marcatori Cardiaci
Proteina C reattiva

La proteina C reattiva è una proteina rilevabile nel sangue prodotta dal fegato


e facente parte delle cosiddette proteine di fase acuta.

E’ costituita da 224 aminoacidi, per un totale di 25 kDa, fa parte della famiglia


delle pentrassine, proteine pentaedriche costituite ognuna da 5 subunità
monomeriche identiche associate a ione Ca2+, che si legano tra di loro per
formare una struttura pentagonale.

L'innalzamento della PCR è conseguenza dell'aumento


di un'altra proteina detta interleuchina 6 (IL-6), prodotta
principalmente dai macrofagi. Rilevabile nel
siero/plasma, promuove agglutinazione, fagocitosi e
fissazione del complemento.

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Marcatori Cardiaci
Proteina C reattiva

• Può essere un marcatore indipendente per eventi secondari (morte, infarto, re-
stenosi dopo angioplastica);

• La misurazione dovrebbe essere effettuata 2 volte a 2 settimane di distanza e


dovrebbe essere utilizzato il valore medio;

• La misurazione dovrebbe essere effettuata con un metodo internazionale


standardizzato ultra-sensibile.

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Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici

Il Peptide natriuretico atriale (ANP) è un ormone di origine peptidica prodotto da


cellule specializzate del miocardio. L'ANP è coinvolto nel controllo omeostatico
di acqua, sodio, potassio e grasso presenti nell'organismo. Viene rilasciato in
seguito ad un eccessivo aumento del volume ematico (alta pressione
sanguigna) da particolari miociti. L'ANP agisce a livello dei reni, per ridurre
l'acqua, il sodio e i carichi adiposi nel sistema circolatorio, abbassando per
questo la pressione sanguigna. L'ANP è formato da 28 aa, con un anello
composto da 17 di essi al centro della molecola. L'anello è formato da un ponte
disolfuro tra due residui di cisteina alle posizioni 7 e 23. L'ANP è strettamente
correlata al BNP (peptide natriuretico cerebrale) e al CNP (peptide natriuretico
C), che hanno tutti in comune lo stesso anello di amminoacidi.

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Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici

Il BNP è un peptide risultante dall'unione di 32 amminoacidi. Il BNP è prodotto


principalmente dal ventricolo sinistro. Quando si dilata per l'eccessivo carico di
lavoro, causato ad esempio da sbalzi di pressione, la concentrazione di BNP e NT-
proBNP nel sangue aumenta notevolmente. Ciò può essere un segnale non solo di
scompenso cardiaco, ma anche di altre situazioni anomale che coinvolgono il cuore
ed il sistema circolatorio. Una volta rilasciato nel sangue, il BNP determina risposte
funzionali in cellule e tessuti localizzati a varia distanza dalla sede in cui è stato
secreto. Infatti, il BNP svolge un'attività diuretica, natriuretica e vasodilatatrice,
aumentando l'eliminazione di sodio ed acqua attraverso i reni e dilatando l'ampiezza
dei vasi sanguigni. In tal modo, il BNP riduce la pressione arteriosa e venosa ed
aumenta la capacità del cuore di pompare il sangue nelle arterie.

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Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici

Il pro-BNP viene scisso in due parti da un enzima chiamato corina, rilasciando


così nel sangue l’ormone attivo BNP e un frammento inattivo, l’NT-proBNP.
Quando il ventricolo sinistro è dilatato, per l’eccessivo carico di lavoro, la
concentrazione ematica di BNP e/o di NT-proBNP, può aumentare notevolmente.
Questi peptidi sono quindi indicatori di un aumentato carico di lavoro cardiaco e di
problemi nel soddisfare le richieste di sangue da parte dell’organismo. L’aumento
di BNP e NT-proBNP nel sangue riflette quindi la diminuita capacità del cuore di far
fronte a queste richieste.

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Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici

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Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici
Grelina ormone che stimola
l’appetito prodotto dalle cellule dello
stomaco prima dei pasti.

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Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici

Il peptide natriuretico di tipo C (CNP), appartiene alla famiglia dei peptidi natriuretici
e mostra proprietà strutturali e fisiologiche simili a quelle del peptide natriuretico
atriale (ANP) e del peptide natriuretico di tipo B (BNP). Il CNP è prodotto
principalmente dall’endotelio e solo recentemente è stata evidenziata una sua
produzione a livello cardiaco in pazienti con scompenso cardiaco. In questa
situazione anche i livelli plasmatici di CNP risultano elevati in relazione alla severità
della malattia, analogamente a quanto osservato per ANP e BNP, ma, mentre il
ruolo patofisiologico dell’ANP e del BNP è ampiamente dimostrato, quello del CNP
non è ancora completamente definito

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Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici

L'urodilatina è un ormone prodotto nei reni a livello del tubulo distale e del dotto
collettore in risposta sia ad un'espansione del volume di queste strutture (che si
riflette sulla macula densa) sia dall'effetto del peptide natriuretico atriale.

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Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici

La caratteristica principale è l’anello costituito dal ponte disolfuro tra le Cys-105


e Cys-121; questa porzione della catena peptidica si lega ai recettori specifici.
L’apertura dell’anello ad opera di una metalloendoproteasi (NEP) comporta la
perdita dell’attività biologica. 43
Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici

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Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici

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Marcatori Cardiaci
Peptidi Natriuretici

Galectina-3 – Identificazione dei pazienti ad alto rischio


Sebbene NT-proBNP sia un biomarcatore che aiuta a diagnosticare lo
scompenso cardiaco, sono necessarie ulteriori informazioni per individuare
attraverso il fenotipo i pazienti con scompenso cardiaco a maggior rischio di
nuovi ricoveri/mortalità. Oggi si sa che il 30-50% dei pazienti con scompenso
cardiaco ha elevati livelli di Galectina-3. La Galectina-3 causa fibrosi progressiva,
nota per essere un fenomeno alla base dello scompenso cardiaco. La
misurazione dei livelli della Galectina-3 può fornire informazioni utili a ottimizzare
le decisioni in merito al trattamento più appropriato paziente.

46
Strategie in seguito a Infarto acuto del
miocardio
Angiografia, coronarografia e
poi nel caso bypass.

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Marcatori Cardiaci

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Marcatori Cardiaci

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Marcatori Cardiaci

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Patologie cardiache
Natura Genetica

Le cardiomiopatie sono malattie che interessano il muscolo cardiaco in modo


diretto, portando ad alterazioni sia della struttura che della funzione di pompa del
cuore. Se ne distinguono quattro tipi fondamentali:
• Dilatative (con dilatazione delle camere cardiache),
• Ipertrofiche (con ispessimento delle pareti del cuore),
• Restrittive (con restrizione delle cavità ventricolari e difficoltà di riempimento),
• Cardiomiopatia ventricolare aritmogena del ventricolo destro.

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Patologie cardiache
Natura Genetica

I sintomi sono comuni e comprendono: palpitazioni, che possono essere


secondarie a vari tipi di aritmie, mancanza di fiato sotto sforzo (dispnea), dolore
toracico e sincope o episodi pre-sincopali. I pazienti con forme lievi di
cardiomiopatie possono avere una normale aspettativa di vita. Tuttavia, nei casi
più gravi, i pazienti sono esposti a un rischio aumentato di complicanze
cardiovascolari o emboliche, che possono per esempio dar luogo a un ictus e
talvolta a morte precoce in conseguenza di aritmie maligne o scompenso
cardiaco.

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Patologie cardiache
Natura Genetica

La sindrome del QT lungo (LQTS) è una patologia cardiaca su base genetica,


caratterizzata da un elevato rischio di aritmie (irregolarità del battito), che possono
provocare sincope e arresto cardiaco. La malattia è caratterizzata dal
prolungamento di un parametro specifico dell’elettrocardiogramma, l’intervallo QT, e
da anomalie morfologiche dell’onda T. Si manifesta prevalentemente in età
pediatrica, ma in alcuni casi può esordire anche dopo la pubertà. La gravità della
malattia è molto variabile e, almeno in parte, dipendente dal tipo di gene o di
mutazione implicati.

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Patologie cardiache
Natura Genetica

La sindrome del QT corto familiare è una cardiopatia, che associa un intervallo


QT corto (QT e QTc 300 ms) all'elettrocardiogramma (ECG) e un elevato rischio di
sincope o morte improvvisa da aritmia ventricolare maligna. Questa sindrome,
estremamente rara, colpisce soprattutto i giovani adulti o i neonati. Lo spettro
clinico è molto eterogeneo, con soggetti portatori asintomatici e soggetti con
sincope o che vanno incontro a morte improvvisa. Si associa spesso alla
fibrillazione atriale. Sono state identificate nei pazienti mutazioni nei geni KCNQ1,
KCNH2 e KCNJ2, che codificano per canali ionici cardiaci del potassio. La
trasmissione è autosomica dominante.

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Patologie cardiache
Natura Genetica

La sindrome di Brugada (SB) è caratterizzata da sovraslivellamento del tratto ST


nelle derivazioni elettrocardiografiche, blocco di branca destra completo o incompleto
e suscettibilità alla tachiaritmia ventricolare e alla morte improvvisa. La SB è un
disturbo elettrico in assenza di difetti evidenti del miocardio. I sintomi in genere si
presentano nella terza-quarta decade di vita e, più spesso, nei maschi rispetto alle
femmine (8:1). La SB esordisce spesso con una sincope a riposo o durante il sonno.
In alcuni casi, la tachicardia non si interrompe spontaneamente e può causare la
morte improvvisa. I fattori che provocano la comparsa delle aritmie sono la febbre, i
pasti abbondanti, alcuni farmaci. La SB molto spesso colpisce un cuore normale,
anche se, in un sottogruppo di pazienti, la risonanza magnetica nucleare ha
evidenziato lievi anomalie strutturali del ventricolo destro. Possono essere interessati
sette geni: SCN5A, GPD1, CACNA1C, CACNB2, SCN1B, KCNE3 e SCN3B. La
diagnosi si basa sugli esami clinici e sull'elettrocardiogramma. È utile la consulenza
genetica. Il defibrillatore-cardioverter impiantabile (ICD) è l'unica opzione terapeutica
efficace per la profilassi dell'arresto cardiaco primitivo o secondario. Pertanto,
l'identificazione dei soggetti a rischio è uno dei principali obiettivi della presa in
carico.
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Patologie cardiache
Natura Genetica

La morte cardiaca improvvisa (SCD) è definita


come una morte imprevista, dovuta
principalmente a cause cardiache, che si
verifica in un breve periodo di tempo,
generalmente entro 1 ora dall'esordio dei
sintomi, in un individuo apparentemente sano
con una malattia cardiaca precedente nota o
sconosciuta. La morte cardiaca improvvisa può
verificarsi in persone apparentemente sane di
qualsiasi età; per questo motivo, rimane un
grave problema di salute pubblica.
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Patologie cardiache
Morte cardiaca improvvisa

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Patologie cardiache
Morte cardiaca improvvisa

La SCD rappresenta circa 325.000 decessi all'anno negli Stati Uniti e presenta
un'incidenza dello 0,1-0,2% all'anno nella popolazione adulta. Rappresenta
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quasi la metà di tutti i decessi cardiovascolari.
Patologie cardiache
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Morte cardiaca improvvisa

La diagnosi precoce può essere fondamentale per evitare la morte cardiaca


improvvisa. Si possono dunque analizzare differenti geni tramite l’utilizzo di tecniche
di sequencing del DNA e i pannelli multi genici.
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