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SISTEMA NERVOSO, ENCEFALO E NERVI CRANICI:

Il midollo spinale e i nervi spinali rappresentano soltanto una piccola parte del sistema nervoso centrale in
quanto esso si limita a fare da tramite per il passaggio delle informazioni sia che siano afferenti, sia che
siano efferenti e solo in minima parte agisce autonomamente. La vera elaborazione delle informazioni
avviene al livello che tutti scambiano erroneamente come “cervello”. Questo, infatti, costituisce solo una
parte di ciò che noi consideriamo realmente come cervello. Esso è in realtà solo il telencefalo, una parte
delle tante di cui in realtà è composto l’encefalo. Questo pesa circa 1,5 kg. E le sue dimensioni in quanto a
volume possono variare di soggetto in soggetto ma c’è una costante abbastanza stabile di differenza tra i
soggetti maschili e quelli femminili dove, in quelli maschili l’encefalo sarebbe il 10% più grosso in
proporzione alla grandezza corporea maggiore. Ha un colore grigiastro all’esterno e dal marroncino al rosa
all’interno.
Anch’esso, come il midollo spinale, è formato da sostanza grigia e bianca disposta nello stesso modo del
midollo spinale; la sostanza grigia circonda la parte interna dell’encefalo e quindi i vari ventricoli encefalici
oltre che ai canali centrali, il tutto rivestito dalla sostanza bianca e dai suoi fasci. Rivestimento che però non
è omogeneo, varia, infatti, a seconda delle zone proprio come nel midollo spinale. La sostanza grigia
nell’encefalo forma i nuclei.
Quando si parla di ventricoli encefalici si parla di 4 cavità ben specifiche contenenti liquido cerebrospinale e
tappezzate da cellule ependimali che si trovano nei due emisferi, nel diencefalo e tra il ponte e il cervelletto.
I due che si trovano negli emisferi vengono chiamati ventricoli laterali e hanno un corpo che si allunga lungo
il “lobo temporale”; due corna anteriori che si trovano nel “lobo frontale”; due corna posteriori che si
trovano nel “lobo occipitale” e due corna inferiori che si trovano nel “lobo temporale”. Questi due ventricoli
non comunicano fra loro ma con il ventricolo del diencefalo (terzo ventricolo) tramite il foro
interventricolare. A sua volta, il terzo ventricolo è unito al quarto (quello tra il ponte e il cervelletto) tramite
l’acquedotto mesencefalico. Il quarto ventricolo poi, si restringe caudalmente per connettersi e continuare
con il canale centrale del midollo spinale.

Analogamente al midollo spinale, anche l’encefalo ma soprattutto a maggior ragione l’encefalo, ha bisogno
di una protezione poiché è molto più delicato e rappresenta la componente più importante. Esso è protetto da
tre tipologie di sistemi:

MENINGI ENCEFALICHE:
Analogamente al midollo spinale, anche l’encefalo è ricoperto dalle tre meningi che però presentano lievi
differenze rispetto a quelli spinali:
 DURA MADRE: In questo caso è formata da due strati di tessuto connettivo denso; uno esterno
detto endostiale fuso al periostio delle ossa craniche; uno interno detto meningeo che invece è a
contatto con l’aracnoide. Endostiale e meningeo sono separati da un sottile spazio che contiene
fluido interstiziale, vasi sanguigni e le grandi vene note come seni durali attraverso i quali il sangue
venoso viene trasportato alla giugulare del collo. La dura madre in 4 punti sprofonda all’interno
dell’encefalo mediante: la falce cerebrale che stabilizza l’encefalo attaccandosi anteriormente alla
crista galli, e posteriormente al tentorio del cervelletto; il tentorio del cervelletto che sostiene e
protegge i due lobi occipitali oltre che separare i lobi cerebrali da quelli cerebellari. Si stende
perpendicolarmente alla falce cerebrale. La falce cerebellare che divide i due emisferi cerebellari
seguendo la linea sagittale mediana al di sotto del tentorio del cervelletto; il diaframma della sella in
continuazione con il foglietto durale che circonda la sella turcica sfenoidale.
 ARACNOIDE: molto simile a quello spinale a differenza del fatto che in alcuni punti si estroflette
nei seni durali formando le cosiddette granulazioni aracnoidee. Subito al di sotto dell’aracnoide vi è
lo spazio sub-aracnoideo che contiene fibre elastiche e collagene che lo collegano alla pia madre più
interna. Stesso discorso per quanto riguarda le trabecole, anche qui, connettono l’aracnoide alla pia
madre e tra di esse passa il liquido cerebrospinale e alcune vene cerebrali. Fra aracnoide e pia madre
vi è lo spazio sub-aracnoideo.
 PIA MADRE: a differenza dell’aracnoide che non segue i solchi del telencefalo, la pia madre
aderisce perfettamente alla superficie dell’encefalo e ne segue i contorni e i solchi. È altamente
vascolarizzata e agisce da pavimento all’interno del quale scorrono i vasi cerebrali (l’aracnoide ne è
il tetto).

BARRIERA EMATO-ENCEFALICA:
Il tessuto cerebrale ha molte esigenze, richiede un grande apporto di sostanze nutrienti quali il glucosio ma
allo stesso tempo è molto delicato e molte sostanze che scorrono normalmente nel sangue sono per lui
nocive. Ecco perché a formare i capillari encefalici ci sono particolari cellule endoteliali molto unite fra loro
tramite delle giunzioni serrate che permettono di far passare pochissime sostanze tra il sangue e il fluido
interstiziale dell’encefalo. Sono graditi per lo più composti liposolubili e idrosolubili. Molecole troppo
grosse non possono passare anche per il fatto che queste cellule presentano poche cellule pinocinotiche.
Molte sostanze possono passare invece, perché richieste dai neuroni stessi, altre invece possono passare
perché devono essere tenute in quantità bassa rispetto alla circolazione ematica (un esempio è la glicina).
La barriera emato-encefalica è omogenea in tutto il tessuto cerebrale tranne che in tre punti specifici:
1. A livello dell’ipotalamo poiché qui devono poter passare gli ormoni che esso secerne per entrare nel
sangue
2. A livello della ghiandola pituitaria per permettere l’entrata nel sangue dei suoi ormoni.
3. A livello del tetto del terzo e del quarto ventricolo dove c’è un grande accesso di sostanze che però
non possono entrare nel fluido interstiziale grazie a cellule ependimali modificate. In questa zona c’è
una grossa rete capillare che viene chiamata plesso coriale dove viene prodotto il liquido
cerebrospinale.

LICQUIDO CEREBROSPINALE (LCS):


Utilizzato come terza fonte di protezione per l’encefalo, il liquido cerebrospinale serve anche come mezzo di
sostegno dell’encefalo nel quale esso “galleggia” essendo poco più denso; ma anche come trasporto di
sostanze nutritizie, messaggeri chimici e scorie che poi vengono riversate nel sangue per poi essere eliminate
dai reni o dal fegato.
Il LCS non è altro che una derivazione del sangue ottenuto mediante un processo di trasporto di varie
sostanze. È prodotto dai villi coriali che si trovano in tutti i ventricoli. Nello specifico, nei ventricoli laterali
è presente un’espansione di quello che si trova nel terzo ventricolo, passato in quelli laterali grazie ai fori
interventricolari. Ogni plesso coroideo è formato da cellule ependimali modificate che permette di
controllare perfettamente il passaggio delle varie sostanze dal sangue al fluido interstiziale nonostante la
permeabilità della barriera emato-encefalica sia molto più bassa dati i capillari fenestrati che si trovano in
questa zona.
Viene prodotta una quantità di circa 500 ml. al giorno di LCS e considerando che la quantità di LCS
presente è di circa 150 ml; questo significa che l’intero liquido viene sostituito tutto ogni 8 ore.
Una volta prodotto, il LCS passa dal foro interventricolare per arrivare al terzo ventricolo e dall’acquedotto
mesencefalico per arrivare al quarto. Da qui, attraverso un’apertura mediana e una laterale presenti nel tetto
del terzo e quarto ventricolo, l’LCS entra nello spazio sub-aracnoideo. A questo punto prende due strade, o
si dirige nel midollo spinale o si dirige nell’encefalo: quello che si dirige nel midollo spinale si muove grazie
al movimento della colonna vertebrale. Una volta tornato su passando dalla cauda equina si ricongiunge con
l’LCS che va verso l’encefalo e tramite le granulazioni aracnoidee, rientra nel sangue.

Come dicevamo prima, l’encefalo è formato da 6 parti:

BULBO (O MIDOLLO ALLUNGATO):


Il bulbo, altrimenti definito midollo allungato è quello che permette di connettere il midollo spinale
all’encefalo. Caudalmente è molto simile al midollo spinale, con un canale centrale formato da sostanza
grigia circondato da sostanza bianca. Cranialmente invece, il canale si allarga per continuare con il quarto
ventricolo. Esso esegue tre funzioni fondamentali:
 È una stazione intermedia per fasci ascendenti o discendenti e questi fanno sinapsi con nuclei di
neuroni che si trovano nel bulbo. Questi nuclei sono il gracile, il cuneato, gli olivari. I primi due
portano informazioni sensitive al talamo. I terzi inviano informazioni alla corteccia cerebellare,
provenienti dalla corteccia cerebrale, il diencefalo, il tronco encefalico e il midollo spinale. È
possibile osservare i nuclei olivari come dei rigonfiamenti simili a delle olive.
 Contiene alcuni nuclei di nervi cranici
 Contiene nuclei di nervi adibiti al controllo autonomo delle funzioni vitali. Questi nuclei vengono
chiamati “centri riflessi” e sono quello cardiocircolatorio e quello respiratorio per i suoi ritmi di base
(controllato dal ponte).

PONTE:
Il ponte si trova immediatamente sopra il bulbo. Forma una sorta di prominenza anteriormente al tronco
encefalico. Posteriormente ad esso sono presenti alcuni nuclei cerebellari. È quindi facile sostenere che il
ponte è in comunicazione con il cervelletto; e questo avviene grazie a 3 peduncoli cerebellari superiore,
medio e inferiore.
Il ponte contiene:
 Nuclei motori e sensitivi di quatto nervi cranici che permettono il controllo di alcuni muscoli della
faccia, uno dell’occhio e degli organi dell’udito e dell’equilibrio.
 Nuclei che coadiuvano il controllo dell’attività respiratoria mandando informazioni efferenti al
centro riflesso respiratorio nel bulbo.
 Nuclei che creano e trasmettono comandi per il cervelletto tramite i peduncoli cerebellari medi.
 Fasci ascendenti, discendenti e orizzontali. I primi due permettono la connessione con certe parti
dell’SNC, quelli orizzontali di collegare tra di loro vari emisferi cerebellari.

MESENCEFALO:
Il mesencefalo è quella porzione del tronco encefalico che si trova fra il ponte e il diencefalo.
 Nuclei riguardanti le sensazioni uditive e visive generandone risposte volontarie o involontarie.
 La sua porzione dietro l’acquedotto mesencefalico viene definita “tetto” ed essa contiene due
importanti nuclei, i tubercoli quadrigemini superiori e inferiori: Sono per lo più delle stazioni
intermedie delle vie ottiche e uditive; quelli superiori ricevono informazioni visive dai nuclei
genicolati laterali del talamo; quelli inferiori ricevono informazioni uditive dai nuclei bulbari e
alcune di queste le mandano ai nuclei genicolati mediali del talamo i quali organizzano la risposta a
tali stimoli.
 Nucleo rosso, altamente vascolarizzato che manda stimoli per il mantenimento della tonicità
muscolare e della posizione degli arti;
 Sostanza nera che deriva il suo colore dai pigmenti molto scuri della sostanza grigia che la forma,
regola le informazioni efferenti dei nuclei della base presenti nel cervello.
 Peduncoli cerebrali sulla superficie ventro-laterale che contengono fasci afferenti che fanno sinapsi
nei nuclei talamici oltre che a contenere i fasci efferenti della via spino-talamica.
DIENCEFALO:
Il diencefalo è la porzione superiore del tronco encefalico ed suddiviso in tre differenti zone:
 EPITALAMO: è la porzione inferiore del diencefalo e costituisce il tetto del terzo
ventricolo. Anteriormente presenta il plesso corioideo del terzo ventricolo. Posteriormente
ha invece la ghiandola pineale (epifisi) che secerne la “melatonina” che permette la
regolazione dei cicli circadiani dell’ipotalamo.
 TALAMO: è la zona che contiene la maggior parte del tessuto nervoso del diencefalo, è la
zona intermedia dello stesso ed è formata da due lobi interconnessi da un’adesione inter
talamica che si allunga nel terzo ventricolo dove si uniscono i due lobi. La sua funzione
primaria è quella di fungere da filtro per le informazioni sensitive e motorie in modo che
solo alcune possano raggiungere il cervello o restare a livelli del tronco encefalico. Anche il
talamo contiene varie tipologie di nuclei; questi sono divisi in 4 regioni:
o Anteriori: Sono quelli che fanno parte del sistema limbico, svolgono la loro funzione
nelle emozioni, nella memoria e nell’apprendimento.
o Mediali: Permettono il mantenimento della coscienza e degli stati emozionali
connettendo alla corteccia cerebrale prefrontale i nuclei della base e i centri
emozionali. Proiettano informazioni sensitive che arrivano al talamo e all’ipotalamo
verso il lobo frontale del cervello.
o Ventrali: Trasmettono informazioni da e verso i nuclei della base e la corteccia
cerebrale. Vi sono i nuclei ventrali anteriore e laterale che permettono la
trasmissione di impulsi motori somatici dal cervelletto e dai nuclei della base verso
la corteccia motoria e pre-motoria. Vi sono i ventrali posteriori che invece
trasmettono informazioni sensitive riguardanti tatto, temperatura e dolore provenienti
dalla vie sensitive alla corteccia sensitiva primaria. Vi sono poi i nuclei genicolati
laterale e mediale: quello laterale trasmette informazioni ottiche provenienti dal
nervo ottico e le trasmette ai tubercoli quadrigemini superiori del mesencefalo;
quello mediale trasmette invece informazioni uditive provenienti dai recettori
dell’orecchio interno tramite i tubercoli quadrigemini inferiori del mesencefalo, alla
corteccia uditiva. Vi fa parte anche il pulvinar che proietta le informazioni sensitive,
alle aree associative della corteccia cerebrale
o Laterali: Sono quelli che regolano l’attività del giro del cingolo e del lobo parietale;
questo significa che sono coinvolti nelle emozioni e nelle integrazioni delle
informazioni sensitive.
 IPOTALAMO: è la parte inferiore del diencefalo. Forma il pavimento del terzo ventricolo e
si estende sino al chiasma ottico, ossia il punto in cui i fasci ottici arrivano all’encefalo.
Inferiormente presenta l’infundibolo (circondato dalla sella turcica) ossia quello che
permette il collegamento dell’ipotalamo con l’ipofisi. Presenta ben 8 funzioni differenti:
o Controllo inconscio delle contrazioni della muscolatura scheletrica dovute particolari
stati emozionali quali la collera.
o Controllo delle funzioni autonome regolate da altri centri del tronco encefalico
(ponte e bulbo)
o Coordinazione delle attività del sistema nervoso e del sistema endocrino.
o Secrezione di ormoni tramite i nuclei sopra-ottico e para-ventricolare, quali
l’“antidiuretico” per evitare l’eliminazione di acqua da parte dei reni e l’ “ossitocina”
per la contrazione della muscolatura liscia dell’utero e della prostata.
o Regolazione delle emozioni e del comportamento ossia la regolazione di
cambiamenti fisici volontari o involontari come il desiderio di fame e di sete
attraverso la creazione di particolari sensazioni.
o Coordinazione tra le funzioni volontarie e autonome
o Regolazione della temperatura corporea ad opera dell’ “area preottica”
o Controllo dei ritmi circadiani ad opera dei nuclei “para chiasmatici”.
CERVELLETTO:
Il cervelletto è la porzione infero-posteriore del cervello e si trova posteriormente al ponte. Svolge
le funzioni più importanti della nostra vita quotidiana: il controllo dei movimenti del corpo, oltre
che il controllo dell’equilibrio modificando l’attività del nucleo rosso del mesencefalo.
È suddiviso in due emisferi cerebellari uniti da una striscia di tessuto corticale mediana detta verme.
I due emisferi sono a loro volta suddivisi entrambi in lobi anteriore e posteriore separati da una
scissura primaria.
Oltre ai due lobi anteriore e posteriore, vi sono anche i due lobi flocculo-nodulari posti
anteriormente e inferiormente agli emisferi cerebellari.
Rispetto alle pieghe cerebrali, le pieghe cerebellari dette folie sono molto meno accentuate. La
corteccia cerebellare è a sua volta formata dalle cellule del Purkinje che hanno un pirenoforo a
forma di pera, dendriti che si dispongono a ventaglio nella sostanza grigia, un pirenoforo che entra
nella sostanza bianca per raggiungere i nuclei cerebellari che svolgono le funzioni prima descritte.
Le funzioni sono suddivise nei lobi descritti in precedenza:
 Lobo anteriore e posteriore degli emisferi cerebellari: controllo del movimento delle parti
del corpo.
 Lobo flocculo-nodulare: controllo dell’equilibrio e del movimento degli occhi.

Il cervelletto è connesso agli altri componenti dell’SNC e dell’SNP tramite i peduncoli cerebellari
superiori, medi ed inferiori: quelli superiori permettono di connettersi con mesencefalo, cervello e
diencefalo oltre che alla via spino-cerebellare; quelli medi con il ponte e quelli inferiori con il
midollo spinale, bulbo.

CERVELLO (TELENCEFALO):
È la porzione più voluminosa dell’SNC. Costituito da due emisferi che poggiano sul diencefalo e
sul tronco encefalico, il cervello è la sede di tute le funzioni cognitive consce. Tutte le informazioni
che raggiungono il cervello diventano coscienti.
Il cervello è coperto e protetto da uno strato di corteccia cerebrale formato da sostanza grigia e ogni
emisfero è a sua volta formato da pieghe chiamate circonvulzioni che ne aumentano la superficie.
I lobi sono divisi da dei punti di riferimento e prendono il loro nome a seconda dell’osso cranico
con cui sono a contatto. Un solco centrale divide il lobo frontale dal lobo temporale e parietale; un
solco parieto-occipitale individua posteriormente ad esso il lobo occipitale. Ogni lobo presenta
neuroni che trasmettono informazioni differenti ma l’elaborazione di informazioni viene eseguita da
parti di encefalo che sono “sovrapposte l’una all’altra” in quanto i confini che le caratterizzano non
sono precisi. Particolare caratteristica la cui funzione è però ancora ignota è il fatto che ogni
emisfero controlla la sua parte opposta del corpo (emisfero dx controlla parte sx del corpo e
viceversa).

Come dicevamo, il cervello è adibito all’elaborazione di informazioni sia motorie che sensitive; le
aree motorie e le aree sensitive sono contraddistinte e individuate per mezzo di due circonvulzioni
specifiche: circonvulzione pre-centrale individua davanti a se la corteccia motoria primaria adibita
al controllo volontario dei muscoli scheletrici tramite neuroni chiamati “cellule piramidali” e la via
cortico-spinale. La circonvulzione post-centrale individua dietro di sé la corteccia sensitiva primaria
con la quale analizza informazioni somatiche riguardanti tatto, pressione, dolore, gusto dalla via del
cordone posteriore e dalla spino-talamica. Esiste poi anche la corteccia visiva (lobo occipitale);
gustativa (insula e porzioni adiacenti del frontale); uditiva e olfattiva ( lobo temporale).

Il cervello presenta la sostanza bianca all’interno coperta dalla sostanza grigia della corteccia
cerebrale. Quest’area è caratterizzata da un insieme di fasci nervosi che permettono
l’intercomunicazione tra le varie parti del cervello e il SNP. Abbiamo le fibre associative che
interconnettono le varie parti di uno stesso emisfero; si dividono in brevi o arcuate in quanto
curvano formando un arco, e lunghe organizzate in fascicoli longitudinali che permettono di
connettere il lobo frontale con gli altri lobi dello stesso emisfero. Abbiamo le fibre commessurali
che collegano i due emisferi, ricordiamo il corpo calloso e la commessura anteriore. Abbiamo le
fibre di proiezione che permettono il collegamento tra l’encefalo e il midollo spinale.

Come il tronco encefalico contiene i suoi nuclei, anche il cervello insieme ai ventricoli presenta i
suoi nuclei. Sono vari e non di tutti si conosce l’esatta funzione. Si trovano su ciascun emisfero al di
sotto del pavimento dei ventricoli laterali. Vi è il nucleo caudato con una testa abbastanza
voluminosa e una coda esile che si allunga seguendo il corpo del ventricolo laterale. Vicino alla
coda è presente il corpo amigdaloideo e tra le superfici dell’insula e le pareti laterali del diencefalo
si trovano il putamen, globus pallidus, claustro. Putamen e nucleo pallido fanno parte del più grande
“nucleo lenticolare” mentre il nucleo lenticolare, insieme al nucleo caudato, fa parte del più grande
“corpo striato”. I nuclei della base (così chiamati, altrimenti detti “nuclei cerebrali) hanno la
principale funzione di programmare e coordinare i movimenti scheletrici volontari oltre che ad
elaborare le informazioni provenienti dal talamo e re-inviarle ad esso. In particolare, il caudato e il
putamen coordinano i movimenti del camminare; claustro e amigdala, coordinano i movimenti
involontari provenienti da stimoli visivi; il globus pallidus controlla e corregge il tono muscolare
per preparare il corpo a un movimento volontario generico.

Nuclei e fasci cerebrali che si trovano lungo il confine tra cervello e diencefalo vengono
“funzionalmente” organizzati in gruppi a formare il sistema limbico che permette il controllo degli
stati emozionali e comportamentali; collega le funzioni intellettive consce con quelle autonome
inconsce e per l’archiviazione della memoria. Del sistema limbico fa parte l’amigdala che permette
la comunicazione tra cervello e fasci sensitivi. Un altro nucleo che compone il sistema limbico è
l’ippocampo che si trova nascosto tra il “giro dentato” e il giro paraippocampico adiacente. Tramite
il fornice (ammasso di sostanza bianca), l’ippocampo è connesso all’ipotalamo. Questa connessione
è formata da fasci che terminano nei corpi mammillari che hanno la funzione di controllo dei
movimenti connessi con i riflessi associati al mangiare. Sempre del sistema limbico, fa parte anche
la formazione reticolare che, se l’ipotalamo viene opportunamente stimolato, produce una risposta
che provoca aumento dell’attenzione e dell’eccitazione.

L’encefalo, presenta al suo interno 12 paia di nervi cranici, nervi che permettono la comunicazione
dell’encefalo con l’SNP e con i recettori dell’ambiente esterno. Essi sono numerati a seconda della
loro poszione rispetto all’asse longitudinale dell’encefalo con numeri romani e prendono il loro
nome a seconda della loro posizione e della loro finzione.

NERVO OLFATTIVO (1N.):


Il nervo olfattivo trasporta informazioni olfattive dai recettori dei nervi sensitivi presenti nella
lamina cribrosa dell’osso etmoide, ai bulbi olfattivi che si trovano nell’etmoide, ai lati della crista
galli. I bulbi olfattivi vengono raggiunti per mezzo degli assoni dei neuroni sensitivi che si
organizzano in 20 o pià fascicoli. Fatta sinapsi con i bulbi olfattivi, le informazioni arrivano
direttamente al telencefalo tramite le fibre dei neuroni post-sinaptici. Questo è l’unico nervo che è a
diretto contatto col telencefalo; gli altri finiscono tutti nei nuclei diencefalici o nel tronco
encefalico.

NERVO OTTICO (2N):


Il nervo ottico ha una funzione sensitiva per quanto riguarda le informazioni visive rilevate dagli
occhi. Passano tramite il canale ottico dello sfenoide per incrociarsi nel “chiasma ottico” dove, le
fibre mediali decussano e continuano nell’emisfero cerebrale opposto; quelle laterali invece
continuano il loro percorso. Gli assoni, a questo punto, si riorganizzano in tratti ottici per poter
raggiugere il nucleo genicolato laterale del talamo. Da qui, le informazioni passano in fibre di
proiezione per raggiungere il lobo occipitale dove vengono elaborate. Una piccola parte poi,
continua dai genicolati del talamo per poter raggiungere i tubrocli quadrigemini superiori del
mesencefalo.
NERVO OCULOMOTORE (3N):
Contrariamente al nervo ottico, quello oculo-motore trasporta informazioni motorie agli occhi. La
sua destinazione sono i 4 dei sei muscoli dell’occhio (destinazione motoria-somatica) e i muscoli
intrinseci dell’occhio (destinazione viscerale) passando per il ganglio ciliare. I suoi fasci partono
dalla superficie ventrale del mesencefalo e passano attraverso la fessura orbitale superiore.

NERVO TROCLEARE (4N):


È il nervo che permette l’innervazione del 5° dei sei muscoli dell’occhio passando sempre dalla
fessura orbitale superiore, l’obliquo superiore. Questo nervo, ha questo nome perché l’obliquo
superiore dell’occhio passa attraverso un anello legamentoso detto per l’appunto “troclea”.

NERVO TRIGEMINO (5N):


Il trigemino è sicuramente il più voluminoso dei nervi cranici. Esso presenta una triplice funzione
suddivisa in tre rami. Ha origine dal ganglio semilunare ma ha comunque anche contatti con altri
gangli autonomi quali il ciliare, lo pterigopalatino, il sottomandibolare e l’ottico anche se, non
avendo fibre motorie viscerali, in questi gangli il nervo trigemino non fa sinapsi. Alcuni nervi
inoltre lo affianco o si aggregano ai suoi rami per decorrere nel ganglio semilunare da cui poi,
arrivano alle altre strutture periferiche; un esempio è sicuramente il nervo facciale.
Come dicevamo, presenta tre rami con funzioni ben specifiche:
 Ramo oftalmico: Ha funzione solamente “sensitiva” e, dirigendosi verso l’occhio, innerva le
cavità orbitarie, nasali e i seni paranasali oltre che la cute della fronte, delle sopracciglia
delle palpebre e del naso. Da queste zone, decorre a livello della fessura orbitale superiore e
raggiunge i nuclei sensitivi del ponte.
 Ramo mascellare: Analogamente al ramo oftalmico, anche quello mascellare ha funzione
prettamente sensitiva ma, come dice il nome stesso innerva la zona buccale superiore e le
zone adiacenti e quindi labbro superiore, palpebra inferiore, guance, naso, gengiva
superiore, palato e parte della faringe. Da qui, decorre nella fessura orbitale inferiore, poi nel
foro rotondo e raggiunge i nuclei sensitivi del ponte.
 Ramo mandibolare: Dei tre rami è il più grosso anche se la sua radice è più piccola di quella
dell’oftalmico e del mascellare. È l’unico ramo che ha funzione mista e innerva dal punto di
vista “motorio” i muscoli masticatori come il massetere trasportando informazioni
propriocettive; dal punto di vista sensitivo invece la cute delle tempie, le ghiandole salivari;
gengive e denti inferiori, porzione anteriore della lingua. Dalle sue destinazioni, questa
branca decorre a livello del foro ovale per poter raggiungere i nuclei sensitivi del ponte per
quanto riguarda la branca sensitiva.

NERVO ABDUCENTE (6N):


È il nervo che permette l’innervazione del retto laterale dell’occhio passando dalla fessura orbitale
superiore. Questo muscolo permette i movimenti laterali dell’occhio.

NERVO FACIALE (7N):


È un nervo misto, ossia con varie funzioni. Dal ganglio genicolato:
 Funzione sensitiva: dal meato acustico interno passa per il canale facciale e infine sbuca dal
foro stilomastoideo per arrivare alla faccia innervare i muscoli mimici e ottenere
informazioni propriocettive e gustative dai recettori presenti nei 2/3 della lingua.
 Funzione motoria viscerale: Passando dai gangli sfenopalatino (passando per il nervo grande
pietroso) innerva le ghiandole lacrimali e le nasali; sottomandibolare innerva le ghiandole
sottolinguali e sottomandibolari lasciando il decorso del nervo facciale e proseguendo nel
ramo mandibolare del nervo trigemino.
NERVO STATO-ACUSTICO (VESTIBOLOCOCLEARE) (8N):
E’ un nervo con funzionalità sensibile specifica riguardo all’equilibrio e all’udito. Due funzioni
suddivise in due rami ben specifici che decorrono entrambi nel meato acustico interno affiancato dal
nervo faciale per poter raggiungere i nuclei vestibolare e cocleare del ponte e del bulbo:
 Ramo vestibolare: è quello adibito al mantenimento dell’equilibrio. Origina a livello dei
canali semicircolari del vestibolo e i suoi assoni raggiungono, attraverso il meato acustico
interno, il nucleo vestibolare del bulbo.
 Ramo cocleare: è quello adibito al trasporto delle informazioni uditive divenute
“meccaniche” grazie al movimento degli ossicini uditivi. Gli assoni dei neuroni che
caratterizzano questo ramo, attraverso il meato acustico interno arrivano al nucleo cocleare
del bulbo.

NERVO GLOSSOFARINGEO (9N):


E’ un nervo misto che trasporta informazioni riguardanti faringe palato molle e un terzo della lingua
ai nuclei sensitivi e motori del bulbo. I pirenofori dei suoi neuroni si trovano nei gangli superiore
(faringeo) e inferiore (petroso). Trasporta quindi informazioni sensitive che riguardano anche il
gusto oltre che alle normali sensazioni propriocettive e queste vengono trasmesse al bulbo tramite il
foro giugulare. In più, sempre la sua branca sensitiva permette il controllo della pressione arteriosa
e della quantità di alcuni gas disciolti nel sangue. Il ramo motorio invece permette il controllo,
sempre tramite lo stesso percorso, dei muscoli adibiti alla deglutizione come lo stilofaringeo.
Trasporta anche informazioni autonome grazie ad alcuni gangli autonomi tra i quali quello “otico”.
Queste informazioni permettono il controllo della parotide.

NERVO VAGO (10N):


Dallo stesso nome, esso “vaga” per la cavità toracica e addominopelvica trasportando informazioni
sensitive e motorie a tutti i visceri della cavità toracica e addominopelvica passando per il foro
giugulare. Si pensa che questo nervo sia nato dall’unione, nel corso dell’evoluzione, di più nervi più
piccoli. Fornisce comunque informazioni concernenti anche la faringe, il meato acustico esterno,
orecchio e diaframma. I neuroni sensitivi e motori sono localizzati nei gangli superiore (giugulare) e
inferiore (nodoso). Senza le informazioni vagali il controllo del corpo sarebbe praticamente
impossibile. Inoltre il nervo vago trasporta anche informazioni autonome dirette al cuore, alla
muscolatura liscia e alle ghiandole delle aree che vengono coperte dalle sue fibre nervose.

NERVO ACCESSORIO (11N):


Sebbene molte aree ricoperte dal nervo accessorio vengano coperte anche dal nervo vago, questo ne
ha comunque una maggior copertura. Il nervo accessorio è un nervo differente dagli altri undici in
quanto presenta i suoi nuclei (motori) in una porzione del nervo spinale. da qui il nome di questi
nuclei di radici spinali. Queste radici entrano nel cranio per mezzo del forame magno e a loro volta
lo lasciano per raggiungere le loro destinazioni tramite il foro giugulare.
È formato da due rami:
 Ramo interno: Unendosi al nervo vago, innerva i muscoli per la deglutizione della faringe e
del palato molle (ad eccezione dello stilo-faringeo controllato dal nervo glossofaringeo); e i
muscoli che controllano le corde vocali.
 Ramo esterno: Controlla i muscoli sternocleidomastoideo e trapezio.

NERVO IPOGLOSSO (12N):


La sua funzione principale è anch’essa motoria è permette il controllo volontario dei muscoli della
lingua originando anch’esso dai nuclei motori del bulbo e passando per il canale dell’ipoglosso
presente nel osso occipitale.

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