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Cross-presentazione

C’è un'eccezione nella presentazione dell’antigene, normalmente le molecole di


MHC di classe I presentano il peptide ai linfociti CD8 e quello di classe II permette il
riconoscimento del peptide ai linfociti T CD4.
Sappiamo che l’MHC di classe I si trova in tutte le cellule nucleate e l’MHC di classe
II si trova nelle cellule presentanti l’antigene.
La cross-presentazione si ha quando il peptide che normalmente viene presentato ai
CD8 è presentato anche ai CD4 e viceversa. e quindi i peptidi caricati sulla classe II
possono essere caricati anche su classe I.
Per capire perchè ciò avviene occorre ricordarci che le cellule dendritiche sono le
uniche che attivano i linfociti naive e che le cellule CD8 normalmente riconoscono
peptidi espressi sulle molecole di classe I e sono in grado di uccidere la cellula che li
sta presentando.
Un’altra cosa da ricordarsi è che le cellule dendritiche sono le uniche cellule che non
possono essere infettate.
Nel momento in cui un CD8 riconosce il peptide su MHC I l’unico stimolo che riceve
è quello di killing.

Se la cellula dendritica è l’unica in grado di attivare la risposta immunitaria come


fanno le cellule CD8 ad essere ad attivare?
Nel momento in cui una cellula dendritica dovesse esprimere sulla sua superficie un
peptide su classe I, nel momento in cui fa il priming sul CD8 esso diventa subito
effettore e uccise la cellula.
Inoltre come fa una cellula dendritica ad avere un peptide di classe I non potendo
essere infettata?

Per tutte queste ragioni esiste la cross-presentazione in cui alcune cellule


dendritiche (dermiche, infiammatorie, cellule di Lagherans ) utilizzano due pathway
per presentare l’antigene:

1. Pathway classico in cui gli antigeni vengono sintetizzati all’interno della


cellula attraverso la degradazione del proteosoma ed, attraverso la tapasina
nel reticolo endoplasmatico vengono caricati nella tasca di legame.
2. Cross presentazione C’è una fusione tra i due sistemi di caricamento.

Quando abbiamo peptidi che normalmente vengono presentati su classe II, alcune
cellule dendritiche che non hanno l’opportunità di essere infettate (non possono
presentare su classe I) in quanto non hanno l’antigene virale, riescono però ad
attivare i linfociti CD8 in quanto peptidi che potrebbero essere caricati su classe II
vengono caricati su classe I così da permettere l’attivazione dei CD8.
Dunque vediamo cosa avviene nella cross-presentazione:

La cellula
dendritica può
riconoscere una
cellula infettata
e la può
fagocitare.
A questo punto
la cellula
dendritica
espone sulla
sua superficie
dei peptidi che
possono essere riconosciuti dal CD8 che però, non innescano un meccanismo di
killing in esso ma la proliferazione.

Il riconoscimento dell’antigene, anche per i CD8 non avviene in circolo in quanto


CD8 (come i CD4) si trovano all’interno del linfonodo quindi in circolo ci arrivano in
un secondo momento e sono già effettori una volta posti in circolo.
In questo modo si da luogo ad una popolazione di CD8 con capacità effettrici senza
uccidere la cellula dendritica che gli sta presentando l’antigene.
Una volta acquisita la capacità di killing, quando incontrano una cellula che presenta
l’antigene sarà una cellula infettata e NON dendritica.

Alla basa dell’attivazione di un linfocita T (CD8 e CD4) c’è la presentazione


antigenica che prevede l’interazione tra il complesso maggiore di istocompatibilità e
una molecola non recettoriale che fa parte di un complesso recettoriale ossia il TCR,
presente sul linfocita T.
Dunque da una parte abbiamo la molecola di MHC I o II si trova sulla cellula
presentante l’antigene e dall’altra parte abbiamo i linfociti T che avranno un
recettore pronto a riconoscere in modo altamente specifico il complesso MHC
peptide.
RECETTORI
Un recettore è una molecola trans- membrana il che vuol dire che presenta una
parte esterna alla membrana, una parte che attraversa la membrana ed una coda
che si trova all’interno del citoplasma.
il meccanismo dei recettori è sempre lo stesso : nella tasca di legame del
recettore c’è un ligando specifico per un recettore.
A seguito del legame tra ligando e recettore si innescano meccanismi di
fosforilazione all’interno del citoplasma che arrivano fino ai fattori di trascrizione
all’interno del nucleo attivando la trascrizione di nuovi geni.
Dunque c’è una fase extracellulare rappresentata dal legame del recettore con il
ligando, una fase citosolica rappresentata dalla fosforilazione e una fase nucleare.
Ogni ligando specifico per un recettore attiva una specifica cascata del segnale che
porterà ad avere uno specifico risultato.

Ci sono diversi tipi di recettori nell’ambito dell’immunologia:


- tirosin chinasi non recettoriali —> recettori che innescano il segnale
all’interno del citoplasma con delle fosforilazioni (è quello di nostro interesse).
- ligandi di Notch
- recettori ormonali
- tirosin chinasi recettoriali
Tirosin chinasi non recettoriale (TCR o T cell receptor).
Si trova su tutti i linfociti T ed è responsabile del legame con il peptide e MHC.
E’ costituito da due catene
peptidiche transmembrana
chiamate alfa e beta legate nella
porzione intracitoplasmatica con
un ponte disolfuro.
Ciascuna di queste catene
possiede una regione variabile
ed una regione costante. (V e C).
Nella regione variabile sono
presenti tre regioni iper variabili
controllate geneticamente
(CD-R).
Le regioni iper variabili sono
responsabili del legame con il
peptide dell’MHC.
Le regioni costanti si estendono
verso le regioni cerniera dove c’è
il ponte disolfuro e il dominio
transmembrana.
Nel dominio di transmembrana
della catena alfa ci sono a.a di
carica positiva che prendono contatto con altre molecole transmembrana.
Il TCR per funzionare ed attivare il segnale all’interno
della cellula ha bisogno di altri recettori e per questo
motivo si parla di complesso recettoriale.
Il TCR senza i CD3 laterali non funzionerebbe.
I CD3 vengono attivati dalle catene Z che sono nel
dominio di transmembrana del TCR.
Senza i CD3 il complesso riconosce e lega MHC I ma
non attiva il linfocita T in quanto non ci sarà la
trasduzione del segnale.

Il CD3 è costituto da tre proteine : epsilon, gamma e


delta e nella parte terminale ha un dominio
immunoglobulinico, nel dominio transmembrana c’è
l’acido aspartico (cariche negative) che interagisce
con le cariche positive presenti nel dominio
transmembrana delle catene alfa e beta del TCR.
la TRASDUZIONE DEL segnale nel TCR è dovuta
alle catene Z che prendono contatto gli ITAMs (residui
intra citoplasmatici) dei recettori CD3.
Nel momento in cui il TCR lega MHC con il peptide caricato, si ha attivazione della
catena Z che attiva le catene ITAMs del CD3 e da lì parte il segnale all’interno della
cellula.
Nei CD4 la cascata del segnale terminerà con la produzione di citochine che
aiuteranno la risposta immunitaria, nel caso invece dei CD8 terminerà con il killing
producendo dunque perforina e granzima.

Se il TCR è comune sia ai CD4


che ai CD8, come si distinguono
i CD4 dai CD8?
si distinguono per la presenza di
un co-recettore chiamato CD4 o
CD8 che si trova accanto al TCR
ed è in grado di legare una parte
dell’MHC.
Il CD4 è in grado di legare una
parte dell’MHC di classe II, il
TCR lega il peptide presentato
dall’MHC.
- il CD4 è una glicoproteine
di transmembrana costituita da 4
domini extracellulari da D1 a D4
ed una coda idrofobica di
transmembrana ed una coda
citoplasmatica.
Le regioni iper variabili del TCR legano l’antigene caricato nella tasca di legame
dell’MHC II.
Il CD4 lega MHC di classe II e a questo punto si ha l’attivazione del complesso
recettoriale e le catena z del TCR andranno a interagire con gli ITAMs dei CD3 e si
attiverà la cascata del segnale.
- Il CD8 è invece un eterodimero costituito da due catene una alfa ed una beta
che sono legate tra di loro da ponti disolfuro ed hanno una porzione
transmembrana idrofobica e una coda citoplasmatica.
Il CD8 prende contatto con l’MHC di classe I e la via del segnale è uguale a quella
del CD4 solo che si avrà un risultato diverso in quanto il peptide che riconoscono è
diverso dunque i meccanismi effettori saranno diversi.

SINAPSI IMMUNOLOGICA

Nel momento in cui avviene il legame tra TCR e MHC attorno all'area dove avviene il
legame succedono altre cose.
Sulla superficie dei linfociti t non è presente solo il TCR ma anche altri recettori che
prendono contatto con i ligando presenti sull’altra cellula, ad esempio la cellula APC
(cellula presentante l’antigene).
Nella cellula APC c’è tutto il complesso dell’MHC-peptide e presenta molecole
costimolatorie come ad esempio CD80/ CD86 che conosciamo come B71- B72, c’è
poi CD48/CD59, integrine, ICAM ecc..
Il linfocita ha recettori per questi ligandi in particolare c’è il CD28, CTLA4, CD44 ecc..
Ogni recettore ha una codina intracitoplasmatica in grado di trasmettere il segnale.
Ognuna di queste molecole, nel momento in cui legheranno il loro ligando,
attiveranno una via del segnale che porterà alla produzione di una risposta da parte
della cellula.
La regione attorno all’MHC-TCR si chiama sinapsi immunologica ed è fondamentale
per l’attivazione del linfocita T.
Quando si crea la sinapsi immunologica a seguito della formazione del complesso
MHC-TCR tutte le molecole presenti sulla superficie prendono contatto tra loro e
abbiamo due tipi i complessi nella sinapsi immunologica:
- S-smac è la parte centrale costituita dal TCR, CD4 o CD8 , molecole CD28
e dalle molecole CD2.
- P-smac è la porzione più periferica.
Quando questi due complessi si avvicinano si crea la sinapsi immunologica.

Quando si è formata la sinapsi immunologica si ha :


- amplificazione dei segnali nei linfociti T
- passaggi granuli citotossici
- spegnimento attivazione dei linfociti T

Un tipico segnale di attivazione dei linfociti T è quello mediato dal B7 (CD80)


presente sulle cellule APC e il CD28 del linfocita T.
Se sul linfocita T non ci fosse il CD28 ed il B7 sull’APC non ci sarebbe l’attivazione
per il linfocita che poi porterà alla sua sopravvivenza e proliferazione.
Il CD28 è un recettore con una buona affinità per il B7 e nel momento in cui avviene
la sinapsi immunologica nella parte centrale, sono presenti il recettore e il ligando
che prendono contatto tra di loro e attivano la trasduzione del segnale che porterà
all’aumento delle proteine antiapoptotiche per garantire la sopravvivenza del
linfocita T, porterà alla produzione del recettore per l’interleuchina 2 ossia il CD25.
Il CD25 lega l’interleuchina 2 che funziona in modo autocrino sul linfocita T, è
prodotta dal linfocita T, lega il CD25 e induce la sua espressione ed allo stesso
tempo la sopravvivenza, manda avanti il ciclo cellulare e attiva le vie di trasduzione
del segnale che portano alla produzione di citochine, granuli ecc, in base al tipo di
linfocita di cui stiamo parlando.

Il legame B7 e
CD28 attiva il
linfocita a T ed
associato a ciò ci
sono altri segnali
come quelli mediati
dal CD40.
Mentre il CD28 è il
recettore presente
sui linfociti T in
questo caso
abbiamo CD40
ligando, è una glicoproteina in grado di legare il suo recettore presente sulla cellula
presentante l’antigene, il legame tra CD28 e B7 attiva e permette la formazione del
legame tra CD40 ligando e CD40 recettore, questo segnale è importante in quanto
aiuta l’attivazione del linfocita T e inoltre il CD40 è presente anche sui linfociti B ed è
proprio questo segnale che permette la cooperazione tra linfociti T e B.
Dal punto di vista chimico quello che succede è che nel momento in cui si ha il
legame tra B7 e CD28 avrò il legame anche tra CD40 e CD40 ligand e ciò non farà
altro che attivare la cellula T, aiutandola nella proliferazione e nel differenziamento.
Il CD40 fa da ponte tra la cellula dendritica, i CD8 e i CD4 e linfociti B.

Nella foto il ligando CD40 è rappresentato in viola sul linfocita T mentre sulla cellula
dendritica c’è in giallo il recettore CD40.
Il ligando CD40 lega il recettore e si attiva il linfocita T, ma il CD40 ligando presente
sul linfocita CD4 può legare il recettore CD40 presente sul CD8 —> cooperazione
tra CD4 e CD8.
Il ponte di comunicazione tra CD4 e CD8 è il sistema del CD40 ligando.
Vediamo una cooperazione normale tra la cellula presentante l’antigene e il linfocita
T CD4 che ha CD40 ligando che si lega a CD40 recettore della cellula presentante
l’antigene (dendritica), quando avviene ciò si ha un segnale nella cellula e si ha
l’attivazione della cellula dendritica (in quanto è essa che possiede la codina
intracitoplasmatica) e produce citochine.
Anche il linfocita T CD4 è attivato in quanto il CD28 avrà legato il B7 e si avrà
produzione di interleuchina 2 che oltre a permettere la sopravvivenza del linfocita
CD4, attiva anche i CD8.
Come fa il CD4 ad attivare il CD8? Lo fa tramite il CD40 ligando.
utilizza il ligando presente sulla sua superficie per legare il recettore per il CD40
presente sul linfocita T CD8.
Il CD8 riceverà il segnale di proliferazione in quanto il CD40 da questo tipo di
segnale, dunque si ha produzione del CD25 e lo espone sulla sua superficie per il
legame con l'interleuchina 2 proveniente dal linfocita T CD4.
La produzione dell’interleuchina due è permessa mediante la trascrizione genica, la
cellula riceve un segnale di proliferazione mediante sinapsi immunologica e a quel
punto si ha trascrizione dei geni utili per la produzione di interleuchina2.

Quando l’interleuchina viene prodotta, il CD25 cambia conformazione in modo tale


da legare l’interleuchina ciò vale sia per i CD4 che per i CD8.
il SEGNALE del CD40 ligand con il CD40 di cooperazione tra CD4 e CD8 serve per
dire al CD8 che deve proliferare.
Si cominciano a formare tanti cloni di CD8 con attività citotossica specifica per
l’antigene specifico che il CD8 già conosce perché gli è stato presentato dalla cellula
dendritica.
la sinapsi immunologica si forma sia per CD4 che per CD8 e vi è un ulteriore
segnale di cooperazione tra CD4 e CD8
mediato dal legame di CD40 recettore con
CD4O ligando.
Questo segnale è importante anche
nell’attivazione delle cellule B, il ligando del
CD40 presente sui CD4 lega il recettore del
CD40 presente sui linfociti B.
Dunque si avrà proliferazione dei linfociti B per produrre anticorpi.
I linfociti B sono cellule presentanti l’antigene quindi, esso ha caricato su MHC II il
peptide e lo sta presentando al TCR del linfocita CD4 creando una sinapsi
immunologica mediata dal complesso CD40 ligando-CD40.

Della sinapsi immunologica fa parte anche il CTLA4 che da un segnale


co-stimolatorio ed è importante perchè:
- è responsabile dello stop dell’attivazione dei linfociti T
Quando il CD28 non c’è il linfocita T è anergico e va in apoptosi, senza di esso non
si avrà segnale attivatorio nella cellula.
Quando il segnale si deve spegnere interviene il CTLA4 che si lega al B7 in quanto
esso ha più affinità per il B7 rispetto al CD28.
Oltre che a legare il B7, il CTLA4 lo internalizza inducendo così l’inattivazione del
linfocita T.

Molte terapie antitumorali sono basate sugli inibitori di CTLA4, se vogliamo


mantenere attivo un linfocita T CD8 nel riconoscimento degli antigeni tumorali e
quindi ciò che si fa è utilizzare un anticorpo che lega CTLA4 e lo tiene occupato in
modo tale che il linfocita sia mantenuto attivo.

Dunque :
- attiviamo i linfociti T helper perchè loro produrranno citochine che permettono
al linfocita di svolgere la sua funzione effettrice (attivare macrofagi,
promuovere L’infiammazione, la proliferazione e il differenziamento anche dei
linfociti B)
- attiviamo i linfociti T citotossici (CD8) per la distruzione delle cellule infette

Tutti i segnali co-stimolatori sono essenziali per l’attivazione dei linfociti T, in quanto
se il linfocita T riconosce un peptide attraverso l’MHC presente sulla cellula
dendritica (presentante antigene) e il TCR sulla sua superficie, affinché il linfocita T
si attivi ha bisogno di segnali co-stimolatori che si vengono a creare nella sinapsi
immunologica sia essa centrale o periferica.
Ricordiamo che: il TCR ha bisogno sempre dei CD3 e abbiamo bisogno di segnali
co-stimolatori che permetto l’attivazione dei linfociti.

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