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singola cellula batterica si genera così una colonia di cellule identiche,o clone,ciascuna
contenente molte copie del gene introdotto nel vettore ricombinante.Si dice che a questo
punto il gene è stato clonato.
clonaggio genico :grazie al clonaggio genico è possibile generare diversi cloni di cellule
batteriche,ciascuno dei quali contiene milioni di copie del gene di interesse.
2)ottenuto il frammento di dna,è necessario inserirlo nel vettore plasmidico per ottenere il
dna ricombinante.(proviene da unione del gene di interesse + vettore plasmidico)
la natura ci viene incontro fornendo l’enzima necessario:la dna ligasi
la dna ligasi è in grado di ricostruire il legame fosfodiesterico tra due nucleotidi adiacenti
utilizzando l’atp come cofattore.
tutte le cellule viventi possiedono la dna ligasi->è essenziale per le reazioni di replicazione e
riparazione del dna .
a questo punto possiamo sfruttare gli enzimi di restrizione e la loro capacità di formare
estremità coesive.il vettore e il frammento genico da incorporare nel vettore di clonaggio
vengono tagliati entrambi con lo stesso enzima di restrizione,per esempio ecori e poi
mescolati.in questo modo le estremità coesive presenti sul frammento possono unirsi
spontaneamente alle estremità complementari presenti nel vettore formando legami a
idrogeno.
i vettori plasmidici
-vengono utilizzati per il clonaggio
-sono ottenuti da plasmidi batterici naturali tramite manipolazioni genetiche
-sono molecole di dna circolare a doppia elica lunghi alcune migliaia di nucleotidi.
libreria a cdna-rispetto a quella genomica richiede alcuni passaggi aggiuntivi per convertire
gli mrna in cdna .
è una genoteca che contiene tutti i geni espressi da una determinata cellula.
1)il primo passo è l’isolamento degli mrna cellulari.Per fare questo le cellule vengono
lisate,cioè frammentate con l’uso di appositi tamponi.
2)gli mrna purificati sono convertiti in cdna dalla trascrittasi inversa.
3)con la dna ligasi,alle estremità di ciascun cdna sono saldati dei corti oligonucleotidi con la
sequenza di riconoscimento per un enzima di restrizione.In questo modo tagliando i cdna,e
un opportuno vettore con lo stesso enzima,si formeranno estremità coesive identiche ,adatte
per il clonaggio.
4)l’ultimo passaggio consiste nel trasformare una cellula ospite con la miscela dei vettori
ottenuti,ciascuno contenente un diverso cdna.
la pcr sfrutta due fenomeni :la tendenza di due filamenti di dna con sequenza
complementare ad appaiarsi spontaneamente e la capacità dell’enzima dna polimerasi
di copiare un filamento di dna stampo.
il dna stampo di una reazione di pcr può essere di qualunque tipo:da un corto
filamento di dna a un intero genoma.
il dna stampo sarà il vettore di clonaggio contenente il cdna,che stiamo cercando
nella libreria.prima di procedere alla pcr,questo vettore deve essere estratto e
purificato lisando le cellule batteriche che lo contengono.una volta estratto il dna
stampo viene inserito nella miscela di reazione della pcr,in cui è presente una coppia
di oligonucleotidi di dna,detti primer,ciascuno complementare all’inizio e alla fine
della sequenza da amplificare:i primer forniscono l’innesco per la reazione di
polimerizzazione.
dato che le sequenze dei vettori di clonaggio sono note,è oggi possibile usare per la pcr
coppie di primer universali che sono complementari alle sequenze a monte e a valle del
polinker di uno specifico vettore,questi primer universali possono essere usati anche per
amplificare tramite pcr qualsiasi frammento di dna clonato,senza bisogno di conoscerne la
sequenza.
la pcr avviene attraverso la ripetizione ciclica di una sequenza standard di reazioni.ogni ciclo
di reazione della pcr comprende 3 fasi:
-denaturazione:si alza la temperatura fino a 90 gradi ,per rompere i legami ad idrogeno che
uniscono i filamenti complementari del dna contenenti la regione da amplificare
-ibridazione:la temperatura viene abbassata fino a 50 gradi per consentire l’appaiamento dei
primer a dna stampo ,(all’estremità della regione bersaglio)
-allungamento :la dna polimerasi sintetizza la prima copia della porzione della dna stampo
compresa tra i due primer.La reazione avviene a temperature intorno ai 60 gradi per
garantire la specificità della reazione:a queste temperature solo i primer appaiati alle
sequenze perfettamente complementari rimarranno legati al dna stampo.