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FUNZIONI EFFETTRICI DEI

LINFOCITI T HELPER (II)

Le citochine prodotte attivando cellule presentanti


l’antigene aiutano nella presentazione dell’antigene e
iniziano a produrre citochine per promuovere il
differenziamento dei linfociti T. I linfociti stessi hanno una
citochina importante che viene prodotta : l’interleuchina -2
che serve per la proliferazione. Nel momento in cui si
differenziano di nuovo si sente parlare di citochine perché
le citochine aiutano sia il differenziamento sia determinano le funzioni dei linfociti T.
- I T H 1 producono l’interferone-γ ,
- T H 2 produce interleuchina 4,5 e 13;
- T H 17 producono IL-17 e IL-22;
- Poi ci sono le cellule T helper follicolari caratterizzati
dalla produzione di IL-21.

Le citochine rientrano nel sistema adattativo nella funzione


di attivazione e differenziamento cellulare, insieme ad altre
caratteristiche perché si cerca di comprendere: la quantità di
costimoli espressi da cellule presentanti l’antigeni. Le
cellule presentanti l’antigene forniscono il secondo segnale
e a seconda dello stato di attivazione della cellula
presentante l’antigene possiamo avere un effetto sul tipo di
differenziamento dei linfociti T in cui la cosa più marcata è
che se nell’organismo abbiamo cellule presentanti
l’antigene che non hanno maturato appropriatamente hanno
uno stato di attivazione intermedio , queste cellule poi
quando entrano in contatto con una cellule vergine negli
organi linfoidi secondari invece di promuovere il
differenziamento verso la cellula effettrice promuovono il differenziamento verso una cellula
regolatoia - il costimolo è importante per determinare la pericolosità dell’antigene: più costimolo
c’è tanto più il linfocita T percepisce la potenza del suo differenziamento, se il costimolo è debole la
cellula subisce vari destini ed uno di questi è quello di diventare T regolatoria e partecipare al
mantenimento della tolleranza (mantenimento di uno stato di responsività verso tessuti
dell’organismo) -. Questo fa parte di situazioni che si possono generare a causa della captazione di
corpi apoptotici nei tessuti che sono materiali che derivano dal nostro organismo che deve essere
eliminato che può provocare lievi attivazione delle cellule e a questo punto le cellule dendritiche
migrano trasportando materiale per dire ai linfociti T che contengono l’antigene per quel materiale
che quel materiale non è pericoloso, per cui il linfocita T diventa una cellula T regolatoria che
preserva la tolleranza per quell’antigene. Nel momento in cui la cellula dendritica matura
efficientemente perché ha ricevuto un segnale forte da
materiale derivante dai microbi, a questo punto migra nei
linfonodi dove può promuovere il differenziamento in
maniera completa dei linfociti effettori.

Possiamo parlare di citochine però è stato visto che c’era


un indirizzamento verso un tipo di risposta e se l’ospite è
predisposto verso una risposta di T H 1 o comunque in
grado di generare una risposta senza particolari difetti
questa risposta è in grado di contenere l’infezione
microbica; se invece gli individui sono più predisposti
verso una risposta T H 2 hanno meno capacità di contenere
infezione microbica e questi individui saranno più
predisposti verso risposte allergiche.

Le citochine sono una classe eterogenea di molecole prevalentemente solubili prodotte da vari tipi
cellulari. Le citochine, a prescindere dal sistema immunitario, partecipano alla comunicazione
intracellulare, sono fattori che in qualche modo permettono alla cellula di comunicare la presenza di
un cambiamento ad altre cellule (etimologia di citochine : dal greco ‘cytos’ = cellula e ‘kines' =
movimento). Le citochine sono prodotte in quantità limitate sia come concentrazioni che nel tempo,
sono prevalentemente prodotte a basse quantità nel tessuto e questo di consente risposte locali; le
citochine essendo prodotte a basse quantità agiscono normalmente a livello del luogo in cui sono
state prodotte, sono prodotte a concentrazione tra i picomolari e nanomolari, ma avendo recettori ad
alta affinità queste concentrazioni sono efficaci per indurre una risposta. La produzione a bassa
concentrazione, rapida e transiente, controllata da eventi post-traduzionali sono tutti sistemi di
controllo che autolimitano la produzione di citochine, devono far pensare che la produzione di
citochine è altamente controllata proprio perché l’infiammazione deve essere altamente controllata,
una infiammazione incontrollata può dare danno perché vengono prodotti mediatori che
danneggiano le cellule tessutali e alla fine se diventa incontrollata diventa cronica. Le citochine
interagiscono con recettori ad alta affinità e questi recettori pure sono controllati da segnali esterni
alla cellula. Le citochine vengono prodotte da una cellula che ha ricevuto il segnale per
comunicare ad un’altra cellula che deve iniziare a svolgere attività biologiche.
Proprietà delle citochine. Una proprietà di cui abbiamo
già parlato è quella dell’effetto antagonistico: una
citochina prodotta da T H 1, interferone-γ , consente di
amplificare la risposta T helper 1 perché inibisce le altre
risposte, le risposte T H 2−T H 17 vengono inibite; questo
consente alla risposta di T H 1 di andare avanti in maniera
più efficace.

L’azione delle citochine può essere svolta in maniera:


1. Pleiotropica: una citochina può agire su diverse
cellule perché tutte le cellule esprimono il recettore
per questa citochina ma essendo cellule diverse
l’effetto della citochina sarà diverso a seconda della
cellula che sta agendo. Nell’immagine si fa l’esempio
dell’IL-4 : sui linfociti B l’IL-4 ha un effetto di
indurre la produzione di IgE (induce un meccanismo
genetico che si chiama scambio isotipico verso IgE), i
linfociti CD4 sui linfociti T helper agisce come fattore
di differenziazione, nei macrofagi l’interleuchina 4
promuove l’inibizione alternativa.
2. Ridondante: diverse citochine sulla stessa cellula
possono avere lo stesso effetto, questo effetto aiuta
nella risposta perché in determinate situazione potrebbero essere prodotte solo alcune citochine
e questo ovviamente aiuta al linfocita B a proliferare, cioè a prescindere dalla situazione basta
che venga prodotta una delle citochine (IL-2 , IL-4 , IL-5) per aiutare il linfocita B a proliferare.
L’azione combinata delle citochine può aiutare a dare una risposta ancora più potente.
Possono influenzare la sintesi e azione di altre citochine:
1. In maniera sinergica: una citochina da sola non funziona o funziona poco. Il concetto di effetto
sinergico è quello che due o più citochine agendo sulla stessa cellula svolgono una funzione
che è molto superiore rispetto alla somma dei singoli effetti. L’effetto sinergico è importante
perché l’espressione di citochine indotta a basse dosi potrebbe non funzionare in vivo, per
funzionare è necessario che le citochine cooperino amplificando la risposta. Nell’immagine
abbiamo due esempi : IFN-γ e TNF, tutti e due possono indurre l’espressione delle molecole
MHC I ma insieme l’espressione viene indotta in maniera molto più potente. Un motivo per cui
si può scaturire questo effetto sinergico è il fatto che molto spesso una citochina regola
l’espressione del recettore di altre citochine , il fatto che la presenza di tutte e due le citochine
possano indurre l’espressione di molecole MHC I è dovuto al fatto che TNF aumenta
l’espressione del recettore dell’IFN-γ sulle cellule e questo consente all’interferone di reagire in
maniera più efficace.
2. In maniera antagonistica
3. Stimolando la produzione a cascate di altre citochine: l’espressione delle citochine è indotta a
cascata: l’espressione della citochina induce l’espressione in un’altra citochina la quale induce
l’espressione di un’altra citochina. Normalmente questo serve perché le citochine hanno effetti
convergenti e il fatto di essere espresse tutte in maniera sequenziale permette di potenziare un
tipo di risposta.

L’azione è esercita a livello locale(la maggior parte delle citochine prodotte a basse dosi) e quindi è
impossibile che possa essere promossa a distanza. A livello locale l’azione viene svolta in maniera
autocrina o in maniera paracrina; autocrino vuol dire che la cellula che produce la citochina ha i
recettori per la citochina stessa , l’effetto può essere anche paracrino perché queste basse dosi di
citochine possono lavorare su cellule vicine, quindi abbiamo visto quando abbiamo parlato di
interazione dei linfociti T con in macrofagi, i linfociti T si attivano grazie al recettore che gli viene
preservato dai macrofagi e fanno rispondere il macrofago che li ha attivati perché la citotchina che
cominciano a produrre normalmente sta vicino al macrofago e quindi il macrofago stesso che si
trova vicino è quello che risponde meglio perché ha la dose più alta di citochina; questo effetto di
feedback positivo avviene a livello di cellule vicine. Raramente l’effetto è endocrino, cioè avviene a
distanza, le citochine entrano in circolo e ha dosi sufficienti per potersi diffondere in altri tessuti ed
avere effetti.

Le citochine vengono prodotte durante una risposta infiammatoria. Il contribuito delle citochine è
rilevante perché durante un’infezione ci sono fattori già preformati che possono rimuovere l’agente
infettivo però abbiamo parlato del fatto che i recettori TOOL-LIKE (per i profili molecolari
associati a patogeni) cominciano ad indurre espressione di qualcosa e molto spesso questo qualcosa
sono proprio le citochine. Le citochine fanno attivare la risposta infiammatoria, la risposta
infiammatoria nel tessuto poi è quella che fa attivare i leucociti i quali rispondono e promuovono il
riparo del tessuto stesso. Dopo il riconoscimento dei linfociti B e T le citochine diventavano
irrilevanti per l’espansione
clonale e differenziamento.
Dopo di che abbiamo il
richiamo dei linfociti effettori o
rimozione dei linfociti T
dell’agente infettivo e qui
parliamo di chemochine , le
quali arrivano nel tessuto e
permettono l’accesso dei
leucociti nel tessuto.
Mediatori e regolatori dell’immunità innata. Quando abbiamo
parlato dei sensori dell’immunità innata abbiamo parlato dei
TOOL-LIKE, un recettore TL rappresentativo è quello di tipo 4 che
ha bisogno di una serie di cofattori per riconosce il
lipopolisacaride, comunque il riconoscimento del lipopolisaccaride
porta ad induzione della trascrizione, cioè i recettori TL sono
recettori di attivazione delle cellule che esprimono questi recettori.
L’attivazione comporta la produzione di citochine che poi ha effetti
di vari genere: attivano la cascata della popolazione o producendo
mediatori proinfiammatori o inducendo la produzione di
componenti della cascata del complemento, questi tutte queste
citochine agiscono a vari livelli per promuovere una efficace
risposta.

Durante l’infiammazione i leucociti e plasmacellule vengono richiamati nel tessuto perché ci sono
citochine che inducono segnali sulle cellule epiteliali per richiamare i leucociti dal tessuto tra questi
segnali ci sono le chemochine, tutto parte dal fatto che ci sono cellule tessutali (monociti,
macrofagi, cellule dendritiche…) che si sono attivate nel tessuto e tra le cose che iniziano a fare è
produrre segnali di richiamo per altre cellule. Questo può essere attivato o in risposta di invasione
microbica o risposta a danno tessutale che deve necessariamente conseguire la risposta per
eliminare le parti danneggiate. Le citochine arrivano ai microbi, i microbi tramite il recettore Tool
Like di tipo 4 attivano i macrofagi , i quali attivano una serie di citochine e tra le prime i fattori di
necrosi tumorale (TNF) che ha un effetto potentissimo in quanto attiva l’endotelio ad esprimere
molecole in grado di richiamare tessuti , ha un effetto vasodilatativo iniziale quindi consente la
permeabilità ai vari liquidi e l’aumento della permeabilità ai liquidi consente l’accesso di IgG
presenti nel sangue , fattori del complemento e richiamo di cellule presenti nei tessuti e questo
consente di avere più materiale nei tessuti per la risposta immunitaria.

- I TNF sono prodotti dai macrofagi e attivano la produzione di interleuchina-1 β , attiva l’endotelio
vascolare, attiva i linfociti che arrivano e questo consente di favorire l’accesso dei linfociti
effettori.
- L’interleuchina-6 l’abbiamo vista quando abbiamo parlato dei T H 17.
- CCR8 prodotta da macrofagi è un fattore chemiotattico per basofili, neutrofili e alcuni tipi di
linfociti T
- L’interleuchina 12 è un fattore importante per il differenziamento dei linfociti T H 1 e attiva
cellule natural killer.
Queste citochine possono avere effetti sistemici e l’effetto più simbolico che queste citochine
hanno insieme è quello di indurre uno stato febbrile, quindi indurre un innalzamento del
checkpoint ipotalamico (effetto endocrino = devono entrare in circolo e arrivare all’ipotalamo).

Fattori di necrosi tumorale. Il TNF è prodotto principalmente da :


- fagociti mononucleati (macrofagi e cellule dedritiche),
- linfociti T attivati dall’antigene,
- cellule NK arrivate,
- mastociti attivati.
La produzione può essere indotta da citochine ma normalmente è l’effetto iniziale di un’infezione
microbica perché diversi profili molecolari associati ai patogeni incluse le endotossine sono potenti
induttori dell’espressione di TNF da parte di macrofagi. La somministrazione di TNF riassume
quello che succede quando c’è un’infezione microbica, cioè gli effetti del rilascio di
lipopolisaccaridi in un ambiente dovuto dall’infezione di batteri GRAM- possono essere
completamente sovrapposti agli effetti di ‘iniezione del TNF(?)’, cioè le caratteristiche che si
osservano con l’infezione batterica possono essere recuperate se parliamo solo del TNF, quindi
questa citochina è un forte organizzatore della risposta antimicrobica. È stato visto che può
riassumere gli effetti della reazione di Shwartzmann, sindrome rara in cui si osserva un effetto
patologico del lipopolisaccaride batterico e del TNF che causa trombosi intravascolare e
aggregazione di neutrofili e piastrine nei vasi sanguigni di piccolo calibro. Il TNF è prodotto un
singolo gene localizzato nel cromosoma 6 , quindi lo stesso locus del complesso maggiore di
istocompatibilità e viene sintetizzato come omotrimero
di membrana (3 catene) e successivamente clivato
proteolicamente ed immesso in circolo (esempio di
processazione post traduzionale). È necessario che la
cellula che sta producendo TNF siano presenti enzimi
che mediano il taglio della proteina di membrana (?).
TNF si lega a due tipi di recettori : TNFRI e TNFRII ,
i quali hanno affinità bassa perché hanno una costante
di dissociazione rispettivamente di 10−9- 10−10 , tuttavia
TNF viene sintetizzato in grandi quantità perciò può
facilmente saturare il suo recettore. LPS induce la
funzione di TNF il quale è un potente induttore di IL-1
, potente induttore della produzione di IL-6; questo è
un caratteristico effetto a cascata sovrapponibile
all’effetto di TNF da solo. In presenza dell’espressione di TNF aiuta la produzione di IL-1 che
sostanzialmente induce l’espressione di IL-6.

Il TNF fa cose diverse a seconda della quantità che viene prodotta e per quantità che viene prodotta
sostanzialmente parliamo di quanto è locale la risposta di un’infezione: se l’infezione è locale la
produzione di TNF è prodotta a basse dosi allora:
- aumenta l’espressione di molecole importanti per il richiamo di cellule dal sangue , quindi
consente la promozione di leucociti nel tessuto;
- Stimola fagociti a produrre chemochine che esse stesse contribuiscono al richiamo di leucociti,
- Attivano leucociti ,
- Ha una funzione co-stimolatoria sui linfociti T e produzione di immunoglobuline,
- Induce l’aumento dell’espressione di MHC I ;
- Ha un ruolo nel rimodellamento tissutale: agisce come fattore angiogenetico per la
neoformazione di capillari, e come fattore di crescita per i fibroblasti favorendo la deposizione di
tessuto connettivo
- Funziona come fattore che promuove l’apoptosi.

Si possono avere effetti sistemici importanti nella risposta immunitaria:


1. È un pirogeno endogeno, quindi induce febbre perché agisce sulle regioni che regolano
l’omeostasi termica e quindi aumenta la temperatura del corpo inducendo ipertermia;
2. Stimola fagociti a produrre IL-1 e IL-6: cascata di citochine
3. Stimola epatociti a produrre proteine di fase acuta;
4. Attiva la coagulazione;
5. Stimola il rilascio di leucociti da midollo , quindi promuove una risposta pronta ma può
provocare un esaurimento delle cellule ematopoieutiche.

Azioni del TNF ad alte dosi è molto pericolosa (10−7) e si possono raggiungere nel sangue quando
c’è un coinvolgimento sistemico, è possibile che TNF entrando nel sangue porti a disseminazione in
vari tessuti , che poi entrando nel sangue aumenta la concentrazione nel sangue e questo ha delle
conseguenze negative :
- depressione della contrattilità miocardica;
- Riduzione della pressione arteriosa;
Questo è associato con il rilascio del tono della muscolatura che promuove vasodilatazione,
oltretutto la capacità di TNF di regolare la densità della coagulazione comporta che se prodotto ad
alte dosi ci sia rischio di trombi intravascolari.

Differenze tra effetti IL-1 e TNF. IL-1 prodotta a seguito della produzione di TNF non ha gli
stessi effetti patologici sebbene sia secreta in risposta all’LPS : non uccide le cellule tumorali, non
aumenta l’espressione delle cellule MHC I , stimola la replicazione delle cellule staminali invece di
inibirla ed è il più potente stimolo per le cellule T; per il resto coopera con TNF , quindi può agire
sulla cellula endoteliale quando è presene TNF.

Traduzione del segnale dei recettori per il TNF.


TNF ha un recettore trimerico che riconoscono i
rispettivi ligandi e subiscono un cambio
conformazione che permette di reclutare proteine
adattartici. Nel caso del recettore per il TNF
quando si attiva reclutata la proteina adattatrice
TRADD che a sua volta recluta le proteine
TRAF dotate di attività ligasi E3 (enzima
responsabile della poliubiquitinazione non
degradativa). La traduzione del segnale del
recettore TNF porta all’attivazione della
cascate delle MAP chinasi e l’attivazione di
NF-kB , quindi la capacità di TNF di indurre
trascrizione genica è legata da questi due
fattori trascrizionali attivati: AP-1 e NF-kB. La
cosa interessante è che l’adattatore TRADD
può richiamare una molecola che si chiama
FAD (adattatore che serve per indurre il
richiamo di caspasi), le caspasi attivate
possono indurre apoptosi nella cellula. Un
ricercatore ha visto che se in pazienti con
sarcomi vengono iniettati batteri, i batteri
attivano una risposta e questa risposta da un potente effetto
antitumorale.

Il recettore per IL-1 e IL 18 e i recettori Toll-like usano le stesse vie di trasduzione del
segnale. IL-1 ha un comuno con IL-18 il recettore che poi funzionano in maniera molto simile ai
TL recettori perché possiedono un dominio conservato mediante il quale ingaggiano vie di
traduzione che attivano la trascrizione genica. IL-1R e IL-18R reclutano l’adattatore MyD88 che
poi funziona tramite le chinasi IRAK e IKK β . IKK β , catena a del complesso IKK, fosforila
l’inibitore IkBα che viene successivamente ubiquitinado e degradato al proteosoma, consentendo
l’ingresso di NF-kB nel nucleo.

Effetti locali e sistemici. La presenza convergere di TNF e IL-1 attiva l’infiammazione perché
induce il richiamo dei leucociti , attivando il richiamo dei leucociti porta alla risposta infiammatoria
in moderate quantità. TNF , IL-1 , IL-6 convergono come fattori pirogeni endogeni e attivano un
meccanismo protettivo:
1. aumento della temperatura corporea,
2. nel fegato hanno un effetto sulla produzione delle proteine di fase acute che possono essere
usate per capire tramite analisi del sangue se c’è un’infiammazione. La proteina C è un potente
sensore per i microbi e quindi viene rilasciata nella risposta immunitaria per andare a cercare
microbi e renderli visibili al sistema immunitaria.
3. Ha un effetto su produzione di leucociti perché l’IL-1 stimola cellule staminali del midollo
osseo.
Il TNF sistemico può essere responsabile delle alterazioni funzionali che conducono allo shock
settico (diminuzione delle funziona cardiaca, trombosi, aumento della permeabilità capillare e
alterazioni metaboliche dovute alla resistenza all’insulina). Lo shock settico è causato dal’LPS dei
batteri Gram- che a loro volta attivano i TLR. Essa comporta collasso circolatorio , coagulazione
intravascolare disseminata e gravi alterazioni metaboliche.
Citochine dell’immunità innata.Quello che
avviene tra T H 1 e i macrofagi può avvenire
anche tra macrofagi e natural killer che non
necessariamente sono vicine. Le NK
riconosco e uccidono le cellule infettate o le
cellule che subiscono altri tipi di alterazioni.
Le cellule NK rispondono all’IL-12 prodotta
dai macrofagi e secernono IFN-γ che attivano
le funzioni microbicide dei magrofagi
(feedback positivo).
IFN-γ prodotto dalle cellule NK aumenta la
capacità dei macrofagi di uccidere i batteri fagocitati,
analogamente all’IFN-γ prodotto dai linfociti T. Inoltre
IFN-γ prodotto nei linfonodi dalle cellule Nk può
indirizzare la differenziazione dei linfociti T naive in
T H 1.

Citochine dell’immunità adattativa. Ci sono alcune


citochine che partecipano alla risposta innata ma poi
regolano la risposta adattativa. A seguito della
produzione di TNF viene prodotto IL-1 che hanno
effetti convergenti sull’attivazione dell’infiammazione.
Dopo alcune ore inizia ad essere prodotta IL-12
dall’immunità innata e questo consente alle NK cellule
e ai linfociti T che arrivano di partecipare
all’attivazione dei macrofagi. La IL-12 è una citochina
molto importante , ha effetti sulla immunità innata ma anche su quella adattativa infatti è
considerata una sorta di ponte tra le due. La IL-12 viene prodotta da cellule dendritiche e da
macrofagi e ha effetti diversi: sulle NK induce l’attività citotossica oltre ad indurre la secrezione
dell’IFN-γ e anche sui CD8. Dopo di che partecipa al differenziamento dei linfociti CD4 vergini in
linfociti della popolazione di helper 1.

- IL-2 è un fattore di crescita autocrino dei linfociti T, ha effetti molto importanti sulla
proliferazione dei linfociti T e può indurre attivazione e proliferazione delle cellule NK.
- L’IL-4 ha effetti sullo sviluppo di T H 2 .
- IL-5 stimola la proliferazione e il differenziamento degli esosinofili. Viene prodotta dai linfociti
T H 2 e dai mastociti attivati. Gli eosinofili attivati esprimono sulla superficie recettori specifici
per il frammento Fc delle IgE e alcune IgG e son quindi in grado di legare ed eliminare i
microrganismi. IL-5 stimola anche la proliferazione dei linfociti B e produzione di IgA.
- IFN-γ è la principale citochina per l’attivazione dei macrofagi e svolge importanti funzioni nella
risposta immunitaria contro i microrganismi intracellulari. Può indurre lo switching isotipico (o
cambio di classe) sui linfociti B. I linfociti B originariamente esprimono IgM e IgD poi con lo
scambio di classe possono produrre altri isotipi e sottotipi immunoglobuline più efficienti della
eliminazione degli antigeni, per esempio lo scambio isotipico a IgG promuove la fagocitosi dei
microbi, prolunga l’efficacia della risposta umorale in quando hanno un’emivita più lunga , le
IgE intervengono nell’uccisione dei parassiti. INF-γ viene secreto dalle cellule NK (cellule
linfoidi innate) per uccidere le cellule infettate o danneggiare, viene anche prodotta dalla
sottopopolazione T H 1 dei linfociti T CD4+ effettori. Aumenta l’espressione della molecole
MHC I e II ed aumenta la processazione e presentazione dell’antigene sui linfociti T.
Incrementano la funzione microbicida dei macrofagi.
- TGF- β (fattore-b di crescita trasformante) è una citochina immunosoppressoria. Viene prodotta
dai linfociti T attivati, dai fagociti mononucleati e da altre cellule, le cui attività principali sono
l’inibizione della proliferazione e della differenziazione dei linfociti T e B , l’inibizione
dell’attivazione dei macrofagi. Partecipa anche al differenziamento delle cellule perché induce
differenziamento in presenza di IL-6 di T H 17 e da solo induce il differenziamento delle T
regolatorie.
- Linfotossina (LT) serve a regolare la produzione di muco:
- IL-13 insieme IL-4 convergono per attivare la proliferazione dei macrofagi verso l’attivazione
alternativa, cioè le citochine attivano i macrofagi a favorire il rimodellamento e il riparo
tissutale.
29. Apparte l’immunità adattativa le citochine possono funzionare anche come fattori di crescita,
normalmente i recettori del fattore di crescita sono recettori tirosino-chinasici. Nel sistema
immunitario ci sono pochi recettori che hanno un dominio citoplasmatico con attività chinasica,
quindi queste citochine funzionano come fattore di crescita però hanno vie di segnalazione diverse
da quelle dei fattori di crescita,Nel sistema immunitario ci sono pochi recettori che hanno il dominio
citoplasmatico con attività chinasica, quindi queste citochine funzionano come fattori di crescita.
Stem cell Factor (SCF) agisce sulla cellula staminale ematopoietica ma anche su progenitori
immaturi per promuoverne il differenziamento, abbiamo parlato del Colony Stimulating Factor
(CSF) e ne esistono tre tipi:
1. quello per i monociti (M-CSF) che stimola le colonie monocitiche. Questi precursori maturano
dando origine ai monociti , i quali entrano nel circolo ematico e successivamente migrano nei
tessuti , specialmente nel corso di reazione infiammatorie , dove subiscono ulteriore
maturazione diventando macrofagi;
2. quelli che promuovono la produzione di granulociti (G-CSF);
3. GM-CSF è il fattore stimolante le colonie di granulociti e macrofagi
Questi sono fattori di crescita importanti perché tutte queste cellule (basofili, eosinofili e
granulociti) sono in qualche modo regolati da CSF. La presenza di CSF nell’ambiente
midollare è molto importante e questi si trovano anche nei tessuti. Abbiamo visto questi fattori
quando abbiamo parlato della risposta di T H 17, i quali combattono i microbi arruolando

leucociti (principalmente neutrofili) presso i siti di infezione e producendo IL-17 stimolano le


cellule tessutali a produrre alcune molecole tra cui anche fattori di crescita per neutrofili e
monociti.
Storicamente ci sono state discussioni su come classificare le citochine, molte sono state chiamate
interleuchine (comunicazione intracellulare), partecipano alla comunicazione tra leucociti , dopo di
che si è visto che in alcuni casi non è ristretta solo ai leucociti ma ha l’effetto di comprendere che
nella risposta immunitaria le citochine regolano la comunicazione tra cellule del sistema
immunitario. Sono state definite chemiotattiche in quando le citochine o chemochine sono volte a
migliorare l’adesione all’endotelio dei leucociti circolanti , i quali riescono a migrare nelle cellule
infette e danneggiate nei tessuti ; oppure sono proinfiammatorie o antinfiammatorie; poi abbiamo
citochine con effetti antivirali e si chiamano interferoni perché interferiscono con la replicazione
virale.

Recettori per citochine. I recettori per citochine sono classificati in 5 classi di recettori. Abbiamo
parlato di: recettore per IL-1, IL-2, IL-12, IL-4, IL-5 ecc… queste citochine agiscono tramite classi
recettoriali diversi, quindi sono stati classificati 5 gruppi di recettori per citochine. I recettori
chemotattici appartengono alla superfamiglia dei recettori a 7 domini transmembrana accoppiati a
proteine G. Questi recettori iniziano la trasduzione del segnale intracellulare attraverso proteine G
eterotrimeriche a essi associati e stimolano molte risposte cellulari, tra cui le modificazioni del
citoscheletro che determinano un’aumentata mobilità cellulare.
Tutti i recettori per citochine sono costituiti da una o più proteine transmembrana le cui porzioni
extracellulari legano la citochina, mentre le porzioni citoplasmatiche trasducono il segnale
all’interno della cellula. Nella maggior parte dei casi la trasduzione del segnale viene attivata
dall’aggregazione di più recettori ad opera di un legando, i quali portano a stretto contatto le code
intracitoplasmatiche redendo possibile l’attivazione di specifiche tisorine chinasi; l’unica eccezione
è rappresentata dal recettore per il TNF - recettori trimerici preformati che, dopo aver riconosciuto i
rispettivi ligandi (trimerici),
vanno incontro ad un
cambiamento
conformazione che
attiva la trasduzione del
segnale-. Il metodo più
utilizzato per classificare i
recettori per citochine si
basa sull’omologia
strutturale dei domini
extracellulari e
sull’uso di meccanismi comuni
di trasduzione.
I recettori
di tipo I
sono dimeri
o trimeri
composti da
catene che
hanno il
compito di
riconoscere
il ligando.
Queste
catene hanno al
caratteristica di
avere residui di
cisteina conservati e la sequenza aminoacidica triptofano-serina-X-triptofano-serina (X=
aminoacido qualsiasi) in prossimità della membrana cellulare.

I recettori di tipo II possiedono due domini extracellulari contenenti residuenze di cisteina , ma


mancano del motivo WSXWS. Questi recettori sono composti da una catena che riconosce la
citochina e da una che trasduce il segnale. Questa famiglia include i recettori per gli interferoni (I,II)
, per IL-10, IL-20 e IL-22.

Entrambi i tipi di recettori ingaggiano vie di traduzione JAK-STAT.

Una cosa importante è il fatto che funzionano come dimetri o trimeri, abbiamo fatto l’esempio
dell’IL-2, la quale è presente sulla membrana di molte cellule come recettore che presenta la catena
β γ . La catena β riconosce a bassa affinità IL-2 , la catena γ trasferisce il segnale (questo è il senso
del dimero : una catena che riconosce e l’altra trasduce il segnale). Nel cosa del recettore
dell’interleuchina 2 quando viene sintetizzata la catena α aumenta l’affinità con IL-2 e quindi
funziona come trimero. La stessa cosa succede con IL-15 in cui le catene β γ sono in comuni con i
recettori dell’IL-2 e catena α diversa, quando arriva la catena α per IL-15 queste catene iniziano a
riconoscere meglio l’IL-15. Il concetto però è che molti recettori funzionano con una catena γ
comune , quindi cambia la specificità di segnale però il segnale che viene trasdotto è legato a questa
catena e questo ha la conseguenza che l’assenza genetica della catena γ ha effetti molto importanti
sul sistema immunitario perché rende irresponsive le cellule a una serie altissima di citochine.

Vie di trasduzione del segnale per i recettori di tipo I e II. I recettori per le citochine di tipo I e
II attivano vie di trasduzione che coinvolgono enzimi definiti chinasi Janus (JAK) e fattori di
trascrizione definiti STAT. Le forme inattive delle chinasi JAK sono associate non covalentemente
ai domini citoplasmatici dei recettori (tipo I e II) . L’aggregazione delle due catene recettoriali
causata dal legame con la citochina determina l’attivazione delle molecole JAK associate al
recettore, quil riconoscimento del ligando da
parte dei recettori per le citochine di tipo I e II
determinano l’attivazione di JAK (tirosina
chinasi associata al rececettore). JAK fosforila
residui di tirosina presenti nella porzione
citoplasmatica del recettore. La fosforilazione
della coda del recettore determina il reclutamento
di un attivatore della trascrizione contenente
domini SH2 (STAT) contenuti nel citoplasma in
forma monomerica. Dopo essere stato reclutato,
il fattore di trascrizione STAT viene fosforilato e
attivato dalla molecola JAK. Una volta che
STAT dimerizza si stacca dal recettore ed entra
nel nucleo, si lega al promotore e attiva
l’espressione dei geni responsivi alla citochina. Questo è il motivo per cui abbiamo visto che c’è
tutta questa importante funzione delle citochine nel differenziamento: quando arriva IL-12 funziona
in un recettore che attiva STAT di tipo 4, l’IFN-γ
attiva la STAT di tipo 1 che a sua volta induce
trascrizione genica del fattore trascrizionale
importante per il differenziamento di T H 1.

Un importante modo di regolare l’attivazione delle


citochine fa parte del concetto che il segnale delle
citochine è autolimitato: vengono prodotte in quantità
limitate, la loro espressione è indotta subito ed il
recettore stesso una volta attivato induce la
trascrizione genica ma sono anche soppressori delle
stesse vie di segnalazione che interferiscono con la
segnalazione. Questo è un sistema di controllo
dall’attivazione indotta da citochine che deve far
capire quanto è importante che le citochine vengano regolate in quanto la persistenza
dell’attivazione è ovviamente la persistenza della risposta infiammatoria e quindi un possibile
danno tessutale.

Come fanno le citochine a orientare il differenziamento dei linfociti T? Le citochine orientano il


differenziamento cellulare. I diversi fattori di trascrizione associati a diverse popolazioni di linfociti
T determinano l’espressione di citochine e modificazioni della cromatina che influenzano l’accesso
ai promotori e agli elementi regolatori dei geni delle citochine a cui questi fattori trascrizionali si
legano. L’istone H3K4 quando è metilato in posizione 3 partecipa alla trascrizione genica
dell’interferone γ , quindi rende accessibile il suo promotore. L’istone H3K27 quando viene metilato
rende inaccessibile il promotore dell’interferone γ e IL-4.

Il differenziamento dei linfociti T H 2 dipende dall’IL-4 , la quale agisce attivando il fattore di


trascrizione STAT6 che induce l’espressione di GATA-3. GATA-3 è un fattore di trascrizione che
agisce come regolatore del differenziamento delle cellule helper 2 attivando cosi la trascrizione dei
geni che codificano per le citochine. GATA-3 può interagire direttamente con i promotori di questi
geni , rimodellare la cromatina redendo accessibili alcune sequenze ad altri fattori di trascrizione. Il
fattore GATA-3 indirizza stabilmente il differenziamento dei linfociti T CD4+ nella
sottopopolazione . L’ IL-4 prodotta dagli stessi T H 2 amplifica questa risposta e inibisce lo sviluppo
di T H 1 e T H 17.

Il differenziamento dei linfociti T H 1 è guidato dalla citochine IL-12 e IFN-γ e avviene in risposta ai
microbi che attivano le cellule dendritiche, macrofagi e cellule NK. IL-12 e IFN- γ stimolano il
differenziamento di T H 1 attivando i fattori trascrizionali T-bet, STA1 e STAT4. Il fattore T-bet è
indotto nei linfociti T CD4+ naive dal
riconoscimento dell’antigene e dall’IFN-γ .
Quest’ultimo attiva il fattore trascrzionale
STAT1 , il quale a sua volta stimola
l'espressione del fattore T-bet. T-bet
promuove la produzione di IFN- γ sia
attraverso l’attivazione trascrizionale del gene
sia attraverso il rimodellamento cromatico del
promotore del gene della citochina. La
capacità dell’IFN- γ di stimolare la
espressione del fattore T-bet e di quest’ultimo
di aumentare la trascrizione dell’IFN- γ
costituisce un meccanismo di amplificazione
che guida il differenziamento dei linfociti T
verso T H 1. L’ IFN- γ prodotto dagli stessi
Th1 amplifica la risposta e inibisce lo sviluppo
di Th2 e Th17.

Queste modificazioni epigenetiche sono indotte dalla citochine tramite i fattori di trascrizione che
caratterizzano le varie sottopopolazioni: i fenotipi di sottopopolazioni funzionali dei linfociti T
CD4+ , detti T H 1 ,T H 2 ,T H 17 dipendono dai fattori trascrizionali rispettivamente T-bet, GATA-3 e
RORγ T. È importante cercare di capire che tipo di cellule ci sono e che funzioni svolgono durante
una risposta immunitaria, tutto questo è possibile farlo cercando di capire che tipo di citochine sono
prodotte nell’ambiente. A questo scopo si possono fare analisi di citochine nelle cellule
analizzando le citochine che vengono prodotte associandole a marcatori che descrivono la tipologia
delle cellule: per i linfociti abbiamo i CD3 , se sono Thelper o CD4 o CD8 , per i linfociti B ci sono
altri tipi di marcatori che possono essere BCR e cosi via. Tutto questo può essere fatto con due
approcci:
1. Approccio più focalizzato per valutare quanto la cellula esprime molecole;
2. L’altro approccio è più ad ampio spettro e quindi richiede è meno focalizzato ,si possono
valutare un numero di parametri molto alti senza sapere a priori che cosa si sta cercando.
Nel caso dell’approccio più
focalizzato possiamo
determinare gli effetti che danno
le popolazioni , nel caso
dell’approccio ad ampio spettro
possiamo determinare che
tipo di struttura ha la popolazione
nell’ambiente e che tipo di
funzione questa struttura sta
svolgendo.

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