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Le difese dell’organismo Capitolo 10

Gli Le tre
agenti fasi della
patogeni risposta
delle malattie infettiveimmunitaria 1

Abbiamo già distinto una risposta immunita- soppressi, realizzando così la tolleranza im- in modo da aumentare (in alcuni casi fino a
ria primaria da una risposta secondaria, pre- munitaria verso il “self”, ossia verso le mole- 100 mila volte) il numero di linfociti in grado
cisando che la risposta primaria si verifica cole che appartengono al nostro corpo. di riconoscere e poi contrastare l’antigene.
quando l’organismo incontra l’antigene per La “programmazione” di un clone linfocitario Successivamente, si ha la differenziazione
la prima volta: i linfociti “programmati” per verso uno specifico antigene si realizza prima dei linfociti coinvolti in:
rispondere a quell’antigene devono ricono- e indipendentemente dall’incontro con l’an- – cellule effettrici, in grado di effettuare la ri-
scerlo e, successivamente, attivarsi, ossia tigene, durante la fase di maturazione del sposta immunitaria per eliminare l’antigene;
moltiplicarsi (espansione clonale) e diffe- sistema immunitario (in particolare dei linfo- – cellule di memoria, che consentono di
renziarsi in cellule effettrici (come le plasma- citi) nel midollo osseo (linfociti B) o nel timo mantenere la “memoria immunologica”
cellule dai linfociti B) e cellule di memoria; (linfociti T). contro l’antigene, garantendo così nel
infine, devono “rispondere” producendo I linfociti B sono in grado di riconoscere tempo la capacità di contrastare l’antigene,
(nel caso delle plasmacellule) gli anticorpi anche antigeni solubili, presenti in soluzione ossia l’immunità specifica nei confronti
specifici, che vanno a contrastare l’antigene nei liquidi corporei (detti anche umori, da della malattia collegata all’antigene (virus,
(virus, tossina o batterio). cui immunità umorale: linfa, sangue, liquido tossina o batterio).
Nella risposta secondaria, la presenza delle interstiziale), mentre i linfociti T possono ri-
cellule di memoria rende il processo più ra- conoscere l’antigene solo se legato a delle I linfociti B si differenziano in plasmacellule,
pido e fornisce all’individuo un’immunità cellule (immunità cellulare), perché, per che producono gli anticorpi; i linfociti T-hel-
duratura nei confronti dell’antigene e quindi l’identificazione dell’antigene, oltre alla mo- per attivati producono citochine, sostanze
verso la malattia provocata dal germe o dalla lecola dell’antigene è necessaria la presenza che stimolano le altre cellule del sistema im-
tossina a cui l’antigene appartiene. di una molecola presente sulla membrana munitario; i linfociti T citotossici differenziati
Sia nella risposta primaria sia in quella secon- cellulare, appartenente al sistema maggiore sono in grado di distruggere cellule infettate da
daria possiamo individuare tre fasi successive: di istocompatibilità (sono le molecole che virus e cellule estranee come le cellule tumorali
– fase di riconoscimento dell’antigene; determinano il riconoscimento delle cellule o le cellule di organi trapiantati (intervengono
– fase di attivazione dei linfociti; come appartenenti o estranee all’organismo). perciò anche nel rigetto dei trapianti).
– fase effettrice (la “risposta” all’antigene). Alla fase di riconoscimento dell’antigene da
parte dei linfociti collaborano altri tipi di cel- Fase effettrice della risposta immunitaria
Riconoscimento dell’antigene lule, come i macrofagi, che, fagocitando l’an- Consiste nell’eliminazione dell’antigene da
Ogni individuo è in grado di riconoscere tigene, lo espongono all’attenzione di linfociti parte delle cellule effettrici.
come estranee un grande numero di mole- programmati per riconoscerlo. I linfociti B, differenziati in plasmacellule,
cole, perché possiede un enorme numero di Queste cellule vengono perciò chiamate producono anticorpi, che si legano ad an-
cloni (popolazioni derivate, per mitosi, da “cellule presentanti l’antigene” (in inglese, tigeni extracellulari, come le tossine o virus
una singola cellula e perciò geneticamente e APC: Antigen Presenting Cells). Poiché i ma- circolanti, neutralizzandoli.
funzionalmente identiche) di linfociti. crofagi operano anche una “manipolazione” Si legano anche ad antigeni dei batteri, at-
Ogni clone, ossia ogni “famiglia” di linfociti delle molecole degli antigeni, vengono anche tivando (in seguito alla formazione del
è “programmata” per rispondere a un solo chiamati “cellule processanti l’antigene” (in complesso antigene-anticorpo o immuno-
antigene ed è in grado di riconoscere solo inglese, Antigen Processing Cells), distinguen- complesso) il sistema del complemento, che
quell’antigene, perché possiede un recettore dosi così da altre cellule APC (cellule dendri- determina la distruzione (lisi) dei batteri a cui
di membrana specifico per quell’antigene (e tiche ecc.) che non fagocitano l’antigene, ma si sono legati gli anticorpi. La formazione degli
non per altri). comunque hanno un ruolo nel presentarlo ai immunocomplessi rende più agevole la fago-
Si stima che i mammiferi, compreso l’uomo, linfociti. citosi dei batteri da parte dei macrofagi, che
siano (potenzialmente) in grado di ricono- partecipano così alla fase di eliminazione dei
scere 1-100 miliardi di antigeni diversi, il che Attivazione dei linfociti batteri.
significa che ogni individuo possiede 1-100 Una volta riconosciuto l’antigene, i linfociti I linfociti T-helper stimolano le risposte im-
miliardi di cloni di linfociti, ciascuno “pro- (B o T) programmati contro quell’antigene si munitarie specifiche attraverso la produzione
grammato” per rispondere a uno solo dei attivano. di citochine, che agiscono sia sui linfociti B
1-100 miliardi di antigeni possibili. L’attivazione dei linfociti prevede due tappe che sui linfociti T citotossici, favorendo la
Non siamo, invece, in grado di rispondere ad successive: loro attivazione (moltiplicazione e differen-
antigeni per i quali non vi sono linfociti “pro- – l’espansione clonale (moltiplicazione dei ziazione).
grammati”. linfociti); I linfociti T citotossici intervengono nell’eli-
Tra le molecole contro cui il sistema immu- – la differenziazione in cellule effettrici e cel- minazione di patogeni intracellulari (ossia
nitario non è in grado di reagire vi sono le lule di memoria. presenti all’interno di cellule), come i virus,
molecole autologhe, il “self”, molecole che distruggendo le cellule infettate.
appartengono al nostro stesso organismo: in L’espansione clonale consiste nella moltipli- Questi linfociti intervengono anche (come ri-
questo caso i cloni dei linfociti diretti contro cazione dei linfociti appartenenti al clone spe- cordato) contro le cellule tumorali e le cellule
le molecole del self vengono normalmente cificamente programmato contro l’antigene, degli organi trapiantati.

© 2020 Franco Lucisano Editore Il corpo umano

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