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Pillai
A.H. Lichtman
A.K. Abbas
Le basi dell’immunologia
Le basi
dell’immunologia
La quinta edizione de Le basi dell’immunologia di Abbas si propone principalmente agli stu-
denti delle lauree triennali e specialistiche che troveranno in esso un testo semplice ma ap-
profondito su cui studiare i principi di base dell’immunologia.
In questa quinta edizione tutti i capitoli sono stati aggiornati tenendo conto dei recenti
progressi nella comprensione dei principi che regolano le funzioni del sistema immunitario e
ponendo particolare attenzione ai meccanismi alla base delle malattie autoimmuni, eviden-
ziando la loro relazione con la risposta immunitaria normale. Sono stati inoltre aggiunti nuovi Fisiopatologia del sistema immunitario
casi clinici per illustrare come i concetti dell’immunologia possano essere applicati alle più
frequenti malattie dell’uomo.
Le numerose illustrazioni sono state rivisitate e, insieme ai concetti chiave riepilogati alla QUINTA EDIZIONE
fine di ogni capitolo, aiutano la memorizzazione delle nozioni fondamentali.
Accedendo al sito www.studenti33.it sono disponibili domande di riepilogo (con risposte)
con cui verificare la comprensione degli argomenti trattati in ciascun capitolo e animazioni che
aiutano a comprendere meglio anche i concetti più complessi, tra cui: la selezione clonale,
l’attivazione della risposta linfocitaria contro i tumori e l’ipersensibilità immediata. A cura di
Silvano Sozzani
QUINTA
EDIZIONE
ISBN 978-88-214-4255-1
L’immunità viene definita come resistenza alle contrario, la stimolazione della risposta immunitaria
malattie, in particolare alle malattie infettive. antimicrobica attraverso la pratica della vaccina-
L’insieme delle cellule, dei tessuti e delle molecole zione è il metodo più efficace per proteggersi dalle
responsabili della resistenza alle infezioni è chia- infezioni; per esempio, è con questo approccio che
mato sistema immunitario e l’azione coordinata si è arrivati all’eradicazione del vaiolo da tutto il
di queste cellule e molecole contro i microrgani- pianeta, l’unica malattia che è stata eliminata gra-
smi infettivi costituisce la risposta immunitaria. zie all’intervento dell’uomo (Fig. 1-2). Purtroppo,
L’immunologia è lo studio del sistema immunitario, l’interruzione della pratica vaccinale nei Paesi in
delle sue azioni nei confronti degli agenti patogeni e via di sviluppo e in Paesi sede di conflitti sociali ha
dei tessuti danneggiati e del suo ruolo nelle malattie. causato la ricomparsa di alcune malattie infettive
La principale funzione fisiologica del sistema che erano state eliminate in altre parti del mondo,
immunitario è di prevenire le infezioni e di quali la poliomielite. All’inizio degli anni Ottanta
eradicare quelle in atto (Fig. 1-1), ed è questo il la comparsa della sindrome da immunodeficienza
principale contesto in cui il presente volume tratta acquisita (Acquired ImmunoDeficiency Syndrome,
la risposta immunitaria. L’importanza del sistema AIDS) ha drammaticamente sottolineato l’impor-
immunitario per la nostra salute è chiaramente tanza del sistema immunitario nella difesa dell’in-
dimostrata dal fatto che i soggetti con deficit immu- dividuo dalle infezioni. Il sistema immunitario non
nitari contraggono gravi infezioni, spesso mortali. Al si limita a proteggere dalle infezioni (vedi Fig. 1-1),
FIGURA 1–1 Importanza del sistema immunitario in condizioni fisiologiche e patologiche. Questa tabella rias-
sume alcune delle funzioni fisiologiche e patologiche del sistema immunitario. AIDS (Acquired ImmunoDeficiency
Syndrome), sindrome da immunodeficienza acquisita.
ma previene anche la crescita tumorale, infatti dannose, quali i tumori e altri tipi di patologie.
alcune forme di tumori possono essere curate attra- Per tutti questi motivi, l’immunologia è al centro
verso la stimolazione delle risposte immunitarie. dell’attenzione di clinici, ricercatori e del pubblico
La risposta immunitaria è anche coinvolta nella non specializzato.
rimozione delle cellule morte e nelle fasi iniziali In questo primo capitolo verranno trattate la
dei meccanismi di riparazione tissutale. Nonostante terminologia dell’immunologia, le principali carat-
questi effetti benefici, l’eccessiva attivazione del teristiche delle risposte immunitarie e, infine, le
sistema immunitario è causa di molte malattie su cellule e i tessuti che compongono il sistema immu-
base infiammatoria e di morbosità e mortalità. nitario. In particolare, risponderemo alle seguenti
Inoltre, la risposta immunitaria rappresenta il domande:
maggiore ostacolo al successo dei trapianti, una • Quali sono le risposte immunitarie che proteg-
pratica spesso utilizzata per fronteggiare gravi insuf- gono dalle infezioni?
ficienze d’organo. • Quali sono i meccanismi che governano i vari
Gli anticorpi, uno degli strumenti della rispo- aspetti delle risposte immunitarie?
sta immunitaria, possono anche essere reagenti di • Quali sono le strategie che il sistema immu-
grande utilità. Infatti gli anticorpi, che sono prodotti nitario utilizza per individuare ed eliminare i
da alcune delle cellule del sistema immunitario, microrganismi?
sono utilizzati nella diagnostica clinica come stru- Il capitolo si concluderà con una breve panora-
menti altamente specifici per il riconoscimento di mica delle risposte antimicrobiche. Questo capitolo
un ampio spettro di molecole presenti in circolo, introduce alcuni concetti fondamentali, che costi-
nelle cellule e nei tessuti. Inoltre, sono ormai comu- tuiscono la base per la trattazione più approfondita
nemente utilizzati per il trattamento di malattie della risposta immunitaria, oggetto del prosieguo
immunologiche, anticorpi in grado di bloccare di questo libro. Un glossario dei principali termini
o eliminare molecole e cellule potenzialmente utilizzati nel volume è fornito nell’Appendice I.
FIGURA 1–2 Efficacia della terapia vaccinale per alcune comuni malattie infettive. Drammatica riduzione negli
Stati Uniti nell’incidenza di alcune malattie infettive per le quali sono stati sviluppati vaccini efficaci. (Modificata da:
Orenstein WA, Hinman AR, Bart KJ, Hadler SC: Immunization. In Mandell GL, Bennett JE, Dolin R [eds]: Principles
and Practices of Infectious Diseases, 4th edition ed. New York, Churchill Livingstone, 1995; e Morbidity and Mortality
Weekly Report 64, No. 20, 2015.)
Barriere
epiteliali
Linfociti B
Plasmacellule
Masto- Cellule
citi dendritiche
Fagociti
Cellule NK Linfociti T
Complemento e ILC Linfociti T effettori
Ore Giorni
0 6 12 1 3 5
Tempo dall’infezione
FIGURA 1–3 Principali funzioni dell’immunità innata e adattativa. L’immunità innata fornisce la difesa iniziale
contro le infezioni. Alcuni meccanismi (per esempio le barriere epiteliali) prevengono le infezioni mentre altri (per
esempio i fagociti, le cellule natural killer [NK], le cellule linfoidi innate [ILC] e il sistema del complemento) eliminano
i microbi. La risposta immunitaria adattativa si sviluppa più tardivamente e si basa sull’azione dei linfociti e dei loro
prodotti. Gli anticorpi bloccano le infezioni ed eliminano i microbi, mentre i linfociti T uccidono i microbi intracellu-
lari. La cinetica della risposta immunitaria innata e adattativa è qui mostrata in modo approssimato e può variare a
seconda del tipo di infezione.
Microbo Microbi
intracellulari
(per esempio virus)
Microbi Microbi fagocitati che si replicano
extracellulari all’interno all’interno
del macrofago della cellula infettata
Tipo di linfociti
che rispondono Linfocita T
Linfocita T
Linfocita B citotossico
helper
Anticorpo
secreto
Meccanismo
effettore
FIGURA 1–4 Tipi di risposte adattative. Nell’immunità umorale, i linfociti B producono gli anticorpi che eliminano i
microbi extracellulari. Nell’immunità cellulare, i linfociti T reclutano e attivano i macrofagi affinché uccidano i microbi
fagocitati ed eliminino le cellule infettate.
• L’immunità umorale è attuata da proteine delle infezioni. Tuttavia, gli anticorpi sono inef-
chiamate anticorpi, prodotte da cellule chiamate ficaci nei confronti dei microbi che vivono e si
linfociti B. Gli anticorpi prodotti sono presenti replicano all’interno delle cellule infettate.
in circolo e nelle secrezioni delle mucose e neu- • L’immunità cellulo-mediata costituisce la difesa
tralizzano ed eliminano i microbi e le loro tossine contro i microbi intracellulari ed è messa in atto
presenti nel sangue, nei liquidi extracellulari e da cellule chiamate linfociti T. Alcuni linfociti T
nel lume di organi rivestiti da mucosa, come il attivano i fagociti a eliminare i microbi racchiusi
tratto gastrointestinale e le vie respiratorie. Una nelle vescicole fagocitiche, mentre altri uccidono
delle funzioni più importanti degli anticorpi è qualsiasi tipo di cellula in cui albergano agenti
quella di impedire ai microbi presenti a livello infettivi. In entrambi i casi, i linfociti T ricono-
delle mucose e del sangue di colonizzare le cellule scono antigeni microbici che sono presenti sulla
e i tessuti connettivi dell’ospite; è questo il modo superficie delle cellule dell’ospite, a indicare che
con cui gli anticorpi impediscono l’instaurarsi il microbo è presente all’interno della cellula.
Precursore Linfocita
linfocitario maturo
Negli organi
linfoidi primari
si sviluppano
cloni linfocitari
con recettori vari
I cloni
di linfociti maturi,
specifici per molti
antigeni, entrano
nei tessuti linfoidi Antigene X Antigene Y
I cloni
antigene-specifici
vengono attivati
(“selezionati”)
dagli antigeni
Si attivano
le risposte immunitarie
antigene-specifiche
Anticorpo Anticorpo
anti-X anti-Y
FIGURA 1–6 Selezione clonale. I linfociti maturi con i recettori specifici per i diversi antigeni si sviluppano prima
di incontrare gli antigeni stessi. Il nome “clone” identifica una popolazione di linfociti dotati di identico recettore per
l’antigene, e quindi di identica specificità, verosimilmente originato da un’unica cellula progenitrice. Ogni antigene
(per esempio X e Y) seleziona un clone preesistente di linfociti e ne induce la proliferazione e differenziazione. La
figura mostra solo i linfociti B che danno origine a cellule che producono anticorpi, ma lo stesso principio si applica
ai linfociti T. Gli antigeni qui mostrati sono costituiti da molecole microbiche di superficie, ma la selezione clonale
è valida anche per gli antigeni solubili e intracellulari.
Antigene X +
Antigene X Antigene Y
Plasmacellule
Linfociti B anti-X
Linfociti B anti-Y
Risposta
Titolo anticorpale serico
anti-X
Plasmacellule secondaria
Plasma-
Linfociti B cellule
della memoria
Linfociti
B naïve Risposta Risposta
anti-X anti-Y
primaria primaria
2 4 6 8 10
Settimane dall’immunizzazione
FIGURA 1–7 Risposta primaria e secondaria. Gli antigeni X e Y stimolano la produzione di anticorpi (dotati di diversa
specificità per l’antigene). La risposta secondaria all’antigene X è più rapida e potente rispetto alla risposta primaria
(grazie alla memoria immunologica) ed è diversa dalla risposta primaria all’antigene Y (a causa della diversa specifi-
cità). I livelli anticorpali diminuiscono con il passare del tempo. I livelli di anticorpi sono qui definiti in unità arbitrarie
e dipendono dal tipo di antigene coinvolto. Sono mostrati solo i linfociti B ma lo stesso andamento è osservabile
nelle risposte T. La risposta primaria si attiva 1-3 settimane dopo l’immunizzazione, mentre la secondaria dopo 2-7
giorni, tuttavia la cinetica varia in funzione del tipo di antigene e della via di immunizzazione.
Linfocita circolante
FIGURA 1–8 Principali cellule del sistema immunitario. Principali cellule coinvolte nelle risposte immunitarie e
loro funzioni peculiari. Le micrografie illustrano la morfologia di ognuno dei diversi tipi cellulari.
Neutralizzazione
del microbo,
Linfocita B + fagocitosi,
attivazione
del complemento
Microbo Anticorpo
Citochine Attivazione
dei macrofagi
+ Infiammazione
Linfocita T
helper
Attivazione
(proliferazione
e differenziamento)
Antigene microbico dei linfociti
presentato da una cellula TeB
che presenta l’antigene
Linfocita T Uccisione
della cellula
citotossico
infettata
(CTL) Cellula infettata
che esprime
antigeni microbici
Inibizione
Linfocita T della risposta
regolatorio immunitaria
FIGURA 1–9 Tipi di linfociti. Nell’ambito della risposta adattativa, diversi tipi di linfociti riconoscono diversi tipi
di antigene e si differenziano in cellule effettrici, la cui funzione è eliminare gli antigeni. I linfociti B riconoscono
antigeni solubili o presenti sulle membrane cellulari e si differenziano in cellule che secernono anticorpi. I linfociti
T helper riconoscono gli antigeni sulla superficie delle cellule accessorie e producono citochine che stimolano
differenti meccanismi dell’immunità e dell’infiammazione. I linfociti T citotossici riconoscono gli antigeni presenti
sulle cellule infettate che devono essere uccise. (Si noti che i linfociti T riconoscono peptidi che sono alloggiati su
molecole MHC; questo processo è descritto nel Capitolo 3.) I linfociti T regolatori impediscono l’attivazione degli
altri linfociti, specialmente di quelli T, allo scopo di prevenire risposte autoimmuni.
Midollo Ricircolo
Precursore Linea osseo
linfoide di sviluppo Linfonodi
comune dei linfociti B
Milza
Linea
di sviluppo Tessuti
dei linfociti T
linfoidi
Ricircolo mucosali
e cutanei
Timo Linfocita T
maturo
FIGURA 1–10 Maturazione dei linfociti. I linfociti si sviluppano a partire da precursori presenti negli organi linfoidi
primari (midollo osseo e timo). I linfociti maturi transitano dagli organi linfoidi secondari attraverso il sangue e la
linfa, e qui si fermano per rispondere agli antigeni. Alcuni linfociti B abbandonano il midollo osseo per completare
la loro maturazione nella milza (non mostrato).
B
Linfociti Linfocita effettore Linfociti
naïve o attivato della memoria
Linfociti T
Migrazione Soprattutto Soprattutto ai tessuti Eterogenea: ai linfonodi
ai linfonodi infiammati o alle mucose e tessuti
periferici infiammati
Linfociti B
Immunoglobuline IgM e IgD In genere IgG, In genere IgG,
(Ig) di membrana IgA e IgE IgA e IgE
isotipo
Affinità delle Ig Relativamente Aumenta durante Relativamente alta
prodotte bassa la risposta immunitaria
FIGURA 1–11 Fasi della risposta linfocitaria. (A) I linfociti naïve, quando riconoscono un antigene, danno origine
alla risposta immunitaria adattativa. I linfociti naïve richiedono, insieme al riconoscimento dell’antigene, stimoli
accessori (qui non mostrati) per proliferare e differenziarsi in cellule effettrici. Le cellule effettrici che originano dai
linfociti naïve, hanno la funzione di eliminare gli antigeni. I linfociti B effettori sono plasmacellule (alcune di queste a
lunga sopravvivenza) che secernono anticorpi, mentre i linfociti T CD4+ effettori producono citochine. (I linfociti CD8+
effettori sono i CTL, qui non mostrati.) Altri linfociti si differenziano in cellule della memoria a lunga sopravvivenza.
(B) Sono riassunte le principali caratteristiche dei linfociti B e T naïve, effettori e della memoria. Lo sviluppo e le
funzioni delle cellule effettrici, quali la loro capacità di migrazione e il tipo di immunoglobuline prodotte, saranno
descritte nei prossimi capitoli.
Linfociti
infraepiteliali
Lume
Cellula M intestinale
Cellula epiteliale Muco
intestinale
Cellula
dendritica
Placca
Cripta di Peyer Epitellio
mucosale
Linfatico IgA
Drenaggio afferente
linfatico Follicolo Lamina
propria
Linfocita B Macrofago
Cellula Linfocita T Plasmacellula
dendritica
Mesentere
Linfonodo
mesenterico
FIGURA 1–16 Il sistema immunitario delle mucose. Questa rappresentazione schematica del sistema immunitario
dell’intestino fa riferimento all’intestino tenue, caratterizzato dalla presenza di molti batteri commensali nel lume.
L’epitelio, con la sua capacità di produrre muco, costituisce una barriera naturale all’invasione microbica (discusso
nel Capitolo 2). Cellule epiteliali specializzate, quali le cellule M, promuovono il trasporto degli antigeni, presenti
nel lume, nel tessuto sottostante. Le cellule presenti nella lamina propria, quali le cellule dendritiche, i linfociti T e i
macrofagi, sono responsabili delle risposte innate e adattative. Alcune di queste cellule sono organizzate in strutture
specializzate, come per esempio le placche di Peyer nell’intestino tenue. Le immunoglobuline A (IgA) sono la classe
di anticorpi maggiormente prodotta nei tessuti mucosi, questi anticorpi vengono trasportati nel lume intestinale per
neutralizzare i microbi presenti (Capitolo 8).
esempio di come le strutture degli organi linfoidi dalla milza tramite il circolo venoso. Questi linfo-
assicurano che le cellule che hanno riconosciuto citi attivati entrano in circolo per raggiungere le
e che stanno rispondendo a un antigene possano sedi periferiche di infezione. Alcuni dei linfociti T
interagire e comunicare le une con le altre. attivati restano negli organi linfoidi in cui si sono
Molti dei linfociti attivati, specialmente dei linfo- attivati e migrano nei follicoli, dove aiutano i lin-
citi T effettori e della memoria, alla fine fuoriescono fociti B a produrre anticorpi dotati di alta affinità
dal linfonodo attraverso i vasi linfatici efferenti e per l’antigene.
Vaso
linfatico
afferente
Paracorticale
(area T)
Follicolo
Area B linfoide
Area T (area B)
Arteria
Linfocita
T naïve Linfocita B
Chemochina specifica
per i linfociti T
e per le cellule dendritiche
Linfocita T
FIGURA 1–17 Segregazione dei linfociti T e B negli organi linfoidi secondari. (A) Il disegno mostra in modo
schematico le vie di migrazione dei linfociti B e dei linfociti T naïve nelle diverse aree del linfonodo. I linfociti T e B
naïve entrano attraverso le venule a endotelio alto (HEV), qui mostrata in sezione trasversale, e sono selettivamente
guidati nelle diverse aree del linfonodo dalla produzione locale di chemochine. Viene anche mostrata la migrazione
delle cellule dendritiche, che catturano l’antigene negli epiteli ed entrano nel linfonodo attraverso i vasi linfatici affe-
renti per posizionarsi nelle aree T (Capitolo 3). (B) In questa sezione di linfonodo, i linfociti B, localizzati nei follicoli,
sono colorati in verde, mentre i linfociti T, della corteccia parafollicolare, in rosso. Il metodo usato per colorare queste
cellule è chiamato immunofluorescenza. Con questa tecnica, una sezione di tessuto viene colorata con anticorpi,
specifici per i linfociti T o B, che sono stati marcati con fluorocromi che emettono differenti colorazioni quando
vengono eccitati alle appropriate lunghezze d’onda. La segregazione anatomica dei linfociti T e B si ritrova anche
nella milza (non mostrato in figura). (Per gentile concessione dei Dr. Kathryn Pape e Jennifer Walter, University of
Minnesota School of Medicine, Minneapolis.)
LinfocitaT
effettore o Vaso
della memoria linfatico
efferente
Linfocita T
naïve
FIGURA 1–18 Ricircolo dei linfociti T. I linfociti T naïve migrano dal sangue nelle aree T del linfonodo attraverso le
venule a endotelio alto (HEV), dove si attivano in seguito all’incontro con l’antigene. I linfociti T attivati escono dai
linfonodi, entrano nel torrente ematico e migrano preferenzialmente ai tessuti periferici sede di infezione e infiam-
mazione. Le molecole implicate nell’adesione dei linfociti T alle cellule endoteliali sono descritte nei Capitoli 5 e 6.
vasi linfatici che drenano gli epiteli e gli organi • Nel linfonodo, il riconoscimento di un antigene
parenchimatosi. Questi linfociti T naïve penetrano determina l’arresto temporaneo del linfocita T
nei linfonodi attraverso venule postcapillari spe- naïve, la formazione di un coniugato con la cel-
cializzate, chiamate venule a endotelio alto lula dendritica e l’attivazione. L’incontro di un
(High Endothelial Venules, HEV). Le molecole antigene da parte del linfocita specifico è vero-
di adesione utilizzate dai linfociti T per intera- similmente un evento casuale, ma il fatto che la
gire con le cellule endoteliali saranno descritte maggior parte dei linfociti T transiti attraverso
nel Capitolo 6. I linfociti T naïve esprimono un i diversi linfonodi almeno una volta al giorno
recettore di membrana, chiamato L-selectina, aumenta fortemente questa possibilità. Come
che si lega ai carboidrati espressi sulla superficie abbiamo già accennato e descriveremo meglio
delle cellule endoteliali che rivestono le HEV. Le nel Capitolo 3, le probabilità di un incontro tra
selectine sono una famiglia di proteine coinvolte un linfocita T e l’antigene sono maggiori negli
nell’adesione cellula-cellula che presentano aspetti organi linfoidi secondari, in particolare nei lin-
strutturali costanti, quali un dominio lectinico fonodi, poiché qui gli antigeni microbici ven-
capace di legare i carboidrati. Maggiori informa- gono concentrati nelle stesse aree in cui sono
zioni su questo tipo di proteine si trovano nel presenti i linfociti T naïve. In risposta agli anti-
Capitolo 6. Le chemochine prodotte nelle aree T geni microbici, i linfociti T naïve proliferano e si
dei linfonodi sono presentate sulla superficie delle differenziano. Le cellule naïve che non hanno
HEV per essere riconosciute dal CCR7 espresso incontrato l’antigene fuoriescono dal linfonodo
dai linfociti T naïve, causandone la ferma ade- e rientrano in circolo.
sione. Successivamente i linfociti T naïve migrano • Le cellule effettrici migrano preferenzialmente
nelle aree T dove gli antigeni vengono presentati nei tessuti colonizzati dai microbi, dove i linfociti
dalle cellule dendritiche. Anche i linfociti B naïve T devono svolgere la loro funzione di eradi-
entrano nei tessuti linfoidi, dove sono indirizzati a cazione dell’infezione. Particolari segnali con-
migrare nei follicoli in risposta alla chemochina che trollano i diversi programmi di migrazione dei
lega il CXCR5, il recettore espresso dai linfociti B. linfociti T naïve ed effettori (vedi Capitolo 6).
Cellula
che secerne Linfocita T Eliminazione
anticorpi effettore degli antigeni
Differenziamento
Immunità
umorale
Linfociti
Immunità della memoria
Cellula che sopravvivono
che presenta cellulo-mediata Apoptosi
l’antigene Espansione
clonale
Linfocita T
naïve
Linfocita B
naïve
0 7 14
Giorni dall’esposizione all’antigene
FIGURA 1–19 Fasi delle risposte adattative. La risposta immunitaria adattativa è costituita da fasi sequenziali,
le prime tre delle quali sono: riconoscimento dell’antigene, attivazione dei linfociti ed eliminazione dell’antigene
(fase effettrice). La risposta immunitaria declina a mano a mano che l’antigene viene eliminato e la maggioranza
dei linfociti stimolati dall’antigene muore per apoptosi, ripristinando l’omeostasi. Le cellule antigene-specifiche che
sopravvivono sono responsabili della memoria immunologica. La durata di ciascuna fase può variare nelle differenti
risposte immunitarie. Questi principi si applicano all’immunità umorale (esercitata dai linfociti B) e cellulare (eser-
citata dai linfociti T).
molecole effettrici e proteine che controllano il ciclo citochine prodotte dalle cellule dendritiche. L’azione
cellulare e la sopravvivenza cellulare. Tutte queste combinata dei vari stimoli (antigene, molecole costi-
molecole sono coinvolte nelle risposte dei linfociti. molatorie e citochine) porta alla proliferazione dei
linfociti T e alla loro differenziazione in cellule
Immunità cellulare: attivazione dei linfociti T effettrici. Alcune delle cellule effettrici che si gene-
ed eliminazione dei microrganismi intracellulari rano negli organi linfoidi ritornano nel sangue e
L’attivazione negli organi linfoidi dei linfociti T da da qui migrano nel tessuto dove l’antigene o il
parte dell’antigene e delle molecole costimolato- microbo sono presenti. Nei focolai infettivi, le cellule
rie determina la produzione di fattori di crescita e effettrici sono nuovamente attivate dall’antigene
l’acquisizione della capacità di rispondere ad altre e svolgono le loro funzioni effettrici che portano