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Medawar,premio Nobel per la medicina ,definiva i virus come cattive notizie avvolte in proteine.

Non esistono virus che svolgano azioni positive anzi la maggior parte provoca degenerazioni e
disgregazioni delle cellule (effetto citopatico) oppure fusione cellulare (citomegalia e sincizi)
producendo anche proliferazione tumorale.

Il biologo David Baltimore, premio Nobel per la medicina, ha proposto una classificazione dei virus
basata sulla natura e sulla polarità dei genomi virali in sette classi:virus a DNA a doppio filamento
(classe I), virus a DNA a singolo filamento (classe II), virus a RNA a doppio filamento (classe III),
virus a RNA a singolo filamento di senso positivo (classe IV), virus a RNA a singolo filamento di
senso negativo (classe V)di cui fa parte il coronavirus , virus a RNA a singolo filamento di senso
positivo con intermedio DNA (classe VI), virus a DNA a doppio filamento con intermedio RNA
(classe VII).

I batteri sono dei microrganismi unicellulari (formati da una sola cellula), sono più grandi dei
virus e sono visibili utilizzando il microscopio ottico, sono in grado di riprodursi
autonomamente nell'ambiente e anche in vari tessuti del corpo umano. Alcuni batteri possono
rappresentare “cattive notizie” per l’uomo altri invece sono utilissimi nell’ecologia umana. Nel
corso della storia si sono verificate varie pandemie dovute a batteri, da cui però siamo in grado
di difenderci grazie ad antibiotici e vaccini. I batteri sono dei microrganismi unicellulari
(formati da una sola cellula), sono più grandi dei virus e sono visibili utilizzando il microscopio
ottico. I batteri sono in grado di riprodursi (replicarsi) autonomamente nell'ambiente e anche in
vari tessuti del corpo umano. I batteri sono comunemente presenti sulla superficie cutanea (la
pelle) e sulle mucose (le superfici che rivestono organi in comunicazione con l'esterno quali la
bocca, il canale digerente, l'albero respiratorio superiore e l'apparato urogenitale) senza
provocare danni, anzi la loro presenza è utile per lo svolgimento di alcune funzioni metaboliche
e per le difese immunitarie. Questi sono chiamati commensali e il loro insieme è chiamato
microbiota. Altri tipi di batteri, definiti patogeni, invece, possono essere aggressivi e
danneggiare i tessuti e gli organi. Possono causare infezioni localizzate a un organo o
diffondersi nell'organismo e anche nel torrente circolatorio, causando batteriemie e sepsi. Le
infezioni batteriche possono essere curate con gli antibiotici ma, per la diversa sensibilit à che i
diversi tipi di batteri possono avere nei confronti di questi farmaci, la terapia deve essere
prescritta dal medico sulla base del risultato di test microbiologici (antibiogramma). Essendo il
batterio una cellula procariota si distingue da quella eucariota per la presenza di nucleo. Non è
presente L’ involucro nucleare e il materiale genetico si trova nel citoplasma. Nel citoplasma
dei batteri sono presenti ribosome per la sintesi proteica e DNA , che occupa una regione di
citoplasma , il nucleotide . Nei batteri e nei procarioti in genere, oltre al cromosoma possono
essere presenti molecole di DNA, i plasmidi. Si tratta generalmente di molecole circolari, che
non recano funzioni essenziali alla sopravvivenza e al mantenimento della cellula batterica, ma
contengono geni che possono conferire un vantaggio per la crescita in particolari condizioni.
Sulla superficie di alcuni batteri è possibile trovare delle strutture filiformi di natura proteica:
fimbrie, pili e flagelli. Le fimbrie consentono l'adesione alle superfici come i tessuti animali nel
caso di batteri patogeni. I pili, simili alle fimbrie, ma meno numerosi e più lunghi, possono
essere coinvolti nell'adesione alle superfici, ma sono principalmente utilizzati nella
coniugazione (pili sessuali). I pili, inoltre, sono utilizzati come recettori da parte di alcuni virus.
I flagelli sono appendici con struttura elicoidale ottenuti dall'assemblaggio di numerose
subunità della proteina flagellina. Il movimento rotatorio dei flagelli assicura la motilità della
maggior parte dei batteri che vivono in ambienti acquatici
I virus sono entità microscopiche, ricoperti da un involucro di proteine che contiene il materiale
genetico. Sono capaci di causare epidemie o pandemie, come dimostrato d’ala rapida diffusione
del virus COVID-19. I virus sono agenti infettivi parassiti di piccole dimensioni (da 0.02 μm
fino ad un massimo di 1 μm), che possono riprodursi solo dopo aver infettato una cellula ospite,
di cui utilizzano i meccanismi funzionali. La cellula infettata dal virus può essere di origine
batterica, vegetale o animale. I virus sono estremamente semplici dal punto di vista strutturale:
sono costituiti da un involucro di proteine, il capside, che può essere ricoperto esternamente da
una membrana, il pericapside, formata da un doppio strato fosfolipidico e da glicoproteine.  Il
capside racchiude il genoma virale, costituito da DNA o RNA. In alcuni casi, all’interno del
capside sono presenti anche proteine che servono nell’organizzazione del materiale genetico e
nella sua replicazione all’interno della cellula ospite. I virus sono causa di malattie, febbre,
raffreddore, tosse e mal di gola. Dal punto di vista funzionale i virus a doppio filamento (sono
soprattutto di tipo DNA) sono geneticamente più stabili, vale a dire vanno più raramente incontro a
mutazioni in quanto l’enzima DNA-polimerasi tende a correggere gli eventuali errori di
trascrizione, mentre i virus a filamento singolo (per lo più di tipo RNA) vanno frequentemente
incontro a mutazioni per sostituzione delle basi che costituiscono il filamento. La mutazione è alla
base della variazione genetica. La variazione è il substrato su cui agisce la selezione naturale. La
maggior parte delle mutazioni è dannosa, causando disfunzioni che possono portare all’incapacità di
riprodursi. Occasionalmente una mutazione può risultare utile e favorire l’adattamento all’ospite ma
anche dannosa e quindi letale per l’ospite. I virus a singolo filamento di RNA sono forse gli
organismi che evolvono più rapidamente sulla Terra, per questo sono particolarmente imprevedibili
e temibili. Esiste inoltre un altro fenomeno che rende particolarmente pericolosi i virus RNA, e cioè
la possibilità che si creino delle nuove varianti per ricombinazione o riassortimento del materiale
genetico: ciò avviene quando si ha in una stessa cellula la coinfezione da parte di due ceppi virali
distinti, che si scambiano nel processo di replicazione parte del loro ma- teriale genetico. Questi
meccanismi sono alla base del cosiddetto fenomeno dello “spillover” (letteralmente “riversamento”)
o “salto di specie”, vale a dire il passaggio di un virus da una specie animale ad un’altra. L’ ultimo
secolo è stato fortemente colpito da pandemie causate da virus improvvisamente e misteriosamente
emersi che si sono più o meno velocemente propagati causando migliaia talvolta milioni di morti.
Dopo un determinato lasso di tempo si forma un equilibrio ecologico tra il virus e il suo ospite
serbatoio, ma come ogni forma di equilibrio ecologico , è temporaneo . Quando avviene lo spillover
la tragua si interrompe .

Molte malattie epidemiche sono iniziate come zoonosi, quando l’agente patogeno, facendo il
salto di specie, si è adattato a moltiplicarsi e a diffondersi nella specie umana. È difficile avere
la certezza su quali malattie siano dovute al “riversamento” di agenti patogeni da specie animali
alla specie umana, ma esistono numerose evidenze che ciò sia avvenuto per molte malattie,
alcune fortunatamente limitate a stretti territori, altre invece che hanno assunto sviluppo
pandemico. La parola “pandemia” sta ad indicare una malattia contagiosa che, diffondendosi
rapidamente tra le persone, si espande in vaste aree geografiche su scala planetaria,
coinvolgendo gran parte della popolazione mondiale nella malattia stessa o nel semplice rischio
di contrarla. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità le condizioni affinché si possa
verificare una vera e propria pandemia sono tre: la comparsa di un nuovo agente patogeno; la
capacità di tale agente di colpire gli umani; la capacità di tale agente di diffondersi rapidamente
per contagio.
Nel novembre 2002 a Foshang, provincia della Cina , inizi ò un’ epidemia
caratterizzata da grave insufficienza respiratoria definita SARS ( sindrome
respiratoria acuta severa ). La trasmissione era via goccioline respiratorie e contatto
delle mani con superfici contaminate . Non si trattava di un virus influenzale ma un
virus appartante al gruppo dei Coronavirus, virus a singolo filmante di RNA ritenuti
responsabili, fino ad allora , nella specie umana di semplici forme di raffreddore .

Un altro coronavirus è emerso nell’autunno 2019, ancora una volta in Cina, in un


“wet market” nella citt à di Wuhan: il CoV-19. Velocemente si è diffuso nel 2020 in
tutto il mondo mettendo in crisi i Servizi sanitari e bloccando i traffici e le attivit à
economiche . Il CoV-19 dimostra la stessa facile trasmissibilit à attraverso le
goccioline respiratorie e il contatto delle mani con superfici contaminate della
SARÀ-CoV . La differenza è che la prima ha un tasso di mortalit à più basso ed é di
più difficile individuazione perch é ha una rilevante percentuale di contagiati
asintomatici , che diventato gli inconsapevoli diffusori della malattia .

I coronavirus sono particolarmente adatti a convivere con specie animali selvatiche , in


particolare i pipistrelli ( chirotteri) . Nel mondo esistono circa 1400 specie di pipistrelli. Anche
la durata della vita è straordinariamente lunga, con alcuni individui che raggiungono addirittura
i 40 anni. E'una specie presente in tutti i continenti e inoltre vivono in colonie dense e affollate,
condizione perfetta per la diffusione dei patogeni. I pipistrelli sarebbero geneticamente
predisposti ad ospitare i virus. La loro particolarità è quella di essere gli unici mammiferi in
grado di volare. Alcune ricerche hanno dimostrato che il volo nei pipistrelli è associato a un
tasso metabolico elevato. Ma un metabolismo accelerato ha anche l’effetto collaterale di
produrre una grande quantità di radicali liberi, che possono danneggiare le cellule e soprattutto
il DNA. Nel 2013 uno studio pubblicato su Science da un gruppo di ricercatori di Singapore ha
scoperto il meccanismo attraverso cui i pipistrelli si difendono da queste specie tossiche:
possiedono delle varianti geniche che potenziano i meccanismi di difesa e riparo dei danni al
DNA. I pipistrelli possono contare su un sistema immunitario altamente efficiente, che blocca
l’ingresso dei patogeni nelle cellule. Sono dunque portatori di un grande numero di virus, senza
mostrare alcun sintomo dell’infezione, o al massimo solo pochi sintomi lievi, paragonabili a un
nostro raffreddore.

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