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Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Struttura di un batteriofago
I virus sono tutti parassiti intracellulari obbligati. All'esterno delle cellule ospiti sono costituiti da
un virione, formato da una capsula proteica (detta capside) contenente l'acido nucleico (DNA o RNA). I
virus degli Eucarioti possono possedere anche una membrana che avvolge il capside detta peplos o
pericapside. Talvolta tra il capside e il peplos presentano un ulteriore strato proteico che prende il nome
di tegumento. I virioni non possiedono metabolismo: vengono quindi trasportati passivamente finché
non trovano una cellula da infettare. L'infezione di una cellula ospite richiede il legame con proteine
specifiche di membrana.
Nelle cellule infettate i virus perdono la loro individualità strutturale: consistono negli acidi nucleici e nei
loro prodotti che assumono il controllo di parte dell'attività biosintetica cellulare al fine di produrre nuovi
virioni.
In alternativa, alcuni virus possono inserire fisicamente il loro genoma in quello dell'ospite in modo che
sia replicato insieme con esso. Il genoma virale inserito in quello dell'ospite, detto provirus, riprende la
sua individualità e produce nuovi virioni in caso di danneggiamento della cellula ospite.
Origine[modifica | modifica wikitesto]
I virus forse esistono fin dall'evoluzione delle prime cellule viventi.[38] L'origine dei virus non è tuttavia
chiara poiché non formano fossili nel senso classico del termine; tecniche molecolari sono state
utilizzate per confrontare il DNA o l'RNA dei virus e si sono dimostrate molto utili per indagare su come
si potevano presentare anticamente.[39] Inoltre, il materiale genetico virale può occasionalmente passare
nella linea germinale degli organismi ospitanti, per cui i discendenti ospitanti avranno il virus integrato
nel proprio genoma. Ciò fornisce una preziosa fonte di informazioni per i virologi per poter risalire agli
antichi virus che sono esistiti liberi fino a milioni di anni fa. Vi sono tre ipotesi principali, qui di seguito
descritte, che mirano a spiegare le origini dei virus.[40][41]
L'evidenza di un mondo ancestrale delle cellule RNA[56] e le analisi al computer di sequenze di DNA
virale stanno fornendo una migliore comprensione delle relazioni evolutive tra i diversi virus e potranno
aiutare a identificare gli antenati dei virus moderni. Queste analisi non hanno potuto dimostrare quale
delle ipotesi formulate sia più corretta[56], tuttavia sembra improbabile che tutti i virus conosciuti abbiano
un antenato comune e probabilmente molti virus sono nati in passato con diversi meccanismi.[57]
Microbiologia
Proprietà vitali
Vi è una divergenza di opinioni sulla questione se i virus siano una forma di vita o strutture organiche
che interagiscono con gli organismi viventi. Sono stati descritti da un autore come "organismi ai margini
della vita",[10] dal momento che assomigliano agli organismi che possiedono i geni e si evolvono
per selezione naturale[58] e si riproducono tramite la creazione di più copie di loro stessi attraverso un
meccanismo di auto-assemblaggio il che li farebbe anche definire come "creatori di diversità"[59].
Nonostante possiedano geni, essi non hanno una struttura cellulare, aspetto che viene spesso visto
come l'unità base della vita. I virus non hanno nemmeno un proprio metabolismo e necessitano della
cellula ospite per realizzare nuovi prodotti. Essi, pertanto, non possono naturalmente riprodursi al di
fuori di una cellula ospite.[60] Tuttavia specie batteriche come le rickettsie e le clamidie sono considerati
organismi viventi nonostante abbiano la stessa limitazione.[61][62] Forme di vita accettate come tali
utilizzano la divisione cellulare per riprodursi, mentre i virus si assemblano spontaneamente all'interno
delle cellule. Si differenziano dalla crescita autonoma dei cristalli per il fatto che ereditano mutazioni
genetiche e sono soggetti alla selezione naturale. L'auto-assemblaggio dei virus nelle cellule ospiti
comporta implicazioni per lo studio dell'origine della vita, in quanto conferisce ulteriore credito all'ipotesi
che la vita possa aver avuto origine da molecole organiche auto-assemblate.[63]
Struttura[modifica | modifica wikitesto]
Diagramma di come un capside è in grado di costruire molteplici copie da solo due proteine
I virus mostrano una grande diversità di forme e dimensioni, chiamate morfologie. In generale, i virus
sono molto più piccoli dei batteri. La maggior parte dei virus che sono stati studiati hanno un diametro
tra 20 e 300 nanometri. La maggior parte dei virus non possono essere visti con un microscopio ottico e
dunque per visualizzare i virioni è necessario utilizzare il microscopio elettronico.[65] Per aumentare il
contrasto tra i virus e lo sfondo, vengono utilizzati dei "coloranti" densi di elettroni. Si tratta di soluzioni
di sali di metalli pesanti, come il tungsteno, che disperdono gli elettroni. Quando i virioni vengono
rivestiti con questa macchia (colorazione positiva), i piccoli dettagli vengono oscurati. La colorazione
negativa supera questo problema colorando solo lo sfondo.[66]
Struttura icosaedrica
Una particella virale completa, nota come un virione, è costituita da acido nucleico circondato da un
rivestimento protettivo formato da proteine chiamato capside. Questo è realizzato da subunità proteiche
identiche chiamati capsomeri.[67] I virus possono avere una "sacca" lipidica più esterna derivata dalla
membrana della cellula ospite, detta pericapside.
Il capside è costituito da proteine codificate dal genoma virale e la sua forma serve come base per la
distinzione morfologica.[68][69] Perché le subunità proteiche virali codificate si possano auto-assemblare
per formare il capside, in generale si richiede la presenza del genoma virale. Virus complessi codificano
proteine che aiutano la costruzione del loro capside. Le proteine associate all'acido nucleico sono note
come nucleoproteine e l'associazione di proteine del capside virale con l'acido nucleico virale è
chiamato nucleocapside. Il capside e l'intera struttura del virus possono essere fisicamente sondati
attraverso il microscopio a forza atomica.[70][71] In generale, i virus si possono distinguere in cinque
tipologie morfologiche:
Elicoidale[modifica | modifica wikitesto]
Icosaedrica
Prolata
Incapsulata
Complessa
Virus giganti[
Come una mutazione o un riordinamento, possono portare a ceppi nuovi e altamente patogeni di influenza umana
Illustrazione - Il termine coronavirus deriva dalla forma che le parti infettive presentano al microscopio
elettronico, con tante piccole punte attorno a una struttura centrale (come in una corona). Shutterstock
I virus sono i più piccoli tra i soggetti della biologia, anche se gli studiosi non sono certi che possano
essere inclusi tra i veri viventi. Per la loro struttura estremamente semplice e le dimensioni minuscole
sono stati scoperti solo alla fine del diciannovesimo secolo. Le loro dimensioni vanno dai 28 ai 200
nanometri (miliardesimi di metro), di conseguenza sono visibili solo al microscopio elettronico.
SEMPLICI PARASSITI. A differenza degli esseri viventi, i virus non sono fatti di cellule vere
e proprie e quindi non hanno il citoplasma e gli organelli cellulari tipici degli eucarioti (piante,
animali e funghi). In particolare mancano loro i ribosomi, le piccole componenti cellulari che
producono le proteine.
La loro struttura di base è molto semplice: sono costituiti da un involucro di proteine (il capside) che
racchiude il materiale genetico, cioè acidi nucleici come DNA oppure RNA. Alcuni hanno anche un
mantello (o pericapside) che li avvolge, e sono chiamati virus rivestiti. Questi virus contengono nel
rivestimento proteine o altre sostanze che li aiutano ad aggrapparsi alle cellule che poi infettano.
Altri virus (i batteriofagi, parassiti dei batteri) hanno una struttura molto più complessa, con una testa
(che contiene il materiale genetico) e una coda, che si aggancia agli ospiti e inietta il materiale
genetico.