Sei sulla pagina 1di 9

Virus

I virus solitamente sono considerati estranei al concetto di «vita»,


principalmente perchè sfuggono ad alcune caratteristiche peculiari
che definiscono gli esseri viventi. Come quest'ultimi, però, i virus
hanno la necessità di «riprodursi» o, più correttamente, di replicare il
proprio corredo genetico.
Esso può essere costituito da DNA o RNA, a singolo o a doppio
filamento, e contiene tutte le informazioni necessarie alla
replicazione e alla costruzione di nuove particelle virali. . I virus si
replicano con due principali meccanismi alternativi: il ciclo litico e il
ciclo lisogeno. Entrambi porteranno alla lisi della cellule ospite,
ovvero alla sua degradazione, ma con modalità e tempistiche diverse.
Ciclo litico e Ciclo lisogeno
Il CICLOLISOGENO avviene subito
dopo l'infezione della cellula ospite dal
momento in cui il suo patrimonio
Il CICLO LITICO inizia con l’introduzione genetico si inserisce in quello della
del genoma virale nella cellula ospite che, cellula ospite.
costretta a leggere le istruzioni contenute nel Si forma un provirus che non si replica,
patrimonio genetico del virus, produce nuovi
ma duplica il patrimonio genetico del
virioni che si replicano in migliaia di copie
provocando numerosi danni alla cellula virus e si trasmette alle cellule figlie
ospite. I virioni formati abbandonano la durante la divisione cellulare.
cellula per spostarsi verso nuove cellule e I provirus non danneggiano le cellule
iniziare nuovi cicli. quindi generalmente non portano
malattie. Può succedere però che un
provirus si riattivi e cominci un ciclo
litico.
Articolo 32

<<La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto


dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un
determinato trattamento sanitario se non per disposizione di
legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti
dal rispetto della persona umana.>>
La scoperta della Vaccinazione

La scoperta della vaccinazione, come tecnica per sconfiggere le malattie infettive, risale
al 1796 per opera di un medico di campagna britannico: Edward Jenner Era noto
all'epoca che i contadini, che avevano contratto il vaiolo bovino durante la mungitura
delle mucche, una volta superata la malattia, non si ammalavano della variante umana
del vaiolo , di gran lunga più grave. Jenner seppe cogliere l'utilità pratica che tale
situazione poteva offrire e, pertanto, nel maggio del 1796 iniettò del materiale preso da
una pustola di vaiolo bovino contratto da una giovane donna, figlia di un contadino del
posto, a un bambino di 8 anni . Le ricerche di Edward Jenner sulla vaccinazione, come
tecnica di prevenzione del vaiolo, posero le basi ai successivi studi sulla natura delle
malattie infettive e allo sviluppo dell'immunologia nel corso del XIX secolo. Jenner ha
iniziato il lungo processo che ha portato all'eliminazione con successo del virus del
vaiolo nel 1980.
Vaccini

I vaccini sono preparati biologici costituiti da


microrganismi uccisi o attenuati, oppure da alcuni loro
antigeni, o da sostanze prodotte dai microorganismi e rese
sicure (come ad esempio il tossoide tetanico che deriva
dal trattamento della tossina tetanica) oppure, ancora, da
proteine ottenute con tecniche di ingegneria genetica.
Generalmente i vaccini contengono anche acqua sterile (o
una soluzione fisiologica a base salina) e alcuni possono
contenere, in piccole quantità, anche un adiuvante per
migliorare la risposta del sistema immunitario, un
conservante (o un antibiotico) per prevenire la
contaminazione del vaccino da parte di batteri, qualche
stabilizzante per mantenere inalterate le proprietà del
vaccino durante lo stoccaggio.
Tipologie di vaccino

• vaccini vivi attenuati (come per morbillo, rosolia, parotite, varicella, febbre gialla e
tubercolosi): prodotti a partire da agenti infettivi resi non patogeni
• vaccini inattivati (come per l’epatite A, la poliomielite e l’antinfluenzale split): prodotti
utilizzando virus o batteri uccisi tramite esposizione al calore oppure con sostanze
chimiche
• vaccini ad antigeni purificati (come per la pertosse acellulare, l’antimeningococco e
l’antinfluenzale a sub-unità): prodotti attraverso raffinate tecniche di purificazione delle
componenti batteriche o virali
• vaccini ad anatossine (come per tetano e difterite): prodotti utilizzando molecole
provenienti dall’agente infettivo, non in grado di provocare la malattia ma sufficienti ad
attivare le difese immunitarie dell’organismo
• vaccini proteici ricombinanti (come per epatite B e meningococco B) cioè prodotti
mediante la tecnologia del DNA ricombinante che prevede l’inserimento di materiale
genetico codificante l’antigene (una proteina o parte di essa) in microrganismi che
produrranno l’antigene; quest’ultimo verrà poi raccolto e purificato.
Come funzionano i vaccini

Una volta somministrati, i vaccini simulano il primo contatto con


l’agente infettivo evocando una risposta immunologica simile a quella
causata dall’infezione naturale, senza però causare la malattia e le sue
complicanze. Senza le vaccinazioni, il nostro corpo può impiegare
anche due settimane di tempo per produrre una quantità di anticorpi
sufficiente a contrastare l’invasore. Un intervallo di tempo durante il
quale il microrganismo può causare danni al nostro organismo.
 Calo della mortalità pediatrica per pertosse e morbillo in Inghilterra e Galles dal 1850 al 1970 (McKeown T. The Modern Rise of Population. Academic Press, New York,
1976)
COVID-19 e La proteina Spike
- La proteina Spike la troviamo nella superficie esterna del Sars-Cov-2.
Questa è capace di legarsi all’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2), ossia un enzima - coinvolto
nella regolazione della pressione sanguigna - che si trova nelle cellule dell’epitelio polmonare. Questa ha un
compito molto importante: difendere i polmoni dai danni causati da eventuali infiammazioni e infezioni.
Una volta che la proteina Spike entra in contatto con l’ACE2, il Sars-Cov-2 riesce a entrare nella cellula e a
replicarsi. È dunque la proteina Spike che consente al coronavirus di accedere alle altre cellule
dell’organismo. Se proprio volessimo semplificare possiamo dire che la Spike è la “chiave”, mentre
l’angiotesina 2 è la “serratura”.
Una volta avuto accesso alla cellula, poi, avviene l’infezione tramite il codice genetico virale, appunto l’RNA,
che viene rilasciato dal virus: questo costringe proprio la cellula umana a produrre proteine virali che allo
stesso modo vanno a invadere altre cellule.
Capito questo meccanismo, gli esperti hanno potuto trovare un modo per combatterlo. A tal proposito, il
vaccino realizzato da Pfizer BioNTech contiene al suo interno delle molecole di RNA messaggero nelle quali
si trovano le informazioni genetiche utile alla ricostruzione di copie della proteina Spike.
Sarà proprio la presenza di questa proteina, dunque, a stimolare il nostro organismo il quale andrà a
produrre gli anticorpi specifici in grado di riconoscere il virus e contrastarlo immediatamente, impedendo
dunque il verificarsi di una grave sintomatologia in caso di contagio.

Potrebbero piacerti anche