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VIROLOGIA

I virus sono la forma vivente più semplice, essendo privi di un’organizzazione cellulare vera e
propria; sono agenti infettivi di dimensioni submicroscopiche variabili da 20 a 300nm. Sono dei
parassiti endocellulari obbligati sia delle cellule eucariotiche sia delle cellule procariotiche dette
BATTERIOFAGI; questo per la mancanza di un complesso enzimatico, sono quindi sprovvisti di
metabolismo autonomo e ciò li rende dipendenti della cellula ospite, in quanto possono replicare
solo all’interno della cellula bersaglio, la quale gli fornisce tutti gli apparati biosintetici (di
trascrizione e traduzione) e i ribosomi necessari per la sintesi delle proteine. Il virus sono agenti
infettivi che possono attuare parassitismo addirittura a livello del genoma della cellula infettata. Il
tempo di ingresso nella cellula ospite varia da virus a virus. La particella virale completa e
infettante che è conosciuta anche come VIRIONE presenta: Una parte centrale detta CORE che
contiene il genoma costituito da un solo tipo di acido nucleico RNA o DNA in grado di replicare
all’interno delle cellule viventi, l’acido nucleico e gli enzimi necessari nelle fasi del processo di
replicazione virale endocellulare sono racchiusi da un involucro proteico detto CAPSIDE questi tipi
di virioni prendono il nome di virioni nudi o anche detti adenovirus , l’insieme del genoma e del
capside viene denominato NUCLEOCAPSIDE. Molti virus presentano un ulteriore rivestimento
lipidico che avvolge il nucleocapside e viene detto ENVELOPE o MANTELLO o PERICAPSIDE che è
costituito da un doppio strato lipidico il quale deriva dalla membrana citoplasmatica, dalle
membrane del complesso del Golgi o dal reticolo endoplasmatico con all’interno le glicoproteine
del virus questi tipi di virus prendono il nome di virus rivestiti. I virus sono agenti causali di
numerose e diffuse patologie infettive e di neoplasie benigne e maligne.
Il ciclo vitale di ogni virus fa capo necessariamente alla cellula ospite per la sintesi delle proteine e
la duplicazione del materiale genetico si possono distinguere due fasi:
1. Fase extracellulare: la particella virale, il virione risulta completa libera e infettante
2. Face intracellulare: si verifica la replicazione delle componenti virali che porta alla
formazione di particelle virali complete
I virus non possono crescere su un terreno di cultura artificiali e presentano uno spettro d’ospite
HOST RANGE limitato; La loro moltiplicazione avviene attraverso un complesso processo di
replicazione e non mediante fissione binaria come avviene nei batteri.
Il parassitismo intracellulare obbligato dei virus e la loro difficile sopravvivenza nell’ ambiente
esterno li caratterizzano come agenti infettanti trasmissibili in grado di sopravvivere solo in virtù di
una catena continua di associazioni parassitarie.
Poiché i virus sono molto diffusi in natura come parassiti in base al tipo di ospite possono essere
distinti in Virus di parassiti di microrganismi come:

animali incluso l’uomo virus animali


i batteri batteriofagi di protozoi di alghe, piante,
funghi virus vegetali

i viroidi sono gli agenti infettanti delle piante Formate da molecole di RNA monocatenario
circolare di piccole dimensioni (250-400 nucleotidi) che non codificano per proteine e sono in
grado di replicarsi autonomamente nella cellula vegetale ospite comportandosi come parassiti
endocellulari obbligati. All'interno di questi organismi i virus sono capaci di infettare solo una certa
specie e soltanto un certo tipo di cellule. Il parassitismo dei virus sulle piante può determinare
gravi di tipo economico, mentre sugli animali e sull’ uomo può determinare gravi danni sia fisici in
quanto può determinare stadi:
- Asintomatici (mononucleosi infettiva)
- Infezioni acute benigne (raffreddore e influenza)
- Infezioni acute gravi e a volte letali (vaiolo e rabbia)
- Infezioni croniche lievi (herpes labiale e vaginale)
- Infezioni croniche gravi (AIDS)
- Patologie non infettive (tumori benigni” verruche” e maligni”cancro”).

CARATTERISTICHE DEI VIRUS:


- I virus sono insensibili agli antibiotici
- sono sensibili all’interferone (proteine prodotte dalle cellule per difendersi dall’invasione
dei virus)
- Sono sensibili a molti farmaci antivirali.
- Sono sensibili al calore sono inattivati tra i 50-60°C, mentre sono stabili alle basse
temperature vengono preservati a -40°C -70°C.

CLASSIFICAZIONE TESSONOMICA:
si avvale di vari criteri e proprietà:
- Tipo di acido nucleico DNA o RNA
- Simmetria del capside che può essere (elicoidale, complessa, icosaedrica)
- Presenza/ assenza dell’envelope (mantello)
- Tipo di architettura del genoma
- Modalità di replicazione
- Polimerasi associata al virione
- Il diametro del virione e il numero dei capsomeri
- Dimensioni del genoma
Su queste basi è stata effettuata una classificazione dei tradizionali gruppi dei virus articolata in:
1. Ordine
2. Famiglia
3. Sottofamiglia
4. Genere
5. Specie

STRUTTURA:
i virus possono essere distinti in base alla diversa morfologia e al contenuto genomico
DIMENSIONE: i virus hanno dimensioni comprese tra i 25-280nm e sono visibili solo al
microscopio elettrico. I virus animali a RNA variano dai 28-30nm di diametro dei Picornavirus ai
300nm dei Paramyxovirus. I virus a DNA variano dai 18-26nm dai Parvovirus ai 170-260 x 300-
450nm dei Poxvirus. Date le ridotte dimensioni sono visibili solamente attraverso la microscopia
elettronica
FORMA: Molti virus animali hanno forma sferica, alcuni sono irregolari e pleomorfi, le forme
principali dei differenti gruppi virali sono le seguenti:
- Forma a proiettile (virus della rabbia)
- Forma a mattone
- Forma a bacchetta (virus del mosaico del tabacco)
STRUTTURA:
-parte centrale detta CORE costituita da acido nucleico
- CAPSIDE
- MANTELLO ESTERNO anche detto PERICAPSIDE.

CAPSIDE:
il CAPSIDE insieme ad atre proteine ed enzimi annessi dalla degradazione enzimatica e dalla
denaturazione chimica fungono da rivestimento proteico che protegge il genoma virale con le
proteine accessorie, è portatore di molecole di adesione e ha la funzione antigenica. Il CAPSIDE è
formato da subunità proteiche ovvero delle catene polipeptidiche ripiegate codificate dai geni
virali associate tra loro in piccoli gruppi detti protomeri. Il capside è costituito da capsomeri, i quali
rappresentato l'unita base del capside. Ciascun capsomero è composto da una o più proteine
codificate dal genoma virale. Il CAPSIDE conferisce la forma caratteristica al VIRIONE, può
presentare sulla superficie proteine ligando con funzione di aggancio ai recettori cellulari. CAPSIDE
+ CORE = NUCLEOCAPSIDE.
Per i virus nudi, il capside è in grado di riconoscere ed interagire con specifici recettori presenti
sulla superfice cellulare, consentendo l'ingresso del virus nella cellula ospite.
Il capsomero può assumere simmetrie diverse:
- elicoidale, nella quale i capsomeri ( sono tutti uguali) si organizzano a formare uno spirale per
formare un cilindro nella cui cavità si trova l’acido nucleico 1 tipo di capsomero.
- icosaedrica, nella quale i capsomeri ( sono tutti diversi ) si organizzano in modo a costituire un
icosaedro (figura geometrica composta da 20 facce ed ogni faccia è un triangolo equilatero) 2
tipi di capsomeri.
I virus nudi (di origine animale) hanno sempre simmetria icosaedrica, mentre i virus rivestiti
possono presentare entrambe le simmetrie. Un tipo di simmetria complessa è quella del poxvirus
(virus del variolo). Infatti esso è costituito da 2 envelope, uno interno ed uno esterno, ed il capside
assume una caratteristica forma a clessidra. Tale forma, associata al doppio envelope, fa sì che i
poxvirus assumano una notevole dimensione (circa 200 nanometri). Il virus dell’immunodeficienza
acquisita -HIV- presenta una simmetria tronco conica. All’interno del capside sono presenti 2 copie
identiche del genoma virale (genoma diploide).
FUNZIONI DEL CAPSIDE
Il capside provvede a svolgere varie funzioni:
- packaging del genoma virale (protezione). Se il genoma virale fosse privo di una protezione
potrebbe risultare esposto a danni meccanici e a radiazioni ultraviolette, le quali inducono a
mutazioni. I virus infatti non possono subire troppe mutazioni, in quanto potrebbero insorgere
dei problemi riguardanti il corretto assemblaggio delle proteine, che andrebbe ad intaccare le
loro funzioni;
- protezione dal danno enzimatico, nucleasi esterasi derivate da cellule morte o secrete come
risposta alle infezioni;
- nei virus nudi, le proteine del capside sono deputate al riconoscimento della cellula bersaglio.
Provvedono a stimolare la risposta anticorpale e svolgono il ruolo di antigene, i quali inducono
la formazione di anticorpi immunizzanti.
- nei virus rivestiti, (i quali presentano il pericapside o envelope - membrana lipidica acquisita
dalla cellula ospite durante l'assemblaggio in cui sono presenti glicoproteine virali), la funzione
di riconoscimento e stimolazione della risposta anticorpale viene svolta dalle proteine virali
presenti nell'envelope. La maggioranza di queste sono oligomeri.
Le glicoproteine sono delle proteine virali glicosilate a cui vengono agganciati dei gusci di
carboidrati, che possono consentire al virus di eludere la risposta immunitaria (meccanismo di
evasione immunitaria).
Nei virus dotati di envelope troviamo la matrice o tegumento, uno strato proteico che si dispone al
disotto del pericapside, il quale conferisce rigidità alla particella virale stabilizzandola.

ACIDO NUCLEICO:
Il genoma virale che contiene tutte le informazioni genetiche è generalmente costituito da 3200
alle 800000 paia di basi. Più è lungo il genoma virale, maggiore sarà il numero di geni in esso
contenuti, e maggiore sarà il numero di geni regolatori, i quali influenzano la cellula “in favore” del
virus, favorendone la replicazione.
Il genoma virale, come detto in precedenza è composto da un solo acido nucleico a DNA(sempre a
doppia elica ad eccezione del PARVOVIRUS) a RNA( sempre a catena singola ad eccezione dei
REOVIRUS che hanno RNA a doppia catena); gli unici che fanno eccezione e quindi troviamo sia
DNA che RNA sono i virus dell’ HBV e dell’EPATITE B (è un genoma molto piccolo, costituito da 3200 paia di
basi, il quale riesce a codificare tutte le proteine necessarie al suo ciclo vitale tramite la sovrapposizione delle open
reading frame, un gene con un particolare schema di lettura che codifica per una data proteina). I VIRUS a DNA
sono: Herpesviridae, Proxviridae, papovaviridae, Adenoviridae, Parvoviridae, Virus dell’Epatite B
I VIRUS a RNA sono: Caliciviridae, Retroviridae, Arenaviridae, Picornaviridae, Coronaviridae,
Togaviridae, Filoviridae, Orthomyxoviridae
Le caratteristiche del genoma sono:
- tipo di acido nucleico
- lineare o circolare
- polarità positiva o negativa
- presenza di segmenti distinti
- sequenza nucleotidica
Gli acidi nucleici sono composti da:
- geni codificanti per proteine
- geni di controllo che possono assumere diverse conformazioni:
1. a filamento doppio
2. filamento singolo,
3. filamento lineare,
4. circolare (tipica dei virus a DNA. Sono molecole molto stabili e difficilmente degradabili dalle nucleasi. Tale
forma favorisce la persistenza virale, infatti quando un virus infetta un organismo persiste fino alla sua morte)
5. continue,
6. segmentate ( I virus sono presenti sotto forma di frammenti, ed ogni frammento rappresenta un gene che
codifica per una particolare proteina (come nel caso del virus influenzale). Tale frammentazione consente al virus
di andare incontro a modificazioni, responsabili delle pandemie)

L’acido nucleico di tutti i virus animali a DNA è costituito da un doppio filamento (DS-DNA +/-) ad
eccezione dei Parvoviridae (SS-DNA) mentre il genoma di tutti i virus a RNA è generalmente a
singolo filamento (SS) esistono però delle eccezioni, come nel caso dei rotavirus, i quali sono
costituiti da un genoma a RNA a doppio filamento (DS-RNA +/-).
Nei virus a RNA a singolo filamento (SS) può essere di diverse polarità:
- polarità positiva (filamento+) che è in grado di fungere direttamente come RNA
messaggero (mRNA) per sintesi delle proteine virali nella cellula infettata , ossia appena il virus
entra nella cellula bersaglio viene immediatamente tradotto dai ribosomi;

- polarità negativa (filamento-) poiché l’RNA non è in grado di agire da mRNA deve essere
trascritto da un enzima RNA trascrittasi virus-associata a formare una coppia speculare a
filamento positivo che viene utilizzata poi nella cellula infettata come mRNA per la sintesi della
proteina virale. L’enzima che effettua tale “conversione” è la RNA polimerasi RNA dipendente .
Solo i virus con genoma a DNA che possiedono enzimi idonei e che possono raggiungere il nucleo
cellulare riescono a il meccanismo di trascrizione cellulare avvantaggiandosene per sintetizzare e
tradurre i propri mRNA virali. Mentre i virus a singolo filamento negativo (SS-) hanno acquistato
nel corso del tempo la capacità di codificare nel genoma virale un enzima RNA POLIMERASI- RNA-
DIPENDENTE che è in grado di polimerizzare RNA messaggero da uno stampo di RNA virale con
singolo filamento negativo, dopo l’infezione della cellula da parte di un virus a RNA SS- la
trascrittasi associata al genoma virale sintetizza mRNA virale permettendo così l’inizio del ciclo
produttivo virale nella cellula ospite. Pertanto nei VIRIONI possono essere presenti vari tipi di
enzimi di trascrizione del materiale genetico virale nella cellula parassita:
- virus a RNA SS- che possiedono RNA POLIMERASI-RNA-DIPENDENTE (trascrittasi)
- virus provvisti di un DNA che possiedono RNA POLIMERASI-DNA-DIPENDENTE
- virus provvisti di DNA POLIMERASI-DNA-DIPENDENTE.
PERICAPSIDE:
è la parte esterna al CAPSIDE che funge da un rivestimento protettivo. È costituito da un doppio
strato di lipidico provvisto di proteine poichè lo strato lipidico proviene per la gran parte da
membrane della cellula ospite, mentre le proteine associate sono virus-specifiche codificate dal
genoma virale. Il Pericapside è tipico dei virus animali a simmetria elicoidale e di vari virus
icosaedrici (herpes virus, retrovirus, togavirus). Il PERICAPSIDE viene di norma acquisito dai virus
nalla fase di liberazione della cellula ospite attraverso:

gemmando dalla liberandosi in un vacuolo


membrana cellulare o nucleare

il PERICAPSIDE è provvisto di gruppi di proiezioni microfilamentose glicoproteiche detti peplomeri


sporgono dal doppio strato lipidico verso l’esterno permettono al virione di
aderire a specifici recettori della cellula ospite.
A determinare la permissività di una cellula all’infezione virale è la presenza o l’assenza di
recettori, in modo tale che lo spettro d’ospite compreso il tessuto bersaglio che esso infetta viene
determinato dal grado di complessità esistente fra la struttura e la composizione del ligando virale
e la composizione/struttura dei recettori presenti sulla superficie della cellula ospite.
Le GLICOPROTEINE del PERICAPSIDE sono transmembranarie vanno verso l’interno per connettersi
con proteine virus-specifiche presenti in forma di involucro nello spazio compreso fra lo strato
interno del doppio strato lipidico del pericapside e il bordo del nucleocapside.
Le porzioni proteiche presenti nei virioni risultano ottimi antigeni virali

Localizzati sia nel capside sia nei peplomeri (è una struttura proteica presente come protuberanza
all'esterno del doppio strato lipidico che costituisce l'envelope di virus dotati di involucro) del
pericapside.

PROTEINE VIRALI:
Le proteine codificate da un genoma virale possono essere di diversi tipi:
- proteine strutturali: sono proteine incorporate nel virione (proteine del capside, proteine
dell'envelope in forma glicosilata, proteine associate all'acido nucleico per conferire stabilità..);
- proteine funzionali: (DNA- o RNA-POLIMERASI permettono all’acido nucleico di virale di
replicarsi) ossia enzimi coinvolti nel processo di replicazione del genoma virale e nella sintesi
degli mRNA;
- proteine regolatorie o accessorie, proteine che alterano alcune funzioni e strutture della cellula
bersaglio. Le possiamo ritrovare nel virus dell’HIV (fino a 9). Rendono il virus più aggressivo e
quindi più letale per la cellula infettata. Promuovono inoltre la replicazione del virus e
aumentano la sua patogenicità. Nel virus dell’HIV troviamo 3 enzimi importanti, la trascrittasi
inversa, le integrasi e le proteasi. L’RNA viene convertito in DNA grazie alla trascrittasi inversa.
Poi viene portato nel nucleo grazie alle integrasi che lo fanno integrare nel nucleo.
MECCANISMI DI INFEZIONE DEI VIRUS
- REPLICAZIONE VIRALE: le particelle virali mature nello stadio extracellulare non sono in grado di
riprodursi autonomamente hanno perciò la necessità di far capo alla cellulare dell'ospite per la
sintesi del Genoma virale e delle proteine da questo codificate; per far si che il virus si replichi la
condizione necessaria è che la cellula ospite sia sensibile per presenza di recettori cellulari per
l'attacco dei anti recettori finali e permissiva così da permettere la produzione di nuove particelle
virali. Per la replicazione è di fondamentale importanza RNA messaggero virale è che il punto di
partenza di questa sintesi.
Nel ciclo di replicazione troviamo 7 fasi dove nelle prime tre il virus è ancora visibile, nelle
successive tre fasi si verifica un periodo di eclissi delle particelle virali, solamente nell’ultima fase i
virioni neoformati tornano visibili.
FASI:
1. RICONOSCIMENTO
2. ATTACCO
Queste prime due fasi sono fasi di contatto virus-cellula in cui i recettori cellulari interagiscono con
gli antirecettori che si trovano sulla superficie del virus. La capacità di riconoscere un determinato
tipo cellulare è chiamato tropismo virale, ed è un processo selettivo e mirato.

3. PENETRAZIONE: è la fase di trasferimento del virus dalla superficie della cellula attraverso
la membrana cellulare all’interno del citoplasma della cellula ospite può avvenire per 1.
Fusione, 2. Vescicola endocitica, 3. Endocitosi.
4. DENUDAMENTO dell’INVOLUCRO PROTEICO: è la fase endocellulare nella quale si
verifica la scapsidazione dell’involucro virale (è un meccanismo che permette la completa
disgregazione del capside virale) ad opera di enzimi idrolitici e la liberazione nel citoplasma
del genoma virale. Per molti virus, le proteine virale si disgregano spontaneamente o
con l'intervento di enzimi lisosomiali. Nel virus influenzale (virus rivestito) importante è
il ruolo della proteina m2 che riconosce il suo recettore sulla superfice e agisce da canale
ionico, favorendo l'ingresso dei protoni all'interno della particella virale. Il ph si abbassa
e modifica la struttura dell'emoglutinina, una glicoproteina di superfice che assume una
capacità fusogena. Essa induce la fusione tra il pericapside virale e la membrana della
vescicola endocitica.
5. SINTESI MACROMOLECOLARI: consiste nella sintesi di mRNA precoci e proteine non
strutturali precoci, replicazione del genoma virale, sintesi di mRNA tardivi e proteine
strutturali tardive:
- Replicazioni virus a DNA: l’acido nucleico è presente a forma di
molecola a filamento doppio (+/-) può essere lineare o circolare.
La replica del genoma dipende dall’enzima DNA polimerasi DNA-dipendente, la trascrizione e la
replicazione avviene nel nucleo così come l’assemblaggio del capside. La replicazione del DNA
avviene secondo specifiche modalità: replica di un substrato lineare, replica bidirezionale da un
substrato circolare, replica per mezzo di un intermedio replicativo a RNA. Per la riproduzione di
mRNA virale abbiamo due strategie: 1) nei virus a DNA a singolo filamento si passa da un
intermedio DNA a doppio filamento. 2) nei virus a DNA a doppio filamento la sintesi dell’mRNA
avviene come nella cellula eucariotica ospite

- Replicazione a virus a RNA:I virus formati dal genoma a RNApresentano cibi replicati vi
che variano in base alla presenza di uno o due filamenti e alla loro polarità infatti possiamo
trovare: RNA(+), RNA(-), RNA(+ e -). Nei virus a RNA La trascrizione e la replica del genoma
virale avviene nel citoplasma così come l'assemblaggio dei virus il genoma virale codifica per
una RNA polimerasi RNA dipendente in fase di replicazione si forma un intermedio di RNA
bicatenario che non esiste nella cellula ospite. La replica dell’RNA virale avviene secondo
delle specifiche modalità: nei virus a RNA+ il filamento+ funziona da mRNA che si lega ai
ribosomi per la sintesi delle proteine strutturali e non, e per la sintesi di RNA-
complementare per la replicazione del genoma virale a opera dell’enzima RNA polimerasi
RNA-dipendente da cui ha produzione la progenie virale, nei virus a genoma RNA- si deve
all’enzima RNA polimerasi RNA-dipendente la trascrizione del genoma virale in mRNA virale
con successiva trascrizione del codificato in proteine strutturali e non.
6. ASSEMBLAGGIO/ MONTAGGIO: è quando si è prodotto un numero sufficiente di copie
del genoma e delle differenti proteine strutturali virali. Tutti i virus a RNA si assemblano
nel citoplasma della cellula ospite, mentre i virus a DNA si assemblano nel nucleo tranne
i POXVIRUS che si assemblano nel citoplasma.
7. RILASCIO E MATURAZIONE: la fase di rilascio della progenie virale nell’ambiente
extracellulare avviene per gran parte dei virus con envelope per gemmazione è un
processo tipico dei virus rivestiti, il quale però non induce la morte della cellula, in quanto il
danno è mediato dalla risposta immunitaria. I virus rivestiti, nel pericapside, presentano
delle glicoproteine le quali devono essere glicosilate, passando attraverso il reticolo
endoplasmatico e il complesso del Golgi. Una volta glicosilate, vengono poi inserite nella
membrana citoplasmatica. Al di sotto della membrana citoplasmatica, dove sono state
inserite le glicoproteine virali, migra il capside che innesca la gemmazione. Dalla vescicola
protrude all'esterno una sorta di gemma, che poi si stacca e diventa la particella virale;
mentre nei virus senza envelope avviene per esocitosi (nelle quale particelle virali si
assemblano all'interno della cellula infettata, fino a indurne lo scoppio (virus citopatici, in
quanto portano la cellula alla morte). È un processo tipico dei virus nudi.

FASI INIZIALI DELL’INFEZIONE:


1. Incontro: passivo, fase aspecifica
2. Legame: recettori specifici sulla membrana cellulare
3. Penetrazione: virus non rivestiti VIROPRESSIA (endocitosi mediata da recettori), virus
rivestiti SCAPSIDAZIONE (endocitosi mediata da recettori funzione diretta)
4. Attacco: contatto virus cellula, Recettori virali sulla cellula, antirecettori virlali sul virus

PATOGENESI DELLE INFEZIONI VIRALI


I virus si dicono patogeni quando sono in grado di danneggiare l ’ospite causando la malattia
La patogenesi è il processo attraverso il quale un’infezione virale provoca una malattia ed è
strettamente dipendente dalle relazioni che intercorrono tra il virus e la risposta immunitaria.
Tuttavia la condizioni di malattia non risulta vantaggiosa per la sopravvivenza del virus e infatti
gran parte delle infezioni virali dell’uomo risultano asintomatiche.
La virulenza o la sua mancanza, per ciascun tipo di virus, può essere determinata da una
mutazione nel genoma. Da qui capiamo che la genetica virale condiziona la patogenicità e la
virulenza del virus. L’ingresso dei virus nella cellula determina interazioni e modificazioni
dell’ospite troviamo delle fasi:
1. IMPIANTO ingresso nell’organismo con iniziazione dell’infezione nel sito primario
2. REPLICAZIONE del virus nella sede di primo impianto che può coincidere o meno con la
sede di ingresso
3. DIFFUSIONE è il periodo di incubazione (Può essere locale o a distanza)
4. DISSEMINAZIONE sintomi con localizzazione in organi bersaglio, può avvenire sia per via
linfatica che per via ematica
5. ELIMINAZIONE dove abbiamo rischi di contagio

Meccanismi di patogenicità virale: La presenza o meno del pericapside il principale fattore


strutturale che influenza la modalità nella trascrizione virale:
- virus senza pericapside: resistono all'essiccamento, all'azione dei detergenti, condizioni
estremi del pH e di temperatura, all’ ambiente acido dello stomaco, all'azione della bile
nell’intestino. Questi virus vengono trasmessi per via inalatoria, per via oro-fecale, e spesso
acquisiti attraverso oggetti contaminati.
- Virus con pericapside: LABILI sono trasmessi attraverso 1)sangue, muco, saliva, sperma
2)mediante inoculazione 3)trapianto d'organo. sono labili in ambiente acido ed al trattamento
con detergenti caratteristica che rende impossibile la loro trasmissione per via oro-fecale, ad
eccezione l’HBV e i Cornavirus .
L'infezione del tessuto bersaglio avviene in quanto il virus riesce a penetrare nell’ organismo
attraverso discontinuità della cute o attraverso le membrane mucoepiteliali che rivestono gli
orifizi del corpo ( occhi, tratto respiratorio, bocca, genitale, tratto gastro enterico); dopo
l'entrata il virus si può replicare e rimanere al livello del sito primario, oppure può diffondersi
ad altri tessuti attraverso il circolo ematico ed il sistema linfatico oppure si può disseminare
attraverso i neuroni.

Effetti dell'infezione virale sulla cellula ospite:


tipi di infezione:
1) citochine acute: il virus si replica nella matrice cellulare, la cellula si Lisa liberando le nuove
particelle virali è caratteristica dei virus nudi. Causa la morte della cellula nel virus rivestito causa
infezioni più frequenti, la morte della cellula i virus rivestiti uccidono la cellula più lentamente di
quelli nudi
2) croniche ad equilibrio: intorno al genoma si forma il capside nel citoplasma cellulare, il
nucleocapside si avvicina alla membrana citoplasmatica per gemmazione si matura il virione
rivestito effetto citopatico ridotto (è l'insieme di cambiamenti morfologici che una cellula infetta da
virus può assumere). La cellula ospite non muore, la cellula produce piccole quantità di virus per
periodi di tempo lunghi senza subire danni evidenti
3) integrate Infezione trasformante, il genoma virale Si integra nel genoma della cellula ospite
determinandone una trasformazione permanente. Si parla di infezione a carico della linea
somatica quindi morto l’ospite muore l’infezione

EFFETTO CITOPATICO:
Molti Virus possono produrre su tessuto o in cultura cellulare un effetto citopatico ovvero la
moltiplicazione virale produce nella cellula ospite:
- Cambiamenti della morfologia comprendono: degradazione e lisi della cellula ,
trasformazione dell’espressione delle proteine di membrana e la formazione di corpo di
inclusione I corpi di inclusione sono cambiamenti istopatologici causati da sbagliati virus o nelle
cellule infettate. formazione di vacuoli e di sincizi

sincizi sono cellule giganti multinucleate che conseguono la fusione di singole cellule Rai
virus che possono formare i sincizi vi sono HSV, VZV, HIV.

- Alterazioni metaboliche, sono le alterazioni della permeabilità della membrana e dei


meccanismi di trascrizione del segnale intracellulare, inibizione della sintesi delle
macromolecole cellulari (DNA, RNA, PROTEINE), alterazioni cromosomiche ovvero una
modifica stabile del genoma cellulare

TRASMISSIONE DEI VIRUS:


- MODALITà DI INGRESSO E USCITA dei virus nell’ospite possono essere molteplici:
1. Respiratoria
2. Oro-fecale
3. Per contatto (lesioni, saliva, oggetti contaminati ex virus dell’herpes simplex)
4. Zoonosi (animali, insetti ex virus della rabbia)
5. Mediante sangue (HIV, HBV, HCV)
6. PER RAPPORTO SESSUALE (papillomavirus umano, virus dell’herpes genitalis)
7. PER TRASMISSIONE MATERNO FETALE (virus della rosolia)
8. PER VIA GENETICA

MODALITà DI TRASMISSIONE:
- TRASMISSIONE ORIZZONTALE: si verifica da UOMO UOMO e viene distinta per contatto
diretto ( contatto sessuale , contatto on il sangue , organi trapiantati) contatto indiretto
mediante dei veicoli che sono delle strutture inanimate ( oggetti, acqua, alimenti, aria) o
mediante dei vettori sostanze animate ( artropodi “zanzare, mosche”) gli animali possono
fungere anche da serbatoio del virus mantenendo e amplificando la diffusione ambientale del
virus si dicono zoonosi sono le malattie virali condivise da animali e dall’uomo.
- TRASMISSIONE VERTICALE: in cui i virus passano da una generazione di ospite alla
successiva è il caso delle infezioni virali del feto prima della nascita o del neonato durante o
subito dopo il parto.

Meccanismi di patogenesi virale: il trasporto del virus in circolo viene detto viremia. i virus
possono essere liberi nel sangue o in forma cellulo-associata all’interno di linfociti e macrofagi. i
virus che diffondono per via viremica Possono raggiungere organi diversi. sono definiti organi
bersaglio solo quelli in cui la moltiplicazione virale conferisce all’infezione la sintomatologia
caratteristica. i virus possono raggiungere il sistema nervoso centrale attraverso: 1) circolo
ematico 2) meningi o liquidi cerebrospinale infettati 3) neuroni periferici e sensoriali

DIFFUSIONE DEL VIRUS NELL’ORGANISMO:


1) ACQUISIZIONE o anche detto INGRESSO
2) INIZIAZIONE DELL’INFEZIONE AL SITO PRIMARIO
3) PERIODO D’INCUBAZIONE
La diffusione del virus nell’organismo umano inizia con l’ingresso del virus nell'ospite fa sì che il
virus si localizzi in un primo epitelio/mucosa, che costituisce la sede di primo impianto. All’ingresso
segue la replicazione nella sede di primo impianto (talora coincidente con il sito di ingresso). Da
qui vi è un’eventuale diffusione dalla sede di impianto e disseminazione ad altri organi e ciò può
avvenire anche a livello localizzato in organi bersaglio, da qui nasce una replicazione secondaria
con infezione disseminata. Infine l'eliminazione del virus dall'organismo può avvenire attraverso la
via respiratoria, oro-fecale, urogenitale. I virus immessi direttamente nel sangue raggiungono
direttamente gli organi bersaglio. Il periodo di incubazione è l’intervallo di tempo che intercorre
tra l'ingresso del virus nell'individuo e la sua manifestazione (o sviluppo della malattia) Il periodo
d’incubazione può essere:
1) Asintomatico o inapparenti
2) Produrre sintomi primari aspecifici
3) Fase sintomatica è causato dal danno tissutale, dagli effetti sistemici causati dal virus
Durante l'incubazione, si verifica la replicazione del virus nella sede di primo impianto, e
l'eventuale disseminazione virale ad altri organi.
le infezioni ASINTOMATICHE/INAPPARENTI rappresentano la principale fonte di contagiosi
verificano quando:
- Il tessuto infettato non viene danneggiato
- L’infezione viene controllata prima che il virus raggiunga l’organo bersaglio
- Se il tessuto viene rapidamente riparato
- Se l’entità del danno è al di sotto della soglia di disfunzione

INFEZIONI VIRALI:
- INFEZIONI ABORTIVA: è un’infezione fallita in quando la cellula non permette la
replicazione di un particolare ceppo di virus, quindi il virus non è in grado di replicarsi e
scompare
- INFEZIONE LITICA: è un’infezione produttiva che determina la morte cellulare, la cellula è
permissiva e fornisce il complesso biosintetico che permette il ciclo replicativo del virus
(influenza, encefaliti)
- INFEZIONI PERSISTENTI: è un’infezione senza morte cellulare con persistenza del virus nella
cellula ospite il virus riesce ad eludere le risposte difensive e con esse riesce a convivere.
L’infezione è molto lunga la manifestazione si ha a livello clinico dopo molti anni dall’infezione.
Le infezioni persistenti possono essere croniche( HBV, HCV), latenti( abbiamo la sintesi di
macromolecole ma non di virioni HERPESVIRUS), ricorrenti( latenti in grado di riattivarsi
CANDIDA, HERPES), trasformanti.
- INFEZIONI ACUTE: sono mediate sempre da VIRUS CITOLITICI caratterizzati da una rapida
replicazione nell’ospite e rapido passaggio ad altro ospite prima che sia completamente attiva
la risposta adattativa che rimuove il virus (es: virus influenzala, virus del morbillo)

INFEZIONI PERSISTENTI comprendono:


- INFEZIONI CRONICHE: non sono litiche (non c’è morte cellulare), produttive
- LATENTI: sintesi limitata di macromolecole virali ma senza produzione di virus. Il virus non è
rilevabile negli intervalli tra successione recidive
- LATENTE peridio di incubazione lungo
- TRASFORMANTI:

VIRUS ONCOGENI: alcuni virus a DNA e ad alcuni RETROVIRUS stabiliscono infezioni persistenti che
possono anche stimolare una replicazione cellulare incontrollata, causando la trasformazione o
l’immortalizzazione delle cellule.
Le caratteristiche delle cellula trasformate sono: la replicazione senza senescenza, alterazioni della
morfologia, alterazioni del metabolismo, aumento tasso di crescita cellulare, aumentato trasporto
di zuccheri, perdita dell’inibizione da contatto, acquisizione della capacità di crescita in
sospensione o in agar semisolido. Questi virus immortalizzano le cellule 1) attivando o fornendo
geni che stimolano la proliferazione cellulare (oncogeni) 2) Rimuovendo i relativi meccanismi di
inibizione che limitano la sintesi del DNA e la crescita cellulare (geni oncosoppressori ).
I virus danno malattia dopo 1) aver superato le barriere di difesa naturali dell’organismo 2) aver
eluso il controllo del sistema immunitario 3) aver distrutto le cellule di un tessuto importante 4)
aver attivato una risposta immunitaria ed infiammatoria di tipo distruttiva. Il tessuto bersaglio del
virus determina la natura della malattia ed i suoi sintomi, mentre vari fattori virali e dell’ospite
determinano la gravità della malattia.

- Ceppo virale
- consistenza dell’inoculo
- condizioni generali di salute della persona infettata
L’efficacia della risposta immune della persona infettata determina la gravità e la durata della
malattia.

ANTIVIRALI:
i farmaci antivirali hanno come bersaglio enzimi codificati dal virus oppure strutture virali
importanti per la replicazione, i virus trattabili con farmaci antivirali sono:
- Virus herpes simplex
- Virus della varicella zooster
- Cytomegalovirus
- HIV
- Virus dell’infulenza A
- Virus respiratorio sinciziale
- Virus dell’epatite A,B e C
- Papillomavirus
- Picornavirus
In base alle fasi di replica virale i potenziali bersagli dei farmaci antivirali sono:
- Assorbimento
- Penetrazione
- Scapsidazione
- Trascrizione
- Sintesi proteica
- Replicazione del DNA polimerasi
- Biosintesi dei nucleotidi
- Recupero dei nucleotidi
- Modificazione delle glicoproteine
- Assemblaggio

BARRIERE:
l’uomo attiva le risposte difensive quando viene in contatto con un agente identificato come
estraneo. Le difese dell’ospite contro le infiammazioni virali vengono svolte da:
barriere anatomiche naturali (cute mucose, ciglia, lacrime, bile)
difese immunitarie aspecifiche innate (febbre, macrofagi, interferone, natural killer)
abbiamo due tipi diversi di risposte
1) RISPOSTA INNATA/ NATURALE: è la prima linea di difesa ed è presente sin dalla nascita è:
Rapida
Immediata
Aspecifica( non è in grado di distinguere i singoli agenti patogeni e dipende dalle barriere
locali anatomiche, dall’infezione e dai meccanismi antimicrobici.)
Non ha memoria(in quanto non ha come bersaglio un unico patogeno ma molecole con
espressione comune a più patogeni.

Qualora i microbi riescano a superare le risposte del primo livello interviene l’immunità
acquisita che attiva una risposta più potente e mirata ma generalmente più lenta
2) RISPOSTA ACQUISITA SPECIFICA: è attuata da linfociti :
indicibile
specifica
ha memoria immunologicamemorizza gli incontri con agenti infettivi così da fornire una
risposta più efficiente e rapida al momento di una riesposizione allo stesso agente.

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