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Storia
Il primo virus fu studiato da Ivanovskij che studiò il virus del
mosaico del tabacco. All'inizio i virus venivano chiamati virus
filtrabili poiché capaci di passare oltre i filtri che trattengono i
batteri. Le prime immagini dei virus sono state ottenute solo in
seguito all'invenzione del microscopio elettronico. Nel 1935
Stanley analizzò di nuovo il virus del tabacco e dimostro che era
costituito principalmente da proteine e RNA.
Dimensioni e struttura
I virus si misurano in nanometri. Sono formati soprattutto
dal capside e dall'acido nucleico all'interno del capside. Il
capside è una struttura costituita da unità più piccole dette
capsomeri, uguali o diversi tra loro. L'acido nucleico può essere
DNA o RNA. Il genoma è molto piccolo e contiene un masso di
cinque o sei geni e può essere lineare, circolare o frammentato.
Altri virus possono avere un'altra struttura
detta pericapside cioè un involucro lipo-proteico simile alla
membrana cellulare. Uno dei virus più studiati è il batteriofago
lambda(virus dei batteri): è formato da una testa contenente il
DNA, e uno stilo che termina con una piastra dotata di fibre
caudali. La piastra serve a far aderire il virus alla parete batterica
che viene poi perforata da un ago contenuto nello stilo. Così il
virus può obiettare il suo DNA nel batterio e infettarlo.
Classificazione
I virus sono specie-specifici cioè possono infettare solo un tipo
di organismi, anche se in seguito a mutazioni può infettarne
anche di altri tipi (influenza aviaria). Inoltre i virus colpiscono
solo determinate cellule (es. L'HIV colpisce solo i linfociti T4). I
virus si dividono in:
• batterici
• Vegetali
• Animali
Ciclo di riproduzione
Una volta infettata la cellula, i virus entrano in un ciclo
riproduttivo detto ciclo litico che comporta la rottura della
cellula ospite (lisi), con conseguente liberazione del virus. Altri
invece possono riprodursi per ciclo lisogeno in cui la
duplicazione del DNA virale si ha senza rottura della cellula.
Ciclo litico
Attacco: il virus riconosce la cellula bersaglio e la attacca.
L'attacco si verifica con il riconoscimento tra le proteine del
capside e le proteine della cellula bersaglio. Essa poi viene
indotta ad inglobare il virus tramite fagocitosi.
Penetrazione: nei batteriofagi il capside rimane fuori ed entra
solo l'acido nucleico. Nei virus animali entra tutta la cellula
virale.
Replicazione: Il virus sfrutta il materiale della cellula ospite per
produrre copie del suo genoma.
Ciclo lisogeno
Qui la duplicazione del DNA avviene senza la distruzione della
cellula ospite. Nel fago lambda il DNA viene inserito nel
cromosoma batterico e viene detto profago, in questa fase i geni
sono inattivi. La cellula ospite duplica il DNA del profago insieme
al proprio e durante la divisione trasferisce il profago alle cellule
figlie.
Retrovirus (es. HIV)
Sono chiamati così perché invertono il flusso di informazioni dal
DNA all'rna poiché possiedono un enzima detto trascrittasi
inversa che stimola la sintesi del DNA virale utilizzando come
stampo l'RNA. Una volta che il virus entra nel citoplasma, la
trascrittasi inversa sintetizza il DNA sfruttando l'RNA. Questo
DNA entra nel nucleo cellulare, integrandosi con il dna
cromosomico della cellula ospite, divenendo così un provirus.
Prevenzione
Ancora non esistono farmaci capaci di estirpare un'infezione
virale perciò la prevenzione è importante. Una valida alternativa
sono i vaccini, essi contengono il virus inattivo che scatena
nell'organismo una difesa immunitaria senza attivare la
malattia.
PAROLE CHIAVE:
L'adenosina Trifosfato: (o ATP) è un ribonucleotide trifosfato
formato da una base azotata, cioè l'adenina, dal ribosio, che è
uno zucchero pentoso, e da tre gruppi fosfato. È uno dei
reagenti necessari per la sintesi del RNA, ma soprattutto è il
collegamento chimico fra catabolismo e anabolismo e ne
costituisce la "corrente energetica". Esso viene idrolizzato ad
ADP (adenosindifosfato), che viene riconvertito in ATP mediante
vari processi.