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Colture continue

Nello studio di popolazioni microbiche si può fare una differenza tra colture a termine (batch colture) e
colture continue.

Coltura batch, prevede un sistema chiuso, la velocità di crescita dipende dal tempo, infatti ci sono differenti
fasi della curva di crescita (fase di latenza, fase esponenziale, fase stazionaria e fase di declino o morte), le
condizioni del terreno di coltura sono differenti in ogni momento, dipendono dai fattori di crescita e dai
prodotti di scarto rilasciati dai microrganismi, il sistema inoltre non può essere automatizzato, ovvero non
c’è un controllo esterno del sistema.

Colture continue

La velocità di crescita dei microrganismi non varia nel tempo, le condizioni ambientali del terreno di coltura
restano costanti in quanto c’è un ricambio frequente, c’è un controllo esterno del sistema, è automatizzato.

Le colture continue sono caratterizzate da un


sistema a flusso continuo in cui viene aggiunto
continuamente nuovo terreno e allo stesso tempo
ne viene rimosso un volume uguale. I terreni
continui permettono lo studio della fisiologia dei
microrganismi, come la composizione cellulare, la
produzione di enzimi, la frequenza di mutazioni, la
regolazione delle cellule microbiche.

Hanno applicazione nel campo industriale, come


per la produzione di proteine microbiche.

Ci sono diversi sistemi per poter fare una coltura


continua, i più usati sono il chemostato ed il
turbidostato. Quando il sistema di coltura continua
raggiunge l’equilibrio avremo la velocità di produzione delle cellule attraverso la crescita uguale alla
velocità con cui cellule microbiche vengono perse attraverso lo scarico.

Si può quindi stabilire la velocità con la quale deve essere aggiunto terreno fresco (costante di diluizione,
Dx). Dx=dx/dt, variazione del numero di batteri in un dato intervallo di tempo.

Nel chemostato il tasso di terreno in entrata è uguale a quello di terreno in uscita, i nutrienti essenziali sono
in quantità limitate.

Il turbidostato regola la portata del mezzo attraverso il recipiente per mantenere una torbidità o densità
cellulare predeterminata. il tasso di diluizione varia, non c’è nessun nutriente limitante, il turbidostato
funziona al meglio a tassi di diluizione elevati. Com’è composto? C’è un sistema di controllo della velocità di
flusso del terreno di coltura in entrata, poi c’è il recipiente con la coltura, un agitatore per rendere
omogeneo il terreno e non permettere la formazione di biofilm, ci sarà un tubo che immette nel terreno
aria sterile e un sovrappiano che permetto l’eliminazione del terreno in uscita. Aumentando la costante di
diluizione diminuirà la densità batterica.

Colture sincrone. Le cellule costituenti una popolazione microbica vengono poste in uno stesso studio di
crescita, lo scopo è quello dello studio degli eventi associati alla crescita e alla divisione della cellula. I
metodi utilizzati sono diversi, come la variazione dei parametri ambientali:

- Variazioni termiche (alternanza di basse o alte temperature)


- Cicli buio luce per organismi fotosintetici
- Germinazione delle spore per organismi sporigeni
- Affamamento, basse concentrazioni di un fattore nutritivo limitante

Ci sono anche metodi di separazione fisica:

- Membrane filtranti
- Centrifugazione in gradiente di densità

Schema chemostato
quando si ha un nutriente
limitante ci sarà un calo
improvviso della biomassa
batterica, anche se la velocità di
diluizione è troppo elevata ci
sarà un calo improvviso della
popolazione che non riesce a
bilanciare la crescita (wash out).
Sebbene la biomassa batterica
risulti costante, ci può essere
comunque una variazione della
velocità di crescita specifica.
Effetto dei nutrienti sulla crescita in chemostato, il rapporto tra la concentrazione di nutrienti, velocità di
crescita e resa cellulare (biomassa batterica) in una coltura continua in chemostato. Solo a basse
concentrazione di nutrienti queste influenzano contemporaneamente sia la velocità di crescita che la
biomassa batterica.

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