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Questi tre fattori citati sono fondamentali per una produzione sostenibile, perché si tratta di
sistemi a zero impatto ambientale.
Per riuscire a risparmiare più risorse possibili il risparmio idrico è l’agente più
importante, siccome solitamente viene usato il 70% d’acqua.
Ad oggi la produttività viene valutata con sistemi di bassa resa, ma con alte risorse.
Sistema NGS —> le prime sperimentazioni in Italia sono state quelle sulle piante di
basilico, menta marocchina, menta dolce e la menta piperita.
Altri tipi di sperimentazione come il floating e in suolo sono stati fatti sulla Perilla
frutescens —> pianta molto utilizzata nelle cucine etniche, difatti abbiamo iniziato a
produrre diverse specie di differenti etnie o importate da altri paesi (soprattutto Olanda).
La Perilla frutescens è usata per la fermentazione, a livello alimentare, medicinale e
farmacologico.
Con questi sistemi ci si può focalizzare su parti di piante con una concentrazione elevata di
metaboliti.
Si parla di micropropagazione perché questo sistema in vitro ha permesso la
propagazione di massa.
Nel diagramma si può notare che da una pianta si possono creare e propagare svariate
cose.
• Coltura di embrioni
• Coltura di meristemi
• Coltura di gemme e nodi
• Coltura di espianti
• Coltura di callo, sospensioni cellulari
• Coltura di cellule isolate
• Coltura di antere e microspore
• Coltura di ovuli e fiori e Isi
• Coltura di protoplasmi
• Coltura di semi di orchidee
La base della coltura in vitro sono stati gli sudi di Von Liebig sugli elementi nutritivi necessari alle piante e nel 1880 si ebbe la prima coltura di
embrioni.
Nel 1934 nasce la coltura di tessuti con la coltivazione in vitro di radici di pomodori ed in seguito nel 1939 si ottenne la formazione e moltiplicazione
di callo in mezzo artificiale.
La propagazione agamica è resa possibile dal fatto che ogni cellula vegetale possiede le informazioni necessarie per la rigenerazione dell’intera
pianta —> la propagazione agamica consiste nel clonare alcune parti di una pianta per dare la vita ad una nuova.
Totipotenza —> ciascuna cellula contiene le informazioni genetiche necessarie per ricostruire ogni parte della pianta e le relative funzioni.
Differenziazione (fondamentale per la coltivazione in vitro) —> è il processo inverso alla totipotenza ed è la capacità delle piante di ritornare alle
condizioni meristematiche e sviluppare un nuovo punto di
accrescimento.
Il materiale vegetale è preso dalla pianta madre (è cruciale la qualità di essa) e permette di ottenere piante:
• Sane e di buon vigore vegetativo, non in fase di dormienza o in procinto di entrarvi.
• Coltivate allo scopo (esenti da funghi, batteri, virus e altri patogeni in buone condizioni fisiologiche).
• Spontanee o da coltivazioni attuate per altri scopi.
Scelta dell’espianto —> ogni parte di pianta avente cellule viventi può essere coltivata in vitro. I migliori risultati si ottengono con cellule
meristematiche o di tessuti giovani, difatti sono le parti più efficienti.
Per poter utilizzare questo sistema in vitro, è necessario che si usi solo materiale sterile.
La messa in coltura dev’essere fatta in ambiente asettico (cappa o camera sterile), effettuando la sterilizzazione di strumenti, superfici di lavoro,
mani e braccia dell’operatore. I prelievi devono essere fatti con bisturi o aghi sterili ed infine ci dev’essere un impianto nel substrato di coltura —>
sono ambienti simili ad una sala operatorio di ospedale.
Nello sviluppo delle colture è necessari alla moltiplicazione —> fondamentale la presenza di una citochinina, per la differenziazione genetica e a
volte anche la presenza di un’auxina, che è uno stimolatore radicale.
Micropropagazione (moltiplicazione delle piante) —> è la produzione di piante a partire da piccole parti di tessuto o singole cellule allevate in
condizioni asettiche e in un ambiente controllato.
Esempi:
• Propagazione massale
• Risanamento da virosi, ossia un virus che penetra nei tessuti e l’unica soluzione sarà quella di far crescere le uniche parti di pianta non virosate e
propagare quelle —> si creerà un sistema completamente diverso da quello in cui la pianta si troverà in futuro.
Adattamento alla coltivazione —> la pianta passa da uno stato eterotrofico (prima fase) ad uno stato autotrofico (ultima fase) e ci sarà la formazione
di nuove foglie.
Acclimatazione —> fase di passaggio dove avremo un’elevata umidità del substrato
e dell’ambiente, cos’ da evitare la contaminazione da parte di patogeni e favorire
l’accrescimento.
Un importante aspetto da tenere in considerazione è che l’estrazione di metaboliti secondari dalla pianta comporta generalmente la distruzione della
pianta stessa e questo può essere un problema se:
• La pianta è rara (difficile da reperire o protetta)
• Di difficile coltivazione
• A crescita lenta (piante legnose)