Sei sulla pagina 1di 5

GESTIONE DELLA FERTILIZZAZIONE 27.

04

DISTRIBUZIONE SN:

 Continuo
 Intermittente

• Dipende dal sistema colturale fuori suolo utilizzato (tampone o meno).

• La fornitura intermittente, oltre a permettere risparmi energetici, consente una maggiore ossigenazione dell’apparato radicale.

• L’ossigenazione può essere ottenuta alternativamente nei sistemi statici attraverso aerazione forzata della SN attraverso l’uso di compressori o
pompe ad aria.

 Subirrigazione
 Irrigatori a goccia o micro‐irrigatori (al colletto)
 Nebulizzazione (alle foglie)
 Aspersione (alle foglie)

SUBIRRIGAZIONE:

La subirrigazione può essere utilizzata sia negli SCFS che non prevedono l’utilizzo di substrato sia nei sistemi con substrato che sfruttano la capillarità
per rifornire l’apparato radicale di acqua e nutrienti.
Come se mettessimo un tappetino umido sotto il vaso e le radici assorbono.

FORNITURA LOCALIZZATA:
Permette di ottenere produzioni qualitativamente migliori rispetto agli altri sistemi di somministrazione  della
SN, di ridurre i consumi di acqua e di elementi nutritivi compensando i maggiori investimenti iniziali.
L’irrigazione a goccia può essere implementata utilizzando gocciolatoi
singoli o multipli in funzione della portata degli stessi.
È molto utilizzato per gli ortaggi.

NEBULIZZAZIONE:

 utilizzata per i sistemi aero ponici che consiste nella somministrazione della SN sotto forma di micro‐
particelle direttamente sull’apparato radicale
 elevata innovazione che necessita precise calibrazioni al fine di fornire i corretti apporti all’apparato
radicale
 solitamente abbinata a sistemi a ciclo chiuso

ASPERSIONE:

 effettuata soprachioma nelle fasi di vivaio, in particolari fasi del ciclo colturale o in condizioni di elevata temperatura e ridotta umidità
 la fertirrigazione per aspersione direttamente sulle foglie è adottata in modo straordinario in caso di carenza momentanee di uno o più
elementi, soprattutto di microelementi
 Molto usata nei vivai

Complesso di sostanze normalmente inserite nei substrati:

CICLO APERTO: la SN non viene recuperata.


Le piante sono nutrite con una SN appositamente preparata senza recuperare il drenato che fuoriesce dal sistema e viene disperso nell’ambiente.

o Soluzione sempre di nuova preparazione e composizione costante
o I controlli possono essere limitati al ph e alla salinità
o Distribuzione effettuata con gocciolatoi (1‐2 per pianta) con portata di 1‐4 l/h.
o Interventi frequenti e di breve durata regolazione dell’irrigazione funzione di:
- specie,
- fase fenologica,
- ritenzione idrica del substrato,
- condizioni ambientali
o La gestione dell’irrigazione può avvenire con temporizzatore:
- in funzione di parametri ambientali
- sulla base del grado di umidità del substrato con misura tensiometrica, ecc.
o I volumi di soluzione nutritiva richiesti sono elevati e superiori ai fabbisogni della pianta
o Smaltimento delle soluzioni drenate impatto negativo sull'ambiente

CICLO CHIUSO: la SN viene recuperata e reimmessa in circolo.


Il drenato a valle dei moduli di coltivazione degli SCFS è recuperato in apposite vasche di raccolta e reimmesso nel sistema.
Dopo un po’ di tempo bisogna ripulire la soluzione, in questo caso o si apre il tappo o viene diluita con tanta acqua.

• Riutilizzo della soluzione
•Recircolo della soluzione drenata può determinare un PROGRESSIVO AUMENTO della SALINITÀ totale con-
alterazione del contenuto e del rapporto tra gli elementi nutritivi, 
- accumulo di elementi non nutritivi

Se gli squilibri ionici nella soluzione diventato incontrollabili si ricorre a:
‐ Ciclo semi chiuso, con introduzione di acqua 
‐ Ciclo chiuso discontinuo, con soluzione nuova ed a composizione costante.

•è possibile apportare alla coltura volumi irrigui anche molto più elevati del fabbisogno, senza 
incrementare la quantità di soluzione da scaricare nell'ambiente

• Riduzione, rispetto al ciclo aperto, consumi 

• Minor impatto ambientale

DISINFEZIONE DELLA SOLUZIONE

 Filtrazione per mezzo di sabbia, lana di roccia o membrane con setti di dimensione compresa tra 0,01 e 10 µm.
 Trattamento termico con scambiatori di calore a piastre a almeno 95 °C per 30 secondi.
 Esposizione a raggi UV nell’intervallo di 200‐315 nm in condizioni di buio su drenato e SN solitamente filtrata (sistema maggiormente
utilizzato in quanto efficace contro funghi, batteri e virus sebbene l’esposizione della SN alla radiazione UV provochi la precipitazione del
ferro e la necessità di una sua successiva reintroduzione)
 Trattamenti chimici con cloro, ozono, perossido di idrogeno o iodio; ultrasuoni.

SISTEMA SEMI CHIUSO: la SN viene aggiunta di acqua.


Immissione di acqua di pozzo o piovana per diluire accumulo di Sali.
Questo è il sistema più utilizzato.

Confronto fra coltura fuori suolo a ciclo chiuso e aciclo aperto per il pomodoro coltivato su lana di roccia:

Parametri fisici, chimici e microbiologici da monitorare nelle acque per la fertirrigazione:


FORMULAZIONE DELLA SOLUZIONE NUTRITIVA:

Criteri:

• caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche dell’acqua di irrigazione; 
• specie ed esigenze colturali; 
• caratteristiche degli impianti di irrigazione, di miscelazione e di distribuzione della SN; 
• substrati di coltivazione utilizzati; 
• assorbimento dei nutrienti da parte delle piante nelle varie fasi fenologiche; 
• fattori climatici e epoca colturale; 
• lisciviazione.

BICARBONATI

• rendono il pH sub‐alcalino riducendo la solubilità e l’assimilabilità degli altri elementi;
•In condizioni di intensa evaporazione si possono formare depositi di bicarbonato di calcio e di magnesio 
che inducono un aumento della disponibilità di sodio; 
•possono portare alla formazione di aloni biancastri sulle superficie dei tessuti dei prodotti orticoli con 
danni di intensità variabile in relazione alla coltura.

Può presentarsi la necessità di neutralizzare i bicarbonati presenti nella SN utilizzando acido nitrico, fosforico o solforico.

CORREZIONE pH

I principali acidi minerali usati per la correzione del pHdel drenato e della soluzione nutritiva sono: 

 acido nitrico (HNO3): presente in formulazioni a diversa concentrazione (solitamente 65‐67%); apporta nitrati alla SN;
 acido fosforico (H3PO4): presente in formulazioni a diversa concentrazione (solitamente 85%); 
apporta fosfati alla SN;
 acido solforico (H2SO4): presente in formulazioni a diversa concentrazione (solitamente 95%); 
apporta solfati alla SN; non molto utilizzato.

SALINITA’

 La maggior parte delle colture necessita di SN con concentrazioni comprese tra 1,5 dS m‐1 e 3,0 dS m‐1


 Il pomodoro necessita di concentrazioni maggiori
 La salinità influenza direttamente la nutrizione delle piante in quanto possono insorgere condizioni di tossicità e di antagonismo tra sodio
, calcio e magnesio
 La shelf‐life di alcuni frutti come pomodoro o cetriolo può migliorare se coltivati in condizioni di elevata salinità (motivo per cui i
pomodori della Sicilia sono più buoni)
 una bassa salinità peggiora la qualità organolettica nel pomodoro e diminuisce il contenuto di 
composti fitochimici come la vitamina C e altri antiossidanti 

Il mercato è cambiato moltissimo rispetto al passato, ora ha il ruolo di “richiedente” e quindi si


produce per esso.
Difatti siamo molto più orientati a capire la domanda ed a produrre in base ad essa.

Con l’evoluzione del mercato ci sono state svariate richieste come:


• Caratteristiche del prodotto
• Programmazione delle produzioni
• Costanza di forniture
• Caratteristiche tecnologiche
• Rispondenze igienico-sanitario —> fattore imprescindibile per l’uomo di oggi, siccome si
hanno delle prospettive di longevità molto più alte.
Altro argomento principale è la qualità dei prodotti, difatti esistono dei principali fattori pre-raccolta che influenzano la qualità delle produzioni come:
• Fattori genetici
• Condizioni climatiche
• Condizioni del suolo
• Sistema colturale
• Pratiche agricole
• Sistema di raccolta
Difatti si ha la creazione di sistemi più complessi e standardizzati.

I sistemi colturali fuori suolo —> sono sistemi produttivi ampiamente utilizzati in coltura.

Vantaggi dei sistemi fuori suolo:


1. Produzioni tutto l’anno
2. Precocità delle produzioni
3. Controllo della nutrizione
4. Controllo qualitativo metaboliti
5. Assenza di malattia telluriche

Svantaggi dei sistemi tradizionali:


1. Lavorazioni del suolo
2. Lotta contro infestanti e insetti
3. Difficile controllo della nutrizione
4. Malattie telluriche
5. Problemi ambientali in alcune aree

I sistemi colturali fuori suolo possono essere in pieno campo o in coltura protetta.
Pieno campo —> può essere una coltivazione in substrato solido o liquido.
Coltura protetta —> è una semplice serra o un laboratorio.

La coltura in substrato può avere diverse condotte che portano a diverse vie —> meno soluzione nitrica,
riscaldamento e CO2.
La coltura a pieno campo porta ad un’altra traspirazione, che può provocare rischio salinità.

NFT = canalette con la soluzione


La soluzione nutritiva ha bisogno di concimi idrosolubili, che hanno costi maggiori rispetto ai granuli.
Sul substrato se si usano i granuli non c’è bisogno degli idrosolubili, ma bastano i granulari a lenta cessione, se invece si usano le soluzioni nutritive
c’è bisogno degli idrosolubili.

Effetti fertilizzazione negli SCFS:
Controllo totale della somministrazione nutritiva alle piante, quindi ho:
- Materia prima standardizzata alla raccolta
- Miglioramento contenuti nutrizionali
- Riduzione fattori antinutrizionali

Quando si parla di subrati bisogna anche tenere in considerazione che questi possono essere
di diversi tipi:

 Torba: sostanza organica, resti di radici e piante


 Vermiculite: naturale
 Argilla espansa
 Zeolite
 Polistirolo: inorganico di sintesi
 Perlite
 Lana di roccia idrofoba
 Lana di roccia idrofila
 Fibra di cocco: residuo delle colture del cocco

Un substrato deve essere chimicamente stabile ed evitare il rilascio di elementi
che possono causare variazioni della salinità della SN, creare problemi agli impianti di filtraggio e sanificazione, indurre indesiderate
precipitazioni degli elementi minerali e fitotossicità.

Substrati poveri o chimicamente inerti: si riduce imprecisione negli apporti nutrizionali alle colture ‐> Apporti esclusivamente o quasi dalla SN

I SISTEMI FUORI SUOLO SU MEZZO LIQUIDO:

 NFT (nutrient Film technique)

 Serie di canalette all’interno delle quali scorre una soluzione nutritiva circolante
 Basato sul principio dello strato sottile di liquido
 Flusso generalmente continuo della soluzione circolante

Le radici pescano la soluzione nutritiva e per capillarità si distribuisce nel sistema della pianta. Poi c’è il ricircolo, quella residua che esce
è frutto di interazione con gli apparati radicali, ci sono scambi chimici, serve quindi o una condizione attiva oppure un trasporto di tipo
passivo. La soluzione che esce è quindi priva dei nutrienti e ricca delle sostanze non nutritive rilasciate dalle radici (essudati, acidi
organici…)
Non c’è bisogno di fare controlli di piante infestanti.

 MGS (Mobile Gully System)

Come NFT però canaline movibili, quindi alta efficienza degli spazi.
Inizialmente le canalette sono vicinissime, pian piano che la pianta cresce le canalette si distanziano attraverso comandi computerizzati.
Grande investimento, grande resa.

 FGS (Floating Growing System)

- Galleggiamento continuo (FL)


- Flusso e Riflusso (EF)

I supporti galleggiano continuamente su una soluzione nutritiva (NS) o i supporti galleggiano su una soluzione nutritiva o su acqua durante i periodi
di interruzione di fertilizzazione.

Potrebbero piacerti anche