coltivazione
di cereali minori secondo
il metodo biologico
nella Provincia di Milano
indice
Introduzione
pag.
Orzo
Farro
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Segale
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Grano Saraceno
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Bibliografia
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er cereali minori si intende quel gruppo di colture che ha subito, nel corso degli anni, una
diffusione sempre pi ridotta a causa di diversi
fattori, primo fra tutti la minor produttivit rispetto al
frumento, dovuta alle caratteristiche morfofenologiche quali lelevata altezza del culmo e la tardivit del
ciclo biologico. Questultima peculiarit che spesso
caratterizza queste specie incide in maniera significativa sulladattabilit ambientale, aumentando la probabilit di andare incontro a periodi siccitosi nella fase di maturazione. Alla
minor produttivit fanno seguito relativi minori guadagni.
Un ulteriore motivo che ha portato al progressivo abbandono di questi cereali stata una standardizzazione dei consumi e quindi una minor richiesta
sul mercato. Recentemente tuttavia si assiste ad uninversione di tendenza: il consumatore sempre pi attento al benessere, alla salute e alla
riscoperta del gusto, mette nella borsa della spesa il farro e il pane di segale,
cerca su internet le ricette per cucinare lorzo e riscopre il gusto antico del
grano saraceno. Cerca inoltre sulletichetta il marchio del biologico per assicurarsi un alimento senza residui chimici di sintesi e rispettoso dellambiente.
In effetti la coltivazione dei cereali minori ben si sposa con questo metodo
di coltivazione. Lagricoltore biologico non persegue lobiettivo delle massime
rese, ma ricerca colture rustiche, con grandi capacit di adattamento che
permettano, in rotazione, di avere un elevato grado di biodiversit in campagna. I cereali minori sono colture che offrono la possibilit di limitare
i costi di produzione, infatti si chiamano colture low input, ovvero sono
caratterizzate da una limitata richiesta di mezzi tecnici e permettono inoltre
di sfruttare le aree marginali del nostro territorio, difficilmente coltivabili.
rotazioni
COLTURE SARCHIATE
ORTICOLE
SoveScio
SoStanza organica
DIFFICOLT
Rusticit
Bassa resa
Dal punto di vista dei costi, lacquisto della semente rappresenta il 25%
dei costi totali. Si pu ovviare a tale spesa con lautoproduzione, posto
ovviamente che non si siano scelte variet ibride. Come si gi ricordato, i
cereali minori non necessitano di particolari interventi colturali, quindi i costi
di coltivazione sono piuttosto ridotti ed incidono per il 40%, mentre
quelli per lessiccazione, la conservazione e la trasformazione ricoprono il 35% dei costi totali.
orzo
caratterIStIche BotanIche
orIgIne e dIFFuSIone
Lorzo una pianta conosciuta dalluomo fin da epoche remotissime. Unantica specie distica a rachide fragile era gi coltivata in Medio Oriente nel VII
millennio a.C., mentre lorzo nudo era diffuso in Cina.
Questa coltura possiede un areale di diffusione ampissimo e pu essere inserita in tutte le tipologie aziendali. Questo porta allespansione
della coltivazione di questo cereale minore anche in zone marginali o poco
favorevoli, dove consente di avere rese maggiori e pi costanti rispetto al
frumento.
eSIgenze pedoclImatIche
FenoFaSi
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cIclo BIologIco
Scelta varIetale
nelle zone a sud della provincia di Milano si visto che la coltivazione di cultivar primaverili danno rese piuttosto ridotte in quanto con
lavvento dei primi caldi (met/fine maggio) la fase di maturazione si velocizza e subisce una rapida conclusione. La scelta invece di variet autunno
vernine d migliori risultati.
nelle zone dove non sono frequenti basse temperature invernali si
possono impiegare cultivar primaverili in semina invernale in modo
che, disponendo di un periodo vegetativo pi lungo, possano avere uno
sviluppo pi vigoroso e produrre di pi. Esistono per cultivar non alternative
che, se non vengono sottoposte ad un periodo di freddo sufficientemente
lungo, producono solo culmi e foglie, senza spigare.
La ricerca varietale sta ottenendo buoni risultati e non ci sono difficolt a
reperire sementi biologiche.
rotazIonI e avvIcendamentI
Lorzo solitamente segue colture da rinnovo o miglioratrici. Tuttavia la successione a leguminose, soprattutto se poliennali (es. erba medica, trifoglio
bianco o trifoglio violetto), pu portare a dei problemi dovuti ad un eccesso
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lavorazIonI
In accordo con i principi dellagricoltura biologica, le lavorazioni devono essere ridotte sia per quel riguarda lintensit, sia per il numero
di passaggi. Questo non solo in unottica di sostenibilit e di riduzione delle
emissioni di CO2, ma anche per salvaguardare la struttura del terreno evitandone la compattazione e per contenere i costi di produzione.
Lorzo pu essere seminato in autunno o in primavera.
Per quel che riguarda la semina autunnale, bisogna accertarsi che
la cultivar scelta sia resistente alle basse temperature. Avviene solitamente tra la prima e la seconda decade di ottobre, circa 10 giorni prima
rispetto al frumento, proprio per la maggiore sensibilit al freddo dellorzo.
Non conviene anticipare ulteriormente perch si corre il rischio di attacchi
di afidi con conseguente diffusione di virosi, mentre una semina posticipata
espone le piantine emergenti a temperature eccessivamente rigide.
La semina primaverile va effettuata appena possibile: un eccessivo ritardo pu determinare la produzione di granella piccola e striminzita a causa
delle alte temperature nella fase di maturazione.
La semina autunnale permette rese migliori in quanto si sfruttano meglio
le precipitazioni e la pianta ha un periodo pi lungo a disposizione per ingranare. La semina primaverile viene eseguita solamente se per particolari
ragioni non si riusciti ad effettuare quella autunnale.
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Limpianto avviene solitamente a file strette (18/20 cm). La densit di semina va valutata con molta attenzione. La scelta di aumentarla porta ad
una maggiore competizione, accorcia il ciclo colturale, determina una diminuzione dellaccestimento e del numero di cariossidi per spiga. Aumentano
i problemi di allettamento perch i culmi crescono pi alti e sottili, ma si
facilita la gestione delle erbe infestanti.
Unelevata densit di semina pu essere utile nel caso dellorzo da birra,
poich permette di ottenere cariossidi pi uniformi, con un tenore proteico
contenuto. Luniformit della dimensione delle cariossidi una caratteristica
positiva per limpiego maltario perch permette di avere una germinazione
contemporanea, mentre un elevato contenuto dazoto nella granella rende
torbida la birra.
In relazione ai quantitativi di semente da utilizzare, mediamente si consigliano 300-350 semi germinabili/mq che consentono di raccogliere circa 500
culmi/mq. Considerando che gli orzi distici hanno un peso pi elevato, si
impiegano circa 220-230 kg/ha nel caso di cultivar distiche nude per arrivare a 300 kg/ha nel caso di quelle distiche da birra, mentre per le cultivar
polistiche sono sufficienti 160-180 kg/ha di semente. In particolari annate
siccitose le variet alternative richiedono almeno un intervento di
irrigazione da effettuarsi prima della levata.
La scelta corretta delle colture in precessione solitamente non porta alla necessit di intervenire per controllare le
erbe infestanti. Lelevata capacit di
accestimento e la velocit di crescita nella fase di levata consentono
allorzo di ricoprire il terreno in breve
tempo, contenendo lo sviluppo delle
malerbe.
Nella maggior parte dei casi non necessario n intervenire con false semine
in fase di presemina, n praticare strigliature in post emergenza.
traSFormazIone
Le lavorazioni post raccolta da effettuarsi sulla granella possono essere: la svestitura, che asporta per azione meccanica glume e glumelle; la
decorticatura, che consiste nella eliminazione della parte corticale attraverso uno sfregamento tramite delle mole decorticanti che asportano in quantit pi o meno elevata la parte superficiale della cariosside e viene effettuata
sui chicchi destinati allalimentazione e alla torrefazione; la perlatura, con la
quale vengono eliminati attraverso vari passaggi le pule, il pericarpo e lem-
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brione, il chicco viene cio privato di gran parte del tegumento seminale e
dello strato aleuronico (pule, pericarpo ed embrione) assumendo una forma
ovale o arrotondata e pu assorbire pi velocemente lacqua velocizzando
cos il processo di cottura; la pulitura con la quale vengono tolte tutte le
impurit e i corpi estranei presenti nel prodotto; la calibratura, effettuata
quando viene richiesto da parte degli utilizzatori un alto standard di qualit
e precisamente quando il prodotto deve presentare uniformit nelle dimensioni del chicco.
Il malto si ottiene dalla macinazione delle cariossidi indotte alla germinazione. Quando la radichetta raggiunge la lunghezza di 2-3cm il processo germinativo viene bruscamente interrotto e si procede con un rapido essiccamento, tostatura e molitura, previa separazione delle piumette e delle radichette.
caratterIStIche nutrIzIonalI
utIlIzzo
Lorzo viene utilizzato sotto forma di chicco nella preparazione di minestre o insalate, in sostituzione del riso. Il suo utilizzo in cucina ormai
piuttosto diffuso, tanto che spesso viene proposto anche nella ristorazione
collettiva. Pu essere trasformato in fiocchi ed essere utilizzato per la
prima colazione o per la preparazione di minestre.
Lorzo impiegato nella produzione di malto utilizzato nella produzione
di birra e di whisky e anche nellalimentazione umana. Il malto infatti, avendo subito un processo di degradazione delle macromolecole durante lavvio
della germinazione, un prodotto dietetico, molto digeribile e facilmente
assimilabile, che pu sostituire lo zucchero. Lorzo pu essere tostato e
utilizzato per preparare un surrogato del caff o bevande alternati-
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16
FArro
caratterIStIche BotanIche
on il termine generico farro si fa riferimento a tre diverse specie del genere Triticum: il farro piccolo (Triticum monococcum L.) diploide, il farro medio genericamente chiamato
farro (Triticum dicoccum L.) tetraploide, e il farro grande
(Triticum spelta L.) esaploide. Come lorzo, anche il farro si differenzia dal
frumento poich possiede la cariosside vestita,, ossia che rimane avvolavvol
ta dalle glume e dalle glumelle anche dopo la trebbiatura. Tale caratteristica
comporta successive lavorazioni
di svestitura e/o decorticazione
TriTicum monococcum
per eliminare gli involucri esterfarro piccolo, ha culmo sottile e debole, spiga
ni. Inoltre il farro presenta una
distica, aristata, compressa lateralmente. Le
certa fragilit del rachide
spighette hanno glume consistenti, aristate,
che, nella fase di trebbiatura, si
che racchiudono una, molto raramente due, cariossidi
schiacciate lateralmente, a frattura semivitrea.
disarticola facilmente liberando
La spiga esce tardivamente dallo stadio di botticella
spighette intere.
orIgIne e dIFFuSIone
Il monococco la specie di
farro pi antica: la sua origine
si colloca intorno al VII-VI millennio a.C. e si localizza nelle
aree montuose dellodierna
Turchia. Il nome latino si riferisce al fatto che solitamente
17
eSIgenze pedoclImatIche
Tutte e tre queste differenti specie di farro hanno una grande capacit
di adattamento in quanto sono rustiche, hanno modeste esigenze in fatto
di fertilit dei terreni e sono resistenti al freddo.
I rivestimenti che avvolgono la cariosside svolgono unazione protettiva nei
confronti di avversit biotiche e abiotiche (come sbalzi di umidit); tuttavia
bisogna ricordare che il farro presenta un ciclo biologico tardivo
rispetto a quello del frumento e quindi un clima eccessivamente caldo e secco,
durante le fasi finali di maturazione, pu influire negativamente sulle rese.
Scelta varIetale
Negli ultimi anni sono stati compiuti numerosi progressi nellambito della
selezione genetica delle cultivar di farro. Oltre a migliorare la produttivit e a
ridurre i problemi di allettamento e fragilit del rachide, si sta lavorando per
ottenere linee di farro nudo o facilmente decorticabile.
Ancora oggi la pratica di autoproduzione della semente molto diffusa tra gli
agricoltori. Questo rende possibile un buon risparmio sui costi di produzione,
considerando che questa voce di spesa pu incidere in maniera significativa.
rotazIonI e avvIcendamentI
18
lavorazIonI
19
geStIone
delle avverSIt
Solitamente il farro non presenta
patologie che necessitino interventi particolari. Pu essere soggetto ad attacchi di oidio, di ruggine bruna o di afidi, che possono
essere evitati adottando a monte
corrette scelte tecnico-agronomiche.
2. Lavorazioni superficiali
3. Preparazione finale del letto di semina con
erpice a denti fissi o elastici
4. Preparazione del terreno immediatamente
prima della semina
5. Corretta scelta dellepoca di semina
6. Densit di semina che permetta di avere
una buona copertura del terreno.
7. Controllo delle infestanti con erpici strigliatori
8. Utilizzo di variet idonee
traSFormazIone
20
reSe
Generalmente le rese sono di 2,5 4 t/ha per il farro dicocco e di 3 4,5 t/ha
per lo spelta, ulteriormente ridotte dal processo di decorticazione. Un discorso
a parte va fatto per il monococco, le cui rese si aggirano intorno ai 1,5-2 t/
ha, considerato che con leliminazione della crusca si perde circa il 40% della
produzione. a fronte di questo potenziale produttivo particolarmente
modesto deve essere posta in evidenza lelevata qualit del prodotto,
che rappresenta il valore aggiunto di questa specie. Per approfondire
questo aspetto, pu essere utile fare riferimento a una ricerca svolta dal
Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (C.R.A.) in
collaborazione con lUniversit Statale di Milano denominata MonICA e
pubblicata da Regione Lombardia nel Quaderno di Ricerca n. 95.
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caratterIStIche nutrIzIonalI
utIlIzzo
Il farro pu essere consumato sotto forma di chicchi perlati o
decorticati che, rispetto al chicco integrale, sono pi digeribili e cuociono
pi velocemente. Inoltre, sono adatti alla preparazione di zuppe e insalate
fredde. La farina invece viene utilizzata per la produzione di pasta,
cous cous, pane, biscotti e altri prodotti da forno.
Tuttavia opportuno ricordare che la farina non si presta bene alla
panificazione diretta, mentre si adatta perfettamente alla panificazione in
miscela con frumento tenero.
Il farro pu essere anche fioccato o soffiato: in questo modo ideale
per la preparazione di muesli e gallette; pu essere utilizzato per la
produzione di bevande alternative (latte di farro).
Il farro, in particolare il monococco, pu essere impiegato anche nella preparazione di birre artigianali.
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segAle
caratterIStIche BotanIche
a segale presenta dei caratteri botanici simili a quelli del frumento. Da questo si distingue perch la piantina ha la ligula sprovvista delle appendici falciformi abbraccianti il culmo, comuni al
frumento e allorzo, e inoltre la ligula stessa corta, dentata a
denti brevi e triangolari. Le foglie sono di colore verde glauco, a lamina corta
e pi stretta del frumento. Il culmo formato di vari internodi, pi lungo
(100 150 cm) rispetto a quello degli altri cereali, ma anche pi spesso,
flessibile ed elastico. La spiga terminale, aristata, in genere lunga e sottile
e porta ad ogni dente del rachide una spighetta di norma trifora, ma con il
terzo fiore sterile, per cui si hanno due cariossidi per spighetta. Queste hanno
forma appuntita allestremit portante lembrione, pelosa e troncata allaltra
estremit. Sono pi allungate e pi strette rispetto a quelle del frumento, di
colore bruno-verde fino al grigio-giallo.
La segale una pianta allogama, a impollinazione anemofila, nella
quale un sistema di autoincompatibilit rende obbligatoria la fecondazione incrociata.
orIgIne e dIFFuSIone
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eSIgenze pedoclImatIche
Scelta varIetale
Le variet coltivate si possono distinguere in base al colore della cariosside (bianca, verdognola, grigia o nera), a seconda dello sviluppo delle reste e dellepoca di semina (autunnale o primaverile, sebbene questultima
sia poco diffusa). Tutte presentano difetti pi o meno marcati: una scarsa
resistenza allallettamento, una certa precocit di fioritura che pu portare a
turbe della fecondazione, una certa suscettibilit alle malattie crittogamiche.
Negli ultimi anni, la ricerca genetica ha dato vita ad alcuni ibridi che hanno
una buona produttivit. Tuttavia le cultivar iscritte al Registro nazionale
delle sementi risultano essere ancora poche, soprattutto se si escludono quelle destinate alla zootecnia.
rotazIonI e avvIcendamentI
Solitamente non necessario fornire alcun apporto nutritivo poich la pianta, poco esigente, in grado di sfruttare al meglio la fertilit residua del
terreno. Questo contribuisce a mantenere bassi i costi di produzione.
In particolari situazioni utile intervenire con un fertilizzante, purch ammesso dal disciplinare, che abbia un buon titolo in potassio e in azoto,
essendo la segale una pianta potassofila che risponde molto bene anche
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alla concimazione azotata. Questultima tuttavia devessere effettuata tenendo conto della suscettibilit allallettamento della coltura.
lavorazIonI
La semina, fatta a file strette, viene effettuata con una quantit di seme di
poco superiore al frumento (160-180 kg/ha) a causa dello scarso potere di
accestimento rispetto agli altri cereali. L'epoca di semina precede di poco
quella del frumento. Per la preparazione del terreno si adottano i criteri gi
descritti in precedenza.
Come appena ricordato, la segale ha una capacit di accestimento leggermente inferiore a quella degli altri cereali minori, tuttavia la rapidit
di crescita iniziale le conferisce un elevato potere competitivo nei confronti delle malerbe. Non sono quindi necessari particolari interventi per il
controllo delle erbe infestanti, se non una moderata anticipazione dellepoca di
semina, un leggero aumento della densit di semina e un'eventuale strigliatura
in post emergenza. bene ricordare che la segale considerata una specie
blandamente allopatica, cio in grado di secernere degli essudati radicali
in grado di inibire la germinazione dei semi di piccole infestanti. La segale
spesso soggetta a perdita di seme. Questa caratteristica potrebbe trasformarla a sua volta in uninfestante della coltura che segue in successione.
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traSFormazIone
caratterIStIche nutrIzIonalI
La composizione di 100 g di granella di 10,95 g di acqua, 69,76 g di carboidrati, 2,5 g di grassi, 14,76 g di proteine e 14,6 g di fibre. Contiene pi
proteine del frumento e possiede un'elevata percentuale di fibre solubili.
Possiede buoni quantitativi di fosforo, potassio, calcio e ferro ed ben dotata di minerali e vitamine, soprattutto vitamina E, K e vitamine del gruppo B.
Contiene glutine e non quindi adatta a chi soffre di celiachia. La segale
possiede propriet antisclerotiche, energetiche, depurative e ricostituenti; inoltre il suo grande contenuto di fibre la rende perfetta per chi soffre
di stipsi e per chi segue un regime alimentare ipocalorico.
utIlIzzo
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caratterIStIche BotanIche
orIgIne e dIFFuSIone
grAno sArAceno
l grano saraceno non appartiene alla famiglia delle graminacee ma a quelle delle poligonacee. Viene tuttavia considerato un
cereale in quanto presenta forti analogie con le specie appartenenti
a questo gruppo, sia per le caratteristiche qualitative e tecnologiche
della granella, sia per le tecniche colturali.
E una pianta erbacea con radice fittonante poco sviluppata, fusto cilindrico,
glabro, eretto, cavo, di colore rosso o verdognolo, alto da 60 a 120 cm.
Le foglie sono alterne, lanceolate, provviste alla base di una formazione
stipolare caratteristica, detta ocrea. Linfiorescenza ascellare o terminale
costituita da racemi corimbiformi, ermafroditi, senza petali, con cinque
sepali bianco-rosei o verdastri. I fiori presentano una eterostilia dimorfa:
si possono riscontrare, infatti, fiori con lunghi pistilli e corti stami e fiori
con corti pistilli e lunghi stami. Limpollinazione, incrociata, pu essere sia
anemofila sia entomofila. Non tutti i fiori danno origine ai semi. Il frutto un
achenio di forma triangolare, al cui centro posto lembrione. Il peso di 1.000
semi e pari circa a 20 g. Il ciclo vegetativo breve (da 60 a 100 giorni
a seconda delle cultivar).
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eSIgenze pedoclImatIche
Si adatta a terreni acidi, sciolti e poveri, mentre sensibile alla siccit,
al caldo, e alle basse temperature. La sensibilit aumenta soprattutto
nella fase di fioritura, durante la quale la carenza idrica accompagnata
da temperature superiori a 30C portano al disseccamento dei fiori e
degli acheni con conseguente riduzione della produzione. La temperatura
ottimale nella fase di fioritura di circa 20C. Poich la crescita della
pianta risulta rallentata in caso di alta temperatura e mancanza di
umidit nel terreno, pu essere utile intervenire con unirrigazione di
soccorso. Il questo caso la coltura riprende a crescere, ma la maturazione
subisce un certo ritardo. ci in contrasto con quello che avviene negli
altri cereali, in cui le medesime condizioni ambientali portano ad una
maturazione accelerata. Per un rapido sviluppo della coltura quindi sono
necessarie: buone condizioni di luminosit, una temperatura mite e costante
e un buon livello di umidit poich lapparato radicale piuttosto superficiale.
Scelta varIetale
rotazIonI e avvIcendamentI
Il grano saraceno una coltura intercalare estiva autunnale: pu
seguire coltivazioni raccolte prima della met di luglio e permette, a
raccolto avvenuto, di seminare il cereale vernino. Nelle zone dove non
esiste la possibilit o linteresse ad effettuare una doppia coltura si potrebbe
effettuare la semina in maggio puntando su variet a ciclo pi lungo (fino a
120 gg), che consentono di ottenere una maggiore produzione.
lavorazIonI
Il letto di semina viene preparato prestando attenzione a conservare lumidit del terreno e a svolgere unazione di controllo delle malerbe. Il periodo
28
traSFormazIone
Essendo la maturazione scalare, alla raccolta gli acheni non presentano un
grado di umidit uniforme. quindi necessario lutilizzo dellessiccatore
per portare questo paramento a valori di 14-12%, senza superare la temperatura
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caratterIStIche nutrIzIonalI
Il grano saraceno molto importante per le caratteristiche nutrizionali.
Contiene infatti allinterno del chicco le proteine di pi alto valore biologico
presenti nel regno vegetale: 14,1% contro 9,2% del frumento tenero e
8,5% della farina di mais. La lisina, amminoacido essenziale, presente in
percentuali elevate, superiori a quelle delluovo e di tutti gli altri cereali, con
valori variabili fra il 4 e il 20% a seconda delle cultivar e delle condizioni
ambientali. Risulta invece povero di acido glutammico e di prolina. Il grano
saraceno inoltre privo di glutine, quindi adatto alla dieta dei soggetti
celiaci. Infine la farina di grano saraceno ricca di fibra e di sali minerali.
utIlIzzo
viene utilizzata la farina per la preparazione dei pizzoccheri, tipica
specialit valtellinese. Miscelata a frumento o mais viene usata per pani,
biscotti, focacce, frittelle e polenta. La farina possiede un colore scuro
dovuto alla presenza di frammenti di pericarpo. Possono essere adoperati i
chicchi decorticati in zuppe o insalate, i germogli che insaporiscono le insalate
e i fiocchi ottenuti dallo schiacciamento degli acheni per preparazioni dolci
o salate.
Un eccessivo consumo di grano saraceno determina un esantema della
pelle nelle zone pi esposte al sole (fagopirismo). Fino alla prima met del
Novecento questa pianta veniva coltivata anche per uso farmacologico: da
essa si estraeva la rutina, un flavone glucosidico utilizzato nel trattamento di
disturbi dovuti alla fragilit delle vene.
Visto il richiamo esercitato verso gli insetti entomofili ed in special modo le api,
la coltivazione del grano saraceno si
sposa bene con lattivit apistica:
la presenza di almeno 2 alveari/ha
garantisce una buona impollinazione
dei fiori e permette di associare alla
coltivazione la produzione di miele.
Questo ha un colore rossiccio scuro,
profumo intenso, gusto caramellato,
con tonalit amarognole e possiede
propriet antiossidanti, antibatteriche,
antiinfiammatorie e sedative della tosse.
30
BIBlIograFIa e SItograFIa
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sITI WeB
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www.sinab.it
www.lanticaterra.it
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www.sisonweb.com
www.rivistadiagraria.org
www.agriqualita.arsia.toscana.it
foTo
Daniela Ponzini
Provincia di Milano Settore Agricoltura Parchi, Caccia e Pesca
www.123rf.com
sI RInGRazIano
Carlo Cavalli - tecnico agronomo specializzato in agricoltura biologica
Gabriele Corti - Cascina Caremma
Nicol Reverdini - Cascina Forestina
Cinzia Rocca - Cascina Monticelli
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AIAB Lombardia
via P.L. da Palestrina, 9
20124 Milano
+39 02 67 100 659
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Provincia di Milano
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Settore Agricoltura, Parchi, Caccia e Pesca
viale Piceno, 60
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agricoltura@provincia.milano.it