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LA BIOSICUREZZA

IN SALA
NECROSCOPICA
Prof. Giovanni Lanteri
DVM, Componente GIPaFO
Dipl. ECAAH
Dipartimento Chi.Bio.Far.Am
Le SOP (Standard Operating Procedure)
forniscono considerazioni generali sulla
biosicurezza per le aree inerenti le sale
necroscopiche, con l'intento di ridurre al minimo il
potenziale di infezione zoonotico.
Livelli di biosicurezza
Direttiva 90/679/CEE del Consiglio, del 26 novembre
1990, relativa alla protezione dei lavoratori contro i
rischi derivanti da un'esposizione ad agenti biologici
durante il lavoro
Livello di biosicurezza 1

Livello adatto per le attività che coinvolgono


agenti ben caratterizzati e noti per non
causare malattie negli esseri umani adulti sani
e con un potenziale di pericolo minimo per il
personale di laboratorio e per l'ambiente
Livello di biosicurezza 2
Questo livello è simile al livello di
biosicurezza 1 ed è adatto per le attività che
implicano l'impiego di agenti patogeni di
potenziale pericolo moderato per il
personale e per l'ambiente
Livello di biosicurezza 3
BSL 3
Livello applicabile per installazioni di ricerche
cliniche, diagnostiche, di insegnamento, di
ricerca e di produzione nelle quali si impiegano
patogeni sviluppati in laboratorio o provenienti
da fuori che sono in grado di causare patologie
serie o potenzialmente letali dopo l'inalazione.
Livello di biosicurezza 4
BSL 4
Questo livello è necessario per lavorare con
agenti pericolosi che presentano un elevato
rischio di trasmissione di infezioni in laboratorio
per via aerea, con agenti che causano gravi
malattie mortali in esseri umani per le quali non
sono disponibili vaccini o altri trattamenti
Considerazioni sulla biosicurezza in
sala necroscopica

Per normativa, le sale autoptiche «universitarie»


devono essere conformi almeno ad un BSL-2
O Prima di condurre qualsiasi necroscopia, il patologo
deve, ove possibile, rivedere l’anamnesi dell'animale
per garantire che i livelli di sicurezza disposti siano
adeguati.
O A tutt'oggi, infatti, vengono consigliati livelli di
miglioramento di tipo BSL-3 per scongiurare le
probabilità di zoonosi (Antrace, febbre Q, Rabbia
virus, Chlamydophila psittaci (Psittacosi), West Nile
Virus, …)
…..inoltre
O le necroscopie di animali da laboratorio
infettati per attività di ricerca dovrebbero
essere condotte all'interno di una specifica
cappa di biosicurezza.

N.B.: il personale non indispensabile non


dovrebbe essere ammesso nella sala autoptica.
Considerazioni sui dispositivi di
protezione individuale
O Per qualsiasi necroscopia
condotta all'esterno di una sala
necroscopica si consiglia di
indossare una tuta con chiusura
a cerniera ermetica.
O Un camice da laboratorio è
accettabile quando si lavora
all'interno di una sala
necroscopica anche se deve
essere sempre di costruzione
impermeabile (deve fornire
protezione alla penetrazione di
liquidi) o integrato con un
grembiule impermeabile quando
si lavora con animali che
presentano abbondanti fluidi
corporei.
I guanti (lattice, nitrile, etc…)
devono essere sempre indossati e
sostituiti se danneggiati o troppo
sporchi. Importante, inoltre, è
l'utilizzo di guanti anti taglio
quando si utilizzano strumenti
affilati e/o acuminati.
Gli occhiali di sicurezza con schermi
laterali sono una protezione
accettabile per gli occhi durante
l'esecuzione dell'autopsia all'interno
di una cappa biologica, altrimenti, è
consigliabile indossare in
combinazione una visiera facciale in
policarbonato
Potenziali di infezione tramite
Aerosol
La manipolazione di tessuti durante l'autopsia di
carcasse con sospetti agenti zoonotici può liberare
particelle delle dimensioni <5μm che rimangono sospese
in aria per un periodo prolungato e possono facilmente
essere inalate, a differenza delle particelle più grandi
(>5μm) che solitamente si depositano più rapidamente
sulle superfici.

batteri e cellule variano da 0,3 a 10 μm


spore fungine da 2-5 μm
virus variano da 0,02 a 0,3 μm.
e ancora…
la contaminazione può provenire da svariate
fonti, tra cui: nebulizzazione diretta dalla
carcassa, condotte di aspirazione e mandate per
ricambi d’aria, funzionamento tosatrici, seghe a
lama oscillante, etc. Tali particelle sospese
nell’aria rimangono all'interno della sala
necroscopica e possono venire a contatto con
bocca, naso e occhi (inalazione o ingestione) o
depositarsi su superfici di computer, telefoni e
apparecchiature fotografiche…..

….pertanto
….utilizzare sempre le
maschere di protezione!
O I copriscarpe monouso impermeabili o stivali
di gomma devono essere indossati quando si
lavora in sala necroscopica; questi ultimi
inoltre, al termine della necroscopia devono
essere sanificati tramite apposito tappeto
igienizzante o nebulizzatore elettronico

O Tutti i DPI monouso devono essere rimossi


prima di uscire dalla sala necroscopica, non
devono essere lavati o disinfettati ai fini del
riutilizzo
Considerazioni procedurali
Tutte le necroscopie dovrebbero essere eseguite
secondo le medesime precauzioni procedurali,
ovvero, tutte le carcasse dovrebbero essere
maneggiate e trattate come se fossero note per
presentare il rischio di esposizione a malattie
zoonotiche/infettive

…..per cui
O Non mangiare, bere, fumare o
svolgere altre attività che
possano essere un mezzo di
contagio.
O Tutti gli operatori delle sale
necroscopiche devono essere
informati sui rischi dati
dall'esposizione e/o contatto
con patogeni; inoltre, per
quanto possibile, tutti gli
operatori delle sale
necroscopiche dovrebbero
essere vaccinati per le malattie
più comuni e/o allergie
conosciute.
O Evitare di riutilizzare lame di
taglienti, aghi ed altro
materiale usa e getta non
sterilizzabile
O Si consiglia di utilizzare lo
strumentario adeguato per la
manipolazione dei tessuti allo
scopo di evitare il contatto
diretto con le mani
O Utilizzare quanto più possibile
strumentario di tipo manuale o
a batterie. Solo quando
strettamente necessario
utilizzare utensili a corrente
elettrica assicurandosi che
abbiano un adeguato sistema di
messa a terra
Considerazioni sulla disinfezione e
sullo smaltimento
O La sala necroscopica e il relativo strumentario
devono essere disinfettati al termine di ogni utilizzo.
O I disinfettanti utilizzati per le superfici devono
essere approvati in accordo al Regolamento
528/2012/(UE) e utilizzati in conformità con le
indicazioni riportate sull'etichetta, inclusi i tempi di
applicazione consigliati.
O Evitare il lavaggio fino a quando il disinfettante non
è rimasto a contatto con le superfici per il tempo
prescritto.
Pulizia e disinfezione dello
strumentario
O Rimuovere i residui organici dallo
strumentario prima di applicare il
disinfettante. A tal proposito si consiglia
l’utilizzo di una vasca di lavaggio ad
ultrasuoni combinata ad alta
temperatura. Le frequenze di utilizzo
più adatte sono 40/50Hz con
temperatura dagli 85-95°C. Al termine,
lo strumentario può essere disinfettato
semplicemente per immersione o
tramite utilizzo di autoclave a 121°C e
15psi per 60 minuti.
Carcasse e tessuti biologici

O Al termine della necroscopia, le carcasse e i tessuti


residui devono essere eliminati tramite appositi
contenitori per ROT (rifiuti ospedalieri trattati) e
successivamente inceneriti
O I campioni prelevati per gli esami collaterali di
laboratorio devono essere fissati tramite soluzioni
specifiche (formalina, soluzione di Bouin,
gluteraldeide, etc.) tramite l’utilizzo di specifiche
cappe. In qualunque caso, i fissativi non dovrebbero
essere presenti e/o utilizzati all’interno della sala
necroscopica.
Ministero della Salute
PIANO NAZIONALE INTEGRATO
2015-2019
O Gli articoli del Capo II del Regolamento di polizia
Veterinaria (D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320) stabiliscono una
serie di misure atte a garantire un’azione di vigilanza
veterinaria in grado di monitorare la situazione
epidemiologica generale, al fine di evidenziare anomalie
che richiedano l’eventuale attivazione di specifiche
pianificazioni nazionali o regionali, nonché l’eventuale
immediata attivazione di misure di controllo.
O Il veterinario ufficiale, infatti, nell’ambito delle attività di
competenza, inclusa l’attività necroscopica, detiene
l’obbligo di denunciare all’autorità competente qualunque
caso, anche sospetto, di malattia soggetta a notifica ai
sensi dell’articolo 1 del Regolamento di polizia Veterinaria
Elenco delle zoonosi soggette a denuncia
obbligatoria

O Brucellosi
O BSE
O Salmonellosi
O Trichine
O Tubercolosi
Elenco delle malattie infettive animali
soggette a denuncia obbligatoria
O Arterite Virale Equina
O Blue Tongue
O EST ovicaprini
O Influenza Aviaria
O Leucosi Bovina Enzootica
O Malattia di Aujeszky
O Peste Suina Africana
O Peste Suina Classica
O Rabbia silvestre
O Setticemia Emorragica Virale
O Necrosi Ematopoietica Infettiva
O West Nile Disease
PREVENZIONE DEL RISCHIO PER GLI STUDENTI
-Secondo le indicazioni del D. Lgs. 626/94, modificato ed integrato dal D. Lgs 242-96

INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI 


1)   Rischi fisici:
Ø     abrasioni, graffi, tagli, traumi oculari: tali incidenti si verificano spesso per errori
durante la manipolazione delle carcasse degli animali. Attraverso tali lesioni possono
essere trasmessi agenti biologici patogeni
Ø     ferite da taglio o da punta: tali infortuni sono dovuti all'impiego scorretto di
strumenti, siringhe, aghi, lame, seghe, strumentazione per necroscopie. Tutti gli
operatori devono essere addestrati all'uso corretto dello strumentario che deve essere
efficiente, di qualità e regolarmente pulito e mantenuto in adeguati armadi o
vetrinette,
 traumi per cadute su superfici scivolose (pavimenti appena lavati), per
sollevamento, spinta di carichi pesanti (box, recipienti, carcasse di animali),  
Ø    ustioni (uso di acqua a temperatura eccessivamente alta); congelamenti
(manipolazione impropria e/o protratta di visceri congelati); affezioni respiratorie per
prolungato stazionamento e/o per uso di abbigliamento inadeguato all’interno della
cella frigorifera, folgorazioni durante l’uso o contatto con strumenti elettrici (es.: sega
di Stryker, congelatori) in condizioni di inefficace isolamento. Disinserire
dall’alimentazione la sega di Stryker subito dopo l’uso e comunque prima di eseguire le
operazioni di pulizia.
Procedura in caso di ferite:
O Accurata pulizia con acqua e sapone, disinfezione della ferita con presidi
medico sanitari specifici e fasciatura della parte;
O Controllo medico (Pronto Soccorso o medico di base): disinfezione ferita con
H2O2 o Tintura di Iodio, ecc. (non usare mai alcol), sutura, richiamo di
vaccinazione antitetanica se necessaria o somministrazione di
immunoglobuline, prescrizione di antibiotici (in base alla gravità della ferita).

N.B.: nessuno abbia timore di segnalare ferite


  (anche di lieve entità), anche queste possono
risultare la via di ingresso di patogeni.
Prevenzione: utilizzare sempre i DPI
Rischi Chimico – Tossici
Ø     detergenti, disinfettanti, sostanze ad azione scrostante utilizzati per la pulizia dei
locali e delle attrezzature. L’attività sanitizzante dei locali è di fondamentale
importanza e deve essere eseguita costantemente per garantire condizioni di impiego
ottimali di tutte le strutture e per la prevenzione delle malattie infettive.
Ø     sostanze chimiche utilizzate a scopo diagnostico, di ricerca o per trattamento
particolare dei tessuti. L’uso di fissativi chimici, ghiaccio secco, azoto liquido, deve
seguire le specifiche indicazioni relative ai singoli prodotti.

Tipo di rischio: pericolosità per contatto (ustioni o congelamento), inalazione o


esalazione (infiammazione delle mucose delle vie respiratorie ed oculo-congiuntivali).
Attenzione ai prodotti che causano effetti tossici, cancerogeni e/o teratogeni (es.:
formalina, xilolo, metanolo, ecc.).
Nell'impiego di tali presidi attenersi scrupolosamente alle indicazioni di uso della casa
produttrice (indicate nella scheda tecnica del prodotto), effettuare una diluizione
corretta e non miscelare prodotti diversi, se non specificatamente indicati dalle ditte
produttrici.

Prevenzione: utilizzare sempre i DPI


Rischio da Allergie
La permanenza degli operatori nelle strutture definite può determinare la comparsa di
numerose forme cliniche allergiche imputabili al contatto ed alla manipolazione delle
carcasse animali.
Animali coinvolti: ratto, topo, coniglio, cane, gatto, specie aviari.
Allergeni: proteine della saliva, dell'urina, delle feci, del siero, forfora del pelo, piume,
penne.
Il personale si sensibilizza per inalazione degli allergeni sospesi nell'atmosfera, per
contatto diretto oppure a seguito di abrasioni. La sintomatologia clinica compare dopo
almeno due settimane e comunque in genere entro due anni dall'esposizione.
La patologia una volta comparsa tende ad aggravarsi con il tempo. È dimostrata
predisposizione personale e familiare.
Sintomi: rinite (con starnuti “a raffica”, scolo nasale), congiuntivite (scolo oculare,
fotofobia, gonfiore palpebrale), eruzioni cutanee (eczema, intenso prurito, aree cutanee
arrossate e gonfie). Nelle forme più gravi e protratte si possono verificare asma
bronchiale (difficoltà respiratoria intensa), edema della glottide o shock anafilattico.

Prevenzione: utilizzare sempre i DPI e, qualora necessario,


eseguire test allergici specifici
......THE NECROPSY
ROOM……

«WHERE THE LIVING


LEARN FROM THE
DEAD»
GRAZIE A TUTTI E
CI VEDIAMO IN SALA.…

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