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è lo studio -scienti co- di come i pensieri, i sentimenti, i comportamenti (tripartizione della mente dei 3 ambiti
- affect bhieviour- comportment) delle persone sono INFLUENZATI dalle altre persone, presenti sicamente
o mentalmente (immaginati, anche le normeimplicite del comportamento es buongiorno quando si entra in
negozio
le regole cambiano nel tempo e nello spazio — un tempo si diceva che i negri sono sporchi ed sera normal
- oggetto di studio
- teorie e modelli (PER SPIEGARE ALCUNI FENOMENI
- metodi di ricerca
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! La sociologia studia gruppi, piccoli e grandi, nelle loro dinamiche micro (es come interagiamo con il
vicino di casa) e macro
! La psicologia sociale studia individui (normali- medi) in contesti normali nelle loro relazioni con gli altri
(come li percepiscono, in uenzano, si rapportano… ecc.)
studia il comportamento di individui medi in contesti normal
ciò non vuol dire che non vengano studiati anche comportamenti estremi (violenza), solo per capire il
comportamento normale
z Aristotele " essere umano sociale per natura, dall’individuo si sviluppano famiglia, tribù
e Stato
DUALISM
individuo vs societ
mente vs corp
natura vs cultur
razionalità vs irrazionalit
ne 800 primi 90
grosso interesse alla psicologia delle folle- capire cosa muove la grande folle, le mass
i politici temevano di perdere il controllo delle masse (periodo del comunismo
l’individuo nella massa diventa più primitivo, anonimo e perde i freni inibìitor
la folla quindi diventa delinquente
(! responsabilità ridotta nella "folla delinquente", l'individuo diviene più primitivo, più infantile e quindi meno
razionale e con minor autocontrollo)
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in epoca recente alcuni psicologi sociali hanno ricominciato a studiare il comportamento delle foll
esperimento con HULIGANS— togliendo l’anonimato diminuisce il comportamento violento
sono stati identi cati gli huligan
no, ci sono stati degli aumenti di comp. aggressiv
perché
qualè il motore del comportamento: perché valgono le norme del gruppo es — picchia più membri
possibile dell’altra squadra
IDEE " Mente della folla (già presente in Platone), di gruppo, in uenza sociale
- McDougall = il primo nasce nell’ambito della psicologia (si occupa di processi intra individuali-
istinti
- Ross= il secondo è più sociologico e di come gli individui si associano tra loro
Due effetti:
noi facciamo meglio in pubblico una cosa che sappiamo fare ben
se non sappiamo cantare, la presenza del pubblico peggiora la performanc
la variabile è quanto noi siamo in grado di fare quel compit
PROSPETTIVE TEORICH
! Socioculturali
! Evoluzioniste
! Apprendimento sociale
! Social cognition
PROSPETTIVE SOCIOCULTURAL
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a guidare il comportamento sono le norme ( es su come deve comportarsi un maschio e una femmina o i
giochi per maschi e femmine) , le differenze di classe sociale (i soldi),
ES: Tendenza ad avere paura davanti ad una faccia arrabbiata (più genetico che socioevolutivo) o di una
madre a proteggere i suoi bambini
i nostri antenati hanno sviluppato dei modelli comportamentali che andavano bene per il
sopravvivenza della specie e li hanno tramandati
quindi alcuni comportamenti sono stati tramandati, mentre altri sono genetic
!Condizionamento operante (abitudini od azioni rinforzate-ricompensate da altri, come lodi, rinforzo positivo
e negativo)
ES: Ci piacciono di più le persone che incontriamo mangiando del buon cib
Un ragazzo che dopo un comportamento violento viene lodato dai suoi amici
prestiamo attenzione solo ad alcuni aspetti dell’ambiente, elaboriamo in modo attivo la realt
ignoriamo molte info
cambiano le attribuzion
se un marocchino arriva in ritardo non è af dabil
ES: Le persone che usano semplici EURISTICHE (credere ad una autorità, essere d’accordo con la
maggioranza) vengono più facilmente persuasi da un messaggio anche debole
! Le funzioni psicologiche sono prodotte dai circuiti neurali Nuove e potenti tecniche di misurazione, come
quelle di neuroimaging e analisi permettono di affrontare questioni astratte come ad esempio il modo in cui
la cognizione umana e l'emozione sono mappate da substrati neurali speci ci. (studio dell’emotività e
comportamento emotivo)
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STORIA (USA
INDIVIDUALISMO
l’obbiettivo era studiare le caratteristiche dell’essere uman
queste caratteristiche ci sono indipendentemente dal contesto
Individuo astratto: le caratteristiche psicologiche di base dell’individuo (che siano bisogni, desideri, istinti,
processi cognitivi, ecc.) esistono indipendentemente da contesto sociale e il “gruppo” è l’unione o il prodotto
di tali facoltà
INDIVIDUALISMO
+
COMPORTAMENTISMO
+
METODO SPERIMENTALE
=
SCIENZA VALIDA
ha lavorato per spostare la psicologia sociale verso il cognitivismo — lui era un gehstaltista
aggiungo costrutti
- teoria di camp
- spazio di vit
- tensioni e forze che vanno dall’io verso l’ambiente e dall’ambiente verso l’i
! Principio dell‘ interdipendenza, con supremazia del tutto sulle parti (approccio gestaltico) (quattro
puntini vengono nessi insieme per formare un quadrato) . .
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puntini=esseri umani: se noi cambiamo uno di questi puntini, cambia tutte le relazioni tra i quattro
puntin
per lui la psicologia sociale aveva un senso solo per poteva migliorare il mond
Ø INTRAPERSONAL
Processi psicologici che trattano le modalità con cui gli individui organizzano la loro percezione,
valutazione e comportamenti nella realtà social
Ø INTERPERSONAL
Dinamiche dei processi interindividuali fra persone considerate individui in posizioni uguali come attori
interscambiabil
Ø INTERGRUPP
Effetti della categorizzazione sociale, dell’appartenenza di gruppo, di differenti posizioni social
Ø SOCIAL
credenze condivise, ideologie
prospettiva intra-individuale
il sociale è solo un contesto, che può servire, ma non in uenza i processi di base di un
atteggiamento
SOCIALE INDIFFERENZIATO
! gli individui sono particelle individuali non differenziate, collegate le une alle altre secondo modalità inter-
individuali che seguono le leggi dei processi psicologici intra-individuali di base
! concezione ingenua e astorica della società= QUESTI MECCANISMO NON CAMBIANO MAI, la società
non cambia mai — non è vero
PROSPETTIVA INTER-INDIVIDUALE/INTERAZIONIST
non si forgiano ne dall’ndividuo ne dalla società ma dalla relazione di esseri umani
da questo si arriva a studiare i comportamenti di grupp
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! la società non come aggregato (di singoli individui) ma articolata e strati cata in gruppi organizzati e
gerarchici
! metafora dell'uomo come “attore della vita quotidiana” (Palmonari, 1987) — interpretiamo tutti i ruoli che la
società ci da= mamma, glia, studente, moglie
! importanza del contesto e dei processi storici — non si possono fare queste cose in un laboratorio
CONCL. La conoscenza non può essere accumulata nell'usuale senso scienti co per via dei limiti storici, i
fatti non sono stabili
grandi domande
quanto sono collegate questi ambiti neurologicament
relazione tra questi ambit
relazione tra questi ambiti — nel determinare un comportamento pesa più il pensiero o le emozioni
(in contraddizione) —le emozioni tendenzialmente
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I METOD
de nizion
I metodi forniscono strumenti per (raccolta di info) tradurre le idee del ricercatore in azioni e studiare il
mondo in modo sistematico
! Metodi: procedure seguite dal ricercatore nella raccolta di informazioni per rispondere ad una domanda/
veri care un'ipotesi
Quale metodo? Dipende dal tipo di domande, dall'obiettivo nale della ricerca
!COSTRUTTO: teorico, concetto astratto postulato da una teoria— può assumere un signi cato diverso a
seconda della teoria: cosa viene de nito aggressivo viene determinato dalla cultura ad esempio, da chi la
mette in att
!TEORIA: insieme sistematico di concetti e postulati sulle relazioni causali fra essi
! Serve inoltre a valutare quali ricerche vadano prese sul serio quali no, anche fra quelle presentate come
“serie” dai giornali
! Maggiore attenzione recente ai problemi etici= bisogna seguire le norme dei comitati etic
quello che stai facendo è eticamente corretto?
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la persona che conduce una ricerca deve dichiarare la sua posizione teoric
se non dichiaro la ricerca perde di validit
es sono convinta che l’omosessualità abbia origine generica (devo dirlo n da subito
molte ricerche che sono state replicate hanno riportato risultati diversi!!
per questo il metodo deve essere descritto in modo rigoroso per permettere la replicabilit
! DESCRITTIVA: Obiettivo: osservare e registrare la frequenza con cui si veri ca un determinato fatto
(non sappiamo e non ci chiediamo perché)
misurazione del fenomen
vogliamo solo descrivere un fenomen
come? — le ragazze vanno meglio a scuola
è vero che le ragazze vanno meno bene in mate rispetto ai maschi? (non mi chiedo perché
prendo 4 classi di 3 liceo di una scuola, prendo i voti di mate e faccio la media dei voti di ragazzi e ragazze e
concludo che signi cativamente le ragazze vanno meno bene
posso concludere che le ragazze vanno meno bene rispetto ai ragazzi
per la signi catività del confronto devo avere la numerosità, la rappresentatività e la variabilità intorno alla
media
devo prendere le classi in tutta la valle d’Aost
altrimenti abbiamo dei problemi di rappresentatività, poiché devo assicurare che siano rappresentate tutte le
tipologie di scuola, le provenienze geogra che, lo stato socio economico
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STUDI CORRELAZIONAL
Il ricercatore sta cercando una relazione fra due (o più) variabili che possono essere misurate ma che non
possono essere controllate
Quando una variabile ne causa un'altra, le due variabili saranno inevitabilmente correlate, ma non è detto il
viceversa. — due variabili possono essere correlate senza che ci sia una causa tra loro
(questo è il limite principale)
Scoprire che due variabili sono correlate non può mai fornire (senza altre informazioni) la prova
inequivocabile dell'esistenza di una causalità
METODI CORRELAZIONAL
Metodi (correlazionali) alternativi alla sperimentazione per indagare la causalità:
obbiettivo=indagare i rapporti causali
! - cross-lagged pane
(metodi longitudinali, si aggiunge la dimension
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temporale)
Vedere l violenti aumenta l’aggressività?
se adottiamo l’aggressività innata potrebbe esser
al ragazzino con tendenze aggressive piace di più il lm violent
la domanda di
ricerca:
se un bambino gioca a
videogiochi violenti aumenta l’aggressività
oppure ragazzo che l’aggressività gli piace e quindi gioca a videogiochi violent
qual’è la direzione causale
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quello che mi può dare la riposta è che la causa viene prima dell’effetto (sono le due correlazioni
incrociate
la preferenza a 8 anni - aggressività a 1
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l’aggressività a 8 anni - tendenza ad esporsi a violenza a 1
termometro collegh
termometro outgrou
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il contatto con i miei colleghi migliora anche quello con tutti gli altr
STUDI/METODI SPERIMENTALI
(elementi costitutivi
SCENARIO SPERIMENTALE
- con base logica e convincente: cover story (storia ttizia)
VARIABILE INDIPENDENTE
- manipolata deliberatamente dallo sperimentatore
cogliendo le qualità essenziali della variabile concettuale che nel nostro modello teorico in uenza il
comportamento
" tutti gli altri aspetti (tranne la variabile indipendente) dello scenario sono mantenuti costanti
DISEGNI SPERIMENTAL
Due requisiti fondamentali:
STUDI/METODI SPERIMENTALIù
(ELEMENTI COSTITUTIVI 2)
- RANDOMIZZAZION
Assegnazione casuale dei soggetti alle diverse condizioni sperimentali à GRUPPI EQUIVALENTI
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• tipo/livello di misura
- FOLLOW-UP
— raccolta dati con questionario/intervista
(altre variabili d'interesse, tratti di personalità, manipulation check, ecc.)
— debrie ng (effetti negativi, scoperto l'inganno, rassicurazioni, spiegazioni) se la persona è stata scossa
per l’esperimento, se ha scoperto l’inganno, se ha scoperto l’obbiettivo.
i test hanno una valutazione (non si fanno), le persone in questo casi non vengono valutate
per questo si parla di ricerca
i questionari sono anonimi
! non fare sapere le ipotesi allo sperimentatore es far sentire una voce registrata per non in uenzare i
partecipanti
Questo non signi ca che non si possano validamente condurre e a volte sono inevitabili (es. eld-study,
esperimenti a scuola, ecc)
nel mondo reale si possono fare (non c’è l’arti ciosità del contesto) però devo stare attenta ai limiti
per poi trarre conclusion
— non è possibile manipolare una sola variabile indipendentemente da tutte le altre. Persino le
manipolazioni minime possono provocare reazioni intermedie.
X " O1
X " Z " O1
Y
x= variabile indi
z= cambiamento indotto da un altra variabile, qualsiasi cambiamento portano con se cambiament
y= variabile di
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o= osservazion
• l'esperimento è un ef cace "espediente retorico" per presentare le proprie teorie
VANTAGGI E SVANTAGG
self report= il soggetto puo chiedersi quale sia la risposta giusta e risponde in base a questo
SPERIMENTALE O CORRELAZIONALE
Problemi etici contro gli esperimenti in laboratorio perché fanno subire ai soggetti una quantità inaccettabile
di coercizione, stress e inganno
Gli esperimenti sul campo e l'analisi correlazionale sono più naturalistici. Nuovi metodi statistico-
metodologici per la veri ca di ipotesi, anche causali
CRITICA: Nella ricerca condotta nel mondo, non stiamo veri cando le nostre ipotesi, ma veri chiamo la
nostra abilità come "scopritori". Se non funziona, probabilmente ci diciamo che non era sbagliata l'ipotesi ma
che poco saggiamente abbiamo scelto un setting naturale sbagliato
METODI/STRATEGIE DI RICERC
! Studi sul campo/osservazione partecipante-sistematica, palese – nascosta
! Ricerca d’archivio
RACCOLTA DAT
z Misurare
tradurre una variabile concettuale (per esempio, aggressività, distanza sica e/o psicologica, ecc.) in una
variabile misurabile (un test di personalità, una scala, dei comportamenti. Speci care i dati che il ricercatore
vuole registrare per rappresentare la variabile concettuale
TIPI DI MISURAZIONI
— Osservazione: partecipante - sistematica (costruisco una griglia per determinare ad esempio quali
comp sono aggressivi)
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— Misure siologiche — es faccio vedere un immagine violenta e misuro l’attivazione siologica (macchina
della verità
storicamente è stata molto utilizzata, ma anche ora (rilevatori portatili)
— Prestazioni — reaction time ( do uno stimolo, chiedo la risposta e misuro il tempo di reazione
recall / recognition ( ricordo / riconoscimento ) nel riconoscimento faccio vedere delle parole, poi ne dico altre
20 e vedo se il soggetto dice delle altre parole (stereotipi
domanda d’esam
DIMENSIONI DELLE STRATEGIE DI RICERCA/DELLE MISUR
z INTRUSIVE - ESPLICITE: si introducono indebitamente nel normale corso degli eventi (manipolando e
controllando aspetti dell'ambiente; sorgono problemi legati ai soggetti, quali
questo è uno degli obbiettivi principali degli psicologi sociali : metodi non intrusiv
" necessità di metodi capaci di rilevare la durata relativa dei fenomeni sociali (adattarsi ai tempi dei
fenomeni sociali
anche solo osservare un comportamento può in uenzarlo
" adottare più strategie d'indagine per studiare lo stesso problema (per arrivare a delle conclusioni il più
possibile solide
SOCIAL COGNITIO
Come l’individuo percepisce l’ambiente sociale che lo circonda, come elabora le info che provengono
dall’ambiente, come fa a capire e dar senso ai comportamenti altrui, come arriva ad un giudizio su altre
persone e su se stesso
IDEA PRINCIPALE: l’uomo elabora le info, in modo attivo, non percepisce semplicemente ma agisce sugli
stimoli a disposizione in modo attivo
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- valutazioni (giudizi
- categorizzazioni (inserire uno stimolo in un determinato insieme
- inferenze (dopo aver categorizzato si creano gli stereotipi in modo automatico e inconsapevoli — questo
può in uenzare il nostro giudizio
es rappresentazioni sociali di Moscovici, identità sociale di Tajfel, modelli di riduzione del pregiudizio di
Hewstone
— PROCESSI SOCIALI
come le altre persone o gruppi, sia realmente presenti sia solo rappresentati o immaginati o introiettati,
in uenzano pensieri, sentimenti e azioni
- CATEGORIZZAZIONE= descrivere come classi chiamo e identi chiamo singoli esemplari come membri di
più ampi raggruppament
es genere, età, etni
- l’individuo tende a collocare gli esemplari di persone e di azioni entro classi e categorie che gli permettono
di sempli care e organizzare l’esperienza, altrimenti troppo complessa
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INFERENZE CATEGORIAL
Le inferenze categoriali ci consentono di attribuire le caratteristiche di una categoria sociale ai membri che
ad essa appartengono (" stereotipo).
IL CONCETTO DI SCHEM
de nizione: “strutture cognitive che rappresentano le conoscenze riguardanti un concetto o un tipo di
stimolo, inclusi i suoi attributi e le relazioni fra gli attributi
Gli schemi sono quindi strutture di dati per rappresentare l'informazione immagazzinata in memoria che
contengono:
contrapposta a: bottom-up (guidata dai dati) parto dai dati e non mi faccio guidare dagli
schemi (sarebbe meglio fare così) però noi lavoriamo per schemi per l
quantità di info che dobbiamo elaborar
questa operazione chiede risorse, tempo e motivazione (se ci interessa una
persona ci informiamo se no utilizziamo gli schemi
quando applichiamo lo stereotipo può andare male nel momento in cui attiviamo il comportament
possiamo comportarci male con un persona che pensiamo sia una prostituta
- memori
Si ricordano più informazioni congruenti che incongruenti con lo schema. Se incongruenti, migliora il ricordo
se viene fatto un tentativo di integrazione con altri attribuiti. (se cerco di farla coincidere con la mia idea
se è incongruente devo modi care lo schema (talmente onerosa che dif cilmente si attua) se no la dimentico
per mantenere inalterato lo schema
la menta umana è molto conservatrice perché è faticoso cambiare gli schem
- inferenze e valutazion
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Lo schema permette di inferire l'informazione mancante a partire da quella data, quindi produce nuova
conoscenza, e aiuta l’interpretazione di informazioni ambigue
TIPI DI SCHEM
Esistono molti tipi di schemi. In particolare gli psicologi sociali si sono occupati di:
anche se lo schema non ha tutti i passi speci cati noi generiamo l’info mancante
le persone hanno un certo controllo sulla misura in cui si af dano a processi schematici e categoriali.
Esistono differenze situazionali, individuali (persone più schematiche di altre), culturali.
però l’uomo è un essere a capacità limitat
dobbiamo avere le capacità e le risorse per fare un passo indietro
Inoltre, sono spesso sottolineate le tendenze sistematiche ("bias) che possono condurre ad errori.
Ad esempio, nell’interpretare informazioni ambigue, lasciandoci guidare dagli schemi decidiamo a volte di
vedere quello che ci aspettiamo. In un noto esperimento, osservando un video che mostrava bambini che
interagivano lo stesso comportamento veniva interpretato come aggressivo in un bambino nero, come gioco
in un bambino bianco.
Sono quindi indesiderabili, rispetto a strategie completamente guidate dai dati?
NO, non potremmo funzionare se non facessimo af damento sulla conoscenza precedente e sulle
nostre aspettative, sulla capacità di fare previsioni.
rinunciare ai nostri schemi vorrebbe dire rinunciare a ciò che siamo, ciò che abbiamo imparato,
visto, letto
è sbagliato rinunciare agli schemi da certi punti di vist
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ATTENZIONE: dipende molto dal contesto in cui avviene l’incontro, e utilizziamo gli indizi in quanto
crediamo ri ettano tratti di personalità
molto dipende anche dal contesto — collega, una persona che incontro sul tren
però indipendentemente dalla situazione cerchiamo di ricavare degli indizi sui tratti di personalità
— caratteristiche stabili di una person
ATTRATTIVE FISICH
Ha avuto numerose conferme sperimentali il fatto che i “belli” piacciono di più e hanno più amici.
Ad esempio, se a uno studente maschio si faceva fare una telefonata ad una ragazza mostrandogli una foto
di ragazza carina oppure bruttina (la ragazza della telefonata ovviamente non corrispondeva alla foto), nel
primo caso la telefonata durava di più e al termine la ragazza era giudicata più simpatica e in effetti si era
comportata come tale, forse per rispondere alle aspettative. Esiste ed è largamente condiviso lo stereotipo
che le persone belle sono anche più simpatiche, interessanti, sane, socievoli, generose…
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Il canale che offre maggiore informazione sull’altra persona e il suo stato emotivo è quello degli occhi,
seguono volto, corpo e tono di voce.
Tuttavia il volto è anche il canale maggiormente controllabile, mentre la voce e il corpo lo sono meno.
In generale, il volto veicola il tipo di emozione, la voce e il corpo l’intensità
Ma quando i snv, la faccia o la postura di una persona contraddicono ciò che dice (“sono contenta di vederti”
ma con gli occhi sfugge il contatto e si guarda in giro a vedere se c’è qualcun altro..) allora si presta
particolare attenzione al signi cato dei due livelli del messaggio.
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IMPRESSION FORMATIO
ASCH (1946) è stato fra i primi ad occuparsi di "impression formation", cercando di rispondere alla
domanda:
come ci formiamo un'impressione globale di qualcuno?
il concetto di schema ancora non c’era
La nostra conoscenza di altre persone, per osservazione diretta o sentito dire, giunge più o meno a pezzi,
ma la nostra impressione globale è di solito coerente (creiamo un immagine globale).
In qualche modo dobbiamo organizzare e integrare le informazioni che riceviamo.
IL MODELLO CONFIGURAZIONAL
dai piccoli indizi che raccogliamo creiamo nuove info e ci creiamo un immagine globale(schema
Il modello proposto da Asch viene de nito MODELLO CONFIGURAZIONALE (in opposizione al MODELLO
ALGEBRICO proposto da Anderson nel 1981). L’assunto di base è che la percezione è un processo
costruttivo, i cui risultati sono mediati dalle strutture di interpretazione ( " SCHEMI) che possediamo.
Nel formarci un’impressione delle persone che incontriamo, partiamo dalle informazioni che riguardano
speci ci tratti (che sono le qualità stabili che de niscono una persona: amichevole, ostile, furbo…)
variabile
indipendente— il
cambiamento di
una caratteristic
cambia molto
l’impressione
complessiva di
questa person
CONCLUSIONI DELL’ESPERIMENT
=processo attivo di ricostruzione delle inf
In base ai risultati appare che la semplice modi cazione di un tratto (persona calda vs fredda) cambia
notevolmente l’impressione della persona descritta.
Asch ne conclude che le persone fanno inferenze da un tratto all'altro. Ad esempio
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La nostra conoscenza delle persone è quindi strutturata dalle nostre aspettative rispetto a quali tratti si
accompagnano ad altri, vanno bene insieme.
(se una persona è calorosa allora sarà anche generosa, simpatica ecc..)
Esiste una struttura dei relazioni fra concetti che possiamo de nire "
Tuttavia, possiamo chiederci: da dove vengono queste teorie? Generalmente sono state proposte due
risposte:
! sono inerenti nel linguaggio (tratti simili nel signi cato vengono associati fra di loro)
! certi tratti sono frequentemente associati nella realtà (le persone "calde" di solito sono effettivamente
“generose")
! ….sempre che non siamo fortemente motivati anche a mantenere un’impressione già stabilita per altre
importanti ragioni individuali…
RELAZIONE TRATTI-COMPORTAMENT
Cosa sono i tratti che abbiamo visto nora
I comportamenti delle persone cambiano, ciononostante noi vediamo una personalità stabile dietro ad essi. I
tratti sono dunque le proprietà che danno origine al comportamento. Sono le disposizioni stabili di una
persona che conosciamo quando conosciamo bene una persona
ATTRIBUZIONE CAUSAL
cerchiamo le cause dei comportamenti degli altr
facciamo inferenze causal
Uno dei primi interessi degli psicologi sociali cognitivisti riguarda come le persone spiegano il
comportamento proprio e altrui in base alle cause che vi attribuiscono.
Ci si interessa cioè ad una “psicologia del senso comune”, a come mediante il processo di attribuzione, e
riferendosi alle teorie implicite di personalità, si fanno inferenze causali.
Secondo Heider (1958) innanzitutto le persone fanno dipendere il risultato di un'azione da due fattori:
a) fattori personali /disposizionali/ INTERNI
b) fattori ambientali /della situazione/ESTERN
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i maschi hanno un locus control tendenzialmente più interno (è più protettivo perché ci fa sentire meno
esposto a forze su cui non abbiamo controllo
PROCESSI DI ATTRIBUZION
Quindi, secondo il modello di Heider, tutti noi usiamo le informazioni che abbiamo per cercare di stabilire la
causa di un evento.
Se vediamo un passante dare un calcio ad un cane, usiamo gli indizi per stabilire se quella persona è
aggressiva (causa interna) o se il cane in quel momento lo aveva infastidito (causa esterna).
Diversi contributi nei '60 sviluppano le idee di Heider.
Vedremo sinteticamente tre modelli:
LE INFERENZE CORRISPONDENTI
JONES E DAVIS
Osservando le azioni intenzionali di altri facciamo inferenze sui tratti di personalità (qualità interiori stabili)
di una persona.
Giusti cabili quando sono presenti:
— libertà di scelta dell’attore (colui che compie l’azione)
— effetti non comuni ad altri comportamenti
— desiderabilità e prevedibilità dell’effetto ( se il mio vicino di casa mi dice buongiorno è un comportamento
prevedibile — se il vicino di casa mi dice vaffanculo è poco desideriabile
ATTRIBUZIONI DI INTENZION
Si deve inferire che il comportamento osservato e l’intenzione sottesa
CORRISPONDONO
Due FASI:
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! si applica solo alle azioni intenzionali (esclusa ad esempio la negligenza) non azioni casuali
- non si occupa di cause (e sono processi diversi) — si occupa di cause prossimali — in quel momento
quella persona si è comportata così perché è aggressivo ma non ci chiediamo perché è aggressivo
- Lo facciamo anche quando sappiamo che le persone agiscono costrette a farlo da condizioni esterne,
quando semplicemente interpretano un ruolo, tendiamo comunque a credere che siano i loro tratti di
personalità o i loro atteggiamenti stabili ad indurli a comportarsi così …
es un attore che in tutti i lm fa il cattiv
jones, ross
CORRESPONDANCE BIA
FOUNDAMENTAL ATTRIBUTION ERRO
2 VI: Saggio scritto Pro / Anti-Castro (rivoluzione americana), libertà di scelta / NO scelta
2 saggi
si chiede di valutare l’atteggiamento sottostante delle persone che hanno scritto pro o contro castr
nonostante sia un compito assegnato dall’insegnante si pensa che sia d’accorso con il saggio che ha scritt
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Inferiamo che l’attore (colui che ha scritto il saggio) la pensi davvero come ha scritto, indipendentemente
dall’aver scelto oppure no.
(Sottostimiamo cioè che possono essere fattori esterni ad in uenzare il comportamento altrui
" i ruoli svolti de niscono la persona)
TUTTAVIA l’errore si riduce ma non scompare del tutto, è uno dei processi più universali identi cati
COLLETTIVISMO
nascono già con un ruolo de nit
l’identità è basata sull’appartenenza ai grupp
anche le emozioni sono diverse — sentirsi parte di qualcos
INDIVIDUALIST
l’identità è basata su ciò che si riesce a raggiunger
emozionalmente indipendenti dall’appartenenz
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1. DIFFERENZA ATTORE/OSSERVATORE
JONES E NISBETT— 197
perché
VIENE PRODOTTO D
Ø La situazione è più saliente per l’attore che non “vede” se stesso à l’osservatore “vede” l’attore (la
salienza dipende dal “punto di vista”
Ø L’attore può confrontare il comportamento presente con quelli passati à si focalizza sulle variazioni
situazionali
Ø L’osservatore confronta l’attore con altri attori à si focalizza sulle variazioni personal
Ø Il linguaggio enfatizza il ruolo dell’attore come agente causale
queste cose fanno si che si crei una differenza tra attore e osservatore
• percettiva
(come attori vediamo l'ambiente esterno a noi, come osservatori il fuoco dell’attenzione è su chi agisce)
• cognitiva
(sappiamo molto di più su noi stessi e le nostre ragioni
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3. SELF-SERVING BIA
(tendenze al servizio del sé)
In ne, una tendenza sistematica serve a proteggere la nostra immagine di noi stessi:
In questo caso, la spiegazione più probabile è di tipo motivazionale: siamo motivati a preservare la nostra
autostima, e preferiamo credere che se non abbiamo passato un esame è perché era troppo dif cile, mentre
se lo superiamo è perché siamo proprio bravi!
Ad esempio, la nostra squadra vince perché sono bravi, gli altri fortunati…..
In generale, uso delle attribuzioni interne-esterne a favore nostro o del nostro IG
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MODELLO DELLA COVARIAZIONE KELLEY 196
aggiunge una caratteristica important
Generalmente, per stabilire una causa, abbiamo a disposizione diversi esempi di un evento o di eventi simili.
Ci basiamo su una nozione fondamentale:
le cause covariano con gli effetti.
Un effetto è attribuito ad una condizione presente quando l'effetto è presente e assente quando l'effetto è
assente.
- SPECIFICITA‘ (DISTINGUIBILITA’)
(reagisce solo a quell'oggetto in quel modo?
- CONSENS
(quante altre persone reagiscono così?)
30

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7
PERSONA VS SITUAZION
IL MODELLO DI WEINE
Ø LOCUS (interno/esterno
Ø STABILITA' (stabile/instabile
Ø CONTROLLABILITA' (si/no) (o SPECIFICA-GLOBALE
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CRITICHE AI MODELL
• eventi inattesi
• mancato raggiungimento di uno scopo
(oppure perdita di controllo, umore negativo...)
TUTTAVI
I modelli visti sono modelli normativi, che dicono come la gente dovrebbe usare le informazioni, non sono
modelli descrittivi, su come la gente di fatto agisce.
EURISTICHE
Le decisioni che generalmente ci troviamo ad affrontare, anche quotidianamente, riguardano problemi che si
presentano in situazioni di incertezza.
L’apparato cognitivo umano, per far fronte ad un elevato numero di informazioni, giudizi, inferenze e
decisioni che spesso oltrepassano i suoi limiti di elaborazione, utilizza delle regole pratiche, delle
“scorciatoie mentali” e lo fa spesso in modo automatico e inconsapevole. Di fronte all’impossibilità di
tenere sotto controllo e manipolare una molteplicità di informazioni, il decisore adotta queste scorciatoie che
permettono la sempli cazione del problema.
FUNZIONANO LE EURISTICHE
Sono quindi delle regole che sempli cano la nostra attività cognitiva, delle scorciatoie del ragionamento, un
compromesso fra la razionalità e l’economia nel prendere una decisione ef cace in tempi minori di quello
che richiederebbe considerare tutte le possibili informazioni e alternative. Sono molto economiche ed ef caci
nel risolvere problemi complessi.
Tuttavia a volte, ma non sempre, portano ad errori o inducono l’uso di BIAS: distorsioni sistematiche (ad
esempio sovra- o sotto-impiego) di procedure altrimenti corrette.
Vediamo con qualche dettaglio due fra le principali di queste “scorciatoie mentali”, studiate particolarmente
da Tverski e Kahneman (1973).
Per fare ciò le persone cercano di ricordare mentalmente dei casi e la frequenza di occorrenza di un evento
è quindi stimata a partire dalla relativa disponibilità di tali eventi nella memoria, vale a dire dalla facilità con
cui esempi di tale evento vengono in mente. L’inferenza è che più un certo tipo di informazione è disponibile
in memoria, più frequente sarà.
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ESEMPIO
EURISTICA DELLA DISPONIBILIT
Se viene chiesto a dei disoccupati di stimare il tasso di disoccupazione nella loro città, essi tenderanno a
sovrastimare questo dato, al contrario di quanto si otterrebbe se si ponesse lo stesso interrogativo a persone
non disoccupate, che tenderebbero invece a sottostimare la percentuale (Nisbett e Ross, 1980). La ragione
di ciò la troviamo proprio nell’euristica della disponibilità: dei disoccupati recuperano più facilmente dalla
memoria esempi di persone disoccupate (se stessi innanzitutto e magari loro ex-colleghi o amici, persone
che incontrano all’uf cio di collocamento….) e su questi si basano per fornire la loro stima invece di ricercare
e utilizzare informazioni maggiori e fare un calcolo più “obiettivo”.
ESEMPIO
Oppure, possiamo pensare a come la gente sovrastima il numero di morti in incidenti aerei o ferroviari, nella
realtà decisamente meno numerosi dei più banali e meno “vividi” ma molto più frequenti incidenti d’auto. In
questo caso è la “salienza” di un evento che ne in uenza la relativa disponibilità in memoria.
Problema: la disponibilità non dipende SOLO dalla frequenza, ma anche da altri fattori, in particolare dalla
SALIENZA e della RILEVANZA personale degli eventi: entrambe in uenzano la facilità di memorizzazione,
che in uenza la facilità di recupero, che a sua volta in uenza la stima di probabilità
Ø sovrastima dei contributi propri à bias di tipo egocentrico: se chiedete separatamente a moglie e
marito di stimare il loro contributo a varie faccende domestiche, la somma è spesso più di 100, perché tutti
ricordano con più facilità quando loro hanno pulito il bagno. Quando l’ha fatto l’altro... non l’hanno visto!!
Sovrastimiamo le cose che hanno per noi maggior valore, che ci riguardano da vicin
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Ø sovrastima delle opinioni in accordo con la propria à bias del falso consenso: riteniamo che gli altri
la pensino o si comporterebbero come noi (dato anche che noi di solito abbiamo ragione…)
La probabilità è stimata in base alla somiglianza, a quanto A rappresenta bene quella categoria, quanto lo
stimolo sia tipico di quella classe
ESEMPOI 1
Il giocatore d’azzardo che deve scommettere sull’esito “testa” o “croce”, dopo 10 volte che ottiene l’esito
“testa” ritiene più probabile che esca croce.
Ancora, date le due sequenze di nascita di maschi e femmine in famiglie con 6 gli:
MMMFFF
MFMFFM
la seconda viene giudicata più probabile (mentre sono pressappoco identiche … )
ESEMPIO
Stefano è una persona silenziosa e compassata; benché apparentemente disposta ad aiutare gli altri, non
mostra però vero interesse per la gente, né per i problemi quotidiani. Ha bisogno di dare ordine e chiarezza
alle proprie esperienze e mostra una passione per il dettaglio (Tversky e Kanheman, 1974).
Se le persone devono dire che professione esercita Stefano, si basano su quanto la descrizione è
rappresentativa o simile alla persona media che esercita quella professione. In questo caso, la maggioranza
dice che Stefano è un bibliotecario (Arcuri, 1995)
Problema: se ci si basa troppo sui nostri criteri e non si tiene conto di altre informazioni, induce spesso a
sbagliare, soprattutto nel giudicare i casi di singole persone e non nel rispondere su base probabilistica
IL CASO DI LINDA
Linda, 31 anni, single, schietta e molto intelligente, ha studiato loso a, da studentessa era molto coinvolta
nei problemi sociali e di discriminazione e partecipava alle dimostrazioni antinucleari.
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Ø non vengono considerate le probabilità di base (quanti sono i bibliotecari rispetto, poniamo, agli insegnanti
e quali le mie possibilità di incontrarne uno?
Ø abbiamo una concezione di “caso” che non accetta regolarità e ordine (vedi il giocatore d’azzardo e le
sequenze di nascita ...
Ø non si tiene conto delle probabilità congiunte (la probabilità congiunta di due eventi non può mai essere
maggiore della probabilità dei singoli eventi; invece una descrizione con più informazioni se è più “tipica”, se
assomiglia di più allo stereotipo, la consideriamo anche più probabile
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O
Katz e Braly (1933): stereotipo condiviso anche per gruppi con cui non si ha nessun contatto
u= quanto è condiviso
e, in particolare:
" l‘OG viene considerato più omogeneo dell’IG outgroup homogeneity effect
! giusti cano differenze reali — gerarchie (il mio gruppo è dominante) (tu negro è gioito che stai nei gradini
più bassi della scala sociale) lo stereotipo aiuta a mantenere l’esistenza di una gerarchia
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I
STEREOTIPI MASCHI-FEMMIN
Haines, Deaux & Lofaro (2016). The Times They Are A-Changing...Or Are They Not? A Comparison of
Gender Stereotypes, 1983 to 2014. Psychology of Women Quarterly
Studio su cambiamenti stereotipi di ruolo maschili e femminili (es. l'uomo si occupa della manutenzione
dell'auto e di piccole riparazioni in casa; la donna delle faccende domestiche; ci sono lavori più adatti ai
maschi e altri più adatti alle femmine).
Confrontati due gruppi:
MISURE DIPENDENT
Participants rated the likelihood that a typical man or woman has a set of gendered characteristics on:
RISULTAT
Maggiore variabilità nel campione del 2014 ma elevata somiglianza nei giudizi dati da uomini e donne sugli
stereotipi di genere. Gli uomini credono di più nello stereotipo maschile, le donne in quello femminile.
Pochi cambiamenti: donna con una personalità dolce, delicata, incline alla cura, più adatta ai lavori domestici
e a lavori tradizionalmente femminili come insegnante e infermiera.
L’uomo non in grado di occuparsi delle faccende domestiche e più incline a svolgere mestieri 'maschili'
come l'ingegnere.
Unico cambiamento sostanziale responsabilità nanziaria e decisioni economiche non sono più viste come
riguardanti solo l'uomo, ma equamente prese in carico.
PERCHè SI PERCEPISCONO GROSSE DIFFERENZE TRA UOMINI E DONNE
Le autrici sostengono due ragioni
1. Bias inconsapevoli possono distorcere il modo in cui la gente percepisce e poi ricorda comportamenti
atipici nella direzione stereotipica
effetto della pecora ner
le donne sono così però c’è un piccolo gruppo che si differenzia
2. I due generi tendono a limitare comportamenti cross-gender per paura di riprovazione diretta a donne e
uomini controstereotipi
le donne e uomini mettono in atto comportamenti stereotipi se non hanno paura di essere criticat
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SOFFITTO DI CRISTALLO
! Una rassegna sull’American Economic Review (Beliefs about Gender, Bordalo et al. 2019) di studi
economici conferma che gli errori di valutazione che derivano dagli stereotipi di genere determinano le
minori probabilità di assunzione, retribuzioni e probabilità di promozione del genere femminile.
! Nelle assunzioni, una rassegna di studi con un paradigma classico (Isaac et al., 2009) dove un
curriculum è presentato alternativamente con un nome maschile o femminile mostra che i valutatori di
entrambi i generi classi cano le donne come meno competenti e meno meritevoli, e offrono loro retribuzioni
minori rispetto a quelle offerte agli uomini.
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— I comportamenti positivi dell’OG e i comportamenti negativi dell’IG sono descritti in termini più speci ci e
concreti dei comportamenti positivi/IG e negativi/OG (se l’altra squadra vince è perché pioveva, se vinciamo
noi è perché siamo superiori… , se perdiamo noi è perché pioveva, loro perché sono inferiori…
— Nel caso di attribuzione di un successo ad un OG, i termini concreti rendono meno plausibile una
generalizzazione al di là dello speci co episodi
(Modello del Linguistic Intergroup Bias di Semin; 1989
INFORMAZIONI INCONGRUENT
Sia nel caso delle formazione di impressione di persona che negli stereotipi, possiamo imbatterci in
informazioni incongruenti con le nostre aspettative. Che facciamo?
LINGUAGGIO E STEREOTIPI
FUNZIONE DI TRASMISSIONE DEL CONTENUTO DELLO STEREOTIP
i lm, i libri sitano a mantenere gli stereotipi (si adattano allo stereotipò solo quando è cambiato
non farebbero mai vedere un bacio tra due uomini se questo non fosse accettato dalla societ
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RICCO MEDICO VENEZIANO AFFITTA PALAZZO SUL CANAL GRANDE PER IL DEBUTTO IN SOCIETÀ
DELLA FIGLIA
RICCO CRISTIANO VENEZIANO AFFITTA PALAZZO SUL CANAL GRANDE PER IL DEBUTTO IN
SOCIETÀ DELLA FIGLIA
— RICCO EBREO VENEZIANO AFFITTA PALAZZO SUL CANAL GRANDE PER IL DEBUTTO IN SOCIETÀ
DELLA FIGLIA
! Cambiamenti culturali:
Checca " nocchio " gay
Handicappato " disabile " dotato di abilità diverse (diversamente abile) " sviluppo tipico/atipico
LINGUAGGIO E STEREOTIPI
FUNZIONE DI ORGANIZZAZIONE DELLE CONOSCIENZE
Asimmetria di genere: ruolo privilegiato dei termini maschili
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MODULO
IL S
TIPI DEL S
- per william james esisteono 3 tipi di se
- g.h. mea
io conoscitore, guarda verso il modo, esplorator
me oggetto di coscienza (quello che sappiamo di noi stessi; ri esso dagli occhi degli altri
AUTOPERCEZIONE — BE
- analizziamo il nostro comportamento quando non siamo consapevoli dei nostri tratti (disposizioni
abbastanza stabili della nostra personalità
- spesso non sappiamo quali sono i nostri atteggiamenti ( valutazioni rispetto al modo esterno) e
analizziamo il nostro comportamento per vederne i sottostanti atteggiament
- facciamo la stessa cosa che farebbero i nostri amici/gli altri se gli fanno domande su di noi (Sei religioso/
Sei atletico?
ES: PRIMO CASO: DOM: Qualche volta vado in chiesa……… di solito la risposta è SI……..e allora vedono
se stessi come religiosi
SECONDO CASO: DOM: Io vado sempre in chiesa……….. di solito la risposta è NO….. e allora vedono se
stessi come NON religiosi
! Le persone, nel considerare i propri punti di forza e debolezza, spesso non ricorrono a misure oggettive
ma confrontano abilità, tratti, status sociale con quello degli altri.
! Domanda principale: con chi ci confrontiamo? Persone simili a noi (o superiori se la differenza di status è
considerata illegittima)
un gruppo stigmatizzato ai livelli più bassi della classe sociale si deve confrontare con i gruppi superiore se
vede come ingiusta la sua collocazion
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E
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gli indiani d’America si confrontano con i bianchi perché ritengono illegittima la differenza di stato
Facciamo un confronto anche up word, può avere conseguenze positive sulle prestazioni futur
ho preso 2
una mia amica ha preso 30: ho preso quai come le
COMPONENTE DEL S
! Affettiva autostima
(come valutiamo noi stessi)
Sé: nucleo concettuale stabile di cui siamo consapevoli " punto di riferimento
2 tipi di collegamenti fra il Sé e altri concetti:
IL SE COME SCHEM
elaborazione di informazioni: congruenti/irrilevanti/incongruenti
Es1. Markus (1977) : le info che riguardano noi stessi hanno uno status superiore rispetto alle altre
conoscenze che abbiamo, ha un in uenza sull’elaborazione delle inf
— ha cercato di vedere come elaboriamo delle info congruenti/incongruenti o irrilevanti rispetto allo schema
che ho di me stess
— ha diviso i suoi soggetti a seconda del livello di indipendenza che avevano e li ha classi cati in 3 grupp
1 elevato livello di indipendenz
2 persone più dipendent
3 persone che non avevano una rappresentazione schematica di se stessi (aschematici
VD: RT — tempo di reazione= quanto tempo ci metto a rispondere se una caratteristica mi appartiene o no
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TVERSKY
— “quanto è simile quella persona a te?”
— “quanto sei simile a quella persona?”
TVERSKY chies
quanto assomiglia la cina alla corea:
quanto assomiglia la corea alla cina?
DISCREPANZ
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SE MULTIPL
! Le persone sono diverse nel numero di Sé – dimensioni del Sé rilevanti
! Le persone agiscono in modo diverso a seconda di CHI SONO in quel contesto
! Inoltre, esistono differenze individuali nella complessità dei Sé - più o meno interconnessi (diversi
contesti fanno emergere tratti diversi del Sé (ES: quando sono uno studente, solo i miei lati creativi
emergono)
! Per alcune persone, tutti i loro tratti valgono in tutti i contesti
— La molteplicità del Sé è un fattore protettivo per l’autostima , nel momento in cui mi dicono che non
sono brava con il canto mi rivolgo ad una altra caratteristica
uno schema di se ricco e articolato mi protegge l’autostima nel momento in cui una caratteristica
viene attaccat
AUTOSTIM
Secondo il modello dell’autostima, nella nostra società un individuo apprende il proprio valore dai risultati
che ottiene. Se una persona fallisce in un compito, il feedback può comunicare una personale mancanza di
abilità e indurre scarsa autostima.
Come risultato le persone che si trovano di fronte la possibilità di un fallimento, possono cercare di evitarlo o
sviluppare strategie che li proteggano da un’inferenza sulla loro mancanza di abilità.
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non si può ricorrere sempre a queste strategie, soprattutto quando danneggiano la performance
ANSIA DA RENDIMENT
! Non tutta l'ansia è frustrante. In alcuni soggetti, un'ansia modesta può motivare una prestazione
ottimale. Ma troppa ansia può interferire nell'apprendimento e nella prestazione.
MODULO
GLI ATTEGGIAMENT
De nizioni:
“processo mentale individuale che determina le risposte sia attuali (reali) sia potenziali di ogni individuo al
mondo sociale . .. . un atteggiamento è sempre rivolto verso un oggetto”
Thomas e Znaniecki (1918)
“un atteggiamento è uno stato di prontezza mentale e neurologica, organizzato nel corso dell'esperienza,
che esercita un'in uenza direttrice o dinamica sulle risposte di un individuo a tutti gli oggetti e situazioni con
cui è in relazione” Allport (1935
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I
1. ricerca sul contenuto degli atteggiamenti di insiemi di persone verso problemi e oggetti di rilevanza social
2. elaborazione di tecniche di misura — COME LO MISURIAMO
(Thurstone, Likert, Guttmann, Osgood . . . .)
COMPORTAMENTISTA
1. l'atteggiamento è una variabile direttamente osservabile
(posizione behaviorista; Campbell:
“l'atteggiamento è un insieme di risposte coerenti ad un oggetto”
NEOCOMPORTAMENTISTA
2. l'atteggiamento è una variabile latente (o ipotetica) — non osservabile
• 2a l'atteggiamento è una variabile interveniente (riascolta)
• 2b l'atteggiamento è un costrutto ipotetico — ipotizzato che esista una struttura della memoria nel quale
magazzino gli atteggiamenti che poi in uenzano le mie rispost
• la variabile interveniente è uno strumento formale per descrivere la relazione S-R (posizione neo-
behaviorista
• il costrutto ipotetico è pensato come un processo o una struttura realmente attiva nella mente e
responsabile di ogni modi ca a livello rappresentativo e comportamentale (posizione gestaltista -
cognitivista
CONTRAPPOSIZIONE(sempre presente
UNIDIMENSIONALE/ TRIDIMENSIONAL
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abbiamo lo stimolo, l’atteggiamento, le 3 categorie di risposta
MODELLO TRIPARTIT
Tutte le classi di risposte sono VALUTATIVE, capaci di esprimere la direzione dell'atteggiamento -
favorevole o contraria - e la sua intensità (quanto l’atteggiamento è per me importante
Le tre classi di informazioni attivano tre processi cognitivi, responsabili della formazione dell’atteggiamento
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Questo è alla base di tantissime pubblicità — la ripetuta esposizione allo stimolo aumenta la piacevolezz
strategiedi marketin
Dopo un certo numero di ripetizioni non funziona più: se diventa una sovraesposizione potrebbe diminuire la
piacevolezz
CONDIZIONAMENTO CLASSICO
Uno stimolo inizialmente neutro diventa capace di evocare una risposta positiva o negativa per essere stato
associato a qualcosa che suscita una reazione positiva o negativa
cane di pavlov
(Staats, Staats e Crawfors, 1962: associano parole (stimoli condizionati) a shock elettrici (stimoli
incondizionati) e ottengono una valutazione più negativa.
CONDIZIONAMENTO OPERANT
Se un atteggiamento ottiene una ricompensa, ciò aumenta la probabilità che venga ripetuto
rinforzo positivo/negativo
In un esperimento (Scott, 1957) i soggetti dovevamo sostenere una posizione o quella opposta in un
dibattito. In seguito, gli veniva detto “hai vinto” o “hai perso” il confronto. Chi “vinceva” assumeva
l’atteggiamento corrispondente alla posizione sostenuta.
E’ forse il meccanismo più usato da genitori ed educatori nel processo di socializzazione.
ESPERIENZA DIRETT
uno dei meccanismo più potente
Gli atteggiamenti formulati a partire da esperienze personali dirette sono più chiari, stabili e fortemente
radicati
E’ un fattore dif cile da isolare: siamo sempre esposti all’in uenza di altri, di informazioni lette o sentite, ecc.
nel formarci un opinione su un “nuovo” oggetto (un partito politico, una droga, un evento, un gruppo di
persone…). Tuttavia, se c’è stata esperienza diretta, i nostri atteggiamenti sono più chiari, radicati, più
predittivi dei nostri comportamenti.
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— Normativa: adottiamo norme e valori del gruppo per essere accettato e adeguarci ad esso
! gli atteggiamenti dei singoli sono appresi durante il processo di socializzazione; il legame individuo-
gruppo può portare il singolo ad accettare gli atteggiamenti del gruppo a scopo adattivo (funzione adattiva
2.
— come struttura cognitiva hanno un ruolo nell'elaborazione di informazione e conservano il giudizio
valutativo
(funzione conoscitiva
— gli atteggiamenti svolgono un ruolo importante a sostegno del sé e dei suoi bisogn
(funzione ego-difensiva
(funzione di espressione dei valori
ho determinati atteggiamenti per difendere l’immagine di me per evitare che i gruppi possano minacciare la
mia idea del s
atteggiamenti egodifensiv
alcuni omofobi sono omosessuali latent
— Bisogna allora individuare gli indicatori che hanno un rapporto signi cativo con il costrutto.
TIPI DI INDICATORI
— autodescrizioni (self-report) di credenze (belief),opinioni, sentimenti e comportamenti (risposte libere,
espressioni di accordo/disaccordo con item standardizzati). meccanismo più comune nelle scienze sociali
Assunzione: esiste una relazione diretta fra atteggiamento e sua espressione verbale
io chiedo una cosa e assumo che ci sia una relazione diretta tra l’atteggiamento e la sua espressione
verbal
assumo che la persona risponda sinceramente
non è un assunzione scontat
— comportamenti ( rmare una petizione, dare un contributo in denaro, comportamenti non verbali,
movimenti della testa, posizione del corpo, distanza . . . .)
Assunzione: esiste una relazione diretta fra atteggiamenti soggiacenti e comportamento manifesto
comportamenti sono meno soggetti ai bias, corrisponde di più agli atteggiamenti sottostant
neanche questa assunzione è sempre accettabil
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ci sono dei comportamenti situazionali che sono diversi dal mio atteggiamento (posso una volta buttare la
sigaretta per terra però essere molto ecologica) — è facile dire le cose, farle è meno facil
MISURE FISIOLOGICH
!— ri esso galvanico della pelle — sudare (sono state rilevate variazioni in soggetti con pregiudizi a cui
venivano mostrate fotogra e di coppie miste)
Limiti: misura l'intensità della reazione, ma non la sua direzione; (non si sa da cosa sia determinata) è
sensibile anche alla novità di uno stimolo pro o contro
RACCOLTA DI INDICATOR
! procedure dirette – intrusive - esplicite: consistono nel chiedere al soggetto una descrizione del proprio
atteggiamento (sentimenti, valutazioni, credenze, intenzioni comportamentali o comportamenti)
Limiti: controllo consapevole delle risposte
MISURE INDIRETTE
— misure che non rivelano lo scopo dell'indagin
ES. Osservazione del comportamento:
Le procedure osservative sono lunghe e complesse, non possono essere usate in ricerche su campioni
rappresentativi di ampie popolazioni.
! Le misure esplicite rendono palese al partecipante che viene misurato il suo atteggiamento
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.
TECNICHE DIRETT
Le scale ad intervalli soggettivamente uguali di Thurstone (1928
proprio come le persone possono ordinare stimoli sici a secondo dello loro intensità (psico sica),
così possono ordinare delle affermazioni in base al favore che queste esprimono verso un oggetto.
Una volta costruita una scala delle affermazioni (item) si potrà avere un'indicazione
dell'atteggiamento delle persone considerando gli item scelti
I METODI DI LIKER
(o scala a punteggi sommati; 1932
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I
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• affermazioni chiare e precise (no negazioni, involute, ecc.)
• devono contenere un solo pensiero o osservazione (no frasi doppie, più aggettivi, ecc.
• devono esprimere per metà un atteggiamento favorevole e per metà un atteggiamento sfavorevole
Categorie di risposta
REQUISITI
SCALE LIKERT O TIPO-LIKER
— Uguaglianza differenze fra le diverse categorie di risposta
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)
(differenza fra “molto” e “abbastanza” d’accordo UGUALE a differenza fra “abbastanza” e “un po’” d’accordo,
o fra 6 e 7 uguale a fra 1 e 2
— Uguaglianza nel grado di accordo-disaccordo (simmetria dei processi ad due estremi della scala
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M
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" se la differenza fra i due punteggi è statisticamente signi cativa l'item può essere considerato
discriminante e omogeneo con l'intera scala
! I rispondenti possono essere quindi ordinati in funzione dell’intensità della loro atteggiamento.
Fedeltà o attendibilità: accuratezza con la quale un certo strumento misura un certo attributo di un oggetto, o
meglio, stabilità delle misurazioni in successive operazioni di raccolta dei dati, quando le condizioni siano tali
per cui l'oggetto in questione non subisca variazioni su quell'attributo fra una misurazione e l'altr
Validità: capacità di misurare il particolare atteggiamento per cui la scala è stata costruita
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PUNTI CRITICI:
! impossibilità di rilevazione multipla;
! non indipendenza delle rilevazioni;
! cambiamenti negli atteggiamenti per eventi, tempo ecc.;
! fattori estranei al sondaggio.
il metodo più noto ed usato è ormai quello di Crombach (coef ciente a): consente di selezionare gli item
che massimizzano la fedeltà della scala
IL DIFFERENZIALE SEMANTICO (osgoord 1957)
Misura le reazioni emozionali prodotte da uno stimolo (o concetto)
SVANTAGG
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o
• non è chiaro se si riferisce alla componente cognitiva od affettiva dell'atteggiamento (è stata usata per
entrambe)
• usa scale bipolari, invece di 2 unipolari, con problemi di interpretazione del "punto di mezzo": incertezza,
indifferenza, ambivalenza
• la valutazione delle coppie di termini è "a priori" e non sempre chiara
• il concetto giudicato può essere ambiguo
58

MODULO
ATTEGGIAMENTO E COMPORTAMWNO
Il problema della relazione fra atteggiamento e comportamento è importante per la speranza che,
conoscendo l'atteggiamento delle persone verso un oggetto, sia possibile prevedere il loro comportamento
verso lo stesso oggetto
La ragione per cui la ricerca su atteggiamenti è molto finanziata, soprattutto negli Stati Uniti, è stato
per la sua relazione con il comportamento, il quale si vuole riuscire a prevedere, controllare e
modificare. La ricerca nanziata molto, gruppi competitivi di lavoro per cercare di capire e
misurare questo costrutto, non tanto per saperlo a libello teorico ma per le sue relazioni
con il comportamento " prevedere il comportamento è quello che interessa; misuro
atteggiamento ma obiettivo è modi ca e previsione del comportamento, proverò a
modi care un comportamento, es. avere atteggiamento più favorevoli verso.. perché gente
compri quel prodotto e non quello competitivo—logica pe modi care comportamento.
Quale è la relazione tra cosa si pensa e cosa si fa? Obiettivo scoprire questa relazione
L’obiettivo più applicativo della ricerca sull’atteggiamento è stato studiare e capire la relazione che
vi è tra atteggiamento e comportamento.
ATTEGGIAMENTO-COMPORTAMWNTO: RELAZIONI SCARS
Molte ricerche hanno tuttavia messo in luce relazioni scarse o nulle fra atteggiamento e comportamento:
— Ricerca di LaPiere (1934) con la coppia cinese e gli albergatori: non li ospiterei mai … e invece lo fanno!
viaggia insieme ad una coppia cinese e gli albergatori nonostante il grande pregiudizio esistente li
ospitano nei loro alberghi; nel momento in cui qualche mese dopo gli albergatori vengono chiamati
dallo psicologo e viene chiesto loro se ospiterebbero dei cinesi loro rispondono “non li ospiterei
mai” e nella concretezza lo hanno fatto.
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:
(Wicker, 1969)
Livello di speci cit
Secondo Ajzen e Fishbein le basse correlazioni fra atteggiamento e comportamento sono
attribuibili al diverso livello di speci cità delle misure delle due variabili: gli indici
comportamentali sono speci ci, quelli di atteggiamento più generali.
Bisogna quindi usare misure comportamentali basate su una molteplicità di azioni, capaci
di coprire una gamma signi cativa di comportamenti attinenti l'oggetto di atteggiamento
(aggregare le misure).
Il modello di teorico di riferimento che tenta di studiare la misura di tale relazione è stato teorizzato
da Ajzen e Fishbein, secondo loro uno dei problemi principali tra questa correlazione tra
atteggiamento e comportamento è il diverso livello di specificità delle misure delle due variabili: gli
indici comportamentali sono specifici, quelli di atteggiamento sono invece più generali. Facendo
riferimento all’esperimento di LaPierre, quando manda la lettera chiedendo se l’albergatore
ospiterebbe o meno un cinese la risposta è no, l’azione che viene messa in atto dall’albergatore non
è in linea con il suo atteggiamento in quanto nonostante il pregiudizio verso i cinesi quelle persone
che si sono presentate all’albergo erano palesemente benestanti e ben educati, accompagnati da un
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bi = credenza sull'oggetto O, cioè la probabilità soggettiva che O sia caratterizzato dall'attributo
Esempio: Il fumo
Però bisogna tener conto delle credenze riguardanti un determinato ambito/una specifica
popolazione
Prendo la mia popolazione target e ho bisogno di identificare le 7/8 credenza a cui fanno
riferimento, chiedendo loro cosa pensano del fumare.
Per tutte le 7/8 caratteristiche individuate chiedo una valutazione della probabilità e un punteggio
del valore positivo e negativo (es. “fumare fa ingiallire i denti” e chiedo quanto su una scala da 1 a
100 fumare faccia ingiallire i denti, rispondo 70 e poi valuto quanto sia positiva o negativa come
cosa su una scala di valori che può andare ipoteticamente da -3 a 3).
Il concetto fondamentale di questo modello è che l’atteggiamento deriva da una somma ponderata
(pondero quindi quanto io credo che quell’oggetto abbia quella caratteristica, ponderato per quanto
sia positivo o negativo e sommando per tutti i beliefs ponderati) ogni beliefs per la sua valutazione.
dove:
A0 = atteggiamento verso un oggetto O
bi = credenza sull'oggetto O, cioè la probabilità soggettiva che O sia caratterizzato
dall'attributo i
ei = valutazione espressa dal soggetto sull’attributo i
n = numero delle credenze
L'atteggiamento corrisponde allora alla somma delle credenze 'pesate' sul piano valutativo
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NORME SOCIAL
L’atteggiamento sarà comunque un cattivo predittore del comportamento nelle situazioni in cui le norme
sociali sono forti.
Fishbein e Ajzen hanno proposto un modello della relazione atteggiamento-comportamento che incorpora
anche la componente delle norme sociali
BI (Behaviorial Intention
" rappresenta la motivazione, cioè il progetto consapevole di portare a termine un comportamento (Eagly e
Chaicken, 1993)
— le credenze normative, relative a ciò che la società o "altri signi cativi" pensano si debba far
— la motivazione del soggetto a conformarsi alle norme
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La psicologia sociale può contribuire ad analizzare le determinanti delle condotte nell'ambito della salute e
promuovere il cambiamento
Per analizzare le determinanti delle condotte sono stati usati diversi modelli, tra cui spesso quello
"dell'azione ragionata”
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le ricerche per la validazione dei modelli hanno un disegno correlazionale e pur trovando
correlazioni elevate tra le variabili del modello, la quantità di varianza del comportamento spiegata
da queste rimane in genere intorno al 40%
Ciò signi ca che più della metà della variabilità delle azioni delle persone è dovuta a fattori non
considerati dal modello, quali
L’ACCESSIBILITà DELL’ATTEGGIAMENT
Fazio e coll. hanno sottolineato una condizione minima necessaria perché l'atteggiamento in uenzi il
comportamento:
che vi siano dati immagazzinati in memoria e che essi siano accessibili e vengano recuperati al momento di
agire
Gli atteggiamenti formatisi attraverso l'esperienza diretta con l'oggetto di atteggiamento sono i più accessibili.
Per questo, hanno maggiori capacità di dirigere il comportamento
IN CONCLUSION
!1) gli atteggiamenti formatisi attraverso l'esperienza diretta e/o ripetutamente espressi sono ben
consolidati, ossia risultano da una forte associazione fra l'oggetto e la sua valutazion
!3) questo automatismo aumenta la probabilità che l'atteggiamento sia seguito da un comportamento
coerente
(teoria dell'equilibrio cognitivo: tendiamo ad avere un insieme di credenze omogenee e coerenti fra loro;
Heider, 1946)
(la personalità autoritaria: le convinzioni politiche, eco-nomiche , sociali di una persona sono coerenti fra loro
e con la struttura della personalità; Adorno et al., 1950)
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B- LA STRUTTURA INTERNA DELL’ATTEGGIAMENTO
Il modello a 3 componenti (Rosenberg e Hovland, 1960)
ha posto il problema il problema della coerenza fra risposte affettive, cognitive e
comportamentali.
La veri ca empirica ha dato risultati contrastanti:
! In alcuni casi e situazioni prevalgono informazioni COGNITIVE (es. atteggiamento verso l’euro basato su
vantaggi/svantaggi)
! Spesso prevalgono informazioni AFFETTIVE (es. donazione di sangue)
! Comunque più stabili gli atteggiamenti basati su esperienza diretta (informazione
COMPORTAMENTALE)
Generalmente sono una mescolanza delle TRE informazioni, guidata dal bisogno di COERENZA
ATTEGGIAMENTI AMBIVALENT
! Spesso però abbiamo informazioni contrastanti su uno stesso argomento, specie se controverso (pena
di morte, aborto, pregiudizi..)
Ø
! A volte sono in contrasto informazioni (cognizioni) e i nostri sentimenti (esempio forme di razzismo
moderno od evitante)
Ø
! Possiamo farne una media o cercare di integrarle, ma solitamente prevalgono informazioni unilaterali, di
parte (cerchiamo conferme, ignoriamo-interpretiamo diversamente informazioni contrarie..), o quelle più
accessibili in quel momento
Ø
! Sono comunque atteggiamenti INSTABILI e che predicono meno il comportamento.
IL CAMBIAMENTO DI ATTEGGIAMENT
Forte resistenza al cambiamento perché:
! ciò che è familiare suscita reazioni positive che giusti cano la conservazion
! gli atteggiamenti pre-esistenti in uenzano la valutazione di nuovi event
— gli atteggiamenti sono inseriti in un sistema interconness
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PROCESSI MOTIVAZIONAL
Teorie della coerenza cognitiva
" le parti dell'atteggiamento, gli atteggiamenti, i valori, i comportamenti costituiscono un sistema cognitivo
che tende a mantenere uno stato di equilibrio o consonanza.
importante
LA TERIA DELLA DISSONANZA COGNITIVA
FESTINGER (ricorda il nome) allievo di kurt lewi
Si tende a mantenere una situazione di equilibrio fra gli elementi (credenze, valutazioni, comportamenti…)
che costituiscono la rappresentazione mentale.
Eventuali incoerenze producono cambiamenti nell’organizzazione cognitiva.
Elemento cognitivo: pezzo di conoscenza riferito a ciò che le persone sanno di sé, del proprio
comportamento e del loro ambient
Dissonanza: incongruenze logiche, contrasti con norme culturali, con precedenti esperienze
DISSONANZ
L'entità dipende dalla proporzione di elementi dissonanti e dalla loro rilevanza.
— Produce un'eccitazione (arousal) spiacevole che agisce come motivazione a ridurre l'incongruenza fra
elementi cognitivi
parliamo di contesti speci ci, quando veniamo valutat
1
due alternative , quello che non ho scelto rimane sospeso e crea dissonanz
2.
se mi indegno molto per ottenere qualcosa poi il risultato deve valerne la pen
Giudizio più positivo di uno scopo se il suo raggiungimento ha richiesto molto impegno
Es. imbarazzo per entrare nel gruppo di discussione sul sesso
(Aronson e Mills, 1959)
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Quando una persona, indotta dalla situazione o da altri, fa qualcosa che va contro le sue convinzioni, ide
in questo caso la dissonanza è forte
Festinger ipotizza che per ridurre la dissonanza si avrà un cambiamento di atteggiamento e che questo sarà
maggiore con una ricompensa piccola che con una grande
ESPERIMENT
20 DOLLARI PER UNA MENZOGN
ha chiesto ai suoi studenti di partecipare ad un esperimento noiosissim
alla ne del ttizio esperimento, il collaboratore chiede a quello che ha appena fatto l’esperimento
di aspettare la prossima persona e deve dirgli che l’esperimento è interessante — deve mentire ad
un suo compagn
se la persona accetta gli vene dato 1 dollaro o 20 dollari
Ipotesi:
! se la pressione ad accettare è forte (20 dollari), il comportamento contro-attitudinale sarà vissuto come
giusti cat
" poca dissonanza " poco cambiamento Att. — perché non è stato uno sforzo, ci hanno guadagnato
RISULTATI
I risultati confermano le ipotesi:
nella condizione 1 dollaro i soggetti valutavano il compito in modo più favorevole che nella condizione 20
dollari o in quella di controllo
Altri fattori importanti perché si produca dissonanza:
— la libera scelt
— le conseguenze del comportamento
— responsabilità personal
LA TEORIA DELL’AUTOPERCEZIONE
UN INTERPRETAZIONE NEGATIV
Bem (1965, 1972
Bem (comportamentista): gli atteggiamenti sono autodescrizioni del proprio comportamento (se il
comportamento cambia, cambia anche l’atteggiamento— se ho detto che l’esperimento è interessante allora
penso che lo sia) , se questo cambia, senza giusti cazione, cambia anche l’atteggiamento.
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L'esperimento prevedeva:
— due condizioni di scelta (prima VAR IND)
DISEGNO SPERIMENTALE 2X
— dobbiamo scrivere un saggio pro o contro castro, alcuni non possono decider
— gli veniva dato un farmaco placebo
Somministrazione di un placebo prima del compito, generando poi tre condizioni (2 VAR INDI):
1) tensione — gli veniva detto che si sarebbero sentiti nervosi e agitati
2) nessuna informazione
3) rilassamento
Disegno 2 x 3 between subject
10 soggetti assegnati a caso ad ognuna delle sei condizioni
IPOTES
Previsioni in base alla teoria delle dissonanza:
nella condizione con scelta si avrà uno stato di eccitazione spiacevole, che sarà attribuita:
a) al compito, nelle condizioni "senza informazione" e “rilassamento"
b) alla medicina, nella condizione "tensione" (attribuzione erronea)
quando la discrepanza tra le mie idee e come mi sono comportata vale l’autopercezion
se la discrepanza è alta mi trovo in uno stato di dissonanz
RISULTAT
DELL’ESPERIMENTO DI ZANNA E COOPE
Confermarono le previsioni della teoria della dissonanza
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LA COMUNICAZIONE PERSUASIV
messaggi in cui dico alle persone come dovrebbero pensarla
Molte le ricerche della scuola di Yale,
anni '40-'50, sotto la guida di Hovland
Hanno diviso in tre componenti il processo persuasivo e studiato
fonte/messaggio/audience
- chi emette il messaggi
- come viene emesso (in tv, sui giornali
- persone a cui il messaggio è indirizzato
" Chi dice che cosa a chi con quale effetto?
hanno modi cato il chi, il cosa ed il com
faccio dire qualcosa da una persona bella o ricca o ner
— Durata del cambiamento: sleeper effect, con il passare del tempo, dissociazione tra fonte e contenuto
del messaggio e anche fonti poco credibili possono esercitare in uenza
prima il messaggio e poi la fonte= maggiore sleeper effect per un meccanismo dell’organizzazione
della memoria, è più facile che la fonte si stacch
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Un complice si avvicinava alla fotocopiatrice dopo l’arrivo di uno studente e faceva una di
3 possibili richieste "
POSSIBILI RICHIEST
a) Scusami, ho solo cinque pagine. Posso usare la fotocopiatrice?
b) Scusami ho solo cinque pagine. Posso usare la fotocopiatrice, perché devo fare delle fotocopie? scopo
ovvio
c) Scusami ho solo cinque pagine. Posso usare la fotocopiatrice, perché ho molta fretta? scopo utile
RIS: Abbastanza ovviamente, la c più informativa otteneva più consensi (94% di SI) ma anche la b dava
ottimi risultati (90%) rispetto ad a (60%).
[Interessante, se a chiedere era una donna i SI aumentavano sempre; se invece che 5 pagine erano 20 la
forza persuasiva dell’informazione placebo della b diminuiva].
Il meccanismo è lo stesso usato da molti questuanti che per chiedere soldi informano dettagliatamente:
“Devo prendere il treno per Como che parte tra mezz’ora, mi mancano 1300 lire per fare il biglietto”
— CONCL. La lunghezza aumenta la persuasione anche se priva di argomenti valid
FEAR-APPEA
! Molto usata dai pubblicitari, specie di pubblicità progresso, dai politici, dai genitori…
! Più ef cace la bassa-moderata intensità di quella eccessiva (esperimento sulle devastanti e poco
credibili conseguenze del non lavarsi i denti…; Janis e Feshbach, 1953) che suscita un evitamento difensivo.
Inoltre una forte emozione riduce sempre le capacità di elaborazione
funziona ma non deve essere eccessivo
! Importante che il messaggio dia istruzioni chiare su come ridurre l’ansia che suscita
se non ti lavi i denti ti viene il cancro, come fare per evitare? — do delle istruzioni
!d) ruolo delle differenze di personalità: alcuni sono più persuadibili di altri (studiati in seguito
ad es. bisogno di cognizione, automonitoraggio)
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RISULTATI COMPLESSIV
! Molte le ricerche e i risultati della scuole di Yale ma spesso contrastanti
! Mancanza di un modello teorico chiaro che integrasse i risultati a volte anche contraddittori
PERCORSO CENTRALE
Il destinatario elabora attivamente il contenuto del messaggio, ri ettendo sugli argomenti proposti e
generando argomentazioni o controargomentazioni.
Se il messaggio è convincente, i pensieri generati saranno prevalentemente positivi e si avrà un
cambiamento di atteggiamento nel senso desiderato dalla fonte. Se, invece, il messaggio è debole, i pensieri
generati saranno prevalentemente negativi e perciò il messaggio risulterà inin uente o addirittura
controproducente (effetto "boomerang").
PERCORSO PERIFERICO
Il destinatario non elabora il contenuto del messaggio, ma lo accetta basandosi su criteri super ciali, ad
esempio il fatto che la fonte sia o meno attraente, attendibile, che il messaggio sia lungo o corto, ecc.
Il messaggio viene accettato o ri utato sulla base di tali "indici" periferici” (cues).
vengo persuaso perché la richiesta è lunga o perché la fonte è attendibile indipendentemente dal
messaggi
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ecco perché gli spot pubblicitari non utilizzano elementi con capacità persuasiva per la via centrale ma
quella periferica : ragazza carina
QUALE PERCORSO
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ESPERIMENTO TIP
COINVOLGIMENTO PERSONAL
Disegno 2 x 2 x 2:
! Argomenti forti/deboli
! Fonte esperta/poco esperta
! Coinvolgimento alto/basso
IPOTESI:
! Maggior cambiamento argomenti forti nei soggetti coinvolti (centrale)
! Maggior cambiamento fonte esperta nei soggetti non coinvolti (periferica)
Es. Introdurre tesi di laurea in US qui prossimo anno, altra università fra 5 anni…..
! vero e proprio argomento quando sono rilevanti per la valutazione della comunicazione e il
coinvolgimento è alto (via centrale)
meno frequent
io elaboro il messaggio, entra in gioco un emozione
! indici periferici e possono favorire il recupero di elementi con valenza congruente in condizioni di basso
coinvolgimento (via periferica)
molto più comun
usa le emozioni legate al messaggio stesso e non al prodott
NON HO CAPITO
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SPUNTI CRITIC
! Altro modello duale dell’elaborazione sistematica (centrale) o euristica
è stato proposto un altro modello — le due vie con nomi diversi
(Chaiken, 1980; 1987)
LA PERSUASIONE SUBLIMINAL
!Funziona o no? Mah! Dif cile certo elaborare messaggi presentati sotto la soglia della consapevolezza
Ø
!Funziona sicuramente la MERE EXPOSURE, specie di immagini e non di stimoli verbali
!Meglio se siamo inconsapevoli del tentativo esplicito di in uenzarci
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MODULO 6
Le relazioni interpersonali
Quali sono i fattori sottostanti alla nostra scelta delle persone che ci sono amiche o del partner, o più
semplicemente con chi andiamo d’accordo e chi no, come possiamo cercare di piacere agli altri?
! condizioni piacevoli
! condizioni minacciose (studiate sperimentalmente) se siamo ricoverati in ospedale cerchiamo la
compagnia di persone che magari devono fare il nostro stesso intervento (quando la minaccia è blanda)
Ø Ricerca di informazioni
Fattori che riducono la ricerca di af liazione (emozioni sociali che fanno riferimento a norme)
Ø Forte paura (relazione curvilinea a U rovesciata: non li cerchiamo se non proviamo paura o ne proviamo
troppa) se proviamo una grande paura non cerchiamo gli atri
SOSTEGNO SIACIAL
numerose scale per misurarl
noi abbiamo una rete a cui possiamo fare af damento
rete sociale es amicizie, famiglia, persone a cui facciamo af dament
però un conto è la rete un conto è la preceione ( c’è chi ha molte persone ma si sente sola, oppure possiamo
avere solo 2 amici e sentirci sostenute
Sostegno:
! Emozionale
! Appraisal (confronto sociale)
! Informativo (es dove devo andare a pagare le tasse?)
! Strumentale (aiuto pratico)
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- Anni ’60 hanno cercato di diventare più sperimentale
• Modelli sui fattori che in uenzano e determinano l'attrazione (quli sono le persone che ci piacciono)
• Metodi sperimentali (Byrne) è dif cile in laboratorio
- Anni '70 (critiche) e anni '80 (rinascita, ritorno di interesse sull’argomento
• Analisi su sviluppo, mantenimento e declino di relazioni reali )come nascono, come niscono)
• Pluralità di metodi: diari, self-report, path-analysis
(Hinde, Levinger . . .
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SOMIGLIANZA-ATTRAZION
Nei rapporti d’amicizia e d’amore preferiamo le persone che ci assomigliano.
Numerosi esperimenti hanno dimostrato che individui che possiedono atteggiamenti, credenze e valori simili
è più probabile che diventino amici.
RISULTATI DELL’ESPERIMENT
relazione lunare secca
quanto più una persona mi assomiglia quanto più mi piac
Condotti vari esperimenti con: somiglianza tutto/niente, grado di somiglianza, atteggiamenti diversi ….
Possibili spiegazioni:
! confronto sociale/sostegno alla nostra visione del mondo
! condizionamento (otteniamo rinforzo dagli altri alle nostre posizioni:
bravo, hai ragione, è proprio così...)
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RELAZIONE SIMILARITà-ATTRAZION
modello sintetizzato in questo mod
alla ne si crea un circolo vizioso ci piacciono quelli che ci assomigliano e stiamo solo con lor
pariamo pero di similarità di atteggiamenti non di tratti di personalità
SIMILI MA DIVERS
! Recenti risultati neuroscienti ci mostrano che scegliamo persone con odore diverso, risultano più
attraenti, indicherebbe una con gurazione genetica diversa (favorirebbe la procreazione e la resistenza a
malattie… studi del 2006 e 2009)
! I siti web di scelta partner usano test di personalità che combinano tratti complementari-diversi e
caratteristiche di somiglianza, mix bilanciato di bisogni, interessi e atteggiamenti simili e tratti diversi
accoppiano quelli che si assomigliano sugli atteggiamenti
PROSPETTIVE TEORICH
TEORIA BIOLOGIC
Teoria evolutiva e socio-biologica
Impulso biologico a favorire la sopravvivenza dei propri geni
" (il "gene egoista")
TEORIA DELL’APPRENDIMENT
“Uomo edonistico”: gli altri servono per darci rinforzi positivi
Rinforzo e soddisfazione dei bisogni:
(amore, sesso, rispetto, status, conferma delle proprie opinioni, aiuto, denaro ...)
Tuttavia non è suf ciente per spiegare l'origine delle relazioni. Infatti:
1) i vincoli di parentela non si indeboliscono nel tempo e non dipendono dal rinforzo
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2) nelle relazioni strette ci si preoccupa di più dell’altro, mi interesso di più del benessere dell’altr
molti studiosi mettono in dubbio che l’uomo sappia fare questo
NB. Non sempre funziona, a volte in relazioni strette e felici diamo senza aspettarci qualcosa in cambio
(relazioni di condivisione o di comunanza)
esistono d’avvero relazioni del genere
! Un rapporto può basarsi su uno scambio di bene ci senza necessariamente riceverne qualcosa in
cambio (esistono davvero??)
STILI DI ATTACCAMENT
Gli stili di attaccamento sviluppati nell’infanzia (Bowlby, 1969; poi Ainsworth) in uenzano le modalità di
relazione dell’adulto, sebbene mediate da loro rielaborazione e relazioni successive
" SICURO
" EVITANTE
" ANSIOSO-AMBIVALENTE
" (+ DISORGANIZZATO)
se ho un attaccamento sicuro posso stare con gli altri
tutti vorremo al nostro anco una persona stabil
gli evitanti si scelgono gli evitant
alcune modalità di abbinamento in base al propio stile di attaccament
TEORIA COGNITIVISTA
! modelli dell'equilibrio, ricerca della coerenza
il mio danzato ama sciare io no: o lo accetto o cambio danzato — tendenza all’equilibrio
(otteniamo conferme e sostegno alle nostre aspettative da persone simili a noi
Si occupano solo indirettamente di attrazione, considerata un atteggiament
(quanto mi piace ...?
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TEORIA COGNITIVISTA 2
ambito molto più rilevante
teoria dell’attribuzione
— nei rapporti di coppia si attenua l’errore attore osservator
quando faccio attribuzioni tendo a comunicarle, nel momento in cui le comunico si creano catene attributive
il mio partner fa una cosa io gli dico che è un egoista (attribuzione interna stabile)
• se relazioni infelici, attribuzioni all'altro su caratteristiche personali stabili e globali (es. è egoista,
aggressivo ..)
TEORIA COGNITIVSTA
utilizzano
schemi, script e prototip
Organizzano le nostre conoscenze sui diversi tipi di relazione, abbiamo un prototipo dell'amore, dell'amicizia
….)
questo dipende molto dalla cultura
AMORE ROMANTIC
esperimento: uomo e donna li hanno fatto incontrare su un ponte tibetano e poi in laboratorio (dove erano
molto più comodi
hanno chiesto quanto è piaciuta l’altra persona
! Alcuni risultati sperimentali sul fatto che le emozioni negative alimentano la passione (baciarsi su un
ponte sospeso…)
la situazione di pericolo alza il livello di attivazione siologica e lo spostiamo sull’altra persona
misattribution= attribuzione errone
noi siamo sempre alla ricerca delle cause
LEVINGER 198
scrive un libro dove critica agli studi delle relazioni interpersonali che sono complesse, non si
possono ridurre a piccoli esperimenti di laboratori
devono essere osservate nelle sue diverse fasi
z fase della CONOSCENZ
— attrazione sica
— somiglianza (resiste nel tempo?)
— frequenza dell'interazione — mera exposion
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fase del CONSOLIDAMENT
— norme di equità— una relazione è stabile se i membri della coppia danno quanto ottengono
— impegno — livello di impegno emesso nella relazione
IL COMPORTAMENTO AGGRESSIV
spiegato negli anni in modo diverso
- istinto= gli uomini sono aggressivi per istinto
- ipotesi frustrazione-aggressività= subiamo una frustrazione e la risposta è aggressività
- comportamento appreso= n da bambino mi viene detto cosa è accettabile e cosa no
la cultura in questo caso ha molto pes
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! approccio psicoanalitic
Principio del piacere: aggressività come reazione dell'individuo alla frustrazione sperimentata durante la
ricerca del piacere
In seguito, teoria dei 2 istinti, Eros e Thanatos
l'energia distruttiva viene indirizzata verso l'esterno per impedire l’autodistruzione
idea che l’aggressività essendo radicata va sfogata, non deve essere repressa
Poco veri cata a livello empirico, vale forse di più “violenza genera violenza”.
l’aggressività indice ad altra aggressività
FRUSTRAZIONE ED AGGRESSIVIT
(Dollard et al., 1939)
frustrazione= io voglio qualcosa però c’è un ostacolo
Aggressività come conseguenza della frustrazione
(condizione che sorge quando il raggiungimento di un ne grati cante incontra un ostacolo)
Non sempre rivolta alla fonte di frustrazione, il bersaglio è sostituibile come la forma della reazione:
spostamento dell’aggressività (concetto psicoanalitico)
se prendo 14 all’esame non prendo a pugni il docente ma la porta
E l’aggressività può avere altre cause (denaro…) uno può esser aggressivo senza essere frustrato
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ALTRI FATTORI O MODERATORI DELLA RELAZION
frustrazione " arousal " comportamento aggressivo
MODERATORI:
- presenza di stimoli-segnali (effetto arma Berkowitz: stimoli provvisti di signi cato aggressivo; cond.
classico) — mentre faceva esperimenti casualmente in laboratorio ci fosse un arma e aveva innalzato i livelli
di aggressività
la presenza di un oggetto con signi cato aggressivo aumenta l’aggressivit
- attivazione negativa: • rumore
• temperatura — effetto a u rovesciata (la temperatura che sale sopra un certo livello
non da più aggressività)
• densità abitativa
• emozioni negative
- attivazione da altre fonti
- dolore sico
- alcool e droghe
esperimento
in coda alla posta
se una persona si mette in cima alla la la risposta è aggressiva
alcol e mariuana
la piccola dose di alcol ha diminuito l’erausa
la quantità elevata di alcol aument
con la mariana nessuno è aggressivo
( Alcuni di questi moderatori (alcol, emozioni..) riducono inoltre la tendenza all’elaborazione sistematica
delle informazioni
ci portano ad una reazione più istintiva, ragioniamo di meno
COMPORTAMENTO APPRES
nel percorso di socializzazione
! condizionamento strumentale — rinforzo positivo o negativo
! modellamento — imitazione
effetto di TV e cinem
Soprattutto se la violenza è presentata come:
• ef cace
• comportamento normativo — accettabile nel contesto
(spesso sembra priva di conseguenze e giusti cabile
• chi agisce è simile allo spettatore
• lo spettatore è emotivamente attivato
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RIFERIMENTO A PROCESSI
nella storia si è partiti a vedere
aggressività come innata
aspetti interni
a esterna — comportamento
appreso, cultur
COSTRUZIONE SOCIAL
Chi giudica se un comportamento è aggressivo
Lo stesso comportamento può essere visto, in contesti diversi, come necessario e giusto oppure come
punibile e illegittimo.
Criteri:
! intenzione di nuocere
! danno arrecato
! violazione di norm
AGGRESSIVITà DI GRUPP
! I gruppi sono tendenzialmente più aggressivi dei singoli
nel gruppo si instaurano norme diverse da quelle uf ciali
! Primi approcci: Comportamento irrazionale, impulsivo, meno conforme alle norme " deindividuazione
e assenza di norme (psicologia delle folle degli inizi del secolo scorso)
! Modelli recenti: Esistono norme diverse nel gruppo che si comporta in modo anche violento se reso
accettabile da tali norme (es. Reicher)
IL COMPORTAMENTO PROSOCIALE
non altruismo perché fa riferimento ad un tratto di personalità
! Altruismo (bene ciare gli altri senza ottenere ricompense " esisterà veramente? O esiste solo l’
egoismo?)
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MOTIVI A FAVOR
condizioni ambientali che facilitano la tendenza ad aiutare gli altri
! reciprocità (matrice egoistica o esame dei costi/bene ci, ti faccio un favore e poi tu lo fai a me)
! risposta empatica (ricompensa emotiva: allevio la mia angoscia, vedo uno che soffre, cerco di diminuire
la sua sofferenza per diminuire la mia) anche il senso di colpa
molti psicologi sociali credono che l’altruismo non esista
! senso di dovere morale/responsabilità sociale (specie da parte di chi è superiore o più forte
! innalzamento autostima— aiuto di nascosto, so di essere una bella persona
in tutti i casi quando faccio del bene ne ricavo un aumento dell’autostima
! riconoscimenti o ricompense— egoista
altruismo
non c’
OSTACOL
1 ambiguità della situazione — siamo in grado di valutare se l’altra persona ha bisogno di aiut
questo ci trattiene dall’intervenire
2 costi (perdita di tempo o altri danni
3 pericol
4 stress — livello di fatica anche psicologica
5 scarsa competenz
6 umore (buonumore accresce per breve tempo: esperimento sulla telefonata da rifare
ricevo una telefonata da una persona che ha sbagliato però non può richiamare la persona che vuol
si chiede alla persona di chiamare quella persona)
se buono non voglio rovinarmelo
(mentre senso di colpa e altre emozioni negative aumentano il comportamento prosociale per alleviarle
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INIBIZIONE SOCIALE DELL’ALTRUISM
(apatia dello spettatore, inibizione da pubblico, risposta collettiva all'emergenza
PERCHè SI AIUTA
Motivazione:
! egoistica: alleviare il proprio disagio, dipende dalla situazione (posso guadagnarci?)
NB Dif cile separare i due effetti, tentativi sperimentali in cui si offre la possibilità di “fuga” dalla situazione
angosciante
DIFFERENZE INDIVIDUALI
Piccola nota: gli uomini aiutano più delle donne? Forse. Più forti, competenti, responsabili, norme a favore,
risultato metodologico? Comunque gli uomini chiedono aiuto meno spesso
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MODULO
COS’è UN GRUPPO
"Un gruppo è de nito al meglio come una totalità dinamica basata sull'interdipendenza invece che sulla
somiglianza"
(Lewin, 1948
• Il principio dell'interdipendenza, con supremazia del tutto sulle parti (approccio gestaltista): il gruppo è
qualcosa di più e di diverso della somma dei suoi membri
• Un orientamento generale e metodologico, più che una teoria. Ha condotto numerosi esperimenti con
gruppi e ha affrontato il lavoro di ricerca nella vita quotidiana per risolvere problemi reali. A lui dobbiamo gli
inizi della ricerca-azione= andare in un contesto dove ce un problema, fare delle ipotesi e cercare di
risolverl
CARATTERISTICHE DI UN GRUPP
non sono caratteristiche necessarie e suf cient
sono aspetti importanti
non tutti i gruppi hanno queste caratteristiche
1) interdipendenza
2) relazioni interpersonal
3) senso di appartenenz
4) scopi comun
5) motivation
6) in uenza reciproc
7) relazioni strutturat
1 — INTERDIPENDENZ
Un evento che in uenza un membro del gruppo li in uenza tutti.
Anche, i membri di un gruppo condividono lo stesso destino.
il gruppo non si de nisce in funzione della sua grandezza
2 — RELAZIONI INTERPERSONAL
aspetto non necessariamente present
Gli appartenenti ad un gruppo interagiscono fra di loro. Vale a dire, in qualche modo entrano in relazione.
E’ questa caratteristica che distingue i gruppi dai semplice AGGREGATI, collezioni di individui che non
interagiscono fra loro: i casuali passeggeri di un autobus o le persone in attesa nello studio di un dentista
possono anche iniziare una casuale conversazione, ma non sono de nibili un gruppo.
3 — SENSO DI APPARTENENZ
Le persone non sono un gruppo a meno che loro non percepiscano se stessi come parti del gruppo.
I membri sono un numero variabile di organismi separati che nemmeno necessariamente devono interagire
face-to-face ma che hanno una percezione collettiva della loro unità e la capacità di agire in maniera unitaria
verso l’esterno.
Caratteristica importante in ambito lavorativo.
Entitatività: quanto il gruppo è percepito come una entità reale, coerente, unitaria e distinta da altri
ha dei con ni ben precisi, chi è dentro e chi è fuori
chi è dentro ha un senso di appartenenza, chi è fuori lo vede come un grupp
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4 — SCOPI COMUN
Un gruppo esiste per una ragione. Le persone si riuniscono in gruppi allo scopo di raggiungere obiettivi che
non possono raggiungere da soli.
Scopi comuni o in con itto sono anche all’origine di fenomeni come la coesione intragruppo o la
discriminazione intergruppo.
5 — MOTIVAZION
Un gruppo può essere de nito come una collezione di individui che cercano di soddisfare alcuni bisogni
personali grazie alla loro associazione. Quindi le persone non faranno parte di un gruppo a meno che non
siano motivati da qualche ragione personale.
6 — INFLUENZA RECIPROC
7 — RELAZIONI STRUTTURAT
Le relazioni in un gruppo sono strutturate da un insieme di ruoli e di norme.
NORMA: Le regole (implicite o esplicite) che speci cano il comportamento appropriato in un gruppo
fanno più riferimento allo scopo del grupp
norme implicite= esco con i miei amici e non posso portare la danzata
si costruiscono come tradizioni e abitudini
la violazione di una norma implicita può essere vista come più grave — mette in discussione l’esistenza della
norma stessa
se i membri cominciano a violarla si mette in discussione la sua validit
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SENSO DI APPARTENENZA BASATO SULL’ESCLUSION
preferiamo fare l’errore di escludere qualcuno che ha diritto di essere parte del gruppo piuttosto che
includere un estraneo
• quello costituito dal compito (cioè dal problema da affrontare in gruppo, dallo scopo da perseguire)
tecnico, pratico, cognitivi
• quello costituito dalle emozioni (cioè dagli aspetti socio-affettivi, legati al benessere dei membri e alle
relazioni fra loro)
PROCESSI INTRAGRUPP
A) la produttività nei grupp
B) processi decisionali nei gruppi: dall’assunzione di rischio alla polarizzazion
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EFFETTO DELLA PRESENZA DI ALTRI SULLA PRESTAZIONE INDIVIDUALE
Prima di occuparci di gruppi, possiamo chiederci semplicemente se la produttività in un compito migliora o
meno se abbiamo di fronte un pubblico. I risultati di varie ricerche sono stati ambigui:
• Lavorare in presenza di altri migliora la prestazione in molti compiti (es. riavvolgere il lo di un mulinello da
pesca, vestirsi, copiare materiale facile, correre in bicicletta, scrivere il proprio nome al computer...)
• D’altra parte, in altri compiti la prestazione peggiora (es. risolvere anagrammi, riconoscere stimoli nuovi,
copiare materiale dif cile, scrivere proprio nome a rovescio.....)
FACILITAZIONE SOCIAL
Una soluzione al dilemma è stata proposta da Zajonc (1965) col suo modello sulla facilitazione sociale
• La presenza di altri suscita uno stato di attivazione come risposta innata
• L’attivazione aumenta le risposte dominanti
• Nei compiti FACILI le risposte dominanti sono corrette. — risposte automatiche, inconsapevoli
• Nei compiti DIFFICILI le risposte dominanti sono scorrette (o non ci sono)
dominante= esercitato
io so contare quindi è la mia risposta dominante
Presenza altri " Valutazione del rendimento " Paura della valutazione altrui " Attivazione
• 1. da sol
• 2. con esperti (con 2-3 persone presentate come tali
• 3. con non-espert
• 4. da soli videoregistrati per poi essere valutati da espert
RIS: avviene una facilitazione delle risposte dominanti (ben apprese) nelle condizioni 2 e 4, mentre la
prestazione nella 3 era simile alla 1
— solo la paura di essere valutati, e non la semplice presenza di altri, migliora la prestazione in compiti facili
e la peggiora in quelli dif cili. Risultato discusso
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•Più chiara la distinzione fra processi automatici e controllati
Compiti facili " maggiore attenzione alle componenti automatiche in presenza di altri
Compiti complessi " elaborazione maggiore, il pubblico distrae e sottrae attenzione
Nel confronto più semplice — tra i gruppi e l'individuo medio — la prestazione dei gruppi è, forse
ovviamente, superiore. Però, se il confronto riguarda gruppi reali e gruppi statistici — cioè formati sommando
statisticamente le prestazioni degli individui — allora i gruppi reali, di solito, hanno prestazioni meno buone in
numerosi compiti sici e intellettuali
EFFETTO RINGELMAN
Ringelmann era un ingegnere agricolo che, alla ne del secolo scorso, studiava l’ef cienza del lavoro fornito
da uomini e animali. Fece alcune prove facendo tirare una corda a dei giovani, e scoprì:
•Un individuo da solo tira circa 63 kg, ma 2 individui circa 118 (8 kg meno di 126), 3 individui 160 kg (29 kg
meno), ecc.
All’aumentare del gruppo, cresce la perdita di produzione (un gruppo di 8 tira 256 kg in meno delle sue
possibilità).
il gruppo è meno produttivo degli individui
IL MODELLO DI STAINE
Produttività del gruppo =
Se la mancanza di coordinazione è dovuta al fatto che non tutti tirano al massimo contemporaneamente, le
perdite di motivazione sono più complesse e dovute al fatto che il proprio contributo nel gruppo spesso non
è identi cabile e lasciamo agli il lavoro.
Distinte usando pesudogruppi (gruppi nti in cui ciascuno lavora solo ma crede di lavorare con altri; es.
bendati e con cuf e..)
2) INERZIA SOCIAL
2) teoria di LATANE' (1979) sull' “inerzia sociale”:
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Si suppone che ciò avvenga perché l'effetto delle istruzioni è "diluito" tra i membri del gruppo e quindi quanti
più siamo quanto meno facciamo.
Inoltre nella vita reale l’impatto del singolo sembra poco rilevante o non valutabile (perché dovrei pagare le
tasse?) oppure volutamente ci appro ttiamo del contributo di altri o temiamo lo facciano altri.
Quindi facciamo meno noi ….
COMPENSAZIONE SOCIAL
Tuttavia a volte nei gruppi si produce di più:
• Se siamo molto motivati (compito interessante, competizione con altri gruppi…)
• In culture collettivistiche contrapposte a individualistiche
• Se ci identi chiamo molto con un gruppo molto solidale e coeso ( es. quadra di calcio)
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2. effetto di polarizzazione Studi di Stoner (1961):
" le decisioni prese in gruppo sono più rischiose delle decisioni prese individualmente dai singoli membri
sullo stesso argoment
Esperimento sull’ effetto autocinetico (illusione ottica per cui un puntino luminoso immobile nel buio sembra
muoversi
• Se una persona viene posta al buio in una stanza e deve ssare un puntino luminoso (immobile), dopo un
po’ di tempo lo deve muovere. Se deve stimare in cm l’ampiezza di questo movimento, dà una valutazione
molto soggettiva. Se poi lo fa in un’altra serie di prove in gruppo con persone che hanno dato valutazioni
diverse, gradualmente si assiste ad una loro convergenza verso un valore intermedio.
•Se devono rifare da soli la prova conservano il valore intermedio come norma
ESPERIMENTO DI SHERIF
il primo soggetto diceva 5
prima sessione di gruppo: ad alta voce
si diceva il numero
nelle 3 sessioni molto velocemente il
gruppo va verso una norma sulla
quale tutti convergon
il gruppo fa un compromesso, valore
medio= norma di grupp
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ESEMPIO DELLE STORIE DI STONE
Il signor A., ingegnere elettronico, con moglie e glio, lavora, da quando si è laureato 5 anni fa, presso una
grande impresa che produce apparecchiature elettroniche.
Ha un impiego garantito per tutta la vita con uno stipendio modesto ma adeguato alle sue esigenze, nonché
un buon trattamento di pensione per quando avrà raggiunto i limiti d’età.
D’altra parte ci sono poche probabilità che per tutto il periodo del suo servizio presso l’azienda possa subire
aumenti notevoli.
Mentre partecipa a un convegno, gli viene offerto un posto presso una piccola azienda appena fondata e
dall’avvenire estremamente incerto.
Per questo nuovo lavoro verrebbe n dall’inizio pagato di più e gli sarebbe altresì offerta la possibilità di
diventare comproprietario se la ditta riuscirà a resistere alla concorrenza delle aziende maggiori.
Ecco elencate le diverse probabilità che la nuova ditta ha di risultare nanziariamente solida. Segnate la
probabilità minima che considerereste accettabile perché valga la pena che A. prenda questo nuovo posto:
TUTTAVIA,,
• Non tutti gli item provocavano spostamento verso maggior rischio (uno, anzi, lo provocava verso la cautela:
un tale doveva sposare una signorina con ottime qualità e caratteristiche ma insomma ... non era propri
amore!
" Direzione (rischio) e ampiezza dello spostamento sono correlate con la posizione iniziale media degli
individui.
Se complessivamente il gruppo all’inizio propendeva per il rischio, si spostava ancora di più verso il rischio,
se propendeva per la cautela, polarizzava in quella direzione.
la polarizzazione è legata alla tendenza del grupp
viene esclusa la posizione della minoranza
I GRUPPI ESTREMIZZANO
•Una veri ca di questo effetto della discussione di gruppo, a partire da Stoner e con la stessa metodologia
sperimentale, è stata fatta successivamente per ambiti di discussione diversi dal rischio, in cui il gruppo
doveva semplicemente trovare un accordo comune su un argomento in discussione (Moscovici e Zavalloni,
1969).
IPOTES
a) opinioni e atteggiamenti dei gruppi sarebbero stati più estremi di quelli individual
b) gli atteggiamenti sarebbero stati più estremi in situazioni di maggior coinvolgimento personale
RISULTAT
• Confermano le ipotesi: i giudizi di gruppo sono più estremi di quelli individuali, soprattutto per giudizi
coinvolgenti, e si spostano nella direzione verso cui già tendeva la media dei giudizi dati individualmente.
- Inoltre, quanto più i gruppi erano inizialmente con ittuali (con posizioni molto divergenti) maggiore era la
polarizzazione.
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Favore +
Neutrale 0
Contro -
Prima Dopo
della discussione la discussione
in sintes
L'estremizzazione non riguarda solo le decisioni circa l'assunzione di rischio, ma anche le situazioni
problematiche che richiedono decisioni su argomenti assai diversi. L'effetto si è ritrovato in altri studi,
esempio decisioni delle giurie
ATTENZIONE: nei gruppi reali l'effetto è meno evidente. Secondo Semin e Glendon (1973) succede perché
sono gruppi più stabili
• In uenza dell’informazione
emergono soprattutto gli argomenti a favore della posizione verso cui il gruppo tende e alcuni sono nuovi;
avviene una persuasione reciproc
es gli altri mi dicono cose a cui io non avevo pensato
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LA LEADERSHIP NEI PICCOLI GRUPP
Uno degli aspetti più studiati nella dinamica di gruppo è, probabilmente, la leadership, vale a dire l’esercizio
del comando, la funzione di guida che una persona assume nel gruppo rispetto agli altri componenti.
L’ef cienza e il morale del gruppo sono strettamente connessi al modo in cui viene esercitata tale funzione
di comando.
LE DIFFERENZE DI STATUS
•Il gruppo vuole portare a termine il suo compito, e i suoi membri si rendono conto che fra loro ci possono
essere alcuni dotati di competenze e abilità superiori che facilitano il raggiungimento dello scopo.
E’ questo l’inizio del processo di strutturazione dello status.
•In base a questa “teoria delle aspettative” i membri con particolare status vengono identi cati per
competenze speci che relative al compito (es. bravo in matematica) oppure, in assenza di tali informazioni,
in base a caratteristiche diffuse dello status (o generali) qualità ritenute pertinenti al conseguimento dello
scopo: sesso, età, ricchezza, status in altri gruppi ...
Da quanto detto sui rapporti fra i membri di un gruppo, si ricava che uno dei tratti distintivi del leader è la
sua capacità di esercitare una INFLUENZA maggiore sui membri di un gruppo o di un’organizzazione
rispetto agli altri.
I modelli teorici proposti dagli psicologi sociali sono stati sostanzialmente tre "
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TEORIE SULLA LEADERSHI
1) teoria del "grande uomo” (la prima, anni ‘50)
2) un leader deve mostrare certi comportamenti in certe situazioni (modello della contingenza "
interazione PERSONA x SITUAZIONE)
1 IL GRANDE UOM
• Considera solo la persona del leader, esaminando anche i grandi della storia, ipotizzando che certe
caratteristiche personali (carisma?) siano quelle che fanno il grande leader (tratti di personalità, come
intelligenza, forza di volontà, ducia in sé … ma anche l’aspetto sico, ad esempio statura, peso, forza
sica, salute, voce …).
Il leader è quindi una persona “speciale”, migliore degli altri membri del gruppo.
• i tratti identi cati come frequenti non aiutano nella selezione dei buoni capi: si possono identi care i grandi
leader “dopo”, dif cile prevederlo”prima” (ss. in uno studio longitudinale sono stati seguiti per 25 anni 1000
fra i bambini più intelligenti della California: solo il 5% niti nel Who’s Who e il 13% nell’American Men of
Science.
(Johnson e Johnson, 1991)
è importante che il leader sia meglio dei suoi seguaci ma non troppo megli
deve assomigliare ai suoi seguaci, membri del grupp
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2 IL COMPORTAMENTO DEL LEADE
Se leader non si nasce, ci si comporta come tali.
L’accento si sposta da “come una persona è” a “cosa una persona è in grado di fare” (Trentin, 1976).
Due approcci in particolare si sono occupati di come si comportano i leader:
•A) il primo è un famoso studio di Lewin e collaboratori su come lo stile di leadership in uenza produttività
e morale del gruppo
•B) il secondo è il modello interazionista proposto da Bales, e ampiamente ripreso, in cui si analizzano i
comportamenti e i messaggi inviati all’interno del gruppo
Gli esperimenti sono stati condotti nelle scuole con ragazzini di 10 anni (dovevano creare un oggetto) divisi
in vari gruppi in cui venivano create tre diverse “atmosfere sociali” indotte da diversi stili di leadership e
precisamente "
gli educatori che guidavano i gruppi dovevano avere uno tra questi tre stili
• Democratico: sottopone ogni questione alle decisioni del gruppo che stabilisce attività e metodi, cerca la
partecipa-zione di tutti, favorisce i rapporti, lascia che ognuno lavori con chi vuole, cerca di essere “uno del
gruppo
• Permissivo (laissez faire): riduce al minimo la sua partecipazione, fornisce i materiali necessari e lascia che
ognuno faccia quello che crede, risponde alla domande ma non interviene spontaneament
variabili dipendenti
1 RISULTATI. PRODUTTIVIT
Il gruppo permissivo è quello che dà i risultati meno soddisfacenti: i ragazzi lavorano poco e male e
perdono tempo in scherzi e giochi.
La leadership autocratica garantisce un buon livello di produttività purché il leader mantenga sempre il
controllo del gruppo (ad esempio, se il leader tardava ad arrivare i ragazzi non cominciavano il lavoro e
comunque si interrompevano appena si allontanava).
L’atmosfera democratica dà i migliori risultati in generale, sebbene non in senso strettamente quantitativo,
sulla produttività e i ragazzi hanno fra loro rapporti più amichevoli e maggior “spirito di gruppo”.
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RISULTATI PRODUTTIVITà E GRADIMENT
• Il leader democratico decisamente era quello che piaceva di più, seguito dal permissivo e solo per ultimo
veniva l’autoritario
• L’interesse nei confronti del lavoro, la soddisfazione dei membri e anche la qualità dei risultati erano migliori
nel contesto democratico, sebbene la produttività in senso stretto fosse simile nei due gruppi autoritario e
democratico
RISULTATI AGGRESSIVIT
Nel gruppo autocratico (seguito dal gruppo permissivo e in ne dal democratico) i ragazzi sono molto
prepotenti, manifestano facilmente aggressività verso persone che diventano “capri espiatori”.
Tuttavia alcuni dei gruppi con leadership autocratica sono invece inaspettatamente molto tranquilli e
sottomessi, con comporta-menti aggressivi meno frequenti rispetto agli altri gruppi. Si ipotizza che questo
atteggiamento sia una forma di apatia che nasconde insoddisfazione e tensione latente. In effetti, in questi
gruppi i ragazzi chiedono con più frequenza di uscire e si abbandonano a comportamenti aggressivi appena
nisce la fase autocratica e passano ad una fase diversa, come se si “lasciassero andare” e sfogassero la
tensione accumulata.
SITUAZIONE X CONTEST
Dalle ricerche precedenti emerge che diversi stili possono essere necessari in diverse situazioni (anche per
lo stesso gruppo).
L’interesse si è quindi spostato sulle teorie interazioniste.
Un leader deve essere in grado di variare il suo comportamento sistematicamente da situazione a
situazione.
Tipo di gruppo e di contesto, scopi del lavoro determinano diverse richieste di comportamento da parte del
leader.
L’ef cacia della leadership dipende in larga misura dalle caratteristiche del gruppo in cui opera e dalla
capacità di adattamento del leader ai cambiamenti della situazione.
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CATEGORIE DELL’ANALISI DELL’INTERAZIONE DI BALE
Specialisti Specialisti
socio-emozionali nel compito
Inizia Riceve Inizia Riceve
Comportamenti 1. Dimostra solidarietà x x
socio-emozionali 2. Allenta le tensioni x x
(positivi) 3. Si mostra d'accordo x x
Comportamenti 4. Dà suggerimenti x x
inerenti al compito 5. Esprime opinioni x x
6. Fornisce informazioni x x
7. Chiede indicazioni x x x
8. Chiede opinioni x x
9. Chiede suggerimenti x x x
Comportamenti 10. Si mostra in disaccordo x x
socio-emozionali 11. Mostra tensione x x
(negativi) 12. Mostra antagonismo x x
Possiamo anche parlare di una parziale sovrapposizione fra leader orientato al compito/ autoritario e leader
socio-emozionale/democratico
•Fa quindi maggior riferimento alle componenti razionali del lavoro di gruppo, quali
LEADER SOCIO-EMOZIONAL
•E’ generalmente riconosciuta alle persone che hanno maggiori capacità espressive, che sanno
maggiormente coinvolgere gli altri
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•Fa quindi maggior riferimento alle componenti emotive del lavoro di gruppo, quali
LEADER TRANSAZIONAL
• Modelli recenti esaminano il rapporto leader-seguaci (o gregari) e lo scambio di risorse fra loro.
• I gregari danno al leader riconoscimento sociale e apprezzamento, i leader ai gregari guida e realizzazione
del compito
• Trasformazione e carisma: i leader trasformano gli obiettivi e le idee del gruppo trasmettendo
entusiasmo, sicurezza, seduzione….
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MODULO 8
LE RELAZIONI INTERGRUPPO
Qualsiasi aspetto dell’interazione umana che riguardi individui che percepiscono se stessi come membri di
una categoria sociale/gruppo o che sono percepiti da altri come appartenenti ad una categoria sociale/
gruppo (Taylor e Moghaddam, 1995).
COMPORTAMENTO INTERGRUPPI:
Azioni degli individui appartenenti ad un gruppo quando interagiscono, collettivamente o individualmente,
con un altro gruppo o i suoi membri in termini di appartenenza al proprio gruppo (Sherif & Sherif, 1969)
N.B. complementarietà fra le due teorie di Sherif e Tajfel, cioè fra le determinanti oggettive e le determinanti
psicologiche del con itto
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SPIEGAZIONI SOCIOLOGICHE DI STEREOTIPI E PREGIUDIZ
Il modello proposto da Sherif si propone quindi di spiegare il favoritismo verso il proprio gruppo e il
pregiudizio verso gli altri in termini di con itti oggettivi che nascono da interessi incompatibili fra i gruppi.
Se gli scopi sono invece comuni o sovraordinati si osserva riduzione del con itto.
Si avvicina a spiegazioni sociologiche di stereotipi e pregiudizio e fornisce un’interpretazione per un
fenomeno sociale spesso osservato, vale a dire che i pregiudizi nascono quando le risorse sono scarse e c’è
competizione reale fra i gruppi per gli stessi scopi.
(es. in momenti di crisi economica si inacerbiscono i con itti intergruppo a causa di competizione per posti
di lavoro, case popolari, ecc.)
il con itto è inevitabilmente una conseguenza di interessi incompatibili
! Altri ricercatori (un primo esperimento di Rabbie e Horwitz, 1969) e in ne Tajfel (1981) si sono quindi
domandati, e hanno cercato di veri care, se la semplice appartenenza ad un gruppo non sia suf ciente a
dare origine a favoritismo IG e denigrazione OG.
GRUPPI MINIM
! Tajfel condusse in Inghilterra studi, ormai classici, per dimostrare che gli individui tendono a favorire gli
appartenenti al proprio gruppo di appartenenza (ingroup IG) a discapito dei gruppi cui non appartengono
(outgroup OG)
! In laboratorio si è cercato di individuare le condizioni minime di appartenenza ad un gruppo suf cienti
a dar luogo a fenomeni di discriminazione "
queste condizioni le ha studiate in vari esperimenti
3 strategie possibili
-massimo pro tto per l’ingroo
-massimo pro tto comune però
do più soldi ai membri dell’altro
grupp
-massima differenza a favore
dell’ingroop, io prendo meno,
l’importante è che l’altro gruppo
prenda meno
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I GRUPPI MINIM
Criteri dell’appartenenza a “gruppi minimi”:
RISULTATI
Massima differenza > Massimo pro tto
a favore dell'IG per l'IG
RISULTATI:
I soggetti adottano regolarmente la strategia di attribuire più denaro al proprio gruppo e in modo da
massimizzare la differenza fra IG e OG, anche a scapito del massimo pro tto per l'IG. Anche in ambito
reale è stato veri cato che gli operai di due diversi reparti, consultati a proposito dei salari, erano disposti a
perdere soldi in assoluto pur di guadagnare relativamente più degli operai dell’altro reparto (Brown, 1989).
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APPARTENENZA ALL’I
Tajfel conclude quindi che la semplice appartenenza ad un IG (anche minimo… ) e l’esistenza di un OG sia
suf ciente a produrre fenomeni di competizione intergruppo.
Non ha nemmeno importanza quale sia l’OG o le sue caratteristiche: è suf ciente che sia un gruppo “altro”
rispetto al proprio e si cerca di differenziarsi da esso in senso positivo.
questa è la vera base del pregiudizi
è un fenomeno psicologico di base
Per spiegare un fenomeno così ampio e pervasivo, Tajfel introduce il concetto di identità sociale —
L’IDENTITà SOCIAL
L’identità sociale è quella parte dell’identità di un individuo che dipende dalla sua appartenenza a determinati
gruppi sociali, unita alle componenti emotive e valoriali di tale appartenenza.
Di conseguenza, il livello di AUTOSTIMA di un individuo è conseguenza del valore che attribuisce ai gruppi a
cui appartiene
— normali aspetti cognitivi di base come la categorizzazione sociale (il semplice fatto di appartenere ad un
gruppo e categorizzare anche gli altri in base alle loro appartenenze categoriali e di gruppo - sesso, età,
etnia, ecc.
— aspetti motivazionali (siamo motivati a preservare e migliorare la nostra autostima e ridurre incertezza=
so dove mi colloco, il mio posto nel mondo).
z Riduzione dell’incertezza soggettiva funzione conoscitiva e di padronanza del mondo: che si è, come ci
si dovrebbe comportare, come si dovrebbero comportare gli altri…)
z Aumento dell’autostima (i gruppi lottano per differenziarsi in senso positivo rispetto agli altri - siamo
meglio degli altri, il gruppo compete per status e risorse e ne consegue una identità positiva per i suoi
membri)
! Un modo fondamentale per ottenerlo è mediante confronti “biased” con altri gruppi su dimensioni
rilevanti per l’identità (quali sono queste dimensioni?)
CONFRONTO IG-O
Gli individui confrontano continuamente il proprio ingroup con un outgroup, con una condotta
marcatamente segnata da bias valutativi a favore del proprio ingroup, in base ai quali il proprio gruppo viene
implicitamente considerato migliore rispetto agli altri che vengono a loro volta svalutati o criticati.
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es — campo estivo, compito di costruire una capanna, chi fa quella migliore viene premiat
un gruppo ha chiodi e martello e l’altro gruppo invece non ha risors
il gruppo senza risorse ha costruito una capanna più brutta ma ha anche costruito un giardin
ha spostato la dimensione del confronto
— differenziazione categorial
(Doise) . . e l'asimmetria del favoritismo IG
CONFRONTO SOCIAL
Festinger (1954) ‘confronto sociale’ per la valutazione di capacità e opinioni individuali (livello individuale).
Tajfel (1978) amplia ai gruppi il ‘confronto sociale’ per la comprensione dello status e del valore relativo del
gruppo e dello status e valore che l’individuo acquisisce tramite l’appartenenza a quel gruppo (livello di
gruppo). Per Tajfel è possibile un genuino confronto intergruppi
Dal confronto, l'ingroup può uscire con una considerazione positiva o negativa. Nel primo caso si resterà in
esso. Nel secondo
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STRATEGIE INDIVIDUAL
a1 DISIDENTIFICAZION
Diminuiamo il personale senso di appartenenza al gruppo. Si minimizzano le connessioni psicologiche con il
gruppo:
!- ci si considera individui
!- ci si considera eccezioni
!- si evita di rievocare le connessioni con il gruppo di appartenenza (simboli…)
!- si critica apertamente il gruppo di appartenenza
STRATEGIE INIVIDUAL
a2 DISSOCIAZION
! quando le frontiere intergruppo sono permeabili, si può assistere a un vero e proprio ‘passaggio’
STRATEGIE DI GRUPPO
b2 COMPETIZIONE E CAMBIAMENTO SOCIAL
Con itti e scontri intergruppo, lotta per innovazione politica e per cambiare l’ordine gerarchico. I gruppi
maggioritari cercano di mantenere lo status sovraordinato
STRATEGIE DI GRUPP
b2 INTOIEZIONE DELLA SVALUTAZIONE DELL’I
La più triste… si accettano le caratteristiche negative stereotipiche attribuite all’IG dalla maggioranza.
STRATEGIE DI GRUPP
b3 INTROIEZIONE DELLA SVALUTAZIONE DELL’I
La più triste… si accettano le caratteristiche negative stereotipiche attribuite all’IG dalla maggioranza.
! Effetto glass ceiling: barriera invisibile ma percepita che limita l’accesso alle posizione più alte (es donne
e leadership)
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TEORIA DELLA CATEGORIZZAZIONE DEL S
TURNER, ALLIEVO DI TAJFE
! Non modi ca gli assunti di base della TIS ma ne costituisce piuttosto uno sviluppo
! Secondo questa teoria, l’ identità sociale e personale sono l’espressione di un sé unico che può
manifestarsi a livelli diversi di astrazione, da un livello più generale (“esseri umani”), per passare poi dai vari
gruppi di appartenenza no al livello più basso (singoli individui). Tra questi due poli vi sono livelli intermedi
in cui è più probabile che si ricorra a manifestazioni dell’ intergroup bias
SALIENZA DELL’IDENTIT
Il processo di auto/etero-categorizzazione dipende dal contesto nel quale gli individui si trovano e
dall’interazione fra accessibilità e t.
-Accessibilità: facilità con cui gli individui possono attivare, a livello cognitivo, una categoria sociale
-Fit: grado in cui le categorie sociali attivate si adattano al contesto, al livello in cui esse ri ettono le
differenze esistenti fra i gruppi in una particolare condizione.
!" salienza dell’identità (prontezza nell’adottare una particolare identità e grado in cui è considerata
signi cativa nel contesto sociale.
" che agisce anche in assenza della presenza di altri perché le norme sono interiorizzate
CONTINUUM INTERPERSONALE/INTERGRUPP
Tajfel sostiene che le varie relazioni interpersonali si collocano su punti diversi del seguente continuum, di
cui gli estremi sono casi limite infrequenti:
IMMAGIN
CONCLUDENDO
! Secondo la Teoria del Con itto Realistico (Sherif et al.): il bias osservato in favore dei membri del proprio
gruppo è conseguenza di con itto oggettivo o competizione tra gruppi per gli stessi obiettivi.
! Secondo la Teoria dell’Identità Sociale (Tajfel et al.): l’ingroup bias e il con itto/competizione tra gruppi
nascono inevitabilmente dalla differenziazione stessa in gruppi distinti.
! l’intergroup bias svolge una funzione di differenziazione (l’IG si differenzia positivamente dall’ OG) e di
giusti cazione (la svalutazione dell’ OG giusti ca l’ordine gerarchico e comportamenti discriminatori)
MODULO
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INFLUENZA SOCIAL
come gli altri ci in uenzano e come noi li in uenziam
— Siccome lo fanno anche gli altri si può parlare di in uenza reciproca, esaminata in un noto esperimento di
Sherif
— I soggetti dovevano dare la loro valutazione dell’ampiezza del movimento (VAR.DIP.) in diverse sessioni
sperimentali, dapprima da SOLI poi in GRUPPO (VAR.IND). Gradualmente i giudizi tendevano a convergere
verso un valore medio delle valutazioni individuali. Inoltre, in una ulteriore sessione sperimentale da SOLI, i
soggetti tendevano a mantenere la Norma di gruppo così stabilità invece di tornare alla Norma personale
— Se ai soggetti veniva detto in anticipo che il movimento era un illusione, l’effetto non si veri cava
SCHEMA DI RIFERIMENT
! Usiamo il comportamento altrui e il confronto sociale per stabilire la gamma dei comportamenti
possibili" schema di riferimento
! le norme stabilite in gruppo poi vivono da sole: un esperimento di Sherif con 3 collaboratori estremi e un
soggetto reale vedeva cambiare la composizione del gruppo un partecipante per volta in diverse
“generazioni” no ad essere nuovo ma la norma rimaneva
si veniva quindi a formare un nuovo gruppo con persone diverse ma la norma rimaneva
es i bambini che tramandano le regole di giochi
questo vale per quasi tutte le norme sociali
! un soggetto da solo è contrapposto ad una sorgente di in uenza, rappresentata da (altri 6) individui dello
stesso status, che rispondono in modo opposto al suo e oggettivamente sbagliat
! la situazione non è ambigua, le 3 linee sono di lunghezza diversa
! i soggetti rispondono dopo aver ascoltato la quasi totalità del gruppo rispondere unanimement
! visibilità del soggetto, doveva rispondere ad alta voca
— istruzioni: dare una risposta personale, non c'è pressione esplicita a conformarsi e le comunicazioni sono
proibite
ASCH (2
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— VARIABILE INDIPENDENTE:
Pressione maggioritaria verso Controllo
PROCEDURA
6 collaboratori dicono ad una persona che hanno bisogno di lui per un esperimento
Accompagnato in stanza da un collaboratore-studente, 2 le di sedie, il soggetto è penultimo di 7.
Il compito è un test di discriminazione visiva della lunghezza di una linea da confrontare con 3 altre.
ad alta voce dovevano dire la s a quale assomigliava
i 4 collaboratori (complici) davano per le prime 6 prove la risposta giusta, dalla 7 risposta sbagliata
18 prove, corrette o sbagliate casuali (prime due corrette)
RISULTAT
! numero medio errori: 4,4 (su 12 possibili) meno della meta (non sempre ci si conforma
• 0,08 nel controllo
CONCLUSIONI
! Nonostante la distorsione la maggioranza delle risposte è corretta
! Notevoli differenze individuali: individui indipendenti/conformist
! Colloquio post-esperimento: molto coinvolti, nessuno sospetta l'inganno.
alla domanda perché hai dato la risposta sbagliata: Paura di apparire ridicoli, non si vuole apparire diversi
(" in uenza normativa), si pensa che gli altri vedano diversamente da noi, capito male le istruzioni ("
in uenza informazionale)
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! PERSEVERANZA NELL'ERRORE
Rapporto numero di prove neutre/scorrett
" aumentano error
se la maggioranza da più risposte corrette, le volte in cui risponde in modo sbagliato mi adeguo perché
diventano credibili
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30
35
30 25
25 20
% risposte
% di Risposte 20 errate
15
Errate 15
10
10
5 5
0 0
Controllo Maggioranza unanime controllo gruppo un
unanime sostenitore
Condizioni
Condizioni
FONTI DI INFLUENZ
2 fonti di informazione:
(Nell’esperimento di Asch sono in con itto) — i miei occhi dicono una cosa, gli altri ne dicono un altra
2 tipi di in uenza:
! INFUENZA DELL’INFORMAZIONE " soddisfa il Bisogno di Padronanza
! INFLUENZA DELLE NORME " Bisogno di Af liazione (essere accettato dal gruppo)
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5
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in entrambi i casi si arriva ad adesione interiore
per capire se pesa di più l’in uenza normativa o quella dell’informazione ha costruito delle altre
varianti
INFLUENZA INFORMAZION
dopo l’esperimento ha distribuito un questionario
! scarsa ducia in se stessi — ci si conforma di più
! molte prove neutrali - se gli altri sono credibili aumenta l’in uenza informazione
! dif coltà del compito (ambiguità)
Ø s.— Scelta razionale (in tutte le situazioni anomala guardo gli altri) –
scelta irrazionale o “emotiva”
! In uenza informazionale -
normativa lo dico perche non voglio essere buttato fuori dal gruppo, non perché sia ver
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! Applicato a dilemmi morali (2013) o norme morali, sociali e sulla decenza (2013) da risolvere soli o in
gruppo che esprime una posizione contraria su azioni permissibili o impermissibili; diversa in uenza sociale
su diverse norme
! Replica con bambini di 6-7 anni (2011) " conferma e nessuna differenza di genere
conformisti non si nasce ma si diventa, da bambini si è più dipendent
le donne sono più conformiste degli uomini (ma non nei bambini)
! Senza imbroglio e confederati (2010), usando linee di diversi colori e lenti polarizzate: diversi soggetti
vedevano davvero diverse linee (minore conformismo maschile)
l’esperimento è diventato famoso quindi era dif cile sottoporlo alle persone
CULTURA E CONFORMISM
! Esistono differenze culturali: minore conformismo nelle culture individualistiche, maggiore nelle
collettivistiche o interdipendenti (Markus e Smith et al., 2006)
! Modi che anche nel tempo. Una metanalisi su 133 studi da 17 paesi (Bond e Smith, 1996) trova declino
nel conformismo dal 1950 e conferma differenze paesi collettivisti/ individualisti
" il conformismo risponde a norme culturali
non è un processo universale ed innato
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INDIVIDUALISTICHE
!CULTURE OCCIDENTALI
!SCHEMA DI SÉ INDIPENDENTE
!IDENTITÀ = AFFERMAZIONE DI SÉ
!OBIETTIVO = AUTO-REALIZZAZIONE
COLLETTIVISTICHE
!CULTURE ORIENTALI
!SCHEMA DI SÉ INTERDIPENDENTE
! IDENTITÀ = GRUPPO
!OBIETTIVO = RELAZIONI SOCIALI POSITIVE
2. Attrazione/gruppo visibile/ importante per il soggetto il mantenimento della relazione con la fonte
d’in uenza: " IDENTIFICAZIONE
accettiamo il parere di una fonte di in uenza perché ci identi chiamo con quel gruppo
a metà tra la compiacenza e internalizzazion
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ti adegui all’ulteriore richiest
MILGRAM E L’OBBEDIENZ
studia l’autorità e l’obbedienz
PROCEDURA
Annuncio sulla stampa, pagato 4$, studio sulla memoria (valutare quale punizione ha migliore effetto):
ruolo di insegnante al Soggetto. e un collaboratore l’allievo (MR WILLIAMS
Serie di parole associate da imparare a memoria.
il soggetto viene interrogato dall’insegnante , il quale ti puniva ogni volta che sbagliavi con una scossa
elettrica
Il collaboratore sbaglia secondo cicli stabiliti.
Punizione con scariche da 15 a 450V (leggera, moderata . . . . pericolo).
Ad ogni serie, aumenta l'intensità.
STOP dopo 3 scosse da 450V. (con scritto pericolo di morte
in realtà non veniva data alcuna scossa elettrica
% soggetti
— nessuna differenza di genere
che
40
le donne sono più conformiste, magari meno violente
obbediscono
totalmente
30
ma più conformist
20
10
RISULTAT
Superano le previsioni più pessimiste!!!!
Scossa media massima: 360V
% soggetti che obbediscono: 62,5%
68% no a 450V in una delle varianti
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(natura del feedback
il soggetto e mr williams sono nella stessa stanza
• colpi sulla paret
• vocal
• stessa stanz
• contatto per la scoss
!UGUALE
• sperimentatore vittim
• laboratorio scalcinato — ragazzino con sperimentatore senza camice
• soggetti di sesso femminile
!AUMENTARE
• sperimentatore anello intermedio che da' le scoss
" (solo 3 o 4 ri uti)
• altri due partecipanti obbedienti (92.5%)
Baseline Sperim. Disobbedisce
2 pari si ribellano
65 0 15
Baseline
Perc
Assente S Toccare la vittima Obbedienza e mancanza di consenso
65 di obbedienza18
nelle diverse 30
condizioni
80
80 % soggetti
% soggetti
60
60
che che
obbedisco 40 obbedisco 40
no 20 no 20
0
Baseline Assente S Toccare la 0 Baseline Sperim. Disobbedisce 2 pari si ribellano
vittima
Condizioni Condizioni
DIVERSI PAES
L’esperimento è stato replicato (prima di essere proibito per ragioni etiche) in molti paesi:
% di obbedienza maggiori in Spagna e Olanda 90%, italiani, tedeschi e austriaci 80%, minore in Australia
40%
uno dei modi in cui si può replicare è la stimolazione sperimental
descrivo in un questionario l’esperimento di milgra
tu cosa faresti? una percentuale molto elevata non ubbidirebb
seconda domanda: su 10 dei tuoi amici quanti pensi che ubbidirebbero? più di m
terza domanda: su cento persone che non conosci: ottieni gli stessi risultati di milgra
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…
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esperimento analogo a quello di asch
Moscovici: paradigma delle diapositive blù, che a “qualcuno” (una minoranza di 2 soggetti su 6) sembrano
verdi
RISULTAT
! 8.4 % di impatto (confronta con il 30% di Asch) molto minore
! 32% almeno qualche risposta sbagliata — 1/3 dei partecipanti da risposta sbagliata
! Attenzione: il cambiamento dipende dal gruppo
alcuni gruppi in cui l’in uenza della minoranza era maggiore per l’altro gruppo minor
STILI COMPORTAMENTO
! la MIN attiva un processo di convalida, che induce a prestare attenzione al problema: processo attivo,
meno super ciale di quello indotto dalla MAG
la minoranza mi ha fatto cambiare prospettiva, mi ha fatto pensare ad un altra ipotesi
la min mi induce a riguardare la diapositiva e riconsiderare in modo meno super ciale il colore
La MIN
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Ø produce CONVERSION
Ø elaborazione SISTEMATICA del messaggi
Ø agisce maggiormente a livello privato (in uenza nascosta) mi hanno convinto
La MAG
Ø produce ACQUIESCENZ
Ø elaborazione SUPERFICIALE od EURISTICA del messaggi
Ø opera soprattutto a livello pubblico, manifest
magg= pensiero convergente= tutti dobbiamo convergerai alla verità della maggioranz
min= divergente= pone un problema, esplori diverse soluzioni per quel problema creando soluzioni diverse
INFLUENZA COME
PROCESSO UNITARIO
LATANè E WOL
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! in uenza processo simile per fonti MIN e MAG— esercitano la stessa in uenz
l’impatto dell’in uenza è frutto del prodotto della moltiplicazione di questi fattori
font
immediatezza della fonte (presenza o meno
ampiezza della font
! IMPATTO SOCIALE =
prodotto (forza, immediatezza, ampiezza) della fonte
! effetto dell’ampiezza:
aumenta in base a una funzione esponenziale
" MIN effetto minore di MAG
se sono 2 persone contro 4 è ovvio che esercitano un in uenza minore
! inoltre, le MIN hanno bersagli più numerosi, + probabile che abbia un effett
ma magg ha un bersaglio sol
COME DISSE
! Stuart Mill: anche quando l’altrui opinione è falsa ci procura il vantaggio della più chiara percezione
della verità, al cospetto dell’errore
! Esposito: è il dissenso che ha bisogno di essere protetto, non l’opinione di chi canta nel coro
! Voltaire: non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere
MODULO 10
si pensa che il pregiudizio si basa sull’ignoranza (la non conoscenza dell’altro
in realtà non è cosi
DEFINIZION
! XENOFOBIA: paura dello stranier
! RAZZISMO: superiorità biologica, morale e intellettuale di una razza
è conclamato che la razza umana è un
si sostituisci con pregiudizio etnico o il sessismo ecc
• differenzialista: autonomia etnico-razziale di ciascuna civiltà nel suo habitat, preservazione della propria
identit
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…
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2 dimension
- universalismo (tutti) /relativismo (alcuni gruppi
- eterofobia (paura dell’altro) / etero lia (amore
si creano 4 quadranti
- razzismo imperialista= i bianchi contro tutti gli altri, razzismo classic
- razz. differenzialista= alcuni sono meglio di altr
! Melting pot o “crogiolo”. Fondamento dell’integrazione statunitense, società come un mortaio nel quale
differenze e origini culturali venivano “pestate”, assimilate, come in un bel pesto genovese.
il colore viene annuiato e tutti sono mescolati
Ritenuto un modello per le società multietniche.
Ma, col tempo, il pesto è andato a male.
in realtà non ha portato alla convivenza civile, perché le persone si dovevano assimilare alla cultura
americana, dimenticando la cultura d’origine
— Multiculturalismo nuova ricetta, non pesto uniforme ma insalatona mista e colorata, i cui ingredienti
diversi convivono mantenendo ciascuno il proprio gusto
Valorizzazione e rispetto di tutte le differenze di costume, cultura, religione o etnia.
Nato negli anni Ottanta, le radici risalgono a quando ha cominciato a farsi strada nelle società occidentali la
questione della “differenza” con la contestazione della cultura tradizionale nel Sessantotto e le rivendicazioni
etniche e nazionalistiche della Decolonizzazione.
L’intensi cazione dei fenomeni migratori e della globalizzazione hanno poi sancito il passaggio de nitivo da
una cultura dell'unicità a un vero e proprio culto della differenza.
ASSIMILAZIONISMO O INTEGRAZIONE?
L’Europa oscilla fra due modelli di integrazione:
! “assimilazionista” francese
! “multiculturalista” anglosassone
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Entrambi in crisi. Il primo puntava a un’integrazione fondata su uno scambio: la concessione della
“cittadinanza repubblicana” in cambio di una privatizzazione del credo religioso (di qui, ad esempio, il divieto
del velo nelle scuole francesi).
La politica multiculturalista britannica concedeva spazi pubblici alle minoranze etniche o religiose, sotto
forma di “diritti collettivi”, politica liberale e tollerante.
nessuno dei due modelli è riuscito a risolvere il problema delle convivenza civil
▶ A inizio 2021, risultano circa 5,17 milioni di stranieri in Italia (8,7% della popolazione residente) regolari
iscritti all’anagrafe, a cui vanno sommati circa 750.000 stranieri non iscritti.
▶ Nel 2020, si sono iscritti all’anagrafe dall’estero 192.000 stranieri, in forte calo rispetto all’anno
precedente. Negli ultimi anni gli stranieri hanno contribuito a frenare lo spopolamento del Bel Paese, ma
attualmente tale effetto sta diminuendo d’intensità.
▶ Nel 2020, le comunità straniere più importanti in Italia sono, in ordine, quella rumena, albanese,
marocchina, cinese e ucraina. La maggior parte degli stranieri è residente nelle regioni del Nord e del
Centro.
▶ A inizio 2020, l’Italia risulta il 4° Paese in UE27 per numero di stranieri residenti iscritti all’anagrafe in
termini assoluti e il 14° in termini relativi sul totale della popolazione residente.
SI NO
modello a 2 dimensioni
valgono sia per la cultura ospitante sia per quella ospitat
- si relazioni, si caratteristiche = integrazione es mussulmani, indian
- si relazioni, no caratteristiche= assimilazione, dipende dalla volonta di mantenere o
rinunciare alla propria identità culturale es ucraini, est europa
- no relazioni, si caratteristiche= separazione, ridurre i contatti — es i cinesi
- no relazioni, no caratteristiche= marginalizzazione — es zingari loro ri utano anche la
scuola altrimenti si assimilerebbero, nativi americani
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IMMIGRAZIONE:
SECONDA GENERAZIONE, PROBLEMI DOPP
le prime generazioni sono passati da una situazione di rischio ad un paese con stabilità
politica ed economic
SECONDA GENERAZIONE
INTEGRAZIONE O DEVIANZ
COSTRUTTI PSICOSOCIAL
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! contenuto " processi
esame del contenuto (chi sono le persone odiate maggiormente ad un analisi del processo
Ø Inizialmente il pregiudizio è stato considerato come una caratteristica dell’individuo, e quindi associato a
componenti irrazionali, psicodinamiche, cioè legate a particolari tipi di personalità anche al limite della
patologia (es. Adorno e la “Personalità autoritaria”, anni ‘50
Ø In seguito il pregiudizio è stato visto come esito di relazioni intergruppo, cioè legato alle dinamiche e ai
con itti dei rapporti fra gruppi diversi (Sherif, Tajfel)
dati deu gruppi, quali sono le condizioni che portano a nascere il con itto?
CONCEZIONI INDIVIDUALI
ADORNO E LA PERSONALITA’ AUTORITARI
# Gli atteggiamenti di un individuo formano un pattern coerente che sono espressione della sua
personalità
# Regime disciplinare troppo severo, spostamento dell’aggressività dai genitori alle minoranze
# Caratterizzata da: rimozione delle tendenze ritenute socialmente inaccettabili (quali paura, debolezza,
sentimenti aggressivi verso le gure genitoriali o autoritarie in genere), proiezione delle tendenze rimosse
sugli altri, perciò visti come ostili e minacciosi
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DEPRIVAZIONE RELATIV
Stouffer et al. (1949)
Gurr (1970
la deprivazione relativa deriva dalla percezione di una discrepanza fra aspettative e capacità di valori e beni
più questa discrepanza è alta più tendo a confrontarmi con altri gruppi sociali che secondo me non
avrebbero il diritto di vare quando hanno
aspettative " quei valori o quei beni ai quali un individuo pensa di avere diritt
capacità " quei valori o quei beni che pensa di poter ottenere nella realt
Tre spiegazioni:
! Competizione sociale-economica
il confronto sociale si fa con le nicchie (quelli simili a me) non con il miliardari
questo signi ca che se io sono ricco, laureato non entro in competizione con l’immigrato extracomunitario
non c’è competizione economica per avere la casa popolare
— Spesso più che attribuire loro più caratteristiche negative (o provare verso di loro più emozioni negative)
gli si attribuiscono meno caratteristiche positive (o si provano meno emozioni positive, non sono stupidi,
sono meno intelligenti) rispetto all’ingroup.
— Il “razzista moderno” spesso non si riconosce come tale o non ne è consapevole («non sono razzista
ma….»). forse potrebbero stare a casa loro, hanno un brutto odore
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PETTIGREW W MEERTEN
Scala del pregiudizio manifesto e latente
ARCURI E COCA
! Mc Conahay (1986) ha veri cato che le risposte su problemi razziali risentivano della desiderabilità
sociale
si ha ma non si può più dire
! Silverman (1974). studenti di colleg, gli veniva proposta una lista di 10 etnie e d'oceano dire quanto gli
piacevano i neri, i magrebini etc… (le risposte verranno utilizzate per fare gli abbinamenti di camera)
quando non c’era questa info, i livelli di pregiudizio scendevano, mentre quando cera saliva
=effetto della desiderabilità sociale: il pregiudizio ce l’ho ma non si dic
Se da risposte ad atteggiamento dipendeva assegnazione compagno di camera, giudizio sui neri molto
meno positivo
! Ma prog. interrompono telefonata dei neri prima della richiesta, mentre cons. no.
i progressisti lo facevano molto di più rispetto ai conservatori
il conservatore non ha problemi ad ascoltare la richiesta del nero e dire di n
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mentre il progressista dovrebbe confrontarsi con l’immagine di se stesso come razzista
mettono in atto l’EVITAMENTO
! Dai 4 anni i bambini, grazie alla consapevolezza etnica, sanno distinguere membri di gruppi diversi in
base ad aspetti esteriori, e sanno identi carsi col proprio gruppo etnico, per il quale sviluppano un bias
favorevole parallelo (? ancora dubbio) ad uno sfavorevole per l’outgroup.
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DALLA PREFERENZA INGROOP AL PREGIUDIZIO VERSO LìOUTGROU
! Ipotesi sociocognitiva
La preferenza ingroup causa pregiudizio verso l’outgroup: esso è una tappa inevitabile ma non durevole;
Critica ai metodi di misurazione
è dif cile chiedere e misurare questo
PREGIUDIZIO INEVITABILE
Contrariamente a quanto sostenuto dalla SIT e dalla ST, secondo la SIDT, l’identi cazione con l’IG non
comporta sia la preferenza per l’IG sia il pregiudizio verso l’OG, ma solo la prima (preferenza etnica, focus
sull’ingroup).
Il passaggio alla fase del pregiudizio etnico non avviene automaticamente e inevitabilmente, ma dipende:
! da processi sociali " i bambini adottano, facendoli propri, gli atteggiamenti pregiudiziali verso gruppi
minoritari prevalenti nel proprio gruppo sociale
! dall’acquisizione del concetto di costanza etnica " le caratteristiche etniche distintive dei gruppi sociali
sono stabili.
(Nesdale, 1999a; 2004; Nesdale & Flesser, 2001; Nesdale et al, 2004)
Ripetuto nel 2006 da Kiri Davis, studentessa nera di 17 anni, uguali risultati (A girl like me).
deidenti cazione=ri utare la propia appartenenza
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EGUALE STATUS
! Se la situazione non è equilibrata e uno dei gruppi è in posizione inferiore è probabile ottenere un
rafforzamento degli stereotipi correnti.
è impossibile nel mondo real
i due gruppi non sono di eguale status ma almeno nelle condizioni di contatto io devo cercare di garantire
che i due gruppi siano di eguale status (es parlare una lingua neutra e non scegliere una dei due gruppi)
COOPERAZIONE/ESPERIENZA DI SUCCESS
! I due gruppi devono cooperare per raggiungere uno scopo comune.
Se le persone dipendono reciprocamente per l'acquisizione di uno scopo, hanno ragioni strumentali per
sviluppare relazioni amichevoli.
Alcuni autori sottolineano come necessario che la cooperazione porti al positivo raggiungimento dello
scopo comune, altrimenti i pregiudizi possono peggiorare.
se non si raggiunge il successo questo effetto non funziona
! intervento diretto da parte dell’autorità, possibilità di sanzioni in caso di rapporti fra gruppi scorretti o
episodi di discriminazione
! le esperienze di contatto non possono essere episodi isolati o limitati a un solo contesto (scuola, lavoro,
casa… ) perché sarebbero vissuti come eccezioni alla norma di separazione fra i gruppi
uno degli ambiti che più si presta a sviluppare esperienze di contatto che abbaino le 4 condizione è la scuol
mettiamo a contatto gruppi diversi garantendo un sostegno istituzionale, eguale status, esperienze di
cooperazione, rapporti personali approfonditi
! Purtroppo, risultati hanno messo in luce che spesso si ottiene un peggioramento dell'atteggiamento
verso la minoranza (Stephan, 1978).
probabilmente non erano garantite le condizioni proposte da Allport
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CONTROEFFETTI DEL CONTATT
Diverse spiegazioni
! Brown (1995): quanto avviene a scuola costituisce solo una parte delle relazioni intergruppo dai bambini;
un anno di contatto è forse poco in confronto alle innumerevoli in uenze esterne.
Inoltre, poche delle condizioni strutturali di Allport sono soddisfatte.
Un esempio, dif cilmente l'interazione fra membri di diverse etnie avviene a scuola con pari status dei due
gruppi; le diverse condizioni socio-economiche in uenzo anche il rendimento scolastico. Da veri care la
reale incidenza del sostegno istituzionale.
Importanza di emozioni e ansia (Stephan e Stephan, 1978; modello sull’ansia intergruppo di Hewstone)
! Naturalmente, il contatto non è l'unico meccanismo in grado di modi care l'atteggiamento etnico, ma un
suo ef cace utilizzo per alleviare i con itti intergruppi dipende largamente dalla struttura della società che
regola le relazioni tra i gruppi
Ø Il gruppo dominante si sente minacciato da quello minoritario che “occupa” spazi e risors
es. si prendono posti di lavoro, le case popolari, ecc
E IL CONTATTO INDIRETTO
Studi recenti hanno studiato gli effetti del contatto indiretto, che presenta il vantaggio di poter coinvolgere
larghi numeri di persone e non avere la controindicazione dell’ansia possibile nel contatto diretto.
Sui tratta di
! Contatto esteso (da altre persone, mio zio sposa una turca) (es. Turner, Hewstone e Voci, 2007)
! Contatto immaginato (pensa se ti trovassi in contatto, il baboratorio) (es. Crisp e Turner, 2009)
! Contatto tramite mass-media (es. Crisp e Hogg, 2011)
Ø Decategorizzazion
eliminare i con ni fra gruppi, rapporti personalizzat
Ø Ricategorizzazion
categoria sovraordinata e ridisegnare i con ni delle categorie
i con ni ci sono ma ne creiamo una categorizzazione sopraordinat
io polacco tu italiano ma siamo tutti europei
Ø Mutua differenziazion
mantenere salienti i con ni e sottolineare l’interazione intergruppo fra membri tipic
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DECATEGORIZZAZION
Propone che se l’appartenenza di gruppo perde la priorità sulla considerazione dell’altro, a favore del
contatto personalizzato, allora sarà possibile un incontro a livello interpersonale piuttosto che intergruppi:
questo dovrebbe facilitare la riduzione del favoritismo verso il proprio gruppo (Brewer e Miller, 1984)
Uno dei problemi con questo approccio è la dif coltà di generalizzazione, dall’incontro interpersonale con
quella/quelle persone al miglioramento dell’atteggiamento verso l’intero gruppo di minoranza etnica
RICATEGORIZZAZION
Mira a strutturare la categorizzazione di gruppo ad un livello più elevato e più inclusivo. Si ottiene
aumentando la salienza di appartenenze di gruppo incrociate o sovraordinate, facilitando il fatto che le
persone percepiscano l’altro come membro di un gruppo vicino al proprio su una data dimensione,
migliorando così le relazioni intergruppi.
Un esempio è l’introduzione di una identità ingroup comune (Gaertner e Dovidio, 1993), trasformando la
rappresentazione dell’appartenenza a due gruppi ad un unico gruppo inclusivo: es. siamo sì bianchi e neri
ma siamo tutti studenti della stessa scuola . . .
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