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PSICOLOGIA SOCIAL

- prime 5 settimane lezion


poi esonero dopo le vacanze di pasqua verso la ne di april

- il secondo esonero durante l’appello normale giugno-lugli


(entrambi scritti

- settembre esame intero se non si passano gli esoner


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Psicologia sociale: che cosa

è lo studio -scienti co- di come i pensieri, i sentimenti, i comportamenti (tripartizione della mente dei 3 ambiti
- affect bhieviour- comportment) delle persone sono INFLUENZATI dalle altre persone, presenti sicamente
o mentalmente (immaginati, anche le normeimplicite del comportamento es buongiorno quando si entra in
negozio
le regole cambiano nel tempo e nello spazio — un tempo si diceva che i negri sono sporchi ed sera normal

tutti i nostri ambiti di funzionamento sono in uenzati dagli altri

1-5: intraindividuale — ciò che


avviene nella mente di una
person
es stereotipo, anche di gruppi
non conosciuti (ebrei

6-10: intergruppo — relazioni


di amicizia, di coppi

pregiudizio maggiore in italia. i


roh

Qual’è l’identità della psicologia sociale


IDENTITà DI UNA DISCIPLIN

- oggetto di studio
- teorie e modelli (PER SPIEGARE ALCUNI FENOMENI
- metodi di ricerca

SPECIFICITà DELLA PSICOLOGIA SOCIAL

! Molto interdisciplinare e legata a discipline af ni (sociologia,  antropologia … le altre discipline


psicologiche, in particolare Psicologia generale e dello Sviluppo, Psicometria) sto che l’oggetto d’indagine è
l’essere umano

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! La sociologia studia gruppi, piccoli e grandi, nelle loro dinamiche micro (es come interagiamo con il
vicino di casa) e macro

! La psicologia sociale studia individui (normali- medi) in contesti normali nelle loro relazioni con gli altri
(come li percepiscono, in uenzano, si rapportano… ecc.)
studia il comportamento di individui medi in contesti normal
ciò non vuol dire che non vengano studiati anche comportamenti estremi (violenza), solo per capire il
comportamento normale

RADICI FILOSOFICHE, CENNI STORIC

l’essere umano da dove deriva

z Platone " primato dello Stato sull'individuo,


  che deve essere educato dall’autorità — lo stato crea il pensiero e il comportamento dell’essere

 
z Aristotele " essere umano sociale per natura, dall’individuo si sviluppano famiglia, tribù
  e Stato

DUALISM

individuo vs societ
mente vs corp
natura vs cultur
razionalità vs irrazionalit

INIZI DELLA PSICOLOGIA SOCIAL


1 VOELKERPSYCHOLOGIE (psicologia dei popoli

- Wundt (1832-1920), la considera complemento della psicologia individuale sperimentale.


primi modelli di psicologia sociale: "Psicologia dei popoli".
— E’ una psicologia sociale, culturale, comparata e storica. (come nascono le comunità)
— Sviluppo nazionale speci co: forma base delle associazioni umane la comunità culturale.

Carenze metodologiche ma ampio respiro


(Ha grandi aspirazioni teoriche ma carenze metodologiche, trovare strumenti)

INIZI DELLA PSICOLOGIA SOCIAL


2 PSICOLOGIA DELLE FOLL

ne 800 primi 90
grosso interesse alla psicologia delle folle- capire cosa muove la grande folle, le mass
i politici temevano di perdere il controllo delle masse (periodo del comunismo

l’individuo nella massa diventa più primitivo, anonimo e perde i freni inibìitor
la folla quindi diventa delinquente
(! responsabilità ridotta nella "folla delinquente", l'individuo diviene più primitivo, più infantile e quindi meno
razionale e con minor autocontrollo)

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in epoca recente alcuni psicologi sociali hanno ricominciato a studiare il comportamento delle foll
esperimento con HULIGANS— togliendo l’anonimato diminuisce il comportamento violento
sono stati identi cati gli huligan
no, ci sono stati degli aumenti di comp. aggressiv
perché
qualè il motore del comportamento: perché valgono le norme del gruppo es — picchia più membri
possibile dell’altra squadra

IDEE " Mente della folla (già presente in Platone), di gruppo, in uenza sociale

PRIMI MANUALI (1908


una disciplina esiste quando nasce un corso universitario e quindi nascono i primi manuali per
trasmettere le conoscenz

- McDougall = il primo nasce nell’ambito della psicologia (si occupa di processi intra individuali-
istinti

- Ross= il secondo è più sociologico e di come gli individui si associano tra loro

#1898: primo esperimento di Triplett sull'in uenza della presenza


altrui sulla rapidità e qualità di esecuzione di un lavoro, di un compito
("facilitazione sociale”)
corre più veloce da solo o in pubblico

Due effetti:

Co-action effects: il fenomeno per cui una performance migliorata


deriva dalla presenza di un altro che esegue lo stesso compito
(correre in bici, avvolgere un mulinello da pesca)

Audience effects: una performance è in uenzata dalla semplice presenza di altre persone)

noi facciamo meglio in pubblico una cosa che sappiamo fare ben
se non sappiamo cantare, la presenza del pubblico peggiora la performanc
la variabile è quanto noi siamo in grado di fare quel compit

la variabile indipendente: pubblico, non pubblic


variabile dipendente: performance — velocit

PROSPETTIVE TEORICH

! Socioculturali
! Evoluzioniste
! Apprendimento sociale
! Social cognition

PROSPETTIVE SOCIOCULTURAL

Quali forze guidano il comportamento sociale?


TOTALMENTE EMPIRISTA— la forza predominante è quella dell’ambiente

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! Norme entro gruppi culturali


! Differenze di classe sociale
! Nationalità/etnia
! Mode e tendenze

NORME SOCIALI: regole ed aspettative sul comportamento appropriato


ES: Tatuaggi e piercing vanno bene per adolescenti o musicisti rock ma non per bancari— ora questa norma
è cambiat
le norme cambiano nel tempo e nello spazio

a guidare il comportamento sono le norme ( es su come deve comportarsi un maschio e una femmina o i
giochi per maschi e femmine) , le differenze di classe sociale (i soldi),

tipizzazione, conformismo, adattamento al gener


i maschi ancora oggi non possono sottrarsi alle aspettative sociali

PROSPETTIVA EVOLUTICA/ SOCIOEVOLUTIVA


MODELLO INNATIST

Quali forze guidano il comportamento sociale?

! Predisposizioni genetiche ereditate dai nostri antenati

ES: Tendenza ad avere paura davanti ad una faccia arrabbiata (più genetico che socioevolutivo) o di una
madre a proteggere i suoi bambini

ES le donne hanno una maggiore capacita emotiva (capire e riconoscere le emozioni


perché l’uomo andava a caccia e stava zitto mentre le donne raccoglievano i frutti e le erbe e parlavano tra
loro

i nostri antenati hanno sviluppato dei modelli comportamentali che andavano bene per il
sopravvivenza della specie e li hanno tramandati

quindi alcuni comportamenti sono stati tramandati, mentre altri sono genetic

PROSPETTIVA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE o comportamentism


EMPIRISMO PURO— nel bambino tutto sviluppo grazie all’ambiente

Quali forze guidano il comportamento sociale?

!Condizionamento classico — stimolo risposta , UTILIZZATO NELLE PUBBLICITA= valutazione positiva su


uno stimolo neutro
perché funzioni, lo stimolo iniziale deve essere neutro e non deve evade una valutazione positiva o negativa.
— non puoi dire al bambino che la mamma è cattiva

!Condizionamento operante (abitudini od azioni rinforzate-ricompensate da altri, come lodi, rinforzo positivo
e negativo)

!Imitazione di comportamenti altrui ricompensati

i comportamenti sociali vengono forgiati da questi meccanism


4

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  ES: Ci piacciono di più le persone che incontriamo mangiando del buon cib
  Un ragazzo che dopo un comportamento violento viene lodato dai suoi amici

PROSPETTIVA DELLA COGNIZIONE SOCIAL


a metà tra empirista ed innatist

prestiamo attenzione solo ad alcuni aspetti dell’ambiente, elaboriamo in modo attivo la realt
ignoriamo molte info

cambiano le attribuzion
se un marocchino arriva in ritardo non è af dabil

molte indo sono ambigu

Quali forze guidano il comportamento sociale?

! Ciò a cui prestiamo ATTENZIONE


! Come INTERPRETIAMO e GIUDICHIAMO le situazioni sociali
! Cosa RECUPERIAMO dalla MEMORIA

  ES: Le persone che usano semplici EURISTICHE (credere ad una autorità, essere d’accordo con la
maggioranza) vengono più facilmente persuasi da un messaggio anche debole

PROSPETTIVA DELLE NEUROSCIENZE


innatismo

Quali forze guidano il comportamento sociale?

! Le funzioni psicologiche sono prodotte dai circuiti neurali Nuove e potenti tecniche di misurazione, come
quelle di neuroimaging e  analisi permettono di affrontare questioni astratte come ad esempio il modo in cui
la cognizione umana e l'emozione sono mappate da substrati neurali speci ci. (studio dell’emotività e
comportamento emotivo)

  ES: Neuroni specchio e scopo del gesto, empatia

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STORIA (USA

- La concezione individualista (concentrazione sull’individuo) viene a coincidere con l'orientamento


metodologico ( numeri, esperimenti) della:

concezione sperimentale comportamentista

  Allport (1924), primo psicologo sociale comportamentista


autore di uno dei primi manuali di psicologia sociale

INDIVIDUALISMO
l’obbiettivo era studiare le caratteristiche dell’essere uman
queste caratteristiche ci sono indipendentemente dal contesto

Individuo astratto: le caratteristiche psicologiche di base dell’individuo (che siano bisogni, desideri, istinti,
processi cognitivi, ecc.) esistono indipendentemente da contesto sociale e il “gruppo” è l’unione o il prodotto
di tali facoltà

DEFINIZIONE DI PSICOLOGIA SOCIALE proposta al ALLPOR


“la scienza che studia il comportamento dell'individuo, nella misura in cui tale comportamento stimola altri
individui o ne costituisce una reazione”

INDIVIDUALISMO
+
COMPORTAMENTISMO
+
METODO SPERIMENTALE
=
SCIENZA VALIDA

KURT LEWIN (1890-1947) VERSO IL COGNITIVISM


studiò le dinamiche di gruppi e fece delle ricerch

ha lavorato per spostare la psicologia sociale verso il cognitivismo — lui era un gehstaltista

aggiungo costrutti

- teoria di camp
- spazio di vit
- tensioni e forze che vanno dall’io verso l’ambiente e dall’ambiente verso l’i

! Principio dell‘ interdipendenza, con supremazia del tutto sulle parti (approccio gestaltico) (quattro
puntini vengono nessi insieme per formare un quadrato) . .
. .

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puntini=esseri umani: se noi cambiamo uno di questi puntini, cambia tutte le relazioni tra i quattro
puntin

! Un orientamento generale e metodologico, più che una teoria

- esperimenti sui gruppi


- lavoro nella vita quotidiana (RICERCA-AZIONE), importanza della ricerca applicata a problemi sociali —
(ricerca-azione: era convinto che la ricerca sociale non potesse essere fatta dallo scienziato nel
laboratorio, ma nel mondo reale

per lui era importante considerare anche l’ambiente

per lui la psicologia sociale aveva un senso solo per poteva migliorare il mond

LIVELLI DI SPIEGAZIONE in psicologia sociale


del comportament

Ø INTRAPERSONAL
Processi psicologici che trattano le modalità con cui gli individui organizzano la loro percezione,
valutazione e comportamenti nella realtà social

Ø INTERPERSONAL
Dinamiche dei processi interindividuali fra persone considerate individui in posizioni uguali come attori
interscambiabil

Ø INTERGRUPP
Effetti della categorizzazione sociale, dell’appartenenza di gruppo, di differenti posizioni social

Ø SOCIAL
   credenze condivise, ideologie

prospettiva intra-individuale
il sociale è solo un contesto, che può servire, ma non in uenza i processi di base di un
atteggiamento

il sociale deriva dall’individual


IL CONTESTO CON CAMBIA IL MECCANISMO DI BASE DI UN ATTEGGIAMENTO

SOCIALE INDIFFERENZIATO
! gli individui sono particelle individuali non differenziate, collegate le une alle altre secondo modalità inter-
individuali che seguono le leggi dei processi psicologici intra-individuali di base

! estensione dei concetti emersi da relazioni diadiche ai gruppi, ai fenomeni sociali

! concezione ingenua e astorica della società= QUESTI MECCANISMO NON CAMBIANO MAI, la società
non cambia mai — non è vero

PROSPETTIVA INTER-INDIVIDUALE/INTERAZIONIST
non si forgiano ne dall’ndividuo ne dalla società ma dalla relazione di esseri umani
da questo si arriva a studiare i comportamenti di grupp
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il contesto conta — il modo in cui creiamo le relazioni cambia in diversi contest

! dall'interazione derivano sia il sociale sia l'individuale

! studio dei comportamenti di gruppo

! il sociale è costitutivo e strutturante

SOCIALE ORGANIZZATO— AMERI

! la società non come aggregato (di singoli individui) ma articolata e strati cata in gruppi organizzati e
gerarchici

! viene studiata la comunicazione, potere ed ideologie

! metafora dell'uomo come “attore della vita quotidiana” (Palmonari, 1987) — interpretiamo tutti i ruoli che la
società ci da= mamma, glia, studente, moglie

! importanza del contesto e dei processi storici — non si possono fare queste cose in un laboratorio

PSICOLOGIA SOCIALE COME DISCIPLINA STORIC


la psicologia sociale — disciplina storica più che scienti c
PERCHè I FENOMENI CAMBIAN
i fenomeni che osserviamo cambiano solo per il fatto che li stiamo osservando

Le teorie in Psicologia Sociale sono una



  ri essione della storia contemporanea:


- le premesse teoriche si basano essenzialmente su predisposizioni apprese.

Al cambiare del contesto culturale, cambiano le predisposizioni e le premesse spesso sono invalidate


- la diffusione della conoscenza psicologica può modi care i comportamenti su cui si basa quella
conoscenza


CONCL. La conoscenza non può essere accumulata nell'usuale senso scienti co per via dei limiti storici, i
fatti non sono stabili

L’ ABC DELLA PSICOLOGI


tripartizione della ment
- A = affetti, emozioni, sentimenti (in parte anche le motivazion
- B = comportamento, componente conativa, azioni, tendenze all’azion
- C = cognizione, pensieri, opinioni, credenz

grandi domande
quanto sono collegate questi ambiti neurologicament
relazione tra questi ambit

relazione tra questi ambiti — nel determinare un comportamento pesa più il pensiero o le emozioni
(in contraddizione) —le emozioni tendenzialmente

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I METOD
de nizion
I metodi forniscono strumenti per (raccolta di info) tradurre le idee del ricercatore in azioni e studiare il
mondo in modo sistematico

! Metodi: procedure seguite dal ricercatore nella raccolta di informazioni per rispondere ad una domanda/
veri care un'ipotesi
Quale metodo? Dipende dal tipo di domande, dall'obiettivo nale della ricerca

! Metodologia: sono i diversi aspetti dell'applicazione dei metodi

!COSTRUTTO: teorico, concetto astratto postulato da una teoria— può assumere un signi cato diverso a
seconda della teoria: cosa viene de nito aggressivo viene determinato dalla cultura ad esempio, da chi la
mette in att

l’aggressività dipende dal modello teorico che utilizz

! VARIABILE: misurabile, adatta a rappresentare il costrutto


(possibile avere più di una variabile per lo stesso costrutto
VAR INDIPENDENTE in uenza altri costrutti/variabil
VAR DIPENDENTE  è in uenzata da altre costrutti/variabili

!IPOTESI: relazioni fra costrutti formulate in base a una teoria

!TEORIA: insieme sistematico di concetti e postulati sulle relazioni causali fra essi

“Non c’è niente di più pratico di una buona teoria”



  (Lewin, 1951)

. . . le ipotesi dovrebbero essere formulate per la loro rilevanza rispetto a problemi sociali, più che per la loro
rilevanza teorica....

  (Gergen, 1985)


Qual è lo scopo di una teoria


Comprendere (vedere le relazioni causali), controllare, prevedere l’andamento di un fenomeno secondo
determinate condizion
Questi 3 livelli sono correlati ma anche individual
in numero si ambiti della psicologia siamo in grado di prevedere l’esito di un fenomeno ma non
sempre siamo in grado di controllarlo e non sappiamo il perché
come prevedere l’esito: valutare le variabil

CAPIRE LA METODOLOGIA, PERCHè


! Comprendere la logica delle ricerche serve a valutare la validità delle conclusioni a  cui sono giunti gli
psicologi sociali

! Serve inoltre a valutare quali ricerche vadano prese sul serio quali no, anche fra quelle presentate come
“serie” dai giornali

! Maggiore attenzione recente ai problemi etici= bisogna seguire le norme dei comitati etic
quello che stai facendo è eticamente corretto?

! Ri ettere sui valori etici e i “pre-giudizi” di chi ha condotto la ricerca


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la persona che conduce una ricerca deve dichiarare la sua posizione teoric
se non dichiaro la ricerca perde di validit
es sono convinta che l’omosessualità abbia origine generica (devo dirlo n da subito

- REPLICABILITà= descrizione del metodo serve a garantire e permettere la replicabilità


— viene condotto un esperimento, si arriva a dei risultati. qualsiasi ricercatore può prendere i risultati di
quella ricerca e in base al metodo deve essere in grado di replicarla (farla nello stesso modo, in un altro
contesto ad esempio) e i risultati devono essere gli stessi

molte ricerche che sono state replicate hanno riportato risultati diversi!!
per questo il metodo deve essere descritto in modo rigoroso per permettere la replicabilit

Per questo la metodologia, in tutte le discipline, è fondamentale


devono essere de niti i metodi di una dissipilina

RICERCA DI BASE/RICERCA APPLICAT


! DI BASE (o pura): ipotesi relative ad una teoria
  veri care un modello, generalizzarl
  Il tema d'indagine è solo un’occasione
cosa causa un fenomen
obbiettivo= veri care/falsi care una teori
in laboratori
è più rigorosa, si basa sul metodo sperimentale, usa strategie di ricerca depurate

! APPLICATA: ipotesi relative ad un problema sociale


  bisogno di prendere decisioni in certe situazion
  Il tema d'indagine è centrale
cerco di risolvere un problema social
nel mondo — ostacolo per il metodo rigoros

in base al contesto in cui sono devo utilizzare i metodi più rigorosi

  ATTENZIONE: non necessariamente cambiano le strategie di ricerca

— tipica domanda di esame —

TIPI (LIVELLI) DI RICERC


“scala di livello del rigore

! DESCRITTIVA: Obiettivo: osservare e registrare la frequenza con cui si veri ca un determinato fatto
(non sappiamo e non ci chiediamo perché)
misurazione del fenomen
vogliamo solo descrivere un fenomen
come? — le ragazze vanno meglio a scuola
è vero che le ragazze vanno meno bene in mate rispetto ai maschi? (non mi chiedo perché
prendo 4 classi di 3 liceo di una scuola, prendo i voti di mate e faccio la media dei voti di ragazzi e ragazze e
concludo che signi cativamente le ragazze vanno meno bene
posso concludere che le ragazze vanno meno bene rispetto ai ragazzi
per la signi catività del confronto devo avere la numerosità, la rappresentatività e la variabilità intorno alla
media
devo prendere le classi in tutta la valle d’Aost
altrimenti abbiamo dei problemi di rappresentatività, poiché devo assicurare che siano rappresentate tutte le
tipologie di scuola, le provenienze geogra che, lo stato socio economico

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! CORRELAZIONALE: Obiettivo: scoprire in che misura le variazioni in un certo comportamento (una


certa variabile) sono sistematicamente collegate alle variazioni di altre variabili. Si cercano relazioni
(informazione spesso utile a capire ma non decisiva)
es età e performance — relazione tra due o più variabil
misuro tutte le variabili e le metto in relazione tra di loro
non mi chiedo il perché, misuro solo la relazione
a livello pratico lo facciamo con il questionario

! SPERIMENTALE: Obiettivo: fornire informazione causale. Possiamo comprendere perché avvengono


certi fenomeni. Il ricercatore modi ca deliberatamente alcuni aspetti dell'ambiente in cui avvengono: le
variazioni in A provocano variazioni in B (risponde alla domanda perché).

rispondere alla domanda “perchè”


decido qual’è la variabile indipendente, la misuro e vedo gli effetti sulla variabile dipendent

STUDI CORRELAZIONAL
Il ricercatore sta cercando una relazione fra due (o più) variabili che possono essere misurate ma che non
possono essere controllate

Quando una variabile ne causa un'altra, le due variabili saranno inevitabilmente correlate, ma non è detto il
viceversa. — due variabili possono essere correlate senza che ci sia una causa tra loro
(questo è il limite principale)
Scoprire che due variabili sono correlate non può mai fornire (senza altre informazioni) la prova
inequivocabile dell'esistenza di una causalità

correlazione tra 2 variabil


R di Pearson: variabile tra 0 (assenza di relazione) e -1 +1 (relazione positiva o negativa) — non si trova mai

che valore c’è quando una relazione esiste:

LIMITI STUDI CORRELAZIONALI

non mi da le info causal


In altri termini, non possiamo sapere qual è la variabile INDIPENDENTE e quale la DIPENDENTE 

(è il contatto che causa la simpatia o la simpatia che causa il contatto?) 


Tuttavia, ciò non esclude che possiamo PREVEDERE un fenomeno dalla conoscenza di altre variabili.
    
  Inoltre, conoscenza convergente da più studi correlazionali che forniscono supporto a una data teoria può
fornire una ragionevole certezza su relazioni causali.

METODI CORRELAZIONAL
Metodi (correlazionali) alternativi alla sperimentazione per indagare la causalità:
obbiettivo=indagare i rapporti causali


!  - modelli di path analysi


  (modelli di equazioni strutturali)
path= gruppo di partecipanti che rispondono alle stesse domande nel temp
osservazione longitudinale (nel tempo) — se misuro 2 variabile al tempo 1 e poi al tempo 2 : la causa
precede l’effetto, se la relazione del tempo 2 sul tempo 1 è maggiore sarà causa effetto 

!  - cross-lagged pane
   (metodi longitudinali, si aggiunge la dimension

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1


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     temporale)
Vedere l violenti aumenta l’aggressività?
se adottiamo l’aggressività innata potrebbe esser
al ragazzino con tendenze aggressive piace di più il lm violent

la domanda di
ricerca:
se un bambino gioca a
videogiochi violenti aumenta l’aggressività
oppure ragazzo che l’aggressività gli piace e quindi gioca a videogiochi violent
qual’è la direzione causale

per dare la risposta — longitudinale:


faccio giocare dei ragazzi a dei videogiochi violent
e un altro gruppo a un gioco non violent
dopo un tempo considerevole, misuro l’aggressività al tempo 1 e al tempo
in questo caso posso determinare la direzione della causalità
———
nello studio del disegno sopra è stata misurata l’aggressività e l’esposizione a contenuti violenti al
tempo 1 (all’età di 8 anni) e al tempo 2 (età di 18 anni)
misuro la preferenza a contenuti violent
misuro l'aggressività
misuro l’esposizione a m violenti
(tutto questo a 8 anni

10 anni dopo la rimisur


calcolo le correlazioni tra le 4 variabil
relazione abbastanza alta (.38) tra l’aggressività del bambino e quella dell’adult
il bambino aggressivo è probabile che diventi un adulto aggressivo
la preferenza cambia molto (0.5
la correlazione tra aggressività a 8 anni e lm a 8 anni (.21), c’è una relazione tra queste due
variabili PERO’ non so la direzione della causalità (che è quello che stiamo cercando
a 18 anni non c’è relazione (-0.5 indipendenza) tra il livello di aggressività e la preferenza a
contenuto violent

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quello che mi può dare la riposta è che la causa viene prima dell’effetto (sono le due correlazioni
incrociate
la preferenza a 8 anni - aggressività a 1
oppur
l’aggressività a 8 anni - tendenza ad esporsi a violenza a 1

quella delle due che è più alta mi dice la relazione causal


.31= preferenza 8 anni — porta ad aggressività a 1

Modello path analysis ipotesi del contatto


(Allport, 1954; Voci e Hewstone, 2003)

propone un modello teorico con relazioni causal


fece ipotesi causali su alcune variabil

il perché il contatto con un altro gruppo può ridurre il pregiudizio


ipotizza che il mediatore sia l’ansia o l’emotivit
se in uf cio mi trovo a lavorare con un extra comunitario e rimango in tensione, non avrà nessun
effetto positiv
al contrario un contatto positivo può ridurre il pregiudizi

tra il contatto ed il pregiudizio cè la prevenzione dell’ansi

termometro collegh
termometro outgrou

il termometro misura la gradevolezza del contatt


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)

le mie colleghe extracomunitarie mi trovo bene ma con tutti gli altri n


quanto il contatto con i colleghi sia in grado di modi care il mio atteggiamento nei confronti di tutti
gli altri

il contatto con i miei colleghi migliora anche quello con tutti gli altr

IDENTIFICAZIONE CON L’INGROO


quanto per me è importante il gruppo di appartenaenz
quanto è importante essere italian
+ è FONDAMENTALE IL MIO GRUPPO DI APPARTENENZA, è + probabili che io abbia
pregiudizio verso gli altri grupp

STUDI/METODI SPERIMENTALI
(elementi costitutivi

SCENARIO SPERIMENTALE

- con base logica e convincente: cover story (storia ttizia) 


  VARIABILE INDIPENDENTE

- manipolata deliberatamente dallo sperimentatore
cogliendo le qualità essenziali della variabile concettuale che nel nostro modello teorico in uenza il
comportamento


  " tutti gli altri aspetti (tranne la variabile indipendente) dello scenario sono mantenuti costanti


  - ad ogni cambiamento corrisponde una condizione dell'esperimento " DISEGNO SPERIMENTALE)

DISEGNI SPERIMENTAL
Due requisiti fondamentali:

1.  manipolare solo la VI, tenendo costante il rest


2.   assegnare casualmente i partecipanti — l’assegnazione casuale mi permette di dire che i due gruppi
sono equivalenti, es non faccio un gruppo di femmine e uno di maschi per misurare l’aggressività di una
persona
i giudizi dei gruppi non devono essere mossi da una variabile che non ho controllat

STUDI/METODI SPERIMENTALIù
(ELEMENTI COSTITUTIVI 2)

- RANDOMIZZAZION
Assegnazione casuale dei soggetti alle diverse condizioni sperimentali à GRUPPI EQUIVALENTI

- MANIPOLAZIONE VARIABILE INDIPENDENTE e


controllo altre variabili/costanti altri aspett

- MISURAZIONE VARIABILE DIPENDENT


  Comportamenti risultanti i cui cambiamenti dipendono dall'in uenza della VI
Problemi:   •
Misura la variabile teorica che ipotizziamo? — come misurarlo

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• tipo/livello di misura


- FOLLOW-UP
— raccolta dati con questionario/intervista
  (altre variabili d'interesse, tratti di personalità, manipulation check, ecc.)


  — debrie ng (effetti negativi, scoperto l'inganno, rassicurazioni, spiegazioni) se la persona è stata scossa
per l’esperimento, se ha scoperto l’inganno, se ha scoperto l’obbiettivo.


ATTENZIONE ALLE ASPETTATIVE DELLO SPERIMENTATORE


Lo sperimentatore si aspetta certi risultati e in modi inconsapevoli “indirizza” o  “interpreta” le risposte dei
partecipanti.

i test hanno una valutazione (non si fanno), le persone in questo casi non vengono valutate
per questo si parla di ricerca
i questionari sono anonimi

Come ridurne l’effetto:

! non fare sapere le ipotesi allo sperimentatore es far sentire una voce registrata per non in uenzare i
partecipanti

! non fargli sapere la condizione

! rendere l’esperimento automatico

STUDI QUAI SPERIMENTAL


Manca il controllo su alcuni aspetti del setting sperimentale. In particolare, ad esempio:

! Non c’è randomizzazione dei gruppi

! Non c’è pre-post — misura prima della manipolazione e dop

  Questo non signi ca che non si possano validamente condurre e a volte sono inevitabili (es. eld-study,
esperimenti a scuola, ecc)

nel mondo reale si possono fare (non c’è l’arti ciosità del contesto) però devo stare attenta ai limiti
per poi trarre conclusion

CRITICHE AI METODI SPERIMENTAL


— ambiente arti cioso, trascurato il contesto socio-culturale in cui avviene la manipolazione della variabile Y


— non è possibile manipolare una sola variabile indipendentemente da tutte le altre. Persino le
manipolazioni minime possono provocare reazioni intermedie.


X  "  O1


X  "  Z  "  O1


Y


x= variabile indi
z= cambiamento indotto da un altra variabile, qualsiasi cambiamento portano con se cambiament
y= variabile di
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o= osservazion
 
•  l'esperimento è un ef cace "espediente retorico" per presentare le proprie teorie
         

VANTAGGI E SVANTAGG

validità interna= so qual’è la v.i. e quella dipendent

self report= il soggetto puo chiedersi quale sia la risposta giusta e risponde in base a questo

SPERIMENTALE O CORRELAZIONALE
Problemi etici contro gli esperimenti in laboratorio perché fanno subire ai soggetti una quantità inaccettabile
di coercizione, stress e inganno


Gli esperimenti sul campo e l'analisi correlazionale sono più naturalistici. Nuovi metodi statistico-
metodologici per la veri ca di ipotesi, anche causali


CRITICA: Nella ricerca condotta nel mondo, non stiamo veri cando le nostre ipotesi, ma veri chiamo la
nostra abilità come "scopritori". Se non funziona, probabilmente ci diciamo che non era sbagliata l'ipotesi ma
che poco saggiamente abbiamo scelto un setting naturale sbagliato

METODI/STRATEGIE DI RICERC
! Studi sul campo/osservazione partecipante-sistematica, palese – nascosta

! Interviste, diari, indagini (indagini su campione, misure self-report)

! Sperimentazione (di laboratorio, sul campo, simulazioni sperimentali)

! Ricerca d’archivio

Meta–analisi — tutte le ricercahe che avevano


una misura del contatto e una misura del pregiudizio e vengono presentati i dati e poi vengono riamaizzati  

RACCOLTA DAT
z Misurare

tradurre una variabile concettuale (per esempio, aggressività, distanza sica e/o psicologica, ecc.) in una
variabile misurabile (un test di personalità, una scala, dei comportamenti. Speci care i dati che il ricercatore
vuole registrare per rappresentare la variabile concettuale

" cioè OPERAZIONALIZZARE una variabile

TIPI DI MISURAZIONI
— Osservazione:    partecipante - sistematica (costruisco una griglia per determinare ad esempio quali
comp sono aggressivi)

— Self-report  per percezioni, conoscenze,


  valutazioni, emozioni, ecc.


16

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— Misure siologiche — es faccio vedere un immagine violenta e misuro l’attivazione siologica (macchina
della verità
storicamente è stata molto utilizzata, ma anche ora (rilevatori portatili)

— Prestazioni — reaction time ( do uno stimolo, chiedo la risposta e misuro il tempo di reazione
recall / recognition ( ricordo / riconoscimento ) nel riconoscimento faccio vedere delle parole, poi ne dico altre
20 e vedo se il soggetto dice delle altre parole (stereotipi

domanda d’esam
DIMENSIONI DELLE STRATEGIE DI RICERCA/DELLE MISUR
z INTRUSIVE - ESPLICITE: si introducono indebitamente nel normale corso degli eventi (manipolando e
controllando aspetti dell'ambiente; sorgono problemi legati ai soggetti, quali

 - desiderabilità sociale — risposta in funzione della norma (anche inconsapevolmente)


- demand characteristics —
- compiacenza (es. verso le aspettative dello sperimentatore
- desiderio di essere ben valutat
- reattanz

z NON INTRUSIVE - IMPLICITE: non disturbano il corso naturale degli eventi


quando le persone non sanno di essere misurat

questo è uno degli obbiettivi principali degli psicologi sociali : metodi non intrusiv

I METODI DI RICERCA SONO “SCIENTIFICI” PER LORO NATURA

"  necessità di metodi capaci di rilevare la durata relativa dei fenomeni sociali (adattarsi ai tempi dei
fenomeni sociali
anche solo osservare un comportamento può in uenzarlo


"  confronti cross-culturali (fare la stessa ricerca in più contesti culturali)

"  adottare più strategie d'indagine per studiare lo stesso problema (per arrivare a delle conclusioni il più
possibile solide

INIZIO SECONDO MODUL

SOCIAL COGNITIO
Come l’individuo percepisce l’ambiente sociale che lo circonda, come elabora le info che provengono
dall’ambiente, come fa a capire e dar senso ai comportamenti altrui, come arriva ad un giudizio su altre
persone e su se stesso

IDEA PRINCIPALE: l’uomo elabora le info, in modo attivo, non percepisce semplicemente ma agisce sugli
stimoli a disposizione in modo attivo

E’ psicologia sociale perché studia aspetti di elaborazione dell’informazione di come le persone


percepiscono gli altri (e se stessi), li in uenzano, ci entrano in relazion

SOCIAL COGNITION: operazioni e costrutt

— OPERAZIONI O PROCESSI (dinamici


- selettività e riduzione dell’informazione (selezioniamo le info
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- valutazioni (giudizi
- categorizzazioni (inserire uno stimolo in un determinato insieme
- inferenze (dopo aver categorizzato si creano gli stereotipi in modo automatico e inconsapevoli — questo
può in uenzare il nostro giudizio

— COSTRUTTI O STRUTTURE (statici


-percezione di person
-schemi (caratteristiche
-script (schemi di azione
-categori
-stereotipi (schemi che si riferiscono a persone appartenenti ad un gruppo

LIMITI DELLA SOCIAL COGNITIO


Studia il comportamento sociale del singolo individuo, risentendo della prospettiva individualista tipicamente
statunitense

Recenti tentativi di ampliamento e convergenza con l’approccio europeo, riconoscimento di importanti


contributi nello studio e delle speci cità del social

es rappresentazioni sociali di Moscovici, identità sociale di Tajfel, modelli di riduzione del pregiudizio di
Hewstone

PROCESSI COGNITIVI E PROCESSI SOCIAL


— PROCESSI COGNITIV
come percezioni, pensieri, ricordi .. ma anche emozioni, motivazioni (rapporto affect-cognition molto di
battuto) funzionano e in uenzano la nostra comprensione del mondo e guidano le nostre azion

— PROCESSI SOCIALI
come le altre persone o gruppi, sia realmente presenti sia solo rappresentati o immaginati o introiettati,
in uenzano pensieri, sentimenti e azioni

OVVIAMENTE interagiscono sempre tra lor


COS’è UNA CATEGORI
- prima di poter applicare lo schema dobbiamo sapere in quale categoria inserire lo stimolo incontrat

- CATEGORIZZAZIONE= descrivere come classi chiamo e identi chiamo singoli esemplari come membri di
più ampi raggruppament
es genere, età, etni

- l’individuo tende a collocare gli esemplari di persone e di azioni entro classi e categorie che gli permettono
di sempli care e organizzare l’esperienza, altrimenti troppo complessa

Non siamo in grado di usare un metodo scienti co nelle nord categorizzazion


‘ insieme di caratteristiche necessarie e suf cient
capire quali sono le caratteristiche necessarie e suf cienti che un esemplare o uno stimolo ha o non ha per
potersi categorizzare
in realtà non facciamo cos

come facciamo a categorizzare


abbiamo gli elementi periferici (es pipistrello) e gli elementi prototipici (piccione
mi si presenta l’elemento periferico, lo confronto con quello prototipico, vedo quanto si assomigliano, se
hanno poche caratteristiche lo differenzi

attiviamo lo stereotipo (che è diverso da pregiudizio)

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INFERENZE CATEGORIAL
Le inferenze categoriali ci consentono di attribuire le caratteristiche di una categoria sociale ai membri che
ad essa appartengono (" stereotipo).

Molte di queste inferenze le facciamo automaticamente, al di là della nostra consapevolezza: di fronte a un


persona attiviamo automaticamente le categorie donna, giovane, marocchina....


IL CONCETTO DI SCHEM
de nizione: “strutture cognitive che rappresentano le conoscenze riguardanti un concetto o un tipo di
stimolo, inclusi i suoi attributi e le relazioni fra gli attributi

Gli schemi sono quindi strutture di dati per rappresentare l'informazione immagazzinata in memoria che
contengono:

a) elementi  (oggetti, situazioni, eventi, sequenze di eventi, azioni, sequenze di azioni) e


b) le relazioni tra gli elementi

Gli SCHEMI facilitano l'elaborazione:


  top-down   (guidata dagli schemi) aggiungo info ricavandole dagli schemi

contrapposta a:  bottom-up   (guidata dai dati) parto dai dati e non mi faccio guidare dagli
schemi (sarebbe meglio fare così) però noi lavoriamo per schemi per l
quantità di info che dobbiamo elaborar
questa operazione chiede risorse, tempo e motivazione (se ci interessa una
persona ci informiamo se no utilizziamo gli schemi

il mio schema di qualcosa riguarda tutte le mie pregresse conoscenze/esperienz

lo schema è socialmente condivis


lo stereotipo degli ebrei è uniforme in una certa posizione geogra c

quando applichiamo lo stereotipo può andare male nel momento in cui attiviamo il comportament
possiamo comportarci male con un persona che pensiamo sia una prostituta

GLI SCHEMI INFLUENZANO


- codi ca dell'informazione
  Facilitano l'elaborazione dell'informazione rilevante. Riducono variabilità all'interno delle categorie e
in uenzano il contenuto nella direzione stereotipica.
quando l’info è ambigua vengo in uenzata dallo schema

- memori
  Si ricordano più informazioni congruenti che incongruenti con lo schema. Se incongruenti, migliora il ricordo
se viene fatto un tentativo di integrazione con altri attribuiti. (se cerco di farla coincidere con la mia idea

se è incongruente devo modi care lo schema (talmente onerosa che dif cilmente si attua) se no la dimentico
per mantenere inalterato lo schema
la menta umana è molto conservatrice perché è faticoso cambiare gli schem

le info stereotipie vengono più ricordate invece di quelle non stereotipi


es: albanese violenta una donn
piuttosto che: albanese salva un bambin

- inferenze e valutazion

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  Lo schema permette di inferire l'informazione mancante a partire da quella data, quindi produce nuova
conoscenza, e aiuta l’interpretazione di informazioni ambigue

TIPI DI SCHEM
Esistono molti tipi di schemi. In particolare gli psicologi sociali si sono occupati di:


! schemi di sé — rilevanti alla nostra percezione


! schemi di persone — es stereotipo degli svedesi o dei miliardari (possono avere valutazioni di
tipo positivo)
! schemi di ruolo (che organizzano le aspettative delle persone rispetto ad individui che cadono entro
certe categorie sociali
 
- schemi di eventi (script o copioni) sequenza di eventi

anche se lo schema non ha tutti i passi speci cati noi generiamo l’info mancante

GLI SCHEMI SONO INEVITABILI


noi abbiamo i nostri schemi e i nostri stereotipi — è sempre inevitabile
NO,

le persone hanno un certo controllo sulla misura in cui si af dano a processi schematici e categoriali.

Esistono differenze situazionali, individuali (persone più schematiche di altre), culturali.
però l’uomo è un essere a capacità limitat
dobbiamo avere le capacità e le risorse per fare un passo indietro

Inoltre, sono spesso sottolineate le tendenze sistematiche ("bias) che possono condurre ad errori.
Ad esempio, nell’interpretare informazioni ambigue, lasciandoci guidare dagli schemi decidiamo a volte di
vedere quello che ci aspettiamo. In un noto esperimento, osservando un video che mostrava bambini che
interagivano lo stesso comportamento veniva interpretato come aggressivo in un bambino nero, come gioco
in un bambino bianco. 
Sono quindi indesiderabili, rispetto a strategie completamente guidate dai dati?

il nostro sistema cognitivo ha estremamente bisogno degli schemi


GLI SCHEMI SONO INDESIDERABILI

NO, non potremmo funzionare se non facessimo af damento sulla conoscenza precedente e sulle
nostre aspettative, sulla capacità di fare previsioni. 
rinunciare ai nostri schemi vorrebbe dire rinunciare a ciò che siamo, ciò che abbiamo imparato,
visto, letto
è sbagliato rinunciare agli schemi da certi punti di vist

Però, almeno in certe situazioni conoscere i meccanismi ci permette di provare ad esercitare un


certo controllo.
Ad esempio, ricordiamoci di destinare attenzione e risorse, quando ci viene chiesto un giudizio su
cose importanti. Alternativamente, saremo più in uenzati dalle informazioni congruenti con lo
schema, e faremmo facilmente uso delle inferenze che seguono l’attivazione di schemi stereotipati.

due modi di elaborare le inf


mindfull — controllato (con la testa
mindless — automatico (senza la testa

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COME CI FORMIAMO UN IMPRESSIONE DELLE PERSONE


- e come arriviamo a conoscere una persona? quali sono i processi psicologici coinvolti
- come sappiamo di una persona quando la conosciamo bene

LA PRIMA IMPRESSIONE: indizi evident


- Aspetto sico

$ Comunicazione non verbale

- Comportamento manifesto (V. attribution theory)

  ATTENZIONE: dipende molto dal contesto in cui avviene l’incontro, e utilizziamo gli indizi in quanto
crediamo ri ettano tratti di personalità

molto dipende anche dal contesto — collega, una persona che incontro sul tren
però indipendentemente dalla situazione cerchiamo di ricavare degli indizi sui tratti di personalità
— caratteristiche stabili di una person

perché mi permette di controllare il mondo e fare prevision


se giudico una persona come aggressiva mi comporto in un certo modo e prendo che quella persona
possa avere degli atteggiamenti violent

ATTRATTIVE FISICH
Ha avuto numerose conferme sperimentali il fatto che i “belli” piacciono di più e hanno più amici.
Ad esempio, se a uno studente maschio si faceva fare una telefonata ad una ragazza  mostrandogli una foto
di ragazza carina oppure bruttina (la ragazza della telefonata ovviamente non corrispondeva alla foto), nel
primo caso la telefonata durava di più e al termine la ragazza era giudicata più simpatica e in effetti si era
comportata come tale, forse per rispondere alle aspettative. Esiste ed è largamente condiviso lo stereotipo
che le persone belle sono anche più simpatiche, interessanti,  sane, socievoli, generose…

qual’è l’origine di questo stereotip


n dalla nascita un bambino bello viene trattato meglio dalla mamm
ha quindi rinforzi positivo con più autostima e poi magari diventa più simpatico, interessant

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BIONDE NATURALI CON POCO CERVELLO


Uno stereotipo duro a morire, ma che sembra smentito dalla scienza. 

Uno studio di ricercatori della Ohio State University ha mostrato che le donne bionde avevano un QI medio
di 103,2 ,

rispetto a 102,7 di quelle con i capelli castani, 101,2 di quelle con i capelli rossi e 100,5 di quelle con i capelli
neri. Quindi leggermente più alto sebbene non signi cativamente. 

Anche per gli uomini risultato simile.


Gli studiosi spiegano che non è possibile stabilire una relazione genetica tra il colore dei capelli e
l'intelligenza. «Non credo che si possa dire con certezza che le bionde sono più intelligenti, ma si può
sicuramente dire che non sono più stupide» (Zagorsky, Economic Bullettin, 2016).

SEGNALI NON VERBAL


Espressioni del volto, gesti, postura, movimenti, suoni…

Il canale che offre maggiore informazione sull’altra persona e il suo stato emotivo è quello degli occhi,
seguono volto, corpo e tono di voce.
Tuttavia il volto è anche il canale maggiormente controllabile, mentre la voce e il corpo lo sono meno.
In generale, il volto veicola il tipo di emozione, la voce e il corpo l’intensità

SIGNIFICATO UNITARIO DI VERBALE E NON VERBALE


Tutte le parti di un messaggio di solito lavorano insieme per comunicare un signi cato unitario.
I segnali verbali e non verbali generalmente si rinforzano l’un l’altro. 

Spesso questo non si nota perché appare del tutto naturale (quando qualcuno sta urlando contro di voi
arrabbiato, anche faccia e corpo esprimono aggressività… ).

Ma quando i snv, la faccia o la postura di una persona contraddicono ciò che dice (“sono contenta di vederti”
ma con gli occhi sfugge il contatto e si guarda in giro a vedere se c’è qualcun  altro..) allora si presta
particolare attenzione al signi cato dei due livelli del messaggio.

non verbale — aggiunta di informazioni che permette una migliore comunicazione

22

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IMPRESSION FORMATIO

ASCH (1946) è stato fra i primi ad occuparsi di "impression formation", cercando di rispondere alla
domanda: 


come ci formiamo un'impressione globale di qualcuno?
il concetto di schema ancora non c’era


La nostra conoscenza di altre persone, per osservazione diretta o sentito dire, giunge più o meno a pezzi,
ma la nostra impressione globale è di solito coerente (creiamo un immagine globale).
In qualche modo dobbiamo organizzare e integrare le informazioni che riceviamo.

IL MODELLO CONFIGURAZIONAL
dai piccoli indizi che raccogliamo creiamo nuove info e ci creiamo un immagine globale(schema
Il modello proposto da Asch viene de nito MODELLO CONFIGURAZIONALE (in opposizione al MODELLO
ALGEBRICO proposto da Anderson nel 1981). L’assunto di base è che la percezione è un processo
costruttivo, i cui risultati sono mediati dalle strutture di interpretazione ( " SCHEMI) che possediamo.
Nel formarci un’impressione delle persone che incontriamo, partiamo dalle informazioni che riguardano
speci ci tratti (che sono le qualità stabili che de niscono una persona: amichevole, ostile, furbo…)

variabile
indipendente— il
cambiamento di
una caratteristic
cambia molto
l’impressione
complessiva di
questa person

CONCLUSIONI DELL’ESPERIMENT
=processo attivo di ricostruzione delle inf

In base ai risultati appare che la semplice modi cazione di un tratto (persona calda vs fredda) cambia
notevolmente l’impressione della persona descritta.
Asch ne conclude che le persone fanno inferenze da un tratto all'altro. Ad esempio

Se caldo  "  allora generos


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La nostra conoscenza delle persone è quindi strutturata dalle nostre aspettative rispetto a quali tratti si
accompagnano ad altri, vanno bene insieme.
(se una persona è calorosa allora sarà anche generosa, simpatica ecc..)
Esiste una struttura dei relazioni fra concetti che possiamo de nire             "

TEORIE IMPLICITE DELLA PERSONALITA

Tuttavia, possiamo chiederci: da dove vengono queste teorie? Generalmente sono state proposte due
risposte:

! sono inerenti nel linguaggio  (tratti simili nel signi cato vengono associati fra di loro)

! certi tratti sono frequentemente associati nella realtà (le persone "calde" di solito sono effettivamente
“generose")

ACCURATEZZA DELLE IMPRESSION


! Se siamo fortemente motivati a formarci un’impressione accurata di una persona (dobbiamo trascorrerci
molto tempo, lavorare insieme..) elaboriamo le informazioni in modo più sistematico (category-based versus
individuating impression formation; Neuberg & Fiske, 1987) e siamo meno esposti a distorsioni.

! ….sempre che non siamo fortemente motivati anche a mantenere un’impressione già stabilita per altre
importanti ragioni individuali…

nel momento in cui formicano un impressione globale, funziona da schem


quando lo schema è attivato, in uenza l’elaborazione delle info successiv
anche info che sconfermano lo schema non vengono accolte

RELAZIONE TRATTI-COMPORTAMENT
Cosa sono i tratti che abbiamo visto nora

Sembrano i mattoni per costruire la nostra comprensione delle persone.


- Ma, in che relazione sono con i comportamenti?
- Quali regole governano le nostre inferenze dai comportamenti ai tratti?
- E quanto siamo accurati nel trarre queste inferenze

I comportamenti delle persone cambiano, ciononostante noi vediamo una personalità stabile dietro ad essi. I
tratti sono dunque le proprietà che danno origine al comportamento. Sono le disposizioni stabili di una
persona che conosciamo quando conosciamo bene una persona

il nostro obbiettivo è quello di prevedere i comportament

ATTRIBUZIONE CAUSAL
cerchiamo le cause dei comportamenti degli altr
facciamo inferenze causal

Uno dei primi interessi degli psicologi sociali cognitivisti riguarda come le persone spiegano il
comportamento proprio e altrui in base alle cause che vi attribuiscono.
Ci si interessa cioè ad una “psicologia del senso comune”, a come mediante il processo di attribuzione, e
riferendosi alle teorie implicite di personalità, si fanno inferenze causali.
Secondo Heider (1958) innanzitutto le persone fanno dipendere il risultato di un'azione da due fattori:


       a)  fattori personali /disposizionali/ INTERNI

   b)  fattori ambientali /della situazione/ESTERN

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 (locus della causalità interna/esterna)

il locus control— differenze individuali


esistono delle differenze individuali che tendono a preferire la cause interne o estern
quello che mi succede della vita dipende da m
quello che mi succede dipende dal fato /dal destino /ambient

questo ha grosse conseguenze sulla felicità ad esempio

i maschi hanno un locus control tendenzialmente più interno (è più protettivo perché ci fa sentire meno
esposto a forze su cui non abbiamo controllo

PROCESSI DI ATTRIBUZION
Quindi, secondo il modello di Heider, tutti noi usiamo le informazioni che abbiamo per cercare di stabilire la
causa di un evento.
Se vediamo un passante dare un calcio ad un cane, usiamo gli indizi per stabilire se quella persona è
aggressiva (causa interna) o se il cane in quel momento lo aveva infastidito (causa esterna).
Diversi contributi nei '60 sviluppano le idee di Heider. 

Vedremo sinteticamente tre modelli:

!  Le inferenze corrispondenti (Jones e Davis, 1965)


!  Osservazioni multiple: il modello della covariazione (Kelley)
!   Persona verso situazione (Weiner)

LE INFERENZE CORRISPONDENTI
JONES E DAVIS
Osservando le azioni intenzionali di altri facciamo inferenze sui tratti di personalità (qualità interiori stabili)
di una persona.

Giusti cabili quando sono presenti:


— libertà di scelta dell’attore (colui che compie l’azione)
— effetti non comuni ad altri comportamenti

— desiderabilità e prevedibilità dell’effetto ( se il mio vicino di casa mi dice buongiorno è un comportamento
prevedibile — se il vicino di casa mi dice vaffanculo è poco desideriabile


ATTRIBUZIONI DI INTENZION
Si deve inferire che il comportamento osservato e l’intenzione sottesa

CORRISPONDONO

  a una qualità stabile della persone.

Due FASI:

! Attribuzione di un’intenzione (conosce, è capace)


! Attribuzione di disposizioni (desiderabilità sociale del comportamento, libertà di scelta)
attribuiamo come causa del comportamento a caratteristiche stabili della personalit

25

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LIMITI DEL MODELLO

! si applica solo alle azioni intenzionali (esclusa ad esempio la negligenza) non azioni casuali

! anche il comportamento atteso (prevedibile) può essere informativo (es. stereotipo)


tutte le volte che una persona si comporta in modo stereotipino il comportamento è molto é informativo

- non si occupa di cause (e sono processi diversi) — si occupa di cause prossimali — in quel momento
quella persona si è comportata così perché è aggressivo ma non ci chiediamo perché è aggressivo

domanda di esame classic


ERRORE FONDAMENTALE DI ATTRIBUZIONE (O ERRORE DI
CORRISPONDENZA) — ad un comportamento corrisponde la caratteristica di un
individuo
- Le persone hanno una tendenza generale a sovrattribuire le cause del comportamento alle disposizioni
individuali stabili (causa interna) — le persone preferiscono le cause interne 


- Lo facciamo anche quando sappiamo che le persone agiscono costrette a farlo da condizioni esterne,
quando semplicemente interpretano un ruolo, tendiamo comunque a credere che siano i loro tratti di
personalità o i loro atteggiamenti stabili ad indurli a comportarsi così …
es un attore che in tutti i lm fa il cattiv

jones, ross


CORRESPONDANCE BIA
FOUNDAMENTAL ATTRIBUTION ERRO

(Jones and Harris, 1967) esperimento

2 VI: Saggio scritto Pro / Anti-Castro (rivoluzione americana), libertà di scelta / NO scelta
2 saggi
si chiede di valutare l’atteggiamento sottostante delle persone che hanno scritto pro o contro castr
nonostante sia un compito assegnato dall’insegnante si pensa che sia d’accorso con il saggio che ha scritt

26

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i ruoli quindi de niscono la persona anche se non ha avuto libertà

  Inferiamo che l’attore (colui che ha scritto il saggio) la pensi davvero come ha scritto, indipendentemente
dall’aver scelto oppure no.


  (Sottostimiamo cioè che possono essere fattori esterni ad in uenzare il comportamento altrui

" i ruoli svolti de niscono la persona)

QUANTO è FONDAMENTALE L’ERRORE FONDAMENTALE DI


ATTRIBUZIONE
questo è uno dei pochi errori universal

! Culture individualiste/indipendenti — l’individuo ha molta libertà di scelta " + attribuzioni interne


! Culture collettiviste/interdipendenti — molto basate sull’appartenenza ai gruppi " + attribuzioni a ruoli e
cause speci che situazionali

Dipende dunque da chi cerca la causa:


! Americani (soprattutto adulti ma anche bambini) — tratti generalizzati
! Cinesi — membri di gruppi sociali o contesto

TUTTAVIA l’errore si riduce ma non scompare del tutto, è uno dei processi più universali identi cati

COLLETTIVISMO
nascono già con un ruolo de nit
l’identità è basata sull’appartenenza ai grupp
anche le emozioni sono diverse — sentirsi parte di qualcos

INDIVIDUALIST
l’identità è basata su ciò che si riesce a raggiunger
emozionalmente indipendenti dall’appartenenz

sottocategorie dell’errore fondamentale

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A

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1. DIFFERENZA ATTORE/OSSERVATORE
JONES E NISBETT— 197

Esiste un’altra tendenza sistematica ad attribuire il

Ø  proprio comportamento  — a cause ESTERN


Ø  comportamento altrui  — a cause INTERNE

l’errore fondamentale si attenua quando giudichiamo il nostro comportamento



Es.  Se io suono il clacson al semaforo alla macchina davanti che non parte, è perché quello davanti è
particolarmente lento, sono in ritardo, il traf co è più intenso del solito… Se lo fa chi guida la macchina
dietro, è un gran maleducato

perché
VIENE PRODOTTO D

… accessibilità, salienza e desiderio di controllo

Ø La situazione è più saliente per l’attore che non “vede” se stesso à l’osservatore “vede” l’attore (la
salienza dipende dal “punto di vista”
Ø L’attore può confrontare il comportamento presente con quelli passati à si focalizza sulle variazioni
situazionali
Ø L’osservatore confronta l’attore con altri attori à si focalizza sulle variazioni personal
Ø Il linguaggio enfatizza il ruolo dell’attore come agente causale

queste cose fanno si che si crei una differenza tra attore e osservatore

SPIEGAZIONI DELL’ERRORE ATTORE/OSSERVATOR


Vengono solitamente indicate due classi di ragioni:

  •  percettiva

  (come attori vediamo l'ambiente esterno a noi, come osservatori il fuoco dell’attenzione è su chi agisce)



  •  cognitiva

  (sappiamo molto di più su noi stessi e le nostre ragioni

esperimento= attore A - attoreB e li hanno fatti interagire in laboratori


seconda fas
tutti vedevano se stessi e ciò che vede l’altr
spostamento del punto di vist
la differenza tra attore e osservatore diminuisce, e anche l’attribuzione di tipo interno

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3. SELF-SERVING BIA
(tendenze al servizio del sé)
In ne, una tendenza sistematica serve a proteggere la nostra immagine di noi stessi:

!  successo nostro   " attribuzione INTERNA

!  fallimento nostro   " attribuzione ESTERNA

- se noi abbiamo un successo lo attribuiamo a cause intern


- se lo hanno gli altri — cause estern

- se abbiamo un fallimento noi attirauzioni estern


- gli altri— intern

dobbiamo difendere l’immagine di noi stess

In questo caso, la spiegazione più probabile è di tipo motivazionale: siamo motivati a preservare la nostra
autostima, e preferiamo credere che se non abbiamo passato un esame è perché era troppo dif cile, mentre
se lo superiamo è perché siamo proprio bravi!

I BIAS SI APPLICANO ANCHE A LIVELLO DI INTERGRUPP

Ad esempio, la nostra squadra vince perché sono bravi, gli altri fortunati…..
In generale, uso delle attribuzioni interne-esterne a favore nostro o del nostro IG

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MODELLO DELLA COVARIAZIONE KELLEY 196
aggiunge una caratteristica important
Generalmente, per stabilire una causa, abbiamo a disposizione diversi esempi di un evento o di eventi simili.
Ci basiamo su una nozione fondamentale:

le cause covariano con gli effetti.
Un effetto è attribuito ad una condizione presente quando l'effetto è presente e assente quando l'effetto è
assente.

Per veri care

Se A " B  confrontiamo la frequenza con cui B si veri ca in presenza di A

dovremmo fare più eventi prima di etichettare


ma
siamo in grado?

DIMENSIONI RILEVANRI (tipi di indo) nel modello di kelley


osserviamo anche
- COERENZ
  (quella persona si comporta sempre così?

 - SPECIFICITA‘ (DISTINGUIBILITA’) 
  (reagisce solo a quell'oggetto in quel modo?

-   CONSENS
  (quante altre persone reagiscono così?)

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7

PERSONA VS SITUAZION
IL MODELLO DI WEINE

Molta importanza al locus interno-esterno, e quindi alla polarità persona-situazione, ma è un modello


dinamico e con più dimensioni, che pone attenzione ai cambiamenti nel tempo:

le attribuzioni causali in uenzano le aspettative per il futuro e le prestazioni.

Applicato soprattutto ad attribuzioni di successo/insuccesso (specie in ambito scolastico), aggiunge due


dimensioni che servono appunto a cercare di rispondere alla domanda se un certo insuccesso si può
ripresentare in futuro e se la persona ha la possibilità di controllare l’esito di un evento, poniamo un esame

DIMENSIONI RILEVANTI NEL MODELLO DI WEINE

Ø LOCUS (interno/esterno
Ø STABILITA' (stabile/instabile
Ø CONTROLLABILITA' (si/no) (o SPECIFICA-GLOBALE

Es. considerando solo le prime due dimensioni facciamo attribuzioni relative a



  INTERNA  ESTERNA

STABILE  abilità  dif colt

INSTABILE  sforzo  fortun

31

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MODELLO WEINER E LE EMOZIONI


Il modello consente anche di prevedere speci che emozioni come risultato del processo causale:

! successo: locus interno "   orgoglio


! insuccesso: esterno, incontrollabile " rabbia
! insuccesso: interno, controllabile " colpa
! insuccesso: interno, stabile " s duci

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CRITICHE AI MODELL

! Distinzione locus esterno/interno spesso dif cile


! Quali dimensioni sono effettivamente utilizzate?
! Spiegazioni sempre causali?
oltre alle cause abbiamo:
  Ragioni e cause, scuse e giusti cazioni, ricerca della responsabilità….

Inoltre, la gente sempre e spontaneamente  fa attribuzioni? Secondo Weiner, soprattutto se:

• eventi inattesi
• mancato raggiungimento di uno scopo 
  (oppure perdita di controllo, umore negativo...)

TUTTAVI

I modelli visti sono modelli normativi, che dicono come la gente dovrebbe  usare le informazioni, non sono
modelli descrittivi, su come la gente di fatto agisce.


  Di fatto, le persone commettono errori



(… non sono sbagliati i modelli ma le persone...)


Errori o giudizi tendenziosi (biases) come risultato di attribuzioni rapide, di uso di “scorciatoie” …..


EURISTICHE
Le decisioni che generalmente ci troviamo ad affrontare, anche quotidianamente,  riguardano problemi che si
presentano in situazioni di incertezza.
L’apparato cognitivo umano, per far fronte ad un elevato numero di informazioni, giudizi, inferenze e
decisioni che spesso oltrepassano i suoi limiti di elaborazione, utilizza delle regole pratiche, delle
“scorciatoie mentali”  e lo fa spesso in modo automatico e inconsapevole. Di fronte all’impossibilità di
tenere sotto controllo e manipolare una molteplicità di informazioni, il decisore adotta queste scorciatoie che
permettono la sempli cazione del problema.

FUNZIONANO LE EURISTICHE
Sono quindi delle regole che sempli cano la nostra attività cognitiva, delle scorciatoie del ragionamento, un
compromesso fra la razionalità e l’economia nel prendere una decisione ef cace in tempi minori di quello
che richiederebbe considerare tutte le possibili informazioni e alternative. Sono molto economiche ed ef caci
nel risolvere problemi complessi.

Tuttavia a volte, ma non sempre, portano ad errori o inducono l’uso di BIAS: distorsioni sistematiche (ad
esempio sovra- o sotto-impiego) di procedure altrimenti corrette.


Vediamo con qualche dettaglio due fra le principali di queste “scorciatoie mentali”, studiate particolarmente
da Tverski e Kahneman (1973).

EURISTICA DELLA DISPONIBILITà — funziona


Questa euristica viene utilizzata dalle persone quando devono giudicare la frequenza relativa di particolari
eventi o la loro probabilità di veri carsi.

Per fare ciò le persone cercano di ricordare mentalmente dei casi  e la frequenza di occorrenza di un evento
è quindi stimata a partire dalla relativa disponibilità di tali eventi nella memoria, vale a dire dalla facilità con
cui esempi di tale evento vengono in mente. L’inferenza è che più un certo tipo di informazione è disponibile
in memoria, più frequente sarà.

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ESEMPIO
EURISTICA DELLA DISPONIBILIT

Se viene chiesto a dei disoccupati di stimare il tasso di disoccupazione nella loro città, essi tenderanno a
sovrastimare questo dato, al contrario di quanto si otterrebbe se si ponesse lo stesso interrogativo a persone
non disoccupate, che tenderebbero invece a sottostimare la percentuale (Nisbett e Ross, 1980). La ragione
di ciò la troviamo proprio nell’euristica della disponibilità: dei disoccupati recuperano più facilmente dalla
memoria esempi di persone disoccupate (se stessi innanzitutto e magari loro ex-colleghi o amici, persone
che incontrano all’uf cio di collocamento….) e su questi si basano per fornire la loro stima invece di ricercare
e utilizzare informazioni maggiori e fare un calcolo più “obiettivo”.

ESEMPIO
Oppure, possiamo pensare a come la gente sovrastima il numero di morti in incidenti aerei o ferroviari, nella
realtà decisamente meno numerosi dei più banali e meno “vividi” ma molto più frequenti incidenti d’auto. In
questo caso è la “salienza” di un evento che ne in uenza la relativa disponibilità in memoria.

PROBLEMI NELL’EURISTICA DELLA DISPONIBILIT


!Generalmente funziona: ciò che abbiamo visto più spesso viene in mente più facilmente durante il
recupero dalla memoria e quindi esiste una buona corrispondenza con la realtà

  Problema: la disponibilità non dipende SOLO dalla frequenza, ma anche da altri fattori, in particolare dalla
SALIENZA e della RILEVANZA personale degli eventi: entrambe in uenzano la facilità di memorizzazione,
che in uenza la facilità di recupero, che a sua volta in uenza la stima di probabilità

ERRORI NELLE STIME DI FREQUENZA DOVUTI ALL’EURISTICA DELLA


DISPONIBILIT
Ø sovrastima di eventi salienti o strani o estremi: si muore di più in incidenti d’auto o d’aereo

Ø sovrastima dei contributi propri  à bias di tipo egocentrico: se chiedete separatamente a moglie e
marito di stimare il loro contributo a varie faccende domestiche, la somma è spesso più di 100, perché tutti
ricordano con più facilità quando loro hanno pulito il bagno. Quando l’ha fatto l’altro... non l’hanno visto!!
Sovrastimiamo le cose che hanno per noi maggior valore, che ci riguardano da vicin

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Ø sovrastima delle opinioni in accordo con la propria à bias del falso consenso: riteniamo che gli altri
la pensino o  si comporterebbero come noi (dato anche che noi di solito abbiamo ragione…)

EURISTICA DELLA RAPPRESENTATIVIT


L’euristica della rappresentatività si riferisce a quando le persone devono fare inferenze sulla probabilità che
un evento o una persona appartenga a una certa categoria. Quando una persona deve valutare la
probabilità che si veri chi un dato evento, o qual è la probabilità che l’oggetto A appartenga alla categoria B,
 ha la tendenza a paragonare l’evento in questione a degli stereotipi di riferimento.

La probabilità è stimata in base alla somiglianza, a quanto A rappresenta bene quella categoria, quanto lo
stimolo sia tipico di quella classe  

ESEMPOI 1
Il giocatore d’azzardo che deve scommettere sull’esito “testa” o “croce”, dopo 10 volte che ottiene l’esito
“testa” ritiene più probabile che esca croce.

Ancora, date le due sequenze di nascita di maschi e femmine in famiglie con 6 gli:
MMMFFF
MFMFFM
la seconda viene giudicata più probabile (mentre sono pressappoco identiche … )

ESEMPIO
Stefano è una persona silenziosa e compassata; benché apparentemente disposta ad aiutare gli altri, non
mostra però vero interesse per la gente, né per i problemi quotidiani. Ha bisogno di dare ordine e chiarezza
alle proprie esperienze e mostra una passione per il dettaglio (Tversky e Kanheman, 1974).

Se le persone devono dire che professione esercita Stefano, si basano su quanto la descrizione è
rappresentativa o simile alla persona media che esercita quella professione. In questo caso, la maggioranza
dice che Stefano è un bibliotecario (Arcuri, 1995)

PROBLEMI NELL’EURISTICA DELLA RAPPRESENTATIVITà


! Generalmente funziona: gli indizi che usiamo in base alle nostre precedenti esperienze sono attendibili e
producono giudizi abbastanza corretti

  Problema: se ci si basa troppo sui nostri criteri e non si tiene conto di altre informazioni, induce spesso a
sbagliare, soprattutto nel giudicare i casi di singole persone e non nel rispondere su base probabilistica

IL CASO DI LINDA
Linda, 31 anni, single, schietta e molto intelligente, ha studiato loso a, da studentessa era molto coinvolta
nei problemi sociali e di discriminazione e partecipava alle dimostrazioni antinucleari.

Basandosi su tale descrizione, cosa e più probabile?

A. Linda fa la cassiera di banca


B. Linda fa la cassiera di banca ed è un'attivista di un gruppo femminista.

l’80% delle persone scelgono


prodotto delle probabilità

ERRORI NELLE STIME DI FREQUENZA DOVUTI ALL’EURISTICA DELLA


RAPPRESENTATIVIT
35

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Ø non vengono considerate le probabilità di base (quanti sono i bibliotecari rispetto, poniamo, agli insegnanti
e quali le mie possibilità di incontrarne uno?

Ø abbiamo una concezione di “caso” che non accetta regolarità e ordine (vedi il giocatore d’azzardo e le
sequenze di nascita ...

Ø non si tiene conto delle probabilità congiunte (la probabilità congiunta di due eventi non può mai essere
maggiore della probabilità dei singoli eventi; invece una descrizione con più informazioni se è più “tipica”, se
assomiglia di più allo stereotipo, la consideriamo anche più probabile

ALTRE EURISTICHE IN AMBITO SOCIAL


AD ESEMPI

! Illusione del votante 


(esempi: cartellone pubblicitario, accompagnare studente Erasmus… cioè, più probabile gli altri si
comportano come faccio io)

! Euristica del senno di poi (Hindsight Bias)


(esempi Nixon che farà in Cina? Oppure i Gurka….")

GLI STEREOTIPI O “LE PICCOLE IMMAGINI CHE CI PORTIAMO


DENTRO LA NOSTRA MENTE” LIPPMAN 199

È la generalizzazione, socialmente condivisa e socialmente trasmessa, di alcune caratteristiche a tutti gli


appartenenti ad un grupp

  Ci accorgiamo della loro esistenza soprattutto quando

Ø riguardano il nostro gruppo di appartenenz


Ø hanno valenza negativ

esistono anche stereotipi positivi

STEREOTIPO: IL PENSAR MALE DEGLI ALTRI SENZA UNA RAGIONE


SUFFICIENTE ALLPORT

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O

! rappresentazione cognitiva sempli cata di un gruppo sociale

! ipergeneralizzazione di una caratteristica dall’individuo al gruppo

! credenza esagerata e rigida — molto dif cilmente modi cabile

Katz e Braly (1933): stereotipo condiviso anche per gruppi con cui non si ha nessun contatto

u= quanto è condiviso

gli stereotipi (struttura cognitiva) negativi sono alla base


del pregiudizi
il pregiudizio raggiunge l’emotività, il comportament
assumo un italiano invece che l’albanes

posso anche conoscere lo stereotipo e non passare al


pregiudizi
questi passi non sono inevitabil

ORIGINE DEGLI STEREOTIP

Deriva da normali processi cognitivi:


Categorizzazione secondo etnia, sesso . . .

— sono degli schemi trasmessi e condivisi socialmente

Tajfel (1969) e la percezione di linee


esperimento: presentava ai soggetti delle righe verticali di diversa lunghezza e le categoriezava (A e B
diceva di stimare la lunghezza in c
le A sono quelle corte— sembravano tutte cort
quando noi categorizziamo una persona tendiamo a

! " sovrastima somiglianze all'interno del gruppo


! " esagerazione differenze fra i gruppi divers

è il meccanismo per cui i cinesi sono tutti uguali


si applica all’outgroup

e, in particolare:
" l‘OG viene considerato più omogeneo dell’IG outgroup homogeneity effect

SPIEGAZIONI SOCIOLOGICHE DEGLI STEREOTIP

! ri ettono differenze reali

! giusti cano differenze reali — gerarchie (il mio gruppo è dominante) (tu negro è gioito che stai nei gradini
più bassi della scala sociale) lo stereotipo aiuta a mantenere l’esistenza di una gerarchia

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I

! nascono quando le risorse sono scarse:  competizione


quando c’è poco si tende ad utilizzare lo stereotipo per giusti care un eguale distribuzione delle risors
quando due gruppi competono per le stesse risorse, chi ne ha di meno dice di averne più bisogno

PERSISTENZA DEGLI STEREOTIP


Gli stereotipi sono:

! molto persistenti nel tempo


! molto resistenti al cambiamento

  Resistono al cambiamento anche di fronte a disconferme della realtà. Come?

STEREOTIPI MASCHI-FEMMIN

Haines, Deaux & Lofaro (2016). The Times They Are A-Changing...Or Are They Not? A Comparison of
Gender Stereotypes, 1983 to 2014. Psychology of Women Quarterly

Studio su cambiamenti stereotipi di ruolo maschili e femminili (es. l'uomo si occupa della manutenzione
dell'auto e di piccole riparazioni in casa; la donna delle faccende domestiche; ci sono lavori più adatti ai
maschi e altri più adatti alle femmine).


Confrontati due gruppi:

  195 studenti nel 1983 e 191 adulti nel 2014.

MISURE DIPENDENT
Participants rated the likelihood that a typical man or woman has a set of gendered characteristics on:

! personality traits (e.g. kindness, competitiveness)


! gender role behaviors (e.g. tending the house, upholding moral and religious values),
! occupations (e.g. registered nurse, engineer)
! physical characteristics (e.g., delicate, deep voice).

RISULTAT
Maggiore variabilità nel campione del 2014 ma elevata somiglianza nei giudizi dati da uomini e donne sugli
stereotipi di genere. Gli uomini credono di più nello stereotipo maschile, le donne in quello femminile. 

Pochi cambiamenti: donna con una personalità dolce, delicata, incline alla cura, più adatta ai lavori domestici
e a lavori tradizionalmente femminili come insegnante e infermiera.
  L’uomo non in grado di occuparsi delle faccende domestiche e più incline a svolgere mestieri 'maschili'
come l'ingegnere.

Unico cambiamento sostanziale responsabilità nanziaria e decisioni economiche non sono più viste come
riguardanti solo l'uomo, ma equamente prese in carico.
 
PERCHè SI PERCEPISCONO GROSSE DIFFERENZE TRA UOMINI E DONNE
Le autrici sostengono due ragioni

1. Bias inconsapevoli possono distorcere il modo in cui la gente percepisce  e poi ricorda comportamenti
atipici nella direzione stereotipica
effetto della pecora ner
le donne sono così però c’è un piccolo gruppo che si differenzia

2. I due generi tendono a limitare comportamenti cross-gender per paura di riprovazione diretta a donne e
uomini controstereotipi
le donne e uomini mettono in atto comportamenti stereotipi se non hanno paura di essere criticat
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si adeguano allo stereotip


— es: uno che fa l’uncinetto


STEREOTYPE THREAT — minaccia dello stereotip

! Steele e Aronson (1995): il senso di minaccia causato dagli stereotipi sull’ingroup

! Signi ca essere “a rischio” di confermare lo stereotipo negativo sul proprio gruppo


(le donne sono negate per la matematica? Nemmeno ci provo….)

SOFFITTO DI CRISTALLO
! Una rassegna sull’American Economic Review (Beliefs about Gender, Bordalo et al. 2019) di studi
economici conferma che gli errori di valutazione che derivano dagli stereotipi di genere determinano le
minori probabilità di assunzione, retribuzioni e probabilità di promozione del genere femminile.
! Nelle assunzioni, una rassegna di studi con un paradigma classico (Isaac et al., 2009) dove un
curriculum è presentato alternativamente con un nome maschile o femminile mostra che i valutatori di
entrambi i generi classi cano le donne come meno competenti e meno meritevoli, e offrono loro retribuzioni
minori rispetto a quelle offerte agli uomini. 

DOPPIO EFFETTO DEGLI STEREOTIP


Si manifesta sia dal lato dell’offerta (effetti degli stereotipi su di sé) sia dal lato della domanda (effetti degli
stereotipi altrui). Nel primo caso, gli errori di autovalutazione della componente femminile sono percezione
di minore assertività, autostima, avversione al rischio e scarsa propensione a competere (Blau e Kahn,
2016).
Dal lato della domanda, ad esempio il successo maschile è più spesso attribuito a talento o competenza,
mentre quello femminile è più spesso attribuito all’impegno, alla facilità del compito o alla fortuna. Anche in
questo caso, è la stessa prestazione che viene valutata in modo diverso a seconda del genere di chi la
realizza (Castilla e Bernar,  2010).

STRATEGIE DI MANTENIMENTO DEGLI STEREOTIPI


Ø Guidano l’elaborazione dell’informazione, agendo come uno schema e indirizzando
  • attenzione e selezione di informazioni (ricerca di conferme
  • interpretazione (situazioni ambigue
  • memoria (si ricorda meglio informazione congruente

Ø Dissociazione del membro “atipico”:


Si, è un “terrone” ma lui è proprio un gran lavoratore

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Ø vale anche per piccoli gruppi o “formazione di SOTTOCATEGORIE

Ø Profezie che si auto-avverano o “effetto Pigmalione” (Rosenthal, 1985

Ø Linguaggio e Attribuzioni causali 

BIAS NEI RAPPORTI INTERGRUPP

— I comportamenti positivi dell’OG e i comportamenti negativi dell’IG sono descritti in termini più speci ci e
concreti dei comportamenti positivi/IG e negativi/OG  (se l’altra squadra vince è perché pioveva, se vinciamo
noi è perché siamo superiori… , se perdiamo noi è perché pioveva, loro perché sono inferiori…

— Nel caso di attribuzione di un successo ad un OG, i termini concreti rendono meno plausibile una
generalizzazione al di là dello speci co episodi
  (Modello del Linguistic Intergroup Bias di Semin; 1989

INFORMAZIONI INCONGRUENT
Sia nel caso delle formazione di impressione di persona che negli stereotipi, possiamo imbatterci in
informazioni incongruenti con le nostre aspettative. Che facciamo?

! Se appena è possibile, le ignoriamo


! Se le elaboriamo sistematicamente (perché abbiamo risorse cognitive e siamo motivati a farlo
 ● dedichiamo più tempo e attenzione ad ess
 ● ne cerchiamo la causa (processi attributivi) — come mai la marocchina non fa la badante?
 ● le ricordiamo meglio

! Cerchiamo comunque di mantenere intatti impressioni e stereotipi iniziali…


cerchiamo Comunque di mantenere gli stereotipi iniziali

LINGUAGGIO E STEREOTIPI
FUNZIONE DI TRASMISSIONE DEL CONTENUTO DELLO STEREOTIP
i lm, i libri sitano a mantenere gli stereotipi (si adattano allo stereotipò solo quando è cambiato
non farebbero mai vedere un bacio tra due uomini se questo non fosse accettato dalla societ

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)

! Kirchler (1992) e i necrologi


Uomini intelligenti e abili
Donne amabili e piene di risorse
" Ruoli sessuali anche in Paradiso??

! Titolo di giornale veneto, qual è è quello vero?

RICCO MEDICO VENEZIANO AFFITTA PALAZZO SUL CANAL GRANDE PER IL DEBUTTO IN SOCIETÀ
DELLA FIGLIA

RICCO CRISTIANO VENEZIANO AFFITTA PALAZZO SUL CANAL GRANDE PER IL DEBUTTO IN
SOCIETÀ DELLA FIGLIA

— RICCO EBREO VENEZIANO AFFITTA PALAZZO SUL CANAL GRANDE PER IL DEBUTTO IN SOCIETÀ
DELLA FIGLIA

! Cambiamenti culturali:
Checca  " nocchio  " gay
Handicappato " disabile " dotato di abilità diverse (diversamente abile) " sviluppo tipico/atipico

LINGUAGGIO E STEREOTIPI
FUNZIONE DI ORGANIZZAZIONE DELLE CONOSCIENZE
Asimmetria di genere: ruolo privilegiato dei termini maschili

Perché chirurgo e non chirurga?


Perché ministro e non ministra/ministressa?

Perché queste professioni sono nate maschie

E allora perché hostess e steward????


hanno fatto questa parola per i maschi

CONCEZIONI — METAFORE DELLA PERSONA NELLA SOCIAL COGNITIO


! Il ricercatore di coerenz
! Lo scienziato ingenu
! L'elaboratore di informazioni — cognitivismo
! L'economizzatore di risorse cognitive —
! Il tattico motivato

non ho capito questa part

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MODULO
IL S

le persone sono diverse dalla rocce, hanno un SENSO DI SE,


ma cos’è esattamente

TIPI DEL S
- per william james esisteono 3 tipi di se

me materiale (le cose che ci appartengono


me sociale (basato sulle interazioni con gli altri
me spirituale (valori e credenze

- g.h. mea
io conoscitore, guarda verso il modo, esplorator
me oggetto di coscienza (quello che sappiamo di noi stessi; ri esso dagli occhi degli altri

noi ci occupiamo del m


i bambini sviluppato il senso del se intorno ai 4 ann
i primati hanno il senso del s

fonti possibili di conoscenza di s


- per capire chi siamo osserviamo i nostri comportamenti (preferisco la musica classica o la rock
sono sportiva? si vado a correre tutte le mattin

- nostre emozioni e sentiment


- reazioni degli altri —a come mi comporto, come gli altri mi percepiscono e rispondono
- confronto con gli altri — (teoria del confronto sociale) per avere delle info su noi stessi ci confrontiamo
con gli alt
noi siamo più belli di…, meno simpatici di…

con chi ci confrontiamo? dipende dal risultato che vogliamo ottener


l’obbiettivo è sopravvalutarci= immagine positiva di noi stess
per dire che sono bella mi confronto con le mie amiche brutt

AUTOPERCEZIONE — BE

- analizziamo il nostro comportamento quando non siamo consapevoli dei nostri tratti (disposizioni
abbastanza stabili della nostra personalità
- spesso non sappiamo quali sono i nostri atteggiamenti ( valutazioni rispetto al modo esterno) e
analizziamo il nostro comportamento per vederne i sottostanti atteggiament
- facciamo la stessa cosa che farebbero i nostri amici/gli altri se gli fanno domande su di noi (Sei religioso/
Sei atletico?

ES: PRIMO CASO: DOM: Qualche volta vado in chiesa……… di solito la risposta è SI……..e allora vedono
se stessi come religiosi
 
SECONDO CASO:  DOM: Io vado sempre in chiesa……….. di solito la risposta è NO…..  e allora vedono se
stessi come NON religiosi

CONFRONTO SOCIALE — FESTINGER 194

! Le persone, nel considerare i propri punti di forza e debolezza, spesso non ricorrono a misure oggettive
ma confrontano abilità, tratti, status sociale con quello degli altri.

! Domanda principale: con chi ci confrontiamo? Persone simili a noi (o superiori se la differenza di status è
considerata illegittima)
un gruppo stigmatizzato ai livelli più bassi della classe sociale si deve confrontare con i gruppi superiore se
vede come ingiusta la sua collocazion
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E

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gli indiani d’America si confrontano con i bianchi perché ritengono illegittima la differenza di stato

Facciamo un confronto anche up word, può avere conseguenze positive sulle prestazioni futur
ho preso 2
una mia amica ha preso 30: ho preso quai come le

COMPONENTE DEL S

! Cognitiva concetto di Sè (conoscenza dei tratti)

! Affettiva autostima
(come valutiamo noi stessi)

! Comportamentale percezione del Sè (vediamo il nostro comportamento)

SE COME SCHEMA (MARKUS


LA CONOSCIENZA CHE ABBIAMO DI NOI

Sé: nucleo concettuale stabile di cui siamo consapevoli " punto di riferimento
2 tipi di collegamenti fra il Sé e altri concetti:

— rilevanza per il Sé / parziale sovrapposizione


— elementi in collegamento non stabile — studente di psicologia che non esisterà sempr

ALCUNI INDUMENTI POSSONO ENTRARE NEL CONCETTO DI SE: I VESTIT

IL SE COME SCHEM
elaborazione di informazioni: congruenti/irrilevanti/incongruenti


Es1. Markus (1977) : le info che riguardano noi stessi hanno uno status superiore rispetto alle altre
conoscenze che abbiamo, ha un in uenza sull’elaborazione delle inf
— ha cercato di vedere come elaboriamo delle info congruenti/incongruenti o irrilevanti rispetto allo schema
che ho di me stess
— ha diviso i suoi soggetti a seconda del livello di indipendenza che avevano e li ha classi cati in 3 grupp
1 elevato livello di indipendenz
2 persone più dipendent
3 persone che non avevano una rappresentazione schematica di se stessi (aschematici

VI:  Hi/Me/Lo indipendenza (Medio=aschematici

Presentazione al computer una serie di tratti di personalità diversi


il compito doveva rispondere si o no
autodescrittivi SI/NO 

VD:  RT — tempo di reazione= quanto tempo ci metto a rispondere se una caratteristica mi appartiene o no

RIS:  più veloci tratti congruent

EGOCENTRALITA’ o il SE come PUNTO DI RIFERIMENT


VI: Presentazione di volti, 2 Condizioni sperimentali

1.  giudizio assoluto su un tratto (è bello, è intelligente?)


2.  altro più o meno simile a me su un tratto (quanto mi assomiglia)

VD: Riconoscimento facce — le stesse facce nell 1 venivano presentate nel 2


migliora il riconoscimento delle facce se lo avevo giudicato su caratteristiche che rientrano nel mio schema

RIS: migliore se 2 e dimensione rilevant

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ES 2 ROGERS, KUIPER E KIRKER


Lista di tratti, 4 compiti in diversi gruppi:


1. autodescrizione (SI/NO) MI CARATTERIZZANO?



2. decisione lessicale (sinonimi) è sinonimo di…

  3. decisione grafemica (min/maiuscolo) 

  4. decisione fonologica (rima)

SONO I 3 MAGAZZINI DELLA MEMORIA


VD:  ricordo tratti sottoposti




RIS: maggior ricordo compito 1 (specie se SI)


TVERSKY
— “quanto è simile quella persona a te?”
— “quanto sei simile a quella persona?”

nel primo caso: quanto è simile a te la tua migliore amica


da 0 a 10 mi assomiglia

nel secondo caso: quanto assomigli tu alla tua migliore amica:


da 0 a 10 le assomiglio molto meno

le domande sembrano specular

TVERSKY chies
quanto assomiglia la cina alla corea:
quanto assomiglia la corea alla cina?

la korea assomiglia alla cina tant


la cina assomiglia alla korea men

SPIEG. — quale tipo di processo mettiamo in atto


— per prima cosa cerco le caratteristiche comuni (es occhi a mandorla, comunismo
devo vedere quante caratteristiche sono distintive (la cina ha più caratteristiche distintive della korea)
— salienza (Sé come prototipo) — la cina è il prototipo dell’est orient
cosa succede quando siamo io e la mia migliore amica: di me stessa conosco tante cose quindi mi
pongo come stereotipo : le cose che conosco di francesca sono quelle che ha in comune con m
(egocentralità — io sono il punto di riferìmento per giudicare gli altri)

— elementi meno prototipici più simili al prototipo che viceversa


(confronto caratteristiche comuni/distintive)

HIGGINS: LE GUIDE E LE DISCREPANZE DEL SE


il se delle persone si può suddividere in
Sé:  ● effettivo (actual) reale — come sono 

  ● ideale (ideal) come vorrei essere

● imperativo (ought) come dovrei esser

guide= ci sono persone che si fanno guidare di più dal se reale
chi si fa di più guidare dal se ideale o imperativ

DISCREPANZ

Sé effettivo/ideale  " depressione se c’è un elevata differenza tra il se effettivo e il se ideale


Sé effettivo/imperativo  " ansia, colpa se c’è differenza tra se effettivo e se imperativo

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STRATEGIE E COMPORTAMENTI — HIGGIN


scala di misura su quelle che sono le strategie comportamentali di fronte ad una s da
— Ricercare esiti positivi (avanzamento o promozione)
  " (guida data dal Sé ideale e cerci successi per migliorarmi) depressione
  ESP: essere ricompensati se hanno successo

— Evitare esiti negativi (prevenzione)


  " (guida data dal Sé imperativo, prevenire il fallimento) ansia
  ESP: non verranno ricompensati se falliscono

SE MULTIPL
! Le persone sono diverse nel numero di Sé – dimensioni del Sé rilevanti
! Le persone agiscono in modo diverso a seconda di CHI SONO in quel contesto
! Inoltre, esistono differenze individuali nella complessità dei Sé - più o meno interconnessi (diversi
contesti fanno emergere tratti diversi del Sé (ES: quando sono uno studente, solo i miei lati creativi
emergono)
! Per alcune persone, tutti i loro tratti valgono in tutti i contesti
— La molteplicità del Sé è un fattore protettivo per l’autostima , nel momento in cui mi dicono che non
sono brava con il canto mi rivolgo ad una altra caratteristica

uno schema di se ricco e articolato mi protegge l’autostima nel momento in cui una caratteristica
viene attaccat

HIGH vs LOW SELF-MONITOR


ALTO vs BASSO AUTOMONITORAGGI
Snyder (1974
  persone ad alto automonitoraggio: si adattano alla situazion
— privilegiano strategie di AUTOPRESENTAZION
(sono come tu mi vuoi) se sono in discoteca cambio modo di vestirmi, mi presento nel modo più adeguato

persone a basso automonitoraggio: seguono norme e valori intern


privilegiano l’ AUTOESPRESSION
(sono quello che sono) — in tutti i contesti sono ugual

AUTOSTIM
Secondo il modello dell’autostima, nella nostra società un individuo apprende il proprio valore dai risultati
che ottiene. Se una persona fallisce in un compito, il feedback può comunicare una personale mancanza di
abilità e indurre scarsa autostima.
Come risultato le persone che si trovano di fronte la possibilità di un fallimento, possono cercare di evitarlo o
sviluppare strategie che li proteggano da un’inferenza sulla loro mancanza di abilità.

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FATTORI COINVOLTI NELL’AUTOSTIMA


! Apparenza sic
! Scarsa correlazione con SES (Social-Economic Status
! Abilità —“self-ef cacy”
! Potere
! Aggressione sica: se una persona viene aggredita, si abbassa l’autostima

  actor % & SE, victim % ' SE


 
! winning % & SE; losing % ' SE;

! leadership = & SE (se in un gruppo fai il capo l’autostima sale)

STRATEGIE DI PROTEZIONE DELL’AUTOSTIM


! Procastinare: se ci mette all’ultimo minuto, si può poi dare la colpa al tempo
! Porsi obiettivi irrealizzabili: il fallimento è assicurato ma in questo caso non rivela nulla sull’abilità
perché quasi tutti avrebbero fallito (era un obbiettivo irrealizzabile)
! Fare il minimo indispensabile: Se ci avessi davvero provato...…
! Ansia: meglio apparire ansiosi che stupidi
! Attribuzioni a fattori esterni, anche espresse in anticipo e apertamente, per un possibile fallimento
anticipato (scusa creata in anticipo…)

non si può ricorrere sempre a queste strategie, soprattutto quando danneggiano la performance

ANSIA DA RENDIMENT
! Non tutta l'ansia è frustrante. In alcuni soggetti, un'ansia modesta può motivare una prestazione
ottimale. Ma troppa ansia può interferire nell'apprendimento e nella prestazione.

! Relazione ad U rovesciata fra emozioni e rendimento

MODULO

GLI ATTEGGIAMENT
De nizioni:


“processo mentale individuale che determina le risposte sia attuali (reali) sia potenziali di ogni individuo al
mondo sociale . .. .   un atteggiamento è sempre rivolto verso un oggetto” 
Thomas e Znaniecki (1918)


  “un atteggiamento è uno stato di prontezza mentale e neurologica, organizzato nel corso dell'esperienza,
che esercita un'in uenza direttrice o dinamica sulle risposte di un individuo a tutti gli oggetti e situazioni con
cui è in relazione”   Allport (1935

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I

CENNI STORICI (anni 20’ 30’


Due loni principali:

1. ricerca sul contenuto degli atteggiamenti di insiemi di persone verso problemi e oggetti di rilevanza social
2. elaborazione di tecniche di misura — COME LO MISURIAMO
  (Thurstone, Likert, Guttmann, Osgood . . . .)

LOCUS PSICOLOGICO DEGLI ATTEGGIAMENT


dove sono collocati gli atteggiamenti nella memoria delle perone
  Un problema strettamente connesso è quello del locus psicologico degli atteggiamenti.

Si possono distinguere tre posizioni:


COMPORTAMENTISTA
1. l'atteggiamento è una variabile direttamente osservabile
  (posizione behaviorista; Campbell:
“l'atteggiamento è un insieme di risposte coerenti ad un oggetto” 

NEOCOMPORTAMENTISTA
2. l'atteggiamento è una variabile latente (o ipotetica) — non osservabile

  • 2a l'atteggiamento è una variabile interveniente (riascolta)


  • 2b l'atteggiamento è un costrutto ipotetico — ipotizzato che esista una struttura della memoria nel quale
magazzino gli atteggiamenti che poi in uenzano le mie rispost

per alcuni studiosi l’atteggiamento potrebbe anche non esistere 




In entrambe (2a e 2b) gli atteggiamenti hanno la funzione di anello di collegamento fra stimolo e risposta,
giusti cano il fatto che le persone rispondono in modi diversi ad uno stesso stimolo.


Poggiano su assunzioni teoriche differenti:


• la variabile interveniente è uno strumento formale per descrivere la relazione S-R (posizione neo-
behaviorista

• il costrutto ipotetico è pensato come un processo o una struttura realmente attiva nella mente e
responsabile di ogni modi ca a livello rappresentativo e comportamentale (posizione gestaltista -
cognitivista

CONTRAPPOSIZIONE(sempre presente
UNIDIMENSIONALE/ TRIDIMENSIONAL

! Esempio tipico della prima posizione (neo-behaviorista) è il modello tripartito di: 



Rosenberg e Hovland (1960):

ATTEGGIAMENTO: predisposizione a rispondere ad un oggetto-stimolo con risposte affettive, cognitive e
comportamentali


! Modello unipartito: risposta valutativa-affettiva — vanno in una dimensione sola

MODELLO TRIPARTICO DELL’ATTEGGIAMENTO (or ABC model of attitude

Risposte cognitive: dichiarazioni verbali di credenze 



(esempio, se l'oggetto è la contraccezione, "credo che il controllo delle nascite rafforzi l'unione della coppia")


Risposte affettive: esprimono emozioni, sentimenti, stati d'animo 



(esempio, se l'oggetto è il fumo: piacevole, rilassante, irritante . . .)


47

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E

Risposte comportamentali: tendenze all'azione e dichiarazioni verbali di queste: intenzioni comportamentali



(esempio: accendere una sigaretta, buttarla o dichiarare intenzioni come:

"Parlerei volentieri in pubblico sui metodi di controllo delle nascite”)

spesso invece che misurare le azioni si misurano le tendenze o le intenzioni


più facile da valutare per questionari


(Rosenberg e Hovland, 1960)

48


abbiamo lo stimolo, l’atteggiamento, le 3 categorie di risposta 


MODELLO TRIPARTIT
Tutte le classi di risposte sono VALUTATIVE, capaci di esprimere la direzione dell'atteggiamento -
favorevole o contraria - e la sua intensità (quanto l’atteggiamento è per me importante

MODELLO DI ZANNA E RAMPEL


hanno pubblicato un articolo : una nuova visione di un vecchio concett
hanno preso il modello tripartito trasformandolo
ATTEGGIAMENTO: categorizzazione di uno stimolo lungo una dimensione valutativa generata o fondata su
tre classi di informazioni: cognitive, affettive, relative a comportamenti passati e alle intenzioni
comportamental

Le tre classi di informazioni attivano tre processi cognitivi, responsabili della formazione dell’atteggiamento

le 3 classi generano l’atteggiament


i miei atteggiamenti sono determinati dalle info che ho accumulato nel corso dell’esperienza

ci possono essere contraddizioni tra le mie emozioni e la cognizion


berlusconi è un grande imprenditore però mi fa schif
lo voto o non lo voto?
spesso prevale l’emozione
tra tutte e 3 prevale il comportamental

49

i

COME SI FORMANO GLI ATTEGGIAMENTI

! la semplice esposizione ad un oggetto


! il condizionamento classic
! il condizionamento operant
! l'esperienza dirett
—  i processi di in uenza nei gruppi

LA SEMPLICE ESPOSIZIONE — mera exposio


Zajonc (1980) 
  (Feeling and thinking: Preferences need no inferences) le preferenze non hanno bisogno di inferenze
(siamo in gradi di dire di una cosa se ci piace o no senza sapere il perché)
 — E’ suf ciente avere contatti ripetuti con uno stimolo perché aumenti la sua piacevolezza.
Quindi ci piace di più ciò che è familiare
 
  (esperimento in cui si mostrano ideogrammi cinesi: quelli visti più volte piacciono di più)
ha mostrato delle diapositive con questi ideogramm
la variabile indipendente era il numero di ripetizione— alcuni venivano mostrati più volt
ripetute esposizioni allo stesso stimol
la variabile dipendente: si chiedeva quanto piacevano gli ideogrammi

Questo è alla base di tantissime pubblicità — la ripetuta esposizione allo stimolo aumenta la piacevolezz
strategiedi marketin

Dopo un certo numero di ripetizioni non funziona più: se diventa una sovraesposizione potrebbe diminuire la
piacevolezz

CONDIZIONAMENTO CLASSICO
Uno stimolo inizialmente neutro diventa capace di evocare una risposta positiva o negativa per essere stato
associato a qualcosa che suscita una reazione positiva o negativa
cane di pavlov


(Staats, Staats e Crawfors, 1962: associano parole (stimoli condizionati) a shock elettrici (stimoli
incondizionati) e ottengono una valutazione più negativa.

altro meccanismo usato in tutta la pubblicit


sponsorizzo la macchina e metto una bella gnocca, utilizzano stimoli positiv

CONDIZIONAMENTO OPERANT
Se un atteggiamento ottiene una ricompensa, ciò aumenta la probabilità che venga ripetuto
rinforzo positivo/negativo

In un esperimento (Scott, 1957) i soggetti dovevamo  sostenere una posizione o quella opposta in un
dibattito. In seguito, gli veniva detto “hai vinto” o “hai perso” il confronto. Chi “vinceva” assumeva
l’atteggiamento corrispondente alla posizione sostenuta. 

E’ forse il meccanismo più usato da genitori ed educatori nel processo di socializzazione.


ESPERIENZA DIRETT
uno dei meccanismo più potente
Gli atteggiamenti formulati a partire da esperienze personali dirette sono più chiari, stabili e fortemente
radicati


E’ un fattore dif cile da isolare: siamo sempre esposti all’in uenza di altri, di informazioni lette o sentite, ecc.
nel formarci un opinione su un “nuovo” oggetto (un partito politico, una droga, un evento, un gruppo di
persone…). Tuttavia, se c’è stata esperienza diretta, i nostri atteggiamenti sono più chiari, radicati, più
predittivi dei nostri comportamenti.

50

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fl

INFLUENZA DEI GRUPP


E' il consenso sociale che dà vita ai vari atteggiamenti. I diversi gruppi a cui apparteniamo (la famiglia, la
classe, gli amici …) condividono solitamente opinioni e atteggiamenti e il singolo individuo sviluppa i propri
atteggiamenti tenendo presenti quelli dei gruppi di riferiment

I gruppi esercitano due tipi  di in uenza

— Informazionale: gli altri sono spesso la nostra principale fonte di informazion

— Normativa: adottiamo norme e valori del gruppo per essere accettato e adeguarci ad esso


A COSA SERVONO GLI ATTEGGIAMENTI?


1
! una volta formati, costituiscono una tendenza a valutare sempre nello stesso modo uno stesso oggetto
(sono cioè possibili predittori di future valutazioni)


! gli atteggiamenti dei singoli sono appresi durante il processo di socializzazione; il legame individuo-
gruppo può portare il singolo ad accettare gli atteggiamenti del gruppo a scopo adattivo  (funzione adattiva

2.
— come struttura cognitiva hanno un ruolo nell'elaborazione di informazione e conservano il giudizio
valutativo
  (funzione conoscitiva

— gli atteggiamenti svolgono un ruolo importante a sostegno del sé e dei suoi bisogn
  (funzione ego-difensiva
  (funzione di espressione dei valori

i tuoi atteggiamenti servono a mostrare al mondo chi sei, il propio s

ho determinati atteggiamenti per difendere l’immagine di me per evitare che i gruppi possano minacciare la
mia idea del s
atteggiamenti egodifensiv
alcuni omofobi sono omosessuali latent

gli atteggiamenti hanno tutte queste caratteristiche in misura diversa

LA MISURA DEGLI ATTEGGIAMENT


! Misurare gli atteggiamenti signi ca sapere come si distribuiscono nella popolazione le opinioni favorevoli
o contrarie verso gli oggetti
! L'atteggiamento, come altri costrutti psicologici (autostima, deve avere un comportamento manifesto),
non può essere osservato direttamente ma deve essere inferito da un comportamento manifesto.

— Bisogna allora individuare gli indicatori che hanno un rapporto signi cativo con il costrutto.

TIPI DI INDICATORI
— autodescrizioni (self-report) di credenze (belief),opinioni, sentimenti e comportamenti (risposte libere,
espressioni di accordo/disaccordo con item standardizzati). meccanismo più comune nelle scienze sociali
  Assunzione: esiste una relazione diretta fra atteggiamento e sua espressione verbale
io chiedo una cosa e assumo che ci sia una relazione diretta tra l’atteggiamento e la sua espressione
verbal
assumo che la persona risponda sinceramente
non è un assunzione scontat

— comportamenti ( rmare una petizione, dare un contributo in denaro, comportamenti non verbali,
movimenti della testa, posizione del corpo, distanza . . . .)
  Assunzione: esiste una relazione diretta fra atteggiamenti soggiacenti e comportamento manifesto
comportamenti sono meno soggetti ai bias, corrisponde di più agli atteggiamenti sottostant
neanche questa assunzione è sempre accettabil

51

.

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I

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ci sono dei comportamenti situazionali che sono diversi dal mio atteggiamento (posso una volta buttare la
sigaretta per terra però essere molto ecologica) — è facile dire le cose, farle è meno facil

— reazioni siologiche all'oggetto di atteggiamento o ad una sua rappresentazione


  Assunzione: l'ampiezza di una reazione siologica non condizionata è direttamente connessa all'intensità
del sentimento suscitato da uno stimolo.

MISURE FISIOLOGICH
!—  ri esso galvanico della pelle — sudare (sono state rilevate variazioni in soggetti con pregiudizi a cui
venivano mostrate fotogra e di coppie miste)
Limiti: misura l'intensità della reazione, ma non la sua direzione; (non si sa da cosa sia determinata) è
sensibile anche alla novità di uno stimolo pro o contro

!—  dilatazione pupillare, di fronte a stimoli che suscitano interess


Limiti: è più indicatore dell'attenzione che della reazione emotiva o della valutazion

—  elettromiogramma facciale EMG, misura l'attività dei muscoli facciali


è uno dei migliori perché da indicazioni della valutazione positiva o negativa
Limiti: è un indice della valenza positiva/negativa della reazione, ma non della sua intensità
faccia contenta o scontent
è invasivo per

RACCOLTA DI INDICATOR
! procedure dirette – intrusive - esplicite: consistono nel chiedere al soggetto una descrizione del proprio
atteggiamento (sentimenti, valutazioni, credenze, intenzioni comportamentali o comportamenti)
Limiti: controllo consapevole delle risposte

" effetti di desiderabilità social


procedure indirette – non intrusive –implicite : cercano di misurare l'atteggiamento con sistemi che aggirano
la consapevolezza del soggetto
in cui la persona non sa di essere misurata su quel atteggiament
l’ideale è non fare domande dirette

MISURE INDIRETTE
— misure che non rivelano lo scopo dell'indagin
ES. Osservazione del comportamento:


  — vicinanza/lontananza sica fra persone



— altri comportamenti (lettera smarrita, petizione,   disponibilità ad accompagnare, condividere . .  .)


Limiti: il comportamento può essere soggetto a pressioni di gruppo e situazionali
  — ambiguità nell’interpretazione

Le procedure osservative sono lunghe e complesse, non possono essere usate in ricerche su campioni
rappresentativi di ampie popolazioni.

MISURE IMPLICITE vs ESPLICIT

! Le misure esplicite rendono palese al partecipante che viene misurato il suo atteggiamento

! Le misure implicite cercano di aggirare questa consapevolezza.




 Es: Go/No Go Association Task (GNAT) di Nosek e Banaji (2001),

Il più noto Implicit Association Test (IAT)di Greenwald, McGhee e Schwartz (1998).

52

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.

MISURA IMPLICITA: “BUONI o CATTIVI?


Test di priming con fotogra e (es. bianchi, neri ) come prime e parole BUONE/CATTIVE come target da
associare al prime
SITO (con diversi atteggiamenti da misurare): https://implicit.harvard.edu/implicit/demo/

la correlazione tra il pregiudizio (misura implicita) e la misura esplicita è moderata=

TECNICHE DIRETT
Le scale ad intervalli soggettivamente uguali di Thurstone (1928

Attitudes can be measured


(American Journal of Sociology, 1928

proprio come le persone possono ordinare stimoli sici a secondo dello loro intensità (psico sica),
così possono ordinare delle affermazioni in base al favore che queste esprimono verso un oggetto.
Una volta costruita una scala delle affermazioni (item) si potrà avere un'indicazione
dell'atteggiamento delle persone considerando gli item scelti

limiti— misura associazioni automatiche


RIASCOLTA!!!

I METODI DI LIKER
(o scala a punteggi sommati; 1932

1. Raccolta delle affermazioni o item




  fonti:  — interviste libere

  (free-generation; focus group

  — libri, discorsi, articoli



  — letteratura sul tema, ricerche af ni

CRITERI DI FORMULAZIONE DELLE AFFERMAZION


evitare le frasi che esprimono dei "dati di fatto” (I NEGRI HANNO I CAPELLI RICCI E NERI), gli uomini sono
tutti uguali, scegliere quelle che si riferiscono a credenze valutazioni, sentimenti … 


• presentare le affermazioni in forma impersonale o al condizionale — credo che….


53

!

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I

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• affermazioni chiare e precise (no negazioni, involute, ecc.)
• devono contenere un solo pensiero o osservazione (no frasi doppie, più aggettivi, ecc.
• devono esprimere per metà un atteggiamento favorevole e per metà un atteggiamento sfavorevole

2. Presentazione item ai soggett


I soggetti devono dichiarare il loro grado di accordo/disaccordo con quanto espresso da ciascun ite

Categorie di risposta

1_  sono molto d'accord


2_  sono d'accord
3_  sono indeciso (né in accordo né in disaccordo
4_  sono in disaccord
5_  sono molto in disaccordo

ESEMPI DI ITEM: (dalla scala di atteggiamenti verso i negri



10. Le abitazioni dei negri dovrebbero essere separate da quelle dei bianchi.

  1     2     3     4     5
 

12. Se è necessaria la stessa preparazione, l'insegnante negro dovrebbe ricevere lo stesso stipendio del
bianco. 

  1     2     3     4     5
 
13. Tutti gli alberghi americani dovrebbero in linea di principio ri utarsi di ammettere i negri
  1     2     3     4     5 

CALCOLO PUNTEGGIO TOTALE


somma dei punteggi attribuiti al soggetto su ogni item  (" punteggi sommati)

" localizza l'individuo sul continuum monodimensionale favore-sfavore

REQUISITI
SCALE LIKERT O TIPO-LIKER
— Uguaglianza differenze fra le diverse categorie di risposta

54

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)

(differenza fra “molto” e “abbastanza” d’accordo UGUALE a differenza fra “abbastanza” e “un po’” d’accordo,
o fra 6 e 7 uguale a fra 1 e 2

— Comunanza di signi cato (fra ricercatore e soggetti

— Uguaglianza nel grado di accordo-disaccordo (simmetria dei processi ad due estremi della scala

ANALISI DEGLI ITE


L'insieme delle operazioni che forniscono le informazioni sulle caratteristiche degli item

Metodi più usati

a)  correlazione item-total


  (misura della omogeneità di un item co
  l'intera scala

b)  differenza delle medie di due gruppi-criteri


  (misura del potere discriminante e omogeneità di un item

c)  analisi fattorial


  (consente di veri care la dimensionalità della scala

55

)

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M

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e

VALORI DELLA R ITEM-TOTAL


r  positivo ed elevato  =  buona omogeneit

r  nullo o basso  =  l'item non misura la variabile misurata dall'intera scal

r  negativo ed elevato  =  errore nell'assegnazione   del punteggio

B) DIFFERENZA DELLE MEDIE DI DUE GRUPPI-CRITERIO


Confronto della media dei punteggi attribuiti per una affermazione agli individui che occupano un estremo del
continuum con la media dei punteggi attribuiti sulla stessa affermazione agli individui che occupano l'altro
estrem

" se la differenza fra i due punteggi è statisticamente signi cativa l'item può essere considerato
discriminante e omogeneo con l'intera scala

DIVERSE TECNICHE DI RILEVAZIONE


! Idea comune: l’atteggiamento dei rispondenti può essere valutato in uno spazio unidimensionale.

! I rispondenti possono essere quindi ordinati in funzione dell’intensità della loro atteggiamento.

! Il livello di misurazione che scaturisce da queste domande è ordinale o su scala ad intervallo?

REQUISITI PSICOMETRICI DI UNA SCALA DI ATTEGGIAMENT


Sensibilità: capacità di discriminare nemente soggetti che differiscono nel loro atteggiament

Fedeltà o attendibilità: accuratezza con la quale un certo strumento misura un certo attributo di un oggetto, o
meglio, stabilità delle misurazioni in successive operazioni di raccolta dei dati, quando le condizioni siano tali
per cui l'oggetto in questione non subisca variazioni su quell'attributo fra una misurazione e l'altr

Validità: capacità di misurare il particolare atteggiamento per cui la scala è stata costruita

56

o

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à

fi
a

METODI PER STIMOLARE LA FEDELTA’


a) test-retest

  consiste nell'applicare due volte la stessa scala agli stessi soggetti e nel calcolare la correlazione fra le due
serie di punteggi


" maggiore la correlazione, maggiore la fedeltà

PUNTI CRITICI:
! impossibilità di rilevazione multipla;
! non indipendenza delle rilevazioni;
! cambiamenti negli atteggiamenti per eventi, tempo ecc.;
! fattori estranei al sondaggio.

METODI PER STIMOLARE LA FEDELTA’ 2


b) esame dell'omogeneità degli item (consistenza interna; es. split-half)


  il metodo più noto ed usato è ormai quello di Crombach (coef ciente a): consente di selezionare gli item
che massimizzano la fedeltà della scala


IL DIFFERENZIALE SEMANTICO (osgoord 1957)
Misura le reazioni emozionali prodotte da uno stimolo (o concetto)


Le reazioni emozionali si articolano in tre dimensioni:



      Valutazione (Potenza  Attività
Per la misura dell'atteggiamento riveste interesse la dimensione di Valutazione:


- esprime un giudizio di valor


- distingue ciò che è apprezzato da ciò che non lo
- ciò che suscita un atteggiamento positivo da ciò che viene ri utato


VANTAGGI NELL’USO DEL DIFFERENZIALE SEMANTIC

  • è una scala semplice


 • è possibile usare le stesse scale per molti concetti, od oggetti, diversi
 • è meno diretta, o meno "intrusiva", di altre misure dell'atteggiamento permette risposte neutre
 • è collegata in modo chiaro con una de nizione dell'atteggiamento come giudizio valutativ

SVANTAGG

57

I

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è

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o

• non è chiaro se si riferisce alla componente cognitiva od affettiva dell'atteggiamento (è stata usata per
entrambe)

 
 • usa scale bipolari, invece di 2 unipolari, con problemi di interpretazione del "punto di mezzo": incertezza,
indifferenza, ambivalenza

  
• la valutazione delle coppie di termini è "a priori" e non sempre chiara

  
• il concetto giudicato può essere ambiguo

58

MODULO
ATTEGGIAMENTO E COMPORTAMWNO

Il problema della relazione fra atteggiamento e comportamento è importante per la speranza che,
conoscendo l'atteggiamento delle persone verso un oggetto, sia possibile prevedere il loro comportamento
verso lo stesso oggetto
La ragione per cui la ricerca su atteggiamenti è molto finanziata, soprattutto negli Stati Uniti, è stato
per la sua relazione con il comportamento, il quale si vuole riuscire a prevedere, controllare e
modificare. La ricerca nanziata molto, gruppi competitivi di lavoro per cercare di capire e
misurare questo costrutto, non tanto per saperlo a libello teorico ma per le sue relazioni
con il comportamento " prevedere il comportamento è quello che interessa; misuro
atteggiamento ma obiettivo è modi ca e previsione del comportamento, proverò a
modi care un comportamento, es. avere atteggiamento più favorevoli verso.. perché gente
compri quel prodotto e non quello competitivo—logica pe modi care comportamento.
Quale è la relazione tra cosa si pensa e cosa si fa? Obiettivo scoprire questa relazione

L’obiettivo più applicativo della ricerca sull’atteggiamento è stato studiare e capire la relazione che
vi è tra atteggiamento e comportamento.
ATTEGGIAMENTO-COMPORTAMWNTO: RELAZIONI SCARS
Molte ricerche hanno tuttavia messo in luce relazioni scarse o nulle fra atteggiamento e comportamento:


— Ricerca di LaPiere (1934) con la coppia cinese e gli albergatori: non li ospiterei mai … e invece lo fanno!
viaggia insieme ad una coppia cinese e gli albergatori nonostante il grande pregiudizio esistente li
ospitano nei loro alberghi; nel momento in cui qualche mese dopo gli albergatori vengono chiamati
dallo psicologo e viene chiesto loro se ospiterebbero dei cinesi loro rispondono “non li ospiterei
mai” e nella concretezza lo hanno fatto.

— Rassegna critica di Wicker (1969


" su 42 ricerche la correlazione media fra atteggiamento e comportamento è intorno a .15 e solo in pochi
casi supera .3
fece una rassegna su 42 ricerche e calcolando la correlazione osserva come la media fra atteggiamento e
comportamento è intorno a 15 (correlazione bassissima) e solo in pochi casi supera 30 (correlazione
moderata

Le ricerche successive sono rivolte a capire due cose:

- Come posso modificare gli atteggiamenti


- Come posso massimizzare la relazione con i comportamenti, cioè come posso avere
misure dell’atteggiamento effettivamente in grado di prevedere il comportamento

La relazione fra atteggiamento e comportamento è in uenzata da


Il punto di partenza di Wicker stesso è evidente a tutti, ci sono numerosi fattori che influenzato tale
relazione, in particolar modo i comportamenti:

! fattori personali: - altri atteggiamenti


- motivazioni
- abilità

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5

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:

! fattori situazionali:- presenza (reale o percepita) di altre persone


- prescrizioni normative
- comportamenti alternativi
- eventi non previsti

(Wicker, 1969)
Livello di speci cit
Secondo Ajzen e Fishbein le basse correlazioni fra atteggiamento e comportamento sono
attribuibili al diverso livello di speci cità delle misure delle due variabili: gli indici
comportamentali sono speci ci, quelli di atteggiamento più generali.


Bisogna quindi usare misure comportamentali basate su una molteplicità di azioni, capaci
di coprire una gamma signi cativa di comportamenti attinenti l'oggetto di atteggiamento
(aggregare le misure).

Il modello di teorico di riferimento che tenta di studiare la misura di tale relazione è stato teorizzato
da Ajzen e Fishbein, secondo loro uno dei problemi principali tra questa correlazione tra
atteggiamento e comportamento è il diverso livello di specificità delle misure delle due variabili: gli
indici comportamentali sono specifici, quelli di atteggiamento sono invece più generali. Facendo
riferimento all’esperimento di LaPierre, quando manda la lettera chiedendo se l’albergatore
ospiterebbe o meno un cinese la risposta è no, l’azione che viene messa in atto dall’albergatore non
è in linea con il suo atteggiamento in quanto nonostante il pregiudizio verso i cinesi quelle persone
che si sono presentate all’albergo erano palesemente benestanti e ben educati, accompagnati da un

americano di ceto abbastanza elevato e quindi li ospito.


Questa differenza di specificità dimostra come non ci possa essere una correlazione perché
l’atteggiamento riassume un comportamento verso un assunto sociale, mentre il comportamento fa
riferimento a un determinato contesto/evento nello spazio e nel tempo.

La risposta è quello di alzare il livello di specificità nella misura comportamentale e abbassare il


livello di generalità della misura del comportamento; bisogna quindi usare misure comportamentali
basate su una molteplicità di azioni, capaci di coprire una gamma significativa di comportamenti
attinenti all’oggetto di atteggiamento (aggregare le misure).

Il modello viene applicato soprattutto nell’ambito di atteggiamenti collegati a comportamenti


specifici dove effettivamente è molto rilevante massimizzare la correlazione con il comportamento
(ambito di ricerche di psicologia della salute e della politica).
 

ESEMPIO Es.: nella ricerca di LaPiere il bersaglio del comportamento e quello


dell'atteggiamento sono diversi:

" nel caso del comportamento il bersaglio era una coppia speci ca accompagnata da un
americano, nel caso della risposta alla lettera la coppia è astratta e nella sua valutazione il
concetto di gruppo di appartenenza assume una notevole importanza

Il modello aspettativa-valore   (Fishbein e Ajzen, 1975)


Si occupa della relazione fra credenze e atteggiamento

60


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Atteggiamento: predisposizione a rispondere ad un oggetto in modo favorevole/


sfavorevole (è una variabile monodimensionale di tipo affettivo/emotivo)

Credenze (beliefs): elementi cognitivi — ri essioni, informazioni, opinioni —sull'oggetto,


de niti come associazioni fra l'oggetto e altri oggetti, valori o scopi (come la probabilità
soggettiva che O sia caratterizzato da un attributo)

L'atteggiamento è funzione delle credenze sull'oggetto e della valutazione di tali


credenz
Tale relazione è espressa da: A0 = S biei
A0  =  atteggiamento verso un oggetto

bi  =  credenza sull'oggetto O, cioè la probabilità   soggettiva che O sia caratterizzato   dall'attributo

ei  =  valutazione espressa dal soggetto   sull’attributo

n  =  numero delle credenze

Le credenze (beliefs) cognitive sono solitamente 7 + o – 2

Esempio: Il fumo

Vi sono circa otto credenze

Però bisogna tener conto delle credenze riguardanti un determinato ambito/una specifica
popolazione

Prendo la mia popolazione target e ho bisogno di identificare le 7/8 credenza a cui fanno
riferimento, chiedendo loro cosa pensano del fumare.

Per tutte le 7/8 caratteristiche individuate chiedo una valutazione della probabilità e un punteggio
del valore positivo e negativo (es. “fumare fa ingiallire i denti” e chiedo quanto su una scala da 1 a
100 fumare faccia ingiallire i denti, rispondo 70 e poi valuto quanto sia positiva o negativa come
cosa su una scala di valori che può andare ipoteticamente da -3 a 3).

Il concetto fondamentale di questo modello è che l’atteggiamento deriva da una somma ponderata
(pondero quindi quanto io credo che quell’oggetto abbia quella caratteristica, ponderato per quanto
sia positivo o negativo e sommando per tutti i beliefs ponderati) ogni beliefs per la sua valutazione.

dove:


A0 = atteggiamento verso un oggetto O


bi = credenza sull'oggetto O, cioè la probabilità soggettiva che O sia caratterizzato
dall'attributo i


ei = valutazione espressa dal soggetto   sull’attributo i


n = numero delle credenze

L'atteggiamento corrisponde allora alla somma delle credenze 'pesate' sul piano valutativo
61

fi
e

fl
i

NORME SOCIAL
L’atteggiamento sarà comunque un cattivo predittore del comportamento nelle situazioni in cui le norme
sociali sono forti.


  Fishbein e Ajzen hanno proposto un modello della relazione atteggiamento-comportamento che incorpora
anche la componente delle norme sociali

"  Theory of reasoned actio


  (Teoria dell'azione ragionata)

TEORIA DELL’AZIONE RAGIONATA (FISHBEIN e AJZEN


! Per Fishbein la determinante immediata del comportamento (B) è l'intenzione comportamentale (BI) ad
eseguire o no quel comportamento

BI (Behaviorial Intention
" rappresenta la motivazione, cioè il progetto consapevole di portare a termine un comportamento (Eagly e
Chaicken, 1993)

LE DETERMINANTI DEL COMPORTAMENTO VERSO UN OGGETTO SONO

  • l'atteggiamento verso il comportamento 



  (Att= S biei) à modello dell’aspettativa-valor

   • la norma soggettiva (SN) 



questa determinata da:


— le credenze normative, relative a ciò che la società o "altri signi cativi" pensano si debba far
— la motivazione del soggetto a conformarsi alle norme

PESI DEL MODELL


I pesi delle determinanti possono essere diversi da comportamento a comportamento e da soggetto a
soggetto "
per alcuni comportamenti/individui il comportamento è determinato soprattutto dalle norme per altri
soprattutto dall'atteggiamento verso quel comportamento.


62

I

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:

Critiche al modello di Fishbein e Ajzen: 


! non tiene conto del comportamento passato (abitudinario e incontrollato), di obblighi morali, di differenze
individuali in self-ef cacy, ecc.
! manca una stima del controllo percepito dal soggetto, cioè della sua convinzione di poter eseguire il
comportamento richiesto per produrre il risultato
                
  Gli stessi autori ne hanno proposto una revisione denominata “teoria del comportamento piani cato” "

(Theory of planned behavior; Ajzen e Madden, 1986)

- i primi studi hanno concluso che la correlazione tra i due è scarsissima


-ricerca di LA Piere… indole di ricerca, ha preso tutti indirizzi tutti alberghi e ristoranti in cui è stato ospitato
con loro, quando è tornato a casa, ha mandato letterina e ha chiesto se ospiterebbe cinesi- anni 30
atteggiamento verso di loro non favorevole. Aspetta risposte e ottiene che la maggioranza, cica 90% , dice di
no, ma in quei mesi di viaggio non aveva mai ricevuto un ri uto—atteggiamento sfavorevole e
comportamento sfavorevole" se è una ricerca agli albori, anni dopo…
-Wicker: ha preso tutti articoli pubblicati una relazione tra atteggiamento e comportamento. E
comportamentale... al tempo, del 69, ricerche che pubblicavano dati misure comportamento ne ha trovati 42,
calcola correlazioni e ottiene che è intorno a 0.15 e in pochi casi supera 0.30; - bassissimo
Ricerca successiva rivolta su come posso avere misure di atteggiamento che siano in grado di prevedere il
comportamento, produrre modello e metodo di misura di atteggiamento in grado di prevedere
comportamento e mi dici punti deboli
- ci sono fattori che in uenzano l’uno e l’altro e sono diversi; io sono relativamente libera dui pensare
come voglio, ma non così libera
 
Livello speci cità
Grosso investimento teorico su capire questa relazione. Modello più usato è quello dei 2.. hanno scritto un
primo libr
Da che punto di partenza si sono mossi? Uno dei problemi principali… in tutte le ricerche precedenti – loro
modello negli anni 70- è livello speci cità, cioè misura comportamento è speci ca per de nizione,
atteggiamento è generale, per de nizione.
Azione speci ca mentre atteggiamento globale—> fa dire che non c’è correlazione tra le due cose, azione
speci ca in un particolare contesto nel tempo. C’è bassa correlazione. Secondo questi autori bisogna alzare
livello speci cità… per alzare livello speci ca .. misurare più comportamenti, non usare uno solo, ma divers
Unica possibilità è evadere da.. e misurare più azioni. Abbassar generalità misura atteggiamento " signi ca
che LA piere avrebbe dovuto scrivere agli albergatori 2 cinesi ricchi.… e albergatore avrebbe risposto di si,
se non sempre, più frequentamene" ciò non toglie che è sempre del tutto sbagliato... viene applicato
soprattutto nell’ambito dio atteggiamenti collegati ad eventi speci ci...
Quando hai comportamento speci co e vuoi modi carlo, allor adatti..
 
APPLICAZIONI DEL MODELL

La psicologia sociale può contribuire ad analizzare le determinanti delle condotte nell'ambito della salute e
promuovere il cambiamento


Per analizzare le determinanti delle condotte sono stati usati diversi modelli, tra cui spesso quello
"dell'azione ragionata”

Applicato con successo nel predire comportamenti come:

donare il sangue, smettere di fumare, prendere contraccettivi, sesso sicuro, dimagrire . . .

LIMITI DEL MODELL


Limite metodologico

63

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O

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le ricerche per la validazione dei modelli hanno un disegno correlazionale e pur trovando
correlazioni elevate tra le variabili del modello, la quantità di varianza del comportamento spiegata
da queste rimane in genere intorno al 40%
Ciò signi ca che più della metà della variabilità delle azioni delle persone è dovuta a fattori non
considerati dal modello, quali

  abitudini, concetto di sé, identità sociale . . . .

L’ACCESSIBILITà DELL’ATTEGGIAMENT
Fazio e coll. hanno sottolineato una condizione minima necessaria perché l'atteggiamento in uenzi il
comportamento:
che vi siano dati immagazzinati in memoria e che essi siano accessibili e vengano recuperati al momento di
agire

Gli atteggiamenti formatisi attraverso l'esperienza diretta con l'oggetto di atteggiamento sono i più accessibili.
Per questo, hanno maggiori capacità di dirigere il comportamento

ATTEGGIAMENTI COME UN EURISTIC


EURISTICHE:
z
  "strategie cognitive semplici ed ef caci che permettono agli individui di valutare rapidamente la validità di
nuove informazioni per mezzo di una semplice regola di decisione"


Essa consiste nel valutare se il nuovo dato è coerente con l'atteggiamento precedente.

IN CONCLUSION
!1) gli atteggiamenti formatisi attraverso l'esperienza diretta e/o ripetutamente espressi sono ben
consolidati, ossia risultano da una forte associazione fra l'oggetto e la sua valutazion

!2) l'atteggiamento forte è molto accessibile e si attiva automaticamente di fronte all'oggetto

!3) questo automatismo aumenta la probabilità che l'atteggiamento sia seguito da un comportamento
coerente

L’ORGANIZZAZIONE DEGLI ATTEGIAMENTI


Può essere affrontata su due piani

A -  il sistema di relazioni che collega l'insieme degli atteggiamenti di una person

B - le componenti di ogni atteggiamento e il grado di coerenza e di complessità della loro


organizzazion

A - RELAZIONI TRA ATTEGGIAMENT


Costituiscono dei raggruppamenti più o meno coerenti no a comporre un'ideologia 


(teoria dell'equilibrio cognitivo: tendiamo ad avere un insieme di credenze omogenee e coerenti fra loro;
Heider, 1946)


(la personalità autoritaria: le convinzioni politiche, eco-nomiche , sociali di una persona sono coerenti fra loro
e con la struttura della personalità; Adorno et al., 1950)

64

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B- LA STRUTTURA INTERNA DELL’ATTEGGIAMENTO

Il modello a 3 componenti (Rosenberg e Hovland, 1960)

ha posto il problema il problema della coerenza fra risposte affettive, cognitive e
comportamentali.


La veri ca empirica ha dato risultati contrastanti:

! le tre componenti sono molto correlate (Ostrom, 1969)


! sono indipendenti e solo le intenzioni comportamentali prevedono il comportamento (Kothandapani,
1971)
le componenti sono indipendenti quando l'oggetto è presente e i soggetti danno risposte sia verbali sia
comportamentali
sono più correlate quando l'oggetto non è presente e i soggetti danno solo risposte verbal
" quando vi è un'elaborazione cognitiva i tre elementi sono resi più coerenti (Breckler, 1984)

BISOGNO DI COERENZA NEI NOSTRI ATTEGGIAMENT


I tre diversi tipi di informazioni (ABC) possono dar luogo a diversi atteggiamenti.

! In alcuni casi e situazioni prevalgono informazioni COGNITIVE (es. atteggiamento verso l’euro basato su
vantaggi/svantaggi)
! Spesso prevalgono informazioni AFFETTIVE (es. donazione di sangue)
! Comunque più stabili gli atteggiamenti basati su esperienza diretta (informazione
COMPORTAMENTALE)

  Generalmente sono una mescolanza delle TRE informazioni, guidata dal bisogno di COERENZA

ATTEGGIAMENTI AMBIVALENT
! Spesso però abbiamo informazioni contrastanti su uno stesso argomento, specie se controverso (pena
di morte, aborto, pregiudizi..)
Ø
! A volte sono in contrasto informazioni (cognizioni) e i nostri sentimenti (esempio forme di razzismo
moderno od evitante)
Ø
! Possiamo farne una media o cercare di integrarle, ma solitamente prevalgono informazioni unilaterali, di
parte (cerchiamo conferme, ignoriamo-interpretiamo diversamente informazioni contrarie..), o quelle più
accessibili in quel momento
Ø
! Sono comunque atteggiamenti INSTABILI e che predicono meno il comportamento.

IL CAMBIAMENTO DI ATTEGGIAMENT
Forte resistenza al cambiamento perché:


! ciò che è familiare suscita reazioni positive che giusti cano la conservazion
! gli atteggiamenti pre-esistenti in uenzano la valutazione di nuovi event
— gli atteggiamenti sono inseriti in un sistema interconness

IL CAMBIAMENTO Può ESSERE DOVUTO


— a processi motivazionali
— all’effetto di comunicazioni persuasiv

65

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I

PROCESSI MOTIVAZIONAL
Teorie della coerenza cognitiva


"  le parti dell'atteggiamento, gli atteggiamenti, i valori, i comportamenti costituiscono un sistema cognitivo
che tende a mantenere uno stato di equilibrio o consonanza.


  Se il sistema è squilibrato si crea una tensione (motivazione) a ripristinare l’equilibrio

importante
LA TERIA DELLA DISSONANZA COGNITIVA
FESTINGER (ricorda il nome) allievo di kurt lewi
Si tende a mantenere una situazione di equilibrio fra gli elementi (credenze, valutazioni, comportamenti…)
che costituiscono la rappresentazione mentale.

Eventuali incoerenze producono cambiamenti nell’organizzazione cognitiva.


Elemento cognitivo: pezzo di conoscenza riferito a ciò che le persone sanno di sé, del proprio
comportamento e del loro ambient

Dissonanza: incongruenze logiche, contrasti con norme culturali, con precedenti esperienze

DISSONANZ
L'entità dipende dalla proporzione di elementi dissonanti e dalla loro rilevanza.

— Produce un'eccitazione (arousal) spiacevole che agisce come motivazione a ridurre l'incongruenza fra
elementi cognitivi
parliamo di contesti speci ci, quando veniamo valutat

OCCASIONI CHE FAVORISCONO LA DISSONANZA:

!   1) situazioni post-decisionali: scelta fra due alternative attraent


!   2) giusti cazione di uno sforzo — quando ci impegnano per ottenere qualcosa
—  3) situazioni di accordo forzato

1
due alternative , quello che non ho scelto rimane sospeso e crea dissonanz

Strategie generali di riduzione:



a) modi care un elemento 

b) aggiungere informazioni
c) modi care l'importanza degli elementi cognitivi

ES ho preso le scarpe ross


u guarda ho anche un vestito rosso che posso abbinare

— nuova valutazione in modo da rendere più positiva l'alternativa scelt


— ricordo selettivo degli aspetti positiv
— negare la libertà di scelta — la situazione mi ha costretto a fare quella scelta
— negare la prevedibilità delle conseguenze

io ho uno stato di sgradevolezza che mi induce di modi care qualcos

2.
se mi indegno molto per ottenere qualcosa poi il risultato deve valerne la pen
Giudizio più positivo di uno scopo se il suo raggiungimento ha richiesto molto impegno


Es. imbarazzo per entrare nel gruppo di discussione sul sesso
  (Aronson e Mills, 1959)

66

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3
Quando una persona, indotta dalla situazione o da altri, fa qualcosa che va contro le sue convinzioni, ide
in questo caso la dissonanza è forte

Festinger ipotizza che per ridurre la dissonanza si avrà un cambiamento di atteggiamento  e che questo sarà
maggiore con una ricompensa piccola che con una grande

ESPERIMENT
20 DOLLARI PER UNA MENZOGN
ha chiesto ai suoi studenti di partecipare ad un esperimento noiosissim
alla ne del ttizio esperimento, il collaboratore chiede a quello che ha appena fatto l’esperimento
di aspettare la prossima persona e deve dirgli che l’esperimento è interessante — deve mentire ad
un suo compagn
se la persona accetta gli vene dato 1 dollaro o 20 dollari

Ipotesi:
! se la pressione ad accettare è forte (20 dollari), il comportamento contro-attitudinale sarà vissuto come
giusti cat
" poca dissonanza  " poco cambiamento Att. — perché non è stato uno sforzo, ci hanno guadagnato


! se la pressione è debole (1 dollaro), la ricompensa non è più una giusti cazion


" forte dissonanza  " cambiamento di Att. — devono dire che è interessante per produrre uno stato di
assonanza

RISULTATI
I risultati confermano le ipotesi:

nella condizione 1 dollaro i soggetti valutavano il compito in modo più favorevole che nella condizione 20
dollari o in quella di controllo


Altri fattori importanti perché si produca dissonanza:
—  la libera scelt
—  le conseguenze del comportamento
—  responsabilità personal

LA TEORIA DELL’AUTOPERCEZIONE
UN INTERPRETAZIONE NEGATIV
Bem (1965, 1972
Bem (comportamentista): gli atteggiamenti sono autodescrizioni del proprio comportamento (se il
comportamento cambia, cambia anche l’atteggiamento— se ho detto che l’esperimento è interessante allora
penso che lo sia) , se questo cambia, senza giusti cazione, cambia anche l’atteggiamento.

Dif cili stabilire quale dei due processi:


l'autopercezione (se ho fatto questa cosa modi co le mie idee
o la dissonanza media il cambio di atteggiamento

ESPERIMENTO DI ZANNA E COOPE


per poter capire se esita e che cos’
Lo stato di dissonanza è caratterizzato da tensione, che non si veri ca se è attivo il processo di
autopercezione; 


67

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L'esperimento prevedeva:

— due condizioni di scelta (prima VAR IND)

a) molta  " forte dissonanz

b) poca  " bassa dissonanz

DISEGNO SPERIMENTALE 2X
— dobbiamo scrivere un saggio pro o contro castro, alcuni non possono decider
— gli veniva dato un farmaco placebo
Somministrazione di un placebo prima del compito, generando poi tre condizioni (2 VAR INDI):

1) tensione — gli veniva detto che si sarebbero sentiti nervosi e agitati

2) nessuna informazione

3) rilassamento


Disegno 2 x 3  between subject

10 soggetti assegnati a caso ad ognuna delle sei condizioni


  Compito: scrivere un saggio sostenendo idee contrarie al proprio atteggiamento.


IPOTES
Previsioni in base alla teoria delle dissonanza:

nella condizione con scelta si avrà uno stato di eccitazione spiacevole, che sarà attribuita:


a) al compito, nelle condizioni  "senza informazione" e  “rilassamento"


b) alla medicina, nella condizione   "tensione" (attribuzione erronea)


Il cambio di atteggiamento si avrà in (a);


Secondo la teoria dell'autopercezione la pillola non in uenzerà il cambiamento.

variabile indipendente: atteggiamento nei confronti di castr


lo stato di dissonando sara maggio con la tensione o rilassamento : con il rilassamento
perché sarò Comunque nervosa
mentre nel caso della tensione, la tensione la attribuisco al farmac

questo esperimento evidenzia l’esistenza dello stato di risonanz


————

quando la discrepanza tra le mie idee e come mi sono comportata vale l’autopercezion
se la discrepanza è alta mi trovo in uno stato di dissonanz

RISULTAT
DELL’ESPERIMENTO DI ZANNA E COOPE
Confermarono le previsioni della teoria della dissonanza

  Si ottenne un cambiamento nelle condizioni


 
  “rilassamento”(max
    “senza informazione

68

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R

LA COMUNICAZIONE PERSUASIV
messaggi in cui dico alle persone come dovrebbero pensarla
Molte le ricerche della scuola di Yale, 

  anni '40-'50, sotto la guida di Hovland


  Hanno diviso in tre componenti il processo   persuasivo e studiato 


  fonte/messaggio/audience

- chi emette il messaggi
- come viene emesso (in tv, sui giornali
- persone a cui il messaggio è indirizzato 

" Chi dice che cosa a chi con quale effetto?
hanno modi cato il chi, il cosa ed il com
faccio dire qualcosa da una persona bella o ricca o ner

  manipolato le variabili, e osservato gli effetti sul cambiamento di atteggiament

CARATTERISTICHE DELLA FONT


! la comunicazione è più ef cace se proviene da qualcuno
  — attraent
  — simile a no
  — familiar
  — potent
! credibilità della fonte
  — espert
  — af dabile

— Durata del cambiamento: sleeper effect, con il passare del tempo, dissociazione tra fonte e contenuto
del messaggio e anche fonti poco credibili possono esercitare in uenza

io dico: lo ha detto rita levi montalcini o qualcun’altrar


misuro che è più ef cace con rit
3 settimane dopo lo rimisuro e non è più signi cativa la differenza di atteggiamento
l’effetto della fonte dopo un po si attenua
perché
— cambiano l’ordine: rita levi montalcini dice che — prima la fonte e poi il messaggio
oppure è stato detto che ….. da rita levi montalcini — prima il messaggio e poi la font

prima il messaggio e poi la fonte= maggiore sleeper effect per un meccanismo dell’organizzazione
della memoria, è più facile che la fonte si stacch

CARATTERISTICHE DEL MESSAGGI


Hanno effetti sul cambiamento di atteggiamento:
un messaggio:


  — comprensibilità

  — lunghezz
  — numero di argomentazioni contenut
  — tono emotiv
  — messaggio uni o bilateral
  — modo in cui si conclud

  — momento in cui è comunicata la font


  — stile (umoristico, ...
  — numero di ripetizioni

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UNO O Più AEGOMENTI


Ad esempio, la comunicazione unilaterale esercita più in uenza su ascoltatori disinformati o con
atteggiamento già favorevole, quella bilaterale su ascoltatori con atteggiamento negativo
ES se io sono salvini e parlo a un congresso di leghisti (la pensano come me) e li voglio persuadere su una
mia opinione — UNILATERAL
se parlo con persone che non la pensano come me o informati su un argomento — BILATERALE , più
argomenti

EFFETTI DELLA LUNGHEZZA di un messaggio persuasivo


Un esperimento (Langer et al., 1978)
  ha cercato di vedere cosa succede se gli
  scopi di una richiesta sono resi espliciti.

  Un complice si avvicinava alla fotocopiatrice dopo l’arrivo di uno studente e faceva una di 

3 possibili richieste "

POSSIBILI RICHIEST
a) Scusami, ho solo cinque pagine. Posso usare la fotocopiatrice?

b) Scusami ho solo cinque pagine. Posso usare la fotocopiatrice, perché devo fare delle fotocopie? scopo
ovvio 

c) Scusami ho solo cinque pagine. Posso usare la fotocopiatrice, perché ho molta fretta? scopo utile


RISULTATI DELLE 3 RICHIESTE


La a senza informazioni sugli scopi, la b con una spiegazione ovvia, la c con motivi espliciti e plausibili.

  RIS: Abbastanza ovviamente, la c più informativa otteneva più consensi (94% di SI) ma anche la b dava
ottimi risultati (90%) rispetto ad a (60%). 

[Interessante, se a chiedere era una donna i SI aumentavano sempre; se invece che 5 pagine erano 20 la
forza persuasiva dell’informazione placebo della b diminuiva].
  Il meccanismo è lo stesso usato da molti questuanti che per chiedere soldi informano dettagliatamente: 

“Devo prendere il treno per Como che parte tra mezz’ora, mi mancano 1300 lire per fare il biglietto”
—   CONCL. La lunghezza aumenta la persuasione anche se priva di argomenti valid

FEAR-APPEA
! Molto usata dai pubblicitari, specie di pubblicità progresso, dai politici, dai genitori…

! Più ef cace la bassa-moderata intensità di quella eccessiva (esperimento sulle devastanti e poco
credibili conseguenze del non lavarsi i denti…; Janis e Feshbach, 1953) che suscita un evitamento difensivo.
Inoltre una forte emozione riduce sempre le capacità di elaborazione
funziona ma non deve essere eccessivo

! Importante che il messaggio dia istruzioni chiare su come ridurre l’ansia che suscita
se non ti lavi i denti ti viene il cancro, come fare per evitare? — do delle istruzioni

CARATTERISTICHE DEL RICEVITORE


!a)  ruolo dell‘ intelligenza:
  non è univoco. Chi è più intelligente capisce di più, ma è più critico e meno disposto a farsi in uenzare

!b)  ruolo del genere sessuale:


  le donne sono più in uenzabili
  certo, sono gentili e gli argomenti maschili non le interessano !!!! (Eagly, 1978)
vengono utilizzati argomenti di poco interesse per le donne quindi sono più in uenzabil
nell’aspettativa stereotipia delle donne devono essere gentili e dire di si

!c)  ruolo dell‘ umore:


  il mood positivo facilita l'in uenza (condizionamento classico), ma non dura e non sempre. . .

!d)   ruolo delle differenze di personalità: alcuni sono più persuadibili di altri (studiati in seguito
  ad es. bisogno di cognizione, automonitoraggio)

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RISULTATI COMPLESSIV
! Molte le ricerche e i risultati della scuole di Yale ma spesso contrastanti
! Mancanza di un modello teorico chiaro che integrasse i risultati a volte anche contraddittori

LE RISPOSTE COGNITIVE ALLA PERSUASIONE (greenwald


perché una persona venga persuasa deve capire il messaggio
! Viene messo l’accento sulla comprensione del messaggio e sulle argomentazioni/contro-argomentazioni
prodotte

! Ipotizzato un ruolo di MEDIAZIONE delle argomentazioni spontaneamente prodotte dal soggetto e


quanto ne viene persuaso

! Sono indici della profondità dell’elaborazione (numero di argomentazioni prodotte) e favorevolezza/


sfavorevolezza verso il messaggio

MODELLO DELLA PROBEBILITA’ DI ELABORAZION


elaboration likelihood mode

Petty e Cacioppo (1981)


Il modello prevede due vie di elaborazione dei messaggi (dual process model of persuasion):


  a)  PERCORSO CENTRALE (central route) — strategico controllato


b)  PERCORSO PERIFERICO (peripheral route) — elaborato meno

PERCORSO CENTRALE
Il destinatario elabora attivamente il contenuto del messaggio, ri ettendo sugli argomenti proposti e
generando argomentazioni o controargomentazioni.

 
  Se il messaggio è convincente, i pensieri generati saranno prevalentemente positivi e si avrà un
cambiamento di atteggiamento nel senso desiderato dalla fonte. Se, invece, il messaggio è debole, i pensieri
generati saranno prevalentemente negativi e perciò il messaggio risulterà inin uente o addirittura
controproducente (effetto "boomerang").

PERCORSO PERIFERICO
Il destinatario non elabora il contenuto del messaggio, ma lo accetta basandosi su criteri super ciali, ad
esempio il fatto che la fonte sia o meno attraente, attendibile, che il messaggio sia lungo o corto, ecc.

 
  Il messaggio viene accettato o ri utato sulla base di tali "indici" periferici” (cues).

vengo persuaso perché la richiesta è lunga o perché la fonte è attendibile indipendentemente dal
messaggi

QUALI FATTORI DETERMINANO LA SCELTA TRA PERCORSO CENTRALE E


PERIFERICO

a)  motivazione (mi riguarda, mi interessa, è importante…)

b)  capacità di elaborare il messaggi


  (ho le risorse per ascoltarlo – tempo,   attenzione, non sono disturbato o distratto -,
  le conoscenze necessarie per comprenderlo…

spot pubblicitari: mentre cucino lo ascolto: viene seguita la via periferica


non ho risorse per seguirlo con attenzion
mi si rompe la lavatrice parte uno spot sulla lavatrice e provo più attenzion

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ecco perché gli spot pubblicitari non utilizzano elementi con capacità persuasiva per la via centrale ma
quella periferica : ragazza carina

SCELTA DEL PERCORS


persone con bassa motivazione o capacità usano indici indiretti (VIA PERIFERICA), 

persone con alta motivazione o capacità elaborano attivamente il messaggio (VIA CENTRALE).


  Variati in modo sistematico negli esperimenti:


  - motivazione e/o capacità
  - presenza di indici periferici
  - qualità degli argomenti (deboli/forti)

QUALE PERCORSO

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VERIFICA DEL PERCORSO SCELT


1)  "elenco dei pensieri" (thought listing) o "risposte cognitive
  Indice della quantità dell'attività cognitiva, della   sua direzione e del tipo di pensier

2)  elettromiogramma facciale (EMG


  reazione favorevole/sfavorevol

ESPERIMENTO TIP
COINVOLGIMENTO PERSONAL

Disegno 2 x 2 x 2:
! Argomenti forti/deboli
! Fonte esperta/poco esperta
! Coinvolgimento alto/basso

IPOTESI:
! Maggior cambiamento argomenti forti nei soggetti coinvolti (centrale)
! Maggior cambiamento fonte esperta nei  soggetti non coinvolti (periferica)

Es. Introdurre tesi di laurea in US qui prossimo anno, altra università fra 5 anni…..

AMBEDUE I PERCORSI POSSONO PRODURRE PERSUASION


M
! nel percorso centrale si otterrà un cambiamento profondo, duraturo, relativamente resistent
— nel percorso periferico  si otterrà un cambiamento super ciale, di breve durata, poco resistente a nuove
in uenze e con minori ricadute a livello comportamental

tutto il modello no c’era nessun accenno al ruolo delle lezioni


in realtà per la persuasione le emozioni sono molto imp quindi

ELM — RUOLO DELLE EMOZION


inserimento delle emozioni nel modello
Ruolo degli affetti indotti da una comunicazione persuasiva:

! vero e proprio argomento quando sono rilevanti per la valutazione della comunicazione e il
coinvolgimento è alto    (via centrale)
meno frequent
io elaboro il messaggio, entra in gioco un emozione

ES — spot in cui dicono esplicitamente: se consumi questo prodotto proverai…..

! indici periferici e possono favorire il recupero di elementi con valenza congruente in condizioni di basso
coinvolgimento  (via periferica)
molto più comun
usa le emozioni legate al messaggio stesso e non al prodott
NON HO CAPITO

! in uenzano il grado e la direzione del processo di elaborazione dell’informazione  (quale via)


se sono in uno stato di emotività positiva la mia capacità di elaborazione non aumenta perché non
faccio processi strategici dei pro o contro — via automatica euristica
al contrario se ho un emotività negativa metto in atto un processo di elaborazione più accurato —
favorisce la via centrale
pubblicità— è molto più facile persuadere con il buon umor
73

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un altro modo in cui vengono utilizzate le emozioni


indici periferici e possono favorire il recupero di elementi con valenza congruente in condizioni di basso
coinvolgimento 
— a meta persone induco umore positivo
— a meta negativ
poi do da imparare a memoria 10 parole a contenuto negativo e meta positivo
uno dei primi effetti è che se chiedo di ricordare le parole — quelli con umore positivo ricordano più
facilmente quelle positiv

tra 15 giorni lo rifaccio


anche in questo caso si trova l’effett

SPUNTI CRITIC
! Altro modello duale dell’elaborazione sistematica (centrale) o euristica
è stato proposto un altro modello — le due vie con nomi diversi
  (Chaiken, 1980; 1987)

! percorso centrale/periferico: sono indipendenza o interdipendenza

! modelli duali o unimodel (Kruglanski)

! differenze interpersonali nella persuadibilità


(Es. "need for cognition”)

! diversi e più complessi ruoli delle emozion

LA PERSUASIONE SUBLIMINAL
!Funziona o no? Mah! Dif cile certo elaborare messaggi presentati sotto la soglia della consapevolezza
Ø
!Funziona sicuramente la MERE EXPOSURE, specie di immagini e non di stimoli verbali
!Meglio se siamo inconsapevoli del tentativo esplicito di in uenzarci

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75

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MODULO 6
Le relazioni interpersonali
Quali sono i fattori sottostanti alla nostra scelta delle persone che ci sono amiche o del partner, o più
semplicemente con chi andiamo d’accordo e chi no, come possiamo cercare di piacere agli altri?

AFFILIAZIONE: BISOGNO DI CONTATTO SOCIALE


preferiamo stare con altr
ricerche sperimental
es sale d’attesa del dentista, ospedal
cerchiamo di stare con altri in condizioni piacevol
Quando si cerca la compagnia reciproca?

! condizioni piacevoli
! condizioni minacciose (studiate sperimentalmente) se siamo ricoverati in ospedale cerchiamo la
compagnia di persone che magari devono fare il nostro stesso intervento (quando la minaccia è blanda)

Si preferisce stare soli in:


! condizioni spiacevoli
! condizioni che richiedono concentrazione

PERCHè SI CERCA COMPAGNIA


Ø Confronto sociale (come si comportano gli altri?) standard di riferimento
sto reagendo nel modo corretto?

Ø Riduzione dell’ansia (si chiede se togliere un dente fa male)

Ø Ricerca di informazioni

Fattori che riducono la ricerca di af liazione (emozioni sociali che fanno riferimento a norme)

Ø Imbarazzo (violazione di norme esterne es mettersi le dita nel naso)

Ø Forte paura (relazione curvilinea a U rovesciata: non li cerchiamo se non proviamo paura o ne proviamo
troppa) se proviamo una grande paura non cerchiamo gli atri

SOSTEGNO SIACIAL
numerose scale per misurarl
noi abbiamo una rete a cui possiamo fare af damento
rete sociale es amicizie, famiglia, persone a cui facciamo af dament
però un conto è la rete un conto è la preceione ( c’è chi ha molte persone ma si sente sola, oppure possiamo
avere solo 2 amici e sentirci sostenute
Sostegno:

! Emozionale
! Appraisal (confronto sociale)
! Informativo (es dove devo andare a pagare le tasse?)
! Strumentale (aiuto pratico)

3 FASI NELLA RICERC


- Anni '50
• Indagine dei fattori che facilitano l'insorgere di una relazione

• Ricerca di tecniche di misurazione

• Metodi osservativi-correlazionali  (Moreno, Festinger, Newcomb)

 

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- Anni ’60 hanno cercato di diventare più sperimentale
• Modelli sui fattori che in uenzano e determinano l'attrazione (quli sono le persone che ci piacciono)
• Metodi sperimentali  (Byrne) è dif cile in laboratorio
 
- Anni '70 (critiche) e anni '80 (rinascita, ritorno di interesse sull’argomento
• Analisi su sviluppo, mantenimento e declino di relazioni reali )come nascono, come niscono)
• Pluralità di metodi: diari, self-report, path-analysis
  (Hinde, Levinger . . .

PER DIVENTARE AMICI CI VUOLE TEMPO


quando de niamo una persona come un amico stretto
ci vuole tempo
Hall (2018, Journal of Social and Personal Relationships): per considerare una persona un amico stretto
occorre tempo e di qualità. E il cervello può gestire solo circa 150 amicizie.
Dati da 355 questionari online di adulti trasferiti negli ultimi sei mesi che stavano cercando nuovi amici e un
esperimento con 112 studenti.
Quattro livelli: conoscenza, amicizia occasionale, amicizia e amicizia intima.
(passare da un livello ad un altro) Ci vogliono dalle 40 alle 60 ore per un’amicizia occasionale,
80-100 ore per passare all'essere un amico
e più di 200 ore insieme per diventare buoni amici.
E' stato sviluppato anche uno tool online (https://mikewk.shinyapps.io/friendship/) che indovina il livello di
amicizia.

più la linea è spessa più il legame è importante


l’amicizia però non sempre è reciproca (linea gialla

AMICIZIA E AMBIENTE FISIC


test nei college con assegnazione di allegg
alla ne dell’anno con chi hai fatto amicizia
con le persone che dormono sullo stesso piano
La vicinanza sica, e le interazioni frequenti spesso conseguenti, facilita l’amicizi
Perché

- meno ostacoli agli incontr


- più informazioni su chi ci è vicin
- mere exposure (ci piace di più ciò che abbiamo già visto, che ci è familiare; Zajonc, 1980) la familiarità
aumenta la piacevolezza

  Tuttavia… interazioni negative frequenti aumentano l’avversion

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SOMIGLIANZA-ATTRAZION
Nei rapporti d’amicizia e d’amore preferiamo le persone che ci assomigliano.

Numerosi esperimenti hanno dimostrato che individui che possiedono atteggiamenti, credenze e valori simili
è più probabile che diventino amici.

Molto noto l’esperimento condotto da Byrne (1971)


IL PARADIGMA SIMILARITà - ATTRAZIONE (BYRNE, 1971
Dallo stato pre-scienti co alla fase paradigmatica della ricerc
Esperimenti sul "giudizio interpersonale"


Bogus stranger paradigm— il paradigma del falso straniero



27 domande su alcuni atteggiamenti di persone (non erano anonimi i questionar
è stata costruita un immagine di una persona ipotetica che la pensava in una certa maniera
poi chiedevo—quanto ti piace questa persona 


VI  Atteggiamenti simili/diversi



  Questionario di 26 items

  (sport, fumo, aspetti sociali della vita  universitaria,   sesso prematrimoniale, ruolo della donna, religione,  
guerra, sistema scale)


VD  Attrazione

  Scale sociometriche
  (cultura, intelligenza, moralità,   simpatia)

ESPERIMENTO DI BYRNE SULL’ATTRAZION


A degli studenti era sottoposta la descrizione di una ipotetica persona che aveva atteggiamenti simili/diversi
(VI) rispetto ai loro (in realtà la descrizione era costruita in base a un questionario distribuito ad inizio d’anno
in cui si rilevavano gli atteggiamenti degli studenti verso sport, fumo, sesso prematrimoniale, ruolo della
donna, religione, guerra, ecc).
A questo punto gli studenti dovevano indicare mediante alcune scale sociometriche (riguardanti cultura,
intelligenza, moralità, simpatia) il loro grado di attrazione (VD) verso questo ipotetico sconosciuto

RISULTATI DELL’ESPERIMENT
relazione lunare secca
quanto più una persona mi assomiglia quanto più mi piac
Condotti vari esperimenti con: somiglianza tutto/niente, grado di somiglianza, atteggiamenti diversi ….

RISULTATI MOLTO CHIARI:


relazione lineare  fra SOMIGLIANZA/ATTRAZIONE


Possibili spiegazioni:
!  confronto sociale/sostegno alla nostra visione del mondo
!  condizionamento (otteniamo rinforzo dagli altri alle nostre posizioni:
bravo, hai ragione, è proprio così...)

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RELAZIONE SIMILARITà-ATTRAZION
modello sintetizzato in questo mod
alla ne si crea un circolo vizioso ci piacciono quelli che ci assomigliano e stiamo solo con lor
pariamo pero di similarità di atteggiamenti non di tratti di personalità

CI PIACCIONO SEMPRE E SOLO COLORO CHE SONO SIMILI A NOI


Tuttavia, per un certo periodo negli studi sull’attrazione interpersonale, come pure nel senso comune, è
prevalsa l’idea che le amicizie fossero più frequenti fra coloro che possiedono tratti complementari (es.
dominante-sottomesso). Questo è ancora dubbio, ma è sicuro che la somiglianza di tratti di personalità
(invece che di atteggiamenti) non aumenta l’attrazione.
A tutti noi piacciono le persone attraenti, simpatiche, equilibrate, ecc. 
non ci sono dati su questo però

SIMILI MA DIVERS
! Recenti risultati neuroscienti ci mostrano che scegliamo persone con odore diverso, risultano più
attraenti, indicherebbe una con gurazione genetica diversa (favorirebbe la procreazione e la resistenza a
malattie… studi del 2006 e 2009)

! I siti web di scelta partner usano test di personalità che combinano tratti complementari-diversi e
caratteristiche di somiglianza, mix bilanciato di bisogni, interessi e atteggiamenti simili e tratti diversi
accoppiano quelli che si assomigliano sugli atteggiamenti

PROSPETTIVE TEORICH

TEORIA BIOLOGIC
Teoria evolutiva e socio-biologica
Impulso biologico a favorire la sopravvivenza dei propri geni
 " (il "gene egoista")

TEORIA DELL’APPRENDIMENT
“Uomo edonistico”: gli altri servono per darci rinforzi positivi
  Rinforzo e soddisfazione dei bisogni:


(amore, sesso, rispetto, status, conferma delle proprie opinioni, aiuto, denaro ...)


  Tuttavia non è suf ciente per spiegare l'origine delle relazioni. Infatti:
1) i vincoli di parentela non si indeboliscono nel tempo e non dipendono dal rinforzo

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2) nelle relazioni strette ci si preoccupa di più dell’altro, mi interesso di più del benessere dell’altr
molti studiosi mettono in dubbio che l’uomo sappia fare questo


3) norma dell'equità più che dell'interesse personale


le relazioni durature si basano sulla norma di equità

TEORIA DELLO SCAMBIO (THIBAUT E KELLY


Sviluppo della teoria dell'apprendimento.
Modello di “Uomo economico”— calcolo delle relazioni massimizzando i bene ci e minimizzare i costi 


Le persone tendono a:  — massimizzare i bene ci



  — minimizzare i costi

Processi di:  — confronto (col passato) in altre relazioni ho dato di più


  — confronto con alternative (in un altra relazione avrei meno costi
la relazione puo essere duratura se c’è un equilibrio

" Aumento dell’ impegno o della dedizione


NB. Non sempre funziona, a volte in relazioni strette e felici diamo senza aspettarci qualcosa in cambio
(relazioni di condivisione o di comunanza)
esistono d’avvero relazioni del genere

MODELLO DELLA COMUNANZ


quanto siamo in grado di aprirci con gli altr

! Un rapporto può basarsi su uno scambio di bene ci senza necessariamente riceverne qualcosa in
cambio (esistono davvero??)

! Desiderio di apertura (self-disclosure), con denze, sentirsi accettati

! Interdipendenza, rapporto affettivo profondo (l’altro diventa parte del sé…)


questo può scon nare in coodipendenz

STILI DI ATTACCAMENT
Gli stili di attaccamento sviluppati nell’infanzia (Bowlby, 1969; poi Ainsworth) in uenzano le modalità di
relazione dell’adulto, sebbene mediate da loro rielaborazione e relazioni successive

  " SICURO

" EVITANTE

" ANSIOSO-AMBIVALENTE
" (+  DISORGANIZZATO)
se ho un attaccamento sicuro posso stare con gli altri
tutti vorremo al nostro anco una persona stabil
gli evitanti si scelgono gli evitant
alcune modalità di abbinamento in base al propio stile di attaccament

TEORIA COGNITIVISTA
! modelli dell'equilibrio, ricerca della coerenza
il mio danzato ama sciare io no: o lo accetto o cambio danzato — tendenza all’equilibrio
  (otteniamo conferme e sostegno alle nostre aspettative da persone simili a noi
 
  Si occupano solo indirettamente di attrazione, considerata un atteggiament
  (quanto mi piace ...?

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TEORIA COGNITIVISTA 2
ambito molto più rilevante

teoria dell’attribuzione
— nei rapporti di coppia si attenua l’errore attore osservator
quando faccio attribuzioni tendo a comunicarle, nel momento in cui le comunico si creano catene attributive
il mio partner fa una cosa io gli dico che è un egoista (attribuzione interna stabile)

  attribuzioni comunicate à catena attributiv


• gamma più ampia, dal singolo alla relazione


  Es. è sospettoso, non si da —

  non si da di me —

  fra di noi non c’è ducia


• diminuisce (ma rimane) bias attore-osservatore)


• se relazioni infelici, attribuzioni all'altro su caratteristiche personali stabili e globali  (es. è egoista,
aggressivo ..)

TEORIA COGNITIVSTA
utilizzano
schemi, script e prototip

Organizzano le nostre conoscenze sui diversi tipi di relazione, abbiamo un prototipo dell'amore, dell'amicizia
….)
questo dipende molto dalla cultura

AMORE ROMANTIC
esperimento: uomo e donna li hanno fatto incontrare su un ponte tibetano e poi in laboratorio (dove erano
molto più comodi
hanno chiesto quanto è piaciuta l’altra persona

! Alcuni risultati sperimentali sul fatto che le emozioni negative alimentano la passione (baciarsi su un
ponte sospeso…)
la situazione di pericolo alza il livello di attivazione siologica e lo spostiamo sull’altra persona
misattribution= attribuzione errone
noi siamo sempre alla ricerca delle cause

! Attrattive siche: stereotipo positivo (stereotipo dei belli)

! Attrattive siche più importanti per gli uomini


la bellezza sica femminile (rapporto vita- anchi indica un ottima riproduttrice e la bellezza in generale un
segno di buona salute
nelle femmine verso gli uomini ha meno rilevanza perche ha più importanza lo status, la forza, il potere

LEVINGER 198
scrive un libro dove critica agli studi delle relazioni interpersonali che sono complesse, non si
possono ridurre a piccoli esperimenti di laboratori
devono essere osservate nelle sue diverse fasi
z fase della CONOSCENZ
— attrazione sica
— somiglianza (resiste nel tempo?)
— frequenza dell'interazione — mera exposion

z fase della FORMAZIONE

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fase del CONSOLIDAMENT
— norme di equità— una relazione è stabile se i membri della coppia danno quanto ottengono
— impegno — livello di impegno emesso nella relazione

fase del DETERIORAMENT

fase della CONCLUSION

STRATEGIE DI RICERCA E TECNICHE DI RACCOLTA DATI

y 1 disegni cross-sectional — confoto di gruppi diversi


confronto delle strategie per affrontare le dif coltà nelle coppie appena formate e quelle che stanno insieme
da 20 ann
il problema di questo metodo è che ad esempio nel secondo caso sei più vecchi
quindi le differenze non sono dovute solo dalla durata della relazione ma anche da altri fattori
per questo si usano anche le:
y2  serie temporali
y 3 ricerche longitudinali — segue le stesse persone nel tempo. molto più impegnativo
- 4 paradigma di interazione diadica , in laboratorio relazione tra due persone
  (con videoregistrazione, misure siologiche, self-report)
y5  role-playing— due estranei o due amici in lab e gli si fa interpretare una parte
y 6 esperienze campione
y 7 diari
 8 resoconti e narrazioni
9 metodo etnogra co

RELAZIONI INTERPERSONALI E SALUT


psicologia della salute
Più relazioni abbiamo, più siamo felici, in buona salute, meno stressati, con meno disturbi mentali, ecc
PROBLEMA: qual è la direzione della causalità?
le perone felici e stabili hanno più amici o avere tanti amici migliora lo stato di salute

il problema è come io percepìsco la rete sociale


Inoltre, maggiore l’effetto della percezione del sostegno che non la rete effettiva

STATO CIVILE E DIFFERENZE DI GENER


Risultati abbastanza costanti:

- il matrimonio rende più felici (in particolare gli uomini….


- il sostegno di una rete sociale diminuisce la % di depress
- la perdita di un rapporto sociale è una fonte fondamentale di stress: % di infelici, depressi e con altri
disturbi mentali maggiori fra divorziati, separati, vedovi (maggiore per gli uomini ...)

- SALUTE: 8% di un campione di 6.900: decessi più frequenti fra coloro con reti sociali più deboli (sempre
maggiore per gli uomini..)
- ricerca italiana con 1887 over 65 (Progetto Veneto Anziani, 2016): uomini non sposati a più alto rischio di
fragilità, donne vedove meno fragili delle donne sposate


IL COMPORTAMENTO AGGRESSIV
spiegato negli anni in modo diverso
- istinto= gli uomini sono aggressivi per istinto
- ipotesi frustrazione-aggressività= subiamo una frustrazione e la risposta è aggressività
- comportamento appreso= n da bambino mi viene detto cosa è accettabile e cosa no
la cultura in questo caso ha molto pes

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AGGRESSIVITà COME ISTINTO


l’aggressività è innata, chi più chi men
" poco utile, sostituiamo un concetto (un comportamento osservato) con un altro (pulsione innata)

! approccio psicoanalitic
Principio del piacere: aggressività come reazione dell'individuo alla frustrazione sperimentata durante la
ricerca del piacere
In seguito, teoria dei 2 istinti, Eros e Thanatos
l'energia distruttiva viene indirizzata verso l'esterno per impedire l’autodistruzione
idea che l’aggressività essendo radicata va sfogata, non deve essere repressa

- approccio etologico (Lorenz


Aggressività al servizio della specie e della sua sopravvivenza.
Disposizione comportamentale innata

——— METAFORA DELLA CLDAIA A VEPORE


approccio psicoanalitic
aggressività deve essere sfogat
Aggressività ineliminabile, meglio che piccole quantità di energia vengano scaricate attraverso
manifestazioni aggressive accettabili dalla società.
es con sport violenti (box
=diminuizione dell’aggressività complessiva

Poco veri cata a livello empirico, vale forse di più “violenza genera violenza”.
l’aggressività indice ad altra aggressività

FRUSTRAZIONE ED AGGRESSIVIT
(Dollard et al., 1939)
frustrazione= io voglio qualcosa però c’è un ostacolo


Aggressività come conseguenza della frustrazione 

(condizione che sorge quando il raggiungimento di un ne grati cante incontra un ostacolo)


Non sempre rivolta alla fonte di frustrazione, il bersaglio è sostituibile come la forma della reazione:
  spostamento dell’aggressività (concetto psicoanalitico)
se prendo 14 all’esame non prendo a pugni il docente ma la porta

IPOTESI FORTE: FRUSTRAZIONE CONDIZIONE NECESSARIA E SUFFICIENT


relazione causale
la frustrazione è una condizione necessaria e suf ciente che porta all’aggressivit
frustrazione  " comportamento aggressivo

Tuttavia, a volte la frustrazione porta:


  • apatia
  • fuga
  • pianto

E l’aggressività può avere altre cause (denaro…) uno può esser aggressivo senza essere frustrato

IPOTESI DEBOLE. AGGRESSIVITà RISPOSTA DOMINANTE ALLA FRUSTRAZIONE ma


non necessaria
frustrazione  " arousal " comportamento aggressivo

  La frustrazione crea uno stato di preparazione all’aggressività, ma servono altre condizioni.


  Molti fattori agiscono solo se l'aggressività costituisce già la tendenza di risposta dominante.

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ALTRI FATTORI O MODERATORI DELLA RELAZION
frustrazione  " arousal " comportamento aggressivo
MODERATORI: 
  - presenza di stimoli-segnali (effetto arma Berkowitz: stimoli provvisti di signi cato aggressivo; cond.
classico) — mentre faceva esperimenti casualmente in laboratorio ci fosse un arma e aveva innalzato i livelli
di aggressività
la presenza di un oggetto con signi cato aggressivo aumenta l’aggressivit

- attivazione negativa:  • rumore

     • temperatura — effetto a u rovesciata (la temperatura che sale sopra un certo livello
non da più aggressività)

  • densità abitativa

     • emozioni negative

- attivazione da altre fonti 

- dolore sico

- alcool e droghe


STUDI di laboratorio spesso fatti con la “macchina di Buss”, scosse elettriche


macchina di buss - quando il soggetto sbaglia il compito dara la scoss
il numero di scosse che da aumenta il numero dell’aggressivit
posso modulare il livello di aggressivit

esperimento
in coda alla posta
se una persona si mette in cima alla la la risposta è aggressiva

alcol e mariuana
la piccola dose di alcol ha diminuito l’erausa
la quantità elevata di alcol aument
con la mariana nessuno è aggressivo

COME AGISCONO? questi moderatori


( I moderatori visti agiscono aumentando l’arousal che è stato ipotizzato essere un precursore del
comportamento aggressivo

( Alcuni di questi moderatori (alcol, emozioni..) riducono inoltre la tendenza all’elaborazione sistematica
delle informazioni
ci portano ad una reazione più istintiva, ragioniamo di meno

COMPORTAMENTO APPRES
nel percorso di socializzazione
! condizionamento strumentale — rinforzo positivo o negativo
! modellamento — imitazione

  effetto di TV e cinem
Soprattutto se la violenza è presentata come:
  • ef cace
  • comportamento normativo — accettabile nel contesto
    (spesso sembra priva di conseguenze e giusti cabile
  • chi agisce è simile allo spettatore
  • lo spettatore è emotivamente attivato

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RIFERIMENTO A PROCESSI
nella storia si è partiti a vedere
aggressività come innata
aspetti interni

a esterna — comportamento
appreso, cultur

a metà si trova la frustrazione

COSTRUZIONE SOCIAL
Chi giudica se un comportamento è aggressivo
  Lo stesso comportamento può essere visto, in contesti diversi, come necessario e giusto oppure come
punibile e illegittimo.
 
  Criteri:
! intenzione di nuocere
! danno arrecato
! violazione di norm

AGGRESSIVITà DI GRUPP
! I gruppi sono tendenzialmente più aggressivi dei singoli
nel gruppo si instaurano norme diverse da quelle uf ciali

! Primi approcci: Comportamento irrazionale, impulsivo, meno conforme alle norme " deindividuazione
e assenza di norme (psicologia delle folle degli inizi del secolo scorso)

! Modelli recenti: Esistono norme diverse nel gruppo che si comporta in modo anche violento se reso
accettabile da tali norme (es. Reicher)

IL COMPORTAMENTO PROSOCIALE
non altruismo perché fa riferimento ad un tratto di personalità
! Altruismo (bene ciare gli altri senza ottenere ricompense " esisterà veramente? O esiste solo l’
egoismo?)

! Comportamento d'aiuto o prosociale


che non fanno riferimento a differenze individuali ma a situazioni speci che in cui è facilitato o ostacolato

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MOTIVI A FAVOR
condizioni ambientali che facilitano la tendenza ad aiutare gli altri
! reciprocità (matrice egoistica o esame dei costi/bene ci, ti faccio un favore e poi tu lo fai a me)

! risposta empatica (ricompensa emotiva: allevio la mia angoscia, vedo uno che soffre, cerco di diminuire
la sua sofferenza per diminuire la mia) anche il senso di colpa
molti psicologi sociali credono che l’altruismo non esista

! senso di dovere morale/responsabilità sociale (specie da parte di chi è superiore o più forte
 
! innalzamento autostima— aiuto di nascosto, so di essere una bella persona
in tutti i casi quando faccio del bene ne ricavo un aumento dell’autostima
 
! riconoscimenti o ricompense— egoista

! gene egoista (favorire la sopravvivenza dei propri geni)


io aiuto coloro che condividono i miei geni, chi mi assomiglia, chi conosco, chi abita nella mia città

altruismo
non c’

OSTACOL

1 ambiguità della situazione — siamo in grado di valutare se l’altra persona ha bisogno di aiut
questo ci trattiene dall’intervenire
2 costi (perdita di tempo o altri danni
3 pericol
4 stress — livello di fatica anche psicologica
5 scarsa competenz
6 umore (buonumore accresce per breve tempo: esperimento sulla telefonata da rifare
ricevo una telefonata da una persona che ha sbagliato però non può richiamare la persona che vuol
si chiede alla persona di chiamare quella persona)
se buono non voglio rovinarmelo
(mentre senso di colpa e altre emozioni negative aumentano il comportamento prosociale per alleviarle

EFFETTO DEL TEMPO DISPONIBIL


Esperimento (disegno 2X3; Darley e Batson, 1973):

VI1 Tema di discussione professionale/buon samaritano


VI2 gli studenti sono in ritardo/puntuali/anticipo per partecipare ad un altro seminario

una ragazza cade e si scorge la cavigli


VD Percentuale di soggetti che aiutano (complessiva 42%)
" Se gli studenti sono in ritardo (in un’occasione poco importante come questa) aiutano meno!
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INIBIZIONE SOCIALE DELL’ALTRUISM
(apatia dello spettatore, inibizione da pubblico, risposta collettiva all'emergenza

" disponibilità maggiore a prestare soccorso quando si è soli

SPIEGAZIONE DELL’INIBIZIONE SOCIALE


! diffusione di responsabilità
(non tocca solo a me)
In caso di situazione pericolosa indizizare l’auto ad una persona
 
! circostanze ambigu
(se gli altri non si muovono non ce ne sarà bisogno
 
- timore della valutazione
(e se sbaglio?

PERCHè SI AIUTA
Motivazione:
! egoistica: alleviare il proprio disagio, dipende dalla situazione (posso guadagnarci?)

! altruistica (empatia): si presta aiuto sempre, indipendente dalla situazione

NB Dif cile separare i due effetti, tentativi sperimentali in cui si offre la possibilità di “fuga” dalla situazione
angosciante

NB2 Le motivazioni egoistiche possono favorire impegni duraturi (es. volontariato)


fare nuovi amici, usare abilità che non posso usare in altri contest

motivazione intrinseca — altruistich


motivazione estrinseca — indotte dall’esterno , guadagno

MODI IN CUI AGISCE L’EMPATI

DIFFERENZE INDIVIDUALI

Studiati soprattutto fattori contestuali.

-  Identi cate recentemente alcune differenze individuali


(tendenze empatiche, cooperative vs competitive, autoef cacia)

  Piccola nota: gli uomini aiutano più delle donne? Forse. Più forti, competenti, responsabili, norme a favore,
risultato metodologico? Comunque gli uomini chiedono aiuto meno spesso

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MODULO

COS’è UN GRUPPO
"Un gruppo è de nito al meglio come una totalità dinamica basata sull'interdipendenza invece che sulla
somiglianza"
  (Lewin, 1948

KURT LEWIN 1890-194


Lewin è stato uno dei primi fra gli psicologi sociali ad occuparsi di gruppi. Nel suo approccio teorico due
aspetti sono particolarmente importanti:

•  Il principio dell'interdipendenza, con supremazia del tutto sulle parti (approccio gestaltista): il gruppo è
qualcosa di più e di diverso della somma dei suoi membri

•  Un orientamento generale e metodologico, più che una teoria. Ha condotto numerosi esperimenti con
gruppi e ha affrontato il lavoro di ricerca nella vita quotidiana per risolvere problemi reali. A lui dobbiamo gli
inizi della ricerca-azione= andare in un contesto dove ce un problema, fare delle ipotesi e cercare di
risolverl

CARATTERISTICHE DI UN GRUPP
non sono caratteristiche necessarie e suf cient
sono aspetti importanti
non tutti i gruppi hanno queste caratteristiche
1) interdipendenza
2) relazioni interpersonal
3) senso di appartenenz
4) scopi comun
5) motivation
6) in uenza reciproc
7) relazioni strutturat

1 — INTERDIPENDENZ
Un evento che in uenza un membro del gruppo li in uenza tutti.
  Anche, i membri di un gruppo condividono lo stesso destino.
il gruppo non si de nisce in funzione della sua grandezza

2 — RELAZIONI INTERPERSONAL
aspetto non necessariamente present
Gli appartenenti ad un gruppo interagiscono fra di loro. Vale a dire, in qualche modo entrano in relazione.
  E’ questa caratteristica che distingue i gruppi dai semplice AGGREGATI, collezioni di individui che non
interagiscono fra loro: i casuali passeggeri di un autobus o le persone in attesa nello studio di un dentista
possono anche iniziare una casuale conversazione, ma non sono de nibili un gruppo.

3 — SENSO DI APPARTENENZ
Le persone non sono un gruppo a meno che loro non percepiscano se stessi come parti del gruppo.
  I membri sono un numero variabile di organismi separati che nemmeno necessariamente devono interagire
face-to-face ma che hanno una percezione collettiva della loro unità e la capacità di agire in maniera unitaria
verso l’esterno.
  Caratteristica importante in ambito lavorativo.
  Entitatività: quanto il gruppo è percepito come una entità reale, coerente, unitaria e distinta da altri
ha dei con ni ben precisi, chi è dentro e chi è fuori
chi è dentro ha un senso di appartenenza, chi è fuori lo vede come un grupp

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4 — SCOPI COMUN
Un gruppo esiste per una ragione. Le persone si riuniscono in gruppi allo scopo di raggiungere obiettivi che
non possono raggiungere da soli.
  Scopi comuni o in con itto sono anche all’origine di fenomeni come la coesione intragruppo o la
discriminazione intergruppo.

5 — MOTIVAZION
Un gruppo può essere de nito come una collezione di individui che cercano di soddisfare alcuni bisogni
personali grazie alla loro associazione. Quindi le persone non faranno parte di un gruppo a meno che non
siano motivati da qualche ragione personale.

6 — INFLUENZA RECIPROC

Gli individui che appartengono ad un gruppo si in uenzano l’un l’altro.


  Alcune posizioni all’interno del gruppo saranno più in uenti di altre (il leader...) ma in qualche misura tutti i
membri esercitano una qualche in uenza sul gruppo, almeno no a quando non ne vengono esclusi (es. il
deviante…).

7 — RELAZIONI STRUTTURAT
Le relazioni in un gruppo sono strutturate da un insieme di ruoli e di norme.

RUOLO: un insieme di aspettative che de niscono il comportamento appropriato all’occupante di una


posizione (differenziazioni entro i gruppi, formali - presidente, segretario, tesoriere…- o informali - il capo,
lo spiritoso, il deviante, il capro espiatorio…)

NORMA: Le regole (implicite o esplicite) che speci cano il comportamento appropriato in un gruppo
fanno più riferimento allo scopo del grupp
norme implicite= esco con i miei amici e non posso portare la danzata
si costruiscono come tradizioni e abitudini

le esplicite sono scritte, formalizzate

la violazione di una norma implicita può essere vista come più grave — mette in discussione l’esistenza della
norma stessa
se i membri cominciano a violarla si mette in discussione la sua validit

quando studi riascolta


lezione del

UNA DEFINIZIONE UNIVOCA


Naturalmente non tutte le caratteristiche viste sono ugualmente importanti e non tutte sono necessariamente
presenti per de nire l’esistenza di un gruppo. Anche la consistenza numerica da sola non è un buon criterio.
Più che un insieme di “condizioni necessarie e suf cienti”, a de nire un gruppo sarà la presenza di alcune di
queste caratteristiche e la loro importanza in quel contesto.
Lewin, in uenzato dalla sua esperienza personale, de nì un gruppo gli ebrei perseguitati dai tedeschi
durante il nazismo: un numero molto ampio di persone che nemmeno si conoscevano ma che condividevano
un ”destino comune”. 

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SENSO DI APPARTENENZA BASATO SULL’ESCLUSION
preferiamo fare l’errore di escludere qualcuno che ha diritto di essere parte del gruppo piuttosto che
includere un estraneo

LIVELLI DEL LAVORO DI GRUPP


I gruppi (come gli individui) operano sempre a due livelli, che riprenderemo parlando di dinamica di gruppo:

• quello costituito dal compito (cioè dal problema da affrontare in gruppo, dallo scopo da perseguire)
tecnico, pratico, cognitivi

• quello costituito dalle emozioni (cioè dagli aspetti socio-affettivi, legati al benessere dei membri e alle
relazioni fra loro)

i due livelli sono interconness


se il livello delle emozioni non viene soddisfatto, questo si ripercuote sugli scopi
se una squadra non ottiene lo scopo si possono c'era dei problemi relazionali

Modello di Bion (1950); Bales (1950)

PROCESSI INTRAGRUPP
A) la produttività nei grupp
B) processi decisionali nei gruppi: dall’assunzione di rischio alla polarizzazion

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EFFETTO DELLA PRESENZA DI ALTRI SULLA PRESTAZIONE INDIVIDUALE
Prima di occuparci di gruppi, possiamo chiederci semplicemente se la produttività in un compito migliora o
meno se abbiamo di fronte un pubblico. I risultati di varie ricerche sono stati ambigui:

• Lavorare in presenza di altri migliora la prestazione in molti compiti (es. riavvolgere il lo di un mulinello da
pesca, vestirsi, copiare materiale facile, correre in bicicletta, scrivere il proprio nome al computer...)

• D’altra parte, in altri compiti la prestazione peggiora (es. risolvere anagrammi, riconoscere stimoli nuovi,
copiare materiale dif cile, scrivere proprio nome a rovescio.....)

compiti facili migliorano i presenza di un pubblico e compiti dif cili peggioran

1 che cosa è facile e cosa è dif cile


2 perché?

FACILITAZIONE SOCIAL
Una soluzione al dilemma è stata proposta da Zajonc (1965) col suo modello sulla facilitazione sociale
• La presenza di altri suscita uno stato di attivazione come risposta innata
• L’attivazione aumenta le risposte dominanti
• Nei compiti FACILI le risposte dominanti sono corrette. — risposte automatiche, inconsapevoli
• Nei compiti DIFFICILI  le risposte dominanti sono scorrette (o non ci sono)

dominante= esercitato
io so contare quindi è la mia risposta dominante

PAURA DELLA VALUTAZION


Risulta dal modello di Zajonc che la presenza di altri migliora la prestazione individuale se il compito è
facile, la peggiora se il compito è dif cile.
I risultati delle indagini confermano questa ipotesi e spiegano le precedenti incongruenze.
Tuttavia, ciò ammesso, sono state proposte delle spiegazioni alternative.
Fra le principali, che l’attivazione in presenza di altri sia una risposta appresa (e non innata).
La catena di associazioni che impariamo con l’esperienza sarebbe:

Presenza altri  " Valutazione del rendimento " Paura della valutazione altrui " Attivazione

ESPERIMENTO SULLA PAURA DI ESSERE VALUTAT


In un esperimento (Henchy e Glass, 1968) i soggetti dovevano eseguire un compito in 4 diverse condizioni

• 1. da sol
• 2. con esperti (con 2-3 persone presentate come tali
• 3. con non-espert
• 4. da soli videoregistrati per poi essere valutati da espert

RIS: avviene una facilitazione delle risposte dominanti (ben apprese) nelle condizioni 2 e 4, mentre la
prestazione nella 3 era simile alla 1
— solo la paura di essere valutati, e non la semplice presenza di altri, migliora la prestazione in compiti facili
e la peggiora in quelli dif cili. Risultato discusso

attivazione con presenza di altri nella condizione 2 e 3


se invece vale la paura della valutazione nella 2 e 4

è la paura di essere valutati che da un attivazione siologica

MODELLI DI MANSTEAD E SEMI


•Più recente, fuoco sull’elaborazione delle informazioni
•Quali compiti sono facili o dif cili?

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•Più chiara la distinzione fra processi automatici e controllati

Compiti facili " maggiore attenzione  alle componenti automatiche in presenza di altri
Compiti complessi " elaborazione maggiore, il pubblico distrae e sottrae attenzione

A. la produttività dei gruppi


“Due teste sono meglio di una?”

 “Troppi cuochi rovinano il brodo?”


Confronto tra la produttività di individui e gruppi:


Nel confronto più semplice — tra i gruppi e l'individuo medio — la prestazione dei gruppi è, forse
ovviamente, superiore. Però, se il confronto riguarda gruppi reali e gruppi statistici — cioè formati sommando
statisticamente le prestazioni degli individui — allora i gruppi reali, di solito, hanno prestazioni meno buone in
numerosi compiti sici e intellettuali

EFFETTO RINGELMAN
Ringelmann era un ingegnere agricolo che, alla ne del secolo scorso, studiava l’ef cienza del lavoro fornito
da uomini e animali. Fece alcune prove facendo tirare una corda a dei giovani, e scoprì:

•Un individuo da solo tira circa 63 kg, ma 2 individui circa 118 (8 kg meno di 126), 3 individui 160 kg (29 kg
meno), ecc.
All’aumentare del gruppo, cresce la perdita di produzione (un gruppo di 8 tira 256 kg in meno delle sue
possibilità).
il gruppo è meno produttivo degli individui

PERCHè: DUE TEORI

1) teoria di STEINER (1972):


  I gruppi raramente sono in grado di utilizzare completamente le loro risorse potenziali per colpa di "processi
imperfetti".
Si veri cano problemi interni che impediscono di raggiungere la massima produttività

Quali sono questi processi imperfetti

   • perdite di coordinazione — devono tirare la corda contemporaneamente


   • perdite di motivazione — perché dovrei impegnarmi tanto se ci sono anche altr

IL MODELLO DI STAINE
Produttività del gruppo =

Produttività   —  Perdite               —  Perdite


potenziale  di motivazione  di coordinazione

Se la mancanza di coordinazione è dovuta al fatto che non tutti tirano al massimo contemporaneamente, le
perdite di motivazione sono più complesse e dovute al fatto che il proprio contributo nel gruppo spesso non
è identi cabile e lasciamo agli il lavoro.
Distinte usando pesudogruppi (gruppi nti in cui ciascuno lavora solo ma crede di lavorare con altri; es.
bendati e con cuf e..)

2) INERZIA SOCIAL
2) teoria di LATANE' (1979) sull' “inerzia sociale”:


  I de cit sono attribuiti a mancanza di motivazione.

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Si suppone che ciò avvenga perché l'effetto delle istruzioni è "diluito" tra i membri del gruppo e quindi quanti
più siamo quanto meno facciamo.
Inoltre nella vita reale l’impatto del singolo sembra poco rilevante o non valutabile (perché dovrei pagare le
tasse?) oppure volutamente ci appro ttiamo del contributo di altri o temiamo lo facciano altri.
Quindi facciamo meno noi ….

TRE MOTIVAZIONI PER


RIDURRE IL CONTRIBUTO
Tre motivazioni per ridurre il INDIVIDUALE
CONTRIBUTO INDIVIDUALE

Adattato da Hewstone et al., 1998)

COMPENSAZIONE SOCIAL
Tuttavia a volte nei gruppi si produce di più:
• Se siamo molto motivati (compito interessante, competizione con altri gruppi…)
• In culture collettivistiche contrapposte a individualistiche
• Se ci identi chiamo molto con un gruppo molto solidale e coeso ( es. quadra di calcio)

B) PROCESSI DECISIONALI DI GRUPPO


- Come arriva un gruppo a prendere una decisione collettiva?
Nel tentativo di concordare una posizione comune generalmente avviene una discussione, nel corso della
quale gli individui avanzano le loro proposte e ascoltano quelle degli altri.
- Quale è solitamente il risultato di questo processo decisionale?
Inizialmente gli psicologi sociali, e forse voi con loro, hanno pensato che si cerchi di arrivare ad un
compromesso intorno alla media delle posizioni individuali iniziali.
  Ma sembra che le cose non stiano sempre così ….

DUE TESI CONTRASTANT

1.  effetto di normalizzazione nei gruppi:



" convergenza attorno alla media dei giudizi individuali, il gruppo si dà una norma
compromesso
in realtà non funziona cosi

  [esp. di Sherif, 1935, sull'effetto autocinetico]
ha costruito una cupola nera, all’interno cera il soggett
veniva proiettato un puntino luminoso sulla cupola (sembra che si muova - autocinetico
doveva stimare in cm quanto il puntino si muovess
poi lo faceva fare ad un gruppo e poi di nuovo da soli 


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2. effetto di polarizzazione    Studi di Stoner (1961):
" le decisioni prese in gruppo sono più rischiose delle decisioni prese individualmente dai singoli membri
sullo stesso argoment

TROVIAMO UN COMPROMESSO E FACCIAMO LA MEDIA

  Esperimento sull’ effetto autocinetico (illusione ottica per cui un puntino luminoso immobile nel buio sembra
muoversi

• Se una persona viene posta al buio in una stanza e deve ssare un puntino luminoso (immobile), dopo un
po’ di tempo lo deve muovere. Se deve stimare in cm  l’ampiezza di questo movimento, dà una valutazione
molto soggettiva. Se poi lo fa in un’altra serie di prove in gruppo con persone che hanno dato valutazioni
diverse, gradualmente si assiste ad una loro convergenza verso un valore intermedio.
•Se devono rifare da soli la prova conservano il valore intermedio come norma

ESPERIMENTO DI SHERIF
il primo soggetto diceva 5
prima sessione di gruppo: ad alta voce
si diceva il numero
nelle 3 sessioni molto velocemente il
gruppo va verso una norma sulla
quale tutti convergon
il gruppo fa un compromesso, valore
medio= norma di grupp

se prendi il soggetto e gli fai rifare la


valutazione da solo riporta la norma
del grupp
in uenza reciproc
il valore è migliore del nostro

2 STONER E LA POLARIZZAZIONE DI GRUPP


ha applicato l’esperimento di scerif nell’ambito economico
Le decisioni prese in gruppo sono più rischiose delle decisioni prese individualmente dai singoli membri sullo
stesso argomento.

Ai soggetti erano proposti 12 problemi in tre diverse fasi:

1-  decisione individuale (pre-consenso)

2-  gruppi di 6, decisione collegiale unanime (consenso)

3-  nuova decisione individuale (post-consenso)


RIS: 12 gruppi su 13 mutarono le decisioni verso un maggior rischio e in buona parte (39%) le mantennero
nelle nuove decisioni individuali.

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ESEMPIO DELLE STORIE DI STONE
Il signor A., ingegnere elettronico, con moglie  e glio, lavora, da quando si è laureato 5 anni fa, presso una
grande impresa che produce apparecchiature elettroniche.
Ha un impiego garantito per tutta la vita con uno stipendio modesto ma adeguato alle sue esigenze, nonché
un buon trattamento di pensione per quando avrà raggiunto i limiti d’età.
D’altra parte ci sono poche probabilità che per tutto il periodo del suo servizio presso l’azienda possa subire
aumenti notevoli.
Mentre partecipa a un convegno, gli viene offerto un posto presso una piccola azienda appena fondata e
dall’avvenire estremamente incerto.
Per questo nuovo lavoro verrebbe n dall’inizio pagato di più e gli sarebbe altresì offerta la possibilità di
diventare comproprietario se la ditta riuscirà a resistere alla concorrenza delle aziende maggiori.

SE DOVESTE DARE UN CONSIGLIO AL SIGNOR A

Ecco elencate le diverse probabilità che la nuova ditta ha di risultare nanziariamente solida. Segnate la
probabilità minima che considerereste accettabile perché valga la pena che A. prenda questo nuovo posto:

• C’è 1 probabilità su 10 che la compagnia risulti solida


• Ci sono 3 probabilità su 10 che la compagnia risulti solida
• Ci sono 5 probabilità su 10 che la compagnia risulti solida
• Ci sono 9 probabilità su 10 che la compagnia risulti solida
• Pensate che A. non debba accettare il nuovo lavoro, qualunque siano le probabilità in questione

TUTTAVIA,,
• Non tutti gli item provocavano spostamento verso maggior rischio (uno, anzi, lo provocava verso la cautela:
un tale doveva sposare una signorina con ottime qualità e caratteristiche ma insomma ... non era propri
amore!
" Direzione (rischio) e ampiezza dello spostamento sono correlate con la posizione iniziale media degli
individui.
Se complessivamente il gruppo all’inizio propendeva per il rischio, si spostava ancora di più verso il rischio,
se propendeva per la cautela, polarizzava in quella direzione.
la polarizzazione è legata alla tendenza del grupp
viene esclusa la posizione della minoranza

I GRUPPI ESTREMIZZANO
•Una veri ca di questo effetto della discussione di gruppo, a partire da Stoner e con la stessa metodologia
sperimentale, è stata fatta successivamente per ambiti di discussione diversi dal rischio, in cui il gruppo
doveva semplicemente  trovare un accordo comune su un argomento in discussione (Moscovici e Zavalloni,
1969).

•Nuovamente erano previste le tre fasi:


pre-consenso (giudizio individuale),
consenso (accordo di gruppo),
post-consenso (giudizio individuale).

IPOTES
a) opinioni e atteggiamenti dei gruppi sarebbero stati più estremi di quelli individual

b) gli atteggiamenti sarebbero stati più estremi in situazioni di maggior coinvolgimento personale

RISULTAT
• Confermano le ipotesi: i giudizi di gruppo sono più estremi di quelli individuali, soprattutto per giudizi
coinvolgenti, e si spostano nella direzione verso cui già tendeva la media dei giudizi dati individualmente.
- Inoltre, quanto più i gruppi erano inizialmente con ittuali (con posizioni molto divergenti) maggiore era la
polarizzazione.

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Favore +
Neutrale 0
Contro -

Prima Dopo
della discussione la discussione

in sintes
L'estremizzazione non riguarda solo le decisioni circa l'assunzione di rischio, ma anche le situazioni
problematiche che richiedono decisioni su argomenti assai diversi. L'effetto si è ritrovato in altri studi,
esempio decisioni delle giurie

ATTENZIONE: nei gruppi reali l'effetto è meno evidente. Secondo Semin e Glendon (1973) succede perché
sono gruppi più stabili

perché i gruppi polarizzano


SPIEGAZION
NORMATIVA VS INFORMAZIONAL
• Confronto sociale o normativo:
  per conservare e dare un’immagine di sé positiva, si è come e meglio degli altri, si percepisce la norma
implicita e la si adotta con maggior vigore (si è più realisti del re …)
io voglio essere accettato dal gruppo quindi faccio mia la posizione che sento ma la estremizzo
la dissonanza — processo che porta all’estremizzazione
es quelli che entrano in un nuovo gruppo
per diminuire la dissonanza e per il con ontp esteroizzo le posizioni del gruppo

• In uenza dell’informazione
  emergono soprattutto gli argomenti a favore della posizione verso cui il gruppo tende e alcuni sono nuovi;
avviene una persuasione reciproc
es gli altri mi dicono cose a cui io non avevo pensato

LE DECISIONI NEI GRUPPI

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LA LEADERSHIP NEI PICCOLI GRUPP
Uno degli aspetti più studiati nella dinamica di gruppo è, probabilmente, la leadership, vale a dire l’esercizio
del comando, la funzione di guida che una persona assume nel gruppo rispetto agli altri componenti.
  L’ef cienza e il morale del gruppo sono strettamente connessi al modo in cui viene esercitata tale funzione
di comando.

CHE BISOGNI SODDISFANO


slide prima
posto sbagliato

LE DIFFERENZE DI STATUS

•Il gruppo vuole portare a termine il suo compito, e  i suoi membri si rendono conto che fra loro ci possono
essere alcuni dotati di competenze e abilità superiori che facilitano il raggiungimento dello scopo.
E’ questo l’inizio del  processo di strutturazione dello status.

•In base a questa “teoria delle aspettative” i membri  con particolare status vengono identi cati per
competenze speci che relative al compito (es. bravo in matematica) oppure, in assenza  di tali informazioni,
in base a caratteristiche diffuse dello status (o generali)  qualità ritenute pertinenti al conseguimento dello
scopo: sesso, età, ricchezza, status in altri gruppi ...

IL RUOLO DEL LEADE


Il ruolo del leader si manifesta con azioni che hanno due scopi principali

• Mantenere e rinsaldare l’unità del grupp


• Guidare il gruppo verso il conseguimento delle mete che si è posto (gli scopi
deve essere capace di esercitare un in uenza tenendo conto di questi due fattori

  Da quanto detto sui rapporti fra i membri di un gruppo, si ricava che uno dei tratti distintivi del leader è la
sua capacità di esercitare una INFLUENZA maggiore sui membri di un gruppo o di un’organizzazione
rispetto agli altri.

CHI DIVENTA UN LEADE


Quali sono i fattori personali e di gruppo che permettono ad una persona di acquisire e mantenere un ruolo
predominante all’interno di un gruppo?
O anche, quali sono le persone più in grado di in uenzare gli altri che di essere in uenzate?
Anche nel caso che  il leader venga designato d’autorità e non sia emergente dalle dinamiche e aspettative
del gruppo, è essenziale che mostri di avere le capacità richiesta dal suo ruolo e comprenda le funzioni che
gli vengono richieste.

I modelli teorici proposti dagli psicologi sociali sono stati sostanzialmente  tre   "

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TEORIE SULLA LEADERSHI
1)   teoria del "grande uomo” (la prima, anni ‘50)

2)   un leader deve mostrare certi comportamenti   in certe situazioni (modello della contingenza "  
interazione PERSONA x SITUAZIONE)

3)   Rapporti leader-seguaci e sistema normativo del   contesto (approccio discorsivo)

1 IL GRANDE UOM
• Considera solo la persona del leader, esaminando anche i grandi della storia, ipotizzando che certe
caratteristiche personali (carisma?) siano quelle che fanno il grande leader (tratti di personalità, come
intelligenza, forza di volontà, ducia in sé … ma anche l’aspetto sico, ad esempio statura, peso, forza
sica, salute, voce …).
Il leader è quindi una persona “speciale”, migliore degli altri membri del gruppo.

• Insomma, leader si nasce….


in qualsiasi contesto quella persona sarebbe un leade

prendiamo 100 leader, gli si fa un questionario per vedere le caratteristiche comun


numero limitato di caratteristiche comuni!!

TUTTAVIA MOLTE SMENTITE EMPIRICH


• un numero illimitato di tratti caratterizza i leaders
(con più frequenza intelligenza, iniziativa, senso dell’umorismo, dominanza, conformismo ma studi spesso
contraddittori; qualche conferma per i tratti estroversione, apertura mentale e coscienziosità del Big Five)

• i tratti identi cati come frequenti non aiutano nella selezione dei buoni capi: si possono identi care i grandi
leader “dopo”, dif cile prevederlo”prima” (ss. in uno studio longitudinale sono stati seguiti per 25 anni 1000
fra i bambini più intelligenti della California: solo il 5% niti nel Who’s Who  e il 13% nell’American Men of
Science.
(Johnson e Johnson, 1991)

ALCUNI RISULTATI DI RICERC


• Consideriamo l’intelligenza, una delle caratteristiche più studiate: una tendenza esiste, i leader sono di
solito più intelligenti dei seguaci.
Però ciò vale solo in alcuni gruppi (es. orientati alla soluzione di problemi); in altri (es. pratici e con compiti
routinari) l’intelligenza può essere un ostacolo.
Inoltre se una persona è troppo più intelligente degli altri è improbabile ne diventi il leader perché la
differenza leader-seguaci si fa troppo marcata e lo allontana dal gruppo che lui non capisce e da cui non è
capito.
• In generale, dove è possibile, anche per altri tratti, si sceglie un leader che sia capace di “rappresentare” i
membri e quindi non troppo diverso da loro.

è importante che il leader sia meglio dei suoi seguaci ma non troppo megli
deve assomigliare ai suoi seguaci, membri del grupp

CRITICHE AL MODELLO DEL GRANDE MUOM


La concezione secondo cui il leader è “speciale”, migliore degli altri membri del gruppo, si è dimostrata priva
di fondamento.
Anche quando un leader ha qualità personali spiccate, l’ef cacia della sua leadership dipende anche dalle
caratteristiche del gruppo e dalla sua capacità di adattarsi  ai cambiamenti della situazione.
Quindi:
• diversi tratti possono essere necessari in condizioni diverse
• è necessario un match (incontro) fra lo “spirito del tempo” e  la persona= contesto e le sue caratteristiche

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2 IL COMPORTAMENTO DEL LEADE
Se leader non si nasce, ci si comporta come tali.
L’accento si sposta da “come una persona è” a “cosa una persona è in grado di fare” (Trentin, 1976). 
Due approcci in particolare si sono occupati di come si comportano i leader:

•A) il primo è un famoso studio di Lewin e collaboratori su come lo stile di leadership in uenza produttività
e morale del gruppo

•B) il secondo è il modello interazionista proposto da Bales, e ampiamente ripreso, in cui si analizzano i
comportamenti e i messaggi inviati all’interno del gruppo

A — L’ESPERIMENTO SUGLI STILI LEADERSHI


Lewin, Lippit e White  (1939)  hanno condotto alcuni noti e citatissimi esperimenti sulle conseguenze che
diversi stili di leadership possono avere sulla vita del gruppo (si veda ad esempio in Trentin, 1977).

Gli esperimenti sono stati condotti nelle scuole con ragazzini di 10 anni  (dovevano creare un oggetto) divisi
in vari gruppi in cui venivano create tre diverse “atmosfere sociali” indotte da diversi stili di leadership e
precisamente    "
gli educatori che guidavano i gruppi dovevano avere uno tra questi tre stili

I TRE STILI DI LEADERSHI


• Autocratico: regola l’attività del gruppo, decide i metodi di lavoro e i compiti dei singoli, tende a fare
commenti personali e non prende parte al lavoro comune
non lavorava, dava gli ordini, i temi e le istruìoni

• Democratico: sottopone ogni questione alle decisioni del gruppo che stabilisce attività e metodi, cerca la
partecipa-zione di tutti, favorisce i rapporti, lascia che ognuno lavori con chi vuole, cerca di essere “uno del
gruppo

• Permissivo (laissez faire): riduce al minimo la sua partecipazione, fornisce i materiali necessari e lascia che
ognuno faccia quello che crede, risponde alla domande ma non interviene spontaneament

DISEGNO DELLA RICERC


In tutti i casi il leader è un adulto che guida le attività del gruppo (costruire maschere teatrali in un
doposcuola di tre mesi) con modalità diverse a seconda del tipo di capo che deve rappresentare. 

Nel corso dell’esperimento ogni adulto assume successivamente la guida di più gruppi mutando di volta in
volta il suo “stile” (ogni leader è quindi “democratico” o autocratico” in almeno due gruppi diversi): queste
sistematiche rotazioni avevano lo scopo di ridurre al minimo l’in uenza delle singole personalità dei leader e
dare rilievo agli stili adottati.

variabili dipendenti
1 RISULTATI. PRODUTTIVIT
Il gruppo permissivo è quello che dà i risultati meno soddisfacenti: i ragazzi lavorano poco e male e
perdono tempo in scherzi e giochi.
La leadership autocratica garantisce un buon livello di produttività purché il leader mantenga sempre il
controllo del gruppo (ad esempio, se il leader tardava ad arrivare i ragazzi non cominciavano il lavoro e
comunque si interrompevano appena si allontanava).
L’atmosfera democratica dà i migliori risultati in generale, sebbene non in senso strettamente quantitativo,
sulla produttività e i ragazzi hanno fra loro rapporti più amichevoli  e maggior “spirito di gruppo”.

una delle differenze principali


quando usciva il leader democratico i ragazzi continuavano a lavorar
quando usciva quello autoritario non si lavorava e trasgredivano le regol

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RISULTATI PRODUTTIVITà E GRADIMENT
• Il leader democratico decisamente era quello che piaceva di più, seguito dal permissivo e solo per ultimo
veniva l’autoritario
 
• L’interesse nei confronti del lavoro, la soddisfazione dei membri e anche la qualità dei risultati erano migliori
nel contesto democratico, sebbene la produttività in senso stretto fosse simile nei due gruppi autoritario e
democratico

RISULTATI AGGRESSIVIT
Nel gruppo autocratico (seguito dal gruppo permissivo e in ne dal democratico)  i ragazzi sono molto
prepotenti, manifestano facilmente aggressività verso persone che diventano “capri espiatori”.
Tuttavia alcuni dei gruppi con leadership autocratica sono invece inaspettatamente molto tranquilli  e
sottomessi, con comporta-menti aggressivi meno frequenti rispetto agli altri gruppi.  Si ipotizza che questo
atteggiamento sia una forma di apatia che nasconde insoddisfazione e tensione latente. In effetti, in questi
gruppi i ragazzi chiedono con più frequenza di uscire e si abbandonano a comportamenti aggressivi appena
nisce la fase autocratica e passano ad una fase diversa, come se si “lasciassero andare” e sfogassero la
tensione accumulata.

SITUAZIONE X CONTEST
Dalle ricerche precedenti emerge che diversi stili possono essere necessari in diverse situazioni (anche per
lo stesso gruppo).
L’interesse si è quindi spostato sulle teorie interazioniste.
Un leader deve essere in grado di variare il suo comportamento sistematicamente da situazione a
situazione.
Tipo di gruppo e di contesto, scopi del lavoro determinano diverse richieste di comportamento da parte del
leader.
L’ef cacia della leadership dipende in larga misura dalle caratteristiche del gruppo in cui opera e dalla
capacità di adattamento del leader ai cambiamenti della situazione.

B BALES E L’ANALISI DELL’INTERAZION


Se mettete cinque estranei insieme e assegnate loro un compito che richiede di cooperare, potete facilmente
osservare che le interazioni fra le persone si strutturano ed emerge una leadership.
  Bales (1955) ha predisposto una griglia di osservazione (vedi ") delle interazioni all’interno dei piccoli
gruppi ampiamente utilizzata in seguito. 
Emerge con regolarità che la persona che parla di più e a cui gli altri si rivolgono più spesso probabilmente
diverrà il leader.
I partecipanti attribuiscono qualità da leader a certi comportamenti e la qualità/quantità della partecipazione
è vista come segno di motivazione, coinvolgimento, volontà di contribuire ….

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CATEGORIE DELL’ANALISI DELL’INTERAZIONE DI BALE

Specialisti Specialisti
socio-emozionali nel compito
Inizia Riceve Inizia Riceve
Comportamenti 1. Dimostra solidarietà x x
socio-emozionali 2. Allenta le tensioni x x
(positivi) 3. Si mostra d'accordo x x
Comportamenti 4. Dà suggerimenti x x
inerenti al compito 5. Esprime opinioni x x
6. Fornisce informazioni x x
7. Chiede indicazioni x x x
8. Chiede opinioni x x
9. Chiede suggerimenti x x x
Comportamenti 10. Si mostra in disaccordo x x
socio-emozionali 11. Mostra tensione x x
(negativi) 12. Mostra antagonismo x x

DUE TIPI DI LEADE


La griglia rappresenta un strumento per identi care i comportamenti orientati al compito e quelli socio-
emozionali e di conseguenza due tipi di leader, in base ai comportamenti da loro più frequentemente
adottati:

•1)  leader orientato al compit


2)  leader socio-emozionale

o siamo di un tipo o siamo di un altro

Possiamo anche parlare di una parziale sovrapposizione fra leader orientato al compito/ autoritario e leader
socio-emozionale/democratico

LEADER ORIENTATO AL COMPIT


•E’ una leadership tecnica, generalmente riconosciuta ai soggetti che hanno più competenza e/o esperienza
sul tema che si sta trattand

•Fa quindi maggior riferimento alle componenti razionali del lavoro di gruppo, quali

-  condivisione esplicita e chiara di un obiettiv


-  presenza di ruoli e regole formal
-  creazioni di ipotesi di interventi concreti sull’ambient

LEADER SOCIO-EMOZIONAL
•E’ generalmente riconosciuta alle persone che hanno maggiori capacità espressive, che sanno
maggiormente coinvolgere gli altri

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•Fa quindi maggior riferimento alle componenti emotive del lavoro di gruppo, quali

-  presenza di aspettative/bisogni/desideri soggettiv


-  relazioni signi cative, legami fra i membri, sottogrupp
-  necessità di dare valore a ogni membr
-  competenza nel riconoscere e gestire le differenze ed eventuali con itt

QUALE LEADER è MIGLIOR


Dipende dal tipo di gruppo.
Le due componenti, gruppo di lavoro e gruppo di base, sono sempre presenti entrambe ma, in funzione
dell’obiettivo speci co del gruppo, una prevale. 
Nei gruppi di amici che vanno insieme a sciare prevale la dimensione emotiva, nei gruppi che si costruiscono
intorno a un compito, come una commissione,  prevale la dimensione razionale, di lavoro. L’elemento
decisivo per valutare quale tipo di leader sia più ef cace è il tipo di attività che il gruppo deve svolgere. Di
fatto poi, ogni leader riesce a svolgere ben solo certe funzioni, vale a dire quelle che meglio si adattano alla
sua personalità e capacità. Operativamente la dinamica migliore è una buona interazione fra i due aspetti.
A volte sono due persone nel gruppo a ricoprire i due diversi ruoli mentre solo raramente una persona sola è
capace di agire ef cacemente su entrambi i livelli.

TIPO DI LEADERSHIP E SITUAZION


•Il leader orientato al compito può essere utile in situazioni molto facili, con buoni rapporti fra i membri
e col leader, compiti semplici e strutturati; oppure, al contrario,  in situazioni  molto dif cili, rapporti
intragruppo non facili e compito poco de nito e complesso; rende di più in situazioni tese, in condizioni
di urgenza

•Un leader socio-affettivo può invece essere più


produttivo ed ef cace nelle situazioni intermedie, con
un compito abbastanza strutturato, o di  media dif coltà, o con rapporti né buoni né cattivi fra e con i membri;
rende di più in situazioni rilassate  e non con ittuali

LEADER TRANSAZIONAL
• Modelli recenti esaminano il rapporto leader-seguaci (o gregari) e lo scambio di risorse fra loro.
• I gregari danno al leader riconoscimento sociale e apprezzamento, i leader ai gregari guida e realizzazione
del compito
• Trasformazione e carisma: i leader trasformano gli obiettivi e le idee del gruppo  trasmettendo
entusiasmo, sicurezza, seduzione….

QUALE LEADER, LIVELLO DI CONTROLL


- compito molto dif cil
- livello di relazioni
un leader ha un controllo alto se il compito è molto semplice e il gruppo ha ottime relazion
in questo caso meglio un leader cognitivo

una situazione di controllo moderato e relazioni problematiche e compito dif cile


socio emotivo

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MODULO 8

LE RELAZIONI INTERGRUPPO
Qualsiasi aspetto dell’interazione umana che riguardi individui che percepiscono se stessi come membri di
una categoria sociale/gruppo o che sono percepiti  da altri come appartenenti ad una categoria sociale/
gruppo (Taylor e Moghaddam, 1995).

  COMPORTAMENTO INTERGRUPPI:
  Azioni degli individui appartenenti ad un gruppo quando interagiscono, collettivamente o individualmente,
con un altro gruppo o i suoi membri in termini di appartenenza al proprio gruppo (Sherif & Sherif, 1969)

MODELLI TEORICI PRINCIPAL


Tradizionalmente dovuta soprattutto ai contributi di Sherif (1966) e di Tajfel (1971, 1981), si focalizzano sulle
relazioni intergruppo come determinanti del pregiudizio

tajfel molto più concentrato sugli aspetti individuali e psicologici


  N.B. complementarietà fra le due teorie di Sherif e Tajfel, cioè fra le determinanti oggettive e le determinanti
psicologiche del con itto

SHERIF E LA TEORIA DEGLI INTERESSI OGGETTIV


Un ricerca fondamentale nell’ambito dello studio dei rapporti intergruppi è stata condotta da Sherif (1966)
con adolescenti in un campo estivo (tipo boy scout), ragazzini bianchi di ceto medio senza particolari
problemi di personalità.
Tutti gli educatori erano in realtà ricercatori e osservavano attentamente le dinamiche che si sviluppano
all’interno dell’ingroup (IG) e verso l’outgroup (OG).
Dopo l’arrivo al campo l’esperimento si svolgeva in tre fasi   "

TEORIA DEGLI INTERESSI OGGETTIV


Scopi compatibili o con ittuali?  
Sherif (1966)

se i due gruppi hanno scopi compatibili oppure con ittuale si determina o meno il con itt
es uno vince e l’altro perde= incompatibil

Esperimenti sul campo. 3 fasi (a volte 4):


nell’esperimento con 4 fasi cera una fase preliminare dove i bambini non venivano divisi (cera un gruppo
unico) gli educatori avevano osservato le relazioni, le amicizie
poi arrivati alla prima fase dividevano gli amici
-1 FORMAZIONE
-2 CONFLITTO
-3 RIDUZIONE DEL CONFLITTO -

ESPERIMENTI SUL CAMPO IN 3 FASI. SCOPI COMPATIBILI O CONFLITTUALI


— FORMAZIONE indipendenza: due gruppi di ragazzi che non interagiscono;
Effetti: velocemente stabiliscono norme, nome di gruppo, leader… e se sanno dell’altro gruppo vorrebbero
competer
 
— CONFLITTO- interdipendenza negativa o scopi con ittuali:
vennero inserite competizioni sportive a punti con premio nale ai vincitori
(come regalo per i vincitori un bel coltellino a serramanico per ciascuno e una coppa)  
Effetti: favoritismo IG (il mio gruppo è il migliore), gruppi più coesi, aggressioni OG (svalutazione dei membri
dell’altro gruppo— si accompagna ad aggressività
 
— RIDUZIONE DEL CONFLITTO — interdipendenza positiva o scopi compatibili: problemi comuni che
richiedono la cooperazione per essere risolti (es. il camion con le provviste resta senza benzina a poca
distanza dal campo e bisogna tirarlo tutti insieme con una fune, perdita d’acqua nelle tubature del campo da
trovare…
Effetti: riduzione favoritismo IG, miglioramento immagine OG e dei rapporti fra i gruppi

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SPIEGAZIONI SOCIOLOGICHE DI STEREOTIPI E PREGIUDIZ
Il modello proposto da Sherif si propone quindi di spiegare il favoritismo verso il proprio gruppo e il
pregiudizio verso gli altri in termini di con itti oggettivi che nascono da interessi incompatibili fra i gruppi.
Se gli scopi sono invece comuni o sovraordinati si osserva riduzione del con itto.
Si avvicina a spiegazioni sociologiche di stereotipi e pregiudizio e fornisce un’interpretazione per un
fenomeno sociale spesso osservato, vale a dire che i pregiudizi nascono quando le risorse sono scarse e c’è
competizione reale fra i gruppi per gli stessi scopi.
  (es. in momenti di crisi economica si inacerbiscono i con itti intergruppo a causa di competizione per posti
di lavoro, case popolari, ecc.)
il con itto è inevitabilmente una conseguenza di interessi incompatibili

TAJFEL E LA TEROIA DELL’IDENTITà SOCIAL


! Sebbene sia innegabile il valore del modello di Sherif, molti hanno osservato che la semplice divisione in
due gruppi dei ragazzi (Fase 1) era suf ciente a far nascere un senso di appartenenza al gruppo che era
creduto il migliore e un desiderio di competizione.

! Altri ricercatori (un primo esperimento di Rabbie e Horwitz, 1969) e in ne Tajfel (1981) si sono quindi
domandati, e hanno cercato di veri care, se la semplice appartenenza ad un gruppo non sia suf ciente a
dare origine a favoritismo IG e denigrazione OG.

GRUPPI MINIM
! Tajfel condusse in Inghilterra studi, ormai classici, per dimostrare che gli individui tendono a favorire gli
appartenenti al proprio gruppo di appartenenza (ingroup IG) a discapito dei  gruppi  cui non appartengono
(outgroup OG)

! In  laboratorio si è cercato di individuare le condizioni minime di appartenenza ad un gruppo suf cienti
a dar luogo a fenomeni di discriminazione   "
queste condizioni le ha studiate in vari esperimenti

PARADIGMA DEI GRUPPI MINIM


Nell’esperimento tipico i soggetti vengono divisi in due gruppi assolutamente a caso, sebbene
apparentemente in base a criteri banali come la preferenza espressa verso diapositive di quadri di Klee o
Kandinsky.
creo un appartenenza di gruppo in base ad un criterio falso
Poi i soggetti dovevano distribuire piccole somme di denaro a membri dell’IG e dell’OG (non a se stessi).

devo attribuire agli altri membri


del denaro
si chiede quale sia il modo giusto
di distribuire i sold

la strategia più logica sarebbe


dare 14 euro a testa

3 strategie possibili
-massimo pro tto per l’ingroo
-massimo pro tto comune però
do più soldi ai membri dell’altro
grupp
-massima differenza a favore
dell’ingroop, io prendo meno,
l’importante è che l’altro gruppo
prenda meno

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I GRUPPI MINIM
Criteri dell’appartenenza a “gruppi minimi”:


! Nessuna interazione faccia a faccia fra i soggetti


! Anonimità dell'appartenenza al gruppo (veniva comunicata individualmente ed erano poi identi cati da
numeri)
! Nessuna connessione logica fra il criterio di categorizzazione (es. Klee/Kandinsky) e la variabile
dipendente (il denaro distribuito)
— Nessuna possibilità di pro tto personale

un senso di appartenenza c’è però è di scarsa rilevanza psicologica

STRATEGIE DELLE MATRIC


impiegate da Tajfel e collaboratori (1971)


MCP  =  Massimo pro tto comune attribuire la maggior quantità possibile di denaro (o punti) ai 2 soggetti


MPGA  =  Massimo pro tto per il gruppo di appartenenza


MD  =  Massima Differenza a favore del proprio gruppo


E  =  Equità o imparzialità


RISULTATI
Massima differenza  >  Massimo pro tto

a favore dell'IG    per l'IG


RISULTATI:
I soggetti adottano regolarmente la strategia di attribuire più denaro al proprio gruppo e in modo da
massimizzare la differenza  fra IG e OG, anche a scapito del massimo pro tto per l'IG. Anche in ambito
reale è stato veri cato che gli operai di due diversi reparti, consultati a proposito dei salari, erano disposti a
perdere soldi in assoluto pur di guadagnare relativamente più degli operai dell’altro reparto (Brown, 1989).

MATRICI ADATTATE DA BROWN 1978 IN UN CONTESTO REALE IN FABBRICA

vi aumentiamo lo stipendio, vi proponiamo di dare dei suggerimenti


utilizzano due gruppi esistenti un po in competizione tra lor
secondo te quando deve aumentare — strategie ti tajfe
1 equit
2 massimo pro tto comune (no tanto a tutte e due
3 massima differenza a favore dell’ingroo
4 massimo pro tto a favore del gruppo
la strategia che vine escelta è la massima differenza a favore dell’ingroo
sono disposte a sacri care un guadagno purché l’altro gruppo guadagnai di men

30

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APPARTENENZA ALL’I
Tajfel conclude quindi che la semplice appartenenza ad un IG (anche minimo… ) e l’esistenza di un OG sia
suf ciente a produrre fenomeni di competizione intergruppo.
Non ha nemmeno importanza quale sia l’OG o le sue caratteristiche: è suf ciente che sia un gruppo “altro”
rispetto al proprio e si cerca di differenziarsi da esso in senso positivo.
questa è la vera base del pregiudizi
è un fenomeno psicologico di base

Per spiegare un fenomeno così ampio e pervasivo, Tajfel introduce il concetto di identità sociale —

L’IDENTITà SOCIAL
L’identità sociale è quella parte dell’identità di un individuo che dipende dalla sua appartenenza a determinati
gruppi sociali, unita alle componenti emotive e valoriali di tale appartenenza.

Di conseguenza, il livello di AUTOSTIMA di un individuo è conseguenza del valore che attribuisce ai gruppi a
cui appartiene

SPIEGAZIOI BIAS INTERGRUPPO NELLA TI


=favoritismo verso il propio grupp
All’origine di fenomeni come il favoritismo IG e la discriminazione OG abbiamo quindi

— normali aspetti cognitivi di base come la categorizzazione sociale (il semplice fatto di appartenere ad un
gruppo e categorizzare anche gli altri in base alle loro appartenenze categoriali e di gruppo - sesso, età,
etnia, ecc.

— aspetti motivazionali (siamo motivati a preservare e migliorare la nostra autostima e ridurre incertezza=
so dove mi colloco, il mio posto nel mondo).

IDENTIDICARSI IN UN GRUPPO, PERCHè


Le persone sono motivate ad identi carsi in un gruppo soprattutto per due ragioni:

z Riduzione dell’incertezza soggettiva funzione conoscitiva e di padronanza del mondo: che si è, come ci
si dovrebbe comportare, come si dovrebbero comportare gli altri…)

z Aumento dell’autostima (i gruppi lottano per differenziarsi in senso positivo rispetto agli altri - siamo
meglio degli altri, il gruppo compete per status e risorse e ne consegue una identità positiva per i suoi
membri)

SVILUPPO DELL’IDENTITà SOCIAL


• l’individuo struttura soggettivamente l’ambiente sociale (gruppi e/o categorie)
• gli individui vogliono essere valutati positivamente
• gli individui sono motivati ad appartenere a gruppi valutati positivamente
• il desiderio di un’identità sociale positiva implica l’appartenenza a gruppi che possiedono uno status elevato

MANTENERE UN’IDENTITA’ POSITIV


! Le persone sono fortemente motiva a mantenere una identità positiva (autostima). Come?

! Un modo fondamentale per ottenerlo è mediante confronti “biased” con altri gruppi su dimensioni
rilevanti per l’identità (quali sono queste dimensioni?)

CONFRONTO IG-O
Gli individui confrontano continuamente il proprio ingroup con un outgroup, con una condotta
marcatamente segnata da bias valutativi a favore del proprio ingroup, in base ai quali il proprio gruppo viene
implicitamente considerato migliore rispetto agli altri che vengono a loro volta svalutati o criticati.

31

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es — campo estivo, compito di costruire una capanna, chi fa quella migliore viene premiat
un gruppo ha chiodi e martello e l’altro gruppo invece non ha risors
il gruppo senza risorse ha costruito una capanna più brutta ma ha anche costruito un giardin
ha spostato la dimensione del confronto

SPIEGAZIONI ALTERNATIVE AI BIAS INTERGRUPP


! somiglianza percepita fra i membri del grupp
  NO " avviene anche quando OG simile o assegnazione casual
 
! spiegazione normativ
  SI, ma quale norma
  Competizione, Uguaglianza,

— differenziazione categorial
  (Doise) . . e l'asimmetria del favoritismo IG

EFFETTI DEL BIAS INTERGRUPP


! Favoritismo Ig " tendenza a sopravvalutare l’ingroup

! Svalutazione OG " tendenza a sottovalutare l’outgroup.

! Omogeneità outgroup (maggiore di quella dell’IG


 

CONFRONTO SOCIAL
Festinger (1954)  ‘confronto sociale’ per la valutazione di capacità e opinioni individuali (livello individuale).

  Tajfel (1978)  amplia ai gruppi il ‘confronto sociale’ per la comprensione dello status e del valore relativo del
gruppo e dello status e valore che l’individuo acquisisce tramite l’appartenenza a quel gruppo (livello di
gruppo). Per Tajfel è possibile un genuino confronto intergruppi

CONFRONTO SOCIALE: QUALI SONO I GRUPPI DI CONFRONTO


A.  gruppi simili


B.  gruppi dissimili purché vi sia percezione di illegittimità e/o instabilità della differenza di status

Dal confronto, l'ingroup può uscire con una considerazione positiva o negativa. Nel primo caso si resterà in
esso. Nel secondo

COSA FANNO GLI INDIVIDUI INSODDISFTTI DELLA LORO APPARTENENZA


CATEGORIAL

A.mobilità sociale individuale se con ni permeabili:

  a.1  disidenti cazione 



a.2  dissociazione 


B.in caso di con ni impermeabili o forte senso di appartenenza al gruppo:

b.1  creatività sociale


b.2  competizione e cambiamento social
b.3  introiezione della svalutazione dell'IG

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  (Clark e Clark, 1947)

STRATEGIE INDIVIDUAL
a1 DISIDENTIFICAZION
Diminuiamo il personale senso di appartenenza al gruppo. Si minimizzano le connessioni psicologiche con il
gruppo:

!- ci si considera individui
!- ci si considera eccezioni
!- si evita di rievocare le connessioni con il gruppo di appartenenza (simboli…)
!- si critica apertamente il gruppo di appartenenza

STRATEGIE INIVIDUAL
a2 DISSOCIAZION

! ‘fuga’ dal gruppo

! quando le frontiere intergruppo sono permeabili, si può assistere a un vero e proprio ‘passaggio’

! avviene più frequentemente a opera di membri di gruppi svantaggiati o stigmatizzati

  Es. rigetto di tradizioni culturali in persone immigrate

STRATEGIE DI GRUPPO
b2 COMPETIZIONE E CAMBIAMENTO SOCIAL

Con itti e scontri intergruppo, lotta per innovazione politica e per cambiare l’ordine gerarchico. I gruppi
maggioritari cercano di mantenere lo status sovraordinato

STRATEGIE DI GRUPP
b2 INTOIEZIONE DELLA SVALUTAZIONE DELL’I

La più triste… si accettano le caratteristiche negative stereotipiche attribuite all’IG dalla maggioranza.

  Anche, tentativo anche estremo di assimilazione all’OG maggioritario

STRATEGIE DI GRUPP
b3 INTROIEZIONE DELLA SVALUTAZIONE DELL’I

La più triste… si accettano le caratteristiche negative stereotipiche attribuite all’IG dalla maggioranza.

  Anche, tentativo anche estremo di assimilazione all’OG maggioritario

MINACCIA DELLO STEREOTIP


!I membri di un gruppo stigmatizzato si possono aspettare di essere trattati e considerati sulla base dello
stereotipo negativo, e inconsapevolmente si adeguano ad esso

! Effetto glass ceiling: barriera invisibile ma percepita che limita l’accesso alle posizione più alte (es donne
e leadership)

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TEORIA DELLA CATEGORIZZAZIONE DEL S
TURNER, ALLIEVO DI TAJFE
! Non modi ca gli assunti di base della TIS ma ne costituisce piuttosto uno sviluppo

! Secondo questa teoria, l’ identità sociale e personale sono l’espressione di un sé unico che può
manifestarsi a livelli diversi di astrazione, da un livello più generale (“esseri umani”), per passare poi dai vari
gruppi di appartenenza no al livello più basso (singoli individui). Tra questi due poli vi sono livelli intermedi
in cui è più probabile che si ricorra a manifestazioni dell’ intergroup bias

SALIENZA DELL’IDENTIT

Il processo di auto/etero-categorizzazione dipende dal contesto nel quale gli individui si trovano e
dall’interazione fra accessibilità e t.
-Accessibilità: facilità con cui gli individui possono attivare, a livello cognitivo, una categoria sociale
-Fit: grado in cui le categorie sociali attivate si adattano al contesto, al livello in cui esse ri ettono le
differenze esistenti fra i gruppi in una particolare condizione.
!" salienza dell’identità (prontezza nell’adottare una particolare identità e grado in cui è considerata
signi cativa nel contesto sociale.

INFLUENZA NORMATIVA DEL REFERENT


  Se sentiamo di appartenere ad un gruppo, adeguiamo i nostri pensieri, sentimenti e comportamenti alle
norme di quel gruppo (Turner et al., 1987)


" che agisce anche in assenza della presenza di altri perché le norme sono interiorizzate

LA TEORIA DELLA DISTINTIVITA’ OTTIMAL


BREWE
Gli esseri umani sono caratterizzati da due bisogni psicologici opposti che regolano la relazione tra concetto
di sé e appartenenza al gruppo:
! bisogno di assimilazione o inclusione, cioè il desiderio di appartenenza (che spinge ad af liarsi a un
gruppo
! bisogno di differenziazione dagli altri, contrapposto al bisogno di af liazione.
L'identi cazione con un gruppo sociale distintivo permette alle persone di mantenere la propria unicità, e
soddisfa contemporaneamente sia il bisogno di af liazione che di differenziazione e protegge contro le
minacce esterne all'autostima (Lynn & Snyder, 2002).

CONTINUUM INTERPERSONALE/INTERGRUPP

Tajfel sostiene che le varie relazioni interpersonali si collocano su punti diversi del seguente continuum, di
cui  gli estremi sono casi limite infrequenti:

IMMAGIN

CONCLUDENDO
! Secondo la Teoria del Con itto Realistico (Sherif et al.): il bias osservato in favore dei membri del proprio
gruppo è conseguenza di con itto oggettivo o competizione tra gruppi per gli stessi obiettivi.
! Secondo la Teoria dell’Identità Sociale (Tajfel et al.): l’ingroup bias e il con itto/competizione tra gruppi
nascono inevitabilmente dalla differenziazione stessa in gruppi distinti.
! l’intergroup bias svolge una funzione di differenziazione (l’IG si differenzia positivamente dall’ OG) e di
giusti cazione (la svalutazione dell’ OG giusti ca l’ordine gerarchico e comportamenti discriminatori)

MODULO

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INFLUENZA SOCIAL
come gli altri ci in uenzano e come noi li in uenziam

3 esperimenti molto noti sul


! Conformismo o in uenza della maggioranza
! Obbedienza all’autorità
! Innovazione o in uenza della minoranza

INFLUENZA DEGLI ALTRI


— In particolare quando ci troviamo di fronte ad un fatto nuovo o di interpretazione ambigua tendiamo a
confrontare (teoria del confronto sociale di Festinger) la nostra opinione con quella degli altri, per trovare
concordanze e rassicurazione. In fondo da sempre gli altri sono la nostra principale fonte di informazione
(in uenza informazionale) e inoltre spesso tendiamo a uniformare il nostro parere a quello degli altri per
sentirci accettati (in uenza normativa

— Siccome lo fanno anche gli altri si può parlare di in uenza reciproca, esaminata in un noto esperimento di
Sherif

SHERIF E LA NORMA DI GRUPP


Esperimento sull’effetto autocinetico (illusione ottica per cui un puntino luminoso immobile nel buio sembra
muoversi

— I soggetti dovevano dare la loro valutazione dell’ampiezza del movimento (VAR.DIP.) in diverse sessioni
sperimentali, dapprima da SOLI poi in GRUPPO (VAR.IND). Gradualmente i giudizi tendevano a convergere
verso un valore medio delle valutazioni individuali. Inoltre, in una ulteriore sessione sperimentale da SOLI, i
soggetti tendevano a mantenere la Norma di gruppo così stabilità invece di tornare alla Norma personale

— Se ai soggetti veniva detto in anticipo che il movimento era un illusione, l’effetto non si veri cava

SCHEMA DI RIFERIMENT
! Usiamo il comportamento altrui e il confronto sociale per stabilire la gamma dei comportamenti
possibili" schema di riferimento

! le norme stabilite in gruppo poi vivono da sole: un esperimento di Sherif con 3 collaboratori estremi e un
soggetto reale vedeva cambiare la composizione del gruppo un partecipante per volta in diverse
“generazioni” no ad essere nuovo ma la norma rimaneva
si veniva quindi a formare un nuovo gruppo con persone diverse ma la norma rimaneva
es i bambini che tramandano le regole di giochi
questo vale per quasi tutte le norme sociali

IL POTERE DELLA MAGGIORANZ


IL PARADIGMA SPERIMENTALE DI AS
quando noi ci facciamo in uenzare da un gruppo, una maggioranz

! un soggetto da solo è contrapposto ad una sorgente di in uenza, rappresentata da (altri 6) individui dello
stesso status, che rispondono in modo opposto al suo e oggettivamente sbagliat
 
! la situazione non è ambigua, le 3 linee sono di lunghezza diversa
! i soggetti rispondono dopo aver ascoltato la quasi totalità del gruppo rispondere unanimement
 
! visibilità del soggetto, doveva rispondere ad alta voca
 
— istruzioni: dare una risposta personale, non c'è pressione esplicita a conformarsi e le comunicazioni sono
proibite

ASCH (2

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— VARIABILE INDIPENDENTE:
  Pressione maggioritaria verso Controllo


— VARIABILE DIPENDENTE: Valutazioni percettive, lunghezza della riga

PROCEDURA
6 collaboratori dicono ad una persona che hanno bisogno di lui per un esperimento
Accompagnato in stanza da un collaboratore-studente, 2 le di sedie, il soggetto è penultimo di 7.
Il compito è un test di discriminazione visiva della lunghezza di una linea da confrontare con 3 altre.
ad alta voce dovevano dire la s a quale assomigliava
i 4 collaboratori (complici) davano per le prime 6 prove la risposta giusta, dalla 7 risposta sbagliata
18 prove, corrette o sbagliate casuali (prime due corrette)

RISULTAT

! 36/37% sbaglia!!!  (va nella direzione della maggioranza scorretta)


  •  0,7 nel controllo (quando non cerano collaboratori)


! numero medio errori:  4,4 (su 12 possibili) meno della meta (non sempre ci si conforma
•  0,08 nel controllo

! Il 24% circa da tutte risposte corrette — 1 su 4 non si conforma mai


! il 32% sbagliate a più della metà delle prove — da risposte sbagliate a più della metà delle prove

CONCLUSIONI
! Nonostante la distorsione la maggioranza delle risposte è corretta
! Notevoli differenze individuali: individui indipendenti/conformist
! Colloquio post-esperimento: molto coinvolti, nessuno sospetta l'inganno.
alla domanda perché hai dato la risposta sbagliata: Paura di apparire ridicoli, non si vuole apparire diversi
(" in uenza normativa), si pensa che gli altri vedano diversamente da noi, capito male le istruzioni ("
in uenza informazionale)

VARIANTI— per capire quali fattori in uenzano la tendenza al conformismo


! UNANIMITA' DELLA MAGGIORANZA
questo è dovuto dalla maggioranza o dall’isolamento (sono da solo con persone che non conosco)
  partner "reale" in posizione 4  " tasso d'in uenza scende al 10,4
  partner "collaboratore" corretto " 5,5
  collaboratore risposta ancora più sbagliata " tasso d’in uenza scende come con partner

Hy: isolamento o unanimità della maggioranza?


  Rottura dell’unanimità almeno in LAB.
Nella vita reale… quello che favorisce a sfuggire dal conformismo è la minoranza (qualcuno che canta fuori
da coro
VARIANT

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! PERSEVERANZA NELL'ERRORE
  Rapporto numero di prove neutre/scorrett
  " aumentano error
se la maggioranza da più risposte corrette, le volte in cui risponde in modo sbagliato mi adeguo perché
diventano credibili

Hy: coerenza interna della maggioranza o tasso di pressione all’uniformità?

— DIMENSIONI DELLA MAGGIORANZA


fermi per strada un persona e guardi in s
VI — la persona si ferma a guardare in su
VD quante persone si fermano a guardare in su

 se il Gruppo di maggioranza aumenta da 1 a 10-1


  " in uenza debole, se c’è una persona sola si fermano in pochi, se ce ne sono 3 se ne fermano di più,
aumento,
sopra 4 non ci sono differenze signi cative

(esperimenti sul campo: Milgram, Bickman, Berkowitz, 1969; Stong, 1976)

all’aumentare della maggioranza aumenta il conformism


sopra un certo numero non aumenta più

Conformismo e sostegno sociale


Percentuali di conformismo (risposte errate)

35

30
35
30 25

25 20
% risposte
% di Risposte 20 errate
15
Errate 15
10
10
5 5

0 0
Controllo Maggioranza unanime controllo gruppo un
unanime sostenitore
Condizioni
Condizioni

FONTI DI INFLUENZ
2 fonti di informazione:

! fornita dai sensi


! ciò che dicono gli altri

(Nell’esperimento di Asch sono in con itto) — i miei occhi dicono una cosa, gli altri ne dicono un altra

2 tipi di in uenza:
! INFUENZA DELL’INFORMAZIONE " soddisfa il Bisogno di Padronanza
! INFLUENZA DELLE NORME " Bisogno di Af liazione (essere accettato dal gruppo)

DUE BISOGNI NON ALTERNATIV

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in entrambi i casi si arriva ad adesione interiore

per capire se pesa di più l’in uenza normativa o quella dell’informazione ha costruito delle altre
varianti

INFLUENZA DELLE NORM


ha inserito
! ricompensa (scopo di gruppo)
! competizione (abilità di coordinazione) con un altro gruppo, ci sarà un vincitore
! status degli altri individui elevato es studente e gli altri sono docenti

  " in tutti questi casi abbiamo maggior conformismo


INFLUENZA INFORMAZION
dopo l’esperimento ha distribuito un questionario
! scarsa ducia in se stessi — ci si conforma di più
! molte prove neutrali - se gli altri sono credibili aumenta l’in uenza informazione
! dif coltà del compito (ambiguità)

  " maggior conformism

CONFRONTO SHERIF (EFFETTO AUTOCINETICO)-


ASCH (CONFORMISMO

sheriff si riferisce ad un in uenza reciproca mentre asch il conformismo e il potere della


maggioranza

Ø nel casi si S. l’esperimento era Ambiguo (puntino) –


con Asch Perfettamente chiar

Ø s. — Nessuno stress nei soggetti  -


Elevato stres

Ø s — Internalizzazione della norma (la norma viene mantenuta) -


Acquiescenza, la risposta non viene internalizzata, so che la risposta è sbagliata ma ci adeguiamo

Ø s.— Scelta razionale (in tutte le situazioni anomala guardo gli altri) –
scelta irrazionale o “emotiva”

! In uenza informazionale -
normativa lo dico perche non voglio essere buttato fuori dal gruppo, non perché sia ver

in ogni caso in tutte le situazioni in cui mi conformo valgono entrambe


CONFRONTO SHERIF - ASCH

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ALTRE FONTI D’INFLUENZA SOCIAL


Per Asch la maggioranza.

— In altre ricerche (la pressione sociale è spesso implicita: nessuno dice che ti devi conformare):

! soggetto (grado di certezza, bisogno di af liazione, ecc.


 
! materiale (ambiguità, stimoli sociali
— posizione nel gruppo (status, ecc.)

SVILUPPI RECENTI DEL PARADIGMA SI ASC

! Applicato a dilemmi morali (2013) o norme morali, sociali e sulla decenza (2013) da risolvere soli o in
gruppo che esprime una posizione contraria su azioni permissibili o impermissibili; diversa in uenza sociale
su diverse norme

! Replica con bambini di 6-7 anni (2011) " conferma e nessuna differenza di genere
conformisti non si nasce ma si diventa, da bambini si è più dipendent
le donne sono più conformiste degli uomini (ma non nei bambini)

! Senza imbroglio e confederati (2010), usando linee di diversi colori e lenti polarizzate: diversi soggetti
vedevano davvero diverse linee (minore conformismo maschile)
l’esperimento è diventato famoso quindi era dif cile sottoporlo alle persone

CULTURA E CONFORMISM
! Esistono differenze culturali: minore conformismo nelle culture individualistiche, maggiore nelle
collettivistiche o interdipendenti (Markus e Smith et al., 2006)
! Modi che anche nel tempo. Una metanalisi su 133 studi da 17 paesi (Bond e Smith, 1996) trova declino
nel conformismo dal 1950 e conferma differenze paesi collettivisti/ individualisti
" il conformismo risponde a norme culturali
non è un processo universale ed innato

CULTURE INDIVIDUALISTICHE VS CULTURE COLLETTIVISTICH

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INDIVIDUALISTICHE

!CULTURE OCCIDENTALI
!SCHEMA DI SÉ INDIPENDENTE
!IDENTITÀ = AFFERMAZIONE DI SÉ
!OBIETTIVO = AUTO-REALIZZAZIONE

COLLETTIVISTICHE

!CULTURE  ORIENTALI
!SCHEMA DI SÉ INTERDIPENDENTE
! IDENTITÀ = GRUPPO
!OBIETTIVO = RELAZIONI SOCIALI POSITIVE

CINESI E COVID: LA REAZIONE CINESE è STATA MIGLIORE E POTEVA ESSRE


APPLICATA IN ITALIA
Noi occidentali (dice prof. Mignini) abbiamo un rapporto del tutto diverso tra popolo e autorità rispetto a
quella che hanno i cinesi. I cinesi percepiscono l’individuo come parte del tutto. Dalla comunità, discende
l’esistenza anche del singolo. Viceversa, noi consideriamo il tutto come somma di ogni singola parte. È sul
singolo che si costituisce la nostra idea di popolo, che non è altro che l’insieme delle nostre individualità”.
Così, quando il 23 gennaio il governo cinese decide – senza altre misure intermedie precedenti – di chiudere
la città di Wuhan, che conta 11 milioni di abitanti, nessuno ha registrato casi di persone che si sono
accalcate nelle stazione dei treni per lasciare la città. Al contrario, quando in Italia trapela la notizia che il
governo sta per serrare la regione Lombardia, che ha un milione di abitanti in meno della città di Wuhan,
migliaia di persone si sono date da fare per lasciare la regione. (HuffPost 10/3/2020)
— un maggiore conformismo avrebbe aiutato a rispondere meglio alla situazione?

NATURA DELLA RISPOSTA CONFORMIST


Kelman (1958) anni guerra fredda, grande fratello, controllo social
3 modalità in cui le persone si conformano

1. Controllo sociale elevato/soggetto visibil


      /rapporti di potere (senza convincimento) : " COMPIACENZA
non c’è internalizzazione

2. Attrazione/gruppo visibile/ importante per il soggetto il mantenimento della relazione con la fonte
d’in uenza: " IDENTIFICAZIONE
accettiamo il parere di una fonte di in uenza perché ci identi chiamo con quel gruppo
a metà tra la compiacenza e internalizzazion

3. Contenuti/valore intrinseco/alta competenza fonte, convincimento che diviene indipendente dall'agente di


in uenza : " INTERIORIZZAZION

TESNICHE PER AUMENTARE L’ACQUISENZ


! Richiesta multipla: facciamo più richieste sperando nell’accettazione di una

- Tecnica del piede nella porta: una prima richiesta piccola (accordo), poi una maggiore (accetta)

" perché? Bisogno di coerenza


- Porta in Faccia: una prima richiesta grossa (ri uto), poi una minore della stesa persona  (accordo)


- Colpo basso: si ottiene l’accettazione di una richiesta, poi si cambiano le condizioni (Es. di Cialdini et al.
1978) Esperimento alle 7 del mattino: venite?)
ti vendo la macchina con full optional a soli 2000 euro in più, tu accett
poi dici no in realta sono altri 1000 euro
40

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ti adegui all’ulteriore richiest

MILGRAM E L’OBBEDIENZ
studia l’autorità e l’obbedienz

! Fonte di in uenza: lo sperimentatore


! Pressione sociale esplicita
! Controllo esercitato dalla fonte, la fonte è presente

PROCEDURA
Annuncio sulla stampa, pagato 4$, studio sulla memoria (valutare quale punizione ha migliore effetto):
ruolo di insegnante al Soggetto. e un collaboratore l’allievo (MR WILLIAMS
Serie di parole associate da imparare a memoria.
il soggetto viene interrogato dall’insegnante , il quale ti puniva ogni volta che sbagliavi con una scossa
elettrica
Il collaboratore sbaglia secondo cicli stabiliti.

Punizione con scariche da 15 a 450V (leggera, moderata . . . . pericolo).
Ad ogni serie, aumenta l'intensità.
STOP dopo 3 scosse da 450V. (con scritto pericolo di morte
in realtà non veniva data alcuna scossa elettrica

MILGRAM SHOCK MACHINE

Milgram -- Risultati di base ha dato risultati sconvolgent


milgramm prevedeva una pervenutale di obbedienze
minima e invece il 70/80 per cento delle persone
70
arrivano a dare scosse elettriche obbedendo
60
all’autorit
50

% soggetti
— nessuna differenza di genere
che
40
le donne sono più conformiste, magari meno violente
obbediscono
totalmente
30
ma più conformist
20

10

Previsti Maschi Femmine


Condizione

ORDINI PROGRESSIVI DATI DALLO SPERIMENTATOR


1. Continui, per favor
2. L'esperimento richiede che lei continu
3. E' assolutamente necessario che lei continu
4. Non ha altra scelta, deve continuare
pochi hanno ri utato di obbedir

RISULTAT
Superano le previsioni più pessimiste!!!!
  Scossa media massima:  360V

% soggetti che obbediscono:  62,5%
  68% no a 450V in una delle varianti


sconvolgente perché l’autorità era uno scienziato, non ha potere di punizione su di me

VARIANTI (18 ESPERIMENTI


— VICINANZA DELLA VITTIMA (4 esperimenti
41

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(natura del feedback
il soggetto e mr williams sono nella stessa stanza
  • colpi sulla paret
  • vocal
  • stessa stanz
  • contatto per la scoss

Aumento progressivo: da 1 a 2 = % ma accelera la disobbedienza, poi aumento


la presenza sica riduce la percentuale di obbedienza

VARIABILI EFFICACI NEL


! RIDURRE la percentuale di obbedienza:

  • vittima riluttante prima dell'inizio

  • sperimentatore assente

  • opposizione dello sperimentatore a scosse forti

  • altro soggetto pari che da' ordini

  • altro soggetto (o 2) che ri utano
  " solo 4 su 40 obbediscono

!UGUALE
  • sperimentatore vittim
  • laboratorio scalcinato — ragazzino con sperimentatore senza camice
  • soggetti di sesso femminile

!AUMENTARE
  • sperimentatore anello intermedio che da' le scoss
  " (solo 3 o 4 ri uti)
  • altri due partecipanti obbedienti (92.5%)
Baseline Sperim. Disobbedisce
2 pari si ribellano
65 0 15
Baseline
Perc
Assente S Toccare la vittima Obbedienza e mancanza di consenso
65 di obbedienza18
nelle diverse 30
condizioni
80
80 % soggetti
% soggetti
60
60
che che
obbedisco 40 obbedisco 40
no 20 no 20
0
Baseline Assente S Toccare la 0 Baseline Sperim. Disobbedisce 2 pari si ribellano
vittima

Condizioni Condizioni

DIVERSI PAES
L’esperimento è stato replicato (prima di essere proibito per ragioni etiche) in molti paesi:


  % di obbedienza maggiori in Spagna e Olanda 90%, italiani, tedeschi e austriaci 80%, minore in Australia
40%
uno dei modi in cui si può replicare è la stimolazione sperimental
descrivo in un questionario l’esperimento di milgra
tu cosa faresti? una percentuale molto elevata non ubbidirebb
seconda domanda: su 10 dei tuoi amici quanti pensi che ubbidirebbero? più di m
terza domanda: su cento persone che non conosci: ottieni gli stessi risultati di milgra

L’INFLUENZA DELLE MINORANZE ATTIV


( ne anni ’60)
in uenza della minoranza sulla maggioranza
42

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daje
esperimento analogo a quello di asch


  Moscovici: paradigma delle diapositive blù, che a “qualcuno” (una minoranza di 2 soggetti su 6) sembrano
verdi


!VI  Pressione minoritaria vs Controll


VD  Valutazioni percettive (colore della diapositiva)

RISULTAT
! 8.4 % di impatto (confronta con il 30% di Asch) molto minore
! 32% almeno qualche risposta sbagliata — 1/3 dei partecipanti da risposta sbagliata
! Attenzione: il cambiamento dipende dal gruppo 
alcuni gruppi in cui l’in uenza della minoranza era maggiore per l’altro gruppo minor

quali fattori aumentano l’in uenza


NB: nella condizione di coerenza delle risposte verdi:

  importanza dello stile di comportamento    "

RISULTATI ESPERIMENTI MOSCOVIC

STILI COMPORTAMENTO

! Coerenza di membri della minoranza


  (sincronica e diacronica)
entrambi i membri della minoranza dovevano dire verde
nello stesso momento 

 
! Flessibilità/Rigidità del comportamento, disponibilità a negoziare/discutere con la maggioranza
la minoranza deve essere essibil
quando la minoranza è rigida è meno in uent
ha introdotto delle variabili: tonalità
dicono verde quando c’è l’azzurro (è blu però può essere anche tendente al verde) = negoziazione,
compromesso
 
—la minoranza deve avere un elevata Fiducia in sé, e un assenza di interesse personale

DIFFERENZA TRA DUE TIPI DI INFLUENZA/DIVERSI PROCESSI (MOSCOVIVI


! la MAG promuove un processo di confronto sociale: ci si focalizza sulle differenze fra le varie posizioni
e sulle loro conseguenze sociali — confronto social

! la MIN attiva un processo di convalida, che induce a prestare attenzione al problema:  processo attivo,
meno super ciale di quello indotto dalla MAG
la minoranza mi ha fatto cambiare prospettiva, mi ha fatto pensare ad un altra ipotesi
la min mi induce a riguardare la diapositiva e riconsiderare in modo meno super ciale il colore

UNA MINORANZA COERENT


! Semina il dubbio
! Attira attenzione
! Mostra che esistono punti di vista alternativi
! Dimostra sicurezza e coinvolgimento
! Per evitare il con itto e risolvere la crisi bisogna accettare il suo punto di vista
INFLUENZA DI MINORANZA/ MAGGIORANZ

La MIN

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Ø  produce CONVERSION
Ø  elaborazione SISTEMATICA del messaggi
Ø  agisce maggiormente a livello privato (in uenza nascosta) mi hanno convinto
 
La MAG
Ø  produce ACQUIESCENZ
Ø  elaborazione SUPERFICIALE od EURISTICA del messaggi
Ø  opera soprattutto a livello pubblico, manifest

INFLUENZA DELLA MINORANZ


! nei confronti dell'in uenza MIN si pongono in atto strategie di occultamento, così essa emerge:
si fa fatica ad ammette l’ìin uenza di una minoranz
es arte, musica

  —  in tempi ritardati

  —  in modo trasposto

  —  a livello inconscio


— effetto modellante della MIN


si adotta il comportamento della minoranza applicandolo in altri contesti o ad altri contenuti (es. Nemeth
pensiero convergente/divergente)

magg= pensiero convergente= tutti dobbiamo convergerai alla verità della maggioranz
min= divergente= pone un problema, esplori diverse soluzioni per quel problema creando soluzioni diverse

INFLUENZA MIN VS MAG

la minoranza agisce a livello di grupp


la maggioranza a livello individual

INFLUENZA MIN VS MAG


PUBBLICA VS PRIVAT

la minoranza agisce a livello


privato di più

INFLUENZA COME
PROCESSO UNITARIO
LATANè E WOL
44

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secondo latanè non è vero nient


l’in uenza sociale è un processo unitRIO

! in uenza processo simile per fonti MIN e MAG— esercitano la stessa in uenz
l’impatto dell’in uenza è frutto del prodotto della moltiplicazione di questi fattori
font
immediatezza della fonte (presenza o meno
ampiezza della font

! IMPATTO SOCIALE =
   prodotto (forza, immediatezza, ampiezza) della fonte

! effetto dell’ampiezza:
   aumenta in base a una funzione esponenziale
  " MIN effetto minore di MAG
se sono 2 persone contro 4 è ovvio che esercitano un in uenza minore

! inoltre, le MIN hanno bersagli più numerosi, + probabile che abbia un effett
ma magg ha un bersaglio sol

la maggioranza ha un in uenza maggiore ma la minoranza persuade Comunque qualcuno

COME DISSE
! Stuart Mill: anche quando l’altrui opinione è falsa ci procura il vantaggio della più chiara percezione
della verità, al cospetto dell’errore

! Esposito: è il dissenso che ha bisogno di essere protetto, non l’opinione di chi canta nel coro

! Voltaire: non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere

MODULO 10
si pensa che il pregiudizio si basa sull’ignoranza (la non conoscenza dell’altro
in realtà non è cosi

DEFINIZION
! XENOFOBIA: paura dello stranier
! RAZZISMO: superiorità biologica, morale e intellettuale di una razza
è conclamato che la razza umana è un
si sostituisci con pregiudizio etnico o il sessismo ecc

diversi tipi di razzismo:


• classico: imperialista, colonialist

• differenzialista: autonomia etnico-razziale di ciascuna civiltà nel suo habitat,   preservazione della propria
identit

• moderno: meno apertamente aggressivo, sottile e latente

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2 dimension
- universalismo (tutti) /relativismo (alcuni gruppi
- eterofobia (paura dell’altro) / etero lia (amore

si creano 4 quadranti
- razzismo imperialista= i bianchi contro tutti gli altri, razzismo classic
- razz. differenzialista= alcuni sono meglio di altr

etero lia: come diversi gruppi umani possono imparare a conviver


- mescolanza totale= tutti insieme senza differenz
- rispetto delle differenz
questi due modelli di integrazione corrispondeono anche a due modelli politici

DAL MELTING POT AL SALAD BOW

! Melting pot o “crogiolo”. Fondamento dell’integrazione statunitense, società come un mortaio nel quale
differenze e origini culturali venivano “pestate”, assimilate, come in un bel pesto genovese.
il colore viene annuiato e tutti sono mescolati
Ritenuto un modello per le società multietniche.
Ma, col tempo, il pesto è andato a male.
in realtà non ha portato alla convivenza civile, perché le persone si dovevano assimilare alla cultura
americana, dimenticando la cultura d’origine

— Multiculturalismo nuova ricetta, non pesto uniforme ma insalatona mista e colorata, i cui ingredienti
diversi convivono mantenendo ciascuno il proprio gusto
Valorizzazione e rispetto di tutte le differenze di costume, cultura, religione o etnia.
Nato negli anni Ottanta, le radici risalgono a quando ha cominciato a farsi strada nelle società occidentali la
questione della “differenza” con la contestazione della cultura tradizionale nel Sessantotto e le rivendicazioni
etniche e nazionalistiche della Decolonizzazione.
L’intensi cazione dei fenomeni migratori e della globalizzazione hanno poi sancito il passaggio de nitivo da
una cultura dell'unicità a un vero e proprio culto della differenza.

ASSIMILAZIONISMO O INTEGRAZIONE?
L’Europa oscilla fra due modelli di integrazione:

! “assimilazionista” francese
! “multiculturalista” anglosassone

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  Entrambi in crisi. Il primo puntava a un’integrazione fondata su uno scambio: la concessione della
“cittadinanza repubblicana” in cambio di una privatizzazione del credo religioso (di qui, ad esempio, il divieto
del velo nelle scuole francesi).
  La politica multiculturalista britannica concedeva spazi pubblici alle minoranze etniche o religiose, sotto
forma di “diritti collettivi”, politica liberale e tollerante.

nessuno dei due modelli è riuscito a risolvere il problema delle convivenza civil

POCHI CAMBIAMENTI AL 2021, SE NON PER COMPOSIZIONE (FONTE ISTAT

▶ A inizio 2021, risultano circa 5,17 milioni di stranieri in Italia (8,7% della popolazione residente) regolari
iscritti all’anagrafe, a cui vanno sommati circa 750.000 stranieri non iscritti.

▶ Nel 2020, si sono iscritti all’anagrafe dall’estero 192.000 stranieri, in forte calo rispetto all’anno
precedente. Negli ultimi anni gli stranieri hanno contribuito a frenare lo spopolamento del Bel Paese, ma
attualmente tale effetto sta diminuendo d’intensità.

▶ Nel 2020, le comunità straniere più importanti in Italia sono, in ordine, quella rumena, albanese,
marocchina, cinese e ucraina. La maggior parte degli stranieri è residente nelle regioni del Nord e del
Centro.

▶ A inizio 2020, l’Italia risulta il 4° Paese in UE27 per numero di stranieri residenti iscritti all’anagrafe in
termini assoluti e il 14° in termini relativi sul totale della popolazione residente.

IL MODELLO DELL’ACCULTURAZIONE (BERRY) 1977

Mantenimento delle proprie


caratteristiche ed identità culturali

SI NO

Mantenimento SI INTEGRAZIONE ASSIMILAZIONE


delle relazioni
con altri gruppi NO SEPARAZIONE MARGINALIZZAZIONE

modello a 2 dimensioni
valgono sia per la cultura ospitante sia per quella ospitat
- si relazioni, si caratteristiche = integrazione es mussulmani, indian
- si relazioni, no caratteristiche= assimilazione, dipende dalla volonta di mantenere o
rinunciare alla propria identità culturale es ucraini, est europa
- no relazioni, si caratteristiche= separazione, ridurre i contatti — es i cinesi
- no relazioni, no caratteristiche= marginalizzazione — es zingari loro ri utano anche la
scuola altrimenti si assimilerebbero, nativi americani

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IMMIGRAZIONE:
SECONDA GENERAZIONE, PROBLEMI DOPP
le prime generazioni sono passati da una situazione di rischio ad un paese con stabilità
politica ed economic

! Destrutturazione dei ruoli famigliari


individualismo rispetto ad obbedienza al gruppo, ruolo diverso delle donne
crescono in una famiglia con un modello e il mondo esterno con altre indicazioni

! Bilateralità di riferimenti culturali e sociali:


mancanza di una socializzazione univoca
identità doppia: da una parte il modello di socializzazione della famiglia e dall’altra quello della società

! Svanire della coscienza operaia e di forme di integrazione ad essa legat


(es. emigrazione italiana in USA e Germania)
un tempo le persone trovavano la comunità che li accoglieva
soprattutto in italia, la forma di assistenza reciproca non c’

SECONDA GENERAZIONE
INTEGRAZIONE O DEVIANZ

! A pochi è riservata una mobilità ascendente


propio perché dall’inizio hanno dif coltà a scuol
i genitori in oltre svolgono lavori sottopagati quindi non possono permettersi l’istruzion

! Ai più, vulnerabilità sociale molto alta


insuccessi scolastici, disoccupazione o i lavori peggiori, disagio psichico

! Stigmatizzazione ed esclusione sociale ch


in parte può portare alla delinquenz
(Merton e il “conformismo deviante”)
si accettano i valori della cultura e per ottenerli usano comportamenti devianti

COSTRUTTI PSICOSOCIAL

! STEREOTIPO (soprattutto aspetto cognitivo


rappresentazione cognitiva sempli cata di un gruppo sociale socialmente condivisa

! PREGIUDIZIO  (cognitivo + emotivo


atteggiamento negativo verso i membri di un gruppo sociale

! DISCRIMINAZIONE (aspetto comportamentale) trattamento differenziale di individui per la loro


appartenenza ad un gruppo sociale

lo stereotipo è la base cognitiva — pregiudizio — stereotipo


non è detto che dallo stereotipo si passi al pregiudizio

EVOLUZIONE STORICA NELLA CONCEZIONE DEL PREGIUDIZI


Da:

! patologico  "  normale


caratterizzava solo alcuni individui, una deviazione patologica rispetto al comportamento normale

! psicodinamico  "  cognitivo


legata alla personalità

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! contenuto  "  processi
esame del contenuto (chi sono le persone odiate maggiormente ad un analisi del processo

SVILUPPI NELLA CONCEZIONE DEL PREGIUDIZI

Ø Inizialmente il pregiudizio è stato considerato come una caratteristica dell’individuo, e quindi associato a
componenti irrazionali, psicodinamiche, cioè legate a particolari tipi di personalità anche al limite della
patologia (es. Adorno e la “Personalità autoritaria”, anni ‘50

Ø In seguito il pregiudizio è stato visto come esito di relazioni intergruppo, cioè legato alle dinamiche e ai
con itti dei rapporti fra gruppi diversi (Sherif, Tajfel)
dati deu gruppi, quali sono le condizioni che portano a nascere il con itto?

Ø In ne, si studia il pregiudizio come costruzione social


(bias linguistici-attributivi, repertori linguistici…)
il linguaggio e il contesto culturale che consolida e diffonde il pregiudizio
processi di attributione

OTTICA INDIVIDUALISTICA DEL PREGIUDIZIO (psicopatologia

!—  Freud (1921


!—  Teoria frustrazione/aggressività (capro espiatorio= l’altro, il diverso; 1939)
!—  Adorno et al. (1950
—  Deprivazione relativa —quando c’è un incongruenza tra quello che mi aspetto e quello che in realtà ho,
determina un livello di frustrazione
quando un gruppo sociale crede di poter avere di più rispetto ad un altr

CONCEZIONI INDIVIDUALI
ADORNO E LA PERSONALITA’ AUTORITARI

# Alcune teorie hanno sottolineato il ruolo della struttura di personalità.


La causa del pregiudizio sarebbe legata a personalità disturbate e non a processi normali e universali.
Adorno e collaboratori (1950) individuano a tal proposito una struttura caratteriologica ansiosa, insicura,
autoritaria e bisognosa di protezione.
se i bambini vengono sottoposti ad uno stile autoritario, li porterà a sviluppare tendenze razziste

# Gli atteggiamenti di un individuo formano un pattern coerente che sono espressione della sua
personalità

# Regime disciplinare troppo severo, spostamento dell’aggressività dai genitori alle minoranze

# scala F fascisti vs democratici — misura le tendenze fasciste di una persona


per lui essere fascisti è legato alla struttura di personalità

# Persone dogmatiche, conservatrici, convenzionali, ideologicamente rigide, incapacità di tollerare


ambiguità e incertezza, e razziste

# Caratterizzata da: rimozione delle tendenze ritenute socialmente inaccettabili (quali paura, debolezza,
sentimenti aggressivi verso le gure genitoriali o autoritarie in genere), proiezione delle tendenze rimosse
sugli altri, perciò visti come ostili e minacciosi

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DEPRIVAZIONE RELATIV
Stouffer et al. (1949)
Gurr (1970

la deprivazione relativa deriva dalla percezione di una discrepanza fra aspettative e capacità di valori e beni
più questa discrepanza è alta più tendo a confrontarmi con altri gruppi sociali che secondo me non
avrebbero il diritto di vare quando hanno

 aspettative "  quei valori o quei beni ai quali un individuo pensa di avere diritt

 capacità "  quei valori o quei beni che pensa di poter ottenere nella realt

DIVERSITà FRA CLASSI SOCIAL


Pregiudizio più alto nelle classi socio-economiche basse.
le persone di classe sociale più alta hanno meno pregiudiz

Tre spiegazioni:


! Alto livello " atteggiamenti “migliori”

! Desiderabilità sociale (+ ltri…)


le persone con alto livello ha pregiudizi ma sa che non si dice

! Competizione sociale-economica
il confronto sociale si fa con le nicchie (quelli simili a me) non con il miliardari
questo signi ca che se io sono ricco, laureato non entro in competizione con l’immigrato extracomunitario
non c’è competizione economica per avere la casa popolare

NUOVE FORME DI RAZZISM


moderno/latente/riluttante, proposti negli Usa anni ‘70/’80 (Dovidio e Gaertner/ Pettigrew/ McConahay/
Sears e Kinder/Katz e Hass) per de nire le nuove forme di razzismo, apparentemente meno evidente, ostile,
aggressivo.
  In realtà insidioso, caratterizzato da ambivalenza tra valori e sentimenti misti verso i membri di diverse
etnie.
valore fondante della cultura statunitense: self made man, tutti hanno le stesse opportunit
i neri invece continuano ad essere poveri, perche si dice che abbiano avuto tutte le opportunità ma non le
hanno sfruttate
sentimenti:rimane un sottofondo di emotività negativa: paura, nonostante i sentimenti positivi

— Spesso più che attribuire loro più caratteristiche negative (o provare verso di loro più emozioni negative)
gli si attribuiscono meno caratteristiche positive (o si provano meno emozioni positive, non sono stupidi,
sono meno intelligenti) rispetto all’ingroup.
— Il “razzista moderno” spesso non si riconosce come tale o non ne è consapevole («non sono razzista
ma….»). forse potrebbero stare a casa loro, hanno un brutto odore

  — La risposta prevalente è l’evitamento dei membri di etnia diversa


evito di entrare in interazione per evitare di dovermi confrontare con la mia immagine di razzista

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PETTIGREW W MEERTEN
Scala del pregiudizio manifesto e latente

Manifesto:     -  outgroup come minacci


 -  evitare contatt

Latente:   -  difesa valori e tradizioni (la MIA cultura)


-  esasperazione differenz
-  soppressione emozioni positive

questa scala è molto veloce, di 20 domande e si può velocemente cambiare l’outgrup

ARCURI E COCA

! Tradotto e adattato la scala in Italia, utilizzando i marocchini come target


! In particolare hanno veri cato la relazione tra af liazione politica e pregiudizio, trovando tra i progressisti
che il pregiudizio latente era più alto di quello manifesto:

              Manifesto  Latente


Conservatori      28.39    33.99
Progressisti      21.90    30.81

manifesto= persone di destr


ma anche i progressisti hanno pregiudizio latente

CLASSIFICAZIONE INDIVIDUI IN 3 CATEGORIE

! 1) Fanatico: forte pregiudizio manifesto e latente

! 2) Democratico: basso pregiudizio manifesto e latente

! 3) Nascosto: basso pregiudizio manifesto e alto latente

PERCHè DIFFERENZIARE PREGIUDIZIO LATENTE E MANIFESTO

! Mc Conahay (1986) ha veri cato che le risposte su problemi razziali risentivano della desiderabilità
sociale
si ha ma non si può più dire

! Silverman (1974). studenti di colleg, gli veniva proposta una lista di 10 etnie e d'oceano dire quanto gli
piacevano i neri, i magrebini etc… (le risposte verranno utilizzate per fare gli abbinamenti di camera)
quando non c’era questa info, i livelli di pregiudizio scendevano, mentre quando cera saliva
=effetto della desiderabilità sociale: il pregiudizio ce l’ho ma non si dic
Se da risposte ad atteggiamento dipendeva assegnazione compagno di camera, giudizio sui neri molto
meno positivo

UN ESPERIMENTO CON COMPORTAMENTO D’AIUT

! Gaertner (1973). Telefonata di aiuto (es piccolo incidente) da bianco/nero a conservatori/progressisti.


puo fare lei la telefonata all’of cina perché io ho non ho più monetin
la prima ipotesi: in un caso a chiamare era un bianco, nell’altro era un nero (si capisce dal linguaggio)
! Conservatori  aiutano meno neri, progressisti come i bianchi

! Ma prog. interrompono telefonata dei neri prima della richiesta, mentre cons. no.
i progressisti lo facevano molto di più rispetto ai conservatori
il conservatore non ha problemi ad ascoltare la richiesta del nero e dire di n
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mentre il progressista dovrebbe confrontarsi con l’immagine di se stesso come razzista
mettono in atto l’EVITAMENTO

! Razzismo riluttante (io non sono razzista ma…)

EVOLUZIONE DEL PREGIUDIZIO NEI BAMBINI


! Costruzione del pregiudizi
• l’in uenza della famiglia — trasmissione del pregiudizio (accettazione o ri uto dei valori della famiglia
se misuriamo l’atteggiamento dei genitori e dei gli a livello esplicito non c’è correlazione, mentre sale a
livello implicito
questo signi ca che i genitori trasmettono gli atteggiamenti ai gli non in base a quello che dicono ma
attraverso il non verbale, le associazioni automatiche (con le emozioni)
• la scuol
• il gruppo dei coetanei
• i mass-media

! De nizione della propria identità social


consapevolezza di appartenere ad una etnia verso i 3-4 anni, a 6-7 conoscono gli stereotipi
! Stereotipi e pregiudizi sono appresi molto precocemente, prima di possedere strumenti cognitivi,
essibilità e “ ltri”. Cresce no a 7-8 anni poi calo e stabilizzazione in adolescenza

MODELLI TEORICI SVILUPPO PREGIUDIZIO NEI BAMBINI

! Ipotesi sociocognitiva (Aboud, 1988


Il calo del pregiudizio è la conseguenza dello sviluppo delle strutture cognitive
(sapersi mettere dal punto di vista dell’altro

! Ipotesi dello sviluppo dell’identità sociale


(Nesdale, 1999)
    Il calo del pregiudizio si veri ca a causa dell’apprendimento da parte del bambino di certe regole sociali
(effetto legato alla desiderabilità sociale)
apprende le regole del contesto come il fatto che certe cose non si esprimon
il livello di pregiudizio resta ma diminuisce l’espressione esplicita

RELAZIONE TRA FAVORITISMO IG


ATTEGGIAMENTO SFAVOREVOLE VERSO L’O
dire che il mio gruppo è meglio è automaticamente correlato a dire che gli altri sono peggio? n

! Dai 4 anni i bambini, grazie alla consapevolezza etnica, sanno distinguere membri di gruppi diversi in
base ad aspetti esteriori, e sanno identi carsi col proprio gruppo  etnico, per il quale sviluppano un bias
favorevole parallelo (? ancora dubbio) ad uno sfavorevole per l’outgroup.

! Positività dell’ingroup/negatività dell’outgroup


  " aumenta no ai 6-7 anni.
Dati discordanti sull’evoluzione successiva. cosa succede dopo? dipende da cosa insegniamo ai bambini,
dal contest
in alcuni contesti multietnici non si sviluppa il pregiudizio (o Comunque si sviluppa a livelli colto bassi)

  Brewer 1979: nonostante la convinzione diffusa che il favoritismo IG e la derogation OG siano


reciprocamente correlate, l’evidenza empirica mostra poche relazioni fra i due

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DALLA PREFERENZA INGROOP AL PREGIUDIZIO VERSO LìOUTGROU

! Ipotesi dello sviluppo dell’identità sociale


  Un atteggiamento non presuppone l’altro: perché ci sia pregiudizio il bambino deve cambiare il focus
dell’attenzione dall’interno all’esterno

! Ipotesi sociocognitiva
  La preferenza ingroup causa pregiudizio verso l’outgroup: esso è una tappa inevitabile ma non durevole;
  Critica ai metodi di misurazione
è dif cile chiedere e misurare questo

PREGIUDIZIO INEVITABILE
Contrariamente a quanto sostenuto dalla SIT e dalla ST, secondo la SIDT, l’identi cazione con l’IG non
comporta sia la preferenza per l’IG sia il pregiudizio verso l’OG, ma solo la prima (preferenza etnica, focus
sull’ingroup).
  Il passaggio alla fase del pregiudizio etnico non avviene automaticamente e inevitabilmente, ma dipende: 

! da processi sociali " i bambini adottano, facendoli propri, gli atteggiamenti pregiudiziali verso gruppi
minoritari prevalenti nel proprio gruppo sociale
 
! dall’acquisizione del concetto di costanza etnica " le caratteristiche etniche distintive dei gruppi sociali
sono stabili.

(Nesdale, 1999a; 2004; Nesdale & Flesser, 2001; Nesdale et al, 2004)

PSICOLOGIA SOCIALE E DIRITTI CIVILI


Psicologia sociale Usa coinvolta direttamente: la Corte suprema nelle motivazioni cita espressamente gli
studi dei coniugi Clarks (1947) sulle bambole bianche/nere

LA PREFERENZA ETNICA (bianco e bello


doll test (Clark, 1974)
  Bambine nere devono scegliere tra 4 bambole nere e 4 bianche identiche in tutto, tranne per il colore della
pelle. in risposta a 7 domande (es. quale ti piace, quale è più bella, più brutta, con quale giocheresti, quale ti
somiglia). Scelgono quella bianca.... anche alla domanda quale ti assomiglia di più (ri utavano l’appartenera
etnica)

  Ripetuto nel 2006 da Kiri Davis, studentessa nera di 17 anni, uguali risultati (A girl like me).
deidenti cazione=ri utare la propia appartenenza

RIDUZIONE DEL PREGIUDIZIO


! Un parte consistente della ricerca si è concentrata sulle condizioni che possono favorire la riduzione del
pregiudizio, cambiare un atteggiamento forte e radicato
Ø Un approccio tradizionale ma ancora molto attuale fa riferimento all’ipotesi del contatto introdotta da
Allport (1954) — se facciamo entrare in contatto 2 gruppi sociali questo ridurrà il pregiudizi
l’ipotesi del contatto resta vera ma ci devono essere delle condizioni

IPOTESI CONTATTO (ALLPORT) 195


Hy: Il contatto con membri dell’outgroup conduce ad 

un miglioramento dell’atteggiamento. Ma sembra funzionare solo se:

! eguale status fra i due gruppi in contatto


! cooperazione /esperienza di successo
! rapporti personali e approfonditi
— sostegno istituzionale
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EGUALE STATUS
! Se la situazione non è equilibrata e uno dei gruppi è in posizione inferiore è probabile ottenere un
rafforzamento degli stereotipi correnti.
è impossibile nel mondo real
i due gruppi non sono di eguale status ma almeno nelle condizioni di contatto io devo cercare di garantire
che i due gruppi siano di eguale status (es parlare una lingua neutra e non scegliere una dei due gruppi)

RAPPORTI PERSONALI E APPROFONDIT


! Approfondimento della conoscenza a livello personale, che può portare a una falsi cazione di alcuni
stereotipi negativi dell’outgroup grazie alle nuove informazioni.

  Non necessariamente conduce ad una percezione di maggiore somiglianza.


non è suf ciente a ridurre il pregiudizio
si possono addirittura sottolineare le differenze

COOPERAZIONE/ESPERIENZA DI SUCCESS
! I due gruppi devono cooperare per raggiungere uno scopo comune.
Se le persone dipendono reciprocamente per l'acquisizione di uno scopo, hanno ragioni strumentali per
sviluppare relazioni amichevoli.
  Alcuni autori sottolineano come necessario che la cooperazione porti al positivo raggiungimento dello
scopo comune, altrimenti i pregiudizi possono peggiorare.
se non si raggiunge il successo questo effetto non funziona

SOSTEGNO ISTITUZIONALE E SOCIAL


ci vogliono leggi e regole es che puniscano la discriminazione
Due punti:

! intervento diretto da parte dell’autorità, possibilità di sanzioni in caso di rapporti fra gruppi scorretti o
episodi di discriminazione

! le esperienze di contatto non possono essere episodi isolati o limitati a un solo contesto (scuola, lavoro,
casa… ) perché sarebbero vissuti come eccezioni alla norma di separazione fra i gruppi

uno degli ambiti che più si presta a sviluppare esperienze di contatto che abbaino le 4 condizione è la scuol
mettiamo a contatto gruppi diversi garantendo un sostegno istituzionale, eguale status, esperienze di
cooperazione, rapporti personali approfonditi

IL CONTATTO RIDUCE IL PREGIUDIZIO


! Hamilton/Bishop (1976) indagine in quartiere bianco in cui arrivano alcune famiglie nere.
dopo 1 anno misurano il pregiudizio — Il pregiudizio diminuisce.
! Ma interviste qualitative rivelano che famiglie bianche non conoscono nulla dei neri (nome, età, lavoro,
gli, ecc). Nessun contatto reale

! Aspettative disastrose non confermate riducono pregiudizio.


era stato suf ciente che non si fossero avverate le aspettative disastrose es droga violenza risse

STUDI NELLA SCUOL


! Le scuole integrate hanno offerto la possibilità di studiare gli effetti di un contatto prolungato.
Primi tentativi anni '60, Stati Uniti,  più recenti convivenza di gruppi etnici, religiosi o linguistici (Canada,
nell'Irlanda del nord, in India, oppure classi con inseriti bambini disabili).

! Purtroppo, risultati hanno messo in luce che spesso si ottiene un peggioramento dell'atteggiamento
verso la minoranza (Stephan, 1978).
probabilmente non erano garantite le condizioni proposte da Allport

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CONTROEFFETTI DEL CONTATT
Diverse spiegazioni

! Brown (1995): quanto avviene a scuola costituisce solo una parte delle relazioni intergruppo dai bambini;
un anno di contatto è forse poco in confronto alle innumerevoli in uenze esterne.
Inoltre, poche delle condizioni strutturali di Allport sono soddisfatte.
Un esempio, dif cilmente l'interazione fra membri di diverse etnie avviene a scuola con pari status dei due
gruppi; le diverse condizioni socio-economiche in uenzo anche il rendimento scolastico. Da veri care la
reale incidenza del sostegno istituzionale.
Importanza di emozioni e ansia (Stephan e Stephan, 1978; modello sull’ansia intergruppo di Hewstone)

! Naturalmente, il contatto non è l'unico meccanismo in grado di modi care l'atteggiamento etnico, ma un
suo ef cace utilizzo per alleviare i con itti intergruppi dipende largamente dalla struttura della società che
regola le relazioni tra i gruppi

Il pregiudizio etnico può essere a volte 



rinforzato dal contatto …


Ø Il gruppo dominante si sente minacciato da quello minoritario che “occupa” spazi e risors
es. si prendono posti di lavoro, le case popolari, ecc

Ø Importanza delle emozioni provat


es. preoccupazione se i gruppi sono distanti, irritazione se la prossimità è maggior

Ø Problema della generalizzazione dell’effett


es. mi piace il mio amico Amir, che per essere un marocchino è proprio bravo, ma gli altri
dopo aver provato il contatto pero non si generalizza l’effetto del contatto a tutta l’etnia, non a una sola
person

UNA META ANALIS


Pettigrew e Tropp (2006) in una recente meta-analisi di 515 studi e 713 campioni (gruppi etnici, disabili, di
lavoro…; studi correlazionali, sperimentali, quasi sperimentali..) concludono che l’ipotesi del contatto è valida
(il contatto funziona e generalizza), può essere estesa ad altri gruppi, che le condizioni di Allport ne
aumentano gli effetti ma non sono indispensabili, che la futura ricerca dovrà concentrarsi sui fattori negativi
che impediscono al contatto di diminuire il pregiudizio (i controeffetti) — quelli che portano a rinforzare
il pregiudizi

E IL CONTATTO INDIRETTO
Studi recenti hanno studiato gli effetti del contatto indiretto, che presenta il vantaggio di poter coinvolgere
larghi numeri di persone e non avere la controindicazione dell’ansia possibile nel contatto diretto.

Sui tratta di
! Contatto esteso (da altre persone, mio zio sposa una turca) (es. Turner, Hewstone e Voci, 2007)
! Contatto immaginato (pensa se ti trovassi in contatto, il baboratorio) (es. Crisp e Turner, 2009)
! Contatto tramite mass-media (es. Crisp e Hogg, 2011)

MODELLI PSICOSICIALI PER MIGLIORARE LE RELAZIONI INTERGRUPP


Si basano sull’induzione di cambiamenti in come le persone usano le categorizzazioni sociali e sono

Ø Decategorizzazion
eliminare i con ni fra gruppi, rapporti personalizzat

Ø Ricategorizzazion
categoria sovraordinata e ridisegnare i con ni delle categorie
i con ni ci sono ma ne creiamo una categorizzazione sopraordinat
io polacco tu italiano ma siamo tutti europei

Ø Mutua differenziazion
mantenere salienti i con ni e sottolineare l’interazione intergruppo fra membri tipic
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DECATEGORIZZAZION
Propone che se l’appartenenza di gruppo perde la priorità sulla considerazione dell’altro, a favore del
contatto personalizzato, allora sarà possibile un incontro a livello interpersonale piuttosto che intergruppi:
questo dovrebbe facilitare la riduzione del favoritismo verso il proprio gruppo (Brewer e Miller, 1984)

Uno dei problemi con questo approccio è la dif coltà di generalizzazione, dall’incontro interpersonale con
quella/quelle persone al miglioramento dell’atteggiamento verso l’intero gruppo di minoranza etnica

RICATEGORIZZAZION
Mira a strutturare la categorizzazione di gruppo ad un livello più elevato e più inclusivo. Si ottiene
aumentando la salienza di appartenenze di gruppo incrociate o sovraordinate, facilitando il fatto che le
persone percepiscano l’altro come membro di un gruppo vicino al proprio su una data dimensione,
migliorando così le relazioni intergruppi.
Un esempio è l’introduzione di una identità ingroup comune (Gaertner e Dovidio, 1993), trasformando la
rappresentazione dell’appartenenza a due gruppi ad un unico gruppo inclusivo: es. siamo sì bianchi e neri
ma siamo tutti studenti della stessa scuola . . .

MUTUA DIFFERENZIAZIONE INTERGRUPP


Incoraggia i gruppi a enfatizzare le loro distintività ma in un contesto di interdipendenza cooperativa. In
pratica si tratta di salvaguardare le differenze fra gruppi/culture (laddove spesso le minoranze si sentono
minacciate nella loro speci cità dai tentativi di integrazione) sottolineando comunque che gli incontri
avvengono con membri tipici di un gruppo e non con membri atipici, cioè singoli individui magari simpatici
ma che non rappresentano affatto il gruppo etnico di appartenenza. Questo dovrebbe consentire la modi ca
degli stereotipi e la generalizzazione degli atteggiamenti positivi verso l’intero outgroup (Hewstone e Brown,
1986)

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