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Per comprendere questo studioso, molto innovativo, è utile dapprima soffermarsi sulla SCUOLA DELLE
RELAZIONI UMANE —> questa Scuola ha aperto la strada al fattore umano (≠ taylorismo).
La slide sottostante è utile per comprendere i concetti fondamentali della Scuola delle Relazioni Umane.
La Scuola delle Relazioni Umane scopre pertanto il FATTORE UMANO = effetto Hawthore —> struttura
delle relazioni umane: condizionamenti psicologici e bisogni soggettivi impattano sui comportamenti
produttivi —> dinamiche di gruppo e relazioni informali spiegano i comportamenti individuali.
I risultati suggeriscono di soddisfare i bisogni soggettivi dei lavoratori attraverso la creazione di un ambiente
di lavoro socialmente gradevole —> esempio: pausa caffè, psicologi in fabbrica, supervisione amichevole,
ecc.
Il tutto ha ricevuto tuttavia numerose critiche = «lubrificante del taylorismo» —> viene criticata questa
teoria perché troppo semplicistica e volta ad aumentare la produttività senza scardinare l’organizzazione
tayloristica.
Tuttavia, questi studi aprono la strada alla scoperta della MOTIVAZIONE AL LAVORO: non solo la
razionalit economica ma anche la personalit individuale (bisogni soggettivi dei lavoratori) va considerata
nella progettazione (e gestione) dell’organizzazione —> l’organizzazione si presenta come un insieme
ORGANICO di componenti variabili, dove acquista importanza la gestione del fattore umano.
All’interno di questo quadro (anni ’30) va inserito Bernard —> era un dirigente e uno studioso.
Bernard cerca di riflettere in maniera più approfondita rispetto a quanto già introdotto dalla Scuola delle
Relazioni Umane —> si interessa al RAPPORTO INDIVIDUO-ORGANIZZAZIONE:
- supera la concezione utilitaristica (dei lavoratori) della Scuola precedente —> fa una riflessione più etica
- punta a creare una teoria valida per tutti gli ambiti
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- vede l’organizzazione come un sistema cooperativo —> moventi individuali acquistano rilevanza
- gli incentivi motivazionali sono utili alla gestione del d’attore umano —> occorre quindi soddisfare
questi moventi
- dà una definizione innovativa del concetto di “efficienza” —> non più una visione utilitaristica, ma legata
al soddisfacimento dei moventi individuali
- introduce il concetto di zona di indifferenza
- riflette sulla funzione del dirigente
Il pensiero dello studioso ruota attorno alla PARABOLA DEL MASSO —> immagina una strada bloccata
da un grande masso —> l’individuo da solo non riesce a rimuoverlo, pertanto è necessaria la cooperazione
di diversi individui —> questi individui hanno fini diversi (solo il primo è interessato alla rimozione del
masso, tuttavia è necessaria la collaborazione anche degli altri, che non hanno il medesimo fine, per
rimuoverlo) —> sviluppo di una forma elementare di cooperazione necessaria alla rimozione del masso.
Lo studioso svolge una riflessione sui LIMITI fisici e cognitivi degli individui a fondamento delle
organizzazioni, le quali nascono perch necessaria la cooperazione fra pi individui per realizzare uno
scopo = organizzazioni come sistemi COOPERATIVI.
Tuttavia, gli individui sono mossi da diversi MOVENTI: la loro predisposizione a cooperare deriva da
motivazioni differenti, talvolta etiche, pi frequentemente utilitaristiche —> in altre parole, gli individui non
hanno gli stessi fini dell’azienda, ma sono predisposti a collaborare se vengono ricompensati (questo non
vale sempre, la cooperazione più avvenire anche per motivi umanistici).
I moventi che spiegano la partecipazione degli individui a un’organizzazione o impresa collettiva sono:
1. INTERESSE DIRETTO —> esempio: io sono una pensionata e sostengo il sindacato dei pensionati
2. FINALITÀ MORALE —> spesso chi presta la propria attività di volontariato lo fa perché spinto da un
movente gregario —> esempio: vado a fare volontariato perché lo fanno anche i miei amici
3. CONVIVENZA UTILITARISTICA
4. FINE GREGARIO
Bernard precisa che il fine dell’organizzazione non la sommatoria dei fini individuali = i moventi
individuali sono sempre diversi dal fine organizzativo —> tensione ineliminabile, da cui non si pu
prescindere —> ci sono aree di sovrapposizione variabili, ma non si ha mai una piena coincidenza fra il fine
(movente) individuale e il fine dell’organizzazione —> non c’è mai una coincidenza piena.
La sfida dell’organizzazione (in particolare del dirigente) operare per avvicinarle, assicurando l’equilibrio
del organizzazione, altrimenti i comportamenti individuali possono diventare controproducenti (questo
quando la personalità individuale è molto lontana da quella organizzativa ) per il successo
dell’organizzazione —> in altre parole, la conciliazione fra le due personalit cruciale per l’efficacia e
l’efficienza dell’organizzazione —> consente di predisporre maggiormente i soggetti all’obbedienza (crea
consenso e disponibilità a cooperare, dunque facilita l’esercizio dell’autorità) e alla cooperazione.
EFFICACIA con accezione classica: la misura con cui l’organizzazione raggiunge i propri fini
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EFFICIENZA con significato innovativo, diverso da quello classico: NON il rapporto fra mezzi
impiegati e risultati prodotti, ma la misura con cui si soddisfano i moventi individuali —> la capacit di
predisporre gli individui maggiormente alla cooperazione —> NB!: parametri non quantitativi
Efficacia ed efficienza non vanno sempre di pari pass —> esempio: organizzazione tayloristica (efficace ma
non efficiente secondo Barnard).
L’ECONOMIA DEGLI INCENTIVI riguarda il fatto che il rapporto fra incentivi e contributi deve essere
positivo per l’individuo (ci devono essere maggiori i vantaggi rispetto agli svantaggi e maggiori benefici
rispetto ai costi individuali) affinch resti e cooperi nell’organizzazione.
TEORIA DEL’AUTORITÀ
Il comando per avere obbedienza deve essere accettato, il CONSENSO essenziale per l’esercizio
dell’autorit —> la coercizione (imposizione) antitetica all’ideale cooperativo e alla lunga non
sostenibile (contatto con Gouldner) —>in altre parole, Barnard critica ancora più di Gouldner l’imposizione
di norme.
Oltretutto, lo studioso sostiene che, affinché l’ordine sia ACCETTABILE occorre che:
1. risulti compatibile con i FINI dell’organizzazione, e, di conseguenza, con il sistema normativo vigente
—> altrimenti entra nell’area rossa
2. risulti compatibile con i MOVENTI individuali dell’esecutore —> spazio per gli inventivi
3. possa essere COMPRESO (sistema di comunicazione)
4. il soggetto SIA IN GRADO DI ESEGUIRLO (senza sforzi eccessivi)
Si viene a creare un circolo vizioso —> incentivi, soddisfazione moventi individuali, riduzione gap fra
personalit individuale e organizzativa, ampliamento zona di indifferenza, maggiore predisposizione a
obbedienza e cooperazione, pi efficienza e anche efficacia —> il regista ( inteso come protagonista) è la
DIRIGENZA.
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Le funzioni del dirigente
Lo studioso ha una visione innovativa anche della figura dirigenziale —> Bernard sottolinea l’importanza
del dirigente che deve possedere ampia professionalit e ha grande responsabilit nella gestione
dell’organizzazione.
Il dirigente, delineato con questa nuova visione (≠ Weber) è dotato di grandi capacità —> questa visione
moderna, seppur idealizzata, esprime una maggiore consapevolezza delle trasformazioni in atto e delle
complessità delle organizzazioni.
Conclusioni su Bernard…
Ha offerto una concezione pienamente organicistica: focus sulla dimensione sociale (da raccordare con
quella razionale) in una visione innovativa dell’organizzazione (sistema cooperativo).
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