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CROCETTE EG

CAPITOLO 1 - LE TEORIE DI IMPRES

1. Che ruolo occupa l’analisi dell’impresa nell’ambito della teoria neoclassica?

a.- E’ una componente della teoria dei prezzi e dell’allocazione delle risorse
b.- L’analisi dell’impresa ha un ruolo secondario in quanto, in un contesto di concorrenza
perfetta e in assenza di progresso tecnico, l’impresa ha poca ragion d’essere.
c.- E’ centrale perché l’impresa è vista come un’istituzione-organizzazione
d.- E’ centrale perché motore del progresso tecnico
e.- E’ una componente predominante rispetto al ruolo secondario del mercato

2. Perché le imprese esistono secondo Coase?

a.- Perché dispongono di capitali


b.- Perché esistono gli imprenditori
c.- Sono una conseguenza dell’esistenza dei costi di transazione
d.- Sono una conseguenza delle opportunità offerte dal mercato
e.- Perché è al loro interno che si svolge la produzione e si creano valore e innovazione
f.- Nessuno di questi è un fattore rilevate

3. Nella teoria dei costi di transazione l’impresa è:

a.- Un luogo di accumulazione del capitale


b.- Un’alternativa al mercato tanto più ef ciente quanto meno elevati sono i costi di transazione
c.- Un’alternativa al mercato tanto più ef ciente quanto più elevati sono i costi di
transazione
d.- Un’alternativa al mercato meno più ef ciente quanto maggiore è la pressione scale
e.- Nessuno dei precedenti

4. I “costi di agenzia” sono determinati da:

a.- Le spese per il controllo e per lo sviluppo di incentivi sostenute dal principale
b.- le spese per il controllo e per lo sviluppo di incentivi sostenute dall’agente
c.- I “costi di obbligazione” dell’agente
d.- I costi di “assicurazione” sui rischi di comportamenti opportunistici dell’agente
e.- I costi di “assicurazione” sui rischi di comportamenti opportunistici del proprietario
f.- La “perdita residuale”

5. Quale delle seguenti affermazione è corretta in base alla teoria degli stakeholder?

a.- L’impresa è un’entità governata esclusivamente dall’imprenditore


b.- L’impresa è un’entità governata esclusivamente dal management
c.- L’impresa è un’entità governata esclusivamente dall’interazione tra proprietà e management
d.- L’impresa è un’entità governata prevalentemente dai lavoratori
e.- L’impresa è un’entità governata da una razionalità intersoggettiva

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CAPITOLO 2 - IL CONCETTO DI IMPRES

1. Quali tra le seguenti possono essere considerate componenti distintive dell’azienda?

a.- Relazione di scambio con entità esterne


b.- Presenza di risorse nanziarie
c.- Presenza di un’organizzazione
d.- Finalità di produrre reddito
e.- Sviluppo di contratti (commerciali e di lavoro)

2. Secondo la prospettiva delle Funzioni Istituzionali (elaborata da Sciarelli) l’impresa può de nirsi
come:

a.- Alternativa al mercato


b.- Organizzazione economica
c.- Sistema di contratti
d.- Struttura patrimoniale
e.- Sistema sociale
f.- Nessuno di questi è un fattore rilevate

3. Quali tra le seguenti sono considerate Forme Istituzionali dell’impresa ?


a.- Impresa familiare
b.- Impresa cooperativa
c.- Impresa internazionale
d.- Impresa non pro t
e.- impresa post-manageriale
f.- Impresa allargata

4. Gli Stakeholder, secondo Sciarelli, possono essere classi cati in quattro gruppi. Quali tra i
seguenti rientrano in questa classi cazione?

a.- Stakeholder amichevoli


b.- Stakeholder indipendenti
c.- Stakeholder non orientati
d.- Stakeholder orientati
e.- Stakeholder centrali
f.- Stakeholder marginali

5. In base a quali fattori Sciarelli propone di de nire i tipi di rapporti strategici tra l’impresa e gli
stakeholder?

a.- Possibilità di sviluppo per l’impresa, generate dallo stakeholder e Possibilità di con itto impresa
– stakeholder
b.- Possibilità di collaborazione per l’impresa, provenienti dallo stakeholder e Possibilità di dispute
legali impresa – stakeholder

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c.- Possibilità di minacce per l’impresa, provenienti dallo stakeholder e Possibilità di
collaborazione impresa – stakeholder
d.- Possibilità di minacce per l’impresa, provenienti dallo stakeholder e Possibilità di sviluppo di
risorse generata dalla relazione impresa – stakeholder
e.- Nessuno dei precedenti

CAPITOLO 3 - IL BUSINES

1. De nire un business secondo Abell signi ca:

a. Individuare aree d’attività in base alle seguenti dimensioni: funzioni svolte, gruppi di
clienti, modalità alternative
b. Individuare aree d’attività in funzione degli stili di vita degli acquirenti
c. Individuare aree d’attività in base alle seguenti dimensioni: funzioni svolte, gruppi di clienti e
tipologia di prodotto offerto
d. Individuare i segmenti in funzione dei vantaggi offerti agli acquirenti
e. Individuare aree d’attività in funzione della redditività

2. Secondo Abell, il concetto di prodotto si de nisce in base a:

a. Una combinazione di funzioni svolte e di gruppi di clienti con varie modalità


b. Una selezione di gruppi di clienti, una di funzioni svolte e una di modalità
c. Alcune selezioni di gruppi di clienti e di modalità con una comune funzione svolte
d. Tutte le funzioni svolte, tutti i gruppi di clienti, data una modalità
e. Tutte le funzioni svolte, tutti i gruppi di clienti, tutte le modalità
f. Non ha nulla a che vedere con le de nizioni precedenti

3. Cosa intende Abell per “differenziazione”?


a. Rispetto ai segmenti signi ca trattare in modo diverso i vari segmenti
b. Offrire un servizio, non un prodotto
c. Rispetto ai concorrenti signi ca distinguere la propria offerta in un determinato
segmento
d. Secondo i mercati, signi ca selezionare i mercati in cui si compete
e. Differenziare in base ai prodotti signi ca gestire il portafoglio prodotti dell’impresa
f. Niente di tutto ciò

4. Cosa intende Abell per funzioni svolte per i clienti?

a. Le modalità con cui le funzioni sono realizzate


b. I bene ci che i clienti possono percepire come determinanti nel processo di scelta
c. La funzione tecnica primaria di un prodotto
d. I bisogni e le esigenze della clientela da soddisfare
e. Niente di tutto ciò


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5. In Base al modello di Abell “ride nire il business” implica:

a. Abbandonare l’attività svolta da un’impresa e sostituirla con un’altra


b. Modi care almeno una delle tre dimensioni utilizzate per la de nizione del business
c. Vendere i prodotti esistenti a un prezzo inferiore
d. Modi care, migliorandole, le funzioni tecniche del prodotto
e. Nessuna di queste

CAPITOLO 4 - ANALISI DI SETTOR

1. Secondo il modello di Porter delle 5 forze competitive, l’attrattività di un settore dipende,


tra l’altro, da:
a. L’intensità della competizione al suo interno
b. Le possibilità di differenziazione del prodotto offerto
c. La localizzazione geogra ca del settore
d. L’entità delle barriere all’entrata che il settore presenta
e. La fase congiunturale dell’economia attraversata

2. Secondo Porter, la redditività di un’impresa, a parità di altre condizioni, è minore se:


a. Il business ha un andamento ciclico e prevedibile
b. I costi esterni sono alti
c. Sono presenti molte imprese nel settore
d. Il suo prodotto è differenziato
e. Ha pochi clienti di dimensioni consistenti e relativamente maggiori rispetto all’impresa
f. Nessuno di questi è un fattore rilevate

3. Quali dei seguenti possono essere considerati prodotti concorrenti secondo Porter?
a. Tonno in barattolo e carne in scatola come alimenti
b. Bacchetta telescopica e puntatore laser come indicatori
c. Acqua minerale e succo di frutta come bevande
d. Burro e olio d’oliva come condimenti
e. Nessuno dei precedenti

Due prodotti sono concorrenti quando appartengono allo stesso business cioè soddisfano i
medesimi bisogni e sono realizzati con la medesima “tecnologia”.

4. Quali dei seguenti possono essere considerati prodotti sostitutivi secondo Porter?

a. Aereo e treno sulla tratta Roma-Milano


b. Le bevande del tipo “cola” di Coca Cola e di Pepsi Cola
c. Le calzature sportive per la corsa di Nike e Reebok
d. Burro e margarina come condimenti
e. Lettore CD e videoregistratore come prodotti dell’elettronica di consumo
f. Nessuno dei precedenti

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5. Il potere contrattuale relativo dei fornitori, a parità di altre condizioni, è maggiore se:

a. Il prodotto del fornitore non è importante per la qualità del prodotto dell'acquirente
b. Il prodotto del fornitore è importante per la qualità del prodotto dell'acquirente
c. Il fornitore ha concrete possibilità di integrarsi a monte
d. Il settore dei fornitori è più concentrato di quello dei clienti
e. Il settore dei fornitori è meno concentrato di quello dei clienti
f. Il fornitore non possiede informazioni dettagliate sul cliente
g. Il fornitore possiede informazioni dettagliate sul cliente
h. Il fornitore ha concrete possibilità di integrarsi a valle

CAPITOLO 5 - CATENA DEL VALORE E VANTAGGIO COMPETITIV

1. Nella catena del valore:


a. Troviamo rappresentato il valore delle vendite generate da un’impresa in un determinato
business
b. Troviamo rappresentati i costi sostenuti da un’impresa in un determinato business
c. Troviamo rappresentata la fase del ciclo di vita di un business
d. Troviamo rappresentato il margine generato da un’impresa in un determinato business
e. Troviamo rappresentato il potenziale innovativo generato da un’impresa in un determinato
business
f. Nessuna di queste

2. Tra quelli proposte quali sono le combinazioni in cui tutte le attività elencate si ritrovano
nella catena del valore?

a. Produzione, piani cazione strategica, ricerca e sviluppo


b. Logistica in uscita, logistica in entrata, smaltimento scorie
c. Infrastrutture, manutenzione impianti, assistenza post vendita
d. Nessuna di queste combinazioni

3. Per quanto riguarda la de nizione della catena del valore dell’impresa, secondo Porter:

a. c’è un solo modo di identi carla


b. non dipende in alcun modo dalle caratteristiche economiche e tecniche delle diverse attività
c. le attività devono essere individuate in funzione del loro contributo al vantaggio competitivo
d. ciò che conta è l’individuazione delle sole attività primarie
e. nessuna di queste

La catena del Valore è uno strumento potente e versatile, e per questo si presta a svariati utilizzi.
Ovviamente, la costruzione della catena del Valore dipende dalle nalità conoscitive che ci
pre ggiamo e dalla ricchezza di dati resi disponibili dalla nostra contabilità analitica e dalla
conoscenza delle Catene del Valore di concorrenti, clienti e fornitori. Può infatti essere utilizzata
per esplorare le possibilità di differenziazione, per monitorare l’incidenza delle singole attività sui
costi complessivi, per determinare quali attività contribuiscano maggiormente alla creazione di
valore aggiunto, oppure per identi care eventuali collegamenti orizzontali o verticali tra attività
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distinte. La catena del Valore dipende inoltre dal tipo di business in cui si opera (si pensi, ad
esempio, alla catena del Valore di un albergo confrontata con una tradizionale attività
manifatturiera) e si compone di attività primarie e di supporto.

4. Con il termine “sistema del valore” (Porter) o “sistema di business” (Buaron) si intende:

a. Una tecnica di gestione delle scorte per minimizzare il tempo di giacenza in magazzino
b. Una tecnica di gestione delle scorte per assicurare sempre un’elevata giacenza in magazzino
c. Una tecnica di gestione del magazzino che punta ad accumulare scorte
d. Una tecnica di gestione del magazzino che punta, ciclicamente, a smaltire le scorte in eccesso
e. Una fase della ricerca e sviluppo di base
f. Nessuna delle precedenti

Con il termine sistema del valore si esprime l’idea che la catena del valore di un’impresa si
inserisce in una liera che comprende a monte le catene dei fornitori degli input e quelle degli attori
che si collocano a valle della catena del valore di riferimento e consentono di realizzare le
operazioni che determinano i prodotti o servizi nali.
La sistema del valore nel suo complesso va considerata in quanto espressione dei collegamenti e
delle diverse catene del valore che lo compongono.

5. Per accertare il margine di riducibilità dei costi in una strategia basata sul vantaggio di
costo è necessario valutare

a. Se è possibile ridurre i salari, soprattutto se l’incidenza del costo del lavoro sul costo totale è
elevata
b. Se è possibile ridurre i salari, soprattutto se l’incidenza del costo del lavoro sul costo totale è
bassa
c. Se è possibile trasferire le attività in aree geogra che in cui il costo del lavoro è inferiore,
soprattutto se l’incidenza del costo del lavoro sul costo totale è elevata
d. Se è possibile trasferire le attività in aree geogra che in cui il costo del lavoro è inferiore,
soprattutto se l’incidenza del costo del lavoro sul costo totale è bassa
e. Se è più conveniente che certe attività siano effettuate all’esterno
f. Se è possibile diminuire i volumi di produzione per le attività in cui sono importanti le economie di
scala
g. Se è possibile aumentare i volumi di produzione per le attività in cui sono importanti le economie
di scala
h. Nessuna di queste

Per valutare se è possibile conseguire minori costi complessivi è necessario considerare tutte le
attività della catena del valore.

CAPITOLO 6 - RISORSE E COMPETENZ

1. Tra le risorse intangibili NON gurano:

a. Le risorse nanziarie
b. I marchi, i brevetti e i diritti d’autore
c. La reputazione nei confronti dei clienti

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d. Le risorse tecnologiche
2. Gestire per competenze signi ca:

a. suddividere le persone in gruppi di lavoro costruiti sulla base di competenze comuni di cui sono
portatrici
b. attribuire obiettivi individuali assegnati a partire dalle competenze di cui una persona è portatrice
c. stimolare lo sviluppo di competenze uniformi tra tutti i lavoratori di un’impresa
d. individuare le prestazioni eccellenti per ciascuna attività, le persone in grado di rendere
tali le prestazioni e identi care le competenze di cui sono portatrici

3. La caratteristica di durevolezza delle risorse e competenze dell’impresa indica:

a. il tempo che intercorre tra il momento in cui l’impresa entra in possesso di una
determinata risorsa/competenza e quello in cui questa diventa obsoleta
b. il tempo impiegato dall’impresa per entrare in possesso di una determinata risorsa/competenza
c. il grado di trasferibilità di una risorsa/competenza
d. il tempo impiegato da un concorrente per imitare una risorsa/competenza chiave dell’impresa

4. La strategia di sfruttamento delle risorse si traduce:

a. nel fatto che il vantaggio competitivo dell’impresa deriva dal contemporaneo presidio di singole
risorse scarse e da una combinazione innovativa di queste
b. nella ricerca di vantaggio competitivo grazie al presidio di singole risorse scarse non
facilmente replicabili dai concorrenti
c. nella replicazione di risorse presidiate dai concorrenti
d. nello sviluppo di conoscenze volte a produrre innovazione tecnologica

5. Il capitale sociale:

a. è classi cato tra gli asset tangibili dell’impresa


b. è una risorsa chiave nei processi di creazione di conoscenza
c. de nisce le relazioni che intercorrono tra i dipendenti dell’aziende
d. ostacola la combinazione di risorse, all’origine dei processi di creazione di valore

CAPITOLO 7 - EVOLUZIONE TECNICHE ANALITICHE E STRATEGIE DI IMPRES

1. La Strategia Blue Ocean rispetto alle precedenti teorie manageriali si propone


soprattutto di:

a. Rafforzare l’importanza del concetto di vantaggio competitivo

b. Introdurre una nuova tecnica per l’identi cazione del vantaggio competitivo

c. Trovare e sviluppare mercati in cui la competizione è assente o ridotta

d. Migliorare la reputazione dell’impresa

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2. Quali tra le seguenti sono condizioni che caratterizzano un Red Ocean?

a. Esiste una forte concorrenza per la quota di mercato

b. Sono mercati in cui non è possibile conseguire vantaggio competitivo e redditività

c. Si tratta di mercati nei quali le imprese puntano soprattutto alla differenziazione dei loro prodotti
d. Sono mercati nuovi ai quali le imprese si sono appena affacciate

3. Se un’impresa adotta una Strategia Blue Ocean quale tra le seguenti azioni tenderà di evitare?

a. Innovare

b. Creare valore

c. Ridurre i costi
d. Competere

4. Quali tra i seguenti sono obiettivi che si propone lo sviluppo di un Business Model Canvas a
supporto di una Strategia Blue Ocean?

a. Evitare i mercati Red Ocean

b. Identi care in forma gra ca le caratteristiche fondamentali del comportamento di


un’impresa

c. Ampliare il portafoglio prodotti


d. Prevalere sui concorrenti tramite strategie di prezzo

5. I mercati Blue Ocean si creano esclusivamente attraverso:

a. L’innovazione

b. L’azione di imprese di nuova costituzione

c. Massicci investimenti in R&S


d. Lo sviluppo di nuovi modelli di business

CAPITOLO 8 - RETI DI IMPRES

1. La rete d’impresa:

a. Nasce spontaneamente come il distretto industriale ma poi si organizza istituzionalmente


b. È un distretto industriale
c. Migliora la capacità competitiva e innovativa delle imprese che ne fanno parte
d. Nasce con il solo obiettivo di accedere a nuove fonti di nanziamento


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2. La classi cazione prevalente di rete d’impresa è quella che le accorpa in due macro-categorie:

a. Orizzontali e verticali, di cui le prime prevedono un nodo nella rete principale e i nodi periferici
b. Orizzontali e verticali, di cui le prime si fondano su iniziative di collaborazione con i
concorrenti
c. Verticali e trasversali, di cui le ultime sono nalizzate alla crescita tramite diversi cazione
d. Orizzontali e trasversali, di cui le prime trovano la causa principale nella condivisione e
trasferimento di conoscenza

3. Le competenze core essenziali per costruire una rete d’impresa:

a. Sono solo relazionali


b. Sono solo strategiche
c. Comprendono sia capacità analitiche sia capacità gestionali
d. Si basano essenzialmente sull’arte della negoziazione

4. Il Contratto di Rete:

a. Ha una struttura chiusa e, una volta stipulato, non prevede nuovi ingressi o uscite dalla rete
b. Non ha l’obbligo di indicare gli obiettivi strategici di innovazione e le modalità di conseguimento
c. Non prevede l’accesso ad alcun nanziamento
d. Svolge una funzione di coordinamento e interazione tra i partecipanti

5. L’impatto sulla gestione delle risorse umane derivante dall’ingresso dell’impresa in una rete:

a. Condiziona la relazione proprietà-gestione delle imprese coinvolte


b. Riguarda esclusivamente le gure professionali più tecniche
c. Porta a una diminuzione netta dell’organico
d. Non porta a nessuna conseguenza

CAPITOLO 9 - PERCORSI DI CRESCITA DELLE IMPRES

1. Secondo l’approccio alla crescita delle imprese minori di matrice statunitense:

a. È possibile raggiungere un equilibrio economico in qualsiasi dimensione d’impresa

b. La crescita dell’impresa è un destino da evitare

c. Le imprese minori sono necessariamente destinate ad assumere la forma della grande


impresa

d. Lo sviluppo delle imprese è un processo qualitativo

2. Che differenza c’è tra l’obiettivo degli studiosi dell’approccio statunitense e quelli
dell’approccio europeo nella descrizione dei processi di crescita?

a. I primi hanno un obiettivo descrittivo

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b. I primi hanno un obiettivo prescrittivo e indicano alle aziende cosa fare

c. I secondi hanno una valenza universalistica e normativa

d. Nessuna

3. La crescita per linee esterne:

a. Combina risorse e competenze di una data impresa con quelle di altre organizzazioni
b. Fa af damento esclusivo sulle risorse interne dell’impresa minore

c. Si basa sull’assunzione di nuovo personale da parte delle imprese minori

d. È tipica solo delle grandi imprese che possiedono elevato capitale sociale.

4. L’atteggiamento tipico dell’imprenditore opportunista è quello di:

a. Occuparsi solo ed esclusivamente di aspetti tecnici


b. Assumere atteggiamenti paternalistici nelle dinamiche relazionali con il personale

c. Possedere esperienza in ruoli manageriali in realtà diverse dalla sua azienda ma non essere
avvezzo a delegare né conferire autonomia ai sottoposti

d. Delegare solo attività routinarie e poco rilevanti

5. Il successo delle imprese minori dipende da:

a. La loro capacità di combinare risorse e competenze uniche e insostituibili rispetto a


quelle dei propri concorrenti
b. Un rassicurante percorso di crescita lineare basato sulla successione di fasi prede nite

c. La semplice crescita dimensionale e quantitativa

d. Le decisioni dei vertici aziendali

CAPITOLO 10 - RETI DI IMPRESA E PROCESSI DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELL PM

1. Secondo la prospettiva della resource-based view of the rm, l’internazionalizzazione


d’impresa:

a. è concepita come processo cumulativo e graduale

b. è de nito come crescente coinvolgimento dell’impresa in attività su scala internazionale


c. le scelte di internazionalizzazione sono direttamente determinate da risorse e
competenze dell’azienda e possono esse stesse de nirsi quali modalità di impiego di
queste ultime

d. è de nita dalle decisioni in merito agli investimenti diretti esteri

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2. La forma di espansione su un mercato estero più avanzata e impegnativa è:

a. l’investimento diretto estero

b. l’esportazione diretta

c. la costituzione di joint venture

3. La forma di internazionalizzazione a rete:


a. prevede che la logica della gerarchia prevalga nei rapporti tra i diversi attori in campo

b. si fonda sul valore delle risorse intangibili e ne moltiplica le potenzialità di creazione di


valore per l’impresa
c. coinvolge unicamente le imprese della liera
d. ha come scopo unico la moltiplicazione dei rapporti commerciali con il mercato estero

4. Tra gli elementi che caratterizzano il modello di internazionalizzazione a rete si conta:

a. una forma di gestione della conoscenza e della tecnologia basata sulla co-creazione
congiunta da parte degli attori del network

b. un modello organizzativo di impresa internazionale


c. un modello di innovazione chiusa

d. una concezione del rapporto impresa-mercato estero secondo la logica centro-periferia

5. La forma di internazionalizzazione a rete:

a. è inadeguata alle imprese di piccole dimensioni perché richiede un grado di apertura della
cultura organizzativa e imprenditoriale troppo elevato

b. è poco adatto all’espansione sui nuovi mercati, troppo distanti geogra camente e culturalmente

c. genera barriere tra imprese e attori istituzionali perché portatori di interessi in con itto
d. richiede un’evoluzione della cultura organizzativa che deve aprirsi alla logica della
condivisione delle risorse intangibili per una moltiplicazione delle opportunità

CAPITOLO 11 - PROCESSI DI INNOVAZIONE E RETI TERRITORIAL

1. Numerosi fattori hanno recentemente contribuito all’evoluzione del concetto di


innovazione:

a. Oggi, infatti, l’innovazione è basata sul solo contributo della funzione aziendale di Ricerca &
Sviluppo

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b. Oggi si sta assistendo a un’apertura dell’azienda verso il contributo di attori esterni che
possono generare valore in maniera signi cativa

c. Oggi le aziende si af dano solo alle università per innovare

d. A differenza di qualche decennio fa, oggi le aziende non innovano più

2. Il modello di business basato sull’innovazione aperta:

a. È uguale a quello basato sull’innovazione chiusa

b. Ha maggiori costi di sviluppo interno rispetto a quello basato sull’innovazione chiusa


c. Ha minori costi di sviluppo interno rispetto a quello basato sull’innovazione chiusa

d. Non prevede nessun ricavo

3. Il fattore determinante per l’innovazione di un’impresa è:

a. La grande dimensione dell’impresa stessa

b. Essere riconosciuta come leader di mercato


c. Il ruolo dei talenti e la conseguente concentrazione su poche gure di rilievo per la costruzione
del vantaggio competitivo

d. La democratizzazione del processo di innovazione e il coinvolgimento di svariati attori

4. Il modello emergente di innovazione aperta prevede che:

a. Attori diversi cooperino per generare input innovativi per il mercato

b. Il capitale sociale di un’azienda sia un fattore poco determinante


c. Le uniche risorse che generano innovazione siano esterne

d. La creazione di valore sia un’ef cace trasformazione di input in output

5. Le organizzazioni che nanziano l’innovazione:

a. Generano esse stesse innovazione

b. Vendono sul mercato le proprie idee e quelle degli altri


c. Esaminano delle idee e favoriscono processi di start up

d. Creano e promuovono la tecnologia al servizio di una causa, senza ricercare pro tti economici

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CAPITOLO 12

1. Rispetto ad altre identità organizzative, la comunità di pratica:

a. È composta da dipendenti dell’azienda accuratamente selezionati dal manager

b. Condivide saperi e conoscenze nalizzate alla creazione di valore

c. Ha lo scopo di consegnare un prodotto/servizio

d. Si basa sulle sole necessità professionali e obiettivi comuni

2. Le comunità di pratica:
a. Esistono in ogni tipo di organizzazione

b. Sono esclusive delle grandi imprese

c. Sono prerogativa delle piccole e medie imprese

d. Non riescono a svilupparsi all’interno delle piccole e medie imprese

3. Le interazioni all’interno di una comunità di pratica:

a. Sono obbligatoriamente localizzate e si instaurano tra persone che lavorano nello stesso luogo
b. Sono regolari e avvengono solitamente face to face

c. Si sviluppano solo in rete in forma autonoma e non regolarizzata

d. Si basano semplicemente sull’esistenza di una pratica comune e integrano modalità


sociali e tecnologiche

4. L’istituzionalizzazione di una comunità di pratica all’interno di un’impresa:

a. È un processo necessario per tutte le community interne


b. Può conferire legittimità e risorse alla comunità senza violarne l’autonomia e le spinte al
cambiamento

c. Ha come alternativa esclusiva l’invisibilità

d. Non ha impatti sull’organizzazione di appartenenza

5. Quale tra queste affermazioni sulle comunità di pratica è falsa?

a. Il principale fattore abilitante per il successo di una comunità di pratica è la tecnologia

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b. L’evoluzione delle comunità di pratica non segue di norma percorsi de niti o riconducibili a
precisi modelli

c. La conoscenza esplicita genera il maggior valore in termini organizzativi poiché da essa


si origina l’impulso all’innovazione e allo scambio di idee

d. Le comunità di pratica possono essere alimentate e supportate anche al ne di ottenere


vantaggio competitivo da parte dell’impresa.

CAPITOLO 1

1. Cosa si intende per “modello di business nelle pratiche manageriali”?


a. Il lancio di un nuovo prodotto
b. La segmentazione dei clienti
c. La modalità attraverso cui l’impresa crea valore
d. Il business plan
e. L’insieme integrato degli elementi che generano valore per l’impresa

2. Possono essere de niti modelli diadici, basati sullo scambio fra uno e più attori:
a. L’offerta di prodotti o servizi
b. Le piattaforme di incontro domanda offerta
c. Le piattaforme di gestione dei ussi
d. I processi di co creazione di soluzioni
e. Internet of Things

3. Quali tra questi elementi compongono il modello di Business Canvas?


a. Struttura dei costi
b. Barriere all’entrata
c. Risorse chiave
d. Catena del valore
e. Canali distributivi

4. Per proposta di valore, nel Business Model Canvas, si intende:


a. la struttura dei ricavi
b. la mappa competitiva
c. l’insieme dei prodotti e servizi che creano valore per il cliente
d. le caratteristiche che permettono all’azienda di distinguersi dalla concorrenza
e. la dimensione nanziaria

5. L’innovazione nel Business Model è necessaria quando


a. l’ambiente esterno è stabile
b. i bisogni sono stabili
c. i margini dell’azienda sono in calo
d. L’ambiente esterno è instabile
e. si introducono nuovi prodotti o processi
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CAPITOLO 1

1. Ciò che caratterizza l’invenzione rispetto all’innovazione è:


a. Si tratta dello stesso concetto: sono sinonimi

b. L’invenzione segue sempre l’innovazione

c. L’invenzione ha implicazioni commerciali prevalenti rispetto all’innovazione

d. Le innovazioni, per essere attuate, richiedono risorse e infrastrutture superiori rispetto alle
invenzioni
e. Per poter trasformare un’invenzione in innovazione normalmente un’impresa deve
combinare diversi tipi di conoscenza, capacità, abilità e risorse

2. Qual è il contributo delle tecnologie abilitanti all’interno delle imprese?

a. Contribuiscono all’ottenimento del vantaggio competitivo

b. Contribuiscono a ridurre il numero dei concorrenti

c. Contribuiscono all’evoluzione dei modelli di business

d. Rafforzano il grado di integrazione delle attività delle attività produttive

3. Le tecnologie digitali e i nuovi modelli di business a cui danno luogo generano nuove forme di
ricavo dovute a:
a. L’aumento della vendita di prodotti

b. L’aumento della domanda

c. L’accresciuto sfruttamento, tra l’altro, di dati e proprietà intellettuale

d. L’effetto esclusivo dell’ingresso di nuovi attori

4. Con il termine IV rivoluzione industriale si intende:


a. Il passaggio dall’automazione alla connessione fra macchine, oggetti e persone

b. Una nuova modalità di organizzazione della catena di montaggio

c. La sostituzione “Uomo Macchina”

d. Uno speci co gruppo di imprese portatrici di innovazione

5. Le liere globali sono


a. Sistemi di subfornitura specializzati su scala internazionale

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b. Evoluzione a livello locale dei sistemi produttivi

c. Sistemi per aumentare le economie di scala

d. Sistemi per aumentare l’economia della conoscenza

Nella matrice di kraljic, un materiale caratterizzato da elevata importanza strategica e bassa


rischiosità del mercato si de nisce
a. Materiale strategic
b. Materiale effetto leva
c. Materiale collo di bottiglia
d. Materiale non critico

Valutando il lead time di un sistema produttivo, quale tra le seguenti è la situazione migliore
A. Indice usso < 5
B. Indice usso >
C. Indice usso compreso tra 3 e
D. Indice usso > 5
E. Indice usso > 50 e < 10
F. Indice usso < 3

Un’impresa dotata di essibilità di mix è in grado:


a. Di usare in modo proattivo la struttura organizzativ
b. Di rispondere a variabili livelli quantitativi della domanda di mercato utilizzando la
sovraccapacità degli impiant
c. Di soddisfare la richiesta di nuovi prodotti (non facenti parte del suo normale portafoglio
prodotti) realizzando un breve time to marke
d. Di offrire, a costi contenuti, una combinazione varia di prodotti (facenti parte del suo
normale portafoglio prodotti

Gli obiettivi di performance a cui una corretta gestione delle operations può contribuire sono
a. costo, qualità ma solo nella produzione di beni con logica reattiva
b. Le operations non contribuiscono agli obiettivi di performanc
c. prezzo, qualità, af dabilità, essibilità, velocit
d. Prezzo e capacità ma non velocità e af dabilit

L’architettura di un prodotto di tipo modulare non serve a facilitare gli interventi di


a. Uso di componenti standardizzat
b. Modi ca di prodott
c. Personalizzazione di prodotto a costi contenut
d. Riduzione dell’organico complessivo

La catena del valore di Porter


A. Non può essere applicata nei settori emergent
B. Cerca di descrivere il comportamento di un’impres
C. Può essere utilizzata per identi care opportunità di differenziazione
D. È composta da attività organizzative e attività manageriali

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L’impresa A produce da 15 anni articoli di maglieria che acquista da fornitori dell’Estremo Oriente e
che vende a grossisti indipendenti che si occupano autonomamente della commercializzazione. A
un certo punto decide di produrre calzature per conto terzi. Rispetto all’attività originaria
quest’ultima operazione è de nibile
a. Differenziazione tangibil
b. Integrazione verticale
c. Diversi cazion
d. Differenziazione intangibile
e. Integrazione verticale a vall
f. Integrazione verticale a monte

Il modello di crescite per linee interne


A. Esclude il passaggio dall’impresa imprenditoriale a quella managerial
B. Prevede che le piccole imprese siano un genus stabil
C. Non prevede azioni speci che sull’organizzazione
D. Prevede stadi di crescita incrementali e prescrittivi

Le reti orizzontali sono:


a. Legami costruiti sulla catena del valor
b. Legami tra due imprese concorrenti per in uenzare le condizioni di mercat
c. Iniziative di collaborazione con imprese operanti nello stesso settore o con potenziali
nuovi entrant
d. Finalizzate a favorire l’ef cienza nei processi dell’azienda

Il modello di internazionalizzazione a rete prevede :


a. Un modello organizzativo di impresa internazional
b. Una forma di gestione della concorrenza e della tecnologia basata su co-creazione
congiunta da parte degli attori del networ
c. Una concezione del rapporto impresa-mercato estero secondo la logica centro-periferia
d. Un modello di innovazione chiusa

Il layout dei processi produttivi funzionali si caratterizza per


a. Un raggruppamento di strutture e attività simili per funzion
b. Una sequenza operativa per completare un numero limitato di prodotti in line
c. Un layout molto diffuso nelle pratiche just in tim
d. Un raggruppamento delle operazioni per famiglia di prodotto

Le decisioni tattiche si riferiscono a


a. Decisioni di medio - lungo periodo che riguardano la scelta di strutture produttive ottimali per
soddisfare la domanda di mercato
b. Decisioni di gestione della strategia di distribuzione
c. Decisioni relative a problemi di gestione ricorrenti, riguardante il breve- medio termine
(6.12
mesi)
d. Decisioni relative all’organizzazione delle attività degli impianti e della programmazione
giornaliera

Il punto di disaccoppiamento è (più risposte possibili) :


a. Il luogo in cui la produzione di una impresa smette di essere svolta in un luogo sico ma diventa
gestita online
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b. Il punto lungo la supply chain dove si originano le scorte


c. Il punto della supply chain dove i clienti fanno il loro ordine
d. Il punto della supply chain dove la domanda effettiva incontra il momento in cui si inizia
l’attività produttiva

Quale tipo di supply chain si dovrebbe adottare secondo Lee (2002) in caso di prodotti innovativi
con processi produttivi stabili?
a. Reattiva
b. Ef ciente
c. Agile
d. Orientata alla gestione del rischio

Cosa è il postponement?
a. E’ una tecnica che consente di valorizzare le richieste di fornitura di beni di massa
b. E’ un aggregato di informazioni che vengono rilasciate dal cliente in fasi del processo produttivo
a valle
c. E’ una tecnica del Just in Time che prevede la partecipazione del cliente alla creazione dei
prodotti
d. E’ un insieme di tecniche che consentono la posticipazione della con gurazione nale o
la distribuzione del prodotto

Se classi chiamo i sistemi produttivi per beni tangibili, secondo il modo di rispondere alla
domanda, quali tipologie di sistemi si possono identi care?
a. Produzione per il magazzino
b. Produzione per parti
c. Produzione su commessa singola
d. Produzione su commessa ripetitiva

Quali sono i fattori che possono in uenzare le scelte strutturali di come progettare la rete
distributiva?
e. Volume di produzione
f. Layout produttivi
g. Densità di valore dei beni prodotti
h. Incertezza della domanda

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