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a.- E’ una componente della teoria dei prezzi e dell’allocazione delle risorse
b.- L’analisi dell’impresa ha un ruolo secondario in quanto, in un contesto di concorrenza
perfetta e in assenza di progresso tecnico, l’impresa ha poca ragion d’essere.
c.- E’ centrale perché l’impresa è vista come un’istituzione-organizzazione
d.- E’ centrale perché motore del progresso tecnico
e.- E’ una componente predominante rispetto al ruolo secondario del mercato
a.- Le spese per il controllo e per lo sviluppo di incentivi sostenute dal principale
b.- le spese per il controllo e per lo sviluppo di incentivi sostenute dall’agente
c.- I “costi di obbligazione” dell’agente
d.- I costi di “assicurazione” sui rischi di comportamenti opportunistici dell’agente
e.- I costi di “assicurazione” sui rischi di comportamenti opportunistici del proprietario
f.- La “perdita residuale”
5. Quale delle seguenti affermazione è corretta in base alla teoria degli stakeholder?
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2. Secondo la prospettiva delle Funzioni Istituzionali (elaborata da Sciarelli) l’impresa può de nirsi
come:
4. Gli Stakeholder, secondo Sciarelli, possono essere classi cati in quattro gruppi. Quali tra i
seguenti rientrano in questa classi cazione?
5. In base a quali fattori Sciarelli propone di de nire i tipi di rapporti strategici tra l’impresa e gli
stakeholder?
a.- Possibilità di sviluppo per l’impresa, generate dallo stakeholder e Possibilità di con itto impresa
– stakeholder
b.- Possibilità di collaborazione per l’impresa, provenienti dallo stakeholder e Possibilità di dispute
legali impresa – stakeholder
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c.- Possibilità di minacce per l’impresa, provenienti dallo stakeholder e Possibilità di
collaborazione impresa – stakeholder
d.- Possibilità di minacce per l’impresa, provenienti dallo stakeholder e Possibilità di sviluppo di
risorse generata dalla relazione impresa – stakeholder
e.- Nessuno dei precedenti
CAPITOLO 3 - IL BUSINES
a. Individuare aree d’attività in base alle seguenti dimensioni: funzioni svolte, gruppi di
clienti, modalità alternative
b. Individuare aree d’attività in funzione degli stili di vita degli acquirenti
c. Individuare aree d’attività in base alle seguenti dimensioni: funzioni svolte, gruppi di clienti e
tipologia di prodotto offerto
d. Individuare i segmenti in funzione dei vantaggi offerti agli acquirenti
e. Individuare aree d’attività in funzione della redditività

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3. Quali dei seguenti possono essere considerati prodotti concorrenti secondo Porter?
a. Tonno in barattolo e carne in scatola come alimenti
b. Bacchetta telescopica e puntatore laser come indicatori
c. Acqua minerale e succo di frutta come bevande
d. Burro e olio d’oliva come condimenti
e. Nessuno dei precedenti
Due prodotti sono concorrenti quando appartengono allo stesso business cioè soddisfano i
medesimi bisogni e sono realizzati con la medesima “tecnologia”.
4. Quali dei seguenti possono essere considerati prodotti sostitutivi secondo Porter?
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5. Il potere contrattuale relativo dei fornitori, a parità di altre condizioni, è maggiore se:
a. Il prodotto del fornitore non è importante per la qualità del prodotto dell'acquirente
b. Il prodotto del fornitore è importante per la qualità del prodotto dell'acquirente
c. Il fornitore ha concrete possibilità di integrarsi a monte
d. Il settore dei fornitori è più concentrato di quello dei clienti
e. Il settore dei fornitori è meno concentrato di quello dei clienti
f. Il fornitore non possiede informazioni dettagliate sul cliente
g. Il fornitore possiede informazioni dettagliate sul cliente
h. Il fornitore ha concrete possibilità di integrarsi a valle
2. Tra quelli proposte quali sono le combinazioni in cui tutte le attività elencate si ritrovano
nella catena del valore?
3. Per quanto riguarda la de nizione della catena del valore dell’impresa, secondo Porter:
La catena del Valore è uno strumento potente e versatile, e per questo si presta a svariati utilizzi.
Ovviamente, la costruzione della catena del Valore dipende dalle nalità conoscitive che ci
pre ggiamo e dalla ricchezza di dati resi disponibili dalla nostra contabilità analitica e dalla
conoscenza delle Catene del Valore di concorrenti, clienti e fornitori. Può infatti essere utilizzata
per esplorare le possibilità di differenziazione, per monitorare l’incidenza delle singole attività sui
costi complessivi, per determinare quali attività contribuiscano maggiormente alla creazione di
valore aggiunto, oppure per identi care eventuali collegamenti orizzontali o verticali tra attività
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distinte. La catena del Valore dipende inoltre dal tipo di business in cui si opera (si pensi, ad
esempio, alla catena del Valore di un albergo confrontata con una tradizionale attività
manifatturiera) e si compone di attività primarie e di supporto.
4. Con il termine “sistema del valore” (Porter) o “sistema di business” (Buaron) si intende:
a. Una tecnica di gestione delle scorte per minimizzare il tempo di giacenza in magazzino
b. Una tecnica di gestione delle scorte per assicurare sempre un’elevata giacenza in magazzino
c. Una tecnica di gestione del magazzino che punta ad accumulare scorte
d. Una tecnica di gestione del magazzino che punta, ciclicamente, a smaltire le scorte in eccesso
e. Una fase della ricerca e sviluppo di base
f. Nessuna delle precedenti
Con il termine sistema del valore si esprime l’idea che la catena del valore di un’impresa si
inserisce in una liera che comprende a monte le catene dei fornitori degli input e quelle degli attori
che si collocano a valle della catena del valore di riferimento e consentono di realizzare le
operazioni che determinano i prodotti o servizi nali.
La sistema del valore nel suo complesso va considerata in quanto espressione dei collegamenti e
delle diverse catene del valore che lo compongono.
5. Per accertare il margine di riducibilità dei costi in una strategia basata sul vantaggio di
costo è necessario valutare
a. Se è possibile ridurre i salari, soprattutto se l’incidenza del costo del lavoro sul costo totale è
elevata
b. Se è possibile ridurre i salari, soprattutto se l’incidenza del costo del lavoro sul costo totale è
bassa
c. Se è possibile trasferire le attività in aree geogra che in cui il costo del lavoro è inferiore,
soprattutto se l’incidenza del costo del lavoro sul costo totale è elevata
d. Se è possibile trasferire le attività in aree geogra che in cui il costo del lavoro è inferiore,
soprattutto se l’incidenza del costo del lavoro sul costo totale è bassa
e. Se è più conveniente che certe attività siano effettuate all’esterno
f. Se è possibile diminuire i volumi di produzione per le attività in cui sono importanti le economie di
scala
g. Se è possibile aumentare i volumi di produzione per le attività in cui sono importanti le economie
di scala
h. Nessuna di queste
Per valutare se è possibile conseguire minori costi complessivi è necessario considerare tutte le
attività della catena del valore.
a. Le risorse nanziarie
b. I marchi, i brevetti e i diritti d’autore
c. La reputazione nei confronti dei clienti
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d. Le risorse tecnologiche
2. Gestire per competenze signi ca:
a. suddividere le persone in gruppi di lavoro costruiti sulla base di competenze comuni di cui sono
portatrici
b. attribuire obiettivi individuali assegnati a partire dalle competenze di cui una persona è portatrice
c. stimolare lo sviluppo di competenze uniformi tra tutti i lavoratori di un’impresa
d. individuare le prestazioni eccellenti per ciascuna attività, le persone in grado di rendere
tali le prestazioni e identi care le competenze di cui sono portatrici
a. il tempo che intercorre tra il momento in cui l’impresa entra in possesso di una
determinata risorsa/competenza e quello in cui questa diventa obsoleta
b. il tempo impiegato dall’impresa per entrare in possesso di una determinata risorsa/competenza
c. il grado di trasferibilità di una risorsa/competenza
d. il tempo impiegato da un concorrente per imitare una risorsa/competenza chiave dell’impresa
a. nel fatto che il vantaggio competitivo dell’impresa deriva dal contemporaneo presidio di singole
risorse scarse e da una combinazione innovativa di queste
b. nella ricerca di vantaggio competitivo grazie al presidio di singole risorse scarse non
facilmente replicabili dai concorrenti
c. nella replicazione di risorse presidiate dai concorrenti
d. nello sviluppo di conoscenze volte a produrre innovazione tecnologica
5. Il capitale sociale:
b. Introdurre una nuova tecnica per l’identi cazione del vantaggio competitivo
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c. Si tratta di mercati nei quali le imprese puntano soprattutto alla differenziazione dei loro prodotti
d. Sono mercati nuovi ai quali le imprese si sono appena affacciate
3. Se un’impresa adotta una Strategia Blue Ocean quale tra le seguenti azioni tenderà di evitare?
a. Innovare
b. Creare valore
c. Ridurre i costi
d. Competere
4. Quali tra i seguenti sono obiettivi che si propone lo sviluppo di un Business Model Canvas a
supporto di una Strategia Blue Ocean?
a. L’innovazione
1. La rete d’impresa:

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2. La classi cazione prevalente di rete d’impresa è quella che le accorpa in due macro-categorie:
a. Orizzontali e verticali, di cui le prime prevedono un nodo nella rete principale e i nodi periferici
b. Orizzontali e verticali, di cui le prime si fondano su iniziative di collaborazione con i
concorrenti
c. Verticali e trasversali, di cui le ultime sono nalizzate alla crescita tramite diversi cazione
d. Orizzontali e trasversali, di cui le prime trovano la causa principale nella condivisione e
trasferimento di conoscenza
4. Il Contratto di Rete:
a. Ha una struttura chiusa e, una volta stipulato, non prevede nuovi ingressi o uscite dalla rete
b. Non ha l’obbligo di indicare gli obiettivi strategici di innovazione e le modalità di conseguimento
c. Non prevede l’accesso ad alcun nanziamento
d. Svolge una funzione di coordinamento e interazione tra i partecipanti
5. L’impatto sulla gestione delle risorse umane derivante dall’ingresso dell’impresa in una rete:
2. Che differenza c’è tra l’obiettivo degli studiosi dell’approccio statunitense e quelli
dell’approccio europeo nella descrizione dei processi di crescita?
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d. Nessuna
a. Combina risorse e competenze di una data impresa con quelle di altre organizzazioni
b. Fa af damento esclusivo sulle risorse interne dell’impresa minore
d. È tipica solo delle grandi imprese che possiedono elevato capitale sociale.
c. Possedere esperienza in ruoli manageriali in realtà diverse dalla sua azienda ma non essere
avvezzo a delegare né conferire autonomia ai sottoposti
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b. l’esportazione diretta
a. una forma di gestione della conoscenza e della tecnologia basata sulla co-creazione
congiunta da parte degli attori del network
a. è inadeguata alle imprese di piccole dimensioni perché richiede un grado di apertura della
cultura organizzativa e imprenditoriale troppo elevato
b. è poco adatto all’espansione sui nuovi mercati, troppo distanti geogra camente e culturalmente
c. genera barriere tra imprese e attori istituzionali perché portatori di interessi in con itto
d. richiede un’evoluzione della cultura organizzativa che deve aprirsi alla logica della
condivisione delle risorse intangibili per una moltiplicazione delle opportunità
a. Oggi, infatti, l’innovazione è basata sul solo contributo della funzione aziendale di Ricerca &
Sviluppo
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b. Oggi si sta assistendo a un’apertura dell’azienda verso il contributo di attori esterni che
possono generare valore in maniera signi cativa
d. Creano e promuovono la tecnologia al servizio di una causa, senza ricercare pro tti economici
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CAPITOLO 12
2. Le comunità di pratica:
a. Esistono in ogni tipo di organizzazione
a. Sono obbligatoriamente localizzate e si instaurano tra persone che lavorano nello stesso luogo
b. Sono regolari e avvengono solitamente face to face
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b. L’evoluzione delle comunità di pratica non segue di norma percorsi de niti o riconducibili a
precisi modelli
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2. Possono essere de niti modelli diadici, basati sullo scambio fra uno e più attori:
a. L’offerta di prodotti o servizi
b. Le piattaforme di incontro domanda offerta
c. Le piattaforme di gestione dei ussi
d. I processi di co creazione di soluzioni
e. Internet of Things
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CAPITOLO 1
d. Le innovazioni, per essere attuate, richiedono risorse e infrastrutture superiori rispetto alle
invenzioni
e. Per poter trasformare un’invenzione in innovazione normalmente un’impresa deve
combinare diversi tipi di conoscenza, capacità, abilità e risorse
3. Le tecnologie digitali e i nuovi modelli di business a cui danno luogo generano nuove forme di
ricavo dovute a:
a. L’aumento della vendita di prodotti
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Valutando il lead time di un sistema produttivo, quale tra le seguenti è la situazione migliore
A. Indice usso < 5
B. Indice usso >
C. Indice usso compreso tra 3 e
D. Indice usso > 5
E. Indice usso > 50 e < 10
F. Indice usso < 3
Gli obiettivi di performance a cui una corretta gestione delle operations può contribuire sono
a. costo, qualità ma solo nella produzione di beni con logica reattiva
b. Le operations non contribuiscono agli obiettivi di performanc
c. prezzo, qualità, af dabilità, essibilità, velocit
d. Prezzo e capacità ma non velocità e af dabilit
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L’impresa A produce da 15 anni articoli di maglieria che acquista da fornitori dell’Estremo Oriente e
che vende a grossisti indipendenti che si occupano autonomamente della commercializzazione. A
un certo punto decide di produrre calzature per conto terzi. Rispetto all’attività originaria
quest’ultima operazione è de nibile
a. Differenziazione tangibil
b. Integrazione verticale
c. Diversi cazion
d. Differenziazione intangibile
e. Integrazione verticale a vall
f. Integrazione verticale a monte
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Quale tipo di supply chain si dovrebbe adottare secondo Lee (2002) in caso di prodotti innovativi
con processi produttivi stabili?
a. Reattiva
b. Ef ciente
c. Agile
d. Orientata alla gestione del rischio
Cosa è il postponement?
a. E’ una tecnica che consente di valorizzare le richieste di fornitura di beni di massa
b. E’ un aggregato di informazioni che vengono rilasciate dal cliente in fasi del processo produttivo
a valle
c. E’ una tecnica del Just in Time che prevede la partecipazione del cliente alla creazione dei
prodotti
d. E’ un insieme di tecniche che consentono la posticipazione della con gurazione nale o
la distribuzione del prodotto
Se classi chiamo i sistemi produttivi per beni tangibili, secondo il modo di rispondere alla
domanda, quali tipologie di sistemi si possono identi care?
a. Produzione per il magazzino
b. Produzione per parti
c. Produzione su commessa singola
d. Produzione su commessa ripetitiva
Quali sono i fattori che possono in uenzare le scelte strutturali di come progettare la rete
distributiva?
e. Volume di produzione
f. Layout produttivi
g. Densità di valore dei beni prodotti
h. Incertezza della domanda
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