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Marx collabora anche con il filosofo ENGELS, con il quale è amico, ma che
tuttavia è un pensatore molto meno conosciuto.
È un filosofo che ha avuto grande influenza su altri pensatori, ma anche su
correnti POLITICHE; tuttavia, c'è una grande differenza tra il pensiero di Marx ed
il pensiero di coloro che lo riprendono.
Al marxismo si rifanno SOCIALISMO e COMUNISMO e, ad oggi, il paese che
testimonia maggiormente il marxismo è la Cina.
I dibattiti sul pensiero di Marx sono stati segnati dal fatto che a lui si rifanno
movimenti politici anche rivoluzionari e, quando si parlava di lui, il suo pensiero
si legava ad essi e ci si schierava a favore o contro; per cui si può parlare di
“marxismo” e di “marxismi” e ad oggi possiamo studiare Marx, depurando il suo
pensiero dai “marxismi”, che facevano sì che alcuni fossero a favore e altri contro.
Il Manifesto del partito comunista è il libro più letto, dopo i libri sulle grandi
religioni; Marx ha avuto tanti ammiratori e tanti detrattori e sono state date tante
interpretazioni diverse del suo pensiero; tuttavia, dobbiamo evitare di ricondurre
alcuni fatti al pensiero di Marx.
Le categorie pensate da Marx sono entrate a far parte del dibattito politico, quindi
fanno parte della cultura di ognuno di noi: non per forza dobbiamo aderire al suo
pensiero, ma, al di là di esso, tali idee fanno parte della cultura contemporanea.
Pochi pensieri sono stati analizzati come il suo, per cui abbiamo molte fonti.
Marx arriva alla sua teoria sulla rivoluzione e sul comunismo in modo repentino.
Si laurea in filosofia all'università di JENA con una tesi dal titolo Differenza tra la
filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro (1838-1841) ---> Marx è
interessato al rapporto tra FILOSOFIA e MONDO (rapporto tra comprensione
della realtà e realtà stessa); diversamente da Hegel, Marx sostiene che il pensiero
non sia separato dalla realtà e che alla teoria debba affiancarsi la pratica.
Marx apprezza la filosofia di Epicuro, rispetto all'atomismo di Democrito, perché
Epicuro esprime il concetto del CLINAMEN, che lui interpreta come un momento
in cui l'autocoscienza afferma la propria LIBERTA' e viene meno al determinismo.
Hegel blocca il sapere all'interno di una realtà in cui tutto è già stato detto,
mentre per Marx bisogna infrangere tale staticità; infatti, Marx preferisce dottrine
post-aristoteliche e ritiene che la filosofia debba essere COLLEGATA con la realtà.
Analisi del capitalismo ---> per Marx il LAVORO è una attività di libertà e di
autocoscienza, che differenzia l'uomo dall'animale ed è la capacità di determinare
la propria esistenza; invece, nel capitalismo il lavoro è forzato, le persone povere
sono disposte ad essere sfruttate perché non hanno soldi per vivere, quindi esso
porta all'ALIENAZIONE.
Essa è data dal fatto che nella società capitalistica UOMO=SCHIAVO, in quanto
l'operaio riceve la quota minima di salario per sopravvivere; ci sono due poli, i
proprietari e gli operai: gli operai ricevono un salario minimo, che gli permette di
sopravvivere, mentre i restanti soldi sono usati dai proprietari per modernizzarsi.
In realtà, nella società capitalista l'alienazione riguarda sia la classe proletaria sia
i proprietari, in quanto si è persa l'umanità; tuttavia la borghesia non si rende
conto della sua perdita di umanità, altrimenti non sfrutterebbe il proletariato,
invece il proletariato è annientato dall'alienazione, dunque ne è CONSAPEVOLE e
questo lo porta ad avere una REAZIONE.
Dalla classe dei proletari resta fuori la classe dei PROPRIETARI dei MEZZI DI
PRODUZIONE, che poi, essendo sfruttata, si coalizzerà e ci sarà la RIVOLUZIONE
PROLETARIA; dato che la categoria sfruttata rappresenta l'universalità delle
persone, tale rivoluzione sarà generale e porterà a NON avere più classi né lotte di
classe ---> ciò nasce dal fatto che Marx si rende conto delle contraddizioni interne
al sistema capitalistico, ossia il fatto che si produce, ma nessuno può comprare.
Questa rivoluzione è una rivoluzione DI TUTTI PER TUTTI, non di classe contro
classe; o meglio, inizialmente la borghesia è esclusa dal potere e c'è la
DITTATURA del PROLETARIATO, poi non ci sarà più nessuna classe e lo Stato,
che inizialmente controlla la ricchezza (---> socialismo), si estinguerà
naturalmente (---> comunismo) e anche la borghesia scomparirà, poiché verrà
privata della proprietà terriera.
Il motto del comunismo è “da ciascuno secondo le proprie capacità a ciascuno
secondo i propri bisogni”: le persone hanno una loro dignità e sono ricompensate
sulla base del bisogno, invece il capitalismo è una violazione dell'umanità.
Marx si dedica anche a studi di ECONOMIA, per capire come analizzare la realtà
e si chiede se il sistema capitalistico sia l'unico possibile o se altri siano migliori.
Marx studia gli economisti classici, in particolare Adam Smith e David Ricardo:
essi fanno un'economia borghese, ossia analizzano l'economia solo dal punto di
vista della borghesia, non tenendo conto del proletariato, cosa che Marx non fa.
Gli scritti del 44 sono diversi da quelli del 43, anche perché il pensiero politico di
Marx cambia ed egli diventa comunista; tali scritti sono la Questione ebraica e
l'introduzione alla Critica alla filosofia hegeliana del diritto.
Noi non abbiamo una vera e propria opera economica da parte di Marx, ma una
raccolta di SAGGI ed APPUNTI scritti durante i suoi studi economici.
Il passaggio di Marx al comunismo avviene in breve tempo; un evento importante
è l'incontro con Engels avvenuto a Parigi ed il fatto che Marx abbia letto Abbozzo
di una critica dell'economia politica, dove Engels mette in risalto le contraddizioni
del capitalismo, come quella tra LAVORO e CAPITALE.
– la proprietà è da sempre uno dei diritti innati, che esiste prima della società
– secondo Marx, con la modernizzazione c'è solo uno “spietato VALORE dei
contanti” (ha valore solo ciò che porta denaro) e non c'è più valore per le
cose non materiali, come tradizioni, riti ed usanze
Le idee della classe dominante sono quelle diffuse e non sono altro che
l'espressione ideale dei rapporti materiali della società; quindi per Marx
l'IDEOLOGIA serve per mantenere i rapporti di dominio: ad esempio, se si sa che
la proprietà è un valore, si spiega perché ci sono i proprietari terrieri.
Quindi, la classe dominante detiene non solo il potere materiale, ma anche quello
spirituale; finché i dominati sottostanno alle idee dei dominanti, il sistema
funziona, quando i dominati si ribellano, il sistema crolla: non sono le idee a
trasformare la realtà, ma le condizioni MATERIALI, che determinano la coscienza.
In realtà, però, c'è una DIALETTICA tra STRUTTURA (sistema produttivo) e
SOVRASTRUTTURA (coscienza): dopo lo sviluppo della struttura, le idee la
condizionano e possono cambiare il sistema produttivo.
Brano di Engels ---> in una lettera che Engels manda ad un altro intellettuale,
egli critica le interpretazioni riduttive del sistema da lui proposto e chiarisce tale
pensiero complesso di fronte a chi lo interpreta in modo meccanico e
semplicistico: infatti, egli dice che non si può legare tutto al modo di produzione,
ma certamente per Marx ed Engels il punto di partenza è l'elemento MATERIALE.
Tale opera sintetizza la visione TEORICA di Marx e di Engels, anche se, come si è
detto, essi legano strettamente tra di loro teoria e pratica.
Non è un'opera scientifica né filosofica, ma POLITICA e talvolta gioca anche sulle
immagini; fa appello ai proletari, per avere un sistema che vada a beneficio di
tutti, non solo dei proprietari dei mezzi di produzione.
Si tratta di un'opera di Marx e di Engels, che scrivono su incarico della LEGA DEI
GIUSTI, tra il 1847 ed il 1848, prima della più ampia stagione rivoluzionaria dopo
quella del 1789: queste rivoluzioni sono degli insuccessi, infatti anche Marx ed
Engels sapevano che la rivoluzione non avrebbe avuto successo e non avrebbe
portato al dominio del proletariato, confermando il dominio della borghesia; in
particolare Marx studia la Francia, dove la rivoluzione fallisce e porta
all'instaurazione dell'impero (Napoleone III Bonaparte).
Lo stile è POLITICO, si trattano problematiche storiche e sociologiche e Marx e
Engels fanno una riflessione molto profonda.
– il dominio della borghesia ha portato così tanti cambiamenti, come mai era
successo prima; tuttavia, ci sono delle contraddizioni causati da esso:
1. Marx sottolinea l'andamento ciclico dell'economia e dice che durante la
crisi c'è INNOVAZIONE, infatti si afferma il sistema capitalistico che libera
l'umanità, ma ha bisogno di produrre così tanto (---> sovrapproduzione)
che poi deve DISTRUGGERE i prodotti: se si produce più merce, il prezzo
cala, fino a che i salari saranno MINIMI e le persone avranno una minore
capacità d'acquisto, quindi molte merci restano non vendute, così le
persone devono distruggere le merci ed i mezzi di produzione per innovare:
questa è la maggiore contraddizione del capitalismo, ma al tempo stesso è
l'elemento fondamentale: si producono tante merci per generare profitti
(scopo del capitalismo) e ciò porta alla sovrapproduzione, mentre in passato
si produceva solo per il sostentamento delle persone; il capitalismo esce
dalla crisi, rafforzando questi elementi di contraddizione.
2. le MACCHINE si sostituiscono al lavoro umano e le grandi fabbriche si
sostituiscono a quelle piccole; non rimane niente dell'essere umano, che
deve fare solo gesti meccanici e NON ha AUTONOMIA ---> in questa società
il lavoro perde dignità, anche se esso dovrebbe essere ciò che dà dignità
all'uomo, e il meccanismo riduce a macchina anche il lavoro, che dovrebbe
essere una attività autonoma ---> qualcuno vede questo elemento come
positivo dicendo che, se il lavoro è fatto da macchine, le persone potranno
dedicarsi ad altre attività e si può pensare che l'uomo non si realizzi solo
nel lavoro (come dice Marx), ma anche in altre attività (---> tema moderno).
Dietro tutto ciò c'è la DIALETTICA di HEGEL, che Marx non applica al
pensiero, ma alla realtà e che è una dialettica tra il sistema e le sue
contraddizioni.
– verranno presi provvedimenti vari, a seconda dei vari paesi in cui avverrà la
rivoluzione proletaria
Brano ---> lo scritto mandato ai dirigenti del partito socialista riuniti a Gotha
risale a 30 anni dopo il Manifesto del partito comunista, per cui Marx ha avuto
tempo di analizzare fenomeni vari e ora esprime il motto del comunismo.
I punti chiave della dottrina economica di Marx sono la teoria del VALORE e la
legge dello sviluppo dell'ECONOMIA CAPITALISTICA.
Marx parte dall'analisi del concetto di “merce”: la merce è un oggetto di scambio,
che assume importanza solo all'interno di un sistema di relazioni sociali.
La merce serve per essere UTILIZZATA, quindi ha un valore d'uso; tale valore
d'uso è legato alla SODDISFAZIONE di un dato bisogno umano (se devo mangiare
mi serve il pane) sulla base della QUALITA' che quel bene ha (se ho fame, ho
bisogno di pane, non di legna).
Tuttavia, la merce diventa realmente tale se posso SCAMBIARLA con altre merci,
cioè se ha un valore di scambio che non dipende da aspetti qualitativi; ciò
significa che c'è un elemento comune a tutte le merci, che non riguarda gli aspetti
sensibili della cosa, ma aspetti QUANTITATIVI, che si possono determinare
facendo ASTRAZIONE dalla cosa: tale elemento comune a tutte le merci è il
LAVORO UMANO, in quanto tutte le merci dipendono da esso (sia prodotti
naturali sia industriali) ed è per questo che esse hanno un valore di scambio che
dipende dal lavoro umano ---> il lavoro umano non è quello concreto (quanto
tempo una persona impiega per fare un lavoro), ma quello astratto (lavoro
necessario per fare qualcosa ad un determinato sviluppo del sistema produttivo).
– Dato che il lavoro diventa una merce, come per ogni altra merce, il suo
valore è dato dalla quantità di lavoro socialmente necessario per produrlo;
tuttavia, il lavoro ha una particolarità: E' VALORE e PRODUCE VALORE.
Come si produce tale valore dal lavoro? È necessario sommare la quota di
lavoro NECESSARIA per produrre un bene, la quale viene retribuita, + una
quota di lavoro NON RETRIBUITA, ossia il pluslavoro, il quale produce
plusvalore; solo così è possibile avere valorizzazione del capitale e profitto.
– Quando non si può più abbassare il salario degli operai, in quanto si è già
arrivati al livello minimo di sussistenza, e il costo dei mezzi di produzione
aumenta (e quindi il capitale costante aumenta rispetto a quello variabile),
il saggio di profitto diminuisce e si ha CADUTA TENDENZIALE del SAGGIO
di PROFITTO: innanzitutto, si dice “tendenziale” perché Marx non pretende
di avere necessariamente ragione; così, si faranno investimenti sempre
maggiori e si avranno sempre meno profitti: dato che le persone
guadagnano solo i soldi necessari per sopravvivere, si limiteranno a
comprare i beni di prima necessità e la domanda diminuirà; Marx prevede
che alla fine il capitalismo non trova una via d'uscita e è destinato a perire.