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MARK

VITA E OPERE
Marx nasce il 5 maggio in Renania che allora era parte dello Stato prussiano, il giovane
Marx si distingue subito come uno studente particolarmente brillante e si scrive all'Università
di Bonn per studiare legge poi però l'interesse per la giurisprudenza lascia il posto a quello
per la filosofia e si laurea con una tesi sulla differenza tra la filosofia della natura di
Democrito e quella di Epicuro . Inizia poi ad impegnarsi anche in ambito giornalistico diventa
infatti direttore della “gazzetta Renana” .Lo stipendio da direttore gli consente di sposarsi
Jenny e di trasferirsi con lei a Parigi.
A PARIGI
A Parigi il filosofo si avvicina molto al comunismo ha infatti occasione di conoscere meglio le
condizioni del proletariato cittadino e stringerà amicizia con i Engels con lui scriverà
moltissime opere importanti e sarà proprio lui a sostenerlo finanziariamente nel corso di tutta
la sua vita.Durante il periodo parigino Marx si dedica ad ampi studi di carattere storico,
filosofico e anche politico economico e approfondisce anche tutta la sua conoscenza per
quanto riguarda la rivoluzione francese e sul materialismo settecentesco.
A BRUXELLES
Successivamente vengono intensificati tutte le pressioni sul governo francese e Marx viene
espulso il filosofo quindi si trasferisce a Bruxelles e dopo poco tempo lo raggiunge anche
l'amico Engels, inizia quindi una serie di collaborazioni con quest'ultimo realizzando ad
esempio :l'ideologia tedesca dove prende forma uno dei suoi punti fondamentali ossia il
materialismo storico, l'opera però non trova un editore e rimane inedita fino al secolo
successivo. Pubblicherà poi un altro scritto molto polemico: la miseria della filosofia ,dove
Marx rimprovera tutta l'evoluzione economica dell'umanità troppo astratta e utopistica. Dopo
poco tempo la lega dei comunisti da a Marx e Engels l'incarico di realizzare un documento
programmatico ossia :il manifesto del partito comunista che diventerà una delle opere ,nel
corso degli anni, più lette di tutti i tempi.
IL RITORNO IN PATRIA
L'esplosione dei moti rivoluzionari portano Marx a rientrare in patria e a fondare “Una nuova
gazzetta Renana” dove si impegna a coordinare tutte le organizzazioni democratiche ma
questa viene interrotta e dopo pochissimi mesi viene di nuovo espulso dalla Germania e
approda quasi in Inghilterra
A LONDRA
A Londra fonda un comitato per offrire aiuto agli esuli dopo il fallimento delle rivoluzioni
europee, riprende tutte le sue ricerche di economia politica passando buona parte del tuo
tempo nella biblioteca di British museum . Successivamente a Londra ci fu un forte dolore
per il filosofo perché moriranno ben tre figli e tutto ciò, nuocerà molto alla sua salute .
Successivamente Marx riprende l'ultima attività politica sempre a Londra ossia quella della
prima internazionale dove Marx entra nel consiglio generale e scriverà moltissimi statuti e
documenti fondamentali.Il filosofo riesce a portare a compimento una delle sue opere più
importanti ossia” il capitale “ e “la critica dell'economia politica” che verranno ben presto
tradotte sia in russo che in francese, nel frattempo nella prima internazionale cresceranno le
divergenze tra Marx e Bakunin il quale pensa che lo Stato sia una fonte di ingiustizia e deve
essere completamente abolito ,tutto ciò si conclude con un periodo di forte difficoltà e con
l'espulsione di Bakunin dalla prima internazionale. Alla fine Marx perde anche la sua amata
moglie Jenny e la sua prima figlia, colpito poi da un'infezione polmonare muore nella sua
casa a Londra . Solo dopo la sua morte il suo amico e Engels porterà a compimento il terzo
volume del “capitale” e si occuperà della pubblicazione anche degli altri due volumi.
Paragrafo 2
IL PROBLEMA DELL’EMANCIPAZIONE UMANA
Se escludiamo la tesi di laurea, la critica della filosofia Hegheliana del diritto pubblico è il
primo saggio filosofico di Marx dove realizza una critica contro Hegel e si appoggia la teoria
di Feuerbach .Secondo Feuerbach l'errore fondamentale di Heigl era quello di porre a
fondamento della realtà il pensiero quindi l'idea ,e nel considerare tutti i singoli fenomeni le
sue manifestazioni ,Hegel quindi spiega l'origine del potere statale con una tradizione
contrattualistica moderna. Però se per il contrattualismo erano gli uomini a creare lo Stato
per Hegel era il contrario cioè le volontà individuali erano solo manifestazioni delle idee
quindi era l'idea che guidava l'azione degli uomini e dava vita ai diversi Stati.Hegel riteneva
che lo Stato aveva la massima libertà possibile dato che le volontà individuali erano tutte
manifestazioni dell'idea, infatti l'idealismo Hegeliano viene definito da Marx come una forma
di “misticismo logico “poiché venerano soprattutto l'idea considerandola come il presupposto
in cui si afferma l'esistenza di tutti i fenomeni.Marx analizza poi le conseguenze etiche e
politiche dello Stato e dice che lo Stato tende ad avere una posizione giustificazionistica
cioè se lo Stato e le istituzioni sono tutte manifestazioni dell'idea ciò significa che tutti diversi
Stati sono assolutamente necessari e non si può negare l’esistenza di quest’ultimi .A
Hegel ,Marx affida il merito di aver riconosciuto la distinzione tra la
-società civile
-lo Stato. Nel passato questi due concetti erano quasi sinonimi perché la società civile si
veniva a creare nel momento in cui i gruppi di persone si univano e si sottomettevano ad un
potere statale.Hegel e Marx le dividono perché pensano che
-la società civile sia un'organizzazione pre statale in cui gli individui si associano per
soddisfare loro bisogni e Marx aggiunge che la società civile coincide anche con l'attività
economica,
-per quanto riguarda lo Stato invece è la formazione delle istituzioni che riflette sulle relazioni
e sui conflitti esistenti tra i diversi gruppi sociali in particolar modo Marx pensa che nello
Stato si stabilisce l'uguaglianza ma questa uguaglianza è soltanto formale poiché nella
società civile gli individui vivono in condizioni di conflittualità tra loro.Marx a questo proposito
realizza anche uno scritto: sulla questione ebraica, dove il filosofo critica la posizione di
Bauer dove secondo quest'ultimo il problema della discriminazione degli ebrei in Germania
poteva essere risolto soltanto attraverso la laicizzazione dello stato ossia rendendo tutti i
cittadini uguali di fronte alla legge a prescindere dalla religione di appartenenza, Marx replica
osservando che è vero che lo Stato proclama l'uguaglianza di tutti cittadini di fronte alla
legge indipendentemente dalle condizioni sociali, dalla loro religione, o dalla loro posizione
economica, ma tuttavia lo Stato non fa nulla per eliminare queste differenze e purtroppo in
un tribunale una persona povera sarà sempre trattata diversamente da una ricca oppure un
ateo sarà sempre trattato con maggiore diffidenza rispetto ad un credente Abbiamo quindi la
contrapposizione di due concetti completamente differenti
1 l'emancipazione politica che è quell'emancipazione soltanto proclamata la quale afferma
che tutti gli uomini giuridicamente sono liberi e uguali davanti alla legge,
2 l'emancipazione umana che è proprio l'obiettivo che vuole raggiungere Marx in una società
futura dove si permette agli esseri umani di esercitare effettivamente i loro diritti di libertà e
di uguaglianza,parliamo dunque di un'emancipazione non soltanto formale ma sostanziale
_EMANCIPAZIONE RELIGIOSA_
Marx condivide le tesi di Feuerbach secondo cui la religione ha un carattere molto illusorio
perché sorge da un processo di alienazione di caratteristiche umane alienate attraverso
un'entità divina.Tuttavia trova incompleta questa teoria infatti, la convinzione di Marx è che
la religione sia la conseguenza della condizione di sofferenza dell'uomo in cui si ritrova a
vivere, e non potendosi realizzare pienamente sulla terra, gli esseri umani finiscono per
credere nell'esistenza del cielo, ovvero di una dimensione ultraterrena dove l'uomo qui potrà
provare una vera e propria soddisfazione ,da qui l'esclamazione: “la religione è l'oppio dei
popoli” perché aiuta gli uomini a sopportare la loro dolorosa condizione di infelicità. Per
Feuerbach è sufficiente eliminare la religione per liberare l'uomo dal potere cui egli stesso si
è asservito, per Marx, invece, la condizione di sfruttamento e di infelicità nella quale gli
uomini vivono alimenta la fede in Dio e nell'esistenza di un mondo ultraterreno migliore di
quello terreno, di conseguenza, soltanto rimuovendo le condizioni di sfruttamento e di
schiavitù svanirà anche il bisogno del divino. La religione per Marx è una sorta di decoro
floreale che serve ad abbellire le catene della schiavitù. Ora Feuerbach pensa di aver
trovato il modo di rimuovere queste catene ma in realtà riesce soltanto a rimuovere i fiori
attorno a quest'ultime. Per Marx ,infatti, la vera emancipazione umana o anche
metaforicamente “quel fiore vivente “che Marx invita a cogliere passa attraverso la rimozione
delle condizioni di schiavitù e di sfruttamento degli uomini da parte di altri uomini ,così da
arrivare ad un'emancipazione pratica e reale.

Paragrafo 3
_IL DISTACCO DALLA SINISTRA HEGHELIANA_
Marx ad un certo punto matura il distacco dalla sinistra Hegheliana in un'opera importante
ossia :nell'ideologia tedesca , scritta assieme all'amico Engels a Bruxelles. Sappiamo che
anche i giovani hegheliani iniziarono a realizzare delle forme di idealismo sostituendo allo
spirito altre entità astratte ossia l'essenza. Vediamo che ad un certo punto Marx inizia a
correggere Hegel con Feuerbach ,e Feuerbach con Hegel ; questo perché dà a Feuerbach Il
merito di aver messo al centro di tutta la sua riflessione l'essere umano concreto anziché
l'idea astratta ,infatti, in questo caso critica la filosofia di Heigl definita come una camera
oscura di una macchina fotografica perché esattamente come nella macchina fotografica i
soggetti vengono ripresi e poi vengono impressi sulla pellicola capovolti così anche la realtà
secondo Hegel è un ritratto capovolto perché l'umanità concreta diventa un semplice
attributo (quando dovrebbe essere il soggetto )e il pensiero diventa il vero soggetto(quando
dovrebbe essere attribuito ). Poi però Marx rifiuta anche la concezione di Feuerbach in
quanto quest’ultimo , sì! è materialista poiché ritiene reali non le idee ma gli essere umani
fatti di carne ed ossa però dice “l'uomo “anziché della parola “uomini storici” , Marx dunque
ritiene necessario correggere il materialismo di Feuerbach con un atteggiamento storico di
Heigl e all'antropologia di Feuerbach contrappone il materialismo storico ,inteso proprio
come ogni indagine empirica dell'individuo concreto che viene considerato come una specie
di prodotto fatto dopo una lunga evoluzione storica .Marx realizza poi una critica anche nei
confronti della storiografia tradizionale perché dice che il modo in cui stata raccontata la
storia dell'umanità a un errore questo perché: la storia è sempre stata descritta secondo il
risultato delle azioni di alcuni uomini importanti come ad esempio re, papi e imperatori per
mezzo dei quali poi si sono affermate le diverse sezioni politiche e le diverse fedi religiose.
Questa tradizione però ha ignorato una “base reale della storia” ossia anche le azioni delle
donne dei uomini comuni. L'intento di Marx e di Engel è proprio di ribaltare questa
prospettiva infatti il termine ideologia (presente anche nel titolo della loro opera),
rappresenta una “falsa rappresentazione della realtà” infatti questo termine va inteso come
opposto di scienza perché rappresenta un mondo che non è supportato dall'indagine
oggettiva della realtà ma è una semplice osservazione di eventi che solo in un secondo
momento riescono a giungere ad una concettualizzazione.
STRUTURA E SOVRASTRUTTURA
Alla base della storia per Marx si trova la vita materiale degli essere umani, che è la lotta
per la sopravvivenza. Tutti gli uomini, infatti, a qualsiasi epoca appartengono condividono gli
stessi bisogni primari, ossia quello di: mangiare, bere, avere un luogo in cui ripararsi
eccetera. La specie umana secondo Marx si distingue proprio per il fatto di saper creare da
sé i mezzi per soddisfare i loro bisogni primari e ciò avviene attraverso il lavoro, quindi il
lavoro diventa una proprietà distintiva degli esseri umani che li differenzia infatti anche dagli
animali. Per ogni periodo storico è possibile identificare un
-modo di produzione- ossia un sistema messo in atto per raggiungere e soddisfare i bisogni
primari, infatti, abbiamo diversi modi di produzione ad esempio
-quello schiavistico antico feudale,
-oppure il capitalismo borghese(società borghese ),
-o anche il modo comunista.
Ogni modo di produzione al suo interno ha due elementi importanti:
1 le forze produttive che includono:
-gli essere umani che lavorano
- i mezzi di produzione (ossia macchinari)
-e tutte le conoscenze scientifiche tecnologiche che aiutano la produzione,
2 i rapporti di produzione ossia le relazioni che si stabiliscono tra le persone in un
determinato modi di produzione. Tutto ciò costituisce una base materiale della società ,
soltanto poi in un secondo momento ci sarà un riconoscimento anche a livello giuridico e
politico, possiamo dire quindi che secondo Marx non sono le leggi a determinare il modo in
cui si organizzano tutti i rapporti economici tra gli individui ma sono proprio rapporti che
determinano poi lo status giuridico dei cittadini, solitamente la classe dominante sotto il
profilo economico diventerà anche la classe dominante sotto il profilo giuridico quindi dello
Stato. Lo stato è un apparato di potere che permette alla classe economica è più forte di
controllare tutte le altre classi.Marx poi realizza una nuova definizione più chiara di
società civile e Stato perché per lui
- la società civile è l'insieme di tutti rapporti economici che legano gli individui gli uni con gli
altri mentre
- lo Stato è il riflesso della società civile a livello giuridico e politico. Questa di distinzione tra
società civile e Stato l'hai identifica anche con altre parole ossia strutture sovrastruttura è:
- la struttura corrisponde alla società civile quindi l'insieme anche di rapporti di produzione e
forze produttive mentre la
- sovrastruttura comprende lo Stato ossia tutti i rapporti giuridici e politici ma anche la
coscienza sociale cioè la morale ,la religione ,la filosofia ,il diritto eccetera.Marx quindi pensa
che non sono le idee degli uomini a determinare ciò che fanno, ma il contrario, e ciò che
fanno che determina le loro idee da qui la celebre frase “non è la coscienza che determina la
vita ma la vita che determina la coscienza”. Ora però emerge un altro problema ossia: se la
cultura è un semplice riflesso della struttura economica di una società e le idee dominanti
sono sempre quelle della classe dominante più ricca, in una società capitalistica allora ad
esempio l'ideologia dominante e quella della borghesia industriale, possiamo quindi
giungere a dire che l'ideologia di Marx pretende di rappresentare la realtà in modo assoluto
e obiettivo, senza però essere consapevole del fatto che la sua visione del mondo è
condizionata dalla storia cioè è un particolare punto di vista di una particolare classe sociale
che sta dominando in quell'epoca storica.
IL MOVINENTO REALE DELLA STORIA
Secondo Marx ogni cambiamento storico è la conseguenza di una contraddizione tra le forze
produttive e rapporti di produzione perché mentre le forze
produttive sono dinamiche, i rapporti di produzione sono statici e tutto ciò dipende dal fatto
che quando si ha lo sviluppo di nuove forze produttive abbiamo la nascita di una classe
sociale dominante che, però rimangono ancora incastrate nei vecchi rapporti di produzione.
Questo conflitto si risolve attraverso un evento rivoluzionario che porta all'abbattimento dei
vecchi rapporti di produzione, Marx, afferma infatti che la storia di tutta la società è una
storia di lotte tra classi ,ad esempio
-nella Roma repubblicana abbiamo il conflitto tra Patrizi e plebei ,
-nel medioevo abbiamo i servi della gleba e i vassalli contro i signori feudali,
-nell'età moderna la borghesia contro l'aristocrazia. Il merito di Marx è proprio quello di aver
creato una grande legge dell'evoluzione storica ossia la legge secondo cui tutte queste lotte
che avvengono sul territorio sia politico, sia religioso, sia filosofico sono semplicemente lotte
fra classi sociali e la loro esistenza e le loro collisioni dipendono dalla loro situazione
economica. Ad esempio Marx afferma che con la borghesia abbiamo un grande sviluppo
delle forze produttive, la borghesia infatti è artefice del commercio mondiale. Tutto ciò però
non ha portato all'estinzione di queste opposizioni tra le classi sociali, infatti, Marx osserva
che si sono solamente semplificate in sole due grandi classi sociali:
1 da una parte i capitalisti che sono i grandi capitani d'industria i quali sono gli unici in
possesso dei mezzi di produzione, e
2 dall'altra parte il proletariato cioè la classe operaia che sopravvive con il salario, e in
questo periodo abbiamo un grande incremento del proletariato che porta ovviamente una
forza coesiva tra di loro Marx infatti afferma che la borghesia capitalista ha creato da solo il
suo nemico, ossia il proletariato (i suoi operai) che sono destinati ad annientarli, cioè a
distruggere le industrie.

paragrafo 4
Marx nel capitale che è una delle sue opere più importanti nonché il risultato di tanti anni di
ricerca esprime tutta l'analisi del sistema capitalistico. Il capitale inizia con il capire che cos'è
una merce ,ossia quella entità economica elementare, definita
- un bene materiale
-o anche un servizio
Che è frutto
- o di un lavoro umano
-o di uno scambio sul mercato, ad esempio anche il servizio che mi fornisce un parrucchiere
quando mi fa il nuovo taglio di capelli è una merce, non è merce invece è l'acqua che
scende direttamente dalla sorgente perché non è nè frutto di un lavoro umano nè frutto di
uno scambio economico.Marx riconosce ad ogni merce un duplice valore
-da un lato la merce in quanto oggetto oppure servizio possiede un valore d'uso,
-dall'altro la merce in quanto può essere scambiata con oggetti o servizi diversi possiede
anche un valore di scambio. Il valore d'uso dipende solo dalle qualità dell'oggetto oppure dal
servizio ,ad esempio una borsa di pelle vera ha un valore maggiore rispetto ad una di pelle
finta. Il valore di scambio invece non dipende né dalla qualità del prodotto né tantomeno
dalla sua utilità, esso viene fissato in modo astratto in modo tale che poi venga confrontato
in un eventuale scambio. Marx pensa che il valore di scambio debba corrispondere alla
quantità di lavoro necessaria alla sua produzione quindi al tempo impiegato per realizzare
un qualcosa, il valore di scambio, inoltre, deve alienarsi da ogni variabile ad esempio: non si
deve considerare che magari una merce è stata prodotta da un operaio più o meno
qualificato oppure in modo più o meno attento perché altrimenti si arriverebbe al paradosso
che l'operaio esperto ha impiegato più tempo nella lavorazione (non è così). Il valore di
scambio di una merce quindi è riconducibile al lavoro umano e dato che questo concetto
viene ignorato da tutti ,Marx definisce la merce un feticcio cioè un qualcosa che ha un valore
casuale dimenticando che quel valore deriva dal lavoro di chi l'ha prodotta. Per Marx infatti
la merce non è semplicemente oggetto o un servizio ma implica proprio un rapporto tra gli
uomini ad esempio, lo scambio sul mercato di una stoffa di seta con un paio di scarpe non è
un semplice scambio di oggetti ma sottintende un rapporto sociale tra chi ha lavorato la seta
e chi ha lavorato il paio di scarpe.
IL PLUSVALORE
Il valore di scambio viene rappresentato grazie al denaro dunque anche il denaro deve
essere considerato un particolare tipo di merce. L'affermarsi del denaro, per Marx, ha
consentito di superare la scomodità del baratto e ha favorito ovviamente la circolazione di
merci. Gli scambi possono essere riassunti nella formula M-D-M ,dove la prima M
rappresenta la merce dal quale si ottiene ovviamente la D ,cioè il denaro guadagnato ,che
viene utilizzato per l'acquisto di altre merci (la seconda M) ,ad esempio nel settecento nelle
colonie americane i coloni vendevano le loro materie prime che possedevano in eccedenza
come ad esempio :il cotone o anche il caffè per acquistare attraverso il denaro ottenuto i
prodotti che non avevano come ad esempio: il tessuto o anche la carta.Con l'affermarsi del
sistema capitalistico cambia anche la formula di scambio diventa D-M-D dove la prima D è il
capitale (denaro ) posseduto e viene investito per acquistare della merce-M ,fino ad ottenere
D cioè altro denaro che è maggiore di quello di partenza arrivando così alla nozione di
plusvalore. Il sistema capitalistico si basa su uno scambio tra il datore di lavoro e l'operaio:
sappiamo che l'operaio riceve un salario che gli permette la sopravvivenza in cambio di
forza lavoro ossia delle sue capacità produttive, ad esempio quando un operaio lavora in
una fabbrica di scarpe per 10 ore possiamo considerare che dopo circa sei ore ha realizzato
un numero di scarpe il cui, loro valore è pari a quello del suo salario giornaliero dunque per
le restanti quattro ore l'operaio compie un pluslavoro cioè praticamente un lavoro non
retribuito che genera sua volta il plusvalore cioè altra merce di cui l'operaio non è nemmeno
proprietario perché tutto il guadagno rimane esclusivamente nelle mani del capitalista.
I MECCANISMI ECONOMICI
L'operaio durante il suo lavoro ha l'impressione di lavorare sempre per sè ,per guadagnarsi il
salario (lo stipendio) anche quando in realtà sta lavorando gratuitamente per il suo padrone.
Questo sistema agli occhi di Marx non è giustificabile poiché sfrutta il lavoratore anche
perché lo scambio tra salario e forza lavoro è iniquo. Il sistema capitalistico quindi non mira
alla soddisfazione di tutti ma all'accumulazione di tanto capitale nelle mani di una sola
persona (il datore di lavoro).Marx qui si introduce una nuova distinzione ossia
- il capitale costante cioè il denaro investito dal capitalista nei macchinari e nelle materie
prime
-e il capitale variabile cioè il denaro investito nei salari (lo stipendio degli operai). Dunque e
interesse del capitalista sfruttare al massimo la forza lavoro acquistata (il capitale variabile
cioè gli operai) per ottenere la maggiore produttività possibile al minor costo possibile
aumentando ancora di più a sua volta il plusvalore. Arriviamo così alla definizione di “saggio
di plusvalore” che appunto è lo sfruttamento della forza lavoro del capitalista per questo
Marx la definisce anche “saggio di sfruttamento”, diverso è invece il “saggio di profitto” che
è la quota di profitto totale ricavata dal capitalista considerando l'intero capitale investito
quindi sia il capitale costante sia il capitale variabile (il profitto totale).Un capitalista può
ottenere una maggiore produttività aumentando l'orario di lavoro e lasciando invariato il
salario questo permette ovviamente di assumere meno operai risparmiando così sul capitale
variabile, però purtroppo contemporaneamente si mantiene alto il numero di disoccupati i
quali entreranno in conflitto e in concorrenza con gli operai già assunti e saranno pronti ad
accettare salari sempre più bassi pur di lavorare. Anche la meccanizzazione cioè le nuove
macchine che sono in grado di produrre maggiori quantità di merce consentiranno di
impiegare meno operai aumentando ancora di più i vantaggi del capitalista. Marx inoltre
introduce nel sistema capitalistico anche un processo è un fenomeno di alienazione infatti
individua quattro diversi aspetti per i quali l'operaio finisce per sentirsi alienato:
1 l'alienazione del prodotto =questo perché l'operaio è immediatamente alienato dagli
oggetti che realizza perché appartengono al suo datore di lavoro quindi gli oggetti che
realizza non possono essere per lui una fonte di orgoglio e di soddisfazione a differenza
invece dell'artigiano ,il quale possedeva l'oggetto del proprio lavoro.
2 l'alienazione dell'attività lavorativa =l'operaio non risulta nemmeno padrone del proprio
lavoro in quanto è il capitalista che detta le regole e tutte le condizioni di lavoro dunque a
differenza del passato non è la macchina uno strumento posto al servizio del lavoratore ma
è proprio il lavoratore che è posto al servizio della macchina.
3 l'alienazione della propria essenza= nella città capitalistica l'operaio non decide nulla,
dunque la sua creatività e spenta per questo l'operatore risulta essere alienato dalla sua
stessa essenza.
4 l’alienazione dai propri simili =perché secondo Marx il sistema capitalistico distrugge
anche le relazioni della società questo perché gli operai non sono nemmeno liberi di
instaurare relazioni con altre persone ,l'unico rapporto che si afferma all'interno di un
sistema capitalistico e tra gli operai è una specie di condizione di semischiavitù.

Paragrafo 4 parte 2
Il DESTINO DEL CAPITALISMO
Marx durante i suoi studi cercherà di capire anche le cause dell'affermarsi del capitalismo e
le rintraccia principalmente in due fenomeni:
1 innanzitutto osserva che nel sistema capitalistico i mezzi di produzione sono diventati solo
ed esclusivamente del datore di lavoro, mentre, nell'antichità il lavoratore aveva un rapporto
diretto con gli strumenti perché o gli appartenevano oppure li affittava, ora con l'affermarsi
delle grandi industrie i macchinari sono diventati troppo costosi e quindi li possono
acquistare solo chi ha un grande capitale di partenza
2 in secondo luogo riconoscendo l'uguaglianza giuridica tra il capitalista e l'operaio questo
perché lo Stato ha consentito uno scambio economico tra questi due soggetti, allora il
lavoratore scambia la sua manodopera per un salario questo scambio però è solo
apparentemente alla pari. D’altra parte l'operaio non avendo abbastanza capitale per
procurarsi i mezzi di produzioni è costretto a mettere a disposizione obbligatoriamente la sua
forza lavoro ad accettare le condizioni imposte dall'imprenditore.Un'altra caratteristica del
capitalismo che si viene a creare è: la libera concorrenza,che crea conflitto tra tutti gli
imprenditori che cercheranno di mettere sul mercato sempre più prodotti ad un minor costo
per far aumentare le vendite. Questo però prevede un maggior numero di lavoratori e quindi
più capitale da investire per i loro salari e anche l'aggiornamento delle macchine quindi
anche qui più capitale da investire ,tutto questo porta alla caduta tendenziale del saggio
medio di profitto cioè la legge economica secondo cui il profitto di un capitalista tenderà per
forza a scendere , a causa della concorrenza che spinge ad aumentare la produttività e
quindi aumenta il capitale da investire. Tutto questo, il capitalista lo fa ovviamente per
vendere di più e quindi per guadagnare di più e ciò porta a sua volta la crisi “di
sovrappoduzione” cioè troppi prodotti realizzati che non trovano acquirenti ,che
inevitabilmente porta ad una caduta netta dei prezzi(dei prodotti ) per far aumentare gli
acquisti. I capitalisti di conseguenza arrivano al licenziamento dei lavoratori e con
quest’ultimo avremo sempre meno persone che potranno acquistare la merce ,quindi si
alimenta praticamente una specie di circolo vizioso “dell'invenduto”. La crisi del sistema
capitalistico, Secondo Marx, porta ad un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita del
proletariato e quindi ad ulteriori conflitti tra le classi sociali che per Marx sfoceranno in una
rivoluzione della classe oppressa cioè del proletariato, questa rivoluzione avviene perché la
classe degli operai non ha nulla da perdere dato che non hanno alcun privilegio da difendere
e arriveranno a creare una società senza classi. In questa rivoluzione però il filosofo
individua un problema ossia il sotto-proletariato cioè quelle persone che si dedicano ad
attività illecite perché non hanno un lavoro stabile. Questi Stati, secondo Marx non sono utili
alla rivoluzione perché non hanno una “coscienza di classe” cioè non hanno la
consapevolezza di appartenere ad una certa classe sociale all'interno della società e quindi
non riescono a comprendere le ragioni per cui è necessario lottare ,spesso ,infatti ,nel
conflitto finiscono per vendersi al miglior offerente. Gli operai, invece, sul luogo di lavoro
hanno formato la propria coscienza di classe quandi lottano assieme contro i capitalisti per
ottenere un salario dignitoso.
LA REALIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ COMUNISTA
Marx aveva visto nel comunismo la buona strada da percorrere per raggiungere la vera
emancipazione umana quindi il filosofo ci propone una nuova società da intraprendere dopo
la società capitalistica. Sappiamo infatti che la società capitalistica finisce per negare
l'essenza dell'essere umano ,allora l'uomo per riapprovarsi della sua essenza, secondo
Marx ,deve negare questa negazione (cioè la negazione dell’essenza ) ,da qui la frase
“negazione della negazione” che è proprio la strada da percorrere per l'essere umano per
riappropriarsi di se stessi.Sappiamo che i socialisti francesi pensano che la costruzione di
una nuova società possa realizzarsi solamente per mezzo di un processo di una serie di
riforme pacifiche, al contrario, per Marx, il comunismo non è un ideale che si deve
realizzare, ma è un evento storico prevedibile perché necessariamente il sistema
capitalistico comporta una rivoluzione e quindi un cambiamento nell'ordine sociale.Marx
pensa che per realizzare la società comunista si debba attraversare ben due fasi:
- la prima è la cosiddetta “dittatura del proletariato” dove il termine dittatura non è inteso
come un governo autoritario ma come una fase destinata a concludersi in breve tempo dove
il potere politico viene affidato al proletariato in modo tale da salvaguardare il benessere
dell'intera comunità, si tratta di una fase transitoria dove il proletariato cerca di sostituirsi alla
borghesia nel ruolo di classe dirigente e una volta arrivati al comando, potranno finalmente
impossessarsi dei mezzi di produzione. Inoltre in questa fase è importante l'annullamento
della proprietà privata che è fonte di squilibrio e di conflitto. Nella dittatura del proletariato c’è
:
l'eliminazione dello sfruttamento degli operai quindi “ciascuno guadagni in rapporto al
proprio lavoro prestato”, questo principio però per Marx è solo apparentemente egualitario,
poiché non tiene conto della differenza individuale cioè non tiene conto del fatto che non tutti
hanno le stesse capacità fisiche o intellettuali, non tutti hanno le stesse esigenze
familiari( alcuni sono sposati, altri no; alcuni hanno figli, altri no) non tutti hanno la stessa
possibilità economica di partenza e così via...
-
2 Passiamo quindi alla seconda e ultima fase del processo per realizzare la società
comunista. Questa fase è definita con una famosa affermazione "ognuno secondo le sue
capacità, ognuno secondo i suoi bisogni” Affermatasi questa frase avremo l'avvento del vero
comunismo cioè una società realmente egualitaria dove si tiene conto non solo delle
capacità dell'individuo ma anche delle sue necessità ed è proprio in questa società in cui
avremo lo sviluppo di tutti gli individui e finalmente la loro gratificazione da ogni punto di
vista.

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