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LA NASCITA DELLA

FOTOGRAFIA E LA SUA
INFLUENZA SULLA
PITTURA
LA NASCITA DELLA FOTOGRAFIA: LE PRIME
INVENZIONI

• La nascita della fotografia risale alla prima metà del 1800, quando vengono
combinati due principi già noti, quello ottico della camera oscura e quello
chimico della fotosensibilità, cioè della tendenza di una sostanza a
modificarsi con l’esposizione alla luce.
• Nel 1802 lo scienziato inglese Thomas Wedgwood scoprì che il nitrato
d’argento annerisce se esposto alla luce. Perciò, se spalmato su una superficie
e ponendoci sopra un oggetto, il nitrato imprime in negativo la sua
impronta.
• Nel 1827 Joseph Nicéphore Niépce provò ad applicare il bitume di Giudea al
piano di proiezione di una camera oscura che lasciò sul davanzale per 8 ore
dopo le quali fissò l’immagine con dei solventi: scattò la prima fotografia
della storia.

Vista dalla Finestra di Gras, Niépce


LA NASCITA DELLA FOTOGRAFIA: LE PRIME
INVENZIONI

• Nel 1837 Louis-Jacques Daguerre, collaboratore di Niépce, riesce a


impressionare una lastra di rame argentata. La rappresentazione così
appare in positivo ed è una copia non riproducibile. Brevetta la sua
nuova invenzione con il nome di «dagherrotipo», che viene
acclamata come invenzione del secolo. Veduta del Boulevard du Temple a Parigi, Dagherrotipo

• Coevo al dagherrotipo è il «calotipo» di William Henry Fox Talbot


che, partendo da un’immagine in negativo ottenuta pressando gli
oggetti su carta preparata passa al positivo tramite una nuova stampa
su carta dell’immagine ottenuta. Questo consente la riproducibilità, a
differenza del dagherrotipo.

Positivo di un busto marmoreo


IL SUCCESSO E LE CRITICHE
• Il successo della fotografia, considerata un
fenomeno tra arte e scienza, è riconosciuto dal
Salon nel 1859. Viene ritenuta una verità affidabile
e infallibile, cioè una tecnica oggettiva.
• Quando venne presentata al Salon, si scatenò un
dibattito se la fotografia dovesse essere considerata
Ritratto fotografico di Baudelaire
una forma d’arte: gli accademici ne furono
scandalizzati e Baudelaire tuonò che arte non
significava esatta riproduzione della natura e che la
fotografia era solo un’immagine meccanica dai
doveri servili di copia e documentazione.
• Nonostante questo, Ingres fu uno dei primi a
dipingere con l’ausilio del dagherrotipo e
Delacroix auspicò una funzione didattica della
fotografia per gli studi dal vero. Molti altri artisti,
come Hayez, poi se ne serviranno come fonte di
veridica da cui partire per meglio studiare le Lo studio Rosso, studio fotografico di Nadar
The horse in motion , Eadweard Muybridge composizioni dei dipinti.
• In ogni caso, la fotografia rimane un mezzo di
documentazione importantissimo.
IL RITRATTO FOTOGRAFICO
• Fu il ritratto il genere di fotografia
maggiormente diffuso. Nadar, inizialmente
caricaturista, inizia a ritrarre il mondo parigino
tramite la fotografia e il suo studio diventa un
salotto letterario prestigioso. Sceglie attori e
scrittori famosi e li trasforma in personaggi
eroici. Nella foto, l’attrice Sarah Bernhardt,
avvolta in un panneggio sapientemente
costruito, è rappresentata come musa delle arti
(a sinistra).
• Julia Margaret Cameron fu invece una fra le
più note fotografe inglesi di età vittoriana. Le
sue rappresentazioni sono volte a nobilitare la
fotografia tramite l’uso delle rappresentazioni
maggiori. Ritrae amici e personaggi famosi
ispirandosi agli eroi del mito. I suoi ritratti,
caratterizzati da un contorno leggermente
sfocato, diventano così eterei e si avvicinano
molto all’arte di Raffaello Sanzio e
Nadar, ritratto di Sarah Bernhardt preraffaelita (a destra). Julia Margaret Cameron, Ritratto di un’attrice nelle vesti di
Beatrice Cenci
IL RITRATTO FOTOGRAFICO DI JULIA MARGARET CAMERON E LE SOMIGLIANZE CON
LE OPERE D’ARTE DI RAFFAELLO E DEI PRERAFFAELITI

Angioletto, Particolare da la Madonna Sistina, Raffello

Particolare da la Madonna Sistina,


Raffaello

Particolare da la
Madonna della seggiola,
Raffaello

Particolare da «the Blessed Damozel», Dante Gabriel Rossetti


LA PARTE INQUIETANTE DEL RITRATTO
FOTOGRAFICO: LE FOTOGRAFIE POST MORTEM
• La fotografia post mortem fu una pratica fotografica
utilizzata nell’epoca vittoriana per ricordare i propri cari
defunti. L’origine di questa usanza risale a secoli prima,
quando le famiglie benestanti commissionavano dei ritratti
per ricordare il defunto.

• Con l’avvento della fotografia, quando questa divenne


meno costosa, la gente iniziò a farsi fotografare assieme ai
defunti per avere un ricordo indelebile di essi.
Ritratti post mortem di giovani ragazze,
epoca Vittoriana

• Le foto post mortem furono particolarmente in voga


nell’Epoca Vittoriana, a causa dell’alto tasso di mortalità
infantile e spesso erano l’unica foto che i genitori avevano
dei loro figli. Questo aspetto spiegherebbe perché i
soggetti siano per lo più ritratti come se ancora fossero in
Tre uomini preparano un defunto al ritratto post mortem
vita, con gli occhi aperti, le guance colorate di rosa e
spesso comprendevano persone vive o animali accanto al
defunto per rendere più realistico lo scatto.
I PRIMI RITOCCHI FOTOGRAFICI
• Hippolyte Bayard fu il primo nel 1839 a gettare le basi dei primi fotoritocchi,
grazie ad un metodo da lui inventato chiamato “stampa positivo diretta”, nella
quale si utilizza della carta immersa in cloruro d’argento che scurisce se esposta
alla luce.
• Questo metodo venne reso pubblico solo l’anno successivo e secondo alcuni fu a
causa di François Arago (importante politico francese dell’epoca), che persuase
Bayard a lasciar spazio alle scoperte di Louis Daguerre (dagherrotipo).
• Dal 1848 in poi il fotomontaggio prese piede anche grazie alla stampa che ne
fece uso per poter rappresentare al meglio alcuni avvenimenti importanti.

Ritratti fotografici ritoccati vittoriani di


persone senza testa Ritratto Fotografico ritoccato di una prostituta
I PRIMI RITOCCHI FOTOGRAFICI
• All’epoca i metodi per poter fare un fotomontaggio
erano due: lavorando sul positivo o sul negativo.
• Lavorazione sul positivo era largamente diffuso in
quanto il più semplice: consisteva nel ritagliare foto
stampate e incollarle ad altre. Questo metodo però è
stato anche ripreso da importanti pittori come Braque e
Picasso.
• Il fotomontaggio diventa quindi un vero e proprio
dibattito tra «arte» e «non arte», si trovava in una
posizione intermedia secondo la quale alcuni lo
ritenevano un affronto, mentre altri lo vedevano più
come un avanzamento tecnologico dell’arte stessa.
• Lavorazione sul negativo Il secondo metodo è stato
attribuito maggiormente a Henry Peach Robinson
(1830-1901), fotografo britannico pioniere del
fotomontaggio ottocentesco, utilizzando negativi
fotografici.
L’IMPRESSIONISMO: I PUNTI FONDAMENTALI
1.L’Impressionismo è una corrente artistica nata a Parigi nella
seconda metà dell’Ottocento, precisamente tra il 1860 e il
1870, e durata fino ai primi anni del Novecento.
2.Nasce in contrapposizione all’arte accademica dell’epoca
sfidando la critica con opere apparentemente incomplete,
spesso realizzate in poche ore.
3.Il punto cardine dell’arte impressionista è la pittura «en
Impressione sole nascente, Monet plein air» Gli artisti impressionisti dipingono la realtà “dal
vivo” e colgono così l’infinita varietà della sfumature che
compongono i colori. La Grenouillère, Monet
4.Questo nuovo approccio alla pittura è reso possibile anche
grazie all’invenzione del «cavalletto da campagna» e
dei colori in tubetto, più pratici da usare negli spostamenti e
più immediati.
5.Le opere degli impressionisti rappresentano la realtà in base
il Ballo al Moulin de la Galette, Renoir
a come viene percepita dall’occhio dell’artista nel
momento in cui la dipinge.
6.I colori non sono più mescolati sulla tela ma vengono
semplicemente accostati, dando vita a spettacolari
contrapposizioni cromatiche e a immagini non definite e
quasi sfocate.
Donna con l’ombrellino, Monet Ritratto dell’attrice Jeanne Samary, Renoir
IMPRESSIONISMO E FOTOGRAFIA
• Ben presto la fotografia entrò nel mondo dell’arte,
creando una spaccatura tra chi la riteneva utile non
solo per gli studi dal vero dei pittori, ma anche per il
pubblico che avrebbe potuto ammirare opere fino ad
allora inaccessibili, e tra chi vedeva nella fotografia
una minacciosa forma di concorrenza, che
avrebbe leso l’attività dei ritrattisti e paesaggisti.
La gare Saint-Lazare, Monet • nel corso del 1800 i rapporti tra fotografia e pittura La colazione dei canottieri, Renoir

migliorarono e ben presto per gli impressionisti


divenne una forma di ispirazione, grazie alla sua
capacità di catturare la realtà e anche alla capacità di
creare effetti sfocati tramite il movimento dei
soggetti.
• La fotografia si rivelò inoltre utile per la
documentazione di monumenti ed opere d’arte.

La Gare Saint-Lazar, foto ottocentesca Un bar parigino dell’800


IMPRESSIONISMO E FOTOGRAFIA
• Gli impressionisti adottarono dalla fotografia le
originali inquadrature e il taglio casuale dei
soggetti, così da ritrarre al meglio la realtà,
dipingendo e fotografando soggetti e paesaggi
nel momento stesso in cui l’occhio le vedeva.
• Il procedimento fotografico garantisce questo in
pochi attimi, nonostante i lunghi tempi di attesa
dell’epoca. Similmente gli impressionisti
crearono la tecnica en plein aire, ovvero la
pittura all’aria aperta.
Ballerine dietro le quinte, Degas
• In conclusione, la fotografia rivoluzionò la
pittura grazie agli scatti istantanei, che vennero Particolare da il Ballo al Moulin de la

usati dai pittori come bozzetti per le loro opere. Galette, Renoir

Fotografie di ballerine scattate da Degas Una coppia che danza, autore ignoto
Sara Occhini, 5° A Cl

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