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Questa nuova corrente artistica si sviluppa durante la seconda metà dell’Ottocento in un contesto
nuovo dal punto di vista politico, culturale e sociale dell’Europa. È infatti in questi anni che
avvengono numerose trasformazioni in tutti gli ambiti: le aspirazioni ad un’identità nazionale che
avevano caratterizzato la prima metà dell’Ottocento culminano nel 1848 nei moti di ribellione alle
monarchie assolute instauratesi dopo il congresso di Vienna; dal punto di vista filosofico si
afferma la corrente del Positivismo, che nasce in Francia e che pone la ricerca scientifica
attraverso le leggi della natura come unico mezzo per soddisfare la conoscenza dell’uomo. Da
questo pensiero si svilupperà anche in campo artistico una stretta correlazione tra natura e uomo:
l’artista dipinge ciò che la realtà pone davanti ai suoi occhi senza alcuna congettura, e assume
anche un valore morale, cioè quello di testimone della sua epoca che tratta temi nei quali tutti
possano rispecchiarsi, senza bisogno di interpretazione.
Il principale esponente di questa nuova corrente artistica é Gustav Courbet. Egli nasce a Ornans
in Francia, si trasferisce poi a Parigi per intraprendere la carriera pittorica. Qui definisce subito la
sua posizione contro le regole dell’Accademia che rifiutano le sue opere perché ritenute non
idonee e allestisce nel 1855 un’esposizione contro l’Accademia: “Il padiglione del realismo”,
questo evento segnerà poi l’inizio effettivo della corrente del realismo.
Successivamente Courbet realizza diverse opere dal carattere provocatorio per affermare il suo
desiderio di libertà di espressione, e assume un atteggiamento di ribellione anche dal punto di
vista politico e sociale; viene infatti accusato di essere un sobillatore ed è costretto all’esilio,
muore così in Svizzera nel 1877.
Gli spaccapietre
- Gruppo di persone a destra: i suoi sostenitori e amici che condividono i suoi stessi ideali.
(Boudlaire, poeta francese, definito maledetto, controcorrente, vicino agli ideali di Courbet)
- Gesù posto in secondo piano a indicare la poca rilevanza della religione in quanto ateo.