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Courbet

Nasce a Ornans nel 1819, da una famiglia benestante di umili origini, conduce i suoi primi studi in seminario ed è
un uomo di grande onestà intellettuale. Egli affermò di aver studiato sia l’arte antica che quella moderna, ma
non ha voluto imitare nessuno dei due, perché egli voleva rappresentare le abitudini, le idee e l’aspetto della sua
epoca secondo il suo punto di vista. Era autodidatta nelle sue Opere Giovanili, tanto che si dedica alla copia del
vero da alcuni dipinti del Louvre. Courbet è un artista in cui la sua sete di Realismo ha radici culturali profonde
( da Caravaggio a Géricault), e fondamentali per la formazione culturale furono: Baudelaire, che gli diede gli
elementi polemici nei confronti del sentimentalismo romantico e Proudhon, che gli ispirò una gran passione
civile, evidente in opere pronte a rompere col passato.

Lo spaccapietre
Courbet dipinge “Lo spaccapietre” per denunciare in maniera forte e accentuata le dure condizioni di lavoro
degli operai. Il soggetto è un vecchio manovale, con la mazza, intenzionato a spaccare delle pietre: l’ombra del
cappello lascia già pensare ad un volto davvero stanco di questi lavori forzati; gli abiti sono rattoppati e
rappresentano appieno la povertà e il gesto del lavoratore di mettersi in ginocchio simboleggia la fatica, la
stanchezza.

Gli spaccapietre
Stavolta Courbet rappresenta il vecchio operaio che spacca delle pietre, aiutatio in questo caso da un ragazzo,
rappresentato di spalle, che trasporta una cesta di pietre molto pesante. La scena esprime un’estrema
condizione di povertà non solo materiale, ma anche spirituale: il ragazzo ha la camicia e i pantaloni strappati
completamente e sotto un cespuglio, vengono rappresentati una pentola e mezzo filone di pane; infine, altri
elementi che rappresentano la povertà sono le toppe sulla camicia e i calzini bucati al tallone dell’uomo.

Un funerale a Ornans
Assieme al dipinto “Gli spaccapietre”, la tela suscitò grande scalpore presso il pubblico che osservò il quadro,
peri il realismo troppo evidente e per l’esaltazione della volgarità: le figure a grandezza naturale e la fossa al
centro danno al dipinto un realismo molto drammatico, quasi di cattivo gusto. La sua opera è un triste episodio
della vita quotidiana: egli ritrae il funerale di un contadino in un paese rurale, come in una fotografia. Inoltre, il
sindaco, il parroco, i borghesi,etc… sono ritratti con visi cupi e rugosi. Le figure sono disposte in 2 file: a sinistra ci
sono solo gli uomini e a destra solo le donne: questa suddivisione si usava in passato, nella Chiesa. Infine, al
centro di queste 2 file, troviamo il becchino, che simboleggia la triste realtà della scena.

Lo studio dell’ artista


Courbet in quest’opera, volle rappresentare, attraverso personaggi esistenti, i suoi ideali, i suoi gusti pittorici
all’interno di un periodo artistico durato 7 anni. Al centro della composizione, Courbet sta per dipingere un
paesaggio della sua città natale con un cielo molto realistico: attorno a lui vi è la presenza di una ventina di
personaggi. Di fronte, troviamo un bambino dai vestiti umili, che guarda incuriosito ciò che l’artista dipinge:
questo rappresenta valori importanti, come la purezza e l’innocenza; dall’altro lato, troviamo una modella nuda
disposta alle sue spalle che fa lo stesso e allude alla “nuda” verità ed è l’unica musa che ispira Courbet. Il suo
dipinto è diviso in 2 parti: a sinistra sono rappresentati quelli che vivono senza avere consapevolezza delle loro
povere condizioni: un bracconiere, una prostituta, una popolana che allatta, un rabbino: simboleggiano le
rispettive categorie sociali. A destra invece, sono rappresentati riprendendo le parole di Courbet, gli amici, gli
amanti dell’arte, le persone che lo sostengono: Baudelaire, che legge stando seduto, gli intenditori di arte,
Proudhon,etc…

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