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A.A.

2021/2022
CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE

Modulo I
L’economia aziendale,
l’azienda e l’impresa:
inquadramento concettuale

1
Alcune definizioni di ECONOMIA AZIENDALE

«è la scienza che studia le condizioni di esistenza e le


manifestazioni di vita delle aziende, la scienza ossia
dell’amministrazione economica delle aziende» (G. Zappa,
1926)

«è la scienza propedeutica agli studi sull’organizzazione,


sulla gestione e sulla rilevazione delle aziende» (A.
Ceccherelli, 1942)

«è la scienza che studia le leggi delle condizioni di equilibrio


delle aziende» (A. Amaduzzi, 1977)
2
L’Economia aziendale è una scienza

Scienza: risultato delle operazioni di pensiero, oggetto di


codificazione teorica e di applicazione pratica e di sviluppi
ulteriori (anche a opera di altri)

Ma che tipo di scienza è l’Economia aziendale?

3
L’Economia aziendale quale tipo di scienza?

Caratteristiche:

• Economica: caratterizzata dall’effettuazione di scelte, fra


scenari alternativi e possibili, per ottenere un risultato di
carattere economico (che si definisce ricchezza)

• Sociale: caratterizzata da comportamenti umani che attraverso


il lavoro eseguono in concreto le scelte

• Empirica: studia la realtà concreta, come i fatti vengono


compiuti, per formulare ipotesi generali utili per altri soggetti
4
L’Economia aziendale: ruolo

Con la scienza economico-aziendale si vogliono


fornire a coloro che governano le aziende gli
strumenti logici generali che, pur nella loro
astrattezza, sono applicabili nelle realtà concrete

5
Dall’arte contabile alla Ragioneria e la
nascita dell’Economia aziendale

RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO:
G. Cavazzoni (a cura di), Elementi di economia aziendale, Giappichelli,
Torino, 2003, pagg. 3-12.

6
Dalla Ragioneria all’Economia aziendale
QUATTRO PERIODI STORICI FONDAMENTALI

1202 1494 1840 1926


Diffusione Diffusione Amministrare Scienza
numeri arabi partita doppia le aziende Economia aziendale

F. Villa
Fibonacci Luca Pacioli Elementi Gino Zappa
Liber abaci Summa… di amministrazione Prolusione
e contabilità

1 2 3 7 4
Primo periodo (dal 1202-1494)
Il «Liber abaci» di Leonardo Fibonacci

• Diffusione dei numeri arabi


• Necessità di tenere conto (ricordarsi) dei crediti, dei debiti e delle
merci
• Si elaborano i primi concetti di «conti» e di «contabilità»
• Si costruisce un linguaggio contabile con le prime terminologie
(debet dare, debet habere)
• Si hanno i primi i libri che trattano dei mercanti e del modo di
condurre gli affari (B. Cotrugli, Della mercatura e del mercante
perfetto, 1458)
8
Secondo periodo (1494 – 1840)
L’opera di Luca Pacioli del 1494
• Nel 1494 viene pubblicata la Summa de Arithmetica
Geometria, Proportioni et Proportionalità
• Nella distinzione (parte) IX vi è il Trattato XI denominato
«De computis et scriptures»
• Prima trattazione a stampa del metodo contabile a
partita doppia
• Si diffonde in tutto il mondo tale metodo contabile
definito “italiano” o anche “veneziano”
• La tecnica non è molto diversa da quella attuale
• Si parla di bilancio, di capitale, di cassa, di profitti e
perdite, di inventario, di libro giornale e di libro mastro
9
Ritratto di Pacioli (Jacopo de Barberis, 1495 ca.)

10
La prima scrittura in P.D.

“Per Cassa di contanti: A Cavedal de mi tale, ecc., che di contanti mi


trovo in quella al presente, fra oro e monete, argento e rame di diversi
conti, commo appare nel foglio dell’inventario posto in cassa ecc., in
tutto ducati tanti d’oro, e monete ducati tanti, valgono in tutto, al
modo nostro veneziano a oro, cioè grossi 24 per duc. e piccoli 32 per
grosso a lira a oro” ... “dove: Per la Cassa s’intende la tua propria
ovvero borsa, per il Cavedal s’intende tutto il tuo monte corpo di
facoltà presente”.

11
Terzo periodo (1840 – 1927)
La ragioneria scientifica
• Nel 1840 Francesco Villa pubblica “La contabilità applicata alle
amministrazioni private e pubbliche” e si apre una nuova era per lo
sviluppo scientifico della Ragioneria
• Non più attenzione al metodo, ma ai principi e alle leggi che
possono guidare l’amministrazione delle aziende
• Il problema non è «contare», ma «gestire»
• Si ha una prima sistemazione della materia con classificazioni e
definizioni
• Non tutti la pensano alla stessa maniera. Si diffonde una critica
costruttiva e sorgono le scuole di pensiero universitario
• Fabio Besta (1845 – 1922) è il padre della moderna Ragioneria e
definisce l’oggetto di studio (azienda), il contenuto (controllo) e il
fine ultimo (accrescimento della ricchezza patrimoniale) 12
Quarto periodo (dal 1927 …)
L’Economia aziendale

• Gino Zappa (1879- 1961) è artefice di uno storico cambiamento


• Le aziende sono realtà complesse, dinamiche e sistemiche
• Tre momenti fondamentali riguardano la vita delle aziende: gestione,
organizzazione, rilevazione
• I tre momenti trovano unità nell’Economia aziendale che studia “le
condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita di qualsivoglia azienda”
• Oggetto di studio: azienda e le condizioni per garantire la sua duratura
esistenza nel tempo
• Elemento che garantisce questa esistenza è il reddito inteso quale
capacità di generare ricchezza economica nel tempo 13
L’attività economica e l’azienda

RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO:
G. Cavazzoni (a cura di), Elementi di economia aziendale, Giappichelli,
Torino, 2003, pagg. 12-24.

14
I bisogni dell’uomo

• Ogni individuo sviluppa processi cognitivi per porre in essere


comportamenti necessari alla propria sopravvivenza

• La vita degli individui è caratterizzata dal sorgere di bisogni (e


di aspirazioni) e dalla ricerca del loro appagamento

• Bisogni (e aspirazioni) sono componenti connaturati alla nostra


esistenza e motivano i nostri comportamenti

15
La «piramide» dei bisogni di Abraham Maslow

• Nel suo lavoro del «Motivazione e personalità» (1954), Maslow


individua una scala dei bisogni, in stretto rapporto gerarchico, che
motivano comportamenti economici:

• B. fisiologici (fame, sete, riposo …): oggi poco motivanti perché in


linea di massima quasi completamenti soddisfatti
• B. sicurezza (assistenza medica o previdenziale)
• B. associativi (stare insieme …) motivano comportamenti sociali
• B. di stima sociale (definire la propria identità, emergere rispetto
all’ambiente circostante, conquistarsi la stima degli altri…)
• B. autorealizzazione (autostima, completa affermazione delle proprie
capacità potenziali …)
16
I bisogni umani e le risorse disponibili

• Per appagare bisogni (e aspirazioni) sono necessarie risorse-


beni di qualunque specie
• Problema:
• i bisogni sono illimitati, per numero, specie e ricorrenza
• le risorse (beni), necessarie per appagare i primi, sono
limitate
• Si tratta allora di fare delle scelte di convenienza economica:
- decidere quale bisogno da soddisfare
- decidere l’utilizzo quali-quantitativo delle risorse
- decidere se scambiare le risorse per averne di differenti
- …

17
Lo scambio di risorse e il valore

• Le risorse vengono, spesso, scambiate fra i individui

• Lo scambio attribuisce un valore alla risorsa (prezzo)

• Il valore dipende anche dalla «limitatezza» (offerta) della


risorsa e dalla richiesta (domanda) da parte degli individui
(grafico)

18
Domanda, offerta e valore

(domandata e offerta)

19
La combinazione di risorse: azienda

• Le risorse limitate sono suscettibili di differenti impieghi = possono


essere differentemente combinate (attraverso scelte economiche)
• Le scelte concernono la convenienza, le opportunità, le possibilità di
utilizzo, le modalità di utilizzo (i processi)…
• In campo economico (produttivo) la combinazione di risorse avviene
in una struttura complessa = AZIENDA
• AZIENDA = strumento dell’umano operare in campo economico (G.
Ferrero)
• L’azienda quale combinazione di risorse è luogo di scelte
economiche
20
Le risorse dell’azienda

• Le risorse che caratterizzano l’azienda sono:


• CAPITALE (capitale finanziario e materiale)
• LAVORO (capitale umano)

• Occorre ricercare la loro più efficace ed equilibrata


combinazione per il conseguimento di un prefissato scopo

• Scopo: creare (aumentare) valore delle risorse

• Le particolari risorse che utilizza l’azienda, rende la stessa


un fenomeno sociale
21
La nozione e la classificazione
delle aziende

RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO:
G. Cavazzoni (a cura di), Elementi di economia aziendale, Giappichelli,
Torino, 2003, pagg. 12-24.

22
L’azienda

• L’azienda quale “strumento”: sembra una visione restrittiva


• L’azienda è qualcosa di più = è un “organismo” (cioè composta
da persone) e una “istituzione” della società civile
• L’uomo è sicuramente centrale nelle decisioni economiche, ma
l’azienda si distingue dai singoli individui che la compongono
(sia dai proprietari che da coloro che ci lavorano)
• L’azienda acquisisce una autonomia propria e deve avere una
propria esistenza nel tempo (aspetto fondamentale del
concetto di azienda)
• L’azienda deve «esistere» anche al di là di colui che l’ha
costituita o di coloro che oggi vi lavorano
23
Ma in che modo si garantisce la «esistenza
nel tempo» dell’azienda e perché?

• Innanzitutto l’«esistenza nel tempo» deve avvenire in piena


autonomia, non dipendendo da «aiuti/sovvenzioni» di altri
soggetti o di altre istituzioni (soprattutto pubbliche).

• Deve essere garantita dalle proprie forze: l’azienda deve


utilizzare (combinare) le risorse, con l’obiettivo di generarne di
nuove di maggior valore

• Con la sua esistenza nel tempo, l’azienda dà lavoro, crea valore,


distribuisce ricchezza, accresce il benessere collettivo

24
Ma allora come potremmo definire l’azienda?

Se tutti concordano sui principi generali: ossia «esistenza nel tempo»,


«autonomia», «economicità (capacità di generare valore)», meno
d’accordo sono sul ricercare l’elemento centrale e fondante
dell’azienda
Due grandi filoni di studi che hanno condotto a due teorie principali sul
concetto di azienda:
1. Teorie organicistiche, per le quali è l’uomo l’elemento centrale nel
concetto di azienda, quale artefice della combinazione delle risorse
e delle decisioni economiche
2. Teorie dinamiche, per le quali l’aspetto fondante è la combinazione
delle risorse e dei fatti con cui si sviluppa l’attività delle aziende
(gestione). L’uomo è una risorsa dell’azienda che va «combinata»
25
Una possibile classificazione (G. Ferrero)

• Definizioni che ne “esaltano le caratteristiche statico-strutturali”

• Definizioni che ne “sottolineano i caratteri dinamico-operativi e la


permanente unità economica”

• Definizioni che “danno particolare rilievo ai caratteri riflettenti la


durabilità”

• Definizioni che ne evidenziano soprattutto “il profilo della sua


funzione sociale”

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Il concetto di azienda secondo G. Zappa

• Prima definizione: «coordinazione economica in atto, costituita e


retta dall’uomo per il raggiungimento di un fine» (1926)
• Seconda definizione: «istituto economico, destinato a perdurare
che, per il soddisfacimento dei bisogni umani, compone e svolge
in continua coordinazione la produzione e il procacciamento e il
consumo della ricchezza» (1960)
Elementi della seconda definizione
• Cosa è l’azienda: istituzione della società civile che si occupa di aspetti
economici
• Condizione affinché si possa parlare di azienda: esistenza nel tempo
• Fine per cui l’azienda viene istituita: soddisfare i bisogni umani
• Cosa fa l’azienda: produce e distribuisce ricchezza creata con la sua
attività oppure la consuma
27
Azienda: uno schema di sintesi

L’uomo istituisce l’AZIENDA per soddisfare propri bisogni

per questo deve


Acquisisce una
autonoma rilevanza Esistere nel tempo
economica e sociale
che si ottiene

con lo svolgimento dell’attività nell’ambiente


(combinazione di risorse umane e materiali)
in grado di generare ricchezza/valore

Creazione
Creazionedi di ricchezza
ricchezza
[valore ottenuto con con
[Valore ottenuto l’attività
l’attività>>valore dellerisorse
Valore delle risorse combinate]
impiegate]
in un contesto ambientale caratterizzato da dinamicità ed incertezza 28
Gli elementi dell’azienda
• L’azienda nasce per volontà dell’uomo che la dota di risorse
• Risorse: capitale e lavoro, che vanno organizzate per lo
svolgimento attività economica
• Attività economica: sistema di operazioni compiute
operando scelte di convenienza «economica»

• Sistema di operazioni: si tratta di una realtà complessa, in


continuo divenire, formata da molteplici elementi, in cui
tutte le parti sono tra loro coordinate dal perseguimento di
un unico fine
• Fine: soddisfacimento bisogni umani, mediante la
produzione e il consumo di ricchezza
29
Quante tipologie di aziende esistono?

Nel linguaggio comune si è soliti parlare di:


- aziende pubbliche o aziende private, a seconda che il
soggetto proprietario sia pubblico o privato;
- aziende profit e non profit, a seconda che puntino o meno a
remunerare l’investimento del proprietario
- aziende individuali e societarie, a seconda della forma
giuridica prescelte
- grandi aziende e piccole e medie aziende, a seconda della
dimensione raggiunta
- aziende nazionali e multinazionali, a seconda
dell’estensione dell’attività
NB: azienda come fenomeno unitario («fatto produttivo»)
30
Una distinzione importante negli studi
economico-aziendali

Una distinzione che viene riconosciuta è fra:


- Le aziende che producono per il mercato che prendono il
nome di aziende di produzione o imprese, ossia svolgono
un insieme di operazioni e di scambi allo scopo di generare
nuovo valore (FIAT, Cucinelli, …)
- Le azienda di erogazione (o di consumo?) della ricchezza di
cui dispongono per il soddisfacimento diretto dei bisogni
(Stato, Comune, …, famiglia?)
Quali sono i possibili criteri di distinzione fra queste due
categorie?
31
Aziende di produzione (o imprese) e aziende di
erogazione: possibili criteri di distinzione

• Il fenomeno aziendale è unico


• ma varie sono le manifestazioni con cui concretamente le aziende
operano. Tre possibili criteri distintivi:
- l’attività (melius, la funzione) economica svolta
- lo scopo
- la destinazione (o meno) al mercato:
Ø aziende che producono per il mercato (A. di produzione o Imprese)

Ø aziende che producono per il consumo (A. di erogazione)

Quali sono le differenze?


32
Aziende di produzione (o imprese) e aziende di
erogazione: differenze
IMPRESE AZIENDE DI EROGAZIONE

• Svolgono processi di scambio con il • Svolgono processi di erogazione di


mercato ricchezza

• Tali processi conducono • Tali processi conducono


indirettamente alla soddisfazione di direttamente alla soddisfazione di
bisogni umani bisogni umani

• L’equilibrio è valutato come capacità • L’equilibrio è valutato in termini di


di creare nuova ricchezza economica opportunità di sopportare costi per
(sostenibile) certi benefici sociali

• Occorre remunerare il capitale • Non vi è la necessità di remunerare


apportato il capitale investito (dotazione) 33
Il soggetto giuridico e il soggetto
economico. Le forme societarie.
La corporate governance

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
- G. Cavazzoni (a cura di), Elementi di economia aziendale, Giappichelli,
Torino, 2003, pagg. 28-50
- Dispensa di aggiornamento normativo fornita dai docenti

35
L’azienda nel diritto italiano
Art. 2082 c.c. Imprenditore: E’ imprenditore chi esercita
professionalmente un’attività economica organizzata al fine della
produzione o dello scambio di beni o di servizi

Tre figure di imprenditore: commerciale (art. 2195 c.c.), piccolo


imprenditore (art. 2083 c.c.) e imprenditore agricolo (2135 c.c.)

Art. 2555 Azienda: L’azienda è il complesso dei beni organizzati


dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa

NB. Non viene definito cosa è «impresa»


36
Il soggetto giuridico

Soggetto nel nome del quale l’attività aziendale viene svolta e a


cui sono riferiti i diritti e i doveri inerenti all’attività

• E’ il titolare dell’azienda, che risponde con il patrimonio (a volte


anche personale) dell’obbligazioni assunte
• Può essere una persona fisica (che risponde anche con il
patrimonio personale) oppure una persona giuridica
• Persona giuridica: figura astratta cui la legge assegna una
rilevanza giuridica di fronte ai terzi
• La P.G. risponde con il “patrimonio” assegnatole da soggetti
persone fisiche (che così limitano la loro responsabilità
economica a quanto assegnato--)
• La P.G. deve avere un minimo di patrimonio
37
Il soggetto economico: due teorie
A) Classica (maggiormente seguita): colui o coloro (persone fisiche) che detengono
il comando
- pieno potere volitivo e strategico
- formula le scelte e indirizza le decisioni
NB: non sempre si identifica con il soggetto giuridico

B) Moderna (minoritaria): considera l’impresa come “centro di interessi” di vari


portatori di interesse (stakeholder) per il soggetto economico è rappresentato
da coloro nell’interesse dei quali le scelte aziendali vengono prese:
- proprietario/soci
- manager
- finanziatori
- clienti e fornitori
- pubblica amministrazione
- ……..
- collettività
NB: tutti questi soggetti (portatori di interesse o possono, a diverso titolo,
intervenire (direttamente o indirettamente) nelle decisioni aziendali
38
Soggetto economico e governance

Il tema della governance è legato alla separazione, in alcuni casi, fra soggetto
giuridico e soggetto economico
Si tratta di un sistema di garanzie
Due modelli
• Anglosassone (public company)
- separazione fra proprietà (SG) e manager (SE)
- i manager sottoposti al “controllo” del mercato
- massima trasparenza e informazione (garanzia)
- la proprietà approva o meno l’operato dei manager
• Tedesco/Italiano
- separazione fra soci di maggioranza (SG e SE) e di minoranza (SG)
- i soci di maggioranza nominano gli amministratori, che gestiscono
- il controllo (garanzia) dell’operato del SE viene affidato alla legge e a vari
soggetti 39
Le Società

La società (art. 2247 c.c.): è un contratto con cui due o più


persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in
comune di una attività economica, allo scopo di dividerne
gli utili

Elementi essenziali:
A) La pluralità di persone (eccezioni)
B) i conferimenti dei soci (capitale)
C) l’esercizio in comune di un’attività economica (mezzo)
D) la partecipazione agli utili (fine)

40
Le tipologie societarie

Le società
Attività commerciali Attività non commerciali
(piccolo imp., imp. agricolo)

1) Società di persone
Società
(S. in nome collettivo, s. in accomandita
semplice
semplice)
2) Società di capitali
(S. per azioni, S. a responsabilità limitata e
S. in accomandita per azioni)

41
La scelta della forma societaria

I principali motivi della scelta


A) la dimensione dell’attività
B) La necessità di capitali e risorse monetarie
C) La complessità organizzativa
D) L’assunzione dei rischi
E) Il carico tributario
F) …

42
Le società di persone

Si ricorre a questa forma societaria


• Per organizzazioni non troppo complesse
• Numero limitato di soci
• Partecipazione attiva dei soci all’attività
• Scarsa esigenza circolazione delle quote

Si ha una prevalenza dell’elemento personale rispetto a quello


patrimoniale

43
Le società di persone

Caratteristiche comuni
• Assenza di personalità giuridica
• Il soggetto giuridico sono i singoli soci (che assumono anche la veste
di norma di soggetto economico)
• Responsabilità illimitata dei soci (ognuno risponde con il proprio
patrimonio)
• Responsabilità solidale dei soci (ognuno risponde per l’intero)
• Autonomia patrimoniale imperfetta (dotate di un proprio capitale
con vincolo di destinazione)
• Diritto di escussione del patrimonio
• Non è obbligatorio pubblicare il bilancio ma redigerlo

44
Le società di persone (tipologie)

La società semplice (artt. 2251 – 2290): ha per oggetto attività


economiche non commerciali (attività agricole e artigianali)

La società in nome collettivo (artt. 2291 – 2312):


L’amministrazione spetta in modo congiunto o disgiunto a tutti i soci
Tutti i soci sono solidalmente e illimitatamente responsabili

Società in accomandita semplice (artt. 2313 – 2324):


Due categorie di soci:
Accomandatario: è l’amministratore ed è illimitatamente responsabile
Accomandante: risponde nei limiti della quota apportata
45
Le società di capitali
Caratteristiche comuni
• Hanno personalità giuridica
• Il soggetto giuridico è la stessa società
• Hanno autonomia patrimoniale perfetta
• Sono dotate di un minimo di capitale (apportato dai soci)
• I soci limitano la loro responsabilità a quanto apportato
• E’ prevista una organizzazione precisa (organi societari)
• Hanno l’obbligo di pubblicazione del bilancio (da cui si desume il patrimonio in
termini qualitativi e quantitativi a garanzia delle obbligazioni assunte)

Si ha una prevalenza dell’elemento patrimoniale rispetto a quello personale

46
La società per azioni (artt. 2325 – 2451 c.c.)

• Il capitale minimo è di € 50.000 (Legge 11.08.2014, n. 116)


• Il capitale è diviso in AZIONI
• Le azioni conferiscono uguali diritti (sono previste categorie
di azioni privilegiate)
• La costituzione avviene per atto pubblico
• Obbligo iscrizione nel registro delle imprese (pubblicità),
dove viene depositato il bilancio
• Possono essere emessi prestiti obbligazionari (forma di
finanziarsi senza ricorrere alle banche)

47
Organi della società per azioni
L’ASSEMBLEA DEI SOCI
• Organo collegiale deliberativo
• Due tipologie a seconda dell’oggetto e del quorum deliberativo:
• ordinarie (approvazione bilancio, nomina amministratori e del
collegio sindacale, ecc.)
• straordinarie (modifica atto costitutivo, operazioni straordinarie)

GLI AMMINISTRATORI
• Organo esecutivo e di rappresentanza giuridica
• Compete la gestione operativa della società
• Essi assumono una responsabilità nei confronti della società, dei soci e
dei terzi
• Può essere nominato un amministratore delegato o un comitato
esecutivo
48
Organi della società per azioni
IL COLLEGIO SINDACALE
• Organo collegiale (3 o 5 membri) e devono
- controllare l’amministrazione della società
- vigilare sull’osservanza della legge e atto costitutivo
- verificare l’adeguatezza del sistema amministrativo,
• Sono responsabili nei confronti della società per inadempienza, per
falsità e per omissioni …

REVISORE DEI CONTI


• E’ formato da un revisore contabile o da una società di revisione:
- verificare almeno ogni tre mesi la regolare tenuta della contabilità e la
corretta rilevazione dei fatti di gestione
- verificare il bilancio di esercizio e consolidato
- esprimere un giudizio sul bilancio
49
La società per azioni (artt. 2325 – 2451 c.c.)

MODELLI ORGANIZZATIVI E GOVERNANCE


• Modello Classico
Assemblea dei soci, Amministratori, Collegio sindacale, Revisore
• Modello dualistico
Consiglio di gestione (con funzioni amministrative e di gestione), Consiglio
di sorveglianza (con poteri di nomina dei membri del Consiglio di gestione e
di approvazione del bilancio e di controllo) Revisore
L’Assemblea dei soci pur prevista ha funzioni limitate (nomina Consiglio
di Sorveglianza)
• Modello monistico
Consiglio di amministrazione (con poteri di nomina dei membri del
Comitato di controllo), Comitato di controllo (organo interno al Consiglio
di amministrazione), Revisore
L’Assemblea dei soci pur prevista ha funzioni limitate (nomina il Consiglio
di amministrazione)
50
I modelli organizzativi: rappresentazione grafica

51
La scelta dei modelli di governance societaria nel
mondo

52
La scelta del modello: alcuni dati sul «capitalismo
familiare» italiano

Fonte: Relazione CONSOB 2018


La scelta del modello: alcuni dati sul «capitalismo
familiare» italiano

Fonte: Relazione CONSOB 2018


I modelli organizzativi: alcuni dati

55
La scelta del modello nelle società quotate:
dati 2018

Modello Modello Modello


Totale
monistico dualistico tradizionale

4 9 344 357

Fonte: ns. elaborazione su dati vari

56
La Società in Accomandita Per Azioni
(artt. 2452 – 2461 c.c.)

Due categorie di soci:


• Accomandatario: è l’amministratore ed è
illimitatamente responsabile
• Accomandante: risponde nei limiti della quota
apportata

Rinvio alle norme della società per azioni

57
La Società a Responsabilità Limitata
(artt. 2462 – 2496 c.c.)

Caratteristiche principali

a) Minimo di capitale di 10.000 €


b) Il capitale è diviso in quote (non sono titoli di credito),
trasferimento per atto pubblico o scrittura autenticata
c) Due organi (Assemblea e Amministratori)
d) Il Collegio sindacale non è più obbligatorio, tranne in
alcuni specifici casi (art.2477 c.c.)
e) SRLsemplificata – SRLcapitaleridotto (abrogata)

58
La Società Cooperativa
(artt. 2511 – 2545 c.c.)

Caratteristiche principali
a) Si costituisce per atto pubblico
b) Ha personalità giuridica
c) Ha finalità mutualistica
d) Non esiste un minimo di capitale, ma un minimo di
soci
e) Il capitale è variabile (porta aperta)
f) Ogni socio ha diritto ad un voto (democraticità)
g) Obbligo di pubblicazione del bilancio
h) Modelli organizzative SPA

59
Il sistema impresa
e le funzioni aziendali

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
- G. Cavazzoni (a cura di), Elementi di economia aziendale, Giappichelli,
Torino, 2003, pagg. 81-83, 91-113.

60
Il sistema di impresa

• L’impresa è un SISTEMA: è una combinazione di risorse


ricondotte a unità in relazione al fine da perseguire (creazione di
ricchezza)

Caratteristiche del sistema d’impresa:


SOCIALE: organismo di persone, istituzione del mondo civile
TELEOLOGICO: l’impresa non è un fenomeno spontaneo, ma è
creata dall’uomo per fini dell’uomo
APERTO: in continuo e vicendevole scambio con l’ambiente
DINAMICO: in continuo cambiamento e costante evoluzione

61
Le funzioni nel sistema di impresa

• L’impresa è un sistema organizzato


• È possibile nel sistema identificare alcune
fondamentali AREE FUNZIONALI che esprimono le
funzioni di qualsiasi impresa ossia che cosa fa di
norma una realtà imprenditoriale
1. Pianificazione, programmazione e controllo
2. Ricerca e sviluppo
3. Produzione
4. Marketing
5. Organizzazione del personale
6. Finanza
7. Sistema informativo
62
Pianificazione, programmazione e controllo

Obiettivo: Stabilire i fini da raggiungere, predisporre i mezzi e le risorse,


controllare l’effettivo raggiungimento

Pianificazione

• È un insieme di piani, riferiti al medio e lungo periodo, con cui si definisce e


si estrinseca la strategia di impresa
• Difficoltà a definire il concetto di strategia
• In maniera generale essa è intesa come “il tema unificatore che indirizza e
rende coerenti le decisioni adottate da un’organizzazione” (Grant, 1998)
• Ci sono indicatori che sintetizzano la sua efficacia quali: il ROA (la redditività
complessiva dell’impresa), il ROE (la redditività del capitale investito dai
proprietari), il ROI (la redditività dell’attività tipica dell’impresa)
• 63
La strategia e
l’orientamento strategico di fondo

• E’ l’identità profonda dell’impresa (missione)


• E’ un insieme di idee, atteggiamenti volti al concepimento
di una strategia
• O.S.F. è conoscibile solo quando viene data attuazione alla
strategia
• Per descrivere O.S.F. si considerano:
• Le coordinate spazio-temporali dell’impresa (DOVE)
• Le finalità reddituali, sociali e competitive (PERCHE’)
• I concetti di base che ispirano la gestione e l’organizzazione (COME)

64
Pianificazione, programmazione e controllo

Programmazione

• Si tratta di programmi attuativi delle scelte strategiche


• È di adattamento: i vincoli interni ed esterni non sono modificabili
• Lo strumento di cui ci si avvale è il budget
- permette di programmare l’attività di un anno
- consente un controllo continuo fra quanto preventivato
e quanto raggiunto (analisi scostamenti)

Controllo

• operativo: prima forma, confronto con dati standard


• direzionale: è collegato alla direzione e al management
• strategico: valuta le capacità di crescita dell’azienda
65
Ricerca & Sviluppo
Obiettivo
Incrementare le conoscenze per nuovi prodotti o processi,
sviluppando comportamenti innovativi e creando importanti risorse
culturali e professionali

Si può sviluppare una ricerca:


- di base: per nuove conoscenze utili per l’attività (Università)
- applicata: attuazione della ricerca in prodotti o processi

A tal fine ci si può avvalere:


- di una struttura interna
- di una struttura esterna (mirata per alcune azioni)

66
Produzione

Obiettivo. Scelta della tecnologia produttiva, grado di flessibilità e di


automazione e individuazione dei processi

Molteplici sono le fasi della produzione da gestire. In particolare:


- approvvigionamenti: ottimale quantità di acquisto
- fabbricazione: svolgimento secondo i programmi

Un sistema produttivo è tanto più efficiente nel ridurre i costi di


produzione quanto più è in grado di aumentare la produttività dei
fattori, a parità di prezzo

Produttività è misurata dalla quantità di beni ottenuti utilizzando un


certo fattore produttivo: Produttività = Q.beni/Q.fattore

67
Marketing
Obiettivo Gestire le relazioni impresa/ambiente, valutare i gusti dei
consumatori, individuare i potenziali clienti

Le strategie di marketing si basano su


- Target market: individuazione dei clienti potenziali e delle loro
aspettative
- Marketing mix: una politica che si basa su 4 leve
- Prodotto (qualità, fasi di vita, tipologia, assistenza …)
- Prezzo (conquista, scrematura …, tipo mercato …)
- Punti di vendita (contatto con il cliente …)
- Promozione e pubblicità (propaganda e sponsorizzazioni …)
68
Organizzazione del personale
Obiettivo: Gestire le risorse umane e definire la struttura
organizzativa, definendo organi e funzioni

Le variabili organizzative
Struttura

Organizzazione

Modelli
Stile di comando
organizzativi 69
La struttura organizzativa
Organi dell’impresa

• In senso verticale, gli organi evidenziano i rapporti di potere


fra gli stessi:
- organi volitivi, che hanno il potere decisione e deliberativo
- organi direttivi, con poteri di comando e di controllo
- organi operativi, con compiti meramente esecutivi

• In senso orizzontale, gli organi si distinguono in:


- organi di line
- organi staff, che hanno funzioni consultive

70
Gli stili di comando e di direzione

• In generale esistono due stili di direzione:


- Teoria X (uomo-macchina): uomo non ama il lavoro,
non vuole responsabilità, va comandato e
controllato
- Teoria Y coinvolgimento dei lavoratori, il lavoro
come fatto naturale dell’uomo

• Negli anni si sono sviluppate teorie organizzative:


- Gerarchica autoritaria (Taylor e Fayol)
- Motivazionale e relazionale (Mayo)

71
Modelli organizzativi

• Modello Gerarchico-Piramidale

O. Volitivo
Direttore
• Modello valido per le piccolissime imprese
generale
• Tutto è nelle mani del direttore generale
• Non vi è esercizio della delega
• Scarsa responsabilizzazione dei dipendenti
Capo-reparti
O. Direttivi

Operai O. Operativi

72
Modelli organizzativi

• Modello Funzionale
Direttore
Organi di staff
O. Volitivo generale

Dir.
Dir. Marketing Dir. Produzione Dir. Personale Dir. Finanza Amministrativo
O. Direttivi

Capo-reparto …. Capo-reparto

Operaio Operaio • Maggiore attenzione alle funzioni


O. Operativi • Buon livello di efficienza
• Scarsa efficacia: imprese multi-
prodotto
• Limiti di un ordine gerarchico
73
Modelli organizzativi

• Modello a matrice O. Volitivo


Direttore generale

i
tt iv
ire
.D Dir. Produzione Dir. Marketing Dir. Finanza Dir. Personale Dir. personale
O
Responsabile
Prodotto A

Responsabile
Prodotto B

O. Operativi • Maggiore attenzione alle singole produzioni


• Buon livello di efficienza e di efficacia
• Buona interrelazione fra responsabile prodotto e
direttori
• Scarso coordinamento fra responsabili prodotto
• Molto onerosa 74
Finanza
Obiettivo: Gestire il fattore denaro, in considerazione degli
investimenti e del ricorso al mercato dei prestiti

La gestione finanziaria si basa su più fasi:


- Previsione del fabbisogno finanziario, in base agli investimenti
e la velocità di monetizzazione degli stessi (equazione
finanziaria)
- Scelta della struttura finanziaria, in base alla durata degli
investimenti e al rapporto fra capitale che apportano i
proprietari e il capitale che può essere preso a prestito
(correlazione temporale fra impieghi e fonti)
- Controllo e governo delle liquidità, attraverso appositi budget
finanziari (equilibrio finanziario), che monitorino le capacità di
pagamento dell’impresa
75
Sistema informativo
Obiettivo: gestire le informazioni per mantenere le relazioni fra le varie
aree, fra l’azienda e l’ambiente. Distribuire le informazione a tutte le
aree funzionali

• Il flusso informativo ha un carattere circolare-aperto:


- dall’informazione alla decisione
- dalla decisione all’esecuzione
- dall’esecuzione al controllo
- dal controllo ad altre informazioni

• La comunicazione delle informazioni deve essere veloce, precisa e


completa (trade-off tra attendibilità e tempestività dell’informazione)
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NB: il limite è il costo dell’informazione

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