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D opo più di tre anni lascio la direzione della «Rivista Militare». È stata una bel-
lissima esperienza e il rammarico è grande.
La cultura militare è una parte fondamentale della cultura in generale ed è bene quin-
di che, come in tutte le società, venga coltivata e diffusa affinché la società stessa
cresca. Cultura militare significa un po’ tutto: sociologia, psicologia, storia, arte mi-
litare, e tanti altri aspetti che sono intimamente connessi con la vita militare stessa e
che hanno al centro l’«Uomo» inteso come elemento assoluto e imprescindibile del
nostro Esercito. Cultura non significa però assunzione asettica ancorché copiosa di
informazioni o di tecniche specifiche ma significa soprattutto partecipazione consa-
pevole e produttiva alla vita collettiva di una Istituzione, capacità di critica costrut-
tiva, innovazione creativa del pensiero nel «pensare» la società stessa, le relazioni
tra i suoi componenti, le tecniche e le procedure da adottare e i valori di cui la stessa
deve essere sostanziata, valori che, nel caso dell’Esercito, sono anche quelli tradizio-
nali da cui mai si deve prescindere pur con uno sguardo attento e profondo alla mo-
dernità e agli sviluppi creativi. Non bisogna poi dimenticare che cultura è soprattut-
to discussione franca, libera e leale, tesa a superare tesi e antitesi consolidate in sem-
pre superiori sintesi.
«Rivista Militare» ha sempre cercato di realizzare, anche attraverso l’esplorazione
incisiva sul campo di tutti gli aspetti della vita militare e della vita civile, questo ti-
po di cultura e diffonderlo nell’Esercito e al di fuori di esso collegandosi alle più di-
sparate realtà nazionali e ad ogni ambito di attività, da quello strettamente tecnico e
tecnologico a quello più propriamente manageriale. Risalto particolare è stato dato
alle attività altamente meritorie che tutti i nostri militari, donne o uomini, svolgono
nei teatri operativi esteri e anche sul territorio nazionale, perché è necessario che le
fatiche e il lavoro, senza voler fare retorica, dei nostri militari siano valutati e ap-
prezzati da tutti e da noi stessi in primo luogo. Lavoro e attività che non sono e mai
devono essere fini a se stessi ma sempre al servizio della collettività. Lo dimostrano i
nostri soldati quando, pur in condizioni difficili, si prodigano a favore delle popola-
zioni senza peraltro mai perdere di vista l’efficacia e l’efficienza che, come militari,
devono mantenere anche quando le situazioni sul terreno impongono una condotta
forte. «Rivista Militare» è, quindi, anche un «trait d’union» tra l’Esercito e la società
civile perché esso è parte integrante e imprescindibile della società stessa.
Non è necessario fare bilanci, perché l’unico vero bilancio è nella passione e nell’in-
telligenza con le quali si affrontano le situazioni e le sfide del futuro: nei miei colla-
boratori non sono mai mancate; ho trovato un team eccezionale di militari e civili
desiderosi di condividere e di realizzare questo progetto culturale di ampio respiro.
Importante è stato altresì l’apporto sempre positivo, costruttivo e interessato, a vol-
te anche critico, dei lettori che sono anch’essi parte integrante del tessuto culturale
della nostra Rivista e che auspico possano dare anche in futuro il loro attento contri-
buto. Diffondere cultura e far partecipare è l’essenza della Rivista in modo tale che i
valori tradizionali e le opinioni mature consolidate degli anziani, la voglia di nuovo
e l’energia creatrice dei giovani, possano fondersi in un «unicum» potente in grado di
dare sempre nuova linfa vitale al nostro amato Esercito.
Al mio successore Colonnello Francesco Paolo D’Emilio, che mi onoro di avere come
amico da tantissimi anni e di cui ben conosco le altissime doti di professionalità e
cultura, auguro ogni fortuna in questa nuova sfida e al personale della Rivista, che
ringrazio con profondo affetto, di conseguire come sempre brillanti risultati.
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Libreria Rivista Militare
Il nostro indirizzo e-mail
è il seguente
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Domenico Spoliti, Stefano Massaro, Claudio
Angelini, Lorenzo Nacca, Annarita Laurenzi,
Marcello Ciriminna, Lia Nardella Flavio Russo - Ferruccio Russo
Grafica TECHNE
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Addetti: Franco De Santis, Carlo Livoli, tecnologica. L’età medievale
Gabriele Giommetti, Giosuè Parolisi, Stefano
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Sommario n.3/2011 luglio-agosto-settembre
82 La Divisione di Fanteria
«Acqui» sull’isola
di Cefalonia
di Giuseppe Fernando Musillo
20 I presupposti storici
della NATO
di Stefano Angeloni
Rubriche
102 Approfondimenti
in copertina
28 L’Ufficiale di collegamento
nelle operazioni fuori area
di Riccardo Caimmi
42 Il Servizio di Vigilanza
d’Area
di Francesco Patrone
www.esercito.difesa.it
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2 GIUGNO 2011
CELEBRATA LA FESTA DELLA REPUBBLICA
n. 3 - 2011 5
LA CINA
E IL GRANDE GIOCO
Sopra.
I primi dieci importatori di petrolio nel 2010
(EIA).
A destra.
Dalla base kirghiza di Manas ogni mese
passano oltre 15 000 uomini in transito
verso l’Afghanistan (DoD).
LA SICUREZZA
A fronte della sua ricchezza ener- diffusione dell’Islam radicale. presenza militare USA in Asia Cen-
getica, l’Asia Centrale presenta tut- Per questo insieme di ragioni, nel trale costituisce un argine all’inte-
ta una serie di problematiche stra- 1996, è stata creata l’Organizzazione gralismo islamico e un disimpegno
tegiche che, se possibile, ne incre- per la Cooperazione di Shangai dalla regione provocherebbe gravi
mentano ulteriormente l’importan- (SCO), di cui la Cina fa parte assie- conseguenze ai fini della stabilità
za. Anche se l’Asia Centrale ex so- me a Russia, Kazakistan, Kirghizi- dell’area. E a risentirne per prime
vietica non è stata coinvolta nei stan, Tajikistan e, dal 2001, Uzbeki- sarebbero le stesse Russia e Cina.
conflitti armati del vicino Caucaso, stan. In particolare, l’Organizzazio- In generale, per la Cina il radicali-
esistono numerose fonti di conflitto ne si prefigge di incrementare la smo islamico è un problema di pri-
e instabilità di diversa natura: i cooperazione tra i Paesi membri mo piano tanto quanto lo è per Rus-
conflitti etnici, la generale instabili- nella lotta al terrorismo, al separati- sia e Stati Uniti, a causa della conti-
tà politica, come dimostrato, non smo e all’estremismo religioso; pro- guità tra l’Asia Centrale e la regione
ultima, dalla crisi kirghiza della muovere gli scambi commerciali e dello Xinjiang.
primavera 2010, e lo sviluppo e la agevolare la cooperazione nel setto- L’Islam dell’Asia Centrale, inizial-
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I PRESUPPOSTI
STORICI
DELLA NATO
L’Alleanza atlantica è stata un grosso successo della connessione fra di-
plomazia e militari, creando una mentalità comune nel campo della dife-
sa e della sicurezza. Ha permesso agli europei di sentirsi sicuri e agli Sta-
ti Uniti di avere appoggi in Europa. Ma, soprattutto, ha consentito di
creare una comunità di difesa che altrimenti non sarebbe stata possibile.
anni dopo diventerà la NATO, con zia, sulle libertà individuali e sulla pre- Il Presidente degli Stati Uniti Harry S.
tre o quattro obiettivi. Le caratteri- minenza del diritto». L’articolo 2, poi, Truman firma il Patto di alleanza della NA-
TO nel 1949.
stiche di questa alleanza sono essen- afferma: «rafforzare le loro libere istitu-
zialmente tre, si tratta innanzitutto zioni, favorire una migliore comprensio-
di un’alleanza di valori, cioè i Paesi ne dei principi». Un’alleanza di valo-
che ne fanno parte: «si dicono deter- ri, quindi, sui quali si fondava la un’alleanza militare difensiva. Non
minati a salvaguardare le libertà dei po- Carta Atlantica della Seconda guer- a caso nell’articolo 5 si legge che l’at-
poli, il loro comune retaggio e la loro ci- ra mondiale, cioè quelli della demo- tacco armato contro uno dei Paesi
viltà, fondati sui principi della democra- crazia e della libertà. Ma è anche membri: «sarà considerato come un at-
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dubbiamente utile, l’arma nucleare del out of area, ovvero, permettere proteggendo le infrastrutture criti-
ha cambiato la strategia militare ge- alla NATO di agire fuori dall’area che, nonché le linee di comunicazio-
nerale; essa imponeva il controllo prevista dal trattato e ciò si realizza ne che consentono i traffici energeti-
degli armamenti, era importante negli anni Novanta in Jugoslavia. ci. Agisce in Libia come braccio ar-
per l’equilibrio, ma era anche neces- Non si tratta in questo caso di com- mato di una comunità di Stati che
sario controllarla in qualche manie- battere un nemico, bensì di interve- sono espressione della comunità in-
ra. Quindi una serie di accordi di nire per ragioni umanitarie, di stabi- ternazionale essendo l’azione intra-
disarmo iniziati nel 1963 che culmi- lità e di difesa dei diritti umani. presa su mandato delle Nazioni Uni-
nano nel 1987 con l’eliminazione di La NATO è ormai l’unica organizza- te. La sua azione si estende, dunque,
alcuni tipi di missili fino ai successi-
vi anni Novanta quando, nel muta-
to quadro strategico, sarà possibile
realizzare nuovi trattati. Ma duran-
te questo periodo, sul piano euro-
peo, il processo antecedente al 1989
portava anche a un controllo delle
Forze Armate, con successive tappe
che consistono in vari tentativi di
accordo fino ad un punto negli anni
Ottanta, quello del controllo e l’in-
dicazione di un tetto di armamenti
per le singole zone europee. Si com-
prende, quindi, che queste intese
atlantiche hanno dietro una serie di
accordi strategici nucleari fra le due
superpotenze, ma anche quelli di li-
mitazione e controllo delle forze
convenzionali in Europa. A questo
punto, è chiaro che le successive
Partnership for Peace, non nascono
da un terreno di contrasto e di ini-
micizia, ma da uno scenario che era
già stato preparato da una serie di
evoluzioni negli anni Settanta, quel- zione al mondo in grado di proietta- Il meeting dei Ministri della Difesa dei
le che vanno sotto il nome della Di- re, alternare e sostenere consistenti Paesi NATO a Bruxelles, 8-9 giugno 2011.
stensione. Bisogna anche aggiunge- forze multinazionali, di operare con
re che la NATO ha una struttura efficacia per estesi periodi di tempo e
molto interessante dal punto di vi- di adattarsi con grande flessibilità a ben al di là di quella che può essere
sta organizzativo. È distribuita in cambiare in corsa la missione. Con configurata come un’alleanza tra
Comandi regionali, i quali dividono l’assunzione della responsabilità del- Eserciti contro un nemico, divenen-
il fronte in vari segmenti, a ognuno la missione ISAF in Afghanistan, ha do in realtà una organizzazione della
dei quali corrisponde un Coman- incorporato definitivamente il con- sicurezza nel senso più ampio della
dante e in cui vi è però la collabora- cetto di «fuori area», cioè la possibili- parola. Il suo grande merito è stato
zione di tutti i rappresentanti dei tà di intervento in operazioni di pea- connettere azione politica e azione
vari Stati membri. cekeeping e di assistenza allo State militare e aver creato una mentalità
Se nel 1951, l’area di competenza building oltre che di combattimento comune nel campo della difesa e del-
della NATO veniva indicata dalla in Paesi lontani dai confini europei. la sicurezza. L’alleanza è utile so-
linea Sigfrido, cioè difendere l’Euro- Il Nuovo Concetto Strategico appro- prattutto oggi all’Europa per sentirsi
pa contro il nemico dell’est, con il vato durante il summit di Lisbona, ri- più sicura e sviluppare ulteriormen-
1991 si pone il problema di esporta- lancia il significato dell’articolo 5 sul- te una comunità di difesa che altri-
re la stabilità. Va benissimo fare la la difesa collettiva, estendendone la menti non sarebbe stata possibile.
Partnership for Peace, ma ci si do- portata alla minaccia missilistica,
manda dove intervenire concreta- quella del cyberwarfare e naturalmen- Stefano Angeloni
mente. Contro chi e come sul piano te quella terroristica. Svolge un ruolo Capitano, in servizio presso
militare. Si pone allora il problema anche nella sicurezza energetica, la Scuola Lingue Estere dell’Esercito
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DALLO SCUDO
SPAZIALE
ALLA DIFESA
ANTIMISSILI
Se si ripercorre la storia degli eventi che hanno caratterizzato i tentativi
statunitensi di schierare un sistema di difesa antimissile ci si accorge che
esiste un evidente filo rosso che li collega tutti tra loro: sia nelle motiva-
zioni portate per giustificare le considerevoli risorse industriali, scienti-
fiche, manageriali e organizzative dedicate fin ora, sia negli altrettanto
enormi costi di ogni programma.
Quando alla fine del 2000 l’Ammi- no dai media e dalla stampa specia-
nistrazione americana annunciò di lizzata. Significavano, in primo
voler intraprendere un progetto di luogo, che la prospettiva della
difesa antimissili balistici, di cui Guerra nucleare, nata nell’estate
l’antesignano è stato lo «Scudo spa- 1945 con le bombe americane su
ziale» varato dal Presidente Ronald Hiroshima e Nagasaki, era entrata
Reagan nei primi anni Ottanta, le nella parabola discendente, sia
reazioni furono molteplici e contra- perché l’arma nucleare è sempre
stanti, ma un nuovo percorso era meno un fattore di potenza esclu-
iniziato. sivo a tutto vantaggio delle super-
Nonostante il poco felice esito di ta- potenze, sia perché la Guerra nu-
luni esperimenti compiuti nel primo cleare sta cedendo gradualmente
semestre dello stesso anno, nel mag- ma continuamente terreno alla
gio 2001 il Presidente George W. Guerra spaziale. Quest’ultima è
Bush si dichiarò disposto a una con- iniziata sin dal 1942 con il lancio
sistente riduzione delle testate nu- contro l’Inghilterra dei primi razzi
cleari, del sovrabbondante arsenale V-1 e V-2 tedeschi concepiti come
accumulato durante la Guerra fred- arma di «rappresaglia» in risposta
da, in cambio dell’abrogazione di ai bombardamenti Alleati e come
comune accordo con la Federazione mezzi sostitutivi, fin da allora, di
Russa del Trattato ABM (Anti-Balli- un’aviazione strategica che la Ger-
stic Missile) del 1972 che, vietando i mania non possedeva.
sistemi antimissile, assicurava il
pieno funzionamento del meccani-
smo di dissuasione, con la mutua GLI SVILUPPI STATUNITENSI far valere appieno la loro superio-
distruzione assicurata (MAD) dai rità tecnologica e le massicce risor-
contrapposti missili intercontinenta- Superpotenza globale già con l’in- se industriali profuse. Del resto, se
li in caso di «Guerra calda». contrastato dominio del mare e si pone mente all’importanza dei
Questi avvenimenti ebbero un si- dell’aria, gli Stati Uniti intendeva- satelliti nella guerra di oggi (com-
gnificato teorico profondo, e si può no, evidentemente, fare dello spa- presa la guerra aerea) e al crescen-
dire quasi epocale, che non sem- zio un nuovo terreno di conquista te potere sostitutivo dimostrato
bra, all’inizio, sia stato colto appie- e di sfida per i loro avversari, dove dai missili tipo Cruise/Tomahawk ri-
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spetto al mezzo aereo, si deve am- 1910 propose la rinuncia concorda- Il fungo atomico, frutto di un esperimento
mettere che si tratta di un’escala- ta alla guerra nell’aria da parte di nucleare.
tion praticamente inevitabile. Non tutti gli Stati: si sa come è finita.
è mai avvenuto che una tecnologia Nella fattispecie, le armi spaziali
suscettibile di impiego militare sia possono fare a meno sia delle testa- andarci piano. Da sempre un’arma
stata accantonata. Pochi ricordano te nucleari che dei mezzi aerei. Stia- moderna non cancella quelle anti-
che lo stesso Generale Giulio Dou- mo assistendo, dunque, a una rivo- che, e con esse convive per lungo
het, profeta dell’Arma aerea, nel luzione dello spazio? Qui bisogna tempo. Dominare lo spazio e con-
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Un sistema d’arma missilistico antimissile «assoluta», decisiva. In fondo, l’at- (cosa non sempre e non interamen-
«Patriot». tuale difesa antimissili balistici, non te possibile).
è che l’ultima espressione di una li- A parte questo, si deve prendere at-
nea di tendenza inaugurata da seco- to di una realtà tecnico-militare
tenderne il dominio, non basta; bi- li dall’Inghilterra che, con forze ma- sempre più evidente: diversamente
sogna essere in grado anche di do- rittime (e poi anche aeree) costante- da quelle aeree, le tecnologie missi-
minare l’aria, il mare e la terra. Non mente dominanti sia per quantità listiche e nucleari sono sempre più
è detto che nei conflitti del futuro il che per qualità, ha inteso sostituire alla portata anche di Paesi indu-
dominio dello spazio assicuri la vit- il più possibile i grossi Eserciti e le strialmente poco sviluppati, che
toria; rappresenta, invece, solo una sanguinose battaglie terrestri. hanno parecchi motivi per essere
premessa ad essa. Già all’epoca del- ostili all’Occidente e, in particolare,
lo Scudo spaziale, poi, occorreva agli Stati Uniti. Ciononostante, il
porsi un interrogativo: vi potranno CONCLUSIONI nuovo programma americano anti-
essere o meno contromisure per balistico è stato accolto agli inizi
neutralizzarlo almeno parzialmen- Non c’è dubbio che, oggi, gli Stati con una certa freddezza dagli Al-
te? Se anche pochi missili riusciran- Uniti, così come l’intero Occidente, leati, che solo oggi ne condividono
no a superare ugualmente la barrie- tendono a sostituire le fanterie con appieno gli intenti. Ora finalmente
ra, la sua efficacia reale sarà molto le tecnologie più avanzate: quanto si può proseguire su una strada co-
ridotta; e, finora, a un’arma, anche detto sinora non è che l’ultima mune in cui l’Europa deve fare una
alle armi «assolute», si è sempre tro- espressione di una linea di tenden- cosa sola apparentemente semplice:
vato il modo di contrapporne altre za insopprimibile, perché dettata mettere insieme le risorse occorren-
in grado di attenuarne in varia mi- da esigenze politico-sociali, che im- ti per realizzare quella politica di
sura l’efficacia. pongono all’Occidente di evitare le difesa antimissile comune. Il van-
Sarebbe, dunque, un errore applica- perdite che comportano i combatti- taggio derivante dal rapporto tra si-
re a priori allo spazio assiomi dou- menti terrestri di stile classico, so- stemi di difesa contro i missili a
hetiani sull’aviazione come arma stituendo l’uomo con la macchina corto e a lungo raggio è stato ben
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Luigi Robello
Tenente Colonnello,
in servizio presso
il 1° reggimento AVES «Antares»
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COLLEGAMENTO
bertà - che nel 1870, durante la guer-
ra franco-prussiana, collegò la Le-
gione Garibaldina con l’Esercito
NELLE OPERAZIONI
Francese ed Erwin Rommel che, nel
grado di Colonnello, prima della Se-
conda guerra mondiale, fu Ufficiale
di collegamento tra l’Esercito Tede-
L’UFFICIALE DI COLLEGAMENTO lo specifico obiettivo delle operazio- Baghdad (Iraq), 30 aprile 2011: il DCOS
NELLE OPERAZIONI ni. Se impiegato nel mantenimento OPS iracheno sGen Aboud con il Vice Co-
mandante NTM-I Generale di Divisione
dei contatti con il Governo locale o Claudio Angelelli nel corso dell’incontro or-
Le principali operazioni svolte negli nazionale e dei suoi apparati, l’azio- ganizzato dall’LNO.
ultimi due decenni fuori dal territo- ne dell’LNO perseguirà invece il fine
rio nazionale hanno comportato l’in- d’instaurare e mantenere un amiche-
serimento di assetti del nostro Eserci- vole e fruttuoso rapporto tra il Co- professional per un Ufficiale che debba
to in dispositivi multinazionali ope- mandante della coalizione/alleanza svolgere questo incarico in ambito
ranti in aree vaste: in tali situazioni, ai cui ordini opera, e i vertici di que- NATO. Qualora l’LNO debba opera-
le necessità di coordinamento assu- ste realtà; compito non agevole, dac- re a livello di vertice in realtà istitu-
mono, ovviamente, una rilevanza chè le autorità politiche locali sono zionali del Paese che ospita la missio-
particolare, tanto più che gli elementi fortemente condizionate dai senti- ne, gli sarà chiesto anche un livello
da collegare sono tanto all’interno al- menti e dalle tendenze politiche di basico di conoscenza della lingua
la coalizione/alleanza, che all’esterno popolazioni fortemente influenzabili, parlata nella Host Nation (sovente
di essa. In questi casi, la scelta di im- nelle quali la componente religiosa e l’arabo o il persiano).
piegare un Ufficiale di collegamento tribale esercita un importante ruolo. Il ciclo di studi prevede un back-
entro la componente militare privile- Da quanto detto emerge che il grado, ground coerente al grado delle re-
gerà il suo utilizzo professionale, le specifiche conoscenze e le capacità sponsabilità attribuite: un Ufficiale
mentre il suo impiego verso l’ester- di un LNO devono essere attagliate di collegamento a livello Brigata do-
no, nei rapporti con il Governo loca- al compito che è chiamato a svolgere. vrà ad esempio aver frequentato la
le, le Organizzazioni internazionali e In ambito NATO le job descriptions Scuola di Guerra, quello impiegato
30 Rivista Militare
presso un Comando sovraordinato curricula del personale selezionato questa importante figura dalla qua-
il titolo ISSMI (Senior Staff College risultano essere esattamente specu- le dipende il coordinamento del-
nazionale o NATO): entrambi do- lari al profilo tracciato nelle specifi- l’unità: al riguardo sarà il Coman-
vranno poi possedere adeguate che schede. D’altro canto il tempo dante stesso a dare le opportune in-
esperienze di staff e un’adeguata per maturare esperienza non man- dicazioni. Al contrario di quanto si
esperienza in ambito internazionale. ca, dato che in questa tipologia d’in- potrebbe pensare, in teatro operati-
Nel caso in cui l’Ufficiale sia chia- carico il periodo d’impiego varia da vo l’Ufficiale di collegamento non è
mato a fungere da liaison ai più alti un minimo di sei mesi ad un anno. una figura statica: oltre ad agire nel-
livelli governativi (Ministero della Chiariti questi aspetti, dobbiamo l’ambito della realtà presso la quale
Difesa per l’Esercito, Marina e Ae- ora collocare il Liaison Officer: di è distaccato (che non sempre coinci-
ronautica, Ministero degli Interni massima questo Ufficiale, al pari del de con il Comando del suo diretto
per i Carabinieri) sono richieste an- Political Advisor, del Public Informa- superiore), in funzione di specifiche
che spiccate doti comunicative, rela- tion Officer, del Legal Advisor e del esigenze può infatti essere chiamato
zionali e l’esperienza necessaria per resposabile del Joint Visiters Boureu a far parte di nuclei tattici mobili e
agire in qualità di Mentor/Advisor. (la presenza o meno di queste ed al- sommare altre funzioni, ad esempio
Non basta, nelle job descriptions, in tre figure nel Personal Staff varia in quella di Advisor. Nei due esempi
funzione dello specifico incarico, so- funzione del livello dell’unità e del che seguono, riferiti il primo al tea-
no anche indicate una serie di quali- tipo di missione) è organicamente tro operativo afghano ed il secondo
fiche auspicabili, che possono com- inserito nel Personal Staff del Co- a quello iracheno, cercheremo di
prendere esperienze di staff a livello mandante. Ciò in quanto l’LNO de- chiarire anche questi aspetti.
operativo (Army, Joint,...), laurea mi- ve affrontare problematiche che, in
litare o civile, un background a livel- linea di principio, è opportuno sia-
lo strategico o politico militare ed no trattate direttamente con il Co- AFGHANISTAN, PRT:
altro. Quello tracciato dalle job de- mandante, senza che le stesse deb- L’UFFICIALE DI COLLEGAMENTO
scriptions è chiaramente il profilo bano subire i processi decisionali GOVERNANCE
del candidato ideale, o meglio anco- tradizionalmente afferenti alle di-
ra «virtuale», perchè, a parte alcuni verse aree dello Stato Maggiore di Il cospicuo numero di forze multi-
imprescindibili requisiti (grado, co- un’unità. Sebbene la linea gerarchi- nazionali operanti nel teatro opera-
noscenza della lingua inglese, con- ca non lo connetta al Capo di Stato tivo afghano in ambito ISAF ha reso
creta esperienza pregressa in conte- Maggiore, l’LNO deve però conferi- necessaria la previsione di Liaison
sti internazionali,...) difficilmente i re importanza all’interazione con Officers operanti sia nel contesto mi-
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che il contatto con il Prosecutor De- inserirsi nel circuito dei meeting che del Comandante della missione ad-
partment, che non dipendente dal caratterizza l’ambiente internaziona- destrativa della NATO (COM NTM-
Governo provinciale, ma dal Prose- le, stringere buoni rapporti personali I), il Vice Comandante per l’Adviso-
cutor Office di Kabul: Maria Bashir, e sfruttare con intelligenza le oppor- ring & Training delle United States
Pubblico Ministero di Herat, è un tunità che gli si presentano. Le infor- Force Iraq (USF-I), un Generale di
magistrato in «prima linea» che mazioni che potrà ricavare saranno Corpo d’Armata (LTG); in realtà,
esercita il suo incarico in una realtà molto utili ad integrare o verificare i stante il fatto che per i contatti mini-
pericolosa, dove i magistrati di al- dati raccolti tramite i Capi diparti- steriali COM NTM-I utilizza l’US
cune sub-Corti distrettuali, quali mento. È consigliata poi la partecipa- staff, egli agisce alle dipendenze del
Pastun Zargun, in passato hanno zione agli eventi sociali condivisi dal- DCOM, attualmente un Generale di
dovuto spostare l’Ufficio nel capo- la popolazione, quali la giornata di Divisione italiano, che, grazie al-
luogo, per carenza delle condizioni glorificazione degli insegnanti e la l’ampio spazio di manovra attribui-
minime di sicurezza nelle loro sedi. giornata universale della madre, togli, può essere considerato l’ele-
L’Ufficiale di collegamento gover- mentre sussiste la necessità d’inco- mento propulsore della missione
nance deve dunque cercare di cono- raggiarne altri, ad esempio le riunio- stessa. Il suo Ufficiale di collega-
scere la realtà di ogni settore e co- ni delle donne candidate al Consiglio mento presso il Ministero della Dife-
municare per via gerarchica il ri- provinciale di Herat. In tali occasioni sa opera sia al fine di mantenere e
sultato delle sue verifiche in perio- all’LNO, in quanto rappresentante sviluppare le relazioni lavorative tra
dici e meticolosi rapporti sulla si- del Comandante del PRT, sarà riser- il Ministero e l’HQ di NTM-I, che di
tuazione nella municipalità e nei vato il posto degli ospiti di riguardo. assicurare coerenza tra i piani e le ri-
distretti. Verificare la situazione ol- Vivere a diretto contatto con la realtà chieste ministeriali, compito, que-
tre la cintura composta dai distretti sociale afghana è un’esperienza di vi- st’ultimo, legato all’advisoring. Que-
di Zinda Jan, Jingil, Karuk e Guza- ta in grado di rimuovere molti pre- sta funzione consiste nel conoscere,
ra, adiacenti alla municipalità di concetti ed aiutare a conoscere e ri- supportare e consigliare i key leaders
Herat non è però cosa agevole. spettare una visione della vita diver- presso i quali si opera, cercando di
L’intera provincia ha un’estensione sa dalla nostra, nella quale coesistono far sì che le scelte da essi intraprese
di 54 778 kmq (equivalente a metà ancora una dimensione spirituale e risultino coerenti alle finalità degli
dell’Italia del Nord) e per raggiun- semplici regole condivise: una riu- accordi sottoscritti dal Governo del-
gere Chest e Charif, Obe, Farsi o al- nione, ad esempio, inizierà sempre l’Iraq e dall’Alleanza Atlantica. Per
tri lontani distretti va pianificata con tutti i partecipanti in piedi, la re- l’Advisor e Ufficiale di collegamento
una vera e propria operazione mili- cita di una breve preghiera e il suono presso il Ministero della Difesa
tare terrestre, con tanto di force pro- dell’inno nazionale. La barbarie dei (MoD) si tratta dunque di agevolare
tection e assetti specialistici. Per terroristi, l’inusitata violenza della gli sforzi del COM e del DCOM nel
avere un diretto riscontro sullo sta- malavita e l’estrema povertà sono perseguire un compito strategico, in
to della giustizia e delle carceri nel mali che questo dignitoso popolo quanto altre figure operano l’adviso-
distretto di Gurian, al confine con non merita e che, con il nostro aiuto, ring a livello operativo o con funzio-
l’Iran, è stato ad esempio necessa- sta cercando di debellare. ni d’istruttore a livello tattico. Poi-
rio accorpare questa esigenza a ché a causa dello stallo politico i po-
quella del personale CIMIC, inte- teri del Ministro della Difesa del-
ressato alla verifica dello stato IRAQ, NTM-I: L’UFFICIALE DI l’Iraq sono stati assunti, ad interim,
d’avanzamento dei lavori di alcuni COLLEGAMENTO PRESSO dal Primo Ministro, l’Ufficiale di col-
progetti, e aggregarsi al dispositivo IL MINISTERO DELLA DIFESA legamento svolge le sue funzioni
che trasportava il Comandante ad presso gli stakeolders del Ministero e
un incontro con il Sub-governatore. La NATO Training Mission - Iraq, in particolare presso il Training Se-
Per aggiornare i molti dati richiesti missione che dal 2004 contribuisce cretary. È suo dovere preparare i tal-
talvolta ci si avvale, di necessità, all’addestramento delle Iraqi Security king points per i periodici incontri
del solo personale in grado di effet- Forces (ISF) e contribuisce allo svi- del Vice Comandante NTM-I con il
tuare le verifiche, in quanto già sul luppo della dottrina, ha un suo Liai- Capo di Stato Maggiore (CoS) della
posto: i carabinieri di Adraskan e le son Officer & Advisor Training presso difesa iracheno ed altri alti Ufficiali,
task forces, ma anche UNAMA, con il Ministero della Difesa dell’Iraq, quali i suoi delegati per le operazio-
il cui Civil Affairs Officier (Istitutio- una posizione nazionale che preve- ni (DCoS Ops), la logistica (DcoS
nal Development & Governance Offi- de l’impiego di un Ufficiale di rango Log), i Comandanti delle Forze Ter-
ce) è opportuno tenere i rapporti. OF5 (sigla che in ambito NATO restri, dell’Air Force, dell’Aviation e il
A questo proposito bisogna ricordare identifica un Colonnello). Tale Uffi- Segretario Generale. L’Ufficio del-
che il Liaison Officer governance deve ciale è posto alle dirette dipendenze l’Adv & LNO è presso il Training Se-
n. 3 - 2011 33
ETICA MILITARE
E VALORI ETICI
La sempre più pressante richiesta di intervento oltremare rivolta alle poiché servire in armi il proprio
Forze Armate italiane rende oggi il dibattito etico-militare tema di forte Paese significa porsi rispetto al co-
attualità sia nel contesto organizzativo che nel più ampio ambito sociale. mune cittadino in una singolare po-
L’apprezzato contributo internazionalmente riconosciuto ai nostri solda- sizione che presuppone una forte
ti impegnati nelle varie aree di crisi nella ricostruzione delle Istituzioni motivazione interiore (2) e l’adesio-
democratiche ha rievocato, infatti, taluni valori suscitando il vivo inte- ne a un sistema di valori che sottin-
resse dell’opinione pubblica. tende, se necessario, in virtù del
giuramento prestato, anche il sacri-
ficio della propria vita.
L’ETICA MILITARE l’idea stessa di etica militare si co- L’etica militare è perciò il codice di
niuga. comportamento dei militari, un si-
L’etica (dal greco ethos che signifi- In Italia la condizione militare è pro- stema di valori che regola la condot-
ca abitudine, uso, consuetudine, pria di quei cittadini che, animati da ta pubblica e privata del militare e
costume) (1) si presenta come la ideali di solidarietà verso la colletti- ne ispira validi modelli comporta-
scienza filosofica volta all’analisi vità nazionale, si impegnano a ga- mentali.
del comportamento umano che rantire la difesa dei confini, a salva- La professione militare appare
permette di discernere gli atteggia- guardare le libere Istituzioni e a for- quindi più complessa di ogni altra
menti legittimi da quelli ritenuti nire soccorso in caso di pubbliche ca- per lo stile di vita che essa implica e
moralmente censurabili. Mutuare lamità, accettando regole e modi di nel quale si possono ravvisare due
il concetto generale di etica alla re- essere di una professione che impo- componenti portanti: un aspetto
altà militare, pervenendo alla defi- ne l’incondizionata accettazione di tecnico-professionale che, come tut-
nizione di etica militare, presuppo- un peculiare codice deontologico. te le professioni, può essere appreso
ne introdurre un’altra nozione, Il concetto di condizione militare, e un aspetto psicologico-sentimen-
quella di condizione militare a cui delinea, così, qualcosa di esclusivo, tale basato sull’adesione a uno spe-
n. 3 - 2011 35
cifico ordinamento che prevede, tra continuano in ogni modo a distin- Nel corso della storia molti studio-
l’altro, limiti all’esercizio di taluni guersi da quelli privatistici di una si si sono imbattuti nel ricercare i
diritti fondamentali del dettato co- società fondata sul mercato. Tale di- principi caratterizzanti la condi-
stituzionale (3). versità ha permesso di evitare che zione militare, pervenendo a «cata-
La ricerca di valori a cui ispirare la l’apparato militare, parte del Siste- loghi» talvolta sovrapponibili, nei
propria azione non è riconducibile ma Paese, fosse assorbito dal più quali è possibile riconoscere in ma-
36 Rivista Militare
niera ricorrente i tre aspetti della co-culturali, presentano talune aree revole, grazie soprattutto al volume
militarità: comuni attestando l’esistenza di di eventi che hanno interessato le
• romantico: sentimento di solida- certi valori generali sui quali po- Forze Armate italiane e alla valenza
rietà verso la società; trebbe essere ipotizzata la definizio- dei risultati conseguiti all’estero e in
• socio-politico: impegno nel ga- ne di un codice deontologico uni- Patria a sostegno della pace, ovvero
rantire la difesa esterna, la salva- versale (tabella 1). a supporto di altre Istituzioni per la
guardia delle libere istituzioni In Italia, nel secondo dopoguerra si tutela e la sicurezza della collettività
ed il soccorso in caso di pubbli- è assistito ad un progressivo inde- nazionale. Oggigiorno, grazie al ri-
che calamità; bolimento delle convinzione etiche trovato vigore delle nostre Forze
• elitario: consapevole accettazio- che ha lasciato spazio ad un solco Armate, si è tornato a parlare del
ne dei vincoli della condizione sempre più esteso tra realtà militare valor patrio e di questo si è avuto ri-
militare. e società civile. prova durante le recenti celebrazio-
Anche a livello sovranazionale il ra- Il dopo guerra è stato, infatti, con- ni per il 150° anniversario dell’Unità
gionamento etico-militare ha con- traddistinto da una perdita di inte- d’Italia che hanno registrato un for-
dotto alla predisposizione di liste resse per le questioni etico-militari. te coinvolgimento emotivo e una
che, seppur differenziandosi da Al momento, però, il clima che si sincera partecipazione degli italiani,
Paese a Paese per le differenze stori- percepisce è sicuramente più favo- a conferma di un ritrovato senti-
mento di identità nazionale (4).
Tab. 1 È quindi alla professionalità dei no-
stri soldati che si deve il recupero di
un certo grado di consenso della so-
cietà verso le Forze Armate che ren-
de oggi nel Paese il dibattito etico
particolarmente attuale.
Dall’esame della formula del giura- Sopra. L’amor di Patria può quindi essere
mento si deducono, quindi, quelli che VTLM «Lince». ricondotto a un sentimento indivi-
possono essere ritenuti alcuni dei va- Sotto. duale, risultante dal modo in cui ci
lori di riferimento dell’etica militare: Il progetto Soldato Futuro. poniamo nei riguardi del nostro po-
Patria, Disciplina e Onore militare. polo e soprattutto verso il sacrificio
Sotto il profilo etimologico la parola compiuto da chi ci ha preceduto.
«Patria» deriva dal latino terram pa- partendo da ragioni etnico-geografi- Amare la Patria significa onorare
tria «la terra dei Padri». La Patria è che, provocano la naturale evoluzione coloro che su ogni fronte hanno do-
il luogo in cui sono nati e vissuti gli delle strutture sociali; la Patria riguar- nato e continuano a donare la vita
antenati ed i genitori e in cui si è na- da il territorio ma più di tutto i valori in nome della libertà e dell’indipen-
ti; nascendo in un certo luogo si sta- culturali di un popolo (5). denza del nostro Paese.
bilisce l’adesione alla comuni- Secondo la Costituzione della
tà ivi stanziata, divenendo Repubblica Italiana la difesa
partecipi del patrimonio cul- della Patria (6) non costituisce
turale lì costituitosi. solo un sacro dovere del milita-
Benché le nostre Forze Armate re ma di ogni cittadino (art. 52);
concorrano in modo determi- la particolarità per i militari è
nante a suscitare nuovo inte- che a questi è delegato l’uso le-
resse verso il sentimento na- gittimo della forza e in tale am-
zionale, è evidente che in una bito è ricompreso il rischio di sa-
società multietnica e multicul- crificare la propria vita (art. 59).
turale il valore di Patria abbia All’idea di Patria è indissolu-
un po’ smarrito il suo tradizio- bilmente associato il concetto
nale significato avendo l’at- di onore, complesso dei pregi
tuale società relegato in secon- personali su cui si fonda la
do piano la biunivocità tra ter- pubblica stima e fonte d’ispi-
ritorialità e sovranità. razione per il militare al senso
Sebbene l’idea di Patria nell’era del dovere.
della globalizzazione sia diven- L’onore militare, in particola-
tata qualcosa di difficile deter- re, oltre a prevedere rettitudi-
minazione, si può ritenere che ne di vita significa improntare
l’unità di origine, tradizione, le relazioni interpersonali in
cultura, lingua e religione sia il maniera leale dimostrando
legame che rende intuibile tale coerenza tra ciò che si dice e
concetto, sistema di valori che, ciò che si fa (7).
n. 3 - 2011 39
te portato, alla metà degli anni 90, della lingua italiana - Vocabolario della
presso l’Accademia Militare di Mo- lingua Italiana. Etica: «Ricerca sul bene,
dena, all’inserimento nei programmi considerato in vario modo e sulle leggi che de-
di studio della disciplina «Etica mili- vono regolare il comportamento dell’uomo per
tare e arte del comando», che intende il raggiungimento di tale bene - complesso
fornire agli Allievi Ufficiali la capaci- delle convinzioni morali di un individuo o di
tà di analisi dei valori fondanti il pa- un gruppo: etica professionale: quella che gui-
trimonio etico-culturale dell’Esercito da un determinato tipo di professionisti nel-
Italiano, accrescerne motivazione, l’adempimento corretto e onesto della profes-
senso di appartenenza all’organizza- sione». L’errore ricorrente è quello di uti-
zione e capacità di applicare le cogni- lizzare in modo improprio il termine eti-
zioni teoriche per un adeguato eser- ca e morale (dal latino moralis, derivato di
cizio del comando (tabella 4). mos - moris), abitualmente ritenuti sinoni-
In un momento caratterizzato da mi e pertanto oggetto di possibili sovrap-
una instabilità generalizzata, rima- posizioni. I due termini presentano tutta-
ne essenziale per vivere in modo in- via accezioni etimologiche diverse, inten-
tegerrimo la professione militare, dendo per morale l’insieme delle consue-
l’intima coerenza alla deontologia tudini socialmente accettate, legate ad
dell’etica militare, da interpretare una certa tradizione culturale, gruppo so-
non come intimazione giuridica ma ciale ovvero individuo particolare, e per
come patrimonio spirituale avverti- etica lo studio filosofico del bene e del
to dal proprio animo e come princi- male. Mentre la morale rappresenta per-
pale fattore di efficienza. ciò l’intera gamma dei valori (oggetto) al-
la base del comportamento di un indivi-
Ciro Forte duo ovvero di una collettività, l’etica rap- tive volte a tutelare e promuovere lo svilup-
Tenente Colonnello, presenta la disciplina (scienza) che fa dei po della personalità dei militari nonché ad
in servizio presso valori morali e delle forme di condotta assicurare loro un dignitoso trattamento di
lo Stato Maggiore della Difesa dell’uomo, l’oggetto del suo studio; etica vita»; Art. 8 «I militari non possono eserci-
e morale rappresentano quindi concetti tare il diritto di sciopero, costituire associa-
tra loro indissociabili. zioni professionali a carattere sindacale,
NOTE (2) «La motivazione è la fonte che fornisce aderire ad altre associazioni sindacali.... La
l’energia per il pensiero, per l’azione, per costituzione di associazioni o circoli fra mi-
(1) De Agostini, Dizionario fondamentale l’impegno, è la connessione primaria tra litari è subordinata al preventivo assenso
n. 3 - 2011 41
Sotto e a destra.
Elementi di una pattuglia in Afghanistan.
IL SERVIZIO
DI VIGILANZA D’AREA
Nell’ambito della Forza Armata (F.A.) «Esercito» i Comandanti, a tutti i Con l’avvento e la marcata sensibi-
livelli ordinativi, hanno sempre tenuto in considerazione che la loro lizzazione delle problematiche di
azione andava ad esercitarsi su persone aventi una loro sensibilità, un natura «antinfortunistica», si è assi-
loro modo di pensare, un loro modo di rendersi conto delle cose. stito, nel tempo, alla loro «ufficializ-
In sintesi, tutte e ciascuna in possesso di una propria esperienza di vita, di zazione» mediante una copiosa e
una particolare conoscenza culturale e di una personale professionalità. dettagliata normativa di settore e,
Per questa ragione, tale azione di comando è stata sempre improntata a nel contempo, nei riguardi delle
istruire, addestrare e impiegare tutte le risorse umane (queste, in fin dei Forze Armate, a quella necessaria e
conti, sono sempre risultate le nostre risorse più preziose e la ragione del opportuna attenzione e sensibilità
nostro successo) e utilizzare ogni mezzo, materiale e attrezzatura disponi- poste a salvaguardia delle «effetti-
bile al fine di creare, in un contesto sicuro, una realtà competitiva e di qua- ve, particolari esigenze connesse al
lità, in prima linea nello sforzo di modernizzazione del Paese, nel miglio- servizio espletato o alle peculiarità
ramento della qualità della vita e nella salvaguardia dell’ambiente. organizzative».
In altri termini, cercando di seguire una linea di condotta costante fina- A proposito di queste singolari fatti-
lizzata, in ogni circostanza, più a prevenire che a reprimere ma, tuttavia, specie - proprie dell’ambiente mili-
senza mai transigere. tare e caratterizzate da ragioni di ri-
n. 3 - 2011 43
ARTICOLAZIONE E FUNZIONI
Fig. 1
Ufficio per il Coordinamento
dei Servizi di Vigilanza d’Area
(U.Co.Se.V.A.)
COMPITO
Sopra.
Un operatore indossa: casco protettivo, cuf-
fia protettiva anti-rumore e occhiale protet-
tivo anti-urto.
A destra.
Equipaggiamento di protezione.
CBRN OGGI
strutture multinazionali.
L’organizzazione e il coordinamen-
to costituiscono degli elementi chia-
ve nel campo della lotta al terrori-
smo e la NATO, con la sua struttura
IL CONTRIBUTO DELLA NATO multinazionale, non può sottrarsi a
questa lotta, che la vede direttamen-
ALLA HOMELAND SECURITY te coinvolta.
In un sistema sinergico e globale i
Paesi occidentali sono costretti a
Il panorama geopolitico internazionale è caratterizzato da una minaccia confrontarsi con molteplici minacce,
terroristica, in cui si inserisce il pericolo derivante da un attacco CBRN per lo più di carattere militare, la
(Chimico, Biologico, Radiologico, Nucleare). Per fronteggiare ciò occorre cui individuazione e il cui contrasto
uno sforzo sinergico che coinvolga anche le massime organizzazioni in- non rappresentano problemi di faci-
ternazionali e, in primis, la NATO. le risoluzione.
L’attuale scenario geopolitico, carat-
terizzato da sfide asimmetriche, im-
La storia è continua evoluzione e della sicurezza, le cui fasi di muta- pone una strategia globale che non
continuo cambiamento ma non mento sono spesso scandite da può prescindere da un sistema si-
sempre i processi storici si susse- eventi di elevata drammaticità. nergico in cui le organizzazioni in-
guono con gradualità e moderazio- L’11 settembre rappresenta uno di ternazionali, e in primis la NATO, ri-
ne. Talvolta, infatti, l’evoluzione av- quegli eventi in grado di modificare vestono un ruolo fondamentale.
viene così rapidamente da suscitare il corso della storia e con essa i con-
l’idea di una vera e propria rivolu- cetti di sicurezza. In un mondo in
zione. Un riscontro effettivo del- cui la minaccia del terrorismo ha LE ARMI
l’impatto provocato dal «ciclone- imposto una nuova nozione di sicu- NON CONVENZIONALI
storia» si può rinvenire nel campo rezza che travalica i confini degli E IL TERRORISMO
INTERNAZIONALE
di armi nucleari, chimiche e biologiche da scenze necessarie per l’impiego di camorra (4), abbiano smaltito im-
parte di gruppi terroristici costituisce armi di distruzione di massa. propriamente sorgenti a impatto
una grave minaccia per il mondo intero e Il concetto di arma NBC (Nucleare- potenzialmente elevato, che potreb-
tale pericolo sta diventando sempre meno Biologica-Chimica) è stato oggi co- bero trovarsi in questo momento
remoto» (1). munemente esteso a quello di armi nelle mani di terroristi o, ancora
Inevitabilmente l’attentato dell’11 CBRN, includendo dapprima la R, a peggio, già pronte ad essere impie-
settembre 2001 ha risvegliato un indicare il rischio derivante dall’im- gate per il prossimo attacco.
senso di paura e di debolezza. La piego di materiale radioattivo, e poi Non bisogna, inoltre, dimenticare i
teoria a lungo sostenuta secondo la CBRNE, dove la lettera E (Explosive) rischi di origine industriale dovuti
quale scopo di un’azione terroristi-
ca non è tanto l’uccisione di persone
quanto l’enfasi dell’evento in sé è
stata drammaticamente smentita
quella mattina in un crescendo di
morte e distruzione.
L’aforisma di Brian Jenkins (2): «I
terroristi vogliono che le persone guardi-
no e ascoltino, non che muoiano», è sta-
to per lungo tempo l’affermazione
più abusata nella letteratura sul ter-
rorismo. Tale affermazione ha aiuta-
to, per lungo tempo, gli studiosi a
spiegare perché «i terroristi non hanno
commesso tutte quelle cose, terribili e di-
struttive, che sono in grado di fare, come
avvelenare gli acquedotti delle città, im-
piegare armi chimiche o biologiche che
potrebbero causare migliaia di morti».
Dopo l’11 settembre non sussiste più
alcun dubbio circa l’interesse dei ter- sta a indicare la minaccia derivante Una esercitazione di decontaminazione chi-
roristi a uccidere migliaia di persone dall’impiego congiunto di esplosivo mica del personale (www.nato.int).
ma alcuni interrogativi continuano a con materiale chimico/biologico ov-
tormentare molti analisti. In partico- vero sostanze radioattive («dirty
lare la domanda che frequentemente bomb»). Una delle maggiori minacce al rilascio accidentale (Release Other
ricorre è: quanto fondato è il rischio individuate durante la conferenza Than Attack - ROTA) o deliberato
di un attacco CBRN? Gli attentati di dell’IAEA (International Atomic Ener- (azioni di sabotaggio e/o esplosioni
New York, Londra, Madrid e Mosca gy Agency), tenutasi nel 2005 a Lon- a industrie/stabilimenti, laboratori
hanno rinnovato di volta in volta la dra (3), è rappresentata dall’impiego biologici/farmacologici, ecc.) di so-
paura e la preoccupazione per un di RDD (radiological dispersal device - stanze tossiche e nocive.
probabile impiego di armi non con- ordigno per la dispersione radioatti- A queste minacce si affiancano ri-
venzionali al fine di mietere migliaia va), vale a dire di ordigni convenzio- schi mai tramontati, come l’impiego
di vittime. Il recente interesse per la nali uniti a materiale radioattivo di di armi chimiche, che rimangono
nuova minaccia è arrivato a livelli ta- diversa provenienza. Ne è derivato tutt’oggi il maggior pericolo, e delle
li da far considerare la lotta contro un serio dibattito sul traffico delle armi biologiche. L’impiego di queste
l’impiego di armi non convenzionali sorgenti radioattive, impiegate per ultime rappresenterebbe sicuramen-
come un pilastro delle strategie per scopi leciti (stabilimenti per la ricer- te lo scenario più difficile da affron-
la sicurezza nazionale di molti Paesi, ca, istituzioni mediche, strutture in- tare. Al contrario delle emergenze
Stati Uniti in testa. dustriali e depositi militari) nell’am- chimiche e nucleari, che comportano
In seguito agli attacchi terroristici bito della comunità internazionale al un allarme immediato, le emergenze
del nuovo millennio l’impiego di ar- fine di regolarne il traffico. correlate al deliberato rilascio di
mi non convenzionali è diventato Una particolare attenzione deve es- agenti biologici sono destinate a ve-
uno dei possibili scenari da fronteg- sere, quindi, posta al controllo dei rificarsi nella grande maggioranza
giare, anche in considerazione del traffici di materiali radioattivi. Or- dei casi in maniera occulta.
continuo interesse da parte di grup- mai è a tutti noto come per anni le L’impatto clinico provocato dalla
pi terroristici ad acquisire le cono- organizzazioni criminali, in primis la disseminazione ambientale di un
54 Rivista Militare
agente biologico è ritardato a causa l’Alleanza. La NATO ha compreso La difesa contro il terrorismo ha im-
del periodo di incubazione e in al- quel giorno che la sua tradizionale posto l’attuazione di una serie di
cuni casi i sintomi iniziali della ma- missione di difesa territoriale era misure per rafforzare le capacità mi-
lattia, prodotta dalla maggior parte parzialmente tramontata e che da litari dell’Alleanza al fine di fron-
dei patogeni impiegabili, sono indi- quel momento la lotta al terrorismo teggiare il terrorismo in generale e
stinguibili dalle più comuni sindro- sarebbe divenuta una nuova sfida quello CBRN in particolare.
mi infettive. Queste caratteristiche con cui confrontarsi. Un battaglione per la difesa CBRN
proprie dell’arma biologica, associa- Il Consiglio Nord Atlantico ha sta- della NATO è stato creato per ri-
te con quelle dell’epoca in cui vivia- bilito che l’Alleanza deve essere spondere e gestire le conseguenze
mo, caratterizzata da spostamenti preparata a reagire ad attacchi ter- dell’uso di armi di distruzione di
sempre più rapidi da un continente roristici diretti dall’esterno garan- massa, non solo allo scopo di difen-
all’altro, non permetterebbero a tendo alle autorità nazionali un aiu- dere le forze dispiegate sul terreno
nessun individuo di sentirsi sicuro e to concreto nel fronteggiare le con- ma anche per contribuire alla sicu-
a nessun Paese di poter nutrire l’il- seguenze di tali attacchi (anche di rezza di eventi di grande rilievo co-
lusione di rimanere un’isola felice tipo CBRN). me è avvenuto per i Giochi olimpici
in seguito a un attacco condotto con L’attacco all’antrace negli Stati Uniti di Atene. La preoccupazione di un
agenti patogeni da parte di un ha dimostrato, in tutto il suo poten- possibile impiego di agenti chimici,
gruppo terroristico. ziale, le caratteristiche dell’arma biologici, nucleari o radioattivi nella
Gli attacchi in America con le lettere biologica. Il mondo si confronta condotta di attacchi, potenzialmente
all’antrace hanno riproposto in tutta ogni giorno con il rischio di prolife- catastrofici, contro le popolazioni ci-
la sua drammaticità il rischio di un razione di WMD (weapon of mass de- vili ha indotto gli alleati e i partners
attacco biologico. Solo in seguito a struction) e tale rischio non può es- a una maggiore collaborazione nel
quell’evento la comunità internazio- sere più ricondotto ai soli Paesi ma tentativo di migliorare la prepara-
nale ha compreso che un esiguo nu- anche ad attori non-Stato. Tale sfida zione civile contro possibili attacchi
mero di individui è capace di entra- è resa ancora più ardua dall’impie- terroristici. Proprio tale eventualità
re in possesso di un aggressivo bio- go per scopi non leciti di materiali ha spinto la NATO a dotarsi di
logico e, attraverso un semplice ed destinati ad attività di ricerca o al- strutture idonee che potessero ren-
economico sistema di disseminazio- l’industria (dual-use). Allo sviluppo derla capace di sostenere un ruolo
ne, quale il servizio postale, può es- di misure per prevenire l’utilizzo di sempre più attivo nella difesa delle
sere in grado di uccidere 5 persone, tecnologie dual-use (controlli delle popolazioni.
di costringere migliaia di persone a esportazioni, licenze finalizzate al- La NATO, fin dalla sua creazione,
terapie antibiotiche, di terrorizzare l’impiego) per scopi impropri si so- nell’aprile del 1949, ha costante-
un’intera Nazione, di provocare an- no affiancate una serie di attività di mente aggiornato la sua missione e
goscia in tutto il mondo e di arreca- disarmo (collaborazione NATO- la sua organizzazione allo scopo di
re danni per milioni di dollari. Russia per la distruzione/riduzione essere quanto più aderente possibile
degli arsenali di WMD e, più recen- ai mutevoli scenari globali.
temente, la firma del trattato bilate- Essa è stata creata per la difesa collet-
LA POLICY DELLA NATO rale USA-Russia), di controllo e di tiva con un chiaro riferimento all’arti-
E IL SUO CONTRIBUTO politica di non proliferazione. colo 51 della carta delle Nazioni Uni-
ALLA HOMELAND SECURITY Proprio la lotta alla proliferazione te, «nessuna disposizione del presente
delle WMD, insieme alla minaccia statuto pregiudica il diritto naturale di
Le forme con cui possono concretiz- del terrorismo internazionale, rap- autotutela individuale o collettiva nel ca-
zarsi le minacce contro la comunità presenta una delle sfide più impor- so abbia luogo un attacco armato» (5).
internazionale sono molteplici e tanti per la comunità internazionale La difesa della popolazione viene
complesse: dal terrorismo suicida a nel nuovo scenario unipolare. considerata per la prima volta uno
quello di matrice interna, dagli at- In tali sfide la NATO deve avere un degli scopi della forza militare con
tacchi alle truppe all’impiego delle ruolo principale e, per recitarlo, ha la cosiddetta strategia della «Massi-
armi di distruzione di massa. In se- cercato di indirizzare la propria po- ve Retaliation», «gli obiettivi di queste
guito all’attacco dei dirottatori con- litica verso quelle attività che hanno azioni, che includono una campagna
tro il World Trade Center di New a che fare con il terrorismo, dedi- strategica nucleare, dovrebbero essere
York, gli alleati della NATO hanno cando particolare attenzione al con- la difesa della popolazione, dei territori,
fatto ricorso all’articolo 5, la clauso- troterrorismo, alla cooperazione e delle aree vitali e della capacità di rea-
la di difesa collettiva del Trattato di alla gestione delle conseguenze di zione della NATO» (6).
Washington, e hanno lanciato la pri- un attacco sia terroristico che tradi- Verso la fine della Guerra Fredda la
ma operazione antiterrorismo del- zionale. strategia «Flexible Response» della
n. 3 - 2011 55
Una delle principali conseguenze di particolari emergenze ed è questo il vocando conseguenze drammati-
questo stato di minaccia continua è caso delle unità CBRN. che e suscitando timore e allarme
stata quella di una sempre più fre- Sebbene l’impiego delle armi non nella società.
quente richiesta da parte degli Stati convenzionali presenti grandi diffi- L’11 settembre 2001 i terroristi han-
alleati o partner di essere supportati coltà, i gruppi terroristici sembrano no dimostrato l’enorme impatto
nella gestione di eventi nazionali ad sempre più interessati agli effetti strategico che un singolo e tragico
alta visibilità (HVE). psicologici che siffatte armi sono in evento può avere ma non ne hanno
Sebbene la NATO sia intervenuta grado di produrre, indipendente- determinato definitivamente il si-
sin dagli anni ’50 in attività di soc- mente dalle dimensioni degli attac- gnificato, che sarà pienamente rap-
corso in caso di calamità, un ruolo chi, e alla loro capacità di diffonde- presentato da come il mondo reagi-
di così alto profilo è senz’altro in- re una sensazione di timore e di rà a quella e alle successive provo-
consueto. Non sono, infatti, mancati vulnerabilità. cazioni. Solo una maggiore atten-
analisti che hanno dubitato della zione alle nuove sfide e, in partico-
idoneità e della capacità della NA- lare, a quelle poste dalle armi
TO di svolgere una simile attività. CBRN potrà rendere il futuro più
In particolare, alcuni ritengono che le sicuro.
operazioni di soccorso in situazioni
di calamità possano essere svolte Fabrizio Giardini
adeguatamente e, con un minore di- Tenente Colonnello,
spendio di risorse e di energie, da in servizio presso l’Ufficio Storico dello
protagonisti civili, quali autorità na- Stato Maggiore dell’Esercito e già
zionali, organizzazioni internazionali Comandante del I battaglione
o organizzazioni non governative. del 7° reggimento Difesa NBC «Cremona»
Non si tratta, però, di un concetto va-
lido in assoluto perché spesso il disa- Salvatore Bizzarro
stro assume dimensioni tali che l’in- Capitano, in servizio presso
tervento delle autorità locali non ri- il 7° reggimento Difesa NBC «Cremona»
sulta più sufficiente ad assicurare una
adeguata risposta. È in questi casi che
le forze militari possono e dovrebbe- NOTE
ro essere coinvolte. Infatti, aiutare le
autorità nazionali a reagire alle cala- (1) William J. Perry, «Preparing for the
mità naturali o industriali costituisce next attack», Foreign Affairs, (November-
una missione fondamentale delle Dicember 2001), pag. 32.
Forze Armate nella maggior parte dei (2) Brian M. Jenkins, International Terro-
Paesi NATO (e non NATO). rism: A New Mode of Conflict, in David
Le calamità negli Stati Uniti, in Pa- Carlton and Carolo Schaerf, eds., «Inter-
kistan ad Haiti e recentemente in national Terrorism and World Securi-
Giappone hanno messo in luce ty», London: Croom Helm, 1975, pag. 15.
quanto possono essere utili certe ca- Primi soccorsi dopo l’attacco alla metropoli- (3) «Nuclear security: Global Directions
pacità militari in determinate situa- tana di Tokyo con aggressivo nervino di pri- for the future», Londra 16-18 Marzo
ma generazione «Sarin».
zioni catastrofiche. 2005.
Il contributo militare può rappresen- (4) R. Saviano, «Gomorra», Mondadori,
tare in alcuni casi solo uno strumento 2006, pp. 167-169.
per il raggiungimento di una stabilità Non a caso l’obiettivo principale (5) «Charter of the United Nations» (capi-
e di una base per future operazioni delle azioni terroristiche, effettuate tolo 7 art. 51), http://www.un.org/abou-
umanitarie condotte da organizza- con armi di distruzione di massa, è tun/charter/chapter7.htm.
zioni civili. In altri casi si può fare a quello di scardinare la fiducia dei (6) http://www.nato.int/docu/strat-
meno di operazioni militari vere e cittadini nella capacità delle autori- doc/eng/a491201a.pdf.
proprie e si può impiegare la capaci- tà e dei governanti di prevenire si- (7) NATO, «The Alliance Strategic
tà logistica dello strumento militare a mili attacchi. Ne consegue che Concept», http://www.nato.int/do-
supporto di operazioni civili. In altri qualsiasi attentato, anche di dimen- cu/pr/1999/p99-065.htm.
casi ancora si rende necessario l’im- sioni limitate, realizzato con armi (8) Office of Information and Press NATO,
piego di particolari capacità speciali- non convenzionali è in grado di «NATO After Prague, New Members,
stiche militari al fine di far fronte a minare situazioni di stabilità, pro- New Capabilities, New Relations».
58 Rivista Militare
LA CASERMA N. 57
SEDE DI ITALFOR A KABUL
La storia della «Caserma 57», un’installazione militare costruita dai sovie- Nel 1979, però, il «Grande Gioco» si
tici a 10 km a nordest di Kabul, testimone attiva degli ultimi trent’anni di era ormai profondamente modifica-
storia afgana, ospitando truppe di occupazione russe, truppe irregolari af- to. In un contesto di piena «Guerra
gane inquadrate nell’Alleanza del Nord e reparti dei contingenti italiani, Fredda» che incideva in uno scena-
greci e norvegesi, nonchè personale ungherese, turco, romeno, belga e di rio politico internazionale connotato
altri Paesi, nell’ambito della missione ISAF. dal bipolarismo USA-URSS, la Gran
Bretagna non sedeva da tempo al
tavolo dei protagonisti. All’inizio di
Questa storia parte dal 1979, «l’anno trollo del Medio Oriente e dell’Asia gennaio, a coronamento della cosid-
del bambino», secondo la proclama- centrale. Al centro del «Grande Gio- detta strategia del «Ping Pong», la
zione dell’ONU. Ma potremmo farla co», o, per dirla alla russa del «Tor- Cina e gli Stati Uniti riallacciavano
tornare indietro di anni. Molti anni. neo delle Ombre», troviamo già a le loro relazioni diplomatiche, so-
Fin da quando, nel XIX secolo, i pro- quell’epoca l’Afghanistan; per gli in- prattutto in funzione antisovietica.
tagonisti del cosiddetto «Grande glesi l’ideale cuscinetto da frapporre Anche il contesto regionale centro-
Gioco» (1) diedero vita allo striscian- tra Russia e India, evitando alla pri- asiatico era al centro di grandi scon-
te conflitto mai esploso e caratteriz- ma una pericolosa espansione verso volgimenti politici. In Iran, a segui-
zato soprattutto da azioni spionisti- sud, promessa di nuovi mercati e di to dell’abbandono del Paese da par-
che e da alleanze strategiche, tra un eventuale sbocco marittimo di- te dello Shah Mohammad Reza Pa-
Gran Bretagna e Russia, per il con- retto sull’Oceano Indiano. hlavi, assumeva il potere l’ayatollah
n. 3 - 2011 59
Ruhollah Khomeini. Margaret That- e invisa alla stessa popolazione af- Difesa afgano alla fine del 1985 e
cher veniva eletta Primo Ministro gana, fu rimossa a sua volta in se- che fu amministrato e utilizzato dai
inglese e Saddam Hussein diveniva guito all’invasione dell’Armata sovietici per molti anni.
il Presidente della Repubblica del- Rossa e sostituita con il Governo Il 1985 appunto, l’anno in cui, nel-
l’Iraq. Nel marzo dello stesso anno, filosovietico di B. Karmal. Le rifor- l’URSS, salì al potere Michail Gor-
la firma degli accordi di pace tra me del nuovo regime, volte alla baciov.
Israele ed Egitto (2) aveva creato ol- «sovietizzazione» e alla laicizza- Lo stesso anno, il nuovo Capo del
tre cortina la netta sensazione che zione del Paese, alimentarono il Cremlino iniziò, dapprima silenzio-
gli Stati Uniti stessero sensibilmente malcontento di larghi strati della samente e poi sempre più manifesta-
avvantaggiandosi sullo scacchiere popolazione, legati piuttosto ad mente, una nuova politica estera che,
strategico mediorientale. Qualche una concezione teologica, semifeu- in piena maturazione, sebbene con
mese più tardi, a corollario della fir- dale e tribale dello Stato, e fu pro- non pochi contrasti, portò al ritiro
ma del Trattato SALT II con gli Stati prio in tale epoca che iniziò ed unilaterale dei soldati sovietici dal-
Uniti, sulla limitazione delle armi esplose completamente la resisten- l’Afghanistan. Un’operazione che si
nucleari offensive, l’Unione Sovieti- za islamica, che già aveva iniziato concluse il 15 febbraio 1989 (6), allor-
ca - forse anticipando la necessità di ad organizzarsi a partire dal prece- ché l’ultimo soldato dell’Armata
una base operativa avanzata vicina dente Governo di Amin. Rossa attraversò il ponte dell’amici-
al centro della capitale afgana - ne-
goziò ed ottenne il placet per la co-
struzione di un’infrastruttura mili-
tare in un’area semidesertica posta
circa 10 chilometri a nord est di Ka-
bul (3). Qualche mese dopo, e più
precisamente il 27 dicembre del
1979 (4), la 103a Divisione Aviotra-
sportata delle Guardie, comandata
dal Colonnello Rabchenko, aveva
occupato l’aeroporto di Kabul con il
grosso delle sue forze e quello di
Bagram con un reggimento e, verso
l’imbrunire, gli uomini della 103a
controllavano tutte le installazioni
chiave della città di Kabul e le aree
circostanti tra cui centri amministra-
tivi e governativi, stazioni radio e
televisive.
L’anno precedente, in questo ora-
mai inquieto Paese asiatico, aveva
avuto inizio la «Rivoluzione di I Sovietici intanto, forti di un’in- zia sul fiume Amu Darya, abbando-
aprile», con l’uccisione del Presi- fluenza sempre crescente nei con- nando l’Afghanistan al proprio de-
dente Daoud: colui che nel 1973 fronti del neo insediato Governo af- stino.
aveva detronizzato il Re Zahir gano al quale erano stati promessi La «Caserma 57» è dunque un luo-
Shah. A seguito di tali avvenimen- aiuti materiali per quaranta milioni go storico, a suo modo testimone di
ti, il filosovietico Partito Democra- di rubli, edificarono quella che fino un importante periodo della moder-
tico del Popolo Afgano (PDPA), al 2003 si sarebbe chiamata (in osse- na storia dell’Afghanistan.
aveva proclamato la nascita della quio alla tradizione sovietica di nu- Come detto, fin dal 1985 l’Esercito
Repubblica Democratica dell’Af- merare le proprie basi militari) «Ca- afgano aveva iniziato a sfruttare ta-
ghanistan (DRA). Al potere era sa- serma 57». le infrastruttura in maniera sempre
lito Mohammad Taraki, Ufficiale All’interno di questo comprensorio, più intensiva. Anzitutto, completan-
filo-marxista, assassinato nei mesi iniziò nel 1980 la quinquennale ope- do la costruzione di un ulteriore Po-
precedenti all’invasione sovietica ra di costruzione di un centro adde- ligono, quello di Budkhak-Kamadi,
da Amin, suo Primo Ministro. Tale strativo, arricchito dalla vicinanza - a sud est dell’infrastruttura, desti-
figura politica, scomoda ai vertici a nord - del Poligono di Pul-e-Char- nato allo svolgimento delle esercita-
politico-militari russi in quanto so- khi (5) che era stato consegnato in zioni in bianco e a fuoco per arti-
spettata di connivenze con la CIA piena efficienza al Ministero della glieria, carri armati e mitragliatrici
60 Rivista Militare
pesanti. L’infrastruttura trovò anche contemplasse il riavvicinamento bul ammetteva infatti che l’80%
impiego per attività aviolancistiche. delle fazioni in lotta, i 7 maggiori delle campagne e il 40% delle città
L’importanza di quest’area adde- partiti della guerriglia antigoverna- erano, de facto, al di fuori del pro-
strativa è sottolineata dal fatto che, tiva afgana, il cosiddetto «Peshwar prio controllo.
apparentemente, essa rappresentò 7» (7), avevano avviato un dialogo Due anni più tardi, nel 1989, com-
il primo poligono di tiro in tutta comune rivolto alla condotta di pletato il ritiro delle forze sovieti-
l’Asia centrale ad essere assistito un’opposizione armata contro il co- che, i mujaheddin si erano ormai tra-
da apparecchiature elettroniche di mune invasore sovietico fino al rag- sformati progressivamente in una
controllo. giungimento della vittoria finale. In sorta di Esercito regolare, organiz-
Di esso facevano parte quattro pa- tal senso, i mujaheddin costituivano zato e ben equipaggiato, al coman-
lazzine per l’alloggiamento delle il braccio armato esecutivo delle vo- do di ex-Ufficiali della Repubblica
truppe e di un centro di Comando e lontà politiche espresse dal Peshwar dell’Afghanistan.
Controllo per la direzione delle 7, che aveva la sua base centrale Nel frattempo, sulla scena politica,
esercitazioni. nell’omonimo capoluogo pakistano. il leader dell’epoca, il Presidente
Tale struttura di C2 venne in segui- Particolarmente rilevante fu il ruolo Mohammad Najibullah, succeduto
to replicata anche per il Poligono di svolto in quegli anni dagli Stati Uni- a Karmal nel 1987, tentò con alterne
Pul-e Charkhi, ove venivano invece ti che avevano iniziato a fornire, tra- fortune di consolidare la propria
svolte attività a fuoco di fanteria mite i potenti servizi di intelligence stabilità, attraverso un complicato
leggera, tiri con armi individuali e pakistani (ISI), cospicui fondi, mate- disegno di alleanze. Un disegno che
sarebbe definitivamente fallito e de-
generato nella guerra civile. In tale
situazione di fluida instabilità si
giunse all’aprile del 1992. Da quat-
tro mesi il mondo aveva assistito al-
la dissoluzione dell’Unione Sovieti-
ca. In Afghanistan i mujaheddin, che,
ormai privi di un coordinamento
centralizzato, combattevano per il
controllo di Kabul, costituirono al-
l’interno della «Caserma 57» una
delle loro principali basi, dalla qua-
le gestire le operazioni che portaro-
no, dopo giorni di confusi e sangui-
nosi scontri intestini alle forze ribel-
li, alla conquista della capitale, del
potere e alla costituzione di un Go-
verno di coalizione sotto la guida di
Burhanuddin Rabbani.
In quel Governo entrarono i rappre-
sentanti dei 7 partiti della guerri-
lancio di bombe a mano, nonché at- riale logistico e d’armamento tra cui glia. Tra loro c’era il «Leone del
tività di addestramento alla guida i micidiali missili «Stinger». Panshir»: il leggendario Comandan-
di mezzi ruotati e corazzati. Mentre, negli anni tra il 1985 ed il te tagiko Ahmad Shah Massoud,
La «Caserma 57», nel frattempo, non 1992, la «Caserma 57» continuò a che assunse l’incarico di Ministro
mutò il proprio compito. Il centro di svolgere in modo regolare la sua della Difesa.
addestramento per truppe corazzate funzione addestrativa per le forze Kabul nel frattempo si manteneva
aveva il compito di addestrare non dell’Esercito Nazionale Afgano teatro di scontri non inferiori a quelli
meno di 3 000 specialisti l’anno, che (ANA), la situazione del Paese andò che avvenivano nel resto del Paese
entravano nelle file dell’Esercito af- sempre più deteriorandosi, prima a tra i vari signori della guerra, rappre-
gano. Parte del corpo istruttori era causa dell’escalation del conflitto sentanti delle diverse fazioni dei mu-
arricchito dalla rilevante presenza di russo-afgano, successivamente per jaheddin e delle diverse etnie. Scontri
consiglieri militari sovietici. lo stato permanente di guerra civile con gli uomini di Gulbuddin Hekma-
Nel contempo, parallelamente alle in cui il Paese fu lasciato in seguito tyar, o del Generale uzbeko Abdul
aperture fatte dal Cremlino per una al ritiro dei sovietici dal teatro. Rashid Dostum, (questi ultimi un
soluzione politica del conflitto, che Nell’87 il Governo centrale di Ka- tempo acerrimi nemici ed in seguito
n. 3 - 2011 61
alleati) e che provocarono negli anni quella dei mujaheddin, in un Paese fatto ripiombare l’Afghanistan in
decine di migliaia di morti. oppresso dalla guerra civile e mar- una sorta di moderno Medioevo.
Di questi scontri la «Caserma 57» toriato da lotte senza quartiere non La loro offensiva era partita dal sud
porta ancora i segni. Al suo interno aveva certo bisogno di poligoni per e si era progressivamente allargata
e nell’area immediatamente adia- addestrarsi a sparare. attraverso una serie ininterrotta di
cente, quella attraversata dalla «Jala- Si giunse così al 1996, l’anno della conquiste territoriali: Lashkargarh e
labad Road», una delle arterie più definitiva affermazione dei Taleba- Helmand, quindi Kandahar per
importanti del Paese, si svolsero ni. Gli «studenti di Dio» si erano ri- giungere fino a Wardak, a sole 25
combattimenti durissimi che - negli tagliati un ruolo militare e politico, miglia a sud di Kabul.
anni - portarono alla distruzione di in opposizione al Presidente Rabba- Il 20 marzo 1995 la Shura dei Tale-
parte dell’infrastruttura originale. I ni, già da un paio d’anni, costituen- bani aveva invitato al Jihad contro il
poligoni, un tempo fiore all’occhiel- do un gruppo armato caratterizzato Presidente Rabbani e il Maulvi Mo-
lo dell’organizzazione addestrativa da un fanatico estremismo religioso hammad Omar era stato nominato
incentrata sulla base, andarono pre- e da un oscurantista programma «Condottiero dei Taliban». Gulbud-
sto in disuso: una milizia come politico che avrebbe, di lì a poco, din Hekmatiar era divenuto nel frat-
62 Rivista Militare
tempo Primo Ministro del Governo I Talebani la utilizzarono più o me- Questo fu l’anno della distruzione
Rabbani che, in tal modo, sperava di no come avevano fatto i loro prede- dei Budda di Bamiyan (8). L’anno
legittimare il proprio potere agli oc- cessori. In più, sebbene non ripor- in cui Massoud venne ricevuto a
chi delle tribù di etnia pashtun. tato nelle scarse documentazioni Strasburgo. Quello in cui si rag-
Parallelamente, il Pakistan, aveva ufficiali disponibili, numerose te- giunse il picco più terribile del re-
riconosciuto ufficialmente i Taleba- stimonianze locali raccontano che gime Talebano.
ni, fornendo loro quel supporto po- sovente transitarono dalla «Caser- Poi, il 9 settembre, iniziò proprio da
litico indispensabile per affermare ma 57» rappresentanti e adepti di queste parti una catena di eventi de-
definitivamente il loro ruolo. organizzazioni terroristiche nell’or- stinata a cambiare il mondo: Mas-
Le milizie degli studenti coranici bita di quella rete terroristica inter- soud venne ucciso proditoriamente
avanzavano oramai senza incontra- nazionale che oggi conosciamo co- da due finti reporter. Due giorni do-
re credibili resistenze, eccezion fatta me «Al Qaeda». Di tale realtà è po Al Qaeda attaccò le Torri Gemel-
per i veterani tagiki del Generale piuttosto semplice trovare riscon- le e si scatenò l’offensiva americana
Massoud, che come all’epoca del tro nelle targhe e nelle scritte che contro il terrorismo.
conflitto russo-afgano, aveva posto ancora oggi campeggiano su alcuni Già in ottobre, l’area della «Caser-
la sua roccaforte operativa nell’im- muri delle palazzine della caserma. ma 57» fu interessata da pesanti
prendibile valle del Panshir. Scritte che riportano tradizionali bombardamenti americani, che in-
Il 24 ottobre 1996 Mohammad Omar versetti del Corano e nomi di noti flissero gravi danni alle officine e
dichiarava, in un’atmosfera da «tutti personaggi appartenenti a partiti ai posti manutenzione per armi e
contro tutti»: «... combatteremo fino al- fondamentalisti. mezzi corazzati, che erano situati
la morte e daremo l’ultima goccia di Il 2001 fu - come ben noto - un an- all’interno della base, in prossimità
sangue per Kabul». Seguendo la sorte no cruciale, apertosi con una terri- del poligono.
di Baghram, Gulbahar e Mazar-i- bile ondata di freddo che provocò L’Alleanza del Nord (9), sfruttando
Sharif, anche Kabul cadde nelle ma- un gravissimo disastro umanitario: l’appoggio americano, pervenne al
ni dei Talebani e, con la capitale, centinaia, soprattutto vecchi e controllo dell’area della guarnigio-
cambiò padrone anche la grande ca- bambini, furono i morti assiderati ne per alcuni mesi fino a quando,
serma gialla sulla Jalalabad Road. nei campi. nel gennaio 2002 - in attuazione
n. 3 - 2011 63
dell’accordo con il Governo provvi- In seguito, si provvide alla rimozio- mune: aule briefing, sale riunioni e
sorio afgano per lo schieramento ne del fragile muro di cinta costitui- altri servizi generali.
della Forza Internazionale di Assi- to da semplici blocchi di cemento Tali opere di miglioramento proce-
stenza e Sicurezza: l’ISAF - la «Ca- che, dopo un interim rappresentato dettero incessantemente e senza so-
serma 57» venne consegnata a dalla temporanea posa di una pro- luzione di continuità. I contingenti
ITALFOR I, il primo contingente tezione in concertina, venne sosti- susseguitisi nell’infrastruttura, ri-
italiano a Kabul. tuito da strutture in calcestruzzo e battezzata dapprima «Camp Invic-
Il Colonnello Giorgio Battisti, che gabbioni di protezione (il cosiddetto tia» e, successivamente (12), «Camp
sarebbe divenuto il primo Coman- «Hescobastion») (11). Invicta», continuarono a provvedere
dante italiano a Kabul, aveva effet- Si passò dunque alla ristrutturazio- al miglioramento delle condizioni
tuato una silenziosa ricognizione a ne dei servizi igienici e delle docce, infrastrutturali, perseguendo, paral-
metà del mese di dicembre 2001. alla realizzazione di una palestra lelamente alla sicurezza delle opere,
Entrando nel campo che sarebbe di- nei pressi della Palazzina «Calò» e anche il miglioramento delle condi-
venuto la sede del suo contingente - ai lavori per l’officina media del zioni di vita di uomini e donne im-
la cui ultima destinazione era stata contingente. pegnati in ITALFOR.
quella di luogo di prigionia dei Il 2003 fu l’anno che vide la conti- All’interno del compound italiano si
combattenti talebani arresisi all’Al- nuazione di tutto quanto già prece- è alternata la presenza contempora-
leanza del Nord - lo aveva trovato dentemente avviato e la realizzazio- nea di numerosi altri contingenti.
in condizioni disastrose. ne di una serie di opere volte alla ri- Tra gli altri, quello greco come parte
Una volta insediatosi, dispose im- soluzione dei problemi di infiltra- integrante del Multinational Engineer
mediatamente di elaborare un pia- zioni dai tetti, al miglioramento del- Group, quello norvegese, la cui pre-
no per il recupero delle infrastruttu- la sicurezza fisica delle Palazzine e senza si è interrotta nel gennaio
re, indicando come priorità imme- alla realizzazione di locali di uso co- 2006, quando le tre palazzine da es-
diate la realizzazione di un fossato
perimetrale, il rifacimento e la ri-
strutturazione di una palazzina, ol-
tre allo scavo di un pozzo al quale
attingere per assicurare le basiche
necessità di acqua corrente per i
suoi uomini.
A giugno 2002 l’incessante opera
degli italiani aveva già risolto le
principali problematiche relative ai
bisogni immediati di alloggiamento
e minima sicurezza del personale.
Si passò successivamente a miglio-
rare l’abitabilità delle strutture esi-
stenti e la funzionalità di quelle di
supporto.
Entro la fine del 2002 vennero svolti
lavori per il rifacimento dei servizi
igienici, degli impianti elettrici e di
riscaldamento della palazzina
«Rugge» e «Calò» e, nel contempo,
prese corpo anche la struttura di
supporto con la copertura per la
mensa, il forno e il deposito carbu-
ranti, nonché la realizzazione di im-
pianti di illuminazione e infissi.
Facile capire come questo rivestisse
un’importanza fondamentale per
poter affrontare il rigido inverno dei
1 800 metri di altitudine della capita-
le afgana, caratterizzato da punte vi-
cine ai 30 gradi sotto lo zero (10).
64 Rivista Militare
ne, l’azione dell’Impero russo rivolta al- nel quale, lo scorso 2005, ha avuto luogo lista dei Patrimoni mondiali dell’umani-
l’espansione della propria egemonia ver- una cruenta ribellione. In tale centro cor- tà dell’UNESCO, che si è impegnata, in-
so i territori dell’Asia centrale e dell’Af- rezionale, nel 1987, sarebbe stato recluso sieme ad altre Nazioni, per la ricostru-
ghanistan in particolare, con lo scopo ul- per qualche mese il noto giornalista ita- zione delle due statue, distrutte nel 2001
timo di ottenere quell’indispensabile liano Fausto Biloslavo (cfr. «Prigioniero dai Talebani.
sbocco sull’Oceano indiano fondamenta- in Afghanistan» di F. Biloslavo). (9) Il Fronte Islamico Unito per la Sal-
le in termini commerciali ed economici, (6) In realtà l’URSS decise il ritiro del vezza dell’Afghanistan (dari: Jabha-yi
anche in considerazione dell’ingente proprio contingente il 7 aprile 1988. Muttahid-i Islami-yi Milli bara-yi Nijat-i
quantità di materie prime prodotte nella L’operazione sarebbe stata condotta in Afghanistan), conosciuto in Occidente
parte asiatica della Russia. Tali mire due distinte fasi successive. La prima fa- anche come Alleanza del Nord, fu
espansionistiche furono costantemente se sarebbe stata attuata dal 15 maggio al un’organizzazione politico-militare
osteggiate, direttamente e indirettamen- 16 agosto 1988 dimezzando gli effettivi fondata dallo Stato islamico dell’Af-
te, dall’azione della potenza egemone presenti in Afghanistan. In seguito il ri- ghanistan nel 1996.
dell’epoca, la Gran Bretagna, decisa a tiro sarebbe stato completato dal 15 no- Si tratta dell’unione di diversi gruppi
sopprimere sul nascere la concorrenza vembre al 15 febbraio 1989. combattenti afgani, in precedenza belli-
commerciale russa. L’apice di questa po- (7) Il «Peshwar 7» era una sorta di Co- geranti tra loro, con lo scopo di com-
litica fu raggiunto in corrispondenza di
una serie inconcludente di campagne
militari (1839-42; 1878-81; 1919) rivolte
all’occupazione dei territori afgani da
parte degli inglesi. Per maggiori infor-
mazioni sull’argomento cfr. P. Hopkirk,
«Il grande gioco, i servizi segreti in Asia
centrale», Edizioni Adelphi, 2004.
(2) Il «Trattato di pace israelo-egiziano»
del 1979 fu figlio degli accordi, passati
alla storia come gli «accordi di Camp
David», firmati dal Presidente egiziano
Anwar al-Sadat e dal Primo Ministro
israeliano Menachem Begin il 17 settem-
bre 1978, dopo dodici giorni di negozia-
ti segreti. La fondamentale svolta politi-
ca, raggiunta con la supervisione degli
USA, guidati da J. Carter, costituisce,
ancora oggi, la pietra angolare delle re-
lazioni diplomatiche mediorientali. In
tal senso, recentemente, anche lo stesso
Governo militare di transizione egizia- mitato politico in esilio composto dalle battere i Talebani. Alla fine del 2001,
no ha confermato la validità e il rispetto principali organizzazioni politiche e re- grazie anche all’intervento statuniten-
del citato Trattato di pace. ligiose afgane tra le quali ricordiamo: il se, il Fronte è riuscito a riconquistare il
(3) Protocollo d’intesa n. 8452811 firma- «Partito Islamico» (HIH), la «Società controllo dell’Afghanistan.
to nel 1979 che prevedeva ingenti aiuti Islamica» (JIA), il «Partito Islamico Kha- (10) Punte di temperatura: 2003 (-23° C);
sovietici nell’Afghanistan. In tal senso lis» (HIK) e l’«Unione Islamica per la Li- 2004 (-25° C); 2005 (-27° C); gennaio
era già chiaro l’intendimento sovietico berazione dell’Afghanistan» (IUA). 2006 (-30° C).
di assicurarsi, a livello infrastrutturale, (8) I Buddha di Bamiyan erano due (11) Cesti in feltro di varie dimensioni
una base d’appoggio nell’area di Kabul enormi statue del Buddha scolpite da con intelaiatura in rete metallica, riempiti
per le successive operazioni militari. una setta buddista nelle pareti di roccia di materiale inerte come sabbia o terra.
(4) L’invasione sovietica dell’Afghani- della valle di Bamiyan, in Afghanistan, (12) Legandolo alla tradizione della ce-
stan iniziò, il 24 dicembre 1979, con l’at- a circa 230 chilometri dalla capitale Ka- lebre e mai sconfitta Legione «Invicta»
traversamento del fiume Amu Darya da bul e a un’altezza di circa 2 500 metri; dell’Esercito Romano.
parte di un battaglione motorizzato ap- una delle due statue era alta 38 metri e (13) Affacciata sulla Jalalabad Road, e con-
partenente a uno dei reggimenti della risaliva a 1 800 anni fa, l’altra era alta siderata non più sufficientemente sicura.
108a Divisione. 53 metri e aveva 1 500 anni. (14) Connotate dalla costante presenza
(5) Il nome è lo stesso del noto carcere Nel 2003 vennero inseriti, insieme all’in- di elevatissime quantità di fastidiosa
che si trova anch’esso a poca distanza e tera zona archeologica circostante, nella polvere sottile.
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68 Rivista Militare
LA SICUREZZA
PERCEPITA
DALL’OPINIONE
PUBBLICA
Sullo sfondo di un contesto sociale, politico ed economico attraversato
da repentini mutamenti e crisi di diversa entità, il concetto di sicurezza
si staglia in tutta la sua importanza e complessità. In particolare, è la per-
cezione della sicurezza da parte del singolo cittadino e della società civi-
le a richiedere un’attenta e mirata riflessione.
di sicurezza - composte dai membri mo raggruppamento può essere col- sidera un ambiente sicuro dove vivere e
di una Nazione e finanziate dai con- legato ai fenomeni di micro e macro riprodursi».
tribuenti - costituiscono appunto sicurezza. Nella sua quotidianità, il Recentemente, l’Associazione italia-
quel servizio che lo Stato deve esse- desiderio del cittadino medio è vi- na di psicologia e criminologia ha
re in grado di garantire. vere le proprie giornate in tranquil- eseguito un’indagine sulla percezio-
lità, per sé e per la sua famiglia. Egli ne della sicurezza e della criminali-
vuole uscire dalla propria abitazio- tà urbana. Lo studio ha preso Roma
VIVERE UNA VITA ne e tornarvi senza che sia accaduto come città campione ed è stato con-
TRANQUILLA nulla di male a sé o ai suoi cari. dotto somministrando un questio-
Vuole sentirsi al sicuro nelle pareti nario a 432 unità (46,8% uomini e
Osservando la realtà di tutti i gior- domestiche, ritenute una valida 53,2% donne). La ricerca è stata con-
ni, abbiamo di fronte una gamma protezione da qualunque pericolo dotta nei 20 municipi della capitale.
molto vasta di variazioni del concet- esterno. Marco Lombardi, docente Il risultato ha messo in evidenza
to di sicurezza; difficile quindi farne di sociologia all’Università Cattolica che, per quanto riguarda il livello di
una classificazione. Tuttavia, un pri- di Milano dice: «Il cittadino medio de- criminalità, il III e il V municipio so-
70 Rivista Militare
IL PERICOLO ON LINE
(Intervista a Luca Bolognini, Presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy)
Dottor Bolognini, nel pacchetto sicurezza varato dal Governo, quanto peso è stato dato alla privacy dei
cittadini?
A parole, perché ancora non ho potuto visionare il testo approvato quest’anno, la privacy dei cittadini resta in una posizio-
ne per così dire «minore», rispetto ad altri interessi. Infatti, parrebbe che all’identificazione con documento di identità di
chi vuole navigare si vada affiancando, o sostituendo, un’identificazione mediante sim card del telefono cellulare. Inoltre,
si estende di fatto la possibilità di raccolta, conservazione, utilizzo, per finalità di pubblica sicurezza e processuali penali,
delle riprese video durante le partite.
Secondo Lei, la privacy è un elemento per cui l’opinione pubblica italiana ritiene di sentirsi protetta, op-
pure no?
Direi proprio di no. Attenzione, non ho mai interpretato la mia materia in modo «integralista», quindi non credo debba es-
sere il fine di tutto e nemmeno prevalere necessariamente su altri diritti o interessi, come la sicurezza. Cionondimeno, è
evidente che siamo monitorati per mille ragioni in ogni frangente della nostra vita. Navigando on line, le aziende ci profi-
lano i loro prodotti per scopi commerciali. Le intercettazioni penali sembrano oltremodo diffuse. Spargiamo i nostri dati
personali (cioè pezzi della nostra identità), in innumerevoli rivoli e spesso ne perdiamo il controllo. Il paradosso è che siamo
dotati, in Italia come in UE, di una buona normativa: ma il correre dei tempi globali e delle tecnologie l’ha già resa in parte
obsoleta, in parte inefficace. Privacy vuol dire due cose: tutela dei dati personali e, se necessario, loro riservatezza. Un cor-
retto trattamento delle informazioni non è nemico ma alleato della sicurezza e della trasparenza.
Nel pacchetto si parla di liberalizzazione del wi-fi, a Suo giudizio quali possono essere le conseguenze di
questa decisione. Viene messa in discussione la sicurezza dei dati on line? C’è il rischio di terrorismo sul
web? Maggiori pericoli di virus?
Come dicevo prima: se ne parla, ma per il momento non ho trovato nulla di scritto da leggere. Da quanto trapela, parrebbe
non trattarsi di una liberalizzazione senza regole degli accessi ai wi-fi negli esercizi pubblici, bensì della eliminazione del-
l’obbligo burocratico di licenza e della nuova forma di autenticazione mediante sms/sim telefonica. Dunque, fanno un po’
sorridere i wishfulthinking di certa stampa che ha esultato per il «liberi tutti», non credo proprio si tratterà di questo. E
non mi piace l’idea di un accesso del tutto anonimo e incontrollato alle reti wireless. Come Istituto Italiano per la Privacy
abbiamo scritto una bozza di proposta di legge sul wi-fi, che non mira ad abrogare tout court l’Articolo 7 del Decreto Pi-
sanu, ma lo trasforma: togliendo inutili burocrazie e imponendo la dotazione di misure di sicurezza tecnologiche (pas-
sword per protezione dall’accesso abusivo, antivirus e firewall) ai gestori dei punti d’accesso. Non ci convince l’autentica-
zione mediante sim telefonica, perché significa agevolare solo chi sia dotato di cellulare con operatore mobile (e presumibil-
mente soltanto nazionale) e costringere i gestori a dotarsi di apparecchiature per questa interfaccia. Il problema dell’identi-
ficazione di chi commette cosa on line è tuttavia reale: il terrorismo e la pedopornografia, così come le frodi e i furti di iden-
tità sono diffusi, dolorosi e orribili. Non convince la carta d’identità elettronica contenuta nel pacchetto sicurezza, a tale
proposito: la soluzione va invece ricercata a livello europeo e internazionale, rivedendo le direttive e-privacy ed e-signatu-
re e arrivando ad un sistema di «identità digitale» riconosciuto su internet ovunque e anche dalle PA dei diversi Paesi. Un
siffatto sistema consentirebbe l’anonimato protetto: l’utente naviga sotto pseudonimo, ma se commette illeciti la magistra-
tura può smascherarlo con certezza. La carta d’identità elettronica, invece, sembra ancora appartenere ad un mondo digita-
le, sì, ma ancora troppo off line.
Il rischio c’è. È fondamentale limitare allo stretto indispensabile le intercettazioni, nel rispetto del vigente Codice di Proce-
dura Penale ed eventualmente con inasprimenti sanzionatori per chi viola le regole e «pesca a strascico»: l’intercettazione è
mezzo di ricerca della prova per reati gravi, non mezzo di ricerca della notizia di reato. Poi bisogna proteggere le reti wire-
less, anche quelle private, con misure e accorgimenti di sicurezza, per evitare wardriving (cioè sfruttamento e captazione
dei dati veicolati attraverso connessioni senza fili non protette), da parte di sconosciuti o di aziende che fanno passare le lo-
ro auto per «profilarci». Però teniamo a mente una cosa, prima di esaltare le Nazioni straniere che non controllano affatto
l’identità di chi accede a internet tramite wi-fi pubbliche: spesso sono proprio quegli Stati nei quali, è vero, non ci chiedono
il documento prima di navigare, ma poi filtrano e analizzano i contenuti delle nostre comunicazioni con grande facilità,
magari senza ordine del magistrato o con ordini generali e indeterminati, che consentono al potere esecutivo di sapere tutto
di noi. A volte, questo accade persino con alleanze tra Governi e aziende. Meglio identificarsi prima ma non essere spiati
poi, piuttosto che il contrario.
(a cura di) Antonio Picasso
72 Rivista Militare
Nella società globalizzata e interculturale, l’evoluzione delle relazioni pare dipanarsi con un andamento non li-
neare ma a cerchi concentrici intersecanti.
In tale complesso scenario, sempre più numerosi sono i fattori che determinano sia la natura che l’esito delle re-
lazioni stesse: cultura, religioni, andamento economico-finanziario, eventi catastrofici naturali, eventi collegati
ad atti terroristici, internet e mezzi di comunicazione sociale virtuale sempre più veloci e interattivi (da facebook
a youtube, da twitter ai vari forum per fare alcuni esempi).
La comunicazione e l’informazione diventano, quindi, le leve vincenti del secolo da muoversi, in mano ai centri
di potere (corporate, corpi sociali intermedi, lobbies) così come al singolo individuo.
Tutti possono conoscere tutto in poco tempo; certo si pone la questione che ruota attorno al senso dell’obiettivi-
tà, della chiarezza e dell’oggettività verificata delle informazioni divulgate.
In tale scenario, frammentato e sempre più, purtroppo, relativistico, gli elementi fondanti la società, come la sfe-
ra dei valori universali e di quelli legati all’uomo, subiscono contraccolpi da più parti, facendo diventare dila-
gante il senso di incertezza e paura.
La profonda crisi economica, che ha colpito il mondo recentemente a più ondate, le cui cause ed effetti non sono
ancora oggi chiari e definiti, ha posto con evidenza il tema della paura, della perdita di ogni riferimento certo,
mettendo a dura prova i vari sistemi sociali mondiali.
Da qui la lettura che viene data ad ogni accadimento può essere influenzata da tutti i fattori che entrano in gio-
co nelle stesse relazioni sociali contemporanee e dagli strumenti utilizzabili in esse (compreso Internet).
Uno degli aspetti «più sentito» dalla popolazione, non solo europea, è quello collegato alla sicurezza personale.
Gli atti di terrorismo, specialmente dopo l’11 settembre, pare abbiano diffuso una sorta di dicotomia tra realtà
ed immaginazione della stessa o, meglio, di percezione di questa sotto il profilo della sicurezza.
Eventi di microcriminalità, quando in regressione in taluni territori, paiono essere invece in aumento, percepen-
do in modo distorto l’entità e la sua diffusione; altri, invece, collegati alla macrocriminalità, quando episodici,
paiono invece essere percepiti come costanti e sempre più diffusi, quasi a sottostimare la forza di prevenzione e
repressione delle competenti autorità, che stanno dando sempre più esiti positivi su ogni fronte, soprattutto alla
lotta contro la criminalità organizzata interna ed internazionale.
L’immaginario individuale, talune volte, fa percepire quindi in modo differente la realtà, operando sul soggetto
una visione distorta rispetto all’effettivo «hic et nunc».
Mai, come oggi, sono richieste a gran voce dai cittadini figure come «il poliziotto di quartiere», la presenza di
Forze dell’Ordine e Forze Armate in certi territori a tutela dell’incolumità dei residenti o in talune zone impian-
tistiche, produttive o aree strategiche per il Paese.
La precarietà del lavoro, dell’economia, delle «tradizionali» certezze del passato, hanno superato i confini della
percezione «pura e semplice» per tramutarsi in paura nel futuro: poche speranze e un approccio subìto e non
vissuto del mondo che ci circonda.
Questo può ingenerare nell’individuo una certa indecisione sulle scelte da intraprendere per sè e per gli atri,
alimentando ancora di più il senso di precarietà e paura.
Per contrastare questo fenomeno possono essere utili modelli comportamentali e scuole di pensiero che anima-
no, per esempio, gli operatori della sicurezza, della protezione civile, delle stesse Forze Armate o ancora, del
volontariato, che si fondano su un forte e consolidato radicamento a valori ben definiti, tramandati da genera-
zione in generazione.
In periodi di forte dinamismo e passaggi epocali, l’aver un orizzonte personale di sicuro riferimento, fa perse-
guire all’individuo un cammino certo e poco soggetto a incertezze, nonostante difficoltà e prove.
Non si tratta solo di una tensione valoriale, morale ed escatologica, ma di un modo differente di percepire e vi-
vere la realtà, oggettivamente, «fotografando» gli eventi e non teorizzandoli.
Abnegazione, sacrificio, senso della Patria, altruismo, solidarietà, solo per fare alcuni esempi, se vissuti e non
solo pensati, sono «buoni» veicoli per superare paure e timori nei confronti di uno scenario che è sì in evoluzio-
ne, ma non incerto.
Ovviamente tutto ciò non rappresenta la panacea di ogni male, ma un patrimonio individuale che fa la differen-
za in questi periodi di cambiamenti repentini.
Non solo: l’individuo, soprattutto oggi, si sente solo di fronte allo svolgersi del reale; il senso di comunità, la
partecipazione attiva ad ogni sfera del quotidiano, mettendosi direttamente in gioco, fortificano, invece, il senso
di appartenenza, facendo venir meno ogni immaginario e percezione collegata all’isolamento e, quindi, all’in-
certezza possibile rispetto al futuro.
Si tratta, quindi, di recuperare in ogni ambito educativo, formativo e addestrativo quell’insieme di valori uni-
versali che fanno parte dello stesso individuo e che contribuiscono a definire, rispetto a ognuno e alle singole
potenzialità, la propria mission nella vita come nel lavoro.
Ciò non toglie il senso di precarietà di fronte a eventi drammatici o nei confronti di un immaginario teso all’in-
certezza dovuta a un concatenarsi particolare di taluni eventi che scuotono interiormente l’individuo, ma certa-
mente ne indirizzano l’azione verso il reale, in modo più determinato e concreto possibile.
Fabrizio Pizzamiglio
Giornalista
74 Rivista Militare
fornite dal Ministero dell’Interno - si il mantenimento della propria integrità soggetti, dall’individuo ai massimi
sono registrati in totale un milione e territoriale, della propria indipendenza vertici istituzionali.
297mila reati, con una riduzione di e della sua stessa sopravvivenza». A
oltre il 6% rispetto all’anno preceden- questo proposito, bisogna sottoli- LA SICUREZZA
te. Dall’altro lato gli arresti sono saliti neare il concetto di «cultura della si- NELLA SOCIETÀ CIVILE
di quasi il 5 per cento. Un processo di curezza», citata dal Sottosegretario
contrazione peraltro iniziato già nel alla Presidenza del Consiglio dei È ancora il Professor Lombardi a
2008 - all’epoca del precedente Ese- Ministri, Gianni Letta. «La nozione di spiegare le necessità espresse dal
cutivo - quando il complesso dei de- sistema costituisce la chiave interpreta- singolo cittadino. «Abbiamo parlato
litti era calato dell’8% dopo aver su- tiva per l’attuazione della nuova disci- del desiderio di ognuno di vivere sere-
perato il milione e mezzo nel 2007. plina (Legge 3 agosto 2007, n. 124, “Si- namente in una condizione di sicurez-
Nell’ultimo documento sulla Natio- stema di informazione per la sicurezza za, per sé e per il proprio nucleo fami-
nal Strategy for Homeland Security, della Repubblica e nuova disciplina del liare». Superando questa esigenza
redatto dal Dipartimento per l’Ho- segreto”, ndr): fare sistema significa, in primaria, la dimensione economica
meland Security degli Stati Uniti, si questo caso, saper diminuire la separa- costituisce il secondo step di sicu-
legge che «la sicurezza nazionale è tezza tra i diversi apparati, coordinan- rezza che deve essere mantenuto
uno sforzo concertato per prevenire at- done il funzionamento senza pregiudi- solido e, soprattutto, dev’essere di-
tacchi terroristici, ridurre la vulnerabi- care la riservatezza che è condizione ir- feso. La preservazione del patrimo-
lità statunitense nei confronti del terro- rinunciabile di successo». A giudizio nio è prioritaria per qualsiasi padre
rismo, minimizzare i danni e favorire la dell’On. Letta, un accettabile livello di famiglia.
ripresa in caso di eventuali attacchi». di sicurezza nasce come risultato «Quello della protezione e dell’auto
Recentemente anche la Corte Costi- della sinergia tra tutte le componen- protezione costituisce un nodo cruciale
tuzionale italiana ha fatto appello al ti che costituiscono lo Stato come nel rapporto fra le Istituzioni e il citta-
«supremo interesse della sicurezza del istituzione, ma anche come soggetto dino», spiega Lombardi. Nel caso in
Paese, nella sua personalità internazio- collettivo. Fare «cultura della sicu- cui le prime non siano in grado di
nale e in qualità di Stato-comunità, per rezza» significa coinvolgere tutti i garantire un servizio collettivo di si-
n. 3 - 2011 75
curezza, il cittadino è portato ad fronte a una situazione a macchia di individuare quattro soggetti che
adottare iniziative autonome per la leopardo, non è possibile definire hanno una sensibile capacità di pe-
difesa dei propri spazi vitali. I casi una politica di pronto intervento netrazione nel cuore dell’opinione
estremi sono quelli in cui gli indivi- che sia multitasking e adattabile a pubblica e quindi dei singoli citta-
dui ricorrono a una giustizia e a mi- tutte le realtà del Paese. Inoltre, ai dini. Le Forze dell’Ordine, le Forze
sure di sicurezza indipendenti da casi di sicurezza ordinaria, bisogna Armate, la Chiesa cattolica e la
quelle delle Istituzioni statali. aggiungere quelli di emergenza. Protezione Civile sono riuscite a
«Tuttavia, per quanto riguarda l’Italia Andando a ritroso, in questi ultimi trasmettere sicurezza nella società
non si può fare un ragionamento con- due anni, l’Italia è stata soggetta ad italiana, ciascuna con modalità e in
centrato unicamente sulla sicurezza nel- una serie di alluvioni, smottamenti contesti sempre differenti. Le pri-
le strade, piuttosto che di carattere me- e terremoti, che hanno devastato, in me due a livello istituzionale e
ramente politico. Il nostro Paese deve af- modo più o meno grave, alcune concentrate nell’ambito della giu-
frontare criticità di ogni genere: da quel- specifiche regioni. Le conseguenze e stizia e della difesa. La terza sulla
le ambientali ad altre di stampo pretta- le modalità di intervento sono state base di una tradizione morale che
mente criminale». A questo bisogna diverse. Inoltre, l’opinione pubblica lo Stato unitario le ha riconosciuto,
sommare fenomeni tangenziali alla ha reagito in modo altrettanto diso- in continuità con i precedenti stori-
questione della sicurezza, per esem- mogeneo. L’evento «Terremoto ci. La quarta, infine, può essere
pio i flussi migratori, che però costi- Abruzzo 2009» è apparso esemplifi- considerata una new entry e oggi
tuiscono potenziali elementi di squi- cativo per come la macchina dello rappresenta la dimostrazione con-
librio in seno alla società. «A prima Stato sia intervenuta in modo siste- creta della predisposizione colletti-
vista, data l’eterogeneità dei problemi, matico, cercando di rispondere alla va alle attività di volontariato da
sembra quasi impossibile progettare una crisi nel più breve tempo possibile. parte della cittadinanza italiana.
strategia di lungo periodo per quanto ri- «Gli organi che fanno riferimento ai Questi quattro soggetti si muovo-
guarda la sicurezza nazionale». Ministeri dell’Interno e della Difesa so- no all’insegna della solidarietà e
Basti pensare alla morfologia del no riusciti anche in questa impresa», sono presenti in modo capillare in
territorio per cogliere immediata- commenta Lombardi. tutto il territorio.
mente le innumerevoli problemati- Una caratteristica peculiare delle Isti- «Dobbiamo tener presente che solo 10
che che possono interessarci. Il Friu- tuzioni rappresentative della sicurez- comuni italiani superano i 500 mila
li presenta una serie di criticità com- za in Italia è la solidarietà. «Coloro che abitanti», aggiunge il professore del-
pletamente diverse da quelle della forniscono protezione mostrano un atteg- la Cattolica. «In questa categoria rien-
Sardegna. Le esigenze di sicurezza giamento di condivisione delle vicissitu- trano anche le aree metropolitane. Qui
nutrite dai cittadini di queste due dini, quindi di sostegno morale e fisico le esigenze e la sicurezza della popola-
regioni, prese unicamente a titolo di nei confronti della cittadinanza». zione sono di responsabilità di autorità
esempio, sono lontane fra loro. Di Nel contesto nazionale, possiamo dotate di poteri di grande portata».
Diverso è il caso dei Paesi di dimen-
sioni ridotte. Nella fattispecie, la
presenza dei soggetti sopra citati ri-
sulta essere positiva e sufficiente.
Il cittadino si sente sicuro per la ca-
pillare presenza delle Forze dell’Or-
dine e delle Forze Armate dispiegate
in supporto. Sa che può rivolgersi al-
la parrocchia in caso versasse in diffi-
coltà economiche e morali. È sicuro
che la cittadinanza interverrebbe a
suo sostegno, attraverso il Municipio
e la Protezione Civile. Tanto più se
egli stesso presta servizio volontario
in questa ultima Istituzione. Questo è
un esempio positivo di «cultura della
sicurezza».
Antonio Picasso
Giornalista,
Esperto di Relazioni Internazionali
76 Rivista Militare
Lungo il confine franco-tedesco, c’è quista di una parte della Polonia, 1° settembre 1939. Soldati tedeschi mentre
un periodo della Seconda Guerra iniziata il 1° settembre 1939, per ot- rimuovono una sbarra di confine con la Po-
lonia.
Mondiale, a cavallo fra il settembre to mesi i due schieramenti terrestri
1939 e il maggio 1940, che sembra in guerra si scambiarono solo qual-
essere caduto nell’oblio, travolto dai che colpo di cannone e qualche
tragici, devastanti avvenimenti che duello aereo fra aerei da caccia. mitata e atipica fase delle operazioni
ne seguirono. Fra i belligeranti non vi fu una vera sul Fronte occidentale vissuta da due
Nonostante la guerra dichiarata da guerra ma una «Drôle de guerre» o Eserciti che non volevano impegnarsi
Francia e Gran Bretagna contro la «Guerra buffa» come è passata alla con le armi. Prima di ricordare quel
Germania dopo l’invasione e la con- storia. Essa ha rappresentato una li- periodo particolare della Seconda
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Si può ritenere che la strategia e le etiopica, il 7 marzo 1936, occupava dei Sudeti (popolazione di etnia te-
tattiche adottate nel corso delle militarmente tutta la Renania, zona desca), che venne immediatamente
campagne del 1939 - 1940 - specie che doveva rimanere smilitarizzata annesso alla Germania nell’ottobre
quelle relative alla stretta coopera- come previsto dal Trattato di Ver- del 1938. Alcuni mesi dopo, nel
zione tra formazioni corazzate spin- sailles e, successivamente, dal Patto marzo del 1939, il Terzo Reich occu-
te in profondità ed aerei - derivaro- di Locarno. pava la Cecoslovacchia e proclama-
no in larga misura da quelle elabo- Dinanzi alla cecità delle Nazioni e va il Protettorato di Boemia e Mora-
rate dal Truppenamt (Stato Maggio- all’atteggiamento benevolo, quasi di via. Questi nefasti avvenimenti di-
re tedesco) durante gli anni Venti accomodamento dei governi demo- mostrarono l’incapacità dell’Inghil-
(impiego massiccio di forze coraz- cratici, Hitler, senza incontrare op- terra e della Francia di reagire alla
zate e di fanterie motorizzate ap- posizione, l’11 marzo 1938, effettua- violenza nazista e il completo falli-
poggiate da vicino da forze aeree, va l’Anschluss e si annetteva così mento della politica di «Appease-
impiego di reparti paracadutisti ol- l’Austria. Inghilterra e Francia pro- ment» degli anglo-francesi. Incapa-
tre le linee nemiche, largo impiego testarono ma rimasero inerti di cità politica e diplomatica che Hitler
seppe sfruttare abilmente occupan-
do prima la Cecoslovacchia e poi la
Polonia (1° settembre 1939).
Hitler, dopo aver riportato la Ger-
mania su una posizione importante
sulla scena mondiale, si mosse per
conseguire il suo obiettivo finale: il
24 ottobre 1938, il Ministro degli
esteri von Ribbentrop chiedeva al-
l’Ambasciatore polacco a Berlino
che la Polonia consentisse la «rian-
nessione di Danzica al Reich» e
l’autorizzazione a costruire una
strada e una linea ferroviaria attra-
verso il «corridoio polacco» per
collegarsi con la Prussia. Il 21 mar-
zo 1939 i polacchi respingevano le
richieste del governo tedesco, po-
chi giorni dopo Hitler dava ordini
al Comando Supremo di elaborare
Seconda Guerra Mondiale - Fronte occiden- fronte alle mire di espansione del un piano per l’invasione della Po-
tale. Genieri italiani rafforzano la strada al dittatore nazista. lonia e il 23 marzo, per dimostrare
Colle della Maddalena.
le sue intenzioni, le truppe tede-
sche occupavano il porto di Memel
LA CONFERENZA DI MONACO in territorio lituano, sito al confine
di apparati radio, telescriventi, ae- con la Polonia.
rei da collegamento). Dopo l’annessione dell’Austria, per In presenza di ulteriori atteggia-
La Francia, preoccupata dalle inizia- frenare i venti di guerra e per tratta- menti aggressivi della Germania,
tive bellicose di Hitler, per rafforza- re con Berlino, che aveva dato inizio la Gran Bretagna, il 27 marzo 1939,
re la sua sicurezza concluse alleanze a un’offensiva diplomatica contro la stipulava con la Polonia un accor-
con il Belgio, la Polonia e la Russia. Cecoslovacchia, su iniziativa di do segreto di assistenza ove si pre-
Fu una sfida aperta alla Germania Mussolini, d’intesa con Francia e In- cisava che se la Polonia fosse stata
che mise in serio pericolo il sistema ghilterra, fu organizzata una Confe- attaccata dai tedeschi la Gran Bre-
di sicurezza europeo già molto fra- renza a Monaco. La Conferenza di tagna avrebbe «impiegato tutte le
gile a causa di un’Europa disunita e Monaco (29-30 settembre 1938), che sue forze e risorse per fornire assisten-
incerta sui provvedimenti da pren- si tenne fra i Capi di governo di za». L’accordo fu reso pubblico il
dere nei confronti della Germania Gran Bretagna, Francia, Germania e 31 marzo. Oltre alla Polonia, la
nazista che diventava ogni giorno Italia, si concluse con l’Accordo di Gran Bretagna accordava la sua as-
più forte. In questo clima, Hitler, Monaco che portò all’annessione di sistenza alla Romania e alla Grecia
approfittando della debolezza delle una porzione di territorio cecoslo- (13 aprile) e alla Turchia (12 mag-
potenze democratiche e della crisi vacco allo Stato tedesco, il territorio gio) specificando che avrebbe ono-
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rato i suoi impegni. Mentre avve- 1° SETTEMBRE 1939: e Inghilterra dichiaravano la mobili-
nivano quegli avvenimenti, il 3 SCOPPIA LA SECONDA tazione generale, mentre Olanda,
aprile, Hitler ordinava al Generale GUERRA MONDIALE Belgio e Svizzera dichiaravano la lo-
Keitel, Capo di Stato Maggiore ro neutralità. Dopo aver invano invi-
della Wehrmacht, di preparare il Le conseguenze del patto Germa- tato a ritirare le forze tedesche di in-
«Piano Bianco» per l’invasione del- nia-URSS furono devastanti. Rassi- vasione, domenica 3 settembre, per
la Polonia a partire dal 1° settem- curate a oriente dal patto di intesa mantenere fede all’impegno contrat-
bre 1939. con la Russia e, quindi, libere dal to in precedenza con la Polonia,
L’Italia, dopo una serie di incontri pericolo di una guerra su due fronti, Francia e Inghilterra dichiaravano
con i tedeschi, il 22 maggio 1939, fir- occidentale e orientale, come era ro- guerra alla Germania ma non alla
mava a Berlino un Trattato di alle- vinosamente avvenuto per la Ger- Russia che era alleata della Germa-
anza militare, il Patto d’Acciaio, for- mania nel Primo conflitto mondiale, nia, e che si spartirà con i tedeschi la
malmente dal contenuto spiccata- il 1° settembre 1939 le truppe tede- Polonia come previsto dagli accordi
mente offensivo, con il quale Mus- sche, senza dichiarare guerra, attra- del 23 agosto. Iniziava così un’altra
solini si schierava a fianco della
Germania, patto che segnò il princi-
pio della fine di entrambe le due
dittature.
Durante la lunga estate del 1939 vi
furono intense trattative: i Capi di
governo e i diplomatici non fecero
altro che bluffare, in particolare Hi-
tler, blandire, minacciare, consultar-
si e contrattare; la posta in gioco era
altissima, la tensione enorme. Poi si
verificò lo «Shock» diplomatico che
paralizzò gli Stati occidentali: la de-
cisione della Russia sovietica di ac-
cordarsi con la Germania nazista
pose in essere uno dei più clamorosi
rovesciamenti di alleanze.
Dopo la decisione della Gran Breta-
gna di assistere la Polonia, anche i
francesi assicuravano il proprio so-
stegno militare al popolo polacco in Seconda Guerra Mondiale - Fronte occiden- guerra europea che dopo pochi mesi
caso di aggressione tedesca. tale. Salmerie italiane in marcia verso il sarebbe diventata mondiale. Il 7 set-
confine italo-francese.
Deciso a evitare la guerra su due tembre l’Inghilterra decideva di dare
fronti, Hitler, dopo intense trattati- inizio al blocco economico totale ver-
ve segrete con la Russia, il 23 agosto so la Germania.
1939, stipulava a Mosca un patto se- versavano la frontiera polacca e in- Il mattino del 9 settembre 1939, du-
greto di «alleanza e di non aggressio- vadevano, con una violenza inaudi- rante l’invasione della Polonia, Hi-
ne» tra Germania e URSS che decre- ta, la Polonia. Con questo atto ini- tler diramava una dichiarazione spe-
tava l’atto di morte anticipato del- ziava la guerra tedesca-polacca che cificando che «la Polonia non doveva
l’indipendenza polacca e la defini- nel giro di pochi giorni diventava essere ricostruita, e che la Germania de-
zione con l’alleato sovietico di zone una guerra europea: Germania con- siderava la pace e non aveva nessuna ri-
di interesse delle rispettive Nazioni tro Inghilterra, Francia e Polonia. vendicazione nei confronti della Francia
in Europa orientale. Due Armate germaniche (62 Divisio- e Inghilterra». Spettava al Primo Mi-
Il 25 agosto, Mussolini, venuto a co- ni, delle quali 6 corazzate e 10 moto- nistro Neville Chamberlain decidere
noscenza del patto di alleanza fir- rizzate appoggiate da 1 300 caccia- se continuare la guerra o giungere a
mato tra Russia e Germania, infor- bombardieri) aggredivano, mediante un accordo. In Gran Bretagna le pro-
mava Hitler che l’Italia, pur rispet- una battaglia di accerchiamento, le poste di pace di Hitler erano inaccet-
tando il Patto di Acciaio sottoscritto deboli forze polacche, prive di Divi- tabili e vennero respinte.
a Berlino nel maggio 1939, non era sioni corazzate e male equipaggiate, Il Primo Ministro francese Édouard
pronta, per il momento, a prendere che nel giro di pochi giorni vennero Daladier rispondeva a Hitler che
parte ad operazioni belliche. semidistrutte. Il 1° settembre Francia «noi abbiamo le armi contro l’aggressio-
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ne e le deporremo solo quando avremo la lezze venute alla luce sul campo di re francese non aveva aggiornato i
garanzia di una sicurezza che non sia battaglia e per verificare dal vivo le procedimenti strategici e tattici esi-
messa in questione ogni sei mesi». A nuove tattiche di combattimento. stenti nel 1918 e continuava a ritene-
metà settembre, il governo inglese, re, specie negli alti gradi, molto
inviava in Francia un primo contin- avanti negli anni, che la difesa fosse
gente del Corpo di Spedizione forte LA DRÔLE DE GUERRE intrinsecamente superiore all’attac-
di 160 000 uomini pronto a interve- co. La «Drôle de guerre» («la guerra
nire in caso di un attacco tedesco. Durante questo travagliato periodo buffa» così chiamata dai francesi),
Il 17 settembre, alle 6 di mattina, la politica della Francia e della Gran «la guerra seduta» (la Sitzkrieg chia-
l’Armata Rossa attraversava il confi- Bretagna fu contraddistinta dal cli- mata dai tedeschi), in Italia chiamata
ne orientale e attaccava la Polonia ma «dell’Appeasement» (di accordo o «guerra fittizia», mentre per i polac-
già stremata dalla guerra lampo dei riappacificazione) e condizionata chi era la «Dziwna wojna» (la guerra
tedeschi. I resti dell’Esercito polacco, dalla esiziale debolezza dello stru- strana), è da inquadrare nel contesto
che erano riusciti a ripiegare verso mento militare che vincolava i due sopra delineato.
est, per sfuggire alla pressione tede- alleati a intraprendere offensive ter- A ovest, i francesi e gli inglesi, dopo
sca, si trovarono a dover combattere restri. In Francia, alle prese con pro- aver mobilitato, non avevano inten-
contro i russi. L’Armata Rossa in- blemi interni di carattere politico zione di muovere contro la linea
contrò scarsa resistenza e, in pochi (antimilitarismo e scandali) e civile «Siegfried». Essi rimasero nelle loro
giorni di lotta, fu occupato tutto il (scontri tra opposte fazioni, solleva- trincee, spettatori della sconfitta del
territorio previsto dagli accordi sti- zioni e proliferazione di scioperi), la loro alleato polacco che chiedeva di-
pulati a Mosca il 23 agosto. In que- gerarchia militare era profondamen- speratamente di muovere in suo
aiuto.
L’opinione pubblica francese e in-
glese erano molto contrarie a inizia-
re un’altra guerra essendo ancora
vivo il ricordo del Primo conflitto
mondiale.
All’inizio delle ostilità, dietro alla li-
nea «Maginot» erano schierate circa
70 Divisioni francesi cui si aggiunse,
verso la fine di settembre, un Corpo
di Spedizione Britannico (B.E.F.),
forte di oltre 160 000 uomini, invia-
to a presidiare la frontiera franco-
belga (nei primi mesi del 1940 rag-
giungerà la forza di quasi 400 000
soldati). Lungo la linea «Siegfried»,
contrapposta in parte alla «Magi-
not», ancora carente sotto il profilo
sto scenario di violenza brutale, ri- Seconda Guerra Mondiale - Fronte occiden- dell’efficienza e dell’azione di arre-
cordo che Stalin fu il responsabile tale. Un reparto di fanti italiani rimuove i sto, la difesa era garantita da un nu-
detriti di una frana di terra sulla strada del
diretto dei gravissimi massacri com- Piccolo San Bernardo. mero limitato di grandi unità di 2a
piuti nei confronti di 21 857 fra Uffi- linea non ancora adeguatamente
ciali e civili polacchi (eccidio di Ka- addestrate e senza la disponibilità
tyn) uccisi nella foresta di Katyn di riserve ai vari livelli. Per com-
(Polonia) fra il 3 aprile e la fine di te influenzata dalle ormai superate prendere come era lo scenario di al-
maggio del 1940. Dopo il crollo della concezioni operative della vittoriosa lora riporto quanto espresso dallo
Polonia, il 30 settembre, il governo conclusione del Primo conflitto mon- storico inglese Arthur Koestler:
polacco si rifugiava in Inghilterra di- diale e ancorata a criteri e concetti «parlammo con molti soldati. Erano
retto dal Presidente Wladyslaw difensivi. Tale concezione si poggia- nauseati dalla guerra ancora prima che
Raczkiewicz, con il Generale Sikor- va sulla realizzazione della linea for- avesse avuto inizio ... volevano tornare
ski, Capo di Stato Maggiore. Per tificata «Maginot» - una corazzata a casa e non si curavano minimamente
l’Esercito tedesco la campagna di sulla terraferma come era definita a di Danzica e del corridoio.... Provavano
Polonia fu un test fondamentale per quei tempi - peraltro incompleta tra affetto per la Francia, ma non vero
porre rimedio ad alcune manchevo- Longwy e il mare. Il pensiero milita- amore; provavano risentimenti per Hi-
n. 3 - 2011 81
LA DIVISIONE
DI FANTERIA «ACQUI»
SULL’ISOLA DI CEFALONIA
Cosa avvenne a Cefalonia nel settembre del 1943? Una lotta pazzesca e delle coste sul versante occidentale:
inutile, così la definirono, tra l’altro, il Maresciallo Alexander e l’Ammi- basse, corrono con lunghe strisce
raglio Cunningham, inglesi. Undicimila Italiani contro duemila Tede- lungo il mare; l’attracco con mezzi
schi. Novemila morti. «A Cefalonia - scrive don Luigi Ghilardini, un te- da sbarco è facile, essendo favorito
stimone - nessuno scelse la morte per la morte. Sulla bilancia la decisione, tra l’altro da una discreta rete stra-
da una parte fu messo il ragionamento, dall’altra il peso dell’Onore. E dale che s’irradia verso l’interno.
questo fu troppo grande perché si decidesse altrimenti». Centri abitati degni di rilievo: Argo-
stoli e Luxuri, l’uno di fronte all’al-
tro sulle opposte estremità della
Cefalonia: 760 Kmq di superficie, aspetto presentano le coste orientali, grande baia di Argostoli.
280 Kmq di sviluppo costiero. L’iso- che scendono quasi a picco sul ma- Questa è l’antica «Kefallenia», che
la è percorsa in senso longitudinale re, ad eccezione di un tratto centra- significa appunto «isola elevata».
da catene montuose di natura carsi- le, dove il defluire montagnoso Cantata e maledetta, si erge nel
ca. Il terreno è aspro, brullo, rotto s’addolcisce nell’ampio bacino di mezzo del mitico mare di Ulisse,
da rapidi avvallamenti. Stesso Sami. Più confortevole è la vista circondata da isole cariche di leg-
n. 3 - 2011 83
genda e di storia: Santa Maura, Zan- «De sury», dai nomi dei diversi Co-
te, Itaca, l’arcipelago delle Echinadi. mandanti. Nel 1774 assume il nome
In quelle acque girovagò Telemaco di «reggimento del Chiablese», dal
in cerca del padre; vi sospirò, dal- Duca di Chiablese, fratello del Re
l’alto del monte Ermeo che domina Vittorio Amedeo III: è in questa cir-
Itaca, Penelope in angosciosa attesa costanza che nella Bandiera del reg-
dello sposo; si diedero battaglia i gimento viene introdotto lo stemma
Turchi e i Cristiani nella memorabi- del Chiablese, che diventerà poi
le battaglia di Lepanto. Cefalonia è quello della «Acqui». Nel 1796 il reg-
la più grande delle Isole jonie e con gimento passa alla Francia, accresce
queste essa fa da antemurale al con- il numero dei suoi effettivi, che re-
tinente greco, di cui praticamente cluta prevalentemente nella provin-
comanda l’accesso. Le chiavi di Co- cia di Alessandria. Di qui il suo no-
rinto - si diceva - sono a Cefalonia. me di «Brigata di Alessandria». Nel
Praticamente le chiavi della Grecia, 1821 la «Brigata di Alessandria» è
per l’ingresso da Occidente. Per sciolta in seguito ai moti rivoluzio-
questa sua funzione antemurale nari. Si scopre che alcuni Ufficiali
della Grecia, nel corso della storia, erano implicati. L’unità rivela già il
Cefalonia non fu dimenticata da suo caratterino, non è la solita Briga-
nessuno. Non la dimenticheranno ta sorniona; già manifesta nelle sue
gli Ateniesi e i Romani: il Console Sopra. arterie le prime tracce di quel «ma-
Marco Fulvio vi arrivò verso il 180 Benedetto di Savoia, Duca di Chiablese. le» nobile, che un giorno la sublime-
a.C. (verso la fine della guerra etoli- A destra.
ca) e impose alle quattro città che al- Il Generale di Divisione Antonio Gandin.
lora vi fiorivano di arrendersi senza
A sinistra.
condizioni. Tutte capitolarono, me- Le isole di Cefalonia e Itaca.
no una: Sami. Dopo un assedio di
quattro mesi, fu espugnata; la città
rasa al suolo, i suoi abitanti portati a
Roma e venduti come schiavi. Non dopo essere stata prelevata dal fron-
dimenticarono Cefalonia i Macedo- te occidentale dove aveva combat-
ni, i Bizantini, i Normanni, i Vene- tuto contro i Francesi in Val di Stu-
ziani, i Turchi. In tempi più recenti ra, tra il Colle della Maddalena,
vi furono anche Francesi e Inglesi. l’Argentera e i Bagni di Vinadio.
Infine, nel giugno 1941 vi giunsero Era la seconda volta che questa uni-
gli Italiani. Dallo Stato Maggiore tà piemontese, fondata da un Co-
italiano l’isola era considerata una lonnello dal cognome francese,
potente avanstruttura difensiva del combatteva contro i Francesi. La
lembo sud occidentale della peniso- prima volta fu nel settembre 1706,
la balcanica. dopo un brusco cambiamento di
La Divisione di fanteria «Acqui» fronte che ha inquietanti analogie
giunse a Cefalonia il 18 gennaio con quello di 237 anni dopo.
1943, proveniente da Corfù, dove La «Acqui» nacque nel 1703 come
aveva stazionato un anno e mezzo a Reggimento di Fanteria «Des Por-
curarsi le ferite contratte sul fronte tes», dal nome del Colonnello Gio-
greco, che erano gravi. I reggimenti vanni Ludovico Des Portes che lo rà e la perderà: un’accentuata pres-
fanteria 17° e 18° erano dissanguati. fondò. Era un reparto di formazione, sione patriottica. Verso la fine del
Il salasso era avvenuto nei settori di allestito in fretta e furia per tampo- 1821 l’unità è ricostituita per ordine
Dhermi-Vunoij-Himara e in quello nare l’emorragia dell’Esercito pie- di Carlo Felice e assume il nome di
di Telepeni. Situazione drammatica: montese, preso tra due fuochi: ispa- Brigata «Acqui». Anzianità: 4 dicem-
si trattava di arrestare l’offensiva no-francese da una parte, inglese- bre 1821. Nel 1832 l’«Acqui» riceve
greca che stava per dilagare lungo prussiano-olandese dall’altra. Suc- la bandiera: croce bianca su fondo
la linea del litorale sino a raggiun- cessivamente il reggimento passa at- rosso; i reggimenti che la compongo-
gere Valona. La Divisione vi era sta- traverso diverse denominazioni: reg- no sono il 17° e il 18°. Come tale essa
ta scaraventata per arginare la falla, gimento «Audibert», «Monfort», partecipa alla Prima Guerra d’Indi-
84 Rivista Militare
Sopra.
Il Capitano di Fregata Mario Mastrangelo.
A destra.
Fanteria tedesca prende terra.
Sopra.
Una mitragliatrice leggera Breda mod. 30.
A destra.
L’area della periferia di Argostoli dove furo-
no dislocate la III e la V batteria del 33° reg-
gimento artiglieria tra il 9 e il 15 settembre.
Sopra.
Il cortile della «casetta rossa».
A destra.
Un pozzo, in località Troianata, all’interno
del quale furono rinvenuti i resti di circa
400 Fanti del II battaglione del 17° fanteria.
CARLO CALL
SOLDATO VETERINARIO DELLE BANDE
IRREGOLARI A CAVALLO DELL’AMHARA
Soldato veterinario del gruppo Bande Amhara, comandato dal mitico Te-
nente Guillet, seppe distinguersi come esempio di dedizione al dovere e
spirito di sacrificio, rendendo valido altresì l’assioma secondo cui nes-
sun Comandante è veramente tale se i suoi gregari non sono validi e ca-
paci. Ed è cattivo Comandante quello che non si impegna a renderli tali.
Ricordare Carlo Call dimostra anche che tutti concorrono al risultato di
un‘azione militare ed il ruolo giocato da ciascuno, sia pure la più piccola
pedina, merita il giusto riconoscimento e accresce il risultato finale.
IL PROTAGONISTA
fessionale gli imponevano l’obbligo. cile e faticosa vita montanara, ferma giovani ed adulti, si impegnavano
Carlo Call era nato il 5 novembre nelle usanze ataviche e nel caratte- nell’addestramento al tiro ed in pe-
1911 a San Vigilio di Marebbe, in re, determinata nella fede verso Dio riodi di istruzione effettuati da Uffi-
provincia di Bolzano, allora territo- e nel rispetto per la Chiesa, nell’at- ciali dell’Esercito Regolare.
rio dell’Impero Austro Ungarico. Il taccamento e nell’amore per la Fa- Carlo Call cresce in questo ambiente,
padre, Francesco, era guardia cac- miglia, nell’obbedienza ai voleri e ne assorbe i principi e l’etica che ne
cia, funzione di pubblico ufficiale della Patria e agli ordini dell’impe- formeranno il carattere. Durante gli
anni della 1a Guerra Mondiale vede
il padre, Sergente degli Schützen,
parteciparvi attivamente sino alla fi-
ne. La sua infanzia non ne è scossa,
forse solo rafforzata. Frequenta la
scuola elementare in San Vigilio, se-
guita dal Ginnasio e dal Liceo Classi-
co, parte a Brunico e parte a Bressa-
none. Nel 1933 consegue la maturità,
viene esonerato dal servizio di leva
nel Regio Esercito perché già diversi
suoi fratelli sono alle armi, e si iscri-
ve alla facoltà di Medicina Veterina-
ria dell’Università di Milano. Nel
1937 si laurea con 110 e lode. Lavora
come veterinario prima a Marebbe e
nell’Alta Val Badia. Poi, causa le leg-
gi allora vigenti, deve scegliere tra
esercitare la professione nelle regioni
del Centro-Sud o fare concorso per le
La Compagnia Standschutzen di Mareb- ratore. Militarmente gli uomini ed i Colonie. Sceglie il concorso, lo vince
be - 1915. ragazzi erano inquadrati in Compa- e a 28 anni, nel 1939, viene destinato
gnie di Standschützen, nome traduci- all’Asmara, Istituto Siero Vaccinoge-
bile in «tiratori stanziali», e di Jun- no quale Vice-Direttore.
di grande importanza e responsabi- gschützen, «giovani tiratori». Ogni Un nuovo mondo, un nuovo ciclo
lità nell’economia agricolo-pastora- comunità dava vita ad una di que- professionale, una nuova realtà a
le tipica, in quei tempi, del Tirolo ste compagnie, riunite poi in batta- migliaia di chilometri dalla Patria.
meridionale. San Vigilio di Mareb- glioni circondariali. Gli Schützen, L’affronta con la serietà e l’impegno
be, situato su un altipiano chiuso
tra le pendici del Monte Plan de
Corones che lo separa dall’abitato
di Brunico e dalla Val Pusteria, ed
alcune propaggini delle Alpi di Fa-
nes che lo dividono dalla Alta Val
Badia, è oggi stazione turistica e
sciistica di fama nazionale ed inter-
nazionale.
Quando vi nacque Carlo Call, sesto
di otto fratelli, era un borgo alpino
di non più di un migliaio di abitan-
ti, che vivevano nei tipici masi tiro-
lesi di cui oggi si è perso anche il ri-
cordo. La società che vi abitava era
frugale, semplice, abituata alla diffi-
io; con la Banda a cavallo non avrebbe Tese il foglietto al veterinario e gli dis-
potuto fare di meglio. Poteva però sor- se: “Galoppa dal Comandante. Avverti-
prendere il nemico con un’azione inat- lo che dei carri gli stanno arrivando alle
tesa, spericolata, cercare di distrarlo per spalle. Digli che tenterò di arrestarli per
rallentare la sua marcia, avere il tempo dargli tempo di rischierare le Bande.
per avvertire Guillet e permettergli di Portagli questo biglietto e vedi di non
cambiare lo schieramento del Gruppo. farti prendere per strada”. Il veterinario Il matrimonio del dottor Carlo Call - 1954.
Chiamò a sé con un cenno il soldato vete- ebbe qualche momento di esitazione e
rinario dottor Call. A lui meglio che ad borbottò qualcosa, come “preferirei ri-
altri riteneva di poter affidare il messag- manere con Lei”. campagna d’Etiopia.
gio per Guillet, da cui poteva così dipen- “Corri Call! Corri!” gli urlò, quasi, To- Solo l’attendente di Togni sarebbe usci-
dere la salvezza del Gruppo. Trasse di ta- gni. “Da te dipende la salvezza del Grup- to vivo dalla carica. Gravemente ferito,
sca un blocchetto di carta, si appoggiò al- po! Dì al Comandante che noi faremo il riuscì a tornare al Gruppo ed a raccon-
la sella e scrisse all’amico che avrebbe nostro dovere”. Call saltò in sella, spronò tare a Guillet come avesse visto Togni
“caricato con trenta dei suoi marescialli”. il cavallo e si allontanò al galoppo. stramazzare, assieme al cavallo, su di
n. 3 - 2011 99
Motivazione della Medaglia d'Argento al cora Dan Segre che narra. «Il soldato sul Gruppo”. Poi tese a Guillet il mes-
V.M. conferita al Soldato Carlo Call. dottor Call arrivò al galoppo fin vicino saggio di Togni. In quella si udirono
a Guillet. Sceso di sella si mise a parla- esplosioni di bombe, crepitio intenso di
un carro. Gli Inglesi ne avevano raccol- re ansimando, a frasi brevi, congiunte armi leggere, cannonate, poi ancora
to il corpo e lo avevano deposto, con da qualche “sì” ed “ja” tedesco: “cam- bombe, poi silenzio.
qualche cura, su di una camionetta». biare schieramento, Comandante, e su- Guillet chiamò gli Ufficiali a rapporto.
Verrà decorato di Medaglia d’Oro bito. Carri inglesi pesanti alla destra Si portò con loro ad osservare il nemico
al V.M. «alla memoria». delle Bande. Tre o quattro, sì, con fan- e vide, nella piana, la fanteria indiana
La terza azione dei Gruppo Bande teria e artiglieria. Il Tenente crede op- protetta sui fianchi da camionette arma-
venne compiuta subito dopo. È an- portuno spostare immediatamente lo te di mitragliatrici e da mezzi blindati:
schieramento del Gruppo. Può essere un grosso reparto, che si stava spiegan-
aggirato. Lui adesso attacca sì, per dar- do su di una larga fronte.
La carica del Gruppo Bande a Cavallo - Le tempo di cambiare fronte. Con un E Guillet diede gli ordini per l’azione:
1941. solo plotone. Il resto sta ora ripiegando “scopo è penetrare nelle linee inglesi,
provocare la maggiore confusione possi-
bile, tornarcene indietro dando ai carri
l’impressione di poter essere presi alle
spalle. Se potremo ripeteremo l’attacco”.
In quella, si accorse che l’andamento del
terreno aveva costretto carri e camionet-
te a rallentare e stringere, sulla sinistra,
la fanteria indiana. Anche l’artiglieria
spostava lo schieramento. Capì d’intuito
che era il momento giusto per lanciare la
carica sul centro nemico: mitragliatrici
dei carri e delle camionette da un lato e
cannoni dall’altro non avrebbero potuto
sparare sui suoi cavalieri senza colpire
la loro fanteria che stava nel mezzo.
Girò il cavallo, si sollevò sulle staffe e
“Caricat!” urlò con quanto fiato aveva
100 Rivista Militare
DEL DIRITTO
to. La protezione viene estesa anche
alla popolazione civile che si adoperi
per i soccorsi ai feriti.
INTERNAZIONALE
La croce rossa su sfondo bianco vie-
ne adottata quale simbolo di prote-
zione e neutralità riconosciuto a li-
UMANITARIO
vello internazionale. L’emblema,
privo di significato religioso e tutto-
ra ancora boicottato da quanti ne in-
travedono un mero significato di ta-
le propaganda al punto da volerlo
Dalla Convenzione di Ginevra alla nascita sostituire con un simbolo neutro, è
scelto invertendo i colori federali
della Croce Rossa - La normativa esistente della bandiera svizzera, in omaggio
e la sua reale applicazione al Paese ospitante.
Viene stabilito, inoltre, il seguente
dettato fondamentale: «... i militari
feriti o malati saranno raccolti e curati,
La quasi totalità degli Atenei che of- corso deve, quindi, avvenire me- a qualunque Nazione appartengano...».
frono proposte formative, quali i diante la conclusione di un trattato La prima Convenzione di Ginevra
Corsi di Laurea in Scienze Politiche, internazionale. del 1864, dettando norme atte, per
presentano un programma di studio Il Governo svizzero offre il proprio quanto possibile, a rendere meno
che tratta il Diritto Internazionale appoggio all’iniziativa convocando, cruenti i conflitti riconoscendo la di-
Umanitario. l’8 agosto 1864, una conferenza di- gnità della persona umana e la neu-
Dossier, articoli, reportage, seminari plomatica alla quale partecipano i tralità del ferito di guerra, costituisce
di studio e dibattiti pongono al cen- rappresentanti di 12 Governi, com- un passo decisivo nella storia del Di-
tro dell’attenzione la tutela e cura presi gli Stati Uniti, unica potenza ritto Internazionale Umanitario.
dei feriti e la loro evacuazione, nella non europea rappresentata. Nel periodo successivo all’adozione
maggior parte dei casi a seguito di La Conferenza si conclude il 22 ago- della Convenzione del 1864 e man
incidenti nei vari Teatri d’operazio- sto 1864 con l’adozione della Prima mano che gli Stati ne ratificano il te-
ne delle Forze Armate: ci si pone Convenzione di Ginevra per il mi- sto, vengono create numerose Socie-
l’interrogativo sul rispetto o il totale glioramento della sorte dei feriti in tà Nazionali della Croce Rossa, an-
ignoro di quanto sancito dalla Con- campagna. Il documento, strutturato che in Paesi non appartenenti al-
venzione di Ginevra e dal Diritto su 10 articoli, garantisce neutralità e l’area culturale europea. La collabo-
Internazionale Umanitario.
Ma cos’è la Convenzione di Ginevra?
Com’è nata? Analizziamone insieme
alcuni dettagli.
Il conflitto che scoppia, nel febbraio
1864, tra la Prussia e la Danimarca, in
occasione del quale operano per la
prima volta le nascenti Società Na-
zionali di Soccorso, evidenzia le diffi-
coltà frapposte dai Governi al loro
operare, ostacoli che possono essere
superati solo attraverso l’assunzione
di un serio impegno da parte degli
Stati circa la protezione da assicurare
al personale e alle strutture destinate
alla cura dei feriti.
Il riconoscimento ufficiale dell’atti-
vità delle Società Nazionali di Soc-
n. 3 - 2011 103
razione fra le diverse Società Nazio- ternazionale concernente le leggi e gli ti disumani o degradanti, la cattura di
nali viene agevolata dall’organizza- usi della guerra», ripresi poi nei testi ostaggi, gli stermini, la tortura, le ese-
zione di conferenze periodiche non dell’Aja del 29 luglio 1899, nei quali cuzioni sommarie, il saccheggio, gli
istituzionalizzate alle quali prendo- viene adottata, tra l’altro, una con- atti di violenza e la distruzione indi-
no parte, insieme ai delegati delle venzione per l’adattamento alla guer- scriminata dei beni privati.
Società Nazionali e del Comitato, i ra marittima dei principi sottoscritti I Delegati del Comitato Internaziona-
rappresentanti delle potenze parti nel 1864. le della Croce Rossa vengono auto-
alla Convenzione di Ginevra. Una serie di Convenzioni relative ai rizzati a visitare i campi di prigionie-
La prima Conferenza si tiene a Parigi conflitti armati tra cui guerra terre- ri di guerra, gli internati e a intratte-
nel 1867 e ad essa ne seguono altre, stre, marittima e neutralità vengono nersi con i detenuti senza testimoni.
ma a intervalli non regolari a causa adottate all’Aja il 18 ottobre 1907. Il 4 maggio del 1954 viene adottata
delle ricorrenti crisi belliche. La Prima guerra mondiale evidenzia all’Aja una «Convenzione per la pro-
Il conflitto tra Austria e Prussia del le lacune delle norme fino ad allora tezione dei beni culturali in caso di
1866, e ancor più la guerra del 1870 formulate e nel 1929 vengono adotta- conflitto armato».
tra Francia e Prussia, mostrano i pri- te due ulteriori Convenzioni: una per Il 10 dicembre 1976 le Nazioni Unite
mi risultati positivi. In occasione del il trattamento dei prigionieri di guer- adottano una «Convenzione sul di-
conflitto franco-prussiano, per la pri- ra, l’altra per migliorare la protezione vieto di utilizzare tecniche di modi-
ma volta nella storia militare, entra in dei feriti e dei malati sulla base della fica dell’ambiente naturale per sco-
funzione un organismo internaziona- passata esperienza. pi militari o per qualsiasi altro sco-
le che si occupa di comunicare con le Durante la Seconda guerra mondiale po ostile».
famiglie dei soldati feriti o caduti in la sorte delle persone coinvolte nelle Nel 1977, una nuova Conferenza
battaglia, per il tramite di delegati ostilità, e in particolare della popola- Diplomatica adotta due «Protocolli
che il Comitato Internazionale può zione civile, è tragica. aggiuntivi alle Convenzioni di Gi-
inviare nei campi, sebbene questa at- Alla fine del conflitto si avverte forte- nevra del 1949» destinati appunto a
tività non sia ancora ufficialmente tra mente l’esigenza di rivedere le Con- completare le norme di protezione
le sue prerogative. venzioni vigenti e nel 1946, convoca- previste dalle quattro Convenzioni
È, infatti, in occasione della IX Confe- ta dal Consiglio Federale Svizzero, si di Ginevra:
renza Internazionale di Washington riunisce a Ginevra una Conferenza • il I Protocollo ne estende il campo
del 1912, che il Comitato Internazio- diplomatica che, il 12 agosto 1949, di applicazione e di controllo, iden-
nale viene incaricato di assicurare i adotta quattro Convenzioni. tificando meglio il personale e il
soccorsi ai prigionieri di guerra me- Regole precise proteggono gli inter- materiale sanitario e assicurando la
diante l’intermediazione di delegati nati civili, i diritti e i doveri di una protezione della popolazione civile
neutrali accreditati presso i Governi Potenza occupante sono chiaramente dagli effetti delle ostilità nei conflitti
interessati. stabiliti, sono vietate le rappresaglie e armati internazionali;
Con la Convenzione di Ginevra si le deportazioni. • il II Protocollo si preoccupa della
fanno spazio, nel Diritto Internazio- • I Convenzione di Ginevra per il mi- protezione delle vittime dei con-
nale Umanitario, quei principi uma- glioramento della sorte dei feriti e flitti armati non internazionali
nitari che si affermeranno a livello in- dei malati delle Forze Armate in mediante una serie di disposizio-
ternazionale molto velocemente. campagna; ni destinate ad assicurare la tute-
Da questo momento verranno garan- • II Convenzione di Ginevra per il la dei feriti, dei malati e della po-
tite le attività delle Società Nazionali miglioramento della sorte dei feriti, polazione civile in generale e, in
di Soccorso che, sotto l’emblema del- dei malati e dei naufraghi delle particolare, dei civili privati del-
la croce rossa, saranno destinate ad Forze Armate su mare; la libertà.
agire come servizio ausiliario della • III Convenzione di Ginevra relativa Il 10 ottobre del 1980 viene adottata a
sanità delle Forze Armate. al trattamento dei prigionieri di Ginevra una «Convenzione sul divie-
Se è vero, da un lato, che il Diritto In- guerra; to e la limitazione dell’impiego di ta-
ternazionale Umanitario ha subito • IV Convenzione di Ginevra relati- lune armi classiche» che possono es-
grandi sviluppi da quella prima con- va alla protezione delle persone ci- sere ritenute capaci di causare effetti
venzione, è anche vero che questi vili in tempo di guerra. traumatici eccessivi o di colpire in
non sono altro che l’aggiornamento e Con queste, gli Stati firmatari si impe- modo indiscriminato.
l’ampliamento dei principi universali gnano a curare amici e nemici senza
essenziali stabiliti dalla stessa. alcuna distinzione, a rispettare l’esse- Francesco Sgobba
I principi della Convenzione di Gine- re umano, la dignità della donna, i di- Maresciallo Allievo,
vra del 1864 sono, infatti, riconferma- ritti della famiglia, i costumi, le con- in servizio presso il Reparto Corsi
ti e ampliati dalla «Dichiarazione In- vinzioni religiose; a vietare trattamen- della Scuola Sottufficiali dell’Esercito
104 Rivista Militare
LA DIMENSIONE EUROPEA
DELLE PROBLEMATICHE
GIOVANILI ITALIANE
La questione giovanile risulta essere sione europea» rappresenta un con- giovani, di difficoltà che impedisco-
oggi tema centrale di vari soggetti cetto ricco, collegato a una strategia no una migliore integrazione socia-
istituzionali e sono tante le iniziati- d’intervento in favore delle future le, miglioramento del sistema scola-
ve e le attività in questo settore an- generazioni al fine di rendere con- stico e, più in generale, di una signi-
che se compiute spesso in maniera creta la possibilità d’identificazione ficativa difficoltà a individuare
non organica e omogenea con risul- dei giovani provenienti da differen- quelle misure che possano favorire
tati poco strategici e di breve dura- ti Paesi, sul fondamento costituito e realizzare nel concreto una parte-
ta. L’obiettivo di valutare i risultati dai valori comuni e che, nonostante cipazione attiva dei giovani, in par-
delle azioni messe in campo per le le differenze culturali, risulti una ticolare quelli più svantaggiati e
future generazioni combacia con ricchezza la particolare condizione marginalizzati. Al fine di compren-
l’esigenza di riportare al centro del- di provenienza. È necessario pure dere a fondo i giovani occorre rece-
l’attenzione la questione legata ai stimolare nei giovani una riflessione pire il senso dei messaggi che lan-
cittadini del domani, tanto che il 22 sulle caratteristiche essenziali della ciano e individuare la direzione
settembre 2008 la Commissione Eu- società per poi renderla di più am- verso cui indirizzare l’impiego delle
ropea lanciò online una pubblica pio respiro con una dimensione eu- risorse disponibili, un’azione che
consultazione diretta ai diversi sta- ropea e, soprattutto, incoraggiarli deve essere inserita in quell’indefi-
keholder (organizzazioni, autorità ad assumere ruoli attivi nelle pro- nito universo dei «giovani» e che sia
pubbliche, individui) di tutti gli Sta- prie comunità, affinché si possano in grado di intercettare problemi,
ti dei Paesi Membri. Occorre che i sentire cittadini consapevoli, anche speranze, bisogni nonché idee, pro-
giovani italiani, su modello del- attraverso la conoscenza del ruolo getti, iniziative in maniera trasver-
l’Unione Europea, si esprimano sul- determinante che hanno nella co- sale rispetto a condizioni socio-ana-
le priorità e le sfide da intraprende- struzione del mondo che verrà. Bi- grafiche, culturali e di partecipazio-
re per il proprio futuro, specie in sogna quindi sottolineare come l’at- ne attiva. Dare, quindi, la parola ai
campo di tematiche fondamentali tiva partecipazione dei giovani sia il giovani significa inevitabilmente
quali ad esempio l’istruzione, la for- fine di qualsivoglia azione in favore coinvolgerli e farli sentire tali, non
mazione e il lavoro, e quindi anche degli stessi, affinché si possano in- limitandosi a raffigurarli in rappre-
tematiche più sociali quali il diritto coraggiare ad essere cittadini attivi sentazioni sociologiche e in terza
di vivere il proprio status di cittadi- e consapevoli e attuare quei principi persona, né allo stesso tempo far lo-
no e la conoscenza delle misure che e regolamenti nazionali e comunita- ro oggetto di proiezione per una ri-
i propri amministratori locali metto- ri che, in materia di partecipazione stretta rappresentanza di «addetti ai
no in campo per la pianificazione e informazione dei giovani, preve- lavori». Come sottolineato nel quin-
del proprio futuro. La campagna di dono fra le altre cose: l’incoraggia- to rapporto IARD sulla condizione
sensibilizzazione dei giovani, incen- mento per una compartecipazione giovanile in Italia, particolare atten-
trata sull’essere consapevoli della alla vita civile della propria comu- zione deve essere posta sui processi
propria cittadinanza europea, è tra nità; lo sviluppo e l’aumento del- di transizione verso l’acquisizione
le maggiori priorità del progetto di l’interesse alla partecipazione dei di ruoli adulti; l’età giovanile può,
azioni che devono caratterizzare le giovani agli apparati della demo- infatti, essere considerata una con-
Amministrazioni locali, con l’obiet- crazia partecipativa; l’esigenza di dizione transitoria che si caratteriz-
tivo di incentivare la riflessione su un maggiore sostegno alle varie za per l’abbandono di ruoli e com-
temi di rilevanza locale, nazionale strutture destinate all’educazione e petenze tipiche dell’adolescenza e la
ed europea e di attirarli in un atten- alla partecipazione. Parliamo quin- contemporanea assunzione di fun-
to dibattito sulla realizzazione del di di temi come la disoccupazione e zioni e di responsabilità del mondo
proprio domani. Il termine «dimen- le scarse possibilità di carriera per i adulto. «I tempi e i modi con i quali
n. 3 - 2011 105
questo passaggio si realizza appaiono la definizione di politiche condivise promozione della solidarietà e del
fortemente influenzati da contingenze per i giovani vedendoli finalmente dialogo interculturale. Il Libro Bian-
storiche, economiche e culturali; infatti, detentori di un ruolo chiave e che co sulle politiche giovanili per
la transizione nelle società moderne è quindi non possono essere esclusi l’Unione Europea (2001) ha come
scandita dal superamento di soglie, ov- dal processo evolutivo dello Stato. prerogativa quella di considerare i
vero da tappe di passaggio, indispensa- Al contrario è da ritenersi indispen- giovani come una risorsa prioritaria
bili per poter ricoprire stabilmente quel- sabile instaurare un dialogo diretto del nostro futuro: risorsa intesa in-
le posizioni sociali che contraddistin- tra giovani governati e governanti, nanzitutto in senso umano e poi in
guono l’individuo adulto e lo differen- le cui decisioni (a livello locale, re- senso economico; infatti, evidenzia
ziano dall’adolescente». Importante ri- gionale, nazionale, europeo) sono l’importanza e l’urgenza di «consi-
sulta poi l’approfondimento del te- destinate a incidere profondamente derare la gioventù come una forza e
ma dell’integrazione fra i popoli e sulla vita dei giovani stessi, rivol- non come un problema da gestire»,
l’importanza di far maturare questo gendo maggiore attenzione alle po- proponendo di «inserire la dimensio-
concetto nelle nuove generazioni e, litiche giovanili e favorendo un ul- ne gioventù nell’insieme delle politi-
quindi, nei giovani che vivono con- teriore coinvolgimento dei giovani che» permettendo di mettere così in
testualmente la globalizzazione co- nei processi decisionali e nella pro- atto delle azioni politiche trasversali
me «fusione» delle popolazioni. In grammazione delle politiche per lo e integrate finalizzate ad accrescere
questo senso, un programma di sviluppo. Il rapporto di Brundtland, l’adesione e la compartecipazione
ascolto mirato, anche mediante la definisce lo sviluppo sostenibile co- attiva dei giovani in tutti i processi
programmazione d’incontri e dibat- me «uno sviluppo che consente di sod- decisionali, in modo che diventino
titi, associato ad un corretto utilizzo disfare i bisogni delle generazioni at- protagonisti. Il Testo, quindi, prean-
dei social network, può aiutare ad al- tuali pensando alle generazioni future» nuncia il concetto della sostenibilità
largare il target di riferimento e ri- (CMED, 1988), e pone le basi su tre unito alle politiche giovanili, crean-
volgersi anche a quei giovani non fondamenti: il sociale, l’economico e do così Paesi in cui la qualità della
direttamente coinvolti nelle prati- l’ecologico, conseguendo un ruolo vita presenti un sistema dove la so-
che quotidiane di partecipazione at- stimolante e determinante nelle di- stenibilità economica è al passo con
tiva che possano contribuire al pro- namiche della programmazione la sostenibilità sociale, ecologica e
cesso decisionale. Tale si dimostra delle iniziative per lo sviluppo a li- culturale, proponendo delle parole
una prospettiva che non è di sem- vello locale, nazionale e comunita- chiave quali: la comunicazione, l’in-
plice realizzazione, ma che può es- rio. Ma è facilmente rilevabile che formazione, la responsabilità, la
sere considerata come l’unica possi- l’idea strategica dello sviluppo so- compartecipazione, la sussidiarietà,
bile per chi realmente punta a dare stenibile, nella maniera nella quale è l’affidabilità, la coerenza e l’effica-
la «parola ai giovani». In Italia l’as- stata definita, di fatto, esclude cia. In particolare i temi dell’istru-
sociazionismo si è sempre contrad- l’aspetto culturale come motore di zione e dell’inserimento professio-
distinto per ricoprire un ruolo rile- sviluppo: fondamento non presente, nale dei giovani costituiscono gran-
vante nella vita sociale della popo- ma ineludibile per favorire più inci- di sfide e per questo l’iter d’integra-
lazione; in particolar modo in pre- sivamente i giovani in una prospet- zione socio-professionale dei giova-
senza di piccole realtà locali, la pos- tiva durevole; dunque i giovani so- ni procede attraverso un investi-
sibilità di far parte di un’organizza- no percepiti primariamente come ri- mento considerevole soprattutto
zione giovanile è vista come un ri- sorsa umana, in grado di sviluppare nello studio e nella formazione, in
medio alla mancanza indiscussa di in maniera autonoma le loro poten- un’opportuna unione dei giovani
opportunità che magari si possono zialità, ottimizzare le risorse e avva- alla vita civile e in disposizioni per
trovare maggiormente nelle città lorare la loro identità culturale in avvantaggiare la transizione fra l’in-
più popolate, che poi con l’hinter- un’ottica interculturale. L’assenza segnamento e il mondo del lavoro.
land costituiscono le cosiddette città di questo quarto fondamento non Tuttavia è palese l’attuale esigenza,
metropolitane, dove il polo univer- permette di manifestare in maniera sia sul piano nazionale che su quel-
sitario, punti di ritrovo, manifesta- chiara la dimensione culturale dello lo locale, di implementare e curare
zioni ed eventi per le attività artisti- sviluppo e, come conseguenza al nuove tattiche al riguardo, di stam-
che sono o dovrebbero essere mag- rapporto causa effetto, non produce po cross-settoriali poste fra le strut-
giormente frequenti. La volontà da risposte adeguate alle richieste di ture dedicate all’educazione, alla
parte delle istituzioni locali di coin- rinnovamento e innovazione, di formazione, ai servizi per l’impiego
volgere i giovani mediante, per rappresentanza e creatività sociale e all’inclusione sociale.
esempio, un dialogo strutturato, è complessivamente intese, alle sva-
oramai nota. Infatti, la comunicazio- riate tipologie di espressività di na- Michele Karaboue
ne costituisce un passo incisivo nel- tura etica, linguistica e culturale, Esperto di politiche giovanili
106 Rivista Militare
1968: L’ALLUVIONE
DI VALLE MOSSO
Abbiamo trovato fra i ricordi di vecchi cassetti sgangherati del nostro cuore un episodio rimasto indelebile per
più di quarant’anni: i soccorsi nell’alluvione di Valle Mosso e di tutto il Biellese e Vercellese nel novembre
del 1968, sotto le insegne del 131° reggimento artiglieria corazzata «Centauro». Il fatto ricordato in questo arti-
colo ebbe poi risvolti pratici inaspettati: fu il primo vero episodio di protezione civile organizzato «dentro» la
calamità, fu uno schema ripetuto e collaudato anni dopo da molti dei protagonisti di Valle Mosso (trasferiti al
132° «Ariete», in Friuli) nel terremoto del 1976, fu lo schema operativo dal quale, attraverso Zamberletti, nac-
que poi la Protezione Civile in Italia con integrazione fra civili e militari.
Il 51° corso AUC sfila durante la cerimonia ne Civile in Italia, come molti de- volgenti nella loro semplicità sono
del giuramento nel 1968. gli Ufficiali e Sottufficiali che par- tratti da un fascicolo contenente il
teciparono nel 1968 ai soccorsi di racconto di un Sergente AUC del
Valle Mosso sotto le insegne del 51° corso AUC, il discorso di com-
Strona non partì dalle «superiori 131° «Centauro», si trovarono suc- memorazione del Sindaco di Valle
gerarchie» (come accaduto fino ad cessivamente per avvicendamenti Mosso fatto il 2 novembre 2008, il
allora) ma più banalmente dalla vari ad essere nel 1976 sotto le in- racconto di un Ufficiale dello Squa-
calamità stessa, cioè dal buon sen- segne del gemello 132° «Ariete», drone di Cavalleria Lodi, l’intervi-
so spicciolo di chi si è trovato som- quando scattarono, con altrettanta sta al radioamatore che lanciò le pri-
merso dagli avvenimenti (in que- immediatezza, i soccorsi dei mezzi me richieste di soccorso. Il fascicolo,
sto caso il vocabolo «sommerso» corazzati nel famigerato «Terre- sintetizzato di seguito, è conservato
appare il più azzeccato!!!) e ha per- moto del Friuli», partendo dalla nell’Archivio dell’Ufficio Storico
cepito le richieste di aiuto dalle zo- Caserma «Trieste» di Casarsa della dell’Esercito nel fondo L - Studi
ne circostanti. Delizia verso l’epicentro di Gemo- Particolari.
Senza avere né conoscenze precise na, adottando lo stesso efficace
del territorio, né notizie certe in meccanismo di primo soccorso che
merito, né viveri al seguito, né at- già avevano sperimentato a Ver- IL RACCONTO DELL’IMMEDIA-
trezzature particolari, se non i loro celli qualche anno prima…il TO SOCCORSO, SECONDO
cuori generosi, quegli artiglieri si «Drowsy Dog». VALTER BAY, ALLORA SERG.
diressero, a bordo dei loro M113, AUC DEL 51° CORSO AUC
verso il centro del disastro: Valle
Mosso! LE NOTIZIE STORICHE …(Omissis)…La Caserma «Scalise» di
Corre l’obbligo ricordare, avendo Vercelli era in realtà costituita nel suo
accennato al «primo e codificato» Gli avvenimenti di cui si parla nel insieme da due caserme adiacenti su un
immediato intervento di Protezio- presente articolo per quanto scon- terreno che digradava da una quota
108 Rivista Militare
maggiore ad una quota inferiore. Po- od il terzo) mentre gli altri due gruppi marcianti sull’anello infuocato della
tremmo dire che era un enorme quartie- da campagna erano a Novara. Dunque Caserma «Romano».
re militare formato da casermette per fra «Scalise» e «Biliemme» gli uomini Dunque nulla di nuovo sotto il sole ...
gli uomini ed hangar per i carri e mezzi si contavano intorno al migliaio. anzi ... meglio!!! ... dovrei dire sotto la
ruotati.... Il mese di ottobre era ormai trascorso in pioggia… ed ora vedremo il perché.
...Quella superiore si chiamava «Scali- addestramento ed affiatamento.... Si av- La sera del 31 ottobre 1968 mi tocca il
se» , quella adiacente ma su un terreno vicinava il ponte di Ognissanti dal ve- turno di Sergente d’Ispezione a suppor-
a livello sottostante era il «Biliemme», nerdì 1 al martedì 5 novembre 1968, to dell’Ufficiale di Picchetto. Piove a di-
deposito carri. Il tutto ospitava il 131° con una bella domenica nel mezzo. rotto…. Quasi quasi non invidio i miei
reggimento di artiglieria corazzata Tutti cercavamo di farci dare qualche li- colleghi che erano riusciti a «scappare
«Centauro». Il reggimento di artiglieria cenza o permesso per andare a fare una per il ponte»! Alle ore 22 monto d’ispe-
51° corso AUC, semoventi M-7 in movi- visitina a parenti o fidanzate. Io non zione e nel prendere le consegne ripenso
mento. avevo particolari esigenze, dunque non al fatto che ho accettato di coprire il
era la prima volta che davo disponibilità turno di Sergente di Giornata al IV
a qualche mio collega per sostituirlo Gruppo che sarebbe toccato a De Simo-
corazzata era organizzato su tre livelli eventualmente nei servizi e consentirgli ne, il compagno di corso partito per il
(Campagna, Pesante Campale, Pesan- di «fare il ponte». ponte. D’altra parte ciò era anche abba-
te), ciò significando che era dotato di C’era anche da considerare che il 4 no- stanza logico visto che De Simone era
«pezzi» con gittate diverse: breve gitta- vembre (giorno festivo) era dedicato alle sposato ed aveva già un figlio piccolissi-
ta, se si trattava di un supporto vicino Forze Armate ed alle parate di uomini e mo. In fin dei conti niente di ecceziona-
al campo di battaglia (campagna), me- mezzi. le; al massimo avrei forse perso qualche
dia gittata (15 Km) se si trattava di un Anche a Vercelli tutto era pronto per la ora di sonno!
supporto più distante (pesante campa- parata. La città pronta a preparare pal- «Speriamo che mi porti almeno un paio
le), lunga gittata (pesante - 30 Km) se chi e percorsi, la Caserma «Scalise» di bottiglie di quello buono» pensavo!!!
si trattava di un supporto ancor più pronta a lucidare mezzi e divise. Stavo montando alle ore 22 e sarei
ampio e distante.… Tutto doveva essere scintillante come smontato alle ore 10 del giorno 1° no-
…. La «Scalise» ospitava il gruppo Pe- non mai. Sapevamo come fare, non era vembre, giusto in tempo per «trasfor-
sante, al comando del Col. Lanzara, il la prima volta che sfilavamo in parata. marmi» in Sergente di Giornata pro-
gruppo Pesante Campale ed un gruppo Alla scuola di Bracciano era un costan- prio alla stessa ora delle 10 del mattino
da Campagna (non ricordo se il primo te sfilare di carri e ranghi di uomini fino alle 22 della sera, sempre del giorno
n. 3 - 2011 109
1 novembre 1968. Pioveva molto forte, la caserma ed oltre alla luce saltano an- diluvio scrosciante resto sull’attenti,
ma francamente nulla faceva presagire che i telefoni. Siamo praticamente isola- ma basìto. Non riesco a credere a quel
quel che sarebbe successo di lì a poco. ti, io, l’Ufficiale di Picchetto ed i quasi che dice il Ten. Col…… «forse sarà fra-
Pioveva ormai da due giorni e gli scro- ottocento uomini che sono in caserma. stornato dalla pioggia torrenziale» pen-
sci d’acqua ed i fulmini facevano pensa- La faccenda si fa pesante e comincio ad so tra me e me, ma ho la forza di bofon-
re più ad un diluvio universale inci- avere sensazioni di paura. È l’intuito chiare a voce alta rivolgendomi a lui:
piente che ad una pioggia passeggera. adesso che comincia a prendere il so- «sig. Colonnello, se continua così pen-
Anche gli ufficiali avevano preferito pravvento. Comincio a capire chiara- so che non ci sarà né un 4 novembre né
«fare il ponte», dunque nessuna visiti- mente che siamo nel mezzo di una allu- la Caserma «Scalise»…. Frattanto il
na improvvisata da parte di nessuno. vione di imponenti proporzioni. Ancora Tenente ed il Caporale predispongono
Sotto il profilo militare tutto pareva nulla di grave, ma comincia ad affac- per organizzare una eventuale pattu-
tranquillo e senza nulla da segnalare. ciarsi nella mia mente l’esigenza di sal- glia di esplorazione, per capire cosa stia
Vado ad appisolarmi sulla solita seggio- vare eventualmente la pelle mia e di succedendo ed escono con un CL (Ca-
la/panca del posto di guardia e vedo che tutti gli altri. mioncino Leggero).
l’Ufficiale di Picchetto si allontana per Il tempo scorre e si arriva alle 8 del Io, lemme lemme, smonto da Serg. di
un giro d’ispezione. Resto solo con le mattino, sempre del 1° novembre, ve- Ispezione e divento Serg. di Giornata al
guardie, ma tranquillo sulle procedure e nerdì. L’Ufficiale di Picchetto è rientra- IV gruppo. Sono le ore 10 del 1° no-
sul da farsi. Mi appisolo. Verso le due to e compare anche un Tenente Colon- vembre 1968. È quasi sabato…poi do-
di notte (è ormai il 1° novembre) fulmi- nello con un Caporale ed un Tenente. menica…c’è il ponte, piove come Dio la
ni tuoni e schianti mi svegliano di so- «Che cavolo ci fa qui quel 113??! » - di- manda… di altri Ufficiali neppure
prassalto. Chiedo alla guardia cosa stia ce il Ten. Col. - «Perché non è nell’ han- l’ombra. La pioggia si fa sempre più in-
succedendo. Guardo e non vedo nulla. gar con gli altri?? Perché è così luri- tensa. Nel tardo pomeriggio decido di
L’Ufficiale di Picchetto sembra sparito do?» predisporre il mio gruppo per una even-
nell’ispezione. La corrente è andata via «L’ho fatto uscire io, sig. Colonnello, tuale evacuazione della caserma con uo-
e non ci sono generatori. In mezzo ai per trascinare quel platano laggiù che mini e mezzi. Ho un grado troppo basso
fulmini intravedo sulla strada principa- sbarrava il passo. Poi l’ho lasciato pron- per poter prendere una simile iniziativa
le della Caserma un platano secolare ab- to nel caso cadesse ancora qualche altro e cerco in ogni modo di mettermi in
battuto. Mi copro alla meglio con la ce- albero!!»- Rispondo io facendomi avanti contatto con l’esterno e con qualche Uf-
rata e vado a veder per capire. e mettendomi sull’attenti. ficiale del gruppo. Niente. Allora in tar-
Un albero immenso, secolare, alto come «Quei mezzi erano preparati e lucidati da serata poco prima di smontare da
una palazzo di tre piani era rovinato a per la sfilata del 4 novembre!!» - digri- Sergente di Giornata faccio chiamare
terra col tronco tranciato e si era messo gna lui con piglio aggressivo e aggiun- una adunata e chiedo se vi siano arti-
di traverso proprio sulla strada princi- ge - «tre giorni di sala!!» Per capire glieri disponibili per formare un Pic-
pale della Caserma «Scalise». Penso al meglio, la «sala» è una punizione che chetto Armato Straordinario (senza ar-
pericolo sia per le persone, sia per i equivale agli «arresti domiciliari» per mi, ma in tenuta di marcia). Spiego la
mezzi, sia all’ostacolo che si è formato un Sottufficiale. Allora, nel pieno di un grave situazione e chiedo 100 volontari;
per un eventuale transito di carri. Fac-
cio chiamare un mio pilota di fiducia e
faccio accendere un M113 al «Biliem-
me». Il pilota arriva nel piazzale con
cavo di traino al seguito. Faccio ag-
ganciare il tronco abbattuto e lo faccio
spostare in senso longitudinale, in
modo da liberare il passo della strada.
Poi faccio parcheggiare l’M113 vicino
al posto di guardia e aspetto gli eventi.
La situazione, anziché migliorare, peg-
giora… se si può peggiorare in una si-
tuazione così compromessa!
Nel frattempo la pioggia caduta comin-
cia a ristagnare nell’ampio piazzale del-
se ne offrono almeno 180. Faccio prepa- gendoci verso Gattinara sulle prime al- «infilarci» nell’asilo infantile di Valle
rare i cento che ho scelto e li faccio sta- ture che incontriamo. Dell’alluvione e Mosso. L’asilo è su una piccola altura
zionare nella palestra pronti a partire della Valle Strona non sappiamo ancora all’asciutto (si fa per dire!!), ma è cir-
con preavviso di cinque minuti. nulla. Abbiamo al seguito (come da ma- condato di recinzione con tanto di can-
Nel frattempo smonto da Sergente di nuale) due razioni «K» a testa ed una cello e porte e portoni chiusi.
Giornata al IV gruppo, e penso di an- cucina da campo. Nessuna attrezzatura Il Col. Lanzara assicura che il custode
darmi finalmente a riposare un po’ da alluvione… solo equipaggiamento da dell’asilo ci stava attendendo (chissà do-
con la coda fra le gambe per i tre gior- sopravvivenza di guerra. Siamo ormai ve avrà preso questa notizia…): saran-
ni di sala. Ma proprio in quel momen- alla sera del sabato 2 novembre. Strada no ormai quasi le due di notte. Gli uo-
to dal «Biliemme» mi avvisano che facendo si aggrega anche il Col. Lanza- mini mostrano insofferenza. Noi stessi
uno dei nostri Sergenti che doveva ra del V gruppo che prende il comando siamo stremati. Si decide di andare a
montare di guardia alla carraia non è della colonna. Da dove diavolo sia salta- vedere come entrare nell’asilo… ma il
rientrato. Occorre un altro Sergente to fuori non mi è chiaro ancora adesso. nostro M113 galleggia su qualcosa che
che lo sostituisca. Decido di sostituirlo Nel frattempo, sapremo poi, la Valle non si capisce, nel buio, se sia strada,
io stesso e rimonto di servizio alle ore Strona è stata devastata da una valanga prato o fiume… solo fango intorno a
22 del 1° novembre al «Biliemme». È di acqua e pietre. noi… pare di essere in una di quelle pa-
il giorno dei Santi del Paradiso…ma Proprio in quei momenti della serata ludi coi coccodrilli e le sabbie mobili dei
pare che questa volta ce l’abbiano pro- del 2 novembre un radioamatore, I1 film di Indiana Jones. La notte fonda, il
prio con noi!!! AMA Tallia Tito Galoppo, di Strona, freddo e la paura impediscono di ragio-
L’acqua, la paura, il freddo, il sonno co- lancia il primo segnale con richiesta di nare al meglio. La fame e la sete poi si
minciano a farsi sentire. L’acqua sale soccorso. Il segnale viene probabilmente fanno sentire alla grande.
anche nella nostra caserma intorno agli captato nel Vercellese e nel Novarese e Avevamo mangiato solo un panino che
hangar; dunque faccio chiamare i piloti qualcuno comincia a pensare di muove- ci eravamo portati via frettolosamente
del mio gruppo e faccio accendere i mo- re a soccorso. Ma un conto è pensare, al momento in cui avevamo abbandona-
tori…. Non si sa mai!!!! Frattanto spe- un conto fare. Le strade e le comunica- to la Caserma «Scalise». Così (pensava-
ro che qualcuno venga a darmi il cam- zioni sono bloccate. Apprenderemo suc- no il Cap. De Michelis ed il Col. Lanza-
bio perché sto per scoppiare e soprattut- cessivamente che anche lo Squadrone ra), avremmo risparmiato le razioni K
to spero che qualche Ufficiale si faccia Lodi (sempre della «Centauro») che sta- per eventuali successive emergenze. Io
vivo. Apprendo che quel Tenente e quel ziona a Lenta, tenta di muoversi in soc- intanto pensavo «Più emergenza di co-
Caporale che al mattino erano usciti in corso verso un treno (deragliato nella sì…». Forse non mi ero ancora reso ben
esplorazione col CL non danno più se- notte del 1° novembre) e verso Valle conto della situazione che ci aspettava.
gno della loro posizione; apprendo che Mosso; manda una AR ed un CL con Frattanto il tempo passava ed ogni mi-
sono ore che se ne sono perse le tracce… una pattuglia in esplorazione verso nuto sembrava una eternità. Eravamo
speriamo bene!!! Siamo ormai al 1° no- Masserano, ma per poco uomini e mezzi ora fermi davanti al cancello dell’asilo
vembre notte. È il terzo giorno che non non vengono travolti dall’acqua torren- infantile mentre galleggiavamo su qual-
dormo e non mangio, salvo qualche ora ziale. Verranno salvati a stento il gior- cosa…che non si capiva cosa fosse; nel
qua e là e salvo qualche boccone al volo. no dopo (cfr. storia del «Lodi»). Il no- senso che era sicuramente fango, ma
La tensione e la paura cominciano a far- stro Col. Lanzara, arrivando alla nostra non si capiva se sotto ci fosse terreno
si sentire. Non oso prendere iniziative, colonna, porta notizie di una tragica al- sodo oppure qualche voragine. L’im-
anche per la punizione pendente di ore luvione a Valle Mosso, di due pattuglie
prima. Finalmente a tarda notte o forse disperse e segnala l’urgenza di portare
in prima mattina (dipende dai punti di soccorso. Evidentemente la richiesta di
vista) riesce a rientrare in caserma il I1 AMA Tito Tallia è riuscita a filtrare
Cap. De Michelis. Come diavolo abbia fino alla radio militare di Lanzara. Era-
fatto non si riesce a capire. Osserva la vamo forse da soccorrere noi, ma non ci
situazione con me al fianco, vede il pla- pensiamo un attimo e dirigiamo l’M
tano, vede i carri pronti a muovere. 113 e tutta la colonna verso Cossato e
«Bisogna organizzare un po’ di uomini Valle Mosso. Nella notte siamo a Valle
più i piloti per evacuare il IV gruppo» Mosso.
dice. «I mezzi sono pronti, i piloti an- Non sappiamo dove andare a dormire,
che, ho già cento uomini in tenuta di ma arriva una incerta indicazione di
marcia nella palestra» ribatto io. Passa-
no forse sì e no 5 minuti e siamo fuori
tutti a bordo dei cingolati. Seguiamo il Il Capitano Valter Bay, già Sergente AUC
piano di battaglia «Drowsy Dog», diri- del 51° corso.
n. 3 - 2011 111
pressione era di trovarci su una sorta di stenerli. Io, nel mezzo delle due «corda- corazzato… siamo una barca che sta at-
«sabbie mobili» che potevano inghiot- te» umane, mi sarei calato verso il fan- traccando ad un molo invisibile. Gli uo-
tirci da un momento al’altro. Il Col. go sperando di trovare qualche superfi- mini cominciano a saltare passando
Lanzara chiede «un volontario» che si cie solida. «Se cado di sotto e vengo sull’alettone. E salgono poi verso l’asi-
«tuffi» in esplorazione…. ma non trova sommerso dal fango, avrò solo un atti- lo. Io nel frattempo cerco un varco per
molto entusiasmo: il rischio è troppo al- mo per fare un guizzo e riemergere di entrare, ma trovo il portone chiuso e
to! Il tempo (pochissimo per la verità… poco con le braccia in alto» - farfugliavo tutte le porte varie chiuse anch’esse. Il
ma sembravano secoli) passa e non suc- verso gli altri, sperando che un po’ la Col. Lanzara ordina che si vada a cerca-
cede nulla. La sosta si allunga e nessu- buona sorte un po’ la prontezza dei col- re il custode con le chiavi… ma l’agita-
no prende una decisione. Allora mi fac- leghi avrebbero risolto il problema. zione di tutti e la pazienza erano ormai
cio avanti io con una idea «brillante». Il punto viene illuminato con le torce. al limite. Decido di sfondare la prima
Mi ricordavo di aver visto qualche film Il Cap. De Michelis coordina l’opera- porta che mi pare più fragile e urlo «qui
in cui chi restava intrappolato cadendo zione stando in piedi sull’M113. Ecco c’è una porta aperta!» e comincio a far
nelle sabbie mobili riusciva per un atti- ... mi aggrappo al fianco del mezzo, e entrare gli uomini. Quando passa il
mo a riemergere prima di sprofondare salto giù! Cap. De Michelis guarda tutto (ed an-
definitivamente. Provo ad arzigogolare Cado dentro fino al petto…ma sotto che la porta), poi si rivolge a me: «Sei
un piano sommario. Accetto di essere io sento il fondo e comincio a camminare sicuro che era “già” aperta??» - do-
il «volontario» che si sarebbe «tuffato» fino al cancello, riemergendo ulterior- manda ironicamente. Rispondo: «Sicu-
dall’M113, ma chiedo che quattro colle- mente. Ora sono immerso fino alle gi- rissimo!!». E la questione finisce lì.
ghi si sdraino sulla parte superiore del nocchia. È finita! La paura è finita! Ora Abbiamo il tempo di stendere i materas-
mezzo. Due dovevano sporgersi col bu- sappiamo come fare. L’M113 comincia sini e metterci a riposare. Mangiare e
sto fuori dal mezzo e con le braccia pro- a manovrare per offrire l’alettone di gal- bere… «nisba»!
tese verso il basso. Altri due più indie- leggiamento posteriore verso il cancello: Fradici per l’acqua dal cielo ed il fango
tro a bloccare le gambe dei primi per so- praticamente non siamo più un mezzo per terra, con solo gli anfibi (anfibi…si
112 Rivista Militare
fa per dire) da combattimento, siamo vembre alle ore 18.00 in paese sono subito il mio drammatico QTC, dissi:
tutti bagnati come pulcini, ma final- transitate parecchie persone a piedi, «Fin che posso trasmettere divulga
mente all’asciutto. Saremmo sicura- equipaggiate con gli stivali, perché le queste notizie: abbiamo morti, frane,
mente da soccorrere noi stessi, invece ci strade qui sotto e anche in altri posti siamo isolati senza luce e telefono, vedi
prepariamo a soccorrere gli altri… Ol- erano in parte già franate, erano fradi- di far intervenire con urgenza i Vigili
tretutto dei materassini gonfiabili in ci d’acqua. Verso le ore 19.00 tre don- del Fuoco, vedi di avvisare la Prefettu-
dotazione due su tre sono bucati. Prati- ne che tornavano dal lavoro a piedi so- ra, le autorità indicando inoltre che gli
camente ci sdraiamo per terra. no state travolte da una frana; due so- aiuti possono raggiungerci solo a pie-
L’alba della domenica 3 novembre arri- no salve mentre la terza è dispersa; a di»….
va presto e siamo al lavoro per soccorre- Boero è caduta una frana dietro alla
re la gente. casa di Morani Romolo, il pilastro di Poi cosa hai fatto Tito?
Non abbiamo mangiato, non abbiamo dor- cemento ha ceduto ed ha colpito il pro-
mito da tre giorni, siamo stanchi e fradici prietario. Il figlio nel tentativo di sal- Alle prime luci dell’alba con gli ammi-
come pulcini, ma… «tasi e tira» dicevano nistratori Comunali ed altri siamo sce-
i nostri veci, cominciamo a lavorare per ERANO IN FORZA AI REPARTI si a Campore: il torrente Strona aveva
fare il possibile. Tutto il resto non conta.... CHE PRESTARONO SOCCORSO una portata d’acqua mai vista; sotto il
TRA IL NOVEMBRE ED IL fango ho visto il corpo riverso di un
DICEMBRE 1968
uomo anziano e la cosa mi colpì parti-
ALCUNI PASSI DEL DISCORSO Elenco dei Sergenti AUC del 51° colarmente; poco più avanti ho incon-
DEL SINDACO TALLIA DI VAL- corso AUC assegnati al 131° Cen- trato il Dott. Franco Bozzo impegnato
tauro nel novembre 1968
LE MOSSO NEL 40° ANNIVER- nella sua attività di medico, sai Franco
SARIO - 2 NOVEMBRE 2008 Bay Valter era un medico molto altruista e sempre
Ceriani Enrico disponibile ad aiutare tutti, in quel pe-
Cherubini Valter
Buongiorno e benvenuti a tutti in questa Delucchi Massimo riodo non era ancora un radioamato-
mattinata che vogliamo dedicare a ricorda- Fasce Giampaolo re… Il nostro era un pellegrinare in
re i quarant’anni che ci separano dall’allu- Felice Fausto mezzo a distruzione, morti, desolazio-
Fonseca Giancarlo
vione che ci ha colpiti nella serata del 2 no- Montoneri Giovanni ne, gente che piangeva perché aveva
vembre 1968…All’alba di domenica 3 no- Pagliara Bruno perso tutto. Avevamo un taccuino e ci
vembre, passata la tragica nottata, giunge Pianca Aldo segnavamo i nomi delle persone morte
Pirisinu Giacomo
a Valle Mosso la colonna dei primi soldati Schivardi Ercole e disperse.
della «Centauro». La ricordo ancora quella Villotta Gianni Concludiamo qui il racconto e la
lunga colonna di soldati in fila indiana, che Zanoletti Giovanni breve «carrellata» di testimonianze.
attraversano il centro del paese, eravamo Abbiamo voluto ricordare gli avve-
ancora immersi nel buio, la mamma ci ave- nimenti di allora in piena sintonia
va svegliati, «venite alla finestra a vedere... vare il padre ha le gambe bloccate sot- con quanto fatto dal sindaco di Val-
stanno arrivando i soldati per aiutarci»!.... to il pilastro. le Mosso dr. Tallia nelle celebrazio-
Più di 60 i morti, oltre 100 i feriti, 250 case ni del 40ennale del 2008 soprattutto
distrutte, 300 famiglie senza tetto, più di Quindi, Tito, eravate completa- per segnalare che quella che pareva
100 le aziende coperte dal fango, 13.000 i mente bloccati perché le strade era- essere una «normale» azione di soc-
dipendenti senza lavoro, danni calcolati in- no franate e perché non avevate corso ebbe poi risvolti inattesi, pia-
torno ai 30 miliardi di allora; questi i freddi nessun mezzo di comunicazione cevoli per un verso deludenti per al-
numeri della tragedia.... attivo? tri versi.
Fu piacevole ricordare, essendo ri-
Sì effettivamente era così: le strade cambiati, l’affetto e l’abnegazione
BRANI DELL’ INTERVISTA DEL erano impraticabili per frane presenti che avemmo per le popolazioni
RADIOAMATORE I1 VXA A TITO dappertutto, l’acqua continuava a ca- della Valle Strona (un affetto ed un
TALLIA GALOPPO I1 AMA - DEL- dere in modo incessante e il telefono ricordo che ci accompagnò vivido
LA SEZIONE RADIOAMATORI ormai non funzionava più da tempo.... per tutta la vita); fu deludente ac-
DI TRIVERO - CLASSE 1930 (L’apparato) aveva ancora le pile inse- corgersi che dalle memorie «uffi-
rite, lo collegai all’antenna, sai in quel ciali» sparì ogni segno della pre-
Tito come hai vissuto quei terribili periodo avevo le 4 x 11 elementi Fra- senza dei «baschi neri» della «Cen-
giorni del lontano novembre 1968? carro. Ricordo che quella sera c’era un tauro»!
contest, iniziai a chiamare e subito mi
Vedi Alberto, erano già diversi giorni rispose un OM del Lago di Garda. Valter Bay
che pioveva parecchio. Sabato 2 no- Non ricordo più il nominativo. Iniziai Capitano in congedo