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La rivolta dei ciompi

I ciompi erano lavoratori salariati della lana;


appartenevano ad uno dei gradini più bassi della
scala sociale. Erano privi di rappresentanza nel
sistema corporativo delle Arti e e, pertanto, non
godevano di alcuna attenzione politica. I ciompi
erano esclusi dal governo organizzato dalla
Costituzione della repubblica fiorentina che vi era in
quel periodo (1378) e ke comprendeva: 8 priori e un
gonfaloniere della giustizia, gli esponenti delle 7 Arti
maggiori che erano coloro che dominavano in
questa signoria e, infine la scarsa rappresentanza
delle 14 Arti Minori o popolo minuto. La sommossa
iniziò a luglio, quando le Arti Minori, deluse dalle
nuove attività del nuovo governo che fu
riorganizzato il mese prima, si allearono con il
popolo dei ciompi e con gli artigiani delle
manifatture tessili, anch' essi esclusi dal governo.
Grazie alla rivolta questi riuscirono a mettere in atto
una profonda riforma istituzionale: la signoria fu
trasformata e divisa in 3 parti costituite dalle Arti
maggiori, le Arti Minori e 3 nuove Arti che finoria
furono escluse dalla signoria e che comprendevano i
tintori, i farsettai e i ciompi. Questa riforma durò
solo poche settimane: infatti, i ciompi furono
sconfitti dopo una sanguinosa giornata, le 2 nuove
arti, quelle dei tintori e dei farsettai, furono
soppresse, mentre le Arti Minori vennero escluse dal
governo. In seguito, la dominazione del popolo
Grasso fu ristabilita.

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