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Ungaretti

Video parte 1:
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Video parte 2:
https://www.google.it/url?
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Cerca di ridare forza alla parola. Nemmeno lui riesce a spiegare attraverso quali procedimenti le poesie
nascevano. Le sue poesie sono state scritte in trincea, come colto da una ispirazione è qualcosa che accade
devi essere pronto ad assecondarla e capita che magari una poesia complicata la scriva in una notte mentre
poesie brevi ci ha messo sei mesi. Lui non arriva alla formulazione perfetta ma vicino alla perfezione. Lui era
posseduto dalla ispirazione aveva una idea che ad un certo punto chiede di essere espressa che tu gli dia un
volto in un lavoro che è contemporaneamente significante nel suono e nel significato bisogna avere
orecchio.
Nato 1888 ad Alessandria di Egitto, suo padre si era trasferito lì per lavorare nel canale di Suez ma mori
poco dopo e la sua educazione fu affidata alla madre, che era una madre forte decisa che gli garanti la
migliore istruzione. Abito li fino a ventiquattro anni per questo nel suo gusto si può dire che ha una
sensibilità, musicalità africana. Due fratelli ingegneri gli raccontano che sotto al mare vi è il porto di
Alessandria e questa immagine la recupera per definire la poesia, immergersi nel mare per scoprire i
misteri, è necessario scendere giù in profondità in noi stessi, in luoghi sconosciuti dove scopriamo la nostra
condizione originaria, chi siamo veramente all’origine questa è l’idea della poesia arrivare lì. Tutta la ricerca
poetica è focalizzata nel recuperare questa condizione iniziale. Vivere lo stesso stupore, di quando abbiamo
aperto per la privo volta gli occhi sulle cose.
Nel 1912 va in Europa in primo tempo in Toscana (nasce come immigrato ma si sente pienamente italiano),
si ferma nei luoghi delle origini dei suoi avi. Poi va a vivere a Parigi (capitale della cultura del primo ‘900) li
conosce molti importanti poeti e ascolta le lezioni di un filosofo importante. Lì trascorre gli anni dal 1912
fino allo scoppio della GM poi ritorna in Italia per arruolarsi come volontario.
Il suo primo episodio drammatico è il suicidio del suo amico Moamed S. (non so come si scrive…) il fatto di
non essere riuscito a salvarlo si chiese le ragioni di questo e nella poesia scrive che fu per il senso di totale
in appartenenza (strappato dalle sue origini) non si senti mai appartenuto a Parigi e fu quello che senti
anche Ungaretti. Un altro fattore del suicido era l’impossibilità di trovare conforta alla propria disperazione,
il non riuscire a superarla e qui Ungaretti colloca la sua diversità dove la poesia fu uno strumento di salvezza
dove sciolse il suo dramma come occasione per superare i propri traumi della propria anima.

13/03/2014
“Vita di un uomo”: comprende tutte le raccolte scritte da Ungaretti. La poesia intende essere del tutto
pienamente aderente a quello che la vita è stata così come è stata per l’uomo Ungaretti. Espressione di
quello che aveva vissuto e quello che aveva sentito. (Come per Leopardi)
Libro 6:
 Pag. 243: Mattina, Ungaretti cerca di indagare l’animo umano lo osserva in quei luoghi (Lager)
dove esce l’animo dell’uomo. La guerra è l’occasione per questa indagine. La poesia è super breve e
per essere compresa necessita del titolo.
Mi illumino
D’immenso

Concentra in solo due versi una illuminazione, su una pagina bianca e quindi anche questi spazzi
bianche sono necessario per dare forza alla parola. Ridà pienezza di significato alla poesia. Nella
edizione definitiva troviamo il testo finito ma anche quello originale e confrontando quello iniziale
con quello finale notiamo che aderisce a due principi:
o Principio della essenzialità
o Variazioni lessicali, che ci si rende conto di come è incisiva rispetto a quello che voleva dire.
È una parola che aspira a cogliere in un modo fulminio (importanza della intuizione) dentro il nucleo
della condizione umana sua e di tutti. Poesia dell’uomo! Quanto più dice di lui finisce per dire anche
di noi e ci mette in comunicazione con gli altri. Tutti noi siamo superstiti sfuggiti al pericolo di morte
e la vita è questa grazi che c’è data attimo dopo attimo. L’uomo è una creatura è creato uno che
non possiede la sua vita e non può rendersi conto che ogni attimo è una grazia, la vita è precarietà
assoluta! Con questa idea di grazia si può riprendere il viaggio con animo più allegro, del fatto che il
tempo gli è ancora dato e che il cammino può essere percorso ancora.
 Soldati:
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie

I primi due avrebbero la misura del settenario e il soggetto, le foglie, sta alla fine della poesia. Quel
“si sta” è universale, tutti stiamo in questa condizione precaria. Tale immagine è proposta
dall’immagine della foglie in autunno che stanno per cadere.
 Fratelli:
Di che regimento siete fratelli?
Parola tremante nella notte
Foglia appena nata
Nell’aria spasimante
Involontaria rivolta
Dell’uomo presente alla sua fragilità
Fratelli.

Dentro una condizione disumana, quella della trincea in guerra, il poeta ha una illuminazione che
d’avvero noi siamo veramente tutti fratelli, non ha mai odiato il nemico e ha portato a casa il rifiuto
della guerra, lui che era partito volontario torna in guerra con una rivolta radicale contro la guerra.
Quella parola “fratelli” diventa una illuminazione per il poeta e lo colpisce e davvero comprende
che siamo fratelli. Quella parola è tremante nella notte, detta come se si avessi paura, la guerra di
fiondo nel buio della notte e la parola è la luce che non ti fa perdere in quel buio. “Involontaria
rivolta” nasce quella rivolta dal quel disgusto e volontaria perché è un movimento immediato del
cuore è una evidenza che nasce quando l’uomo sia presente alla sua fragilità, bisogna star davanti,
essere presenti, davanti alla propria fragilità (paradosso).
 Veglia:
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore

Non sono mai stato


tanto
attaccato alla vita.

Disgusto del dover star di fianco a un compagno massacrato per tutta la notte. È una veglia subita, a
causa del fuoco nemico. “Intera” da una idea molto più forte e fa comprendere che non ha potuto,
non guardare per tutto il tempo quel suo compagno e poi per dire che è stata una esperienza
terribile. Si sente una cosa, trattata come se non avesse importanza. “Massacrato” è un aggettivo
molto forte! Difronte all’orrore della morte il poeta ha scritto lettere piene di amore, perché? Ha
capito il valore della vita, ovvero dell’uso che noi facciamo di quel tempo e della possibilità di amare
questa è la grandezza della vita la possibilità di amare. Ciò dice di una ricuperata verità della propria
vita. Finisce con l’affiorare del desiderio di sopravvivere. La vita è la possibilità di questa
manifestazione del desiderare di stare attaccati alla vita con un profondo amore!
 Sono una creatura: Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916
Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata.
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede.
La morte
si sconta
vivendo.

Forte senso della creatura e forse è questo che ha permesso a lui il ritorno alla fede. Diventa “uomo
di fede” ance se sempre “uomo di penna”. “Pietra” qualcosa di inanimato la forma più impersonale
di esistenza e lui dice “come”.
 San Martino del Castro:
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato.

Il poeta sta passando per San Marino del Casto e vede questo paese distrutto e queste macerie
diventano la metafora della sua condizione, del suo cuore. Di quei tanti, anche se tanti, nessuno è
dimenticato e con questa idea di cuore può dire che è ancora più straziato più di quella città.
 Sereno:
Dopo tanta 
nebbia 
a una 
a una 
si svelano 
le stelle 

Respiro 
il fresco 
che mi lascia 
il colore del cielo

Mi riconosco 
immagine 
passeggera 

Presa in un giro 
Immortale
Accompagna a tutto il sentimento di stare in una realtà più grande, fibre dell’universo. Fronda
nostalgia.

 “I fiumi o la consapevolezza” (pag. 252): sente il bisogno di purificarsi “acque del l’Isonzo”, sono
acque sacre, di battesimo quindi non solo acque che lavano il corpo ma anche lo spirito. Prima
l’acqua poi il sole due elementi primordiali che hanno la caratteristica che insieme d’hanno vita. In
un contesto così negativo (la guerra) ha percepito la suq vera natura, ovvero una “docile fibra
dell’universo” sentirsi appartenere a tutto! Fiumi: Serchio (fiume della città di Lucca in Italia,
rappresenta il fiume dell’origini); Nilo (Alessandria d’Egitto, l’ha visto crescere); Senna (di Parigi,
esperienze umane di giovinotto alludendo ad esperienze anche negative, come il suicidio dell’amico
“Torbido” ma li si è conosciuto nel bene o nel male). Ricordarli è motivo di nostalgia, sono state
esperienze belle-> l’Isonzo non è così è una notte che rappresenta il buio della guerra e la
precarietà “corolla”.

(Parte mancante delle opere)

Allegria: presa di coscienza di se come uomo e come poeta. Una presa di coscienza della guerra. È una
poesia che sottolinea una minaccia di morte, ma la poesia nasce con spontaneità e soprattutto è scritta
come un diario prevalendo il tema del presente. La voce del poeta è una voce pura, essenziale e intensa
(ermetico, di più nella seconda raccolta) oggi la sua poesia è considerata pura, che cerca l’essenzialità e
vuole essere intensa sul piano della comunicazione, cercò di essere un grido che esprime precarietà eppure
la persistenza della vita dopo ogni orrore. “Esaltazione quasi selvaggia dello slancio vitale” questa poesia
ricerca una fortissima corrispondenza tra l’essere vita e uomo. Forte espressività; il poeta fa emergere dal
profondo l’oscuro del poeta; non arretra dal fare una poesia così nuova-> deciso sperimentalismo.

Sentimento del tempo: ritorno alla tradizione investita di tutta l’originalità della prima raccolta. Si ritorna
alla analogia e quindi diventano di più difficile traduzione. Metrica classica, sintassi più ampia e complessa e
un lessico più selezionato molto più elegante. Distacco dalla concreata realtà storica l’esperienza non è più
immediata ma più astratta, più universale. Passaggio all’uomo di fede. Barocco romano (scorrere del
tempo, morte e l’orrore del vuoto)

La madre: immagina di poterla rivedere quando passerà all’altra vita e si immagina di vederla come era in
vita, tutto sarà definito per sempre nel rapporto con Dio e preoccupata che difronte al giudizio di Dio gli
venga data la possibilità di entrare con lei in Paradiso. Il poeta immagina che la madre come la Madonna
intercederà per lui.

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