Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Emergenza educativa
Che cosa vuol dire educare:
Etimologicamente educare è e-ducare, che significa condurre e implica che qualcuno dall’esterno guidi
qualcun altro verso una meta il viaggio tra due persone dove una è più a vanti e accompagna l’altro (Dante);
e-ducere significa tirare fuori, ovvero tirar fuori dalla persona tutte la sua ricchezza, tutto ciò che lei è
quindi l’altro non può trattare l’altro come un soggetto vuoto da riempire.
Non tutti i pedagogisti sono stati convinti di questo aspetto: i sensisti francesi (corrente pedagogica del
‘700) -> statua di marmo ovvero una statua che prende vita quando al di fuori attraverso l’educazione
sensoriale la statua inizia a prendere vita ma in base alle esperienze che l’educatore gli fa fare, l’educatore
può rendere l’educando come lui vuole. Altro aspetto rinnegato nella storia è stata l’importanza di chi
conduce, secondo alcuni autori l’educazione non è un rapporto asimmetrico dove l’educatore conduce
l’educando ma secondo questi l’educando cresce bene da solo (Rousseau, Neil).
Invece l’educazione etimologicamente unisce quei due elementi, condurre e far emergere! Se facciamo
fuori uno delle due cose non è più un rapporto educativo, ma qualcos’altro (indottrinamento,
condizionamento… o viene meno le mete da raggiungere…)
Educare è: un processo che promuove l’originalità e l’unicità della persona. L’educazione è contraria
all’omologazione. Introdurre il soggetto al significato delle cose da quelle più semplici a quelle più
importanti difatti un’altra riduzione è credere che educare è solo del bambino ma l’educazione riguarda
tutta la vita di un soggetto, fino alla fine bisogna educare a dare un significato e ciò avviene solo se si
incontrano persone che possono dire qualcosa (anziano).
N.B. i genitori per essere tali devono essere prima di tutto figli ovvero essere pronti a imparare sempre!
Oggi simo in un momento che tutti dicono che siamo in crisi educativa, emergenza educativa ma perché si
parla di ciò, è vero?
Ogni educatore ha implicitamente una idea di uomo e del suo destino (Laberthonmiere) è importante
scoprire per un educare chi è un uomo, cosa rende felici, è l’unico modo per educare l’altro senza
soffocarlo, il problema non è pesare di non essere perfetto, falso problema. È importante che l’educando
veda l’educatore come una persona felice, contenta.
Idea di uomo Metodo di educazione
Libero/unico in potenza ma deve diventare in atto Autorità, sottomessa ai suoi limiti, è il mezzo per
attraverso l’educazione. cui fa emergere nel educando le sue potenzialità.
Libertà: riconoscere il proprio bene e reprimendo i Non medicalizzazione.
propri istinti senza eliminarli-> auto governo
Pedagogia:
La pedagogia è sempre esistita, da sempre l’uomo si interessa dell’educazione, ma la pedagogia occidentale
viene datata nel V sec. A.C. perché con la nascita della filosofia greca ci si interroga del dover essere
dell’uomo cioè ciò che rende l’uomo sempre più uomo, sulla natura umana. In questo senso è ricchissima di
autori!
Ma diventa scienza nel ‘800 perché Herbart, pedagogista della metà del ‘800, che sostiene la necessità di
avere una scienza propria con un linguaggio specifico e un metodo di studio… --> si inizia a credere che
l’educazione sia qualcosa di esperti (clima positivista), primo rischio.
La pedagogia moderna nasce con Rousseau 1762 “Emilio” puero centrismo: ha dato importanza
all’educando (prima al centro cera l’educatore). L’educazione funziona se si mette al contro l’educando.
Secondo grande rischio, del positivismo, è di dimenticare l’importanza dell’idea che si ha sull’uomo.
Conducendo l’educazione a delle semplice tecniche dimenticando che queste partono dall’idea di uomo,
diventando scienza si stacca dalla filosofia ma con il rischio di non avere più della propria idea di uomo.
N.B. si dice scienze dell’educazione perché sono molte e insieme c’è moltissima filosofia.
Rapporto educativo è:
- Rapporto asimmetrico, c’è un rispetto che ha l’educando verso l’educatore.
- Non ci deve essere un distacco totale, ci vuole un rapporto di amore ovvero un voler bene (no
rapporto freddo). Perché solo così si fida l’educando.
“Giuramento di Ippocrate” pag. 56
“Vita di Pitagora” pag. 57: la relazione educativa anche in quella comunità era composta da quei due
elementi. Rapporto asimmetrico ma anche un legame di tipo famigliare.
Pedagogia moderna:
Rousseau, siamo in un clima illuministico fine ‘700 ma lui anticipa il clima romantico, scrive “l’Emilio” nel
1762 per riscattarsi da quello che ha vissuto (lui non ha mai educato nessuno, ma ha qualcosa da dire di
importante si accorge dei limiti dell’educazione di quel tempo un educazione solo ricevuta non data) vuole
dire che l’educazione ha una portata immensa in quanto rende il soggetto sempre più se stesso.
1762 scrive sia “l’Emilio”, libro educativo, che “il contratto sociale”, libro politico, li scrive insieme per far
capire che la società può cambiare solo se si lavora su due franti: aspetto dell’educazione e sull’aspetto
della legislazione è importante che ci sia questa unione.
Idea educativa: contrasta l’illuminismo (l’uomo deve conoscere, la ragione può tutto, sapere enciclopedico)
per lui ha 5 caratteristiche:
1. Secondo natura dell’uomo: educare tutte le dimensioni del soggetto per come esse si devono
sviluppare spontaneamente. Fasi di sviluppo del bambino anticipando la psicologia dello
sviluppo.
2. Deve essere negativa: educare è un “non fare”, l’educatore non deve intervenire direttamente
perché se no comprometto lo sviluppo naturale del bambino e fa male.
3. Indiretta: l’educatore non interviene direttamente ma al massimo deve intervenire sull’ambiente.
4. Auto educazione: il bambino deve imparare da solo, facendo, mettendosi in azione. Deve essere
libero di fare ciò che vuole così capisce cosa va bene e cosa non va bene.
5. (Educazione positiva): solo nell’adolescenza è possibile ovvero l’educatore può iniziare
direttamente a spiegare e far conoscere al soggetto dei contenuti specifici. Solo ciò che al soggetto
interessa e facendolo viaggiare molto.
L’Emilio va educato da un precettore, da un maestro, infatti è un orfano. Viene educato in campagna
perché è un luogo non contaminato dalla società (l’uomo nasce buono ma corrotto dalla società). L’Emilio
non deve essere di colore, non deve avere nessuna disabilità, deve essere maschio; lui identifica
l’educazione solo un in particolare (educazione a stadi); le femmine possono essere educabili ma in modo
diverso, Sofia. L’Emilio è un romanzo pedagogico sperimentale: in quanto è inventato, spiega l’educazione,
sperimenta una nuova educazione. Finisce con una storia d’amore tra Emilio e Sofia e la nascita di questo
primo figlio e lo fanno educare da Rousseau -> mette troppa aspettativa sul maestro, idea che il maestro è
più capace dei genitori. Importane critica fatagli è che se si viene educati cosi si diventa alienato,
allontanato dagli altri. Il bambino ha bisogno di relazioni: uomo relazionale.
Rousseau nel suo periodo non viene ascoltato e anche nel ‘800; diventa famoso soprattutto per le critiche
che gli vengono fatte soprattutto dal cardinale Gerdil che scrive l’anti-Emilio e scrivendo quel libro lui
diventa famoso per le critiche ma ‘900 viene scoperto per la sua originalità ovvero è stato il primo autore a
sostenere che il bambino deve essere educato tenendo conto del suo sviluppo, bisogna far emergere le sue
doti che ci sono già. Importanza del puer centrismo il bambino è importantissimo.
Il male nasce dalla educazione sbagliata, i vizzi nascono perché tu lo vizzi, in realtà l’uomo già per natura è
capace anche fare del male Freud 1900 “interpretazione dei sogni” il bambino è governato da delle
pulsioni egoistica, istintivo e sensuali non è vero che buono.
La pedagogia contemporanea viene considerata come quella che deve affrontare un mondo complesso
dove a volte emerge una educazione debole. Perché c’è un clima di relativismo culturale, non esiste più la
verità ma ognuno la pensa come vuole. La scuola e la famiglia sono le agenzie più importanti perché
veicolano un bagaglio di valori, ma se esse non sanno più quali valori esistono viene meno la valenza
educativa di queste agenzie. Oppure molte famiglie danno dei valori ma i figli andando a scuola si sentono
dire il contrario. Necessita una sfida perché oggi le agenzie educative vivono questo clima relativistico. È
necessario scoprire le ragioni dei propri valori, bisogna insegnare al soggetto ad essere critici. Ogni soggetto
ha un suo criteri e deve imparare ha “gestirlo” al fine di non omologarsi l’educazione significa far capire che
in sé è unico ovvero farli capire che è diverso e così non omologarsi.
La pedagogia cerca di capire cosa oggi significa educare, oggi c’è un significato oggettivo da dare oppure
ognuno a un suo significato. Oggi molti pedagogisti hanno eliminato la parola educazione per evitare di
trovare un significato. Io ho un significato?!?
Come si è raggiunto un livello di questo tipo? Con Ricoeur da una proposta affermando che la crisi
contemporanea è dovuta dai maestri del sospetto (sono loro ad aver posto la crisi) Nietzsche, Freud e Marx
hanno modificato la realtà ci hanno insegnato a sospettare (anche Cartesio ma sulla realtà, non sull’io) loro
fanno fuori anche la seconda fortezza l’Io sulla coscienza sul fatto che l’uomo ha un punto di certezza, Freud
parla di inconscio (parte rimossa dal soggetto) che incide maggiormente sul soggetto. Questa è la base di
questa crisi esistenziale del soggetto. Crisi antropologica, dell’uomo ovvero della sua unicità non si
riconosce più. E finisce per non comunicare anche con gli altri.
Soc. pre-industriale Moderna Post-moderna
Post-industriale: globalizzazione,
Soc. industriale liquida, individualistica,
consumista…
(Maritan bivio, personalismo cristiano, ridà valore alla persona. Dice che siamo a un bivio dove da un
parte ridurre l’educazione a un semplice socializzazione oppure renderlo unico). Occorre che l’uomo
riscopra che dentro di sé ha un criterio di giudizio per saper quale strada scegliere.
Lyotard scrive “la condizione post moderna” nel 1975 l’educazione è un crocevia, infinite possibilità.
Mozzanica: è un pedagogista che si è occupato della soc post moderna (contemporanea) dice che la
devianza in realtà la viviamo tutti perché è un vivere un malessere, un disagio che può riguardare tre
aspetti:
1. L’identità: sestesi
2. Realtà
3. Relazionale.
(pag. 52)